Il Ginnasta Set_Ott:Layout - Federazione Ginnastica d`Italia

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Il Ginnasta Set_Ott:Layout - Federazione Ginnastica d`Italia
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FATE LE VALIGIE, ANDIAMO A PECHINO!
U
n anno dopo il trionfo della nazionale di Calcio, tocca all’Italia
della Ginnastica sorprendere la
Germania. La Delegazione azzurra parte alla carica guidata dal Vice Presidente Guido
Menchi. Eppure, quello di Stoccarda era un
mondiale pieno di insidie. Oltre al rischio di
non rientrare nella metà olimpica di quell’eccellenza di 24 team preselezionata ad
Aarhus, vanificando il lavoro di un quadriennio, ci si è messa anche la Spieth, la marca
tedesca di attrezzature che per l’occasione
aveva creato una linea speciale, ai più sconosciuta. La pedana del corpo libero è risultata subito insidiosa e a pagarne le conseguenze più gravi è stato il campione olimpico in carica nella specialità, il canadese
Kyle Shewfelt, che ci ha rimesso entrambe
le ginocchia. Anche l’oro mondiale Marian
Dragulescu si fa male alla schiena in allenamento ed esce mestamente di scena. Poi
c’era una trave traballante che ha fatto incetta di cadute. La più rovinosa, quella in
uscita della Moreno, probabilmente, è costata alla Spagna rosa il pass per Pechino.
“Assomigliava alla «Gigia» - dirà la Bergamelli - un’asse oscillante che usiamo a Brescia per lavorare sugli equilibri”. A tutto questo l’Italia ha dovuto aggiungere le non perfette condizioni fisiche della Ferrari, della
Zanolo, di Cassina e di Morandi. In un ambiente blindato, con l’accesso alle training
halls interdetto ai giudici e agli allenatori di
troppo, non c’è voluto molto perché si
creasse un vero e proprio clima da thrilling.
La bravura dei nostri due staff tecnici è stata proprio quella di gestire questa tensione, monitorando con il medico federale
Matteo Ferretti e il fisioterapista Salvatore
Scintu, i vari acciacchi dei ginnasti azzurri.
Ebbene, a telecamere Rai ancora spente, in
attesa di ricevere per le finali la visita annun-
La Delegazione azzurra sui gradini della Porsche Arena
(foto Vanda Biffani)
ciata del Presidente del Coni Gianni Petrucci, i nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno affrontato l’enorme responsabilità del
Concorso I, ottenendo la qualificazione di
entrambe le Sezioni. La femminile, addirittura, con un 5° posto storico destinato poi
a diventare il 4° nella finale del mercoledì.
Un risultato mai visto prima, se si esclude il
bronzo ai Mondiali di Basilea nel 1950 e l’argento del ’23 ai Giochi di Amsterdam. Ma
quella era un’altra Ginnastica, con attrezzi
e specialità completamente diverse. È vero,
Vanessa ha perso il titolo nel Concorso Generale, ma forse sarebbe più giusto dire che
ha vinto un bronzo, per certi versi, ancora
più bello dell’oro. “Quando sono salito alla
sbarra - racconta, invece, Cassina - non avevo capito che il mio punteggio era decisivo per
portare i miei compagni in Cina, altrimenti
avrei provato la stessa emozione di Fabio Grosso nel battere l’ultimo rigore a Berlino”.
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A STOCCARDA LA GINNASTICA
È DAVVERO MONDIALE
È
ormai calato il sipario sui Campionati del Mondo GAM/GAF che
hanno decretato le 12 squadre ammesse ai Giochi Olimpici di Pechino. Finalmente la nostra Federazione è riuscita, ed in modo più che brillante, a conquistare la qualificazione contemporanea
di entrambe le Sezioni di Artistica. L’ultima volta che si verificò una partecipazione congiunta dei due team ai Giochi
Olimpici avvenne nel 1972, a Monaco di
Baviera. All’epoca non era previsto alcun
meccanismo di ammissione, che, invece, fu introdotto, seppure in modo molto differente da quello attuale, dall’edizione successiva, quella di Montreal ‘76.
Per l’Italia, in Canada, andò soltanto
la squadra femminile. Successivamente, nel 1980, mentre
gran parte del mondo
occidentale boicot-
tava Mosca per ragioni politiche, i nostri
atleti non parteciparono in conseguenza del ritiro, nel 1979, dai Mondiali qualificanti di Fort Worth, per protesta contro un sistema di valutazione che già denunciava tutti i suoi limiti. Nel 1984
mancammo il pass per Los Angeles con
tutte e due le squadre e così la partecipazione italiana fu solo a titolo individuale, in entrambe le sezioni. Si giunse quindi alla qualificazione
per i Giochi del
1988 a
Seoul. Fu in
quella occasione che la maschile, composta da una
nuova generazione di
ginnasti, proiettati in un
futuro colmo di grandi soddisfazioni, centrò l’obiettivo così come avvenne poi per Barcellona ’92 ed Atlanta ’96. In nessuna
delle tre avventure, invece, fu presente la femminile, che ritornò
alle Olimpiadi solo nel 2000, a
Sydney, dove i maschi, però,
andarono a livello individuale. Per Atene 2004 si invertono le posizioni, con tut-
(foto Vanda Biffani)
di Roberto Pentrella
ti i ragazzi e solo due ragazze. Siamo ormai alla storia recente: Stoccarda. Le 24
squadre selezionate dal Mondiale prequalificante di Aahrus 2006 si contendono i dodici posti disponibili per l’appuntamento olimpico del 2008. In questa
occasione, più che in tutte le precedenti, si percepisce come il movimento sportivo della Ginnastica di alto livello abbia
ampliato notevolmente i suoi confini e
contemporaneamente metta in discussione, a suon di risultati, le grandi egemonie del passato. La Gran Bretagna, il
Brasile, il Venezuela, Israele, i Paesi Bassi
conquistano, per la sezione maschile, importanti accessi nelle finali di specialità.
Contemporaneamente perdono terreno
le tradizionali potenze dell’Est europeo,
che registrano inconsuete assenze anche
in finali nelle quali solitamente primeggiavano. Le informazioni, soprattutto
quelle di carattere tecnico, viaggiano
sempre più rapidamente e ciò facilita, in
un certo senso, quel processo di “globalizzazione” che il nostro sport sembrerebbe stia vivendo. È pur vero che l’Europa Orientale soffre da qualche anno
una evidente difficoltà nel ricambio dei
tecnici. Ormai molti allenatori provenienti da quei paesi sono impegnati altrove
e qualcuno contribuisce non solo con il
lavoro ma anche con il proprio DNA, come nel caso di Lyukin o Artemov, che
presentano sotto un’altra bandiera i propri figli d’arte. In qualche caso la difficoltà del ricambio sembra estendersi anche
agli atleti, soprattutto là dove le spinte
motivazionali, necessariamente profonde e determinate per affrontare uno sport
come la ginnastica, cominciano ad indebolirsi in relazione ad un generale miglioramento della condizione sociale. Tali
aspetti, che contribuiscono a distribuire
in modo geograficamente più omoge-
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rea del Sud. D’altronde la carriera di un
ginnasta è certamente più longeva rispetto a quella di una ginnasta e questo evidentemente offre alle rappresentative
maschili una maggiore stabilità di risultato in termini di squadra. Curiosa la ricorrenza dei numeri nelle classifiche dell’All Around: nella maschile i 24 finalisti
appartengono, sia nel 2003 che nel 2007
a 17 nazioni diverse, mentre nella femminile in entrambi i casi a 16.
Da sinistra M. Bergamelli, S. Zanolo, F. Benolli e F. Macrì - (foto Vanda Biffani)
neo le difficoltà da affrontare, riteniamo
producano effetti positivi ed utili al movimento ginnico internazionale. Sono ancora vivi i ricordi dei periodi in cui il ruolo di molte nazioni, nonostante gli impegni profusi, era relegato a quello di comparsa accanto alle grandi potenze sportive, sempre le stesse. Per quanto ci riguarda più direttamente riteniamo, per
esempio, che fra i tanti meriti di Jury Chechi ci sia stato anche quello di aver dimostrato che il titolo mondiale non fosse un’esclusiva di russi, romeni, cinesi o
giapponesi. Certo, occorre lavorare molto, seriamente e con fatica, ma, comunque, è possibile. Prima di Birmingham
’93, quando Jury vinse il suo primo Campionato del Mondo, sembrava davvero
inverosimile che l’Italia potesse scalzare
dal gradino più alto del podio le solite
scuole. Da allora, e in entrambe le sezioni, si sono susseguite importanti affermazioni italiane sia a livello europeo che
mondiale ed olimpico. E la consapevolezza che il nostro piccolo Paese, con tutte le sue contraddizioni e difficoltà, sia riuscito, e possa continuare a farlo, a ridisegnare i confini del mondo della ginnastica di alto livello non può che rendere
orgoglioso ogni componente del nostro
movimento.
