Peppino di Capri, un album “Magnifique”

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Peppino di Capri, un album “Magnifique”
martedì 6 dicembre 2011
ALLA FNAC
13
SPETTACOLI
IL CELEBRE CHANSONNIER HA PRESENTATO IL SUO NUOVO CD CON GLI ARRANGIAMENTI DI CASCONE
Peppino di Capri, un album “Magnifique”
di Mimmo Sica
NAPOLI. Per 45 minuti circa il tempo si è fermato da “Fnac” e l’attenzione degli ospiti del megastore della vomerese di via Luca Giordano è
stata catturata da Peppino di Capri
con il suo nuovo album “Magnifique”. «Come tutti i giovani che vengono da lontano - ha detto il giornalista Federico Vacalebre che ha condotto la presentazione - Peppino si
diverte a debuttare, a ridebuttare, a
cambiare le carte in tavola confermandosi un grande rinnovatore. Ha
iniziato prendendo il testimone dal
primo grande innovatore della canzone napoletana e quindi italiana
Renato Carosone e ha creato un
nuovo stile classico, non a caso parliamo di canzoni “peppiniane”. Sulle orme di Bing Crosby e di Frank
Sinatra, è diventato un elegante
“crooner” che ha avuto un altro
grande merito quello di mettere mano alla canzone napoletana riconsegnandola ai giovani. “Magnifique”
è un ritorno al passato e propone dei
classici internazionali, degli evergreen, propri del repertorio del nigth
di una volta, ma contiene, anche,
canzoni di Peppino a datte a quello
stile. Non dimentichiamo che il pianobar nasce con lui. Mi riferisco a
“Roberta” del Peppino giovanile, a
“Nun è peccato” del Peppino innovatore, a “Champagne” del Peppino
dominatore della canzone italiana e
Peppino di Capri alla presentazione del cd alla “Fnac” (Foto Salvatore Esposito)
a “Nessuno al mondo”. Non a caso la
copertina mostra una Buick anni ‘50
illuminata da una romantica luna
piena.». È lo stesso cantautore a dare inizio ad “assaggini”, come li ha
definiti, degli undici brani contenuti nell’album. Il primo è “Cry”. «Questa canzone - ha detto Peppino l’ho cantata per la prima volta nel
1956 al “Number Two” di Capri. Una
sera, mentre la interpretavo, un
americano mi guardava e rideva
tanto che dissi “ma che tene ‘a quardà chisto?”. Ad un tratto si avvicinò e, dandomi una spintone, prese
il mio posto al pianonoforte e cominciò a cantarla: era Johnny Daye
e rimasi incantato. “Cry” ha anche
segnato la mia prima apparizione te-
DA DOMANI AL “POZZO E IL PENDOLO”
Misteri, leggende e storie nere
nel nuovo evento “Rock Noir”
NAPOLI. Sarà in scena da
domani alle ore 21 (repliche
fino a domenica 18), al
Pozzo e il Pendolo Teatro
di Napoli, lo spettacolo
“Rock Noir-le leggende, i
misteri e le storie nere
della musica” (nella foto
una scena). Scritto da
Andrea Pascale e
Annamaria Russo, e messo
in scena dal Quartetto PapAnimico (ensemble formato dall’attore
Peppe Papa e i musicisti Alberto Falco e Raffaele Natale, alle
chitarre e al basso, e Dario Guidobaldi, alla batteria), lo spettacolo
ripercorre le storie dannate di miti come Robert Johnson e Jim
Morrison, protagonisti inconsapevoli insieme ad altri della
cosiddetta maledizione della J27. E ancora Janis Joplin, Brian Jones,
Jimi Hendrix, tutti morti tragicamente all’apice del loro successo ed
ancora giovanissimi, Elvis Presley e la sua presunta architettata
morte, fino ad arrivare al segreto oscuro di “Gloomy Sunday”, la
canzone che uccide. Una scia di misteri, improbabili maledizioni,
eventi inspiegabili sembrano costellare il percorso della musica
dagli anni ‘30 a oggi. Storie nere fanno da testo alle note sulle quali
generazioni di giovani hanno cantato. Il destino sembra aspettare al
varco i miti di un’epoca, pronto a presentare un conto, tanto più alto
quanto più grande è stato il successo che ha regalato loro. Musicisti
che stregavano il pubblico e che hanno pagato con la morte, a soli
ventisette anni, il prezzo di un successo prodigioso. Storie nere,
leggende metropolitane, brividi d’inquietudine si mescolano a
palpiti d’emozione, per capolavori musicali che hanno segnato la
storia della musica. La musica è la valigia di ricordi che ci portiamo
dietro, il corredo di suggestioni da tirar fuori quando la vita nega
anche uno straccio di pelle d’oca.
