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Anno 2015 GIUGNO E M C I E L N P TE M E S FRATELLO N O T I Z I A R I O D E I F R AT E L L I D E L L A S A C R A FA M I G L I A A G L I A M I C I N. 44 Maggio 2015 - Ed. Casa Gen. Istit. Fratelli S.F. - Fir. Resp. Angelo Raimondo - Redazione: fratel Giuseppe Accomazzo - [email protected] - Tel. 011.7493322 Aut. Trib. Torino 9/3/1948 - Sped. in A. P. art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Filiale di To. In caso di mancato recapito, rinviare a Uff. C.M. TO_NORD per rest. al mitt. previo addebito - Stampa: ALZANI Tipografia - Pinerolo (To) LA SINDONE SPECCHIO DEL VANGELO C iò che soprattutto conta per il credente è che la Sindone è specchio del Vangelo. In effetti, se si riflette sul sacro Lino, non si può prescindere dalla considerazione che l’immagine in esso presente ha un rapporto così profondo con quanto i Vangeli raccontano della passione e morte di Gesù che ogni uomo sensibile si sente interiormente toccato e commosso nel contemplarla. Chi ad essa si avvicina è, altresì, consapevole che la Sindone non arresta in sé il cuore della gente, ma rimanda a Colui al cui servizio la Provvidenza amorosa del Padre l’ha posta. Pertanto, è giusto nutrire la consapevolezza della preziosità di questa immagine, che tutti vedono e nessuno per ora può spiegare. Per ogni persona pensosa essa è motivo di riflessioni profonde, che possono giungere a coinvolgere la vita. La Sindone costituisce così un segno veramente singolare che rimanda a Gesù, la Parola vera del Padre, ed invita a modellare la propria esistenza su quella di Colui che ha dato se stesso per noi. La Sindone è anche immagine di impotenza: impotenza della morte, in cui si rivela la conseguenza estrema del mistero dell’Incarnazione. Il telo sindonico ci spinge a misurarci con l’aspetto più conturbante del mistero dell’Incarnazione, che è anche quello in cui si mostra con quanta verità Dio si sia fatto veramente uomo, assumendo la nostra condizione in tutto, fuorché nel peccato. Ognuno è scosso dal pensiero che nemmeno il Figlio di Dio abbia resistito alla forza della morte, ma tutti ci commuoviamo al pensiero che egli ha talmente partecipato alla nostra condizione umana da volersi sottoporre all’impotenza totale del momento in cui la vita si spegne. È l’esperienza del Sabato Santo, passaggio importante del cammino di Gesù verso la Gloria, da cui si sprigiona un raggio di luce che investe il dolore e la morte di ogni uomo. La fede, ricordandoci la vittoria di Cristo, ci comunica la certezza che il sepolcro non è traguardo ultimo dell’esistenza. Dio ci chiama alla risurrezione ed alla vita immortale. La Sindone è immagine del silenzio. C’è un silenzio tragico dell’incomunicabilità, che ha nella morte la sua massima espressione, e c’è il silenzio della fecondità, che è proprio di chi rinuncia a farsi sentire all’esterno per raggiungere nel profondo le radici della verità e della vita. La Sindone esprime non solo il silenzio della morte, ma anche il silenzio coraggioso e fecondo del superamento dell’effimero, grazie all’immersione totale nell’eterno presente di Dio. Essa offre così la commovente conferma del fatto che l’onnipotenza misericordiosa del nostro Dio non è arrestata da nessuna forza del male, ma sa anzi far concorrere al bene la stessa forza del male. Il nostro tempo ha bisogno di riscoprire la fecondità del silenzio, per superare la dissipazione dei suoni, delle immagini, delle chiacchiere che troppo spesso impediscono di sentire la voce di Dio. Pensieri tratti dall’omelia di Papa Giovanni Paolo II nell’ostensione del 1998 LA CASA DI TESSY Le Effemeridi della casa Madre di Belley al 31 dicembre del 1899 riportano la presenza di 54 aspiranti e riferiscono di altri 22 aspiranti accolti nella casa di Saint-Pierre d’Albigny. Il 1 luglio 1901 il presidente della Repubblica francese pubblica la legge “sul contratto di associazione”. Questa legge ben presto viene trasformata in una legge contro le Congregazioni religiose. L’epilogo è del 28 marzo 1904 quando il Governo pubblica un decreto secondo il quale “ l’insegnamento di ogni ordine e grado è proibito in Francia alle Congregazioni”. Prevedendo questa conclusione, i Superiori nel 1903 cominciarono il trasferimento dei Fratelli in Italia, in Tunisia e in America. I due aspirantati in Francia furono chiusi e con fatica si accolsero a Villa Brea i pochi aspiranti francesi che avevano il coraggio di trasferirsi in Italia con il benestare delle loro famiglie. