il nuovo miracolo italiano - Federazione Ginnastica d`Italia

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il nuovo miracolo italiano - Federazione Ginnastica d`Italia
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IL NUOVO MIRACOLO ITALIANO
di David Ciaralli
L
a Ferrari non vince tutto quello
che avrebbe potuto, ma dopo
l’oro conquistato nel Concorso
Generale, bissando il titolo mondiale, fa sua anche la finale del corpo libero, diventando a tutti gli effetti la
“reginetta d’Olanda”. “Sono riuscita
a confermare la vittoria di Aarhus, era
il mio obiettivo, la cosa più difficile - dice la nuova stella del firmamento internazionale - Se vinci una volta può
essere fortuna. Ora sono una certezza”. Vanessa è l’unica ginnasta a salire due volte sul massimo gradino del
podio di Amsterdam. L’inno di Mameli, grazie a l’exploit di Carlotta Giovannini al volteggio suona invece per
ben tre volte. Niente male se si considera che la bandiera rumena non
tocca mai il pennone più alto e quella russa lo fa quanto la nostra. L’Italia è seconda nel medagliere, grazie
al secondo posto agli anelli di Coppolino e al terzo alla sbarra di Cassina, ma la Russia ci precede soltanto
per due bronzi e la Romania ci pareggia in quantità, non in qualità. Questa è la fotografia: la ginnastica azzurra ha raggiunto corazzate che fino a
pochi anni addietro facevano scuola
nel Vecchio Continente. “È importante creare un’immagine vincente - ci
spiega il tecnico Enrico Casella - Basti pensare ai ginnasti dell’Est e all’alone di invincibilità che li circondava per
capire l’influenza psicologica di certi
meccanismi. L’accoglienza che ora ci riservano è molto cambiata. Noi, però,
dobbiamo rimanere con i piedi ben saldi in terra. C’è grande ammirazione e
rispetto per il nostro lavoro. Abbiamo
dimostrato che anche un Paese «normale», con l’impegno e la passione, può
raggiungere risultati importanti. Prima
si pensava che le medaglie d’oro fossero la conseguenza di certe strutture so-
ciali di nazioni come Cina o Unione Sovietica oppure delle disponibilità economiche di superpotenze come gli Stati Uniti. Il fatto che una squadra dell’Europa occidentale, con i problemi atavici di quest’area geografica, legati principalmente all’impiantistica e alle risorse umane, sia riuscita a battere una tale concorrenza infonde fiducia in tutte
le altre. Certo, esistono scuole diverse
anche all’interno dell’Unione Europea.
Il miracolo italiano, in qualunque disciplina, è sempre nato dalla libera iniziativa personale, dalla creatività e dalla
buona volontà dei singoli. Per questo
stiamo cercando di rendere organica
questa caratteristica, riproducendo, o
meglio, promuovendo la nascita spontanea di tante fucine artigianali. L’atleta d’interesse nazionale, quindi, senza trasferimenti in contesti artificiosi,
rimane a lavorare nel suo ambiente naturale, quello societario, con i suoi stessi scopritori, assistiti e collegati ad un
sistema integrato federale”. I prossimi
appuntamenti europei saranno a Clermont-Ferrand (Francia), dal 3 al 6
aprile del 2008, per la femminile, e a
Losanna (Svizzera), dall’8 all’11 maggio dello stesso anno, per la maschile. Ma prima l’Artistica azzurra dovrà
passare sotto le forche caudine di settembre, quando a Stoccarda, in gioco, non ci sarà solo il titolo mondiale
ma il pass olimpico. Dalla fine dell’era Chechi non avevamo più vinto nulla in Europa, fino a Debrecen 2005
con Coppolino e, soprattutto, con la
Benolli, la rondine che ha fatto primavera. Prima la squadra rosa a Volos, poi
i trionfi nella terra dei tulipani ci inseriscono di diritto nell’elite ginnica dall’Atlantico agli Urali. 8.000 spettatori,
230 giornalisti accreditati, sei ginnasti
di sei nazioni diverse che si aggiudicano i titoli di specialità, a dimostrazio-
ne di un equilibrio rotto solo dalle ragazze italiane, questi i numeri di un
evento che ha appassionato soprattutto per gli episodi che lo hanno caratterizzato. La mancata qualificazione
agli anelli dell’idolo di casa Jury Van
Gelder, la tremenda insaccata di Dragulescu all’arrivo da un Twist nella finale al corpo libero, l’affermazione a
sorpresa nell’All-around di Maxim Deviatovski, gli errori di Vanessa alla trave e alle parallele, e la Tweddle a mezzo servizio dopo l’intervente alla spalla. Per quanto ci riguarda, ricorderemo le quattro ginnaste su quattro finite tra le prime 15 nel Concorso I
(Ferrari 1ª con 61.575, Macrì 10ª, Bergamelli 12ª e Giovannini 15ª), Matteo
Morandi che butta l’oro uscendo male dal castello, Alberto Busnari che paga col nono posto al cavallo con maniglie la lunga assenza dai palcoscenici che contano e Matteo Angioletti terzo finalista italiano di una finale che
ne ammette solo due con lo stesso
passaporto.
