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PORTOBELLO’S NEWS 3 Giugno 2015
CULTURA 5
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È arrivata mia figlia, deliziosamente tra commedia
e dramma nel Brasile delle regole sociali
Le novità in sala
n Vincitore del premio speciale della giuria al Sundance
e del premio del pubblico della sezione Panorama
all’ultimo Festival di Berlino,
“È arrivata mia figlia” è una
commedia brasiliana drammatica ricca di paradossi
sociali, ora sociologicamente
stimolante, ora divertente,
deliziosamente da gustare.
Il suo ritmo non è quello di
una cavalcata rombante, ma
pur tra anse più riflessive
le quasi due ore di visione
filano via generose di eredità
emotive, chiudendosi con
un epilogo che sa troppo di
lieto fine ma che solletica la
speranza.
Dal 4 giugno al cinema con
Bim Distribuzione, alla regia
di “È arrivata mia figlia” c’è
la cinquantenne Anna Muylaert, che ha iniziato a scrivere
la sceneggiatura vent’anni
fa, quando ha avuto il suo
primo figlio e si è resa conto
di quale nobile compito sia
crescere un bambino. Irresistibile protagonista è l’attrice
brasiliana Regina Casé.
È lei Val, governante a tempo
pieno che prende molto sul
serio il suo lavoro. Indossa
un’inamidata uniforme da domestica mentre serve tartine
impeccabili; è
al servizio dei
suoi facoltosi
datori di lavoro di San Paolo ogni santo
giorno e accudisce amorevolmente
Fabinho (Michel Joelsas),
il loro figlio
adolescente,
fin da quando
era in fasce,
avendolo di
fatto cresciuto lei stessa. Ogni cosa e
ogni persona hanno il loro
posto nell’elegante abitazione, finché un bel giorno la
brillante e ambiziosa figlia
di Val, Jessica (Camila Már-
dila), arriva dalla città natale
della donna per fare i test di
ammissione all’università. La
presenza di Jessica, giovane
risoluta e sicura di sé, spezza
il tacito e tuttavia rigido equi-
librio di potere della casa.
Jessica critica apertamente
l’atteggiamento succube
della madre e spiazza tutti gli
inquilini della casa con il suo
comportamento imprevedibile e tutt’altro che docile. Val
deve decidere in chi riporre
il suo senso di lealtà e che
cosa è disposta a sacrificare.
“È arrivata mia figlia” un
lungometraggio sul sistema
di regole sociali che è alla
base della cultura brasiliana,
fin dai tempi del colonialismo
e che continua tuttora a forgiare l’architettura emotiva
delle persone. È anche un
piacevole intrattenimento
che sa dosare ironia, tenerezza e sguardo etico.
“Il film tratta di due generazioni di donne di umili origini,
Le regole del caos, Kate Winslet alla corte di Re
Sole tra stereotipi e piacevole intrattenimento
n Commedia romantica ambientata nel XVII secolo, “Le
regole del caos” segna la
seconda prova dietro la macchina da presa di Alan Rickman dopo L’ospite d’inverno
(1997). L’attore britannico, ex
insegnante di pozioni Severus
Piton della saga di Harry Potter, oltre che regista è anche
interprete nei regali panni di
Luigi XIV di Francia, il Re Sole.
Il film sarà al cinema dal 4
giugno con Eagle Pictures.
Protagonisti sono l’attrice
britannica premio Oscar Kate
Winslet e Matthias Schoenaerts, belga recentemente
visto in “Un sapore di ruggine
in
libreria
Le anteprime
Un anno con
i francesi
di Fouad Laroui
(Del Vecchio Editore)
di CLAUDIA SPADONI
n “Che ci faccio qui?”. Ve
lo sarete chiesti tante volte,
se lo chiede – e come dargli
torto? – il piccolo Mehdi,
dieci anni, spedito dalle
zone interne del Marocco al
liceo francese di Casablanca grazie a una borsa di studio che non senza fatica gli
ha procurato il direttore della sua vecchia scuola. Mehdi arriva di sabato, quando
gli altri studenti sono a casa
per il fine settimana, con
nemmeno metà del corredo
d’ordinanza: in compenso
ha due tacchini sottobraccio, legati l’uno all’altro per
le zampe. Potrebbe sentirsi
più fuori posto di così? Nel
liceo francese ci passerà
e ossa” e “Suite francese”.
