Newsletter N. 20 Ottobre 2010 - Consorzio Camerale per il Credito e

Transcript

Newsletter N. 20 Ottobre 2010 - Consorzio Camerale per il Credito e
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter
del Consorzio Camerale
Informazione economico finanziaria sul mondo delle PMI italiane
SOMMARIO
In primo piano
Basilea 3. Una riforma dai tempi lunghi.
L’emendamento del Testo Unico Bancario.
Notizie flash
Il Fondo di Garanzia per le PMI.
Gli appalti pubblici per l’innovazione. Un’opportunità per le PMI
Premio europeo per le politiche di sostegno all’eccellenza d’impresa
Nuovo codice sulla proprietà industriale
Nuova direttiva dell’Unione Europea sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni
Nasce la Fondazione per le imprese high-tech
Economic Outlook
1
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
BASILEA 3. UNA RIFORMA DAI TEMPI LUNGHI
Lo scorso 12 settembre, i Governatori delle Banche Centrali del G10 hanno approvato la
bozza dell’Accordo multilaterale per la riforma della vigilanza prudenziale sulle banche,
meglio noto come Basilea 3. Il testo passerà ora al vaglio del Consiglio dei capi di Stato e di
Governo del G20, che si riunirà a Seoul a Novembre e,
da ultimo, sarà ratificato e recepito dai Paesi firmatari.
Se non ci saranno intoppi lungo il percorso, l’Accordo
entrerà in vigore fin dal gennaio 2013. Per garantire,
però, agli istituti bancari (e finanziari) il tempo
necessario per adeguarsi ai nuovi requisiti, è stata
prevista una lunga fase di transizione che si
concluderà nel gennaio 2019. La dilatazione dei tempi Christian Noyer,Presidente della Banca dei Regolamenti
di attuazione dell’Accordo è stata criticata (talvolta Internazionali, a cui fa capo il Comitato di Basilea
aspramente) da numerosi osservatori, pur essendo stata presentata come un necessario
compromesso tra le diverse esigenze – e urgenze – dei Paesi firmatari e dei rispettivi
sistemi bancari.
E’ noto, infatti, che gli avvenimenti dell’ultimo triennio hanno colpito duramente non solo
i sistemi bancari inglese e
Per saperne di più…
statunitense,
dove
sono
G8
E’ il forum che riunisce gli 8 paesi più industrializzati del
comparsi i primi “focolai” della
mondo: Francia, Canada, Germania, Giappone, Italia, Regno
crisi finanziaria, ma anche un
Unito, Russia e Stati Uniti. Nel 1975 a Rambouillet, in
Francia, si tenne la prima riunione del G6 (Francia,
mercato importante come quello
Germania, Giappone Italia, Regno Unito e Stati Uniti),
tedesco,
i
cui
“campioni
convocato per discutere sulla crisi internazionale. Dal 1976 vi
nazionali” hanno dimostrato di
partecipa il Canada (G7) e dal 1977 la CEE. Dal 1998, ai
vertici annuali dei capi di Stato e di governo partecipa anche
essere notevolmente esposti sui
la Russia, che rimane però esclusa dalle riunioni dei Ministri
mercati e di disporre di una
dell’Economia e dei Governatori delle Banche Centrali.
G10
E’ un gruppo di confronto e consultazione costituito da 11
struttura patrimoniale meno
paesi industrializzati: Belgio, Canada, Francia, Germania,
robusta delle attese. Al contrario,
Giappone, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia
e Svizzera. Il Lussemburgo è un membro associato. Il G-10 fu
il sistema bancario italiano, come
fondato nel 1962 dai dieci principali paesi a economie di
sottolineato anche dalla Banca
mercato del tempo. Nel 1984 la Svizzera si unì come
d’Italia,
ha dimostrato di
undicesimo membro, ma il nome del gruppo rimase
invariato. Nel dicembre 1971, il G10 firmò lo Smithsonian
possedere una discreta solidità,
Agreement, che ratificò di fatto la fine del sistema a cambi
anche grazie a strategie di
fissi inaugurato nel 1944 a Bretton Woods.
