chi e` luciano gaucci - Sito ufficiale di Andrea Di Natale

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CHI E' LUCIANO GAUCCI
LUCIANO GAUCCI. Nato a Roma il 28 dicembre 1939 in una famiglia di piccoli proprietari
terrieri, Luciano Gaucci lavorò alcuni anni presso l’Atac prima come autista delle linee urbane di
Roma e poi in ufficio. Decise poi di mettersi in proprio costituendo una piccola impresa di pulizia
che, con il passare del tempo, divenne sempre più grande sino a dare lavoro a 3000 operai (nel
1974). Con questi ricavi soddisfò la sua passione per i cavalli fondando la scuderia “White Star”.
S’avvicina al mondo del calcio nel 1991, quando tentò la scalata alla Roma fallita perché non
era gradito a Cirino Pomicino e Bettino Craxi. Ripiegò sul Perugia acquistato grazie al forte
appoggio della Banca di Roma (oggi Capitalia). Sotto la sua gestione gli umbri ottennero tre
promozioni (1 dalla C1 alla B nel 1994 e 2 in massima serie, nel 1996 e nel 1998) ed una
revocatagli per illecito sportivo che gli costò 3 anni di squalifica (cercò di corrompere un arbitro
regalandogli un cavallo prima d’una partita). Nell’estate 2003 vinse anche l’Intertoto
guadagnando la partecipazione alla successiva Coppa Uefa. Alla base della sua politica la
valorizzazione di giocatori giovani e semi sconosciuti pescati nelle categorie inferiori come
Fabio Grosso, Fabio Liverani, Cristian Bucchi, Mirko Pieri (comprato a 50 milioni di lire e
rivenduto pochi mesi dopo a 16 miliardi) oppure pescati nei campionati meno popolari come il
giapponese Hidetoshi Nakata, i greci Zizis Vrizas, Traianos Dellas o il coreano Ahn rispedito a
casa dopo aver eliminato l’Italia dal mondiale 2002. Si segnala anche per altri colpi ad effetto
come il tesseramento del figlio di Gheddafi che giocò 15’ in serie A contro la Juventus. Nel
frattempo divenne proprietario anche della Sambenedettese, della Viterbese allenata per pochi
mesi da Carolina Morace, del Catania. Intanto il Perugia retrocesse in serie B e la crisi
finanziaria iniziò a farsi sentire sino alla mancata iscrizione alla serie B. Nell’estate del 2004
provò a rilevare dal tribunale fallimentare il Napoli (sostenendo di poter mantenere la serie B
con il fitto del ramo d’azienda). Non vi riuscì. Affossata dai mancati pagamenti Irpef anche “La
Milanese”, ma riesce ad ottenere la spalmatura dei debiti.
CASO
CATANIA. Caratterizzerà l’intera estate 2003. Tutto iniziò con la partita con il Siena che schierò
Luigi Martinelli che, sette giorni prima era stato impiegato con la Primavera, benché squalificato.
Inizialmente gli etnei ottennero il 2–0 a tavolino, ma poi la Corte Federale ripristinò il risultato
del campo. Gaucci ricorse al Tar cittadino che gli dette ragione. A quel punto la Figc gli fece
perdere a tavolino la gara con il Venezia così da ricondannare i rossoazzurri alla serie C. Fu
l’avvio d’una lunga battaglia a colpi di carte bollate sportive ed ordinarie con conseguente
blocco della Coppa Italia e ritardo dell’inizio della serie B. Alla fine la Figc decise di modificare il
format del torneo cadetto ammettendovi tutte le retrocesse, quindi, il Catania, il Genoa, la
Salernitana e la Fiorentina (al posto del Cosenza nel frattempo fallito). Nell’ottobre del 2003 il
Consiglio di Stato sancì l’irregolarità dei catanesi nel match con il Venezia, ma le conseguenze
non furono attuate perché il campionato era iniziato.
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