Corre l’anno 1682. Sabine De
Barra (Winslet), donna volitiva
e talentuosa, lavora come paesaggista nei giardini e nelle
campagne francesi. Finché un
giorno riceve un invito inaspettato: Sabine è in lizza per l’assegnazione di un incarico alla
corte di Luigi XIV (Rickman).
Se, al primo incontro, l’artista
della corte di Re Sole André
Le Notre (Schoenaerts) appare disturbato e indispettito
dall’occhio attento di Sabine e
dalla sua lungimirante natura,
alla fine sceglie proprio lei
per realizzare uno dei giardini
principali del nuovo Palazzo di
Versailles. Malgrado - e forse
proprio grazie - al poco tempo
a disposizione, il valore della
DUE TITOLI PER CAPIRE MEGLIO
L’IMMIGRAZIONE IN FRANCIA
un anno, tra cibi che non gli
piacciono, nuove conoscenze e la perenne sensazione
di essere sbarcato su un
altro pianeta (anche se, chi
lo difende c’è: “Vuoi una
sberla, M’Chiche? Me ne
frego se hai mangiato o no:
tuo padre possiede metà
Gharb e produce milioni di
tonnellate di riso all’anno,
puoi mangiare o non mangiare, te la vedi con lui, io
me ne frego! Lui invece, il
pellicano (indicò Mehdi),
tanto per cominciare è un
pazzerellone, e poi viene
da non si sa bene dove, con
una borsa di studio della
Repubblica francese, per
cui ci sono almeno quattro
o cinque buone ragioni per
occuparsi della sua salute
cagionevole e io, fesso e
ubbidiente, fiero del mio Paese, l’eterna Francia, lo farò
tutto l’anno, mi occuperò
del piccolo Coso, del piccolo
borsista della Repubblica,
sono qui per questo, e se
non ti sta bene, M’Chiche,
quant’è vero Iddio, ti faccio
ingoiare il mio ombrello,
parola mia!”, sbraita l’insegnante Morel). Tenero e
istruttivo.
Se ti chiami
Mohamed
di Jérôme Ruillier
(Il Sirente)
ricerca artistica individuale
di Sabine, del suo “little chaos” sarà presto riconosciuto
anche da Le Notre. Così, nel
periodo concessole per progettare e realizzare la sala da
ballo all’aperto di Rockwork
Grove, Sabine ha modo di
sperimentare e conoscere
da vicino le piccole e grandi
rivalità di corte e di addentrarsi
nell’intricata rete di regole ed
etichette. Sfidando le differenze di genere e di classe, con
grande sorpresa Sabine riesce
a entrare addirittura in contatto con il Re, e a guadagnare la
fiducia di Philippe, suo fratello
(Stanley Tucci).
“Le regole del caos” finora ha
raccolto il 59% dei consensi
su Rotten Tomatoes, il sito
entrambe nate nel nordest
del paese”, spiega Anna Muylaert. “Il personaggio principale, Val, è una collaboratrice
domestica che rispetta le
vecchie norme e le consuetudini separatiste e accetta
di essere trattata ‘come una
cittadina di seconda classe’,
come dice sua figlia. Agli antipodi c’è Jessica, la figlia, che
malgrado le sue umili origini,
è piena di curiosità e di forza
di volontà e pretende quello
che le spetta, i suoi diritti
civili. Come dice lei stessa:
‘Non mi considero né migliore né peggiore di chiunque
altro’”. Il Brasile del passato
e il Brasile del presente si
scontrano e si incontrano.
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che raccoglie recensioni cinematografiche.
“Kate Winslet, interprete di
una pionieristica giardiniera
seicentesca nella corte francese di Luigi XIV, è la cosa migliore del film”, scrive Time Out.
“Questo film decentemente
recitato è un intrattenimento
piacevole, anche se funziona
meglio sulle singole scene che
in termini di flusso complessivo”, gli fa eco The Hollywood
Reporter.
Infine Variety: “Il primo sforzo
di regia di Rickman dal 1997
dopo “L’ospite d’inverno” è un
romanzo storico stereotipato
e di ampio respiro che non
sarà un magnete di premi ma
potrebbe guadagnare trazione
commerciale tra il pubblico più
anziano”.
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