Lezione 26 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
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Lezione 26 - Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione
Corso di laurea in Scienze dell’Educazione A. A. 2013 / 2014 Istituzioni di Linguistica (M-Z) Dr. Giorgio Francesco Arcodia ([email protected]) 1. Cervello e linguaggio. Cenni di neurolinguistica “L’esistenza di una relazione tra un organo materiale, il cervello, ed una funzione complessa della mente, come il linguaggio, oggetto di discussioni filosofiche che proseguono sino ai nostri giorni, è stata data per scontata sin dall’antichità in un ambito pratico, come quello della medicina” (Moro, A., Cervello e linguaggio, in Graffi, G., Scalise, S., 2013, Le lingue e il linguaggio, Bologna, Il Mulino) → ‘papiro di Edwin Smith’ (testo egizio, originale risalente al 3000-3500 a.C.): descrizione di un paziente divenuto incapace di parlare dopo aver subito un forte colpo alla testa (Whitaker, H.A., 2006, Neurolinguistics from the Middle Ages to the Pre-modern Era, in Brown, K. [ed.], Encyclopedia of Language and Linguistics, second edition, Amstedam, Elsevier) Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Svolta negli studi su linguaggio e cervello: Pierre P. Broca e il paziente Leborgne (1861) → prima connessione diretta tra un’area del cervello e la funzione del linguaggio Paziente Leborgne: individuo normodotato, ma malato di epilessia, all’età di 30 anni viene ricoverato all’ospedale di Bicêtre (Parigi), perché aveva perso la capacità di parlare, ma non di comprendere il linguaggio; l’unica sillaba che era in grado di pronunciare era ‘tan’ (e, talvolta, ‘Sacré nom de Dieu!!’) → Leborgne (detto ‘Tan’) con il tempo perde l’uso del braccio destro e, poi, della gamba destra; nel 1861, ‘Tan’ muore e Pierre Broca ha la possibilità di esaminare il suo cervello con l’autopsia → Broca individua una lesione al lobo frontale sinistro, in particolare alla terza circonvoluzione frontale della corteccia cerebrale dell’emisfero sinistro (area di Broca, o aree 44 e 45 di Brodmann) 2 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Area di Broca Ipotesi di Broca: la facoltà del linguaggio articolato è indipendente sia dalla comprensione verbale e dalla comunicazione non verbale, ed è localizzata in un’area specifica del cervello (area di Broca) → studi successivi su altri pazienti portarono Broca ad affermare che gli umani ‘parlano con l’emisfero cerebrale sinistro’; le funzioni del linguaggio sono lateralizzate nell’emisfero sinistro L’uomo ‘preferisce’ la mano destra (i destrimani sono molti di più dei mancini); Broca propone che la preferenza manuale destra e il linguaggio siano entrambe controllate dall’emisfero sinistro N.B.: la specializzazione delle funzioni del linguaggio nell’emisfero sinistro vale per il 95% dei destrimani, ma solo per il 70% circa nei mancini 3 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] E la comprensione del linguaggio? Area di Wernicke (≈ area di Brodmann 22) (http://www.nidcd.nih.gov/health/voice/pages/aphasia.aspx) Localizzazione delle strutture neurali operative nella comprensione linguistica nel giro temporale superiore 4 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] → studi moderni suggeriscono che la facoltà di comprendere il linguaggio sia più ‘diffusa’ nel cervello; inoltre, pare che anche l’area di Broca possa essere coinvolta nella comprensione, oltre che nella produzione → in caso di perdita graduale dell’area di Broca (ad esempio, in seguito ad un tumore), le sue funzioni possono ‘passare’ ad altre aree (Cf. Poeppel D., Idsardi W.J., van Wassenhove V., 2008, “Speech perception at the interface of neurobiology and linguistics”. Phil. Trans. R. Soc. B., 363/1462; Plaza, Monique et al., 2009, “Speaking without Broca’s area after tumo[u]r resection”. Neurocase, 15.4) → fino a tempi relativamente recenti, la ricerca sulle connessioni tra cervello e linguaggio poteva necessariamente basarsi solo su riscontri autoptici su pazienti deceduti; con la nascita delle moderne tecniche di neuroimaging (TAC, risonanza magnetica, etc.) “diventa possibile individuare sede ed estensione della lesione cerebrale in vivo, e porre in correlazione diretta la patologia del cervello con il quadro di deficit linguistico” (e, soprattutto, anche studiare soggetti sani) (Moro, A., Cervello e linguaggio, in Graffi, G., Scalise, S., 2013, Le lingue e il linguaggio, Bologna, Il Mulino) 5 