Il Cinema di Woody Allen

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Il Cinema di Woody Allen
Il Cinema di
Woody Allen
Esame
Progettazione e produzione multimediale
Studente
Alessio Sergio
Il Cinema di Woody Allen – Alessio Sergio
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Indice
Biografia ...................................................................................................................................................................................4
Educazione scolastica..........................................................................................................................................................5
La carriera di cabarettista...................................................................................................................................................8
Il cinema ...................................................................................................................................................................................9
La fase matura .....................................................................................................................................................................12
Ritorno ai toni leggeri.........................................................................................................................................................15
Lontano da New York .......................................................................................................................................................17
Bibliografia.............................................................................................................................................................................19
Il Cinema di Woody Allen – Alessio Sergio
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«… perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune
cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx
tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis
Armstrong, l'incisione Potatoehea Blues... i film svedesi naturalmente... L’educazione
sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di
Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracy» (da “Manhattan” – 1979)
Io aggiungerei: i film di Woody Allen.
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Biografia
«Da bambino volevo un cane. Ma i miei erano poveri.
Così mi comprarono una formica»
Allan Stewart Königsberg (vero nome di Woody Allen) nacque a New York il 1º dicembre
1935. La sua famiglia, di origini ebraiche e probabilmente proveniente dall’Ungheria, era di
modesta condizione sociale. Il padre, Martin, sbarcava il lunario svolgendo i lavori più
disparati: prima come incisore di gioielli presso un orafo, poi come cameriere a Manhattan e
infine come tassista; la madre, Nettea Cherry, era impiegata come contabile presso un fiorista.
Nel 1943 nasce sua sorella, Letty Aronson, che in futuro lo sosterrà e gli sarà sempre molto
vicina.
La folgorazione per il mondo del cinema lo coglie già all’età di 3 anni, quando sua madre lo
porta a vedere Biancaneve e i sette nani (1937), film che affascina e segna indelebilmente il
piccolo Woody; da allora, come spesso ha raccontato successivamente in diverse interviste, la
sala cinematografica diventa la sua seconda casa:
“Ci portavi le ragazze, ci andavi per conoscere le ragazze, ci andavi per passare a
prendere le ragazze, ci andavi per vedere i film. Ai cinema erano associate solo le
cose belle, era tutto un altro mondo. In un certo senso avevi la sensazione di
entrare in un tempio, perché erano sale grandi, buie e fredde… o calde, a
seconda di quello che ci tornava più utile. Era un paradiso”1
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Woody Allen con Eric Lax - Conversazioni su di me e tutto il resto – Bompiani Overlook 2007
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Educazione scolastica
«I miei problemi sono iniziati con la prima educazione.
Andavo in una scuola per insegnanti disagiati»
Grazie al suo elevato QI, gli inizi della sua carriera scolastica sembrano promettenti, tant’è
che viene inserito da subito in una classe avanzata. Nonostante ciò, sviluppa ben presto un
odio per l'ambiente scolastico, dimostrandosi ribelle alle regole, rifiutando di svolgere i compiti