G20
Il Gruppo è stato costituito nel 1999 per discutere questioni
business generalmente orientate
di rilievo per la stabilità economica e finanziaria mondiale.
verso impieghi e strumenti di
E’ composto dai Ministri dell’Economia e dai Governatori
delle Banche Centrali di 19 paesi: Arabia Saudita, Argentina,
investimento tradizionali che
Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia,
hanno ridotto gli effetti negativi
Messico, Sudafrica e Turchia, oltre ai membri del G8 e
all’Unione Europea. Partecipano alle riunioni anche i
della crisi.
rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale e della
Banca mondiale.
2
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
I due timori principali evidenziati dai commentatori sono riconducibili, da un lato,
all’utilità e all’efficacia dell’Accordo e, dall’altro, alle conseguenze che esso potrebbe avere
sulle imprese e, più in generale, sull’economia reale. Sotto il primo profilo, i parametri
prudenziali adottati in termini di qualità e composizione del patrimonio, di leva
finanziaria e di liquidità disponibile sono giudicati, da varie parti, troppo miti per
garantire una effettiva protezione contro il rischio che si ripeta una crisi come quella
attuale. Una crisi che – visti i tempi estremamente dilatati per l’adeguamento ai nuovi
requisiti prudenziali – potrebbe manifestarsi prima che Basilea 3 sia entrato a regime,
svuotandolo, di fatto, di contenuto.
Dal secondo punto di vista, vi è il timore di una forte stretta sui crediti concessi alle
imprese non giustificabile – secondo questi commentatori - dai vincoli e dai costi imposti
da Basilea 3. Secondo le stime dell’IIF, l’Associazione bancaria mondiale che raggruppa
oltre 400 banche e altre istituzioni finanziarie, l’impatto per le banche di Europa, Stati
Uniti e Giappone potrebbe concretizzarsi nella necessità di raccogliere nei prossimi anni
700 miliardi di dollari di capitale di rischio e oltre 5.000 miliardi in capitale di debito a
lungo termine per soddisfare i requisiti patrimoniali richiesti. Il “costo” per le banche
italiane dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni, tenendo peraltro conto del fatto che i
principali gruppi bancari già ora sono abbastanza allineati sui parametri minimi imposti
dall’Accordo.
Secondo il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, le banche italiane sono solide e
dispongono di requisiti patrimoniali superiori ai minimi previsti e di una qualità del
capitale migliore rispetto alla media internazionale, grazie
anche, come si è detto, a un modello di business più
tradizionale e a un ricorso molto ridotto ai fondi pubblici
assegnati per far fronte alla crisi (Tremonti Bond). In sostanza,
secondo il Governatore, le banche italiane dovrebbero essere
in grado di adeguarsi ai livelli patrimoniali più elevati con
gradualità, assicurando il sostegno alle imprese e all’economia
reale.
E’ un ottimismo non del tutto condiviso dai
Mario Draghi, Governatore della
Banca d’Italia
rappresentanti degli istituti bancari che paventano, invece,
effetti negativi sulla capacità delle banche di sostenere con efficacia la ripresa e la crescita
dell’economia, proprio a causa dei costi e dei vincoli patrimoniali che Basilea 3 impone
anche agli operatori meno esposti in attività a rischio. In effetti, la necessità di non
penalizzare eccessivamente i sistemi bancari troppo esposti sui mercati ha spinto alcuni
governi, come la Germania, a cercare una soluzione di compromesso che “premia” meno
del previsto gli attori più virtuosi e “punisce” più blandamente delle attese quanti, invece,
hanno perseguito strategie di investimento spregiudicate.
A prescindere dalla durata della fase di transizione e dall’ampiezza dei parametri adottati,
quali potranno essere gli effetti concreti sul costo del credito per le aziende italiane? Una
risposta precisa, a oggi, ovviamente non può esserci, anche in considerazione delle diverse
3
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
posizioni di partenza degli istituti bancari, dei differenti percorsi di adeguamento che
devono perseguire e delle strategie adottate. L’unico punto certo, con apparente
paradosso, è che molto dipenderà dalle imprese. La necessità di ridurre l’ammontare di
capitale immobilizzato come riserva e di garantire al contempo una adeguata
remunerazione del rischio potrebbe indurre le banche a penalizzare quelle realtà
sottocapitalizzate – e teoricamente – più rischiose, meno trasparenti sotto il profilo
finanziario e gestionale e con dubbie capacità di garantire una redditività nel tempo
sufficiente a sostenere i costi e a onorare il debito contratto con gli istituti di credito.