LA CINA È VICINA:
NUMERI A CONFRONTO
Le qualificazioni di squadra ed il Concorso Generale
Solamente 8 nazioni al mondo saranno
presenti a Pechino con entrambe le Sezioni di Artistica, come avvenne anche
per Atene 2004 e Sydney 2000. Tra queste 8, 6 nel 2000 e 5 nelle edizioni successive, sono europee. Una di queste è
l’Italia! I 24 posti disponibili (12 per Sezione) in ognuna delle ultime tre Olimpiadi sono state appannaggio di 16 nazioni, e tra le 8 che di edizione in edizione l’hanno ottenuta in entrambe le sezioni sono sempre presenti solo U.S.A.,
Cina, Russia, Romania e Francia. A Stoccarda, infatti, le clamorose esclusioni dell’Ucraina maschile e della Spagna femminile hanno impedito a queste due prestigiose Federazioni di aggiungersi alle 5
regine della Ginnastica Artistica mondiale (Tab.1 e 2). In una analisi comparativa tra Anaheim 2003 e Stoccarda 2007
si può constatare come nella maschile 11
delle 12 squadre qualificate per Atene
andranno anche a Pechino, mentre nella femminile si registra un turn over del
25%. Difatti Italia, Germania e Giappone subentrano a Spagna, Canada e Co-
Le finali di specialità GAM (Tab.3)
CORPO LIBERO
Gli 8 finalisti del Campionato del mondo 2003 appartenevano a 8 nazioni diverse, nel 2007 a 6, ma tra questi spicca l’insolita presenza dell’atleta israeliano. Solo Brasile e U.S.A. sono presenti,
dopo quattro anni, nella stessa finale.
CAVALLO CON MANIGLIE
Nel 2003 e nel 2007 sono sempre 6 le
nazioni degli 8 finalisti; novità assolute
sono l’assenza di atleti romeni dopo anni di importanti risultati (Urzica e Suciu)
e per contro la presenza di ben 2 atleti
britannici, dei quali uno vince la medaglia di bronzo. Cina, Bielorussia e Giappone sono le 3 nazioni che dopo Anaheim inseriscono in finale i propri ginnasti anche a Stoccarda.
ANELLI
La competizione tedesca vede aumentare il numero delle nazioni di appartenenza degli atleti da 6 del 2003 a 8; d’insolito ci sono i Paesi Bassi e il Venezuela, mentre si confermano Bulgaria, Giappone e U.S.A.. Tra le assenze da registrare quella degli atleti italiani che hanno
focalizzato la loro attenzione sul risultato di squadra, sacrificando le chance individuali: l’appuntamento è quindi solo
rimandato a Pechino.
VOLTEGGIO
8 atleti di 7 nazioni nel 2003 e di 6 nazioni nel 2007, edizione in cui Romania
e PRK sono ammesse con 2 atleti ciascuna. Un grande ricambio di passaporti,
insomma, giustificato dalle particolarità
tecniche dell’attrezzo; solo la Romania
8
rappresentanti nella femminile così
come nella maschile e ciò evidenzia,
indipendentemente dalle medaglie,
la superiorità di
questa scuola nella
specialità; Corea del
Sud e Russia erano
presenti nella omologa finale del
2003, ma c’è da registrare la doppia
presenza della Chusovitina che ha
cambiato federazione
di appartenenza; sorprendente l’assenza delle ginnaste romene.
PARALLELE ASIMETRICHE
Situazione davvero curiosa: nel 2003, nel
pieno dell’Era “Khorkina”, causa un suo
errore in qualificazione, la Russia non
partecipa a questa finale mentre oggi,
con diversi problemi in più, conquista il
titolo; sono 4 le nazioni che confermano dopo quattro anni la loro presenza
in finale: U.S.A., Cina, Corea del Sud e
Gran Bretagna (unica europea).
TRAVE
Da 7 nazioni rappresentate nel 2003 si
scende a 6; Cina, U.S.A., Australia e Romania confermano la loro presenza anche nel 2007 ed è da notare l’ampia distribuzione che tocca quattro continenti
diversi.
CORPO LIBERO
Come alla trave si
passa da 7 a 6 nazioni; si confermano due Federazioni europee: Romania e Francia; insolita, almeno per
quanto riguarda le
statistiche dal 2001
ad oggi, l’assenza
di atlete brasiliane.
La squadra maschile durante le qualificazioni
(foto Vanda Biffani)
vanta 2 ginnasti anche nel 2003; la medaglia d’oro del polacco conferma come questa specialità possa vantare confini più “aperti” di altre.
PARALLELE SIMMETRICHE
6 nazioni per 8 finalisti contro le 7 del
2003; Cina, Corea e Slovenia sono le Federazioni presenti entrambe le volte. A
vincere il titolo è l’inossidabile specialista sloveno, onnipresente nelle finali più
importanti.
SBARRA
Giappone e Italia sono le 2 nazioni delle 6 presenti nella finale tedesca che si
confermano rispetto al 2003, quando le
nazioni erano 8; sorprendente l’assenza
degli atleti russi e l’inconsueta presenza
di ben 2 olandesi.
Il riepilogo delle presenze alle finali offre però una più chiara percezione di
quanto si siano allargate le frontiere della ginnastica di alto livello: se nel 2003
le nazioni che avevano conquistato almeno una finale di specialità erano 19,
nel 2007 diventano 24 con un incremento quindi del 26 %.
Le finali di specialità GAF (Tab.4)
VOLTEGGIO
Nel 2003 e nel 2007 risultano sempre 7
le nazioni presenti in questa finale; la Corea del Sud, a Stoccarda, entra con due
Il riepilogo delle fi-
nali evidenzia una situazione stabile; 14
le nazioni rappresentate nel 2003 e 13
nel 2007, ma c’è da considerare la già
citata situazione della Chusovitina, la
quale, passando alla Federazione tedesca, riporta ad un sostanziale pareggio
le due edizioni dei campionati.
La lettura generale dei dati si fa quindi
interessante. Ad una sostanziale stabilità del risultato delle squadre maschili (11
nazioni su 12 sono le stesse del 2003) e
del numero della nazioni rappresentate
nel Concorso Generale (sempre 17) si
accompagna un notevole incremento
delle nazioni rappresentate nelle 6 finali di specialità (+ 26% rispetto al 2003);
è un evidente riscontro che la “specializzazione” degli atleti di alto livello si sta
imponendo sempre più, offrendo agli
stessi la possibilità di una carriera sportiva più longeva. Nella femminile, al contrario, si evidenzia un maggiore ricambio nelle Federazioni qualificate (3 nazioni su 12, pari al 25%) ma per contro
risultano stabili i riferimenti numerici relativi alle nazioni rappresentate nel Concorso Generale e nelle finali di specialità. La femminile sembrerebbe quindi offrire meno spazio alle “specialiste”, esigendo dalle ginnaste una preparazione
completa sui quattro attrezzi, indipendentemente poi dall’effettivo utilizzo.
Utilizzo che risponde, ovviamente, alle
esigenze di una strategia di squadra.
Da sinistra Maurizio Allievi ed Enrico Casella, responsabili, rispettivamente, della
squadra maschile e femminile - (foto Vanda Biffani)
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Tab. 1
RIEPILOGO NAZIONI QUALIFICATE AI GIOCHI OLIMPICI
GAM 2000
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14 nazioni in totale presenti nelle ultime tre edizioni dei G.O.; nel 2004 si confermano 10 nazioni
delle 12 del 2000; per il 2008 si confermano 11
nazioni delle 12 del 2004; sono 9 le nazioni che
vantano la qualificazione nelle ultime tre edizioni.
GAF
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Tab. 2
CHN
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ITA
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ROM
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USA
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8
16 nazioni in totale presenti nelle ultime tre edizioni dei G.O.; nel 2004 si confermano 10 nazioni
delle 12 del 2000; per il 2008 si confermano 9
nazioni delle 12 del 2004; sono 8 le nazioni che
vantano la qualificazione nelle ultime tre edizioni.
Tab. 3
CAMPIONATI DEL MONDO QUALIFICANTI 2003 E 2007 - FINALI DI SPECIALITÀ GAM
Corpo Libero
Cavallo con maniglie
2003
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Anelli
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Volteggio
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Parallele simmetriche
2007
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NAZIONI QUALIFICATE AI GIOCHI OLIMPICI DAL 2000 AL 2008
2000
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CAN
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AUS
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5
Si evidenziano in verde le cinque nazioni presenti in entrambe le sezioni in ognuna delle ultime tre edizioni dei Giochi Olimpici.
Tab. 4
CAMPIONATI DEL MONDO QUALIFICANTI 2003 E 2007
FINALI DI SPECIALITÀ GAF
Volteggio
2003
CUB
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PRK
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Parallele asimmetriche
2007
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1
Corpo Libero
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RIEPILOGO PRESENZE NELLE FINALI
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2000
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RIEPILOGO PRESENZE NELLE FINALI
2003
KOR
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JPN
KOR
NED
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ROM
RUS
SLO
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N
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2003
AUS
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2007
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CZE
FRA
GBR
GER*
N
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* si tratta della stessa ginnasta che ha cambiato cittadinanza.
