Daniela Pellegrini
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Daniela Pellegrini
“Leggere e descrivere i rapporti di forza e di potere dentro il patriarcato, ciò che li determina in ‘concreto’, è solo il primo passo. In questo libro ho cercato parole che provassero a farlo. Penso che sia il momento giusto per farlo perché salta agli occhi di tutte l’attuale dispersione delle forze delle donne in mille rivoli di ‘femminismi’ che si autocelebrano in troppo spesso conflittuali e cavillose incomprensioni, che non possono che essere freno e incapacità di incidere nell’agire.” Come non concordare con le parole di Daniela Pellegrini, che dal 1964, con la fondazione del DEMAU, ha fatto della liberazione della donna la pratica prima della sua vita. L’analisi del patriarcato, la società della bestia, è precisa e puntuale e nasce e si giustifica nello sguardo lucido di una donna che fin dall’inizio ha preso coscienza senza mai cedere alla fascinazione del maschile, né tantomeno agli intellettualismi che di volta in volta ha creato per nascondere la sua vera natura. Poco importa se i suoi fautori sono stati affascinati dalla ferocia della belva oppure se nel susseguirsi demenziale di interessi economici e carenze di varia natura sia nato questo patriarcato (e se non è del cazzo, che patriarcato è?), o ancora se l'invidia generativa e la paura della vita che poi muore abbiano innescato una reazione psicopatica come quella del diritto di uccidere per sentirsi più sicuri. Adesso, dice Pellegrini, è “tempo di essere Fiere” e di agire per la nascita di quel luogo terzo, di cui ci parla ampiamente nel libro, che ci faccia finalmente uscire dal due contrappositivo che ha determinato l’orrido risultato della “civiltà” in cui viviamo. Puntando sulla materia del mondo, di cui da sempre le donne si sono prese cura, il libro mira a riaprire un discorso fra di noi che si è interrotto e lancia un appello a incontrarsi su temi ancora attuali che ancora non hanno trovato risposte in grado di liberarci da una cultura del cazzo. Il secondo appuntamento dell’iniziativa è per sole donne domenica 20 novembre ad Armonie Via Emilia Levante, 138 a partire dalle ore 10 fino alle 18, con pausa pranzo dalle 13 alle 15, in cui verranno approfonditi i temi delle pratiche controverse e abbandonate del separatismo e dell’autocoscienza, che invece l’autrice nel libro evidenzia come fondamentali. Auspichiamo nella rinascita di un femminismo che faccia davvero la differenza e che possa creare i presupposti per un futuro incontro nazionale dove riprendere i fili di una rete interrotta, ma sempre viva fra le donne. Daniela Pellegrini Fondatrice a Milano nel 1965 del primo gruppo italiano di donne: Dacapo (Donne contro autoritarismo patriarcale o anche Donne a Capo) in seguito modificato in Demau (Demistificazione Autoritarismo Patriarcale). Nata a Belluno nel 1937, vive a Milano dove, insieme a Nadia Riva è stata animatrice del Circolo Culturale e Politico delle Donne, Cicip&Ciciap, da loro fondato nel 1981. Con Nadia Riva ha voluto, gestito e finanziato la rivista Fluttuaria, segni di autonomia nell’esperienza delle donne, di cui sono stati pubblicati diciassette numeri tra il 1987 e il 1994 e su cui appaiono molti suoi scritti. Il suo libro Una donna di troppo. Storia di una vita politica ‘singolare’, è stato pubblicato nel 2012 dalla Fondazione Badaracco (Franco Angeli Editore). Ripropone ora e agisce personalmente, anche in un gruppo che si incontra alla Casa delle Donne di Milano, la pratica dell’Autocoscienza e perora il Separatismo come azione fondante e creativa della Politica delle Donne e della sua vera autonomia dal patriarcato.