Il Consorzio Camerale, nel corso degli ultimi anni, si è fortemente impegnato
nell’affiancare le Camere di Commercio nello sforzo di dare informazione, fare cultura,
valutare il rischio delle aziende del proprio territorio. E’ un impegno iniziato nel 2003 con
l’analisi degli effetti che Basilea 2 avrebbe potuto avere sul costo del credito per le piccole e
micro imprese. Una analisi che era basata su un apposito modello econometrico e che
permise di operare simulazioni, in collaborazione con Unioncamere Nazionale, sulle
aziende del territorio di oltre 50 Camere di commercio.
La sfida, oggi, è invece quella di supportare le micro e piccole imprese non solo a crescere
ma, soprattutto, a valorizzare i cosiddetti “assets” interni, ovvero quelle capacità
imprenditoriali, quelle innovazioni di processo e di prodotto, quelle conoscenze acquisite
con l’esperienza che rappresentano punti di forza – spesso ignorati dall’imprenditore – da
valorizzare per migliorare il merito di credito delle aziende e, quindi, per mitigare le
condizioni di accesso ai finanziamenti.
Saper individuare questi punti di forza potenziali e “nascosti”, valorizzarli e quantificarli e
segnalarli con efficacia rappresenta un primo importante passo per migliorare la
trasparenza nei rapporti tra imprese e banche e per consolidare la posizione negoziale
delle aziende.
Il Consorzio Camerale sta sviluppando un percorso operativo, da sviluppare sul campo,
basato su tre linee di azione:
- informazione per le imprese, per aiutarle a individuare e valorizzare i propri punti di
forza nascosti basati su innovazione, conoscenza ed esperienza
-
valutazione della rischiosità, attraverso un modello econometrico nuovo e
appositamente sviluppato, capace di valutare e valorizzare questi punti di forza
-
accompagnamento sul mercato del credito, attraverso un servizio di assistenza a
sportello che aiuti gli imprenditori a predisporre una presentazione efficace della
propria azienda dove ne siano evidenziati i punti di forza.
4
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
L’EMENDAMENTO DEL TESTO UNICO BANCARIO
Il 19 settembre 2010 è entrato in vigore il Decreto Legislativo che introduce una serie di
emendamenti al Testo Unico Bancario, in particolare al Titolo V dove sono considerati, tra
gli altri soggetti, anche i Confidi.
L’emendamento rivede, in parte, la recente normativa in tema di garanzie, in particolare
per quanto riguarda modalità e strumenti per la vigilanza sull’operato dei Confidi. Le
novità più rilevanti sono:
- la predisposizione di un apposito Albo dove sono tenuti a iscriversi i Confidi
intermediari vigilati (finora denominati Confidi 107)
- la previsione di un apposito Organismo, espressione del sistema, per la gestione
dell’elenco generale a cui sono tenuti a iscriversi i Confidi
- l’estensione dei poteri di vigilanza e di intervento della Banca d’Italia sugli
intermediari vigilati.
Per quanto riguarda il primo punto, i Confidi che superano la soglia dei 75 milioni di euro
di attività sono tenuti a iscriversi in un apposito Albo e a rispettare una serie di obblighi,
in buona parte già previsti per quanti sono iscritti all’attuale elenco speciale ex art. 107. I
Confidi che hanno attualmente in corso l’iter per la trasformazione in intermediari vigilati
potranno completare il percorso previsto senza necessità di riavviare le procedure. Per
quanti sono, invece, già iscritti nell’elenco degli intermediari vigilati, sarà sufficiente
operare alcuni interventi di carattere amministrativo.
I Confidi non vigilati dalla Banca d’Italia, gli attuali Confidi 106 per intenderci, faranno
invece capo a un apposito Organismo, a cui parteciperanno gli stessi rappresentanti dei
Confidi. L’Organismo avrà il compito di gestire l’elenco generale dei Confidi, di verificare
il rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa e di intervenire laddove emergessero
inadempienze o irregolarità. La sua funzione principale sarà quindi quella di surrogare
l’azione della Banca d’Italia, garantendo un sufficiente controllo sull’operatività dei
Confidi non vigilati, e di permettere una scrematura del sistema ripulendolo da quei
soggetti che a tutt’oggi sfuggono al monitoraggio e al controllo degli Organi di vigilanza.