2003
NED
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UKR
USA
UZB*
2007
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ITA
PRK
ROM
RUS
USA
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I SOLITI SOSPETTI
di David Ciaralli
S
ono sempre loro. Ricercati e conosciuti da tutti i giudici internazionali. Elementi pericolosi per gli avversari, con una fedina sportiva zeppa di
precedenti. Nell’ambiente lì davano per
spacciati, cotti, bolliti. La Giuria di Stoccarda aveva un verdetto di condanna già
scritto: quella banda azzurra è troppo
stagionata perché gli riesca il colpo a cinque cerchi. Invece, il piano studiato da
Maurizio Allievi è andato liscio come l’olio e l’operazione “10° posto” si è conclusa con la
spartizione del
bottino: sei biglietti per Beijing. “Eravamo
troppo uniti, non
potevamo fallire dirà il Responsabile della squadra
maschile ai cronisti increduli -
arrivare all’appuntamento decito pare i soliti sospetsivo senza acciacchi per noi era
ti italiani sono come
già un successo, vista l’età meil vino, migliorano
dia della truppa, così come esseinvecchiando.
re riusciti ad amalgamare un
Quella cinese, per
Busnari e Cassina,
gruppo di specialisti. La concorsarà la terza fuga
renza altissima non ci consentiolimpica e Igor si riva margini di errore o individuapresenterà con il
lismi di alcun genere. La posta
Matteo Angioletti
malloppo greco ansul piatto era troppo alta, per
cora in tasca. Per Angioquesto da Porto S.Giorgio al ritiro anletti, Morandi e Pozzo, invece, è la seticipato di una settimana a Schwabisch
conda volta, mentre Coppolino entra ufGmund abbiamo lavorato sul corpo e sulficialmente nella lista CIO di quelli da tela mente dei ragazzi. Fuoner d’occhio. “Negli Stati Uniti avevamo
ri non ci credeva nessuno,
ottenuto la qualificazione commettendo
per
questo
ora
c’è
più
guAlberto Busnari
degli errori - confessa sotto interrogatosto”. Recidivi, come ad
rio il DTN Fulvio Vailati, come persona a
Anaheim nel 2003,
conoscenza dei fatti - Con un quadrienquando gli stessi imnio in più sulle spalle questi ragazzi hanputati finirono 11esino compiuto, in Germania, la migliore premi, grattando il pass
stazione di squadra degli ultimi otto anni.
di Atene. Ora la queDopo gli Assoluti di Ancona sono entrati in
stione si fa seria. A quan-
Da sinistra: Cassina detto “Bilo”, Pozzo “il Piero”, Abe Busnari, Paolino Ottavi, Coppola, Angelo e Dog Morandi - (foto Vanda Biffani)
11
sufficiente. L’unico a scoprirsi è Enrico
un clima di
Pozzo, che quest’anno le ha davvero
determinata
combinate troppe. Dopo il titolo italiaserenità che li
no e lo scudetto, l’aviere di Biella rimaha portati ad
ne implicato nel Concorso Generale (16°
un’impresa per
con 89.550) e soprattutto finisce alla
molti ancora
sbarra (7° con 15.225), daincredibile. Alvanti al Mondo intero. Il
lievi ha sempiano è molto rischioso.
pre creduto in
L’Italia è inserita nella pequesto grupnultima suddivisione, con
po, riuscendo
l’Ucraina, la Grecia e due
a tenerlo al rigruppi misti. Lo schema è
paro da tanti
il 6-5-4: ne rimane fermo
piccoli problemi e sterili polemiche”. Il diuno a rotazione e un colpo
rettissimo Stoccarda-Pechino, insomma,
dei restanti è a salve. Non
era l’ultimo treno e che bisognasse assaltarlo con decisione, questo, i nostri,
ci sono alibi, alle 16.00
lo sapevano bene. Che i mandanti fosspaccate sono tutti al corAndrea
sero altri poco importa, nonostante si
po libero. Cassina fa il paCoppolino
stia indagando sull’operosa attività dei
lo, mentre gli altri, con Bucollaboratori del boss di Meda: Marco
snari in testa, svaligiano la pedana (17°
Fortuna, Giovanni Innocenti, Flavio Mancon 58.325). “Angelo” resta a piedi
dich, Serguei Oudalov, Andrea Sacchi e
quando i compagni tentano la fuga al
di molti altri rimasti nell’ombra. Tutta
cavallo. Pur con l’inciampo del “Coppogente di poche parole,
la” l’attrezzo più ostico
avanzi di palestra che coviene domato con il 9°
Matteo Morandi
noscono il Codice a mepunteggio (57.875) e si
moria. Tanto da sapere
passa al pezzo forte. Stache non conviene rischiavolta è “Abe” che rimane
re troppo per un gruzzofuori dal castello, ma i
lo di decimi. E allora via le
nostri anellisti si accoruscite e gli elementi più
gono tardi di essere fipericolosi! Le finali mondianiti in una trappola. I
li sono specchietti per le algiudici come cecchini
lodole. Alle gazze azzurre
sparano basso e senza
interessa arraffare almeno
un sedici non riusciamo
356 punti, anche se poi
a forzare la finale monquesta quota si rivelerà indiale. Non c’era bisogno
Igor Cassina
LA CAVALCATA OLIMPICA DELLA SQUADRA MASCHILE (CONCORSO I):
Squadra
TOT.
BUSNARI
13.875
15.200
COPPOLINO
14.200
12.500
15.875
14.850
14.000
MORANDI
14.075
14.075
15.550
15.900
15.050
13.800
88.450 (31°)
POZZO
15.300
14.325
14.075
15.700
14.925
15.225
89.550 (16°)
ANGIOLETTI
14.750
13.225
59.650 (189°)
15.100
72.150 (165°)
CASSINA
Tot. Italia
-
14.275
58.325 (17) 57.875 (9)
-
-
15.025
-
14.575
-
15.725
15.950
14.075
14.025
14.675
61.225 (4)
62.40 (17)
59.675 (12) 58.80 (5)
58.775 (192°)
71.425 (168°)
358.30
di soffiate per sapere che ci giocavamo
molto in quella specialità ed il 4° totale
(61.225) complica tutto. È il momento
di tirar fuori gli attributi. Uno dopo l’altro, Busnari vede i suoi complici volteggiare nell’aria come mai avevano fatto
prima e la squadra mette nel sacco altri 62.400
punti (17°). Il rischio è
scampato ma è alle
parallele che facciamo
bingo. Il Matteo di Monza assiste incredulo alla
performance degli altri
cinque (59.675 - 12°),
prima di ributtarsi nella mischia al posto di
Coppolino alla sbarra. È
l’ultimo ostacolo. “Bilo”,
non in perfette condizioni fisiche per un’infrazione sterno costale dovuta ad un’insaccata, attira tutta
l’attenzione su di sé, mentre “Angelo”,
Dog Morandi, “Busna” e, soprattutto,
un Pozzo da finale si portano a casa la
qualificazione (58.700 e 5° risultato all’attrezzo), sotto il naso di Canada, Francia e Gran Bretagna. Non c’è nemmeno
bisogno di aspettare la fine, con 358.30
punti gli italiani non li prende più nessuno. Quei ragazzacci irriverenti, vecchietti finiti, fanno ciao con la mano ai Canadesi, ai Bielorussi, agli Svizzeri, agli Australiani e agli Ucraini, che ad Aarhus 2006
gli erano davanti, con gli ultimi tre che rimangono addirittura fuori dai 12. Proprio
in Danimarca c’era pure quel Paolo Ottavi, che allo
Enrico Pozzo
Shleyer Halle ha dimostrato, se
pur da riserva, di essere
sempre nel
giro. È giovane, ma, come si dice,
chi va con
lo zoppo…
(foto Vanda Biffani)
12
UN’OTTIMA ANNATA
“L
a migliore stagione della mia
carriera!” così Enrico Pozzo ha
salutato l’exploit personale alla fine del suo quarto mondiale: 15° con
89.400 nel Concorso Generale e 5°, in
ex aequo con Jeffrey Wammes, alla sbarra (15.150). Dopo la forte lombalgia che
lo aveva tenuto lontano dalle pedane di
Aarhus, l’aviere di Biella si è ripreso a
Stoccarda la sua Nazionale. Le medaglie
di Cassina e Coppolino ad Amsterdam avevano fatto passare in secondo piano l’11° posto del piemontese nell’All-around continentale ed il 6° nella finale al Corpo libero, ma il
ginnasta cresciuto da
Andrea Sacchi ha
sempre saputo di essere uno dei punti di forza
della
Enrico P
ozzo
in finale
alla sba
rra
- (foto Va
nda Biffa
ni)
squadra maschile. Professionista serio,
acuto e saccente, al punto che i compagni lo chiamano Piero Angela, Enrico è
un leader naturale, solare e generoso,
eccetto quando gioca alla Play Station.