a casa, rispondendo male agli insegnanti e disturbando continuamente in classe. A dispetto del
suo aspetto gracile, si dimostra invece molto abile negli sport, pallacanestro, football
americano, baseball.
Soprannominato dai compagni Red, per il colore della sua capigliatura, il piccolo Woody
diventa popolare tra i compagni anche per la sua abilità nei giochi di carte e nei trucchi di
magia (nella sua carriera di cineasta ci saranno spesso riferimenti a questa sua passione).
All'età di 15 anni partecipa ad un'audizione per il programma televisivo The Magic Clown, per il
quale esegue un trucco chiamato Passe-Passe Bottles, che tuttavia non viene messo in onda
poiché vengono utilizzate bottiglie di alcolici ed il programma è destinato ad un pubblico di
bambini. Nel frattempo inizia anche a suonare il clarinetto.
Dopo aver frequentato per otto anni la scuola ebraica e in seguito quella pubblica, la Public
School 99, Woody viene iscritto alla Midwood High School di Brooklyn, dove continua a
dimostrare poco interesse per lo studio, preferendo dedicarsi alla scrittura di gag e barzellette,
che poi invia a un giornale umoristico di New York sotto lo pseudonimo di Woody Allen (egli
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non voleva che il suo vero nome fosse letto dai suoi compagni di scuola, ed inoltre riteneva
necessario un nome d’arte per entrare nel mondo dello spettacolo). Di lì a poco, due giornalisti
umoristici, Walter Winchell e Earl Wilson, entusiasti del materiale che periodicamente
ricevevano, decidono di contattare l'autore e di trovargli un agente, David O. Alber, che inizia a
far pubblicare le divertenti storielle su diverse riviste e giornali. Siamo nel 1952. Due anni dopo
verrà assunto dalla rete televisiva ABC, scrivendo per celebri programmi come The Ed Sullivan
Show e The Tonight Show. Di lì a poco emergerà la sua enorme vena creativa:
“Ogni giorno dopo la scuola Allen si sorbisce i quaranta minuti di metropolitana
che lo portano a Midtown Manhattan e per tre ore snocciola quante più battute
possibile nell’ufficio dell’agente. Ritiene di trovarsi nel cuore dello show business.
Ogni giorno consegna tre o quattro pagine dattiloscritte (circa cinquanta tra
barzellette e battute; Woody stima di averne scritte 20.000 negli oltre due anni
trascorsi in quella veste) ricevendo in cambio prima venti, poi ben presto
quaranta dollari alla settimana, una cifra di tutto rispetto per l’epoca.”2
Il tragitto giornaliero, che portava Allen dalla sua casa di Brooklyn fino a Midtown
Manhattan, era occasione per riflettere sulla stupefacente diversità del “paesaggio urbano” tra
le due zone di New York. Un’autentica esplosione di immagini, colori e suggestioni che era
possibile vedere solo nei film di Hollywood. Il fascino che ammantava Park Avenue, la Quinta
Strada o Times Square scaturivano, infatti, anche dai numerosi film che il piccolo Woody
aveva visto nella sua giovinezza e che gli facevano immaginare storie ricche di fascino e
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Woody Allen con Eric Lax - Conversazioni su di me e tutto il resto – Bompiani Overlook 2007
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personaggi misteriosi aggirarsi dietro le mura di quei palazzi imponenti, il cui accesso era
totalmente precluso ai semplici ragazzi di Brooklyn:
“Quando perciò arrivavi a Manhattan sapevi, guardando i palazzi della Quinta
Avenue o di Park Avenue, che se solo avessi avuto a disposizione una macchina
da presa avresti scoperto una tresca clamorosa nell’appartamento A o un
paroliere che scriveva il prossimo musical di Broadway nell’appartamento B,
mentre spostando l’obiettivo sull’appartamento accanto avresti trovato una
giovane modella appena arrivata a New York, in procinto di innamorarsi della
persona giusta e fare scalpore nel mondo della recitazione. Da bambino credevi a
tutto quello che il cinema ti faceva vedere…ecco perché Manhattan era proprio un
altro mondo”.3
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Ibidem
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La carriera di cabarettista
«Lo psichiatra è un tizio che vi fa un sacco di
domande costose che vostra moglie vi fa gratis»
In questi anni Allen guadagna già oltre 1.700$ a settimana. Tuttavia, poco dopo perde
interesse per il lavoro di autore televisivo e decide di iniziare una propria carriera come