Vanessa aspetta il suo turno al corpo libero
(foto Jasmin Schneebeli-Wochner)
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UN TRIS D’ORO SUL TAVOLO D’EUROPA
S
i era presentata con un 61.575
nel Concorso I. Il suo record
personale in campo internazionale. La Ferrari, per i bookmaker
del settore, è la favorita anche per il
titolo continentale. Al suo fianco, come sempre, Monica Bergamelli, due
volte olimpionica e pronta a portarle
la borsa tra una rotazione e l’altra nel
Rai Congress Centre di Amsterdam. La
bergamasca con 56.400 aveva chiuso
in 12^ posizione la sua avventura olandese, tre decimi dietro la Macrì
(56.725), ma in finale è, comunque,
in pedana a preparare con acqua e
magnesia le parallele alla campionessa del Mondo. Sugli spalti la Giovanni (15^ nelle qualificazioni del
giovedì con 55.975) fa il tifo per le
compagne, pensando alla sua finale
al volteggio. Le quattro azzurre, così, in un modo o nell’altro, all’inizio
del week end sono ancora tutte in gioco, l’ennesimo segnale di un gruppo
forte, brioso ed unito. La cavalcata di
Vanessa nell’All-around inizia alla trave. Sale per sesta, l’ultima di un raggruppamento in cui non ha avversarie
dirette, e questo non le piace. Il salto
giro con un avvitamento che l’aveva
tradita ad Aarhus è ormai una formalità, anche se lei è fra le pochissime ad
eseguire un movimento così difficile.
Superato lo scoglio la ginnasta di Genivolta è stranamente imprecisa in alcuni elementi più semplici e alla fine
strappa alla rigida giuria un 15,375. In
testa alla classifica dopo il primo attrezzo balza l’ucraina Dariya Zgoba,
che alle parallele coglie 15,575 punti. In terza posizione si attesta la russa Kramarenko, che precede l’ex
campionessa europea Alina Kozich e le rumene Steliana Nistor
e Sandra Izbasa, rispettivamente quinta e sesta. Purtroppo
solo diciannovesima l’altra
azzurra Federica Macrì, che, complice
una caduta al corpo libero, non va oltre un 13,350. La Zgoba apre la seconda rotazione sbagliando alla trave, dalla
quale però la Izbasa con 15.625
vola al comando della classifica provvisoria. Vany le
risponde al corpo
Vanessa Ferrari al corpo libero del All-around
(foto Vanda Biffani)
libero
(15,075),
nonostante
convinca poco
un passaggio artistico e l’arrivo del
“doppio carpio” con cui chiude il suo
esercizio. Al quarto posto resiste la Nistor (29.800), che alle parallele si era
ben disimpegnata con 15,425. La Macrì (14.275 al volteggio) scala addirittura dieci posizioni e si attesta al nono
posto con un totale di 27.625. Al terzo giro escono di scena l’ucraina e, soprattutto, la Nistor, male alla trave
(14.625). Il duello, oramai, è tra Sandra e Vanessa, che al volteggio si supera ottenendo un punteggio per lei
inusuale in questa specialità, 14.925.
Ma il bronzo mondiale, nel suo attrezzo preferito, il corpo libero, fa ancora
meglio e con 15.475 sorpassa l’italiana di cinque centesimi: 45.425 contro
45.375. Federica cede qualche posizione e dopo la routine alle parallele
(14,125) è decima con un parziale di
41.750. È il momento di scoprire le
carte. La rumena al volteggio non può
fare più di 14,475 e la Ferrari se non
sbaglia alle parallele ha il titolo in tasca - padrona, come al solito del proprio destino. Casella e Michela
Francia le consiglierebbero un
atteggiamento conservativo ma
al “cannibale” non basta vincere, lei vuole stupire. E così, volteg-
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Da sinistra Michela Francia, Carlotta Giovannini, Giacomo Zuffa, Vanessa Ferrari, Enrico Casella, Federica
Macrì, Monica Bergamelli e Diego Pecar - (foto David Ciaralli)
giando fra gli staggi con la freccia lampeggiante coglie il punteggio più alto della giornata (15,700) e all’esordio europeo si incorona da sola, come
Napoleone a Notre Dame (61.075).