Al suo compagno di stanza, Matteo Morandi, potrebbe cedere un titolo italiano ma non la pole a GP4, il gioco sulle
moto con il quale si sfidavano regolarmente, nelle serate tedesche. I due sono amici da sempre ed oltre ad essere i
migliori generalisti italiani condividono
anche la passione per la velocità. “Avevo giurato che se Casey Stoner avesse vinto il Mondiale e noi fossimo andati tutti
insieme ai Giochi Olimpici mi sarei comprato una Ducati” - ci racconta Dog, il
cagnaccio di Vimercate, come l’avevano ribattezzato da piccolo per via del
suo fisico possente. Pozzo, invece, ha
una Yamaha 600 e siamo certi che non
si nasconderà dietro un problema di
gomme quando l’amico gli lancerà la
sfida. D’altra parte Enrico è uno che non
lascia nulla al caso. Ogni salita all’attrezzo per lui è importante. La Ginnastica
l’ha chiamato all’età di 6 anni e vent’anni dopo continua ad essere il
suo più grande amore, nonostante qualche acciacco
alla schiena, che negli
ultimi tempi, lo costringe ad un
programma
specifico,
agli ordini
del fi-
sioterapista Armando Barchi. Un po’ più
di stretching prima di iniziare il lavoro e
passa la paura. Che vuoi che sia per uno
che fino a due anni fa si faceva 60 km al
giorno da Cavaglià, in provincia di Biella, fino a Novara? Alla Libertas Vercelli,
con un castello troppo basso e senza buche era impossibile allenarsi.“Quinto al
mondo nella sbarra, ancora non ci posso
credere!” - confessa l’atleta dell’Aeronautica Militare, consapevole di aver regalato un’altra bella soddisfazione al suo
Gruppo Sportivo, a pochi giorni dall’argento di Andrew Howe ad Osaka - “Non
ho preso un collegamento tra un movimento e un salto ma per il punteggio di
partenza del mio programma non avrei
potuto ottenere di più. Ho pur sempre recuperato due posizioni rispetto al 7° posto delle qualifiche. Ora lavoreremo per
aumentare la difficoltà dell’esercizio e competere alla pari con gli altri. Magari in Cina, dove sarebbe splendido centrare una
finale insieme ad Igor. Senza nulla togliere a Cassina, che rimane un punto di riferimento in questa specialità, è sempre un
bene che ci sia un ricambio di ginnasti tra
i migliori otto. A livello d’immagine si lancia così il messaggio di un movimento in
salute”. Con un Kovacs avvitato in più
Pozzo partirebbe alla pari di Fabian
Hambuechen, ossia da 17, anziché dal
16.4 di Stoccarda. Con tre decimi in più
al corpo libero ed un volteggio come si
deve, infiammazione al piede destro permettendo, Enrico potrebbe davvero scalare la classifica del Concorso II, con un
occhio di riguardo alle medaglie d’apparato. La resistenza fisica e mentale sono dalla sua. Chiunque altro, dopo il raggiungimento dell’obiettivo olimpico
avrebbe mollato qualcosa psicologicamente. E, invece, l’azzurro ha sostenuto 13 prove mondiali in una settimana,
confermandosi in stabilità ed uniformità di livello. In confronto al Concorso I
13
tuale sta insieme dal
2001. Forse non sarà un buon segnale
in termini di ricambio generazionale
ma finché otteniamo questi risultati riusciamo a nasconderlo bene”. Sull’argomento è d’accordo pure Cassina,
che poco prima della partenza per
Schwabisch Gmund
aveva compiuto 30
anni: “Io mi diverto
ancora come il primo giorno - aveva
detto Igor, ben
contento di ritrovarsi in casa un rivale in più alla
sbarra - Anzi, a chi
mi
Enrico esulta con il dottor Ferretti e il suo tecnico Andrea Sacchi - (foto Vanda Biffani) prendeva in giro, il 15 agosto
(16° con 89.550), nella gara a 24 Pozscorso, chiamandomi
zo si è ripetuto al cavallo con 14.325,
vecchio, ho dato apha migliorato al corpo libero (15.400
puntamento a Londra
contro 15.300), agli anelli (14.150 2012”. Intanto, pe14.075) e al volteggio (15.800 rò, quest’Italia si go15.700), mentre ha perso due decimi e
de il presenmezzo alla sbarra (14.975 - 15.225) e
te. La
due alle parallele (14.725 - 14.925), scalando complessivamente una posizione.
“È vero, alla sbarra di venerdì ho pagato
un passo in uscita e un errore sul primo elemento, ma per il resto mi
sembrava di aver fatto anche meglio del pri-
mo
giorno.
Quel che contava di più, però, era la qualificazione per Pechino. Tutti i nostri esercizi erano stati tarati per questo obiettivo.
In molti ci davano per spacciati e questo
ci ha dato una carica in più. Il gruppo atPozzo al cavallo con maniglie
(foto Vanda Biffani)
29^ Olimpiade è lontana, almeno quanto le prestazioni dei cinesi, fortissimi in
tutti gli apparati, eccetto forse alla sbarra. Wei Yang, con 93.675, conserva la corona individuale maschile conquistata nel
2006, nonostante una rovinosa caduta
dallo staggio nell’ultima rotazione. Con
questa medaglia, la quarta della sua storia, la Cina porta a casa il 4° oro maschile, dopo il titolo di squadra (281.900),
davanti a Giappone (277.025) e Germania (273.525), quello al cavallo di Xiao
(16.300) e agli anelli di Yibing Chen
(16.700). Pozzo li guarda ancora dal basso in alto, mentre si degusta la sua annata DOC. Con lo scudetto sul petto,
strappato ai fortissimi
rivali di Meda, lo
scettro degli Assoluti, soffiato
al commilitone
Morandi,
un
bronzo al corpo
libero nella World
Cup di Cottbus,
ogni impresa
pare
possibile
all’Enrico
nazionale,
che a Pechino c’era già
stato nel 2001
per le Universiadi. Lo aspettiamo,
l’anno prossimo,
all’esame di laurea.
14
Qualificazione Concorso per Nazioni
Finale All-around
TOT
TOT.
1 JOHNSON Shawn
USA
15.175
15.375
15.900
15.425
61.875
2 NISTOR Steliana
ROU
14.875
15.225
15.550
14.975
60.625
3 BARBOSA Jade
BRA
15.900
14.950
15.700
14.000
60.550
3 FERRARI Vanessa
ITA
15.125
14.475
15.650
15.300
60.550
5 LIUKIN Anastasia
USA
14.750
16.100
14.575
14.675
60.100
6 YANG Yilin
CHN
14.700
15.575
15.075
14.675
60.025
7 XIAO Sha
CHN
14.625
14.975
15.650
14.350
59.600
8 LOZHECKO Yulia
RUS
14.700
14.150
15.625
14.775
59.250
9 IZBASA Sandra Raluca
ROU
14.650
14.075
15.325
15.175
59.225
10 JOURA Daria
AUS
15.175
14.400
14.350
14.875
58.800
11 TWEDDLE Elizabeth
GBR
14.575
15.925
13.375
14.850
58.725
12 HONG Su Jong
PRK
15.550
14.750
14.200
13.825
58.325
13 KRAMARENKO Ekaterina
RUS
14.025
15.450
14.025
14.350
57.850
14 HINDERMANN M.
GER
14.675
15.800
13.200
14.125
57.800
15 TSURUMI Koko
JPN
13.875
15.050
15.000
13.600
57.525
16 PETIT Marine
FRA
14.550
14.175
14.275
14.300
57.300
17 DE SIMONE Lenika
ESP
13.975
14.625
14.600
13.950
57.150
18 BRINKER Anja
GER
14.125
15.600
13.475
13.350
56.550
19 MACRI Federica
ITA
14.800
13.925
13.475
14.150
56.350
20 PALESOVA Kristina
CZE
14.200
14.675
14.625
12.750
56.250
21 MOREL Pauline
FRA
13.875
13.950
14.125
14.100
56.050
22 KAESLIN Ariella
SUI
14.325
14.525
12.825
13.700
55.375
23 HONG Un Jong
PRK
15.100
14.225
13.150
12.725
55.200
24 HOLENKOVA Valentina
UKR
13.500
13.600
14.550
13.500
55.150
1 Stati Uniti
2 Cina
3 Romania
4 Russia
5 Italia
6 Gran Bretagna
7 Francia
8 Brasile
9 Ucraine
10 Germania
11 Australia
12 Giappone
60.650 (1)
59.475 (2)
59.125 (4)
58.775 (6)
58.600 (7)
58.150 (9)
58.250 (8)
59.300 (3)
57.100 (13)
59.000 (5)
57.300 (11)
54.900 (19)
60.925 (3) 63.800 (1) 59.650 (1)
60.950 (2) 61.550 (3) 59.200 (2)
59.100 (10) 63.025 (2) 58.625 (3)
61.200 (1) 61.150 (4) 56.875 (6)
59.900 (6) 58.175 (11) 57.750 (4)
60.250 (5) 58.125 (12) 56.500 (9)
57.575 (12) 59.250 (6) 57.625 (5)
57.075 (14) 59.175 (8) 56.700 (7)
60.375 (4) 58.525 (10) 55.425 (12)
58.875 (11) 56.725 (13) 56.525 (8)
57.575 (12) 59.625 (5) 56.350 (10)
59.450 (8) 59.250 (6) 54.575 (13)
245.025 Q
241.175 Q
239.875 Q
238.000 Q
234.425 Q
233.025 Q
232.700 Q
232.250 Q
231.425
231.125
230.850
228.175
Finale Concorso per Nazioni
TOT.