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale del 1914-18 molti Fratelli (31 per la precisione, di cui 5 morirono in guerra) che erano in esilio volontario vennero richiamati in Francia per essere arruolati nell’esercito. Dopo la vittoria, alla smobilitazione essi rimasero in Francia. Di lì a poco vennero normalizzate le relazioni Chiesa-Stato. Prima preoccupazione dei Superiori dopo la guerra fu la creazione in Francia di una casa di formazione. Molti i tentativi. Nel 1918 si cercò di comperare un terreno per costruire l’aspirantato accanto al santuario di Nostra Signora di Myans. Un piccolo aspirantato funzionava a Chazey (Ain) dal 1920 al 23. Sempre nel 1920 si progettò una casa di formazione a Dagneux, accanto all’internato, così come a Saint-Pierre d’Albigny accanto alla scuola diretta dai Fratelli. Dopo tutti questi tentativi si presentò un’opportunità: la diocesi di Annecy mise in vendita la casa che fungeva da Gran Seminario a Tessy. Il Superiore Generale, fratel Stefano Baffert, fece le pratiche per acquistarla nell’anno 1927-28. Tuttavia, siccome l’Istituto non era riconosciuto legalmente, l’acquisto della proprietà fu fatto sotto il nome di don Joseph Bouvet, che sarà per molti anni cappellano e professore nella casa. Così i Fratelli saranno per trent’anni affittuari della diocesi di Annecy. All’inizio don Bouvet fu anche direttore accademico dell’aspirantato e dell’internato che prese il nome di “Istituzione San Giuseppe”. Cinque Fratelli dirigevano il tutto. E così dal 1928 i Fratelli furono presenti a Tessy. Questa casa di formazione cessò la sua funzione di casa di formazione nel 1950, quando gli aspiranti più piccoli furono trasferiti a Belley e i più grandi a Dagneux, per seguire i corsi nella scuola dei Fratelli. Dal 1951 a Tessy fu data vita ad un “Centro Familiare Rurale”: una scuola per giovani della regione che desideravano unire agli studi tradizionali anche una formazione agricola in preparazione alla loro vita di contadini. La scuola ospitava 40 giovani sotto la direzione del fratello Luigi Morel, con l’aiuto di professori laici. I giovani alternavano una settimana di scuola con una settimana di pratica presso i contadini. Nel 1959 ritornarono a Tessy gli aspiranti piccoli da Belley e i grandi (fino ai 17 anni) da Dagneux. La direzione fu affidata al fratel Théophane Bibollet, mentre gli studi venivano riorganizzati e portati fino al Brevet (corrisponde alla nostra maturità) prima di entrare al noviziato. I giovani condividevano la casa con il “Centro Paesano (Centre Paysan)”, nuova denominazione assunta dal ”Centro Familiare Rurale”. Questa sistemazione durò fino al 1962, anno in cui questo centro si spostò a Chavenod. Il 27/12/1961 il Provinciale, fratel Abel Bidal, firmò il contratto di acquisto della casa e del giardino di Tessy con la diocesi di Annecy. In quegli anni cambiava la società, il sistema scolastico educativo si rinnovava, la Chiesa, dopo il Concilio, si apriva a nuovi orizzonti e l’aspirantato dei Fratelli si sdoppiava: una parte dei giovani si univa al “Focolare dei giovani” a Bourg en Bresse, mentre un altro gruppo restava a Tessy e frequentava i corsi del Collegio dei Fratelli delle Scuole Cristiane a Pringy dove insegnava un fratello della Sacra Famiglia. Nel 1975 questo veniva chiuso definitivamente e i fratelli responsabili dei giovani andarono a lavorare nella pastorale vocazionale al “Focolare Sant’Andrea”. Una parte dei locali “dell’Istituzione Saint Joseph” ospitò dal 1971 al 75 due classi della scuola libera (corrisponde alle nostre scuole paritarie) di Epagny in attesa di una nuova costruzione, dove i Fratelli insegnarono dal 1938 al 1980. Nel 1975, cessata ogni attività, l’Istituzione Saint Joseph è venduta al Comune di Tessy, che lo trasformò in “Municipio”, mentre la cappella e la sacristia furono riservate al culto, dove ancora attualmente ogni tanto si celebra la messa per gli abitanti del paese. Nel 1977 i Fratelli come alloggio preferirono costruire una casa denominata “les Tilleuls”, che si trova tuttora su una porzione di terreno che si erano conservati all’estremità della proprietà. I Fratelli che qui abitavano, prestavano il loro servizio nella scuola primaria di Epagny o presso il Collegio dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Pringy. La municipalità ha riorganizzato tutta la proprietà acquistata e ristrutturato i locali che ha conservato facendo acquisire al villaggio una bella trasformazione. Il comune prima era un villaggio agricolo, ora è divenuto zona residenziale e gli abitanti sono passati da 647 nel 1975 a 2459 nel 2000. Anche la Cappella è stata restaurata nel 1999 dopo un terremoto, e il suo campanile, che si eleva accanto al municipio, segna sempre il centro del villaggio divenuto cittadina. Per terminare, ricordiamo che il 28 giugno 2015 ci sarà a Tessy un raduno di Fratelli e amici per celebrare l’anniversario dei 150 anni dalla morte di Fratel Gabriele, Fondatore dell’Istituto dei Fratelli della Sacra Famiglia e per onorare la memoria di fratel Bruno Michallat, deceduto lo scorso anno, che è stato direttore degli aspiranti dal1959 al 1968. Attualmente nella casa abitano i Fratelli Michel Bois, Yves Maxit, François Jordan. Tratto da un articolo dei fratelli Yves Périer e Michel Bois P LA VISITA CANONICA er chi non è “del mestiere”, l’espressione “visita canonica” può suonare strana e di difficile comprensione. Poiché nella nostra Provincia religiosa “Madonna di Loreto” dal mese di dicembre 2014 al mese di aprile 2015 sono state effettuate visite canoniche da parte del fratel Provinciale, dapprima, e del Superiore Generale, mi sembra giusto spendere alcune parole per illustrare il perché di queste “visite canoniche”. Il nome “visita canonica” deriva dal “Codice di diritto canonico”, cioè quel libro che raccoglie le norme che regolano il sistema giuridico della Chiesa. Inseriti in questo codice vi sono numerosi articoli che riguardano la “vita consacrata” e gli “Istituti religiosi”. In uno di questi articoli (N° 628) si richiede che “i Superiori designati a tale incarico (cioè Superiore Generale e Provinciale) … visitino con la frequenza stabilita le case e i religiosi loro affidati…”. Le Costituzioni (o Regole) della nostra Congregazione stabiliscono che il Superiore Generale visiti almeno una volta ogni tre anni tutte le comunità della Congregazione (che sono circa 65), quindi due volte durante il sessennio del suo mandato. Il Provinciale è tenuto a fare la visita canonica alle comunità della Provincia (che sono 12) almeno una volta all’anno. In che cosa consiste la “visita canonica” e quali sono le modalità da seguire? Il Superiore, Generale o Provinciale, si reca nella comunità in cui intende fare la visita canonica e vive la vita della comunità per un tempo che varia secondo il numero dei Fratelli che compongono la comunità. Innanzitutto il Superiore, condividendo la vita quotidiana della comunità, si rende conto del “clima” che regna in comunità: dei rapporti tra i membri della comunità, del grado di spiritualità che vi si respira, dei rapporti con il clero, con la gente cui la comunità offre il suo servizio, delle varie attività portate avanti dai Fratelli e della corrispondenza al mandato che la comunità ha ricevuto dalla Provincia… Poiché ogni comunità si dona un “Progetto di vita” annuale, questo viene ripreso e commentato. Alcune riunioni comunitarie e i momenti della meditazione quotidiana permettono al Superiore di offrire spunti della nostra spiritualità o della spiritualità della vita religiosa, di comunicare notizie dell’Istituto, della Provincia, delle comunità e dei confratelli. Uno dei momenti più importanti della visita canonica, sottolineato anche dalle Costituzioni, riguarda il “colloquio personale” del Superiore con ogni Fratello: momento importante, certo, sovente interessante, a volte difficoltoso e delicato. E’ lì che i Fratelli presentano i loro desideri, le loro “gioie”, le loro aspirazioni, le loro difficoltà, le loro incomprensioni, le varie lamentele; è lì che vengono presentati gli esiti delle visite mediche degli ultimi mesi, le liste delle dozzine di pastiglie da prendere ogni giorno per attutire i “bubù” donati dalle primavere. Da sottolineare anche l’incontro che il Superiore ha con i vari gruppi che operano nella comunità: “Fraternità nazarene”, gruppi missionari, gruppi di spiritualità, professori, Associazioni varie, senza dimenticare l’eventuale incontro con il Vescovo della diocesi, con il Parroco. Alla fine di tutto, in una riunione comunitaria, si fa la verifica sulla situazione della realtà della comunità, sulle sue esigenze