Alle altre non rimane che lottare per il
gradino più basso. La piazza d’onore,
infatti, è di Sandra Izbasa, che conferma con l’argento (59.900) tutta la sua
classe. L’ex iridata di Amsterdam 2004,
Alina Kozich, soffia il podio all’altra rumena, quella Nistor che agli Europei
juniores di tre anni fa seppe imporsi
sulla nostra Ferrari. La Macrì alla fine
è 14esima (55.600). Con un paio di errori in meno Federica poteva addirittura ambire alla settima piazza, ma anche per lei questo debutto tra le Top
24 è più che positivo. Archiviato tra i
flash e i titoloni dei giornali il Concorso Generale, è già tempo di pesare alle finali di specialità. La giornata incominciata benissimo. L’imolese Carlotta Giovannini con 14.812 mette in fila la tedesca Chusovitina (14.725) e la
russa Grudko (14.625) nella gara al
volteggio. È il secondo oro per l’Italia
e con Vanessa nelle altre tre finali questa trasferta può trasformarsi in un
trionfo storico. La Ferrari ha il poker in
tro con un avvitamento, lo stesso movimento fallito ad Aarhus, le fa poggiare i piedi a terra (8ª 13.550). Agli occhi della tigre, per la prima volta, spuntano le lacrime. Casella la porta fuori e
quando la rivediamo sulla pedana del
corpo libero si capisce che la regina è
tornata. È la settima a salire ma con
15,400 scioglie gli enigmi della Turandot e non ce n’è per nessuno. Per la Izbasa che aveva già dato forfait, per
Betty Tweddle (15.250), acciaccata e
d’argento, e per la Kozich, terza a
15.050.“Sono arrabbiatissima ed anche
abbastanza delusa - dirà l’atleta della
Brixia in conferenza stampa - Cioè, sono contenta per aver vinto il corpo libero e di lasciare Amsterdam con due medaglie d’oro, ma se penso a quello che
ho combinato negli altri due attrezzi mi
viene da piangere”. La sindrome da perfezionismo è un’incurabile patologia
del genio che a noi comuni mortali
non è dato capire, ma solo applaudire, applaudire, applaudire!
mano, come Menichelli ad Anversa
1965. Due cadute, però, prima alle
parallele e poi alla trave, tappano le ali
della bresciana. È il black out del giorno dopo, come a Volos e in Danimarca. Il boato del pubblico, Vany
Carlotta Giovannini nella rincorsa al volteggio
non ci crede. Sugli staggi calco(foto Vanda Biffani)
la male il tempo in una “kippe”
e il movimento successivo, il salto acrobatico “comaneci”, non
le riesce alla perfezione. Piedi a
terra e addio sogni di medaglia
(il 14,375 vale solo il sesto posto). L’oro va a Dariya Zgoba
(15.775), che per un’inezia supera Steliana Nistor (15.725),
mentre il bronzo, a sorpresa, finisce al collo della russa Kramarenko (15.425). L’incubo prosegue due ore più tardi. L’azzurra
è nervosa, cammina avanti e indietro a bordo pedana, mentre,
sulla trave, sfilano la russa Lozhecko (1ª con 15.675), la Izbasa (2ª con 15.525), la greca Stefani Bismpikou e la Nistor (terze pari merito a 15.475). Tocca
alla Ferrari. Nella prima serie
acrobatica un grosso sbilanciamento dopo il salto giro indie-
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6 FINALI PER 4 CON IL RESTO DI 2
U
no è tornato, l’altro non ci aveva mai lasciato. Dopo l’oro di
Parigi Igor Casina ritrova se
stesso ed un podio europeo, anche se
su un gradino più basso rispetto a Debrecen 2005. Andrea Coppolino, che
in Ungheria fece meglio di tutti, conferma con l’argento, seppur in ex aequo con Jovtchev (16.200), il suo posto tra i primi tre anellisti del continente. Il bronzo alla sbarra del campione
olimpico, dopo l’acceso in finale con
il miglior parziale (15.525), dimostra
due cose: a) anche senza il movimento Cassina, Igor ha una routine vincente; b) il ginnasta di Meda ha ancora
tanta voglia di stupire, e questa, in prospettiva mondiale, per noi è la notizia
più bella. Il podio di Cassina con
15.575, dietro a Pegan (15.675) e ad
un Hambuechen (16.025), che in qualifica si era un po’ nascosto, tirando
fuori l’esercizio vero solo in finale, arIgor Cassina - (foto V. Biffani)
riva nonostante una microfrattura al
dito della mano che gli aveva impedito di gareggiare al cavallo con maniglie. ”La routine alla sbarra finalmente
è stabile - precisa il Responsabile delle
Squadre maschili Maurizio Allievi - Togliere un kovacs non ha abbassato più
di tanto la difficoltà di partenza, garantendo al ginnasta maggiore sicurezza.