1 Stati Uniti
2 Cina
3 Romania
45.950 (1) 47.325 (1) 45.800 (4) 45.325 (1)
44.375 (5) 46.650 (2) 48.150 (1) 44.275 (2)
44.825 (4) 44.175 (5) 45.850 (3) 43.250 (3)
4 Italia
BERGAMELLI Monica
BENOLLI Francesca
FERRARI Vanessa
MACRÌ Federica
PAROLARI Lia
ZANOLO Silvia
44.950 (3) 44.575 (4) 43.425 (6) 42.500 (7) 175.450
14.525
14.525
15.050
14.525
29.575
15.100
14.775
29.875
14.800
14.225
14.125
43.150
15.275
14.675
14.475
44.425
13.900
13.900
5
6
7
8
45.000 (2)
43.900 (6)
43.825 (7)
28.850 (8)
Brasile
Francia
Gran Bretagna
Russia
42.650 (7)
43.150 (6)
42.575 (8)
46.175 (3)
44.850 (5)
43.325 (7)
42.225 (8)
46.450 (2)
42.625 (6)
43.225 (4)
40.550 (8)
43.050 (5)
184.400
183.450
178.100
175.125
173.600
169.175
164.525
MEDAGLIERE
Ranking
(foto Vanda Biffani)
FINALI DI SPECIALITÀ
Volteggio
1
2
3
4
5
6
7
8
CHENG Fei
HONG Su Jong
SACRAMONE Alicia
HONG Un Jong
BARBOSA Jade
CHUSOVITINA Oksana
KOMRSKOVA Jana
ZAMOLODCHIKOVA Elena
Parallele asimmetriche
CHN
PRK
USA
PRK
BRA
GER
CZE
RUS
TOT
15.937
15.812
15.412
15.200
15.162
14.687
14.412
13.875
Trave
1
2
2
4
5
6
7
8
LIUKIN Anastasia
NISTOR Steliana
LI Shanshan
PONOR Catalina
MITCHELL Lauren
SEVERINO Isabelle
BARBOSA Jade
JOHNSON Shawn
1
2
3
4
5
6
7
8
SEMENOVA Ksenia
LIUKIN Anastasia
YANG Yilin
WEDDLE Elizabeth
HINDERMANN M.
NISTOR Steliana
HONG Su Jong
FERRARI Vanessa
RUS
USA
CHN
GBR
GER
ROU
PRK
ITA
TOT
16.350
16.300
16.150
16.125
15.875
15.800
15.650
14.700
Corpo libero
USA
ROU
CHN
ROU
AUS
FRA
BRA
USA
TOT
16.025
15.900
15.900
15.700
15.425
14.675
14.575
14.475
1
2
3
4
5
6
7
8
JOHNSON Shawn
SACRAMONE Alicia
VERICEL Cassy
JIANG Yuyan
CHENG Fei
FERRARI Vanessa
TWEDDLE Elizabeth
IZBASA Sandra Raluca
TOT
15.250
15.225
15.125
15.100
15.075
15.050
14.900
14.525
TOTALE
Cina
5
1
2
8
2
USA
4
2
1
7
3
Germania
1
1
1
3
4
Slovenia
1
1
5
Brasile
1
6
Corea
1
1
Polonia
1
1
Russia
1
9
Romania
2
1
2
1
3
1
4
10
Giappone
1
4
5
11
D.P.R. per Corea
1
1
2
12
Ungheria
1
1
Olanda
1
1
Spagna
1
15
USA
USA
FRA
CHN
CHN
ITA
GBR
ROU
Federation
1
Bulgaria
1
1
1
Francia
1
1
Gran Bretagna
1
1
Italia
1
1
Uzbekistan
1
1
15
Qualificazione Concorso per Nazioni
Finale All-around
TOT.
TOT.
1
2
3
4
5
6
7
8
8
10
10
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
YANG Wei
HAMBUECHEN Fabian
MIZUTORI Hisashi
HORTON Jonathan
KIM Dae Eun
MARTINEZ Rafael
KOCZI Flavius
LIANG Fuliang
YANG TaeYoung
SELARIU Dorin Razvan
FUENTES Jose Luis
TOMITA Hiroyuki
RYAZANOV Yury
SAVITSKI Dzmitry
POZZO Enrico
FOKIN Anton
DURANTE David
BOY Philipp
CAPELLI Claudio
KIKUCHI David
MARAS Vlasios
UDE Filip
SANDY Casey
DEVIATOVSKI Maxim
CHN
GER
JPN
USA
KOR
ESP
ROU
CHN
KOR
ROU
VEN
JPN
RUS
BLR
ITA
UZB
USA
GER
SUI
CAN
GRE
CRO
CAN
RUS
15.350 15.550 16.400 16.425 16.350 13.600 93.675
15.475 14.225 14.350 16.300 15.800 16.050 92.200
15.500 14.975 14.350 15.875 15.750 14.950 91.400
15.625 13.975 15.250 16.075 15.450 14.825 91.200
15.800 14.500 14.575 15.875 16.050 14.250 91.050
15.800 14.825 14.825 15.750 15.300 14.525 91.025
15.275 15.275 14.550 16.475 15.025 14.275 90.875
15.850 14.575 14.550 16.025 15.525 14.325 90.850
15.250 14.925 14.700 16.100 15.525 14.350 90.850
15.525 14.375 15.125 16.175 14.550 14.600 90.350
14.600 15.325 15.075 15.525 15.300 14.525 90.350
14.225 14.300 16.050 15.700 15.900 13.975 90.150
14.400 14.625 15.075 15.900 15.400 14.475 89.875
15.175 15.000 15.350 15.275 15.650 12.950 89.400
15.400 14.325 14.150 15.800 14.725 14.975 89.375
14.825 13.425 14.875 15.750 15.900 14.500 89.275
13.700 14.750 14.875 15.725 15.300 14.475 88.825
14.900 14.525 14.875 14.775 15.025 14.550 88.650
14.775 14.175 14.425 16.125 14.925 13.800 88.225
14.575 13.900 14.900 15.575 15.100 14.100 88.150
14.850 12.850 14.275 15.750 15.000 15.050 87.775
15.450 13.525 13.650 15.725 15.100 14.175 87.625
14.700 13.725 14.475 15.650 15.125 13.700 87.375
15.275 14.925 15.525 16.100 3.725
65.550
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Cina
Giappone
Germania
Stati Uniti
Russia
Romania
Spagna
Corea
Francia
Italia
Canada
Bielorussia
61.850 (2) 62.275 (1)
62.075 (1) 59.300 (4)
60.500 (6) 58.550 (8)
61.125 (4) 58.600 (7)
57.300 (22) 58.675 (6)
59.975 (12) 60.225 (2)
61.775 (3) 56.825 (13)
60.775 (5) 57.875 (10)
60.000 (10) 55.750 (18)
58.325 (17) 57.975 (9)
60.250 (9) 57.825 (11)
59.650 (13) 58.825 (5)
63.425 (1) 64.325 (2) 63.900 (1) 58.500 (7)
60.775 (7) 63.775 (6) 63.775 (2) 61.025 (1)
60.300 (8) 64.175 (4) 61.425 (7) 59.400 (2)
61.250 (3) 63.225 (9) 61.275 (9) 58.525 (6)
61.475 (2) 63.450 (8) 62.400 (4) 58.875 (3)
60.900 (5) 64.875 (1) 59.475 (14) 56.175 (18)
60.875 (6) 64.275 (3) 59.675 (12) 57.300 (9)
58.025 (18) 62.875 (12) 63.650 (3) 57.200 (10)
59.325 (10) 63.700 (7) 62.375 (5) 58.750 (4)
61.225 (4) 62.400 (17)59.675 (12) 58.700 (5)
58.550 (14) 63.225 (9) 61.350 (8) 56.500 (17)
59.125 (11) 62.050 (18) 61.475 (6) 55.550 (20)
374.275 Q
370.725 Q
364.350 Q
364.000 Q
362.175 Q
361.625 Q
360.725 Q
360.400 Q
359.900
358.300
357.700
356.675
(foto Vanda Biffani)
Finale Concorso per Nazioni
TOT.