per poter offrire testimonianza religiosa valida, sulle possibilità di sviluppo per il futuro, sulla sua situazione economica. Il tutto verrà poi riassunto dal Superiore visitatore in una “relazione conclusiva” che invierà alla comunità in modo che gli aspetti meno positivi vengano curati e quelli positivi possano essere potenziati. Se anni addietro la visita canonica aveva in sé il carattere di un “controllo”, oggi viene vista ed attuata come un momento di condivisione fraterna, di dialogo e di assunzione di responsabilità matura da parte di ogni comunità e di ogni Fratello. fratel Pierino provinciale Notizie ■ MARZO 2015. Il Superio- re Generale, fratel Juan Andrès e il fratello Provinciale, fratel Pierino Dotti, hanno fatto la visita canonica di tutte le Comunità dei Fratelli della Provincia Madonna di Loreto (Francia ed Italia). Il Superiore generale ha avuto un colloquio con tutti i Fratelli, con le varie Comunità e i vari gruppi Sa.Fa che collaborano con i Fratelli. Ha presentato le comunità delle altre Province aggiungendo uno sguardo sul loro futuro e sui nuovi progetti di sviluppo. Ha incoraggiato tutti a proseguire “con speranza” il cammino indicatoci da fratel Gabriele. Poirino in una sala della parrocchia per l’incontro fraterno. Il tema studiato e condiviso riguardava come rinfrescare la vita dei Fratelli, eliminando sintomi negativi e suggerendo piste di miglioramento. Per la santa messa e per il pranzo fraterno si sono uniti le “fraternità nazarene” di Torino e di Villa Brea e gli amici delle missioni. La bella giornata primaverile ha favorito la gioia dell’incontro. ■ TORINO 18 APRILE 2015. In Collegio abbiamo celebrato i 90 anni di fratel Raimondo Angelo. Tanti Confratelli e nipoti e pro- nipoti si sono uniti a lui nel canto del Magnificat per ringraziare il Signore per la sua lunga storia. Dopo la foto di rito abbiamo festeggiato condividendo fraternamente il pasto con relativo discorsetto dell’interessato che ha ricordato sua mamma e i suoi anni giovanili. ■ POIRINO E MAROCCHI 12 APRILE 2015. GIORNATA DELLA FRATERNITA’ PROVINCIALE. Tutte le comunità si sono ritrovate a UNA TESTIMONIANZA Siamo Pilar e Bernardino, una famiglia con due figlie adulte, Miriam e Pasioma. Apparteniamo alla Fraternità Nazarena di Madrid da nove anni, dove condividiamo la nostra fede e collaboriamo alla catechesi famigliare. Nel mese di giugno del 2014 a Bernardino diagnosticarono un tumore all’intestino. Per i medici l’unico trattamento era l’asportazione chirurgica. Lo operarono, ma il giorno seguente invece di migliorare le cose peggiorarono. Nel quinto giorno dovettero portarlo nuovamente in sala operatoria. Si era verificata un’infezione, una peritonite. In quel momento Bernardino mi chiese di poter parlare con il fratello Paco, oltre che con un sacerdote. Io lo accontentai. Da quell’istante tutta la Famiglia Sa.Fa. e gli amici si sono uniti in preghiera per chiedere a Dio e al fratel Gabriele Taborin la grazia della guarigione. Dopo il secondo intervento le cose non migliorarono, ma Bernardino ci chiedeva sempre di pregare per lui. L’11 agosto ritornò a casa e con l’aiuto della preghiera gli ritornava la voglia di ristabilirsi. Dovette ancora tornare un’altra volta in ospedale per completare l’intervento e il ritorno tra i suoi cari fu per lui come un rinascere. Non mi stanco di rendere grazie a Dio e a fratel Gabriele per mio marito; questo per me è stato un miracolo. Pilar Medina CONTATTICONTATTI CONTATTICONTATTICONTATTI CONTATTICONTATTI CONTATTICONTATTI CONTATTI VILLABREA COLLEGIO S. FAMIGLIA VERONA FAVARI AGUASCALIENTES TIJUANA TAGGIA ROMA DAVAO Str. Pecetto, 14 - 10023 CHIERI (TO) V. Rosalino Pilo, 24 - 10143 TORINO V. Fontana di Sopra, 3 (VR) P.za Don Fassino, 8 - Fraz. Favari - 10046 POIRINO (TO) Loma bonita El Gachupin - Calle Las Flores - A.P. 627 Admon, 2000°, AGUASCALIENTES AGS - MEXICO C/Circunvalacion Sur 61 Fraccionamento Los Alamos 22450 LOS ALAMOS - B.C. MEXICO Complesso ex convento San Domenico - P.za Beato Cristoforo, 6 18018 TAGGIA (IM) Viale Aurelio Saffi, 24 - 00152 ROMA Of Holy Family, P.O. Box 80818 DAVAO CITY - FILIPPINE 011.942.63.34 011.749.33.22 045.59.45.45 011.945.13.91 00524499749088 00526646212526 0184.47.72.78 06.581.38.41 006382-2360488 Chi non desidera ricevere questo foglio è pregato di avvisare la segreteria del Collegio: tel. 011.7493322 oppure: [email protected]