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] 1.1. Le afasie Afasia < gr. a− + phásis ‘voce’: “quei quadri clinici di alterazione più o meno grave della comprensione e della produzione del linguaggio conseguente a lesioni cerebrali, in genere localizzate nell’emisfero sinistro, successive all’acquisizione del linguaggio” (Aglioti, S.M., Fabbro, F., 2006, Neuropsicologia del linguaggio, Bologna, Il Mulino) → le afasie possono essere causate da ictus, traumi, tumori, malattie degenerative → notevoli problemi classificatori: le afasie si presentano come associazioni complesse di sintomi Es.: disturbi sintattici, problemi lessicali, problemi legati a specifici insiemi del lessico (nomi astratti, nomi animati, nomi propri, etc.), problemi di produzione specifici (vocali vs. consonanti), problemi morfologici specifici (morfologia regolare vs. morfologia irregolare), etc. → spesso problemi specifici sono connessi con la compromissione di (sub-)aree specifiche del cervello (cf. studi di neuroanatomia funzionale); tuttavia, la stessa lesione può dare sintomi diversi in pazienti diversi 6 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Es.: Susanne Adam, vedova di 59 anni (nel 1874) germanofona, studiata da Carl Wernicke; al momento del ricovero in ospedale, non pare in grado di comprendere le domande e rispondeva solo begräben ‘seppellire’, ma comprendeva i gesti → con il passare dei giorni, la sua produzione migliorava, ma la comprensione restava scarsa; si veda questo frammento di dialogo (tradotto ed adattato) tra Wernicke e S.A. “Buon giorno, come sta?” “Grazie, sto molto bene” “Quanti anni ha?” “Grazie, va bene” “Quanti anni ha?” “Vuol dire come mi chia..., come io sento?” “No, volevo sapere quanti anni ha” “Eh, non lo so, come io chiamare mire come io sento chiamarsi” → dopo circa quaranta giorni dall’insorgere dei sintomi, S.A. riusciva a comprendere quasi tutto, e in seguito è riuscita anche a recuperare quasi completamente il linguaggio 7 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Probabile anomalia nelle circonvoluzioni del lobo temporale di sinistra (giro temporale superiore, area 22 di Brodmann), centro responsabile della discriminazione dei suoni linguistici e della scelta delle parole → afasia sensoriale (o ‘afasia di Wernicke’): espressione verbale fluente, con numerose parafasie fonemiche1, neologismi2 e alterazioni importanti della produzione, con gergo verbale (danno semantico) e/o fonemico3 (danno fonologico); denominazione gravemente compromessa, comprensione verbale e ripetizione deficitarie → frequentemente associata a cecità dell’emicampo visivo destro “sostituzione, trasposizione, omissione di uno o più fonemi all’interno della parola” (coda < corda) 2 parole inesistenti, ma fonologicamente plausibili (varino, catampo) 3 “Alterazione dell’eloquio che comporta l’impossibilità di riconoscere molte delle parole per alterazioni a livello sia fonemico sia lessicale o sintattico” 1 (Adattato da: Aglioti, S.M., Fabbro, F., 2006, Neuropsicologia del linguaggio, Bologna, Il Mulino) 8 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Lesione nell’area di Broca → afasia di Broca: espressione verbale (molto) stentata, difficoltà nel passare da un fonema all’altro nell’articolazione , agrammatismo1; comprensione verbale buona, ma spesso sono presenti difficoltà con le strutture sintattiche complesse Es.: errori nella corretta decodificazione delle frasi a diatesi passiva e attiva (Cf. gli studi citati in Favilla, M.E., 2009, Elaborazione morfologica e disturbi del linguaggio in pazienti italiani: un’introduzione e prospettive di ricerca, in Favilla M.E., Ferroni L. [a cura di], Disturbi del linguaggio e neurolinguistica, Perugia, Guerra) → 1 frequentemente associata a emiparesi/emiplegia destra “(...) caratterizzato da un impoverimento della struttura sintattica della frase, dalla tendenza a usare le flessioni più semplici (...) («partire» al posto di «io parto»). In particolare, in italiano l’agrammatismo comporta l’omissione di morfemi grammaticali obbligatori (...). Un paziente con questo disturbo può dire per esempio: «Ho preparato caffè agli amici». Inoltre l’agrammatismo si caratterizza per l’uso scorretto degli affissi flessionali (...). (...) si può assistere ad espressioni nelle quali tutte le parole sono corrette ma vengono prodotte nell’ordine sequenziale sbagliato. Ad esempio: «Ci noi lavati siamo». (Aglioti, S.M., Fabbro, F., 2006, Neuropsicologia del linguaggio, Bologna, Il