cabarettista. Siamo nel 1960, anno in cui inizia ad esibirsi come stand-up comedian in
numerosi locali di New York, primo fra tutti il Greenwich Village. Inoltre continua a collaborare
con svariati giornali e riviste, come New Yorker, Playboy ed Esquire. Sempre in quegli anni,
Allen, sentendosi inspiegabilmente malinconico, decide di iniziare alcune sedute di psicanalisi:
la terapia psicanalitica diventerà una costante per gran parte della sua vita, ed influenzerà
notevolmente la sua produzione artistica, divenendo elemento portante dei suoi film e del suo
personaggio. Insieme ai suoi manager riesce, infatti, a trasformare le sue debolezze nel suo
punto di forza, sviluppando la sua classica immagine nevrotica, cerebrale e timida che lo
accompagnerà in ogni pellicola.
La carriera di cabarettista prosegue fino al 1968 e Woody diventa sempre più popolare ogni
anno; agli inizi nel 1960 guadagnava solamente 75 dollari la settimana, ma già nel 1964 era
un comico affermato e richiesto in tutto il paese e i suoi guadagni settimanali arrivavano ad
oltre 5000 dollari. In quel periodo pubblica tre raccolte con i suoi migliori sketch, Woody Allen,
Woody Allen Volume 2 e The Third Woody Allen Album. Oggi l'unica registrazione rimasta è
Standup Comic, (1978) una raccolta dei migliori pezzi, tra i quali il celebre monologo “I shot a
Moose Once” ("Una volta ho sparato ad un alce").
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Il cinema
«Se un mio film riesce a far sentire infelice una
persona in più, allora sento di aver fatto il mio lavoro»
Il 1965 è un anno chiave per la carriera di Woody Allen. In quel periodo, infatti, realizza la
sua prima sceneggiatura cinematografica: Ciao Pussycat, diretto da Clive Donner. Nel film
ricopre un ruolo minore, accanto a Peter Sellers, Peter O'Toole, Romy Schneider ed Ursula
Andress. Un anno più tardi realizza il suo primo lungometraggio, Che fai, rubi?, per il quale
cura la sceneggiatura e la regia e in cui appare in veste di attore. Il film utilizza alcuni spezzoni
del film giapponese Kokusai himitsu keisatsu: Kagi no kagi di Senkichi Taniguchi, una parodia
di una pellicola di James Bond. Allen ne altera totalmente il senso, doppiando gli attori con
dialoghi reinventati in chiave comica e surreale: la storia del film di Taniguchi si trasforma in
una lotta per il possesso di una ricetta di un'insalata di uova.
Nel 1967 partecipa al film James Bond 007 - Casino Royale, parodia della saga dedicata
a James Bond.
Un elemento comune degli esordi cinematografici di Allen è il contenuto prettamente
“slapstick”4 delle sue opere. Tutti i primi film sono, infatti, commedie che poggiano su una
comicità fatta di battute fulminee e gag visive, legate insieme da una trama semplice e lineare,
creata ad arte per raccordare i vari sketch. Protagonista di tutte queste sue prime pellicole è lo
stesso Allen, che sfrutta molto la sua immagine timida e imbranata oltre ogni immaginazione,
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Slapstick è un termine cinematografico statunitense che indica un tipo di comicità basata sul linguaggio del corpo,
nata con il cinema muto. Un esempio classico di slapstick comedy, o semplicemente slapstick, è la scivolata sulla
buccia di banana. (http://it.wikipedia.org/wiki/Slapstick)
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perfetta per il suo stile di comicità. Evidenti le influenze di Bob Hope e Groucho Marx, dei quali
Allen è grande ammiratore.
Un altro evento che segnerà la sua storia personale e di artista fu l’incontro con Diane
Keaton, in occasione della messa in scena dell’opera teatrale Provaci ancora, Sam (che ottiene
anch’essa un grande successo ed è replicato in oltre 450 spettacoli). La collaborazione tra i due
li porterà, infatti, ad intrattenere una profonda relazione che a sua volta innescherà un
sodalizio artistico molto intenso. Allen, infatti, sceglierà sempre la compagna come
protagonista di tutte le pellicole girate durante la loro relazione, tra le quali Io e Annie
(1977). Il film frutta ad Allen tre premi Oscar per il miglior film, la miglior regia e la miglior
sceneggiatura originale, e alla Keaton quello per la miglior attrice protagonista. L’opera, in
pratica, è una vera e propria dedica di Allen alla donna che ama: il personaggio di Annie Hall è