Infine, la Banca d’Italia disporrà di una più ampia serie di strumenti per intervenire con
diversi livelli di intensità laddove verifichi anomalie o irregolarità nella gestione e
nell’operatività dei Confidi vigilati. Prima di procedere alla cancellazione dall’Albo, potrà
infatti intervenire direttamente nella loro gestione effettuando ispezioni, limitandone
l’operatività o commissariandone il Consiglio di amministrazione, sulla falsariga di
quanto avviene già per gli operatori bancari.
Cambia anche la nomenclatura dei Confidi: agli intermediari vigilati è ora dedicato
l’articolo 106 del Testo Unico Bancario (prima era il 107), mentre per i Confidi non vigilati
si rimanda all’articolo 112 (prima era il 106).
5
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
IL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI: L’ATTIVITÀ NEL 2010
Il Comitato di gestione del Fondo di garanzia per le PMI ha reso pubblici i risultati
conseguiti nei primi 7 mesi del 2010:
•
•
•
30.193 operazioni ammesse al Fondo (+172,0% rispetto all´anno precedente)
un ammontare complessivo di finanziamenti erogati di 5,7 miliardi di Euro (+203%)
un volume di garanzie di 3,2 miliardi di Euro (+221,1%).
Le operazioni di controgaranzia rappresentano la quota prevalente (20.263 operazioni,
pari al 67,1% del totale, con una crescita del 139,6% rispetto allo scorso anno, per un
ammontare di finanziamenti di oltre 3 miliardi),
Ripartizione % delle operazioni
67,1
per numero e ammontare
seguite dagli interventi in garanzia diretta (9.892
operazioni, pari al 32,8% del totale, + 276,7%
53,1
46,9
Numero
rispetto al 2009, per un ammontare di circa 2,7
32,8
Ammontare
miliardi di euro) e da quelli, del tutto marginali, in
cogaranzia (38 operazioni, pari allo 0,1% del totale,
con una flessione del 13,9%, per un ammontare di
0,1 0,1
circa 0,9 milioni di euro).
Controgaranzia
Garanzia diretta
Cogaranzia
In media, i finanziamenti ammontano a 188.000 euro, con un aumento dell’11,4% rispetto
allo scorso anno.
Nell’83% dei casi, le imprese hanno richiesto la garanzia del Fondo per esigenze di
liquidità, nel 17% per investimenti.
Ripartizione % delle domande accolte per
area geografica
Centro
13,0%
Nord
48,9%
Il 48,9% delle domande accolte proviene da aziende del
Nord (14.757 imprese, con un incremento del 193%
rispetto allo scorso anno), il 38,1% dal Sud (11.506
imprese, + 147,4%) il 13% dal Centro (3.930 imprese, +
177,7%).
Ripartizione % delle domande accolte per settore
41,9% delle
domande
Industria
Servizi
41,9%
18,0%
ammesse è stato presentato da aziende operanti
nell’industria (con una crescita del 177,8%, a cui va
il 55,6% dei finanziamenti complessivi), il 40,1% da
imprese del commercio (+132,2%, con il 30,6% dei
Commercio
finanziamenti) e il 18% da aziende dei servizi o di
40,1%
comparti residuali (+ 312,9%, con il 13,7% dei
finanziamenti). Alle imprese artigiane va ricondotto il 16% delle domande accolte, con un
incremento di oltre il 177% rispetto allo scorso anno, che si accompagna a una crescita del
197% dei finanziamenti concessi.
Sud
38,1%
Il
6
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
Il 56,6% delle domande accolte proviene da micro imprese, il 33,4% da piccole imprese, il
10% da medie imprese e lo 0,1% da consorzi. Se però si considera il volume dei
finanziamenti concessi, si osserva che la
quota maggiore è stata destinata alle
Ripartizione % delle domande accolte e dei
finanziamenti per tipo di impresa
aziende di piccole dimensioni, per un
56,6
Numero
Ammontare
ammontare pari a 2.446 milioni di euro
43,1
(pari al 43,1%), contro i 1.820 milioni
33,4
32,0
concessi alle medie imprese (pari al 32%) e i
24,9
1.414 milioni delle micro imprese (pari al
10
24,9%).