TEATRO
levisiva. Avevo sedici anni e partecipai alla trasmissione “Primo applauso”, il talent show con Enzo Tortora. Vinsi con il batterista Bebè». Il
secondo brano è stato “Roberta” del
1963, nel nuovo arrangiamento del
maestro Antonello Cascone che ha
“curato” musicalmente tutti i brani
dell’album e che i presenti hanno salutato con un caloroso applauso.
Quindi “Solamente una vez” in cui
Peppino ha voluto cimentarsi in spagnolo. Ha seguito “L’hymne a
l’amour”, che è una canzone molto
cara a Peppino. «Quando mi chiedevano nelle interviste - ha detto quale era la canzone ideale che avrei
voluto scrivere, ho sempre risposto
“L’hymne a l’amour” della indimen-
L’EVENTO
ticabile Edith Piaf. E devo ringraziare pubblicamente le signora Elena che mi ha corretto la pronuncia
francese». A seguire “When i fall in
love”, la prima canzone che Peppino,
come ha detto, ha cantato da giovane in inglese. Quindi “I love Paris-C’est magnifique” dove Peppino, mutuando le parole di Vacalebre,
veste Cole Porter sulle sue misure e
lo porta al pubblico. «Questo è il disco che porterò in giro in promozione - ha detto il cantautore - mi ricorda il vecchio musical e le prime
serate al “Number Two” con il papà
del pianobar Mario Perrone». E dopo
“Sabor a mi” di Alvaro Carrillo Alarcon, sono arrivate le peppiniane
“Nessuno al mondo” del 1958, “Nun
è peccato” anch’essa del 1958 che
il compositore jazzista Ugo Calise
propose a Peppino ad Ischia, e
“Champagne” di Mimmo Di Francia, tra i presenti in sala con Rino
Giglio. L’ultimo “assaggino” con il
quale si è concluso l’applauditissimo incontro è stato “Cambiamo” di
Di Gennaro e Serretta, anch’essi
presenti. È la “supernova”, come è
stata definita, che va “ad arricchire
la costellazione peppiniana”. Simpatico siparietto all’attacco di
“Champagne”. Il barone Gaetano Altieri, amico storico di Peppino, ha
sturato una bottiglia di champagne
brindando al cantautore e al suo
nuovo album tra gli applausi del
pubblico.
DOMANI ALLA SANITÀ
Shakespeare
e la Chimica
NAPOLI. Domani e giovedì, alle
ore 21 nel cinquecentesco
Palazzo de’ Liguoro di via
Arena alla Sanità 12, va in
scena “La chimica di Amleto”
con Pierre Lucat e la regia di
Renaud Lescuyer che cura
anche la scenografia. L’Amleto
della “Chimica” monologa
ponendo le domande e
cercando le risposte. La sua
solitudine, il linguaggio e la
parola sono al centro del
dramma. I monologhi saranno
la colonna vertebrale di
quest’esperienza teatrale nella
quale un attore si confronta con
l’Amleto shakespeariano
facendolo dialogare con quello
di Heiner Müller. Gli spettatori
seguiranno l’attore in questo
viaggio: presteranno “i loro
corpi, i loro occhi, le loro
orecchie” ai personaggi assenti.
Uno spettacolo che si rivelerà
nella sua forma solo al
momento dell’incontro con il
pubblico, centrale anche nella
disposizione scenica: una sorta
di calderone alchemico dal
quale e nel quale, nasce vive e
muore Amleto.
NAPOLI. Dopo lo strepitoso suc-
cesso riscosso al teatro Sannazaro, da domani, alle ore 17, al teatro Cilea, “Fantateatro” presenta
Oscar Di Maio (nella foto) in “Arezzo 29... in tre minuti” di Gaetano
Di Maio, con Alessandra Borrelli e
Franco Pinelli, per la regia di Giulio Adinolfi. Gli orari degli spettacoli sono domani ore 17; da giovedì a sabato ore 21 e domenica
ore 18.30. «Quando alla fine della
commedia Retella, colpevole di
una... prematura gravidanza, si rivolge al fratello Salvatore e gli
chiede timidamente “Salvato’,
nun dice niente?”, questi gli risponde, semplicemente: “Pigliame nu bicchiere d’acqua». Così
Giulio Adinolfi, regista dello spettacolo. «Se l’arte è capacità di sin-
Un concerto
dedicato a Murat
NAPOLI. È dedicata alla figura
di Gioacchino Murat e al suo
rapporto con Napoli la serata
conclusiva della stagione concertistica dell’associazione Ex
Allievi del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli diretta dal maestro Elio Lupi, in programmazione stasera
allo ore 19 all’Osservatorio
Astronomico di Capodimonte.