interpretato da Diane Keaton e conserva il vero cognome dell’attrice. Annie è, inoltre, il
soprannome con cui Woody Allen chiamava la sua compagna. Egli, in un’intervista avvenuta
molti anni dopo, dichiarò che la Keaton fu il grande amore della sua vita, ma nonostante ciò
non si sposarono mai. I due hanno collaborato spesso, anche dopo la separazione, ed insieme
hanno girato complessivamente 8 film: Provaci ancora, Sam (1972), Il dormiglione (1973),
Amore e guerra (1975), il già citato Io e Annie (1977), Interiors (1978), Manhattan
(1979), Radio Days (1987) e Misterioso omicidio a Manhattan (1993). Una volta Allen, a
proposito della sua compagna, disse: «Nella vita reale, Diane crede in Dio. Ma crede anche che
la radio funzioni perché ci sono dentro delle piccole persone», come a sottolineare l’ingenuità e
la naturalezza di questa grande artista.5
5
http://www.ecodelcinema.com/diane-keaton--biografia.htm
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Il 1969 è l’anno del finto documentario Prendi i soldi e scappa, sceneggiato in
collaborazione con l'amico Mickey Rose. Due anni dopo, nel 1971, Allen realizza Il dittatore
dello stato libero di Bananas, pellicola che ironizza sulle precarie dittature sudamericane e
nel quale recita a fianco della ex-moglie Louise Lasser; del 1972 è, invece, Tutto quello che
avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere). Il titolo riprende
quello di un libro molto in voga all’epoca, scritto dal sessuologo David Reuben. Il film è
composto da diversi episodi (uno dei quali ambientato in Italia, omaggio a Federico Fellini e
Michelangelo Antonioni, ed è recitato in italiano nella versione originale) che ruotano attorno
alle domande che più stuzzicano la curiosità delle persone riguardo al sesso. Tutto,
ovviamente, velato da una forte dose di umorismo e nonsense, come la celebre scena in cui
Allen, travestito da spermatozoo, cerca di spiegare cosa avviene durante l’orgasmo:
(Lo spermatozoo Woody Allen agli altri spermatozoi)
- Ho paura, non voglio uscire.
- Ma se è per questo che siamo stati addestrati!
- Sì, ma chissà che cosa troveremo là fuori!
- Hai visto i plastici del corso, no?
- Sì, ma…si sentono strane cose, sapete? Come queste pillole che prendono le
donne, o…o che nostri interi contingenti si schiacciano con la testa contro muri di
gomma!
Nel 1975, dopo soli quattro film, riceve un Orso d'Argento al Festival di Berlino in
riconoscimento dell'attività svolta come cineasta. Nella stessa occasione riceve anche il premio
UNICRIT (Union International de la Critique de Cinema).
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La fase matura
«La maturità di una persona non si misura dall'età
ma dal modo in cui reagisce
svegliandosi in pieno centro in mutande»
Il 1978 segna una svolta nella produzione cinematografica di Allen. In quell’anno viene
girato Interiors, suo primo film drammatico e in cui non appare in veste di attore, film che
risente dello stile di Ingmar Bergman (di cui Allen è grande estimatore); nel 1979 è la volta di
Manhattan, uno dei capolavori del regista newyorkese. Girato interamente in bianco e nero e
accompagnato dalle musiche di George Gershwin, il film è un’autentica dedica all’amata New
York. Le scene iniziali della pellicola, raffinate e poetiche, sono un capolavoro di stile e di
fotografia e ci presentano una New York, che pur nella frenesia propria di una grande
metropoli, appare romantica e crepuscolare. Un film definito da alcuni critici statunitensi
"l'unico grande film americano degli anni settanta". Anche la comicità di Allen viene qui rivista
in chiave meno buffonesca, ed appare molto più riflessiva.
Un altro sodalizio, sentimentale e professionale insieme, è quello con Mia Farrow. Ad esso
corrisponde un periodo in cui il regista americano inizia a mescolare nelle sue opere aspetti
romantici, comici e tragici in modo costante.
Allen e la Farrow si conobbero nel 1980 e la loro relazione durò per circa dodici anni
durante i quali girarono ben tredici film insieme. Tra questi, Una commedia sexy in una
notte di mezza estate del 1982, che Allen scrisse appositamente per la sua compagna.
Gli altri titoli sono:
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
Zelig (1983). Finto documentario incentrato su
Leonard Zelig, da lui stesso
interpretato, figura camaleontica in grado di assumere le sembianze di chiunque gli
stesse vicino;