1
2
3
4
5
6
7
8
Cina
Giappone
Germania
Stati Uniti
Corea
Spagna
Russia
Romania
46.175 (2)
45.750 (6)
45.975 (4)
46.800 (1)
45.900 (5)
46.100 (3)
44.250 (8)
44.600 (7)
47.025 (1)
45.700 (2)
44.000 (3)
43.525 (6)
43.825 (4)
43.500 (7)
42.275 (8)
43.550 (5)
47.525 (1)
44.875 (6)
44.450 (7)
46.350 (2)
42.625 (8)
45.200 (5)
45.975 (3)
45.250 (4)
48.375 (2)
47.475 (6)
47.925 (4)
47.300 (7)
47.525 (5)
48.050 (3)
46.625 (8)
48.850 (1)
48.050 (1)
47.250 (3)
46.150 (4)
46.100 (5)
47.475 (2)
44.500 (7)
45.850 (6)
43.375 (8)
44.750 (3)
45.975 (1)
45.025 (2)
42.200 (6)
42.600 (5)
42.050 (8)
44.225 (4)
42.125 (7)
281.900
277.025
273.525
272.275
269.950
269.400
269.200
267.750
FINALI DI SPECIALITÀ
Corpo libero
1
2
3
4
5
6
7
8
HYPOLITO Diego
DEFERR Gervasio
MIZUTORI Hisashi
ALVAREZ Guillermo
SHATILOV Alexander
ZOU Kai
LIANG Fuliang
OKIGUCHI Makoto
Cavallo con maniglie
BRA
ESP
JPN
USA
ISR
CHN
CHN
JPN
TOT
16.150
15.950
15.650
15.600
15.575
15.550
15.125
14.925
POL
ROU
PRK
PRK
UKR
GER
ROU
ESP
TOT
16.512
16.500
16.387
16.362
16.250
15.975
15.825
15.387
Volteggio
1
2
3
4
5
6
7
8
BLANIK Leszek
POPESCU Ilie Daniel
RI Se Gwang
RI Jong Song
ISAYEV Andriy
HAMBUECHEN Fabian
KOCZI Flavius
BOTELLA PEREZ Isaac
1
2
3
4
5
6
7
8
XIAO Qin
BERKI Krisztian
SMITH Louis
YANG Wei
TOMITA Hiroyuki
ARTEMEV Alexander
KEATINGS Daniel
IHNATOVICH Alexei
CHN
HUN
GBR
CHN
JPN
USA
GBR
BLR
Anelli
TOT
16.300
15.700
15.600
15.475
15.325
15.175
14.750
14.700
Parallele simmetriche
1
1
3
4
5
6
7
8
PETKOVSEK Mitja
KIM Dae Eun
FOKIN Anton
YOO Won Chul
HUANG Xu
YANG Wei
HOSHI Yosuke
CUCHERAT Yann
SLO
KOR
UZB
KOR
CHN
CHN
JPN
FRA
1
2
3
4
5
6
7
8
CHEN Yibing
VAN GELDER Yuri
JOVTCHEV Jordan
TAN Kai Wen
CARMONA Regulo
YANG Wei
SAFOSHKIN Alexander
TOMITA Hiroyuki
CHN
NED
BUL
USA
VEN
CHN
RUS
JPN
TOT
16.700
16.625
16.575
16.325
16.175
16.150
16.075
15.925
GER
SLO
JPN
NED
NED
ITA
GRE
JPN
TOT
16.250
15.825
15.775
15.700
15.150
15.150
14.275
13.300
Sbarra
TOT
16.250
16.250
16.200
15.975
15.950
15.900
15.850
15.350
1
2
3
4
5
5
7
8
HAMBUECHEN Fabian
PEGAN Aljaz
MIZUTORI Hisashi
ZONDERLAND Epke
WAMMES Jeffrey
POZZO Enrico
MARAS Vlasios
TOMITA Hiroyuki
ni)
16
CIASCUNO È ARTEFICE
DELLA PROPRIA FORTUNA
L
a Kramarenko è pronta alla rincorsa. 25 metri la separano dal cavallo del volteggio. La sua squadra è
in lotta con Stati Uniti, Cina e Romania
per un posto sul podio mondiale, ma la
russa perde il passo ed interrompe la corsa poggiando le mani sull’attrezzo. Lo
sguardo di Ekaterina è perso nel vuoto,
mentre la compagna Elena Zamolodcikova, campionessa olimpica al volteggio
nel 2000, si scioglie in un pianto impotente, che finisce sui maxi schermi del
Hanns Martin Schleyer Halle. L’hara kiri
della Russia schiude all’Italia le porte di
uno storico 4° posto, dietro le superpotenze della Ginnastica internazionale. A
Mosca non la prenderanno bene, come
dimostrano le espulsioni, al rientro in patria, della Lozhecko e dell’oro continentale Maxim Deviatovskyi, rei di non aver
seguito le indicazioni del tecnico Andrei
Rodionenko. Uno stato di confusione ge-
nerale, insomma, di cui avevamo avuto
qualche avvisaglia quando in occasione
della World Cup di fine aprile negarono
il visto alla Ferrari. Ma anche per le azzurre, all’inizio, le cose non si erano messe tanto bene. REWIND A Stoccarda
la stella di Genivolta è apparsa subito offuscata per un dolore al piede sinistro,
che solo al rientro in Italia, dopo nuove
lastre, si scoprirà essere una microfrattura. Incertezza e un po’ di frustrazione
cominciano a strisciare tra le stanze del
Mercure City Center. La Zanolo risentiva ancora del leggero stiramento all’adduttore destro per il quale aveva precauzionalmente saltato gli Assoluti. La prova podio è da cardiopalma con la Bergamelli che cade due volte dalla trave e
la Ferrari che soffre al corpo libero, sbagliando il secondo tsukahara. “Ho pianto - dirà un mese dopo - ero delusa. Vedere le americane che mi facevano corag-
di David Ciaralli
gio mi dava tanto fastidio. Ma con quella
fratturina cosa potevo fare?”. Sulle minute spalle di Vany monta non solo la responsabilità di difendere il titolo ma il
peso tremendo della qualificazione olimpica del resto della squadra. Circolavano voci di un esercizio al corpo libero
semplificato, che gli avrebbe pregiudicato la finale di specialità. Arriva il momento delle scelte. La Bradaschia finisce
in tribuna. “Ho lavorato per farmi trovare pronta - dichiara Sara - Mi dispiace non
dare il mio contributo ma farò il tifo dagli
spalti”. L’ingresso di Silvia fa uscire la Benolli dal quintetto al corpo libero, in modo che la giuliana abbia più tempo per
recuperare tra la trave e il “suo” volteggio. Lo staff tecnico - Casella, i coniugi
Pecar, Francia, Di Rienzo e Zifcak - è un
blocco di granito, tutte le decisioni vengono prese collegialmente e motivate
alle ragazze. Partiamo al mattino del pri-
Da sinistra: L. Parolari, M. Bergamelli, S. Zanolo, M. Francia, Zifcak, S. Bradaschia, F. Benolli, F. Macrì, V. Ferrari, D. Pecar, T. Macrì, E. Casella e S. Scintu - (foto Vanda Biffani)
17
mo dei due giorni di gara, prima ancora della cerimonia di apertura, nella seconda di 10 suddivisioni. Il pericolo è
che la Giuria, per stanchezza o assuefazione, allenti progressivamente il livello
di guardia. Scintu, tra una rotazione e
l’altra, modifica le fasciature al piede malato della Ferrari con la stessa velocità
con cui cambiano le gomme alla rossa
di Maranello. Ma è a questo punto che
l’Italia ginnica scopre attorno al suo astro
sofferente una vera e propria costellazione. Le compagne si stringono a protezione della loro fuoriclasse e nonostante un suo errore alla trave conquistano,
con uno storico 5° posto, il pass per Pechino e la finale a otto per nazioni. Monica, parte per prima in tutti gli attrezzi
e tira fuori una delle più bella gara della sua lunga carriera, infondendo alle altre la sicurezza della veterana. Una Macrì altrettanto decisa entra con un
57.575 tra le migliori 24, nonostante fatichi un po’ a domare quella trave, a detta di tutte, traballante e venga pagata
meno del dovuto al corpo libero. Anche
Lia e Francesca danno un contributo decisivo, eccellendo, rispettivamente, alle
parallele e al volteggio, mentre la Zanolo, con una musica troppo bassa e una
preparazione spezzata dall’infortunio,
non riesce ad esprimersi come vorrebbe. E la Ferrari? Con una gamba sola è
5ª, davanti alla Barbosa e alla Izbasa, a
circa un punto dalla leader provvisoria,
la Nistor. Il mondo, però, scopre un’altra qualità di Vanessa: il sacrificio. La
Memmel e la Liukin, ad Aarhus, in non
perfette condizioni fisiche, preferirono
Francesca Benolli
Monica Bergamelli
Federica Macrì
Lia Parolari
non andare incontro a brutte figure. La
campionessa azzurra, invece, non si è tirata indietro, completando il programma standard e conquistando con due
sesti posti sia la finale al corpo libero che
quella alle parallele. A questo punto, però, prima dell’All-around l’aspetta un’altra fatica, il concorso IV per nazioni. La
femminile italiana non è mai andata oltre il nono posto e la squadra ora non ci
sta, seppur con le olimpiadi in tasca, a
fare una semplice passerella. “Si può togliere un sogno ad un gruppo così?” si chiede Casella. Subentrano allora i tatticismi: Vany viene risparmiata alla trave
e al corpo libero. La formula del 6-3-3,
quella che ci aveva favoriti a Volos, ossia
tre salite secche per attrezzo senza scarti di punteggio, può tornare ancora utile. Con la Ferrari part-time, le altre si sentono più responsabilizzate, soprattutto
la Macrì e la Parolari, le uniche impegnate in tre apparati. L’Italia, con il 3° totale al volteggio e, nonostante la caduta
della Ferrari, il 4° alle parallele stava confermando la propria posizione dietro i
quattro dream team. Poi la Russia, nell’ultima rotazione, è salita al volteggio.