Micro
Piccole
Medie
Per approfondimenti:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/pdf_upload/documenti/relazione_confidi.pdf
GLI APPALTI PUBBLICI PER L’INNOVAZIONE. UN’OPPORTUNITÀ PER LE PMI.
Gli appalti pubblici possono essere strumento di stimolo all’innovazione? La risposta è sì,
secondo una ricerca del Ministero dello Sviluppo Economico. Ciò si verifica quando il
soggetto pubblico acquista o richiede un bene o un servizio che non esiste ancora, ma che
potrebbe essere sviluppato in un ragionevole periodo di tempo, attraverso opportuni
percorsi di ricerca e sviluppo. In sostanza, al fine di soddisfare la richiesta dell’acquirente
pubblico, diventa necessario per il fornitore migliorare tecnologicamente un prodotto
esistente o realizzarne uno del tutto nuovo. Naturalmente, per incentivare lo sviluppo e
l’utilizzo di soluzioni innovative, il committente pubblico richiede volumi considerevoli di
nuovi prodotti/servizi nelle fasi iniziali della loro commercializzazione, assicurando di
fatto non solo la copertura dei costi di ricerca e sviluppo ma anche una adeguata
redditività per le aziende fornitrici.
In Europa, l’attenzione verso il ruolo che gli appalti pubblici possono
giocare nello stimolo dell’innovazione è cresciuta particolarmente
negli ultimi anni, parallelamente al crescere del gap economico e
soprattutto tecnologico con gli Stati Uniti. L’Unione Europea, ad
esempio, ha introdotto strumenti di incentivazione degli appalti precommerciali per attività di ricerca e sviluppo. Allo stesso tempo, sono state promosse
misure per favorire il coordinamento delle iniziative tra le autorità nazionali, come nel
caso della Lead Market Initiative e di Europa 2020, la strategia economica europea per il
7
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
nuovo decennio. Numerosi Paesi europei (in primis la Germania e il Regno Unito) stanno
valorizzando il ruolo degli appalti pubblici nelle rispettive strategie di innovazione, anche
attraverso esperienze pilota finalizzate a creare modelli standard declinabili poi nelle
diverse realtà territoriali locali.
In Italia, il ricorso alla spesa pubblica a scopi di innovazione sembra soffrire ancora di un
certo “deficit di attenzione” da parte del settore pubblico, anche se vi
sono segnali – come l’attenzione dedicata al tema in Industria 2015 e il
diffondersi dei cosiddetti appalti verdi presso gli Enti locali – di un
crescente interesse per questo strumento di sviluppo. In effetti, la
domanda proveniente dal settore pubblico, in Italia, corrisponde al
14,1% del PIL. E’ un dato che, seppur minore rispetto alla media dell’Unione Europea
(17,2%), costituisce tuttavia un significativo miglioramento rispetto all’11% registrato
cinque anni orsono.
Per approfondimenti:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/primopiano/dettaglio_primopiano.php?sezione=
primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=851
PREMIO EUROPEO PER LE POLITICHE DI SOSTEGNO ALL’ECCELLENZA D’IMPRESA
Ha preso il via la V edizione dell’European Enterprise Awards (EEA 2011), la
competizione promossa dalla Commissione europea per premiare politiche pubbliche o
iniziative miste pubblico-privato che incentivino o sostengano l’eccellenza
d’impresa. Le candidature italiane vanno presentate entro il 12 novembre
2010 al Ministero dello Sviluppo Economico.
Sarà una Giuria nazionale a decidere le 2 candidature italiane e a
trasmetterle a Bruxelles per concorrere al Premio EEA 2011.
In questa edizione sono previste cinque categorie:
-
-
-
Premio Promozione dello spirito imprenditoriale: riconosce azioni e iniziative a
livello nazionale, regionale o locale che promuovono una mentalità imprenditoriale
particolarmente tra giovani e donne
Premio Investimento nelle competenze: riconosce iniziative a livello regionale o
locale volte a migliorare le competenze imprenditoriali, vocazionali, tecniche e
manageriali.
Premio Sviluppo dell’ambiente imprenditoriale: riconosce politiche innovative a
livello regionale o locale volte a promuovere l’avvio e lo sviluppo delle imprese, a
semplificare le procedure legislative e amministrative per le aziende e ad attuare il
principio “pensare anzitutto in piccolo” a favore delle piccole e medie imprese.