Un evento che si svilupperà con
una parte documentaristica, affidata al regista Lamberto Lambertini, che presenterà i due video “Tirez au coeur” e “Queste
cose visibili”. La seconda parte
vedrà di scena il Marco Sannini Jazz Quartet.
DECIMA EDIZIONE
“Premio Carosone”,
oggi la presentazione
NAPOLI. La Sala Giunta del Comune di Napoli ospiterà oggi alle ore 11.30 la presentazione
della decima edizione del “Premio Carosone”.
E Paolo Rossi celebra Cimarosa
NAPOLI. Stasera (ore 20.30), il teatro San Carlo presenta al Teatrino di
Corte di Palazzo Reale di Napoli un
classico del repertorio operistico della Scuola musicale napoletana, “Il
Marito Disperato” di Domenico Cimarosa. Il titolo del compositore
aversano è affidato a Paolo Rossi, attore ed autore comico che dopo “Il
Matrimonio Segreto” presentato nel
2010 a Spoleto, si cimenta con una
nuova regia di Cimarosa per una
messa in scena all’insegna dell’innovazione e con trovate irriverenti,
la quale punta sull’attualizzazione
della vicenda catapultata in un futuro prossimo post-crisi. “I personaggi perdono la caratterizzazione
di costume settecentesca e divengono persone normali”, spiega Rossi che non si limiterà alla regia, mescolandosi in scena ai protagonisti.
Visionaria e attuale l’ambientazione
pensata da Rossi: «un villaggio vacanze desolato e decadente del futuro, simile a un campo rom, con attori in abiti casual». Lo stesso Rossi
ha ideato i costumi, firmati insieme
a Concetta Nappi. mentre le scene
sono di Nicola Rubertelli. «Questa
molteplicità di stili - continua Rossi
- mescola riferimenti e citazioni, e i
divertimenti tipici della Commedia
dell’Arte vengono inseriti nella narrazione teatrale: lo stile, la ricerca di
situazioni comiche e l’attenzione alle controscene trasformano l’opera
buffa in un patch-work di generi cinematografici e visioni grottesche».
Alle innovazioni di Rossi si affianca
il rigore filologico di Christophe
Rousset, direttore e clavicembalista
per la prima volta alla guida dell’Orchestra del San Carlo. Considerato
tra i maggiori interpreti del repertorio barocco e del Settecento napoletano, due volte vincitore del Grammy e noto al grande pubblico per la
colonna sonora del film “Farinelli”, il
direttore francese elogia il genio di
Cimarosa: «La sua musica è un “mo-
tore continuo”, e
le sue opere sono
“elettrizzanti” a
tal punto da far
scatenare l’azione sulla scena e
gli applausi del
pubblico. Hanno
il “sole della napoletanità”, e
rendono leggeri
anche i temi più
tragici». La nuova produzione propone un cast vocale di specialisti: dall’ormai stella
internazionale Maria Grazia Schiavo, scelta dal maestro Muti per il Festival di Pentecoste dello scorso anno a Salisburgo (interpreta Gismonda) al “Rossini d’Oro” Bruno Praticò
(Corbolone). E ancora Maria Laura
Martorana (Eugenia), Annalisa
Stroppa (Dorina), Filippo Morace (il
conte Fanfalucchi), il cinese Yijie Shi
(Valerio) e Alfonso Antoniozzi (il marchese Castagnacci). In scena anche
il ballerino Fabio Gison nei panni dell’amante, e gli attori/mimi Emanuele Dell’Aquila, Jacopo Gussoni, Michele Mangini e lo stesso Paolo Rossi a “rompere” gli schemi con irriverenti incursioni in scena. Dramma
L’ESILARANTE SPETTACOLO DA DOMANI IN SCENA AL “CILEA”
tesi - continua - io credo che qui
Gaetano Di Maio, che nella stesura di questa commedia si è avvalso della preziosa collaborazione di
Nino Masiello oltre che di quella
abituale della dolce sorella Olimpia, raggiunga uno dei momenti
più significativi di tutto il suo teatro. Salvatore vuole dire alla sorella che la perdona, che nulla è cambiato, che può restare in casa con
il suo futuro marito, che tutti possiamo sbagliare, che anche lui non
è immune da errori, e tante altre
cose ancora e tutto questo lo
estrinseca con quattro semplici
parole “Pigliame ‘nu bicchiere
d’acqua” che sintetizzano i suoi
pensieri e i suoi sentimenti mille
volte meglio di qualsiasi noioso discorso. E Retella, avendo recepito
al volo l’importanza, in quel momento, di quella azione di ordina-
AL CONSERVATORIO
DIRIGE “IL MARITO DISPERATO” DEL COMPOSITORE AVERSANO
Oscar Di Maio in “Arezzo 29... in tre minuti”
di Giuseppe Fenderico
IN BREVE
ria quotidianità che per l’ennesima volta le viene richiesta e che
fino ad allora era stata il suo cruccio e il suo tormento, per la prima
volta la compie con gioia. E quando, più avanti nella commedia, la
moglie Vincenza vuole scappare
per paura che un epidemia possa
colpire il suo bambino, ancora Salvatore dice”Addò vuò fuì? ‘a vita
è ’na guerra. Si ‘na pallottola ce
coglie murimmo e si ce scansa
campammo. L’essenziale è che
nun aizammo ‘a bandiera bianca”,
sottolineando, anche in questo caso con poche, significative parole, una volontà di lottare sempre e
comunque contro le angheria del
caso e i capricci della fortuna che
fa giustizia del presunto fatalismo
del popolo napoletano. Questa
commedia, come tutte quelle di
Gaetano, è stata messa in scena
da tante Compagnie e taluni hanno ritenuto,non so se per superficialità o per presuntuosa ignoranza, di modificare o di stravolgere
addirittura il finale, non ritenendolo evidentemente abbastanza
significativo .Che stupidaggine!