Broadway Danny Rose (1984). Qui la recitazione era affidata ad attori non
professionisti;

La rosa purpurea del Cairo (1985). Fiaba surreale in cui un attore si innamora di una
spettatrice del cinema ed esce dallo schermo per incontrarla;

Hannah e le sue sorelle (1986). Storie di relazioni clandestine che coinvolgono tre
sorelle e i loro cognati;

Radio Days (1987). Scopriamo qui che una parte della formazione artistica di Allen si
deve anche alla radio. O almeno così ci fa credere con questo film…;

Settembre (1987). Sorta di documentario sui sentimenti, sullo schema di A ama B che
ama C che ama D;

Un'altra donna (1988). Qui ritroviamo due capisaldi della filmografia alleniana,
Bergman e la psicanalisi. Una donna ascolta una seduta di psicanalisi da un
appartamento accanto ed entra in crisi di autocoscienza;

New York Stories (1989). Tre storie brevi firmate da altrettanti maestri – Scorsese,
Coppola e lo stesso Allen – che hanno come tema comune la forza dei sentimenti;

Crimini e misfatti (1989). Un sicario viene ingaggiato da un ricco borghese perché
uccida sua moglie. A delitto compiuto tutto tornerà alla normalità, nessuno conoscerà
rimorso. Il delitto paga, i buoni perdono, i cattivi vincono. O, per dirla alla Woody Allen:
“I buoni dormono meglio, ma i cattivi, da svegli, si divertono molto di più”;

Alice (1990). Film ricco di allegorie, magia, misticismo;
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
Ombre e nebbia (1992). Girato interamente in bianco e nero, è un omaggio a molti
maestri del cinema, da Fellini a Bergman. Morte, religione, inconscio e amore tradito i
temi trattati;

