KUNG-FU

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KUNG-FU
KUNG-FU
In cinese kung fu significa “adepto”, “uomo che vuol seguire il successo”,
“sforzo umano” ed è proprio il duro lavoro che, da millenni, caratterizza
l'apprendimento profondo dell’arte marziale. In Giappone ha assunto il
nome di Kakutei-jutsu , anche se a volte lo stesso termine viene espresso
nella grafia Gong-fu . Il Kung Fu proviene dalla millenaria arte da
combattimento cinese, e proprio per il suo alto valore sociale è considerato
lo sport tradizionale della Cina. Il termine kung fu rappresenta il nome con
cui sono maggiormente note in occidente le arti marziali tradizionali cinesi,
anche se definire le caratteristiche di più di 400 diverse scuole di stile
risulta un compito assai arduo. Il Kung Fu rappresenta, soprattutto, il nome
collettivo che racchiude al suo interno la miriade di tecniche e stili di combattimento diffusi sul
territorio cinese. Fra i più importanti possiamo distinguere:
Chung Kuo ch'uan (pugilato cinese);
Ch'uan fa (metodo di pugilato);
Ch'uan shu (arte del pugilato);
Wu shu (arte marziale);
Wu i (abilità marziale).
Questa forma di arte marziale deve la sua fama ai film realizzati da Bruce Lee alla fine degli anni ’60:
un Kung Fu rappresentato da tecniche e movimenti molto simili al Karate giapponese e da posture che
riprendevano i movimenti degli animali.
Le origini
Esiste un gran numero di leggende sull'origine delle arti marziali cinesi. Quello che si sa di
sicuro è che le prime rappresentazioni artistiche di uomini (probabilmente soldati) in posa
marziale risalgono al periodo preistorico (oltre 4000 anni fa). Il Kung Fu rimase essenzialmente
composto da una serie di danze di guerra e da esercizi fisici di preparazione militare fino al
periodo denominato "primavere ed autunni" (770 - 476 a.C.) in cui nacquero e si svilupparono le
grandi correnti filosofiche cinesi come il Taoismo ed il Confucianesimo. In quest’epoca le
tecniche marziali iniziarono a fondersi con la filosofia e la religione fino a diventare un
argomento di studio persino nei monasteri. Dalla saggezza guerriera dell’antico Kung Fu,
derivata dagli insegnamenti del Taoismo e dalla pratica dello Shaolin-si, per secoli riservato solo
ai prescelti, si passò via via ad una diffusione sempre più ampia tra la popolazione civile che
dall’altra causò la dispersione dei maestri su un territorio vastissimo, determinando l’ulteriore
frammentazione delle conoscenze e degli stili. In Cina Popolare, la disciplina del Kung Fu è
regolata dal Ministero dello Sport e insegnata da istruttori di educazione fisica dipendenti dal
Ministero stesso. Nonostante le inevitabili modernizzazioni, gli stili cinesi si identificano,
ancora oggi, in due grandi gruppi:
Weijia – Stili duri o “esterni” Allenamento delle reazioni muscolari che enfatizza l’uso della
forza e la rapidità dei gesti. Sviluppo di movimenti vigorosi come calci e pugni.
Neijia – Stili morbidi o “interni” Allenamento dell’agilità e controllo della respirazione
addominale. Si basa sullo studio della forza interiore, sull’efficacia dello spirito in
combattimento, sui punti vitali della medicina tradizionale cinese. I movimenti sono naturali e
vengono eseguiti con lentezza.
La pratica
L’efficacia dei vari stili tradizionali di Kung Fu si rivela all’allievo solo dopo un lungo addestramento e
una pratica assidua. Le tecniche di combattimento,
infatti, devono essere ripetute per innumerevoli volte,
finché il praticante saprà reagire d’istinto alla pressione
dell’avversario. Tutto accadrà spontaneamente in
quell’attimo in cui il tempo e lo spazio assumeranno un
nuovo significato. Agli occidentali potrebbe sembrare
incomprensibile mantenere faticosamente le tecniche in
“posizioni assurde”, soprattutto se confrontate con sport
da combattimento più recenti: questo è l’antico segreto
della marzialità orientale, solo con dedizione e pazienza si avrà l’accesso ad una realtà più profonda.
Allenare il Kung fu, in accordo con i principi dell'antichissima medicina cinese, è un ottimo modo per
raggiungere l’equilibrio psicofisico, parallelamente a tutti quei vantaggi che può dare qualsiasi disciplina
sportiva (condizionamento cardiorespiratorio, eliminazione delle tossine, riequilibrio ormonale, vantaggi
per l'apparato muscolo-scheletrico, miglioramento della coordinazione, ecc.). La sensazione di
benessere che pervade l’organismo dopo una corretta pratica enfatizza la cura degli aspetti respiratori
ed energetici che, a lungo andare, entrano a far parte della vita quotidiana.
La pratica del Kung Fu è graduale, e passa dalla comprensione delle tecniche di base e della forma
Bo
Posizioni
Taidu
Guardie
Quan
Attacchi di pugno
Jiao
Attacchi di calcio
Tao Lu
Forme, esercizi in singolo
allo studio del combattimento
Sequenze a mani nude o con armi
Esercizi con l’avversario
Combattimenti prestabiliti a mani nude o con armi
Combattimento libero
e delle armi
Armi corte
Dao (sciabola) Nandao (sciabola del sud) Jian (spada)
Gun (bastone) Qiang (lancia) Jiujie-bian (frusta a nove
Armi lunghe sezioni) Erjie-Gun o Nunchaku (bastone a due pezzi)
Sanjie-Gun (bastone a tre pezzi)
Altre armi
Sheng-biao (dardo meteora) Shuang-gou (doppi uncini)
Pudao (scimitarra) Dadao (alabarda)
Il valore atletico del Kung Fu si ritrova
nell'educazione e nell'affinamento dei movimenti che
devono risultare comunque fluidi, morbidi ed eleganti
nella loro veloce e spesso complessa successione di
movimenti nei quali la centralità e l'equilibrio del
corpo è fondamentale. Il successo di immagine come
disciplina dimostrativa orientale ai Giochi Olimpici di
Berlino 1936 ha gradualmente modificato l’antica
tradizione del Kung Fu. Gli adattamenti tecnici dovuti
alle esigenze competitive dell'occidente hanno
operato una interessante trasformazione in sport
internazionale, ponendo le premesse come futuro sport olimpico. Attualmente la International Wushu
Federation - I.Wu.F. conta 86 Federazioni Nazionali affiliate che rappresentano i cinque Continenti e si
stima che i praticanti del Kung Fu - Wushu nel mondo siano vicino ai 10 milioni, considerando che nella
sola Cina vi sono oltre 12.000 scuole.