È come se uno comperasse una
Ferrari e poi volesse cambiare il
motore! Ancora un volta, in questa
mia regia, avrò la fortuna di avere
Oscar Di Maio come protagonista
e sono certo che la sua naturale
simpatia e la sua istintiva comicità unita alla raggiunta maturità di
interprete versatile e completo lo
renderanno in tutto degno dei
grandi interpreti del passato. Ma
tutta la sua Compagnia, da Alessandra Borrelli, attrice di sicuro affidamento e di non comune talento, a Franco Pinelli, impagabile caratterista, sono certo che saprà di-
vertire il pubblico interpretando al
meglio gli straordinari personaggi che Gaetano Nino e Olimpia
hanno inventato per loro, a cominciare da Marzia ultima esponente della inesauribile dinastia
dei Di Maio di cui si avvia ad accrescere il lustro».
giocoso in due atti, “Il Marito Disperato” fu rappresentato per la prima
volta a Napoli al Teatro dei Fiorentini durante il carnevale del 1785. Solo in tempi recenti il San Carlo ha
messo in scena l’opera: nel 2011 al
Teatrino di Corte di Napoli, e due anni dopo al Teatro di Corte di Caserta, per la regia di Toni Servillo. Successo senza tempo fin dal suo esordio, “Il Marito Disperato” nasce dall’incontro tra due geni: Giovan Battista Lorenzi, considerato il più importante librettista dell’opera buffa
napoletana del suo tempo, ideatore
di deliziosi e innovativi meccanismi
comici, e Domenico Cimarosa, esponente di spicco dell’opera buffa del
tardo Settecento, autore noto per la
vivacità, la freschezza e l’equilibrio
straordinario della sua musica. “Il
Marito Disperato” non ha una vera e
propria trama: esempio perfetto della tipica commedia napoletana del
tardo Settecento, sviluppa la sua
azione partendo dall’insana gelosia
del “triviale” Corbolone verso la moglie Gismonda, e attraverso un gioco incessante di passioni, inganni,
contrasti, fraintendimenti e scambi
di identità, conduce ad un lieto fine.
La musica di Cimarosa accompagna
ed enfatizza il dinamismo e l’umorismo dell’azione, delinea con il suo
inconfondibile equilibrio e in maniera sempre efficace ogni singolo
stato d’animo di ciascun personaggio, e affronta con gaiezza anche i
temi tragici e malinconici della condizione umana e familiare. Il nuovo
allestimento sancarliano, realizzato
in coproduzione con la Fondazione
Campania dei Festival, apre il ciclo
“Progetto Napoli” promosso dalla Regione Campania per il cartellone
2011-12 del San Carlo e teso al recupero del Settecento partenopeo, repertorio che ha dato i natali al genere dell’opera comica e che ha segnato gli stile e le tendenze di
un’epoca. In programma, oltre al
“Marito Disperato”, il Lirico di Napoli propone “Don Trastullo” di Niccolò Jommelli (2-11 marzo), “Il Maestro di Cappella” di Cimarosa e “La
Furba e lo Sciocco” di Domenico Sarro (4-13 maggio). “Il Marito Disperato” sarà in replica domani alle ore 19,
venerdì alle ore 20.30, sabato alle ore
17, domenica alle ore 17, martedì 13
alle ore 19, mercoledì 14 alle ore
20.30, giovedì 15 alle ore 19 e venerdì 16 alle ore 18.