Mulino) 9 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] “(...) si può pensare che una data area svolga un compito specifico grazie ai neuroni che contiene e a circuitazioni locali, oppure che lo stesso compito sia svolto da più aree di neuroni, tra loro connesse da circuiti anche estesi, la cui interruzione, anche in punti diversi, può determinare come sintomo l’incapacità di svolgere un determinato compito. Ma è possibile anche ipotizzare che entrambe le modalità siano utilizzate dal cervello per compiti diversi; ad esempio, si può supporre che compiti semplici, definibili in un certo senso ‘strumentali’, siano svolti da aree definite e limitate del cervello, mentre compiti più complessi che richiedono l’integrazione di più aree, siano svolti da circuiti ampi e distribuiti. (...) Effettivamente anche la patologia neurologica fornisce dati a favore di questa interpretazione: è difficile che le lesioni focali, tipicamente gli ictus, compromettano abilità complesse, mentre possono essere selettivamente perse le semplici capacità strumentali; viceversa patologie diffuse, come ad esempio la demenza o alcuni traumi cranici, tendono ad alterare le funzioni complesse prima ancora che si perdano quelle strumentali (...)” → Es.: è un cane in senso letterale vs. in senso figurato; nei due casi, lo sforzo di elaborazione richiesto è affatto diverso (Favilla M.E., Ferroni L., Giannini M., 2009, I disturbi dell’elaborazione pragmatica, in Favilla M.E., Ferroni L. [a cura di], Disturbi del linguaggio e neurolinguistica, Perugia, Guerra) 10 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Esempi di altre forme di afasia Afasia globale: eloquio stentato (frammenti sillabici) o anche totalmente assente, comprensione uditiva molto compromessa; talvolta associata a paralisi degli arti di destra e cecità dell’emicampo destro → lesione della maggior parte delle aree del linguaggio nell’emisfero sinistro Afasia di conduzione: eloquio fluente, ma con parafasie fonemiche e conduites d’approches [tentativi di ‘autoriparazione’ delle parole], comprensione uditiva buona, ripetizione molto compromessa → lesione delle fibre del fascicolo arcuato (area 40 di Brodmann, vie di comunicazione tra aree frontali e corticali del linguaggio) Afasia anomica/amnestica: eloquio spontaneo fluente, informativo, grammaticalmente corretto, comprensione e ripetizione generalmente conservate; tuttavia, incapacità di reperire le parole (anomia, talvolta nel parlato ma non nella scrittura) → lesione della aree associative temporo-parieto-occipitali dell’emisfero sinistro 11 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Afasia e bilinguismo Le lingue che un soggetto usa sono rappresentate nelle medesime strutture cerebrali, o in strutture differenti? “Several functional neuroimaging studies have shown that in people who acquire two different languages before a ‘critical age’, an overlapping cortical representation is used for both languages” (Musso, M. et al., 2003, Broca’s area and the language instinct, in “Nature Neuroscience”, 6) memorizzazione implicita vs. memorizzazione esplicita: se una lingua è appresa successivamente alla prima (L1 vs. L2), è possibile un maggiore ricorso a processi espliciti (es. traduzione, applicazione di regole grammaticali), mentre per la/le lingua/e madre si prevede un maggiore ricorso alla memorizzazione implicita → nelle sindromi afasiche, è prevedibile una compromissione maggiore della prima lingua, soprattutto quando sono maggiormente affetti i processi relativi alla memoria implicita(/procedurale) → è possibile che una struttura quale la corteccia anteriore del cingolo, che ha tra le sue funzioni quella di collegare le motivazioni (emotive) per la vocalizzazione alla vocalizzazione stessa, non sia coinvolta nelle produzioni in una seconda lingua (appresa da adulti) 12 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Nei soggetti bilingue afasici, il recupero può essere: a. parallelo nelle due lingue (→ il caso più ‘prevedibile’) b. selettivo, con il recupero di una lingua sola c. successivo, quando migliora prima una lingua e poi l’altra d. antagonistico, quando il miglioramento delle prestazioni in una lingua corrisponde al peggioramento nell’altra → Perché? Vari fattori possono contribuire a spiegare la differenza tra le due lingue: età di acquisizione, modalità di utilizzazione (informale vs. scolastica), il tipo di lesione, etc. → gli studi sembrano confermare la proposta ‘divisione