8
N. 20
Anno III
-
Premio Sostegno all’internazionalizzazione delle imprese: riconosce le politiche atte
a stimolare le aziende, e in particolare le piccole e medie imprese, a sfruttare
maggiormente le opportunità offerte dai mercati interni ed esterni all’Unione
europea.
Premio Imprenditorialità responsabile e inclusiva: riconosce le azioni regionali o
locali che promuovono la responsabilità sociale aziendale e le pratiche commerciali
sostenibili in campo sociale e/o ambientale. Questa categoria riconoscerà altresì gli
sforzi volti a promuovere l’imprenditorialità tra gruppi svantaggiati come
disoccupati, disabili o persone appartenenti a minoranze etniche.
-
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
Il Gran premio della giuria verrà conferito alla candidatura considerata come maggiore
fonte di creazione e ispirazione di imprenditorialità in Europa.
Per approfondimenti:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/primopiano/dettaglio_primopiano.php?sezione=
primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=839
NUOVO CODICE SULLA PROPRIETÀ INDUSTRIALE
Dal 2 settembre è in vigore il nuovo Codice della Proprietà Industriale. Il Codice regola
l'oggetto del diritto di Proprietà Industriale, i requisiti per ottenerlo, gli effetti della tutela,
la durata, i diritti e gli oneri ad essa connessi.
Tra le principali novità introdotte si possono citare:
•
Biotecnologie: valorizzazione e maggiore protezione giuridica delle invenzioni
biotecnologiche, in attuazione della Direttiva UE 98/44.
•
Marchio dei Comuni: possibilità per i Comuni di ottenere il riconoscimento di un
marchio da utilizzare per valorizzare commercialmente il patrimonio culturale,
storico, architettonico ed ambientale del proprio territorio
•
Semplificazione delle procedure: le facilitazioni riguarderanno in prima istanza la
traduzione delle domande internazionali di brevetto, la trascrizione e la possibilità per
un singolo di depositare un brevetto in comunione e nell’interesse di più soggetti
•
Ampliamento dei confini delle applicazioni brevettabili.
L'obiettivo è potenziare la competitività del Paese, anche in relazione alla semplificazione
delle procedure al contrasto della contraffazione.
Per approfondimenti:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/primopiano/dettaglio_primopiano.php?sezione=
primopiano&tema_dir=tema2&id_primopiano=844
9
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
NUOVA DIRETTIVA DELL’UNIONE EUROPEA SUI PAGAMENTI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Ad ottobre il Parlamento Europeo voterà, nell’ambito della procedura di codecisione, la
direttiva proposta dalla Commissione Europea che
impone alle Pubbliche Amministrazioni di pagare le
aziende fornitrici entro 60 giorni (30 giorni standard +
30 giorni di eventuale deroga dei termini). Ciò al fine
di porre rimedio al problema dei ritardati pagamenti
verso i fornitori. Il problema riguarda naturalmente
anche l’Italia, dove si stima che i crediti delle aziende
fornitrici verso la Pubblica Amministrazione
ammontino tra i 30 e i 60 miliardi di euro.
La sede del Parlamento Europeo
Se la direttiva verrà approvata, i governi avranno tempo 24 mesi per adeguarvisi. Una
volta entrata a regime, in caso di mancato pagamento entro i 60 giorni massimi consentiti,
le Pubbliche Amministrazioni vedranno applicata una penale dell'8% sul costo originale
della fornitura. Una deroga al termine dei 60 giorni è prevista per il settore sanitario.
Per approfondimenti:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=REPORT&reference=A7-20100136&format=XML&language=IT
COSTITUITA A ROMA LA FONDAZIONE RICERCA & IMPRENDITORIALITÀ
Si è costituita il 16 settembre la Fondazione Ricerca & Imprenditorialità che si propone di
favorire il trasferimento tecnologico dai laboratori e dai Centri di Ricerca accompagnando
e stimolando la crescita di Piccole e Medie Imprese e Start-Up ad alto contenuto
tecnologico.
Sono soci fondatori la Fondazione Politecnico di Milano, l’Istituto Italiano di Tecnologia, la
Scuola Superiore Sant’Anna, Enel, Finmeccanica, Intesa-Sanpaolo e Telecom Italia.