“È tutto merito della preparazione - dichiara in mixed zone il responsabile azzurro, tradendo i suoi studi d’ingegneria. Ogni volta che facciamo bene un esercizio in palestra è come se mettessimo in
un vaso una pallina bianca. Ogni errore,
invece, è una pallina nera. Più si lavora,
quindi, e più si riducono le probabilità di
pescare in gara la pallina sbagliata”. Faber est suae quisque fortunae, dicevano gli antichi.
LA CAVALCATA OLIMPICA DELLA SQUADRA FEMMINILE (CONCORSO I):
Silvia Zanolo
Squadra
Vanessa Ferrari
VO
PA
TR
CL
13.825
BERGAMELLI
13.825
14.075
14.725
BENOLLI
15.050
14.975
13.950
-
TOT.
56.450 (32ª)
43.975 (153ª)
FERRARI
14.950
15.750
14.800
15.050
60.550 (5ª)
MACRI’
14.775
14.200
14.250
14.350
57.575 (20°)
14.975
14.400
PAROLARI
-
ZANOLO
-
Tot. Italia
58.600 (7)
59.900 (6)
58.175 (11)
14.525
43.900 (154°)
13.525
13.525 (211°)
57.750 (4)
234.425
18
LO SHOW DI VANESSA
NEL GIORNO DI SHAWN
A
ll’alba del 6 settembre si spegne
Luciano Pavarotti. La scomparsa
del maestro sembrava un cattivo presagio per la ginnasta che trionfò
sulle note del “Nessun Dorma”. Malconcia e provata, dopo quasi due anni di invincibilità negli All Around nazionali ed
internazionali, la campionessa del Mondo si lecca le ferite, al termine delle battaglie di squadra. Ora è sola. “Non sono
una macchinetta - risponde con coraggio a chi cerca di fornirgli alibi per l’errore alla trave in qualifica e quello alle
parallele nella Concorso IV - Ho sbagliato e basta, il dolore al piede non c’entra”.
Ma non è vero e lo scoprirà più tardi.
“Quello che era parso un risultato importante per noi tutti, adesso diventa un’impresa epica - dichiarerà Casella, con le laVanessa Ferrari alle parallele e a sinistra Federica Macrì
al corpo libero - (foto Vanda Biffani)
stre in mano - Vincere un bronzo ai Campionati del Mondo con un piede fratturato è la conferma di quanto sia brava e forte questa ragazza, della sua inedita capacità di soffrire a dispetto della giovanissima età”. Nelle training halls, finché erano in gara anche le compagne, Vanessa stava a guardare, con la borsa del ghiaccio. Un po’di stretching,
17 minuti di attesa al corpo libero, ancora allungamenti, un nuovo bendaggio
di Scintu, altri 17 minuti di pausa alla trave, una rincorsa, forse un salto al volteggio e finalmente le parallele, con una
condizione fisica, però, inevitabilmente
calante. Un’altra scusa per giustificare le
tre cadute al Comaneci? Non è nello stile Ferrari e poi sbagliò anche in finale ad
Amsterdam. Il volto
è tirato ma la tigre ferita entra nell’arena. C’è un’esordiente americana - una
di quelle primedonne d’oltreoceano che
le appaiono così smorfiose - che dicono
sia più forte di lei. La Ferrari (15.125) supera il volteggio a mezzo decimo dalla
Johnson (15.175), ma è la Barbosa
(15.900) a tentare la prima fuga. Vany
è nel gruppo delle migliori, insieme
alla Liukin, alla Nistor e alla Tweddle, oltre a Shawn e a Jade, naturalmente. Fuori, da tener d’occhio, ci sono le due cinesi,
Yang e Xiao, la Izbasa e la
Lozhenko. Alla trave, invece,
c’è la Macrì, che zitta zitta,
mentre gli occhi sono
tutti puntati sulla bresciana, prova a migliorare il 20° posto
del Concorso I. “Il
mio obiettivo non
era certo quello di
vincere una medaglia - dichiara Federica ai giornalisti
- Questa fina-
le mi ripaga dell’impegno profuso durante
tutto l’anno ed in particolare nell’ultimo periodo. Abbiamo lavorato tanto per ottenere
questi risultati, non sono frutto del
caso”. Nella seconda rotazione la
Ferrari parte per 4^ alle parallele.
Neanche il tempo di trattenere il
fiato e dall’appoggio frontale slancia il corpo minuto all’indietro ed
19
esegue un salto giro avanti a gambe divaricate, ma non impugna lo staggio e
finisce in terra. Ecco, non c’è due senza
tre, avrà pensato, non sapendo che ci sarebbe stato un quarto tonfo nella finale
di specialità. Vanessa incassa un 14.475
e le avversarie le passano sopra come un
carro armato. La Liukin aggancia in vetta la brasiliana (30.850), poi ci sono le
cinesi e l’altra statunitense (30.550). L’azzurra (29.600) scivola in nona posizione, nel traffico. Fede, intanto, esegue un
buon corpo libero (14.150), sopravanzando la Brinker, con la quale si gioca la
18esima piazza. Dicesi “sorpasso”, nel
dizionario italiano, la manovra con cui si
passa oltre qualcosa che precede. Nella
situazione della Ferrari, a metà percorso,
serviva, piuttosto, una rimonta e la trave ballerina di Stoccarda non era certo il
posto più idoneo per mettere la freccia.
Eppure con un esercizio senza sbavature e 15.650 punti l’italiana si riporta al
sesto posto, complici i capitomboli di
“Nastia” (14.575) e della Tweedle. La
Barbosa (46.550) rimane sola al comando, con la Johnson, artefice di un programma da applausi (15.900), staccata
di un decimo. La Macrì al volteggio, con
un salto da 14.800 sembra avere definitivamente la meglio sulla tedesca
(14.125). La sfida all’ultimo apparato vede le prime sette ginnaste compresse
in un punto e
mezzo. La
Barbosa
(14.00) parte
per prima al
corpo libero
ma fallisce una
diagonale e
getta clamorosamente alle ortiche
la meda-
glia d’oro. Tocca a Vany che con una
buona esecuzione (15.300) aggancia al
vertice la brasiliana (60.550), sopraffatta dalle lacrime. Dopo la coppia pari merito, passano solo la Nistor, argento con
60.625, e la nuova campionessa mondiale, la ginnasta stelle e strisce di Liang
Chow, che con una prova da 15.425
chiude a 61.875. Shawn Johnson aggiunge così il titolo del Concorso Generale a
quello a squadre, ma prima di tornare
nell’Iowa incrementerà il suo bottino personale con l’oro al corpo libero. Il bronzo dell’azzurra, invece, si apprezza sulla
borsa ginnica con il passare delle ore. Il
titolo di Vanessa, nonostante la deposizione, subisce un ulteriore rialzo. Il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, presente in tribuna d’onore accanto al prof.
Agabio, si complimenta personalmente
con il gioiello italiano. È stata una rincorsa emozionante e se entrava quel Comaneci, forse, saremmo qui a raccontare
un’altra impresa.