dei compiti’ parziale della memoria nel linguaggio (procedurale/automatico = L1, esplicito/consapevole = L2) 13 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] 1.2. Le ‘lingue impossibili’ Relazione tra cervello e strutture del linguaggio umano: “il problema principale è verificare se ciò che si è scoperto sulla struttura formale delle lingue umane e quello che si è scoperto sulla struttura morfologica e funzionale dell’encefalo sono comparabili, compatibili e, in linea di principio, integrabili” (Moro, A., Cervello e linguaggio, in Graffi, G., Scalise, S., 2013, Le lingue e il linguaggio, Bologna, Il Mulino) Es.: “(...) nelle lingue umane, non ci sono regole sintattiche basate sul numero di parole di una data frase o su inversioni speculari dell’ordine lineare di tutte le parole in una frase. Quindi, una regola come ‘il verbo ausiliare deve seguire immediatamente la terza parola della frase’, anche se si riferisce a elementi lessicali perfettamente identificabili, deve essere considerata ‘non-grammaticale’, dato che non è mai stata trovata nella grammatica di una lingua umana. Ogni relazione sintattica in qualunque lingua umana deve essere basata su nozioni sintattiche gerarchiche come soggetto e predicato, piuttosto che sulla precedenza o sulla sequenzialità delle parole in una frase” (Tettamanti, M. et al., 2002, Neural correlates for the acquisition of natural language syntax, in “Neuroimage”, 17; traduzione mia) 14 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] → il fatto che tutte le lingue siano caratterizzate dalla proprietà della ricorsività è di natura convenzionale o deriva (in qualche modo) da strutture neurologiche? → due questioni (1) Esiste una rete dedicata alla sintassi nel cervello? (2) Le strutture ricorsive sono trattate diversamente dalle strutture non ricorsive (lineari) nel cervello? 15 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] (1) Esiste una rete dedicata alla sintassi nel cervello? → esperimenti con pseudoparole (“parole (...) morfologicamente e fonotatticamente corrette, ma con una radice lessicale inventata”) a. il gulco gianigeva le brale → senza senso, ma ‘ben formata’ (morfosintatticamente) b. *il gulco gianigzleva le brale → senza senso, ‘ben formata’, ma contentente pseudoparole implausibili (per ragioni fonotattiche) c. *il gulco ha gianigiata questo bralo → senza senso e morfosintatticamente ‘mal formate’ d. *gulco il gianigeva le brale → senza senso e sintatticamente ‘mal formate’ → ai soggetti sono state proposte frasi di questi tre tipi, sottoponendoli a PET; le frasi con errori di tipo morfosintattico (c.) e sintattico (d.) causavano la ‘attivazione’ di parti dell’area di Broca e del nucleo caudato → possibile prova dell’esistenza di strutture neurali specializzate per la sintassi (Moro, A. et al., 2001, Syntax and the brain: disentangling grammar by selective anomalies, in “Neuroimage”, 13) 16 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] 17 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] (Moro, A., 2006, I confini di Babele, Milano, Longanesi) 18 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] (2) Le strutture ricorsive sono trattate diversamente dalle strutture non ricorsive (lineari) nel cervello? → esperimento con un ‘microitaliano’ e un ‘microgiapponese’ con regole ‘autentiche’ (ricorsive), ma anche regole non ricorsive (lineari), insegnato a germanofoni monolingue Es.: Paolo mangia la no pera (costruzione negativa) → la negazione appare sempre dopo la terza parola della frase Pera la mangia Paolo (costruzione interrogativa) → la forma interrogativa viene ottenuta invertendo l’ordine delle parole della frase Una bambino mangia una pera (uso dell’articolo indefinito) → l’articolo indefinito si accorda con l’ultima parola della frase → regole ‘non-grammaticali’: basate sull’ordine lineare dei costituenti, non sulle relazioni strutturali tra gli elementi della frase 19 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] → dopo avere ‘insegnato’ le regole del microitaliano e del microgiapponese sperimentali, sono state sottoposte ai parlanti delle frasi e gli sono stati richiesti dei giudizi di grammaticalità, durante una risonanza magnetica funzionale (fMRI) Risultato: l’attività emodinamica dei soggetti nell’area di Broca aumentava durante i compiti di giudizi di grammaticalità di frasi basate su regole ricorsive, mentre diminuiva nel caso di frasi basate su regole non ricorsive → “(...) our results show