10
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
ECONOMIC OUTLOOK
Statistiche macro-economiche: Paesi del G7 e Emergenti
Paese
Stati Uniti
PIL
Cambi (dati aggiornati al 27 settembre 2010)
Tasso Inflaz. Tasso Disocc.
3,0%
1,1%
9,6%
Paese
Euro – $ USA
Eurozona
1,9%
1,6%
10,0%
Euro – Sterlina
Germania
3,7%
1,0%
7,6%
Euro – Yen
Regno Unito
1,7%
3,1%
7,8%
Francia
1,7%
1,1%
Italia
1,3%
Prezzo
Variazione annua
1,31
-8,9%
0,83
-5,9%
122,031
-15,9%
Euro – Fr. Svizzero
1,32
-11,1%
9,7%
Euro – Yuan Cina
8,78
-10,2%
1,6%
8,4%
Euro – $ Canada
1,35
-10,6%
-0,1%
1,8%
20,1%
Euro – Rublo Russo
40,49
-6,1%
2,4%
-0,9%
5,2%
Euro – Real Brasile
2,25
-10,1%
Cina
10,3%
3,5%
4,2%
Euro - $ Hong Kong
10,13
-8,8%
India
8,8%
11,3%
7,3%
Euro - $ NZ
1,80
-9,3%
Hong Kong
6,5%
1,3%
4,2%
Euro - $ AUS
1,39
-12,7%
Corea del Sud
7,2%
2,6%
3,4%
Fonte: Bloomberg.
Brasile
8,8%
4,5%
6,9%
11,8%
11,1%
7,9%
Spagna
Giappone
Argentina
Fonte: Bloomberg. I dati sono annuali e si riferiscono all’ultima rilevazione ufficiale.
Mercati obbligazionari e immobiliari (dati aggiornati al 27 settembre 2010)
Paese
Variazione
Valore
JP Morgan 1 – 3 anni
1 settimana
208,91
0,0%
JP Morgan 1 – 10 anni
184,38
-0,3%
-0,6%
2,8%
REIT Europa
553,43
-0,7%
4,9%
2,7%
1.799,50
1,7%
7,7%
17,4%
EIT USA
1 mese
-0,1%
YTD
1,2%
Fonte: Bloomberg.
11
CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA – NEWSLETTER MARZO 2010
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
Mercati azionari (dati aggiornati al 27 settembre 2010)
Paese
Valore
Variazione
20.518
1 mese
3,3%
YTD
-11,7%
Dax Francoforte
6.210
3,4%
4,2%
4,2%
Cac 40 Paris
3.722
5,6%
-5,4%
-5,4%
FTSE London
5.508
6,0%
1,8%
8,1%
Swiss Mkt. Zurich
6.389
3,3%
-2,4%
9,8%
10.589
4,9%
-11,3%
-11,3%
S&P 500 – US
1.126
5,0%
0,9%
10,8%
Nasdaq Comp – US
2.316
6,2%
2,0%
12,0%
Nikkei 225
9.626
4,9%
-8,7%
8,6%
21.971
4,7%
0,4%
10,1%
RTS Russia
1.464
2,7%
1,4%
7,7%
Shangai – Cina
2.599
-1,7%
-20,7%
-11,6%
Bovespa - Brasil
67.089
0,6%
-2,2%
8,8%
FTSE/Mib Milano
IBEX 35 Madrid
Hang Seng Index
YTD (€)1
-11,7%
Fonte: Bloomberg.
Materie prime ((dati aggiornati al 27 settembre 2010)
Commodities
Petrolio (WTI) (barile)
Oro (oncia)
Variazione
Valore
1 settimana
73,7
2,3%
1 mese
-2,8%
YTD
-7,2%
1.274,3
4,4%
4,0%
16,2%
20,8
4,8%
12,1%
23,0%
Platino (oncia)
1.618,5
3,1%
4,8%
10,4%
Rame (tonnellata)
7.720,0
7,3%
4,6%
4,7%
Mais (bushel)
513,3
0,3%
19,4%
16,4%
Frumento (bushel)
739,3
0,0%
8,1%
22,6%
Argento (oncia)
Fonte: Bloomberg.
1
Valori espressi in funzione del cambio dell’Euro.