Mariti e mogli (1992). È la storia di due coniugi che annunciano di volersi separare.
Affermano di essere giunti a quella decisione serenamente, ma gettano nello sconforto i
loro due amici. Un film fortemente autobiografico, composto da un cast di ben 42 attori,
di cui sette protagonisti.
Nel 1994, con Misterioso Omicidio a Manhattan (con il qual si avventura in un territorio
quasi hitchcockiano) Allen torna a recitare accanto a Diane Keaton.
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Ritorno ai toni leggeri
«Il vantaggio di essere intelligente è che si può
sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del
tutto impossibile»
La metà degli anni novanta sono da ricordare per il ritorno a tematiche più leggere e meno
cerebrali, pur nel solco di uno stile ricercato e sottilmente umoristico. È del 1995 La dea
dell'amore, recitato accanto a Mira Sorvino, che fu premiata con l’Oscar come attrice
protagonista. Per la prima volta Allen utilizzò un coro greco che, a tratti con tono velatamente
umoristico, fungeva da raccordo per le diverse scene del film. La pellicola raccontava la storia
di due coniugi (interpretati da Allen e Helena Bonham Carter) che decidono di adottare un
bambino, Max. Questi, crescendo, si rivela molto intelligente, tanto da spingere il padre
adottivo ad intraprendere una ricerca per risalire alla vera madre, ritenendola senz’altro una
donna brillante. Ma la delusione è grande quando Lenny (il nome del personaggio interpretato
da Allen) scopre che Linda, la madre biologica, fa la prostituta e l’attrice porno…
La scelta del coro greco non fu casuale: il finale del film ha, infatti, un tono da tragedia
greca, con Linda che resta incinta di Lenny (senza che quest’ultimo lo sappia) ma che sposa un
altro uomo, gentile e affascinante, peraltro. La scena finale vede Lenny e Linda incontrarsi in
un negozio di giocattoli. L’uno fa i complimenti alla figlia dell’altra, ma entrambi ignorano di
esserne i genitori biologici. In un’intervista, Allen dichiarò:
“La vicenda sapeva un po’ di tragedia greca: più fai luce sulla provenienza del
bambino, più la situazione si complica. Mi sembrò logico, allora, inserire qui il mio
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coro greco, ma fu l’idea per il finale a darmi la spinta definitiva: la madre
naturale sarebbe rimasta incinta di me, io avevo adottato suo figlio ma entrambi
saremmo rimasti all’oscuro di questo incrocio. Visto che la storia nel suo
complesso aveva preso una sensibilità greca, mi convinsi a usare qui il coro.”6
Tutti dicono I Love You, del 1996, è il primo musical firmato da Woody Allen. Girato tra
Venezia, New York e Parigi, città che il regista americano ama moltissimo, la pellicola narra gli
intrecci esistenziali di una famiglia della borghesia americana. Amori, rimpianti, speranze, la
vita che passa e che, a saperla prendere per il verso giusto, sa essere comunque fantastica.
Una curiosità: Allen informò gli attori che avrebbero dovuto cantare loro stessi solamente il
primo giorno delle riprese.
Nel 1997 è la volta di Harry a pezzi, altro film meta-cinematografico ispirato al capolavoro
del regista svedese Ingmar Bergman Il posto delle fragole (1957) che ottiene una nomination
all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Nel 1998 esordisce come doppiatore nel film d'animazione della DreamWorks Z la formica,
nel quale dà la voce a Z, il protagonista del film, formica nevrotica modellata sulla sua
personalità e sul suo aspetto. Nel 1999 esce Accordi e disaccordi, presentato fuori concorso
alla Mostra di Venezia, falso documentario dedicato al mondo del jazz degli anni trenta.
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Woody Allen - Conversazioni su di me e tutto il resto – Bompiani Overlook 2007
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Lontano da New York
“Sono contento di non essere nato in Francia,
perché non so una parola di francese.”
Dopo il passaggio alla DreamWorks, avvenuto nel 2000, Allen gira Criminali da
strapazzo, pellicola che segna un ritorno allo stile comico delle origini. Il film ottiene un buon
successo, ma altrettanto non si può dire dei successivi quattro titoli, La maledizione dello
scorpione di giada (2001), Hollywood Ending (2002), nel quale, probabilmente non a caso,
interpreta un vecchio regista hollywoodiano in declino; anche Anything Else (2003) e
Melinda e Melinda (2004) non ottengono il successo sperato. I film conoscono un discreto
apprezzamento solo in Francia e in Italia, da sempre i mercati dove Allen conta moltissimi
estimatori. Da segnalare anche una sua parte in Ho solo fatto a pezzi mia moglie di Alfonso
Arau, in cui, per la prima e unica volta nella sua carriera, recita accanto a Sharon Stone e
Maria Grazia Cucinotta.
Ma il genio di Woody Allen non tarda a ritornare. Ciò avviene al Festival di Cannes del
2005, dove presenta Match Point, con Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. Il film
segna uno stacco sotto diversi punti di vista rispetto alla produzione precedente. Non più
commedia, ma thriller di denuncia sociale (per certi aspetti ispirato a "Delitto e castigo" di
Fedor Dostoievskj); le ambientazione newyorkesi, parigine e veneziane sono messe da parte in
favore di Londra; cambia anche la colonna sonora: non più jazz, ma musica lirica. Il film è un
vero successo di critica e pubblico: in USA (da sempre il mercato più difficile per Woody)
incassa oltre 23 milioni di dollari e ottiene una candidatura agli Oscar come miglior
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sceneggiatura. Scarlett Johansson diventa la sua nuova musa e girerà con lei altri due film:
Scoop (2006), ambientato nuovamente a Londra e Vicky Cristina Barcelona (2008),
stavolta girato a Barcellona e che vede come protagonisti anche Javier Bardem e Penélope
Cruz, che per il ruolo ha vinto il premio Oscar come migliore attrice non protagonista nel 2009.
Il film si rivela un vero successo.
L’ultimo film ambientato nella capitale inglese è Sogni e delitti (2008), opera che si
riallaccia ai toni cupi e drammatici di Match Point, dopo quelli decisamente più leggeri di
Scoop.
Per il suo ultimo film, Allen ha deciso di tornare nella “sua” New York. Basta che funzioni,
questo il titolo della pellicola, è una commedia drammatica marcatamente autobiografica, con
Larry David, Evan Rachel Wood e Patricia Clarkson. Il film, in realtà, è frutto di un progetto
rimasto congelato per circa trent’anni a causa della morte dell’attore cui era stato affidato il
ruolo di protagonista. Il film narra dell’incontro fortuito tra un ex professore di fisica,
misantropo e paranoico e un’ingenua ragazza di provincia. I toni della commedia, a tratti lievi e
poetici, altre volte caratterizzati da dialoghi incalzanti e fulminante ironia, ci forniscono un
ennesimo spaccato della concezione alleniana della vita, tra l’insensatezza dei rapporti umani e
il cinismo del destino, la follia del quotidiano e l’irrazionalità dell’amore, il conformismo verso le
norme religiose e sociali e il bisogno di liberarsene.
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Bibliografia
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Conversazioni su di me e tutto il resto - Woody Allen con Eric Lax (Bompiani Overlook
2007)

http://it.wikiquote.org/wiki/Woody_Allen

http://www.mymovies.it/biografia/?r=609

http://it.wikipedia.org/wiki/Diane_Keaton

http://it.wikipedia.org/wiki/Slapstick

http://www.ecodelcinema.com/diane-keaton--biografia.htm
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