that Broca’s area has a key role in the acquisition of ‘real’ rules of language (...). We found that the acquisition of linguistic competence selectively involves Broca’s area. (...) An indisputable and essential function of this, albeir heterogeneous and polymodal, brain region (...) is the processing of syntactic aspects of language. (...) we posit that this brain region is specialized for the acquisition and processing of hierarchical (rather than linear) structures, which represent the common character of every known grammar” → parrebbe che la distinzione tra sintassi ricorsiva e lineare sia (in qualche modo) ‘inscritta’ nell’architettura neurobiologica del cervello (Musso, M. et al., 2003, Broca’s area and the language instinct, in “Nature Neuroscience”, 6; grassetti miei) 20 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] → e c’è correlazione tra attività neurale e livello di complessità dei costituenti? “(...) although a variety of approaches using brain imaging methods have sought to characterise the regions implicated in syntactic processing (...), how the human brain computes and encodes syntactic structures remain largely open questions” → Esperimento di Pallier, Devauchelle & Dehaene (2011) Ipotesi: un costituente di tre elementi (Mary’s father’s car) dovrebbe richiedere una cell assembly più complessa rispetto ad uno di due elementi (Mary’s father) → → l’attività neurale dovrebbe crescere (in ragione fissa) ogni volta che viene aggiunto un nuovo nodo alla struttura precedente → costruzione di stimoli di complessità crescente, sempre di 12 parole c01 = 12 parole sconnesse c02 = 6 sintagmi di due parole ... c12 = frase di 12 parole 21 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] → stimoli di parole vere (normal prose) e di pseudoparole (jabberwocky); 20 soggetti hanno letto gli stimoli di parole vere, altri 20 gli stimoli di pseudoparole 22 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] → “with normal prose, six brain regions showed a significant increase (...). At the same stringent statistical threshold, the jabberwocky group showed increased activation only in IFGorb [inferior gyrus pars orbitalis], which thus appears as a major region encoding constituent structure. With a lower statistical threshold (...), an effect of constituent size was also detected in the left posterior STS [superior temporal sulcus] and IFGtri [inferior gyrus pars triangularis]” N.B.: nel giro frontale inferiore si trova l’area di Broca; il STS posteriore è direttamente connesso con il giro frontale inferiore → solo le regioni del IFGorb, IFGtri e STS posteriore registrano una crescita nell’attivazione con gli stimoli di pseudoparole; “the computation of constituent structure in these regions therefore unfolds independently of the presence of a meaningful content” → come condizione di controllo aggiuntiva, sono stati proposti degli stimoli costituiti da parole contigue estratte da frasi, che però non avevano una struttura in costituenti omogenea (es. new car are very); non è stata registrata un’attivazione maggiore delle aree specifiche coinvolte nella computazione dei costituenti (Pallier, C., Devauchelle, A.-D., Dehaene, S., 2011, Cortical representations of the constituent structure of sentences, in “Proceedings of the National Academy of Science”, 108.6; grassetti miei) 23 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] 2. Comunicazione verbale e gestualità Gordon Hewes, “Primate communication and the gestual origin of language” (1973): La nascita del linguaggio non è necessariamente contemporanea a quella dell’espressione verbale → ipotesi: prima di avere i requisiti anatomici e neurofisiologici per la produzione verbale, ominidi anteriori allo Homo sapiens utilizzavano una forma di comunicazione segnata, di complessità paragonabile alle lingue verbali → capacità di espressione orale come raffinamento della facoltà umana del linguaggio; prima l’articolazione vocale si è affiancata ai gesti, poi la componente vocale è diventata dominante (Kendon, A., 2002, Historical observations on the relationship between research on sign language and language origins theory, in Armstrong, D., Karchmer, M., Van Cleeve, J. (eds.) The study of sign language. Essays in honour of William C. Stokoe, Washington D.C., Gallaudet University Press) → cfr. Corballis, M. C., 2002, From hand to mouth. The origins of language. Princeton, Princeton University Press 24 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] “When