“Quel salto, in
allenamento,
mi riesce 10
volte su 10 dice in mixed zone con
La Ferrari al volteggio. In basso Salvatore Sciuntu verifica le condizioni di Vanessa - (foto Vanda Biffani)
il viso finalmente sereno - Sono riuscita, comunque, a recuperare la concentrazione. Credo che molte altre, al posto
mio, avrebbero mollato”. Un sesto posto nella finale al corpo libero, con un
15.050 discusso e discutibile, e l’ultimo alle parallele (14.700), dopo l’ennesima caduta, chiudono l’avventura
in Germania della ginnasta brixiana. “è
ora di cambiare body ed esercizi - aggiunge guardando a Pechino - Via il Comaneci e nuova musica per il corpo libero. Ho sentito male al piede soltanto nel
warm up, però adesso ho voglia di vacanze”. È contenta anche Federica che
conclude 19esima (56.350) a due decimi da Anja Brinker, incontenibile alle parallele. Al rientro in Italia una risonanza magnetica trova una microfrattura nel piede della Ferrari. “L’abbiamo
fermata, il gesso non era necessario, basta un po’ di riposo - spiega Casella il
giorno della presentazione della Palestra di Brescia - Ma intanto, tornando
indietro con la mente, ancora non riusciamo a capire come abbia fatto a
salire sul podio in quelle condizioni”.
20
TRE TRIESTINE ENTRARONO A… BEIJING
“C
’erano 3 Bresciane, 3 Triestine ed una Bergamasca…” Non è una barzelletta, né uno scioglilingua ma la spina
dorsale lombardo-giuliana della squadra
femminile italiana, venutasi a creare dopo i raduni estivi di Rimini, Trieste e Brescia, il forfait dell’imolese Carlotta Giovannini, infortunata alla schiena, e la rinuncia alla romana Lorena Coza, per ragioni tecniche. Un asse geografico vincente che, seppur impreziosito da Lia Parolai - la ginnasta dell’Estate ’83 Travagliato, nata ad Orzinuovi e cresciuta a
Cossirano, nella provincia bresciana - ricalca in gran parte l’attuale predominio
di Brixia ed Artistica ’81 nelle ultime edizioni del campionato
di Serie A1.
Quella della
società triestina, in particolare, è stata
una spedizione
segnata da momenti di grande
trasporto emotivo,
a cominciare
ioll
en
B
a
sc
ce
n
Fra
)
alli
iar
.C
D
to
(fo
Da sinistra: Sara, Fede e Francy
scrivono 18 con le mani e l’aiuto di Lia
dai compleanni della Bradaschia, il 7 agosto, della Macrì il 22 e della Benolli, il 26.
Tre agostane - un leoncino, una cuspide
ed una vergine - con un sogno di mezza estate chiuso nello stesso cassetto: “All’oroscopo non ci credo ma ogni tanto non
mi dispiace leggere cosa dice - confessa
Francesca, che come Sara, ha compiuto
18 anni - Dicono che è tipico del mio segno l’essere troppo perfezionista. A me,
in effetti, piace far bene le cose e con un certo ordine”.
Il compleanno della
maggiore età, per
una donna, è il giorno più importante,
naturalmente dopo
quello delle nozze. Il
destino ha voluto
che fosse un debutto ginnico nel
Mondiale di Artistica e non un
ballo in uno sfavillio di luci, specchi e
stucchi dorati, a consacrare
l’ingresso della Benolli nella
società degli adulti. Sono tre
anni che Francy sogna una
festa serena, dopo il ges-
so del 2005 - a poche settimane sia dal
trionfo di Debrecen che dall’incidente di
Trieste - e la grande paura al rientro, con
un nuovo infortunio nell’incontro con la
Russia del 2006. “Non avrei potuto chiedere di meglio che spegnere le candeline
con le mie compagne di Nazionale - ci disse commossa l’azzurra. Francesca è un
fiore di ragazza, restituita alla vita agonistica grazie anche all’impegno dei suoi
allenatori, Diego Pecar e Teresa Macrì,
che le sono stati vicini nel lungo decorso post-traumatico, evitando che mollasse psicologicamente. “Sia io che Fede
gli abbiamo dato qualche dritta - ci confida la Bradaschia, che non avrà vinto un
oro continentale come la Benolli, ma che,
rispetto alla compagna, poteva già vantare l’esperienza di Aarhus - Questo è un
gruppo molto unito e pure se io non ho gareggiato, per noi triestine è stato già un
successo essere qui tutte insieme”. Per i
coniugi Pecar la soddisfazione principale, però, è stata quella di vedere le loro
tre ragazze diventare grandi nel far grande l’Italia intera. “In due gare mondiali e
32 esercizi complessivi - ci fa notare Diego - abbiamo avuto soltanto due cadute.
Questo è lo specchio di una squadra solida che fa della stabilità all’attrezzo il suo
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MONY, L’ALLENATRICE IN CAMPO
S
Teresa Macrì ed
Enrico Casella
in Germania
(foto Vanda Biffani)
punto di forza. Le ginnaste sono insieme
dal 22 giugno e non è sempre facile, quando si vive così in simbiosi per tanto tempo,
mantenere un clima sereno. Loro, invece,
sono diventate inseparabili. I due blocchi,
quello bresciano e quello triestino, hanno
fatto di tutto per aiutarsi reciprocamente,
in quanto, conoscendo le rispettive potenzialità, nessuno voleva vanificare l’impegno altrui. I successi della nazionale sono
frutto di questo lavoro congiunto”. Anche
a livello individuale l’amicizia è stato un
collante decisivo, come nel caso della Macrì che, nella finale All-around, insieme a
Pecar, ha voluto al suo fianco, nell’inedito ruolo di allenatrice, pure la Benolli.
“Abbiamo preso queste ragazze all’età di
5 anni per avviarle alla specialità quando
ne avevano 8 - conclude Teresa, che era
con Enrico Casella a bordo pedana dello
Schleyer Halle in tutte e otto le rotazioni
dei due concorsi di squadra - Per noi sono come delle figlie. Quando ad una capita di essere in difficoltà, ci sono le altre a
sostenerla. Devo dire che in Germania questo discorso è valso soprattutto per Sara,
che, rimanendo fuori, ha avuto l’affetto e
il sostegno di Francy e Fede”. Tutti per uno
ed uno per tutti, insomma, senza dimenticare il presidente Fulvio Bronzi e molti
dei 550 iscritti alla Artistica’81, che hanno atteso il ritorno a casa delle loro beniamine per celebrare un’unica grande
festa a cinque cerchi.
e le avessero predetto,
con due Olimpiadi alle
spalle - Sydney 2000 ed
Atene 2004 - un titolo europeo
a squadre e ben 7 mondiali,
che sarebbe passata alla storia come la compagna di
squadra di un’altra azzurra,
fino a qualche tempo fa
Monica avrebbe risposto in
bergamasco: “chè diset sö
po’?!” (ma che stai dicendo?!).
Eppure la vita, così come lo
Casella e la Bergamelli a Stoccarda - (foto Vanda Biffani)
sport, a volte è bizzarra ed
allora la Bergamelli, un’icona
della Ginnastica Artistica italiana, per risultati e longevità, ha accettato, serenamente, di mettere la sua esperienza al servizio del fenomeno Ferrari. “Ad Aarhus dovevo semplicemente
prepararle lo staggio alle parallele asimmetriche, poi Casella mi ha lasciata in campo per
tutta la gara e non ne sono più uscita. Ora sono felice di stare accanto a Vany, perchè sento
di poterla aiutare più di chiunque altro, in quei momenti. Ben inteso, le indicazioni tecniche
le dà sempre Enrico, mentre io mi limito a qualche consiglio, senza prendere mai iniziative.
Vanessa è un tipo molto riservato ed io rispetto i suoi equilibri. Se ne ha bisogno è lei che
viene da me”. Mony si sente ancora un’atleta e il suo valore lo ha dimostrato anche a
Stoccarda, c’è tempo per appendere il body al chiodo. “La Ferrari, prima di ogni altra cosa,
è una mia compagna di squadra ed un’amica. Lei non mi vede come un tecnico, anche
se, eccetto che per l’assistenza nei salti alle parallele, non avrei problemi ad accompagnarla da sola in pedana. Tra noi c’è molta complicità. Siamo due tipe introverse e ci capiamo
al volo. La conosco dall’età di 7 anni e da quando è senior dividiamo la camera in tutte le
trasferte. Ormai c’è quasi un rapporto telepatico. I consigli che le do? Concentrarsi, non
pensare mai alla globalità dell’esercizio, ma ad ogni singolo elemento”. E poi Vanessa è
molto curiosa delle carriera di Monica. “È vero, ogni tanto mi chiede cosa facevo alla sua
età. Lei immagina il suo futuro in base a quello che è stato il mio passato”. La Ferrari, per
una che ha conosciuto tante campionesse, è una 17enne come le altre ma con una forza
di volontà fuori dal comune. “Con la testa è sempre in palestra.
Ogni tanto al mattino mi racconta di aver pensato ad una nuova combinazione. Se
Enrico accetta le sue proposte, ci prova subito e se l’elemento non le viene bene, si arrabbia pure. Qualora, per quaMony carica Vanessa - (foto Vanda Biffani)
lunque ragione, non potessi
esserle vicino a Pechino le
direi, prima di partire, di
stare tranquilla, di fare come
sempre, senza pensare che
è un’Olimpiade:
È una gara come le altre,
Vany! non guardare le avversarie e concentrati sul tuo
repertorio”.
di Irene Castelli