12
CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA – NEWSLETTER MARZO 2010
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
Futures (dati aggiornati al 27 settembre 2010)
Paese
Valore
FTSE/Mib Milano
Variazione attesa su
prossima apertura
20.860,0
1,64%
FTSE London
5.606,5
1,75%
S&P 500 – US
1.128,2
0,23%
Dax Futures
6.300,5
1,44%
Nikkei Futures
9.090,0
-5,90%
Bovespa - Brasil
67.705,0
0,91%
Fonte: Bloomberg.
Mercato monetario (dati aggiornati al 27 settembre 2010)
Costo denaro
Libor 3 mesi
0,88%
Banca Centrale
Tasso di sconto
1,00%
Regno Unito
0,73%
0,50%
0,23%
Stati Uniti
0,29%
0,25%
0,04%
Giappone
0,22%
0,10%
0,12%
Europa
Delta
-0,12%
Fonte: Bloomberg.
Spreads verso Italia (dati aggiornati al 27 settembre 2010)
2 anni
5 anni
10 anni
30 anni
Italia
Germania
1,77%
-1,00%
2,79%
-1,36%
3,91%
-1,48%
4,87%
-1,82%
Francia
-0,93%
-1,15%
-1,13%
-1,49%
Spagna
0,32%
0,13%
0,22%
0,22%
Fonte: Bloomberg.
13
CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA – NEWSLETTER MARZO 2010
N. 20
Anno III
Ottobre 2010
La Newsletter del Consorzio Camerale
Performance settimanale e da inizio anno delle principali asset class e relative subcategorie (dati aggiornati al 27 settembre 2010)2
Liquidità
Tasso %
0,45%
YTD
9,27%
Euribor 3 mesi
0,88%
25,57%
0,11% Global Commodities
Libor 3 mesi Regno Unito
0,73%
20,61%
0,69%
Libor 3 mesi USA
0,29%
16,33%
Azionari
-0,22% MSCI Mondo
Libor 3 mesi Giappone
0,22%
-19,59%
Eonia
Obbligazioni
Area Euro 2 anni
Rend %
0,77%
YTD
WTD
Alternativi
7,95% Global Hedge Fund Index
YTD
0,47%
WTD
0,50%
0,46%
0,16%
Indice
298,5
YTD
-0,32%
WTD
1,60%
-2,46% MSCI Mondo Value
143,9
-1,01%
0,65%
MSCI Mondo Growth
WTD
-0,08% MSCI Europa
136,7
0,79%
1,66%
377,0
-5,80%
1,71%
1.205
1,23%
1,41%
99,8
-1,65%
2,44%
319,2
-0,11%
1,15%
Area Euro 5 anni
1,43%
-0,28% MSCI Nord America
Area Euro 10 anni
2,43%
-0,25% MSCI Asia
Area Euro 30 anni
3,05%
-1,44% MSCI Mercati Emergenti
Area USA 2 anni
0,47%
0,20% Energia
192,9
-8,15%
-0,50%
Area USA 5 anni
1,44%
0,59% Industriali
121,8
6,03%
1,57%
Area USA 10 anni
2,74%
0,46% Materiali
197,9
-0,46%
1,87%
Area USA 30 anni
3,90%
-1,37% Health care
94,2
-3,96%
0,55%
JP Morgan 1-3 anni
1,21%
-0,05% Finanziari
71,8
-2,37%
0,46%
JP Morgan 1-10 anni
2,83%
-0,27% Tecnologia
74,9
-3,49%
3,90%
Immobiliare
REIT Europe
YTD
2,74%
91,6
7,21%
2,24%
103,3
-4,68%
-1,96%
REIT USA
17,45%
Valore
22,01
YTD
1,52%
WTD
0,09%
19,54
-6,24%
0,93%
Valute
Euro - Dollaro
Rate
1,31
YTD
0,25%
Consumi discrezionali
WTD
-0,72% Utilities
1,65%
Volatilità
Index VIX (Stati Uniti)
WTD
-12,18% Index VDAX (Germania)
Fonte: Bloomberg.
2
Il colore della casella indica una performance positiva con il verde ed una negativa con il rosso, ma per liquidità e volatilità i criteri sono ovviamente opposti (verde per valori in diminuzione e viceversa).
14
CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA – NEWSLETTER MARZO 2010