people talk, they gesture and those gestures often convey ideas not found in the talk. (...) Because gestures are produced along with speech and thus in the service of communication, they take on the intentionality of speech (although they rarely come under conscious control). But gestures are not part of a codified system – their forms and meanings are constructed in an ad hoc fashion in the context of the speech they accompany. It is precisely because gestures are produced as part of an intentional communicative act and are constructed at the moment of speaking that they are of interest to us. They are communicative acts that are free to take on forms that speech cannot assume (...)” (Goldwin−Meadow, S., 2009, From gesture to Word, in Bavin, E. L. (ed.), The Cambridge Handbook of Child Language, Cambridge, Cambridge University Press” 25 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Elementi gestuali e lingue verbali: l’esperimento di McNeill (1992) Narrazione videoregistrata di una storia del gatto Silvestro, riproduzione da parte del soggetto sperimentale della sequenza Narratore: “and he came out the pipe” → gesto di ‘rimbalzo’, su e giù Riproduzione: “and the cat bounces out the pipe” → il soggetto associa l’espressione verbale al gesto che ha visto nella registrazione → rapporto inscindibile tra linguaggio verbale e componenti prossemiche, gesti come elementi del sistema lingua → necessità di instaurare relazioni di ‘mappatura’ cognitiva tra entità linguistiche e entità dello spazio reale (Liddell, S.K., 2003, Grammar, Gesture and Meaning in American Sign Language, Cambridge, CUP) → è stato proposto, sulla base di esperimenti sul comportamento dei parlanti, che parole e gesti siano controllati da un singolo sistema di comunicazione, sia in comprensione che in produzione (Bernardis, P., Gentilucci, M., “Speech and gesture share the same communication system”, Neuropsychologia, 2006, 44.2, 178−190) 26 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] Osservazioni sulle basi neurofisiologiche del linguaggio verbale e segnato (1) Le aree del cervello coinvolte nella codifica delle rappresentazioni fonologiche come combinazioni di gesti articolatori (area di Broca, specialmente area di Brodmann 44) contengono anche una rappresentazione motoria dei movimenti di mani e braccia; l’area di Broca si attiva sia per la produzione e comprensione del parlato sia per l’esecuzione e osservazione di gesti manuali (Barbieri, Filippo et. al., 2009, “How symbolic gestures and words interact with each other”, Brain & Language, 110, 1−11) (2) I ‘neuroni specchio’ (mirror neurons) presenti nei primati sono attivati nei compiti di manipolazione di oggetti, negli umani corrispondono all’area di Broca (specializzata per il linguaggio) e nell’imitazione → neuroni specchio: neuroni delle aree corticali premotorie che presiedono al movimento di mano, faccia e bocca, si attivano sia quando il soggetto effettua dei movimenti, sia quando vede gli stessi movimenti compiuti da un altro → l’attivazione dei neuroni specchio nello svolgimento, nell’osservazione e nella riproduzione di compiti manipolativi favorisce l’uso di questi schemi d’azione come modello per la comunicazione (cfr. gli elementi iconici delle lingue dei segni) 27 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2013 / 2014 – [email protected] “In speech, or at least in modern speech, the meaning of the words and the phono−articulatory actions necessary to pronounce them are unrelated. This fact suggests that a necessary step for speech evolution was the transfer of gestural meaning, intrinsic to gesture itself, to abstract sound meaning. From this follows a clear neurophysiological prediction: Hand/arm and speech gestures must be strictly linked and must, at least in part, share a common neural substrate. A number of studies prove that this is true” (Rizzolatti, G., Craighero, L., 2004, “the mirror−neuron system”, Annual Review of Neuroscience, 27, 169−192) (3) Emergere del linguaggio umano connesso con la comunicazione gestuale fondata sulla manipolazione di oggetti → studio sperimentale di Schippers et al. (2010): un soggetto prova a comunicare a gesti con l’altro; la risonanza magnetica funzionale mostra che il sistema dei neuroni specchio nell’osservatore viene attivato parallelamente a quello del sistema motorio del soggetto comunicatore (http://www.bcn−nic.nl/txt/people/publications/2010_SchippersKeysers_PNAS.pdf) 28