Abbiamo aggiunto una nuova infilata
con un giro che facevano già molti suoi
avversari, collegandola con un Voronin.
Naturalmente continueremo a provare
il «suo» salto in palestra, un asso nella
manica da tirar fuori al momento giusto”. “Sono molto soddisfatto - gli fa
eco l’azzurro - per me era importante
tornare nel giro dei medagliati. Questo
terzo posto, dopo quello che ho passato negli ultimi anni, vale oro. L’importante è essere sempre tra i primi, pronti ad approfittare di ogni situazione favorevole”. Coppolino in finale era entrato in punta di piedi,
sempre incollato a Jovtchev (16.025), e a 5 centesimi da Vorobyov. Davanti, col ruolo di favorito, tirava la volata Matteo
Morandi, autore di due
ottimi esercizi, sia nel
Concorso I che nell’Allaround. Purtroppo nella
gara decisiva, orfana a
sorpresa dell’idolo di casa
Van Gelder, l’aviere di Vimercate non stoppa l’arrivo e poggia le mani in
terra. L’errore porta Matteo al 5° posto con
15.375, spalancando all’ucraino la strada per il titolo. “Avevamo aggiunto
un avvitamento alla sua
uscita - riprende Allievi proprio per avere una
Enrico Pozzo - (foto D. Ciaralli)
chance in più di medaglia. Il doppio teso avvitato indietro è una difficoltà D
che permette a Morandi di partire da un
punteggio più elevato. Così facendo sono aumentati anche i rischi, ma in una
gara individuale potevamo permettercelo. Il programma di Coppolino, al contrario, prevede un’uscita più semplice
con dei movimenti all’interno dell’esecuzione che la rendono molto più competitiva e affidabile”. Matteo, comunque, delusione a parte, è stato autore
di un ottimo Concorso Generale. L’Italia, a questa competizione, aveva
iscritto Morandi (86.225) ed Enrico
Pozzo (87.350), i due ginnasti più
completi della scuderia, campioni assoluti degli ultimi due anni, che chiuderanno rispettivamente al 19esimo e
all’11esimo posto, dopo una maratona lunga e difficile. Vittoria a sorpresa
di Maxim Deviatovski, il quale, con il
punteggio di 90.250 si aggiudica l’oro dopo essere entrato nella finale a
24 solo con il quinto personale. Il russo si impone sul grande favorito della
vigilia, il tedesco Hambuechen
(89.675), il quale, nonostante la migliore sbarra di giornata, si gioca il titolo al cavallo, agli anelli e al volteggio, dove il rivale è stato di gran lunga superiore. Terzo l’altro russo, Yury
Ryazanov (89.000), che approfitta de-
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Da sinistra Andrea Coppolino sul podio degli anelli, Maurizio Allievi aiuta Coppolino nella salita al castello, Igor Cassina medaglia di bronzo alla sbarra - (foto V. Biffani)
gli errori di Rafael Martinez al corpo libero e di quelli del rumeno Koczi agli
anelli e alle parallele. “Pozzo non si è
potuto preparare come avrebbe voluto
- ci svela il tecnico azzurro - per via di
una fastidiosa tendinite del flessore dell’alluce del piede destro, comparsa per
la prima volta in allenamento e poi riacutizzatasi a pochi giorni dal test preeuropeo con la Svizzera. Ad ogni modo
un’accurata terapia antinfiammatoria
dello staff medico azzurro ed un bendaggio funzionale lo hanno rimesso in
piedi a tempo di record”. Stringendo i
denti Enrico è riuscito a giocarsi anche
una finale al corpo libero. Si parte con
l’incidente a Dragulescu che picchia
pericolosamente il capo sulla pedana
all’arrivo da un twist e si ritira. Fuori
gioco il rumeno la gara diventa più incerta. Alla fine vince l’oro lo spagnolo
Martinez, che si riscatta dopo il fallimento nel Concorso II, battendo il
francese Bouhail, argento con 15.350,
e la coppia pari merito composta dal
tedesco Fahrig e al greco Kosmidis,
bronzo con 15.275. L’azzurro non
stoppa l’ultimo salto della serie da tre
sulla diagonale lunga e chiude al 6°
posto (15.125). “Di solito in quella diagonale sbaglio finendo fuori pedana, che
in termini di penalità è molto peggio. Allora questa volta ho pensato di frenare
un po’ e sono arrivato scarso. Comunque, se penso che due settimane fa non
stavo neppure in piedi, sono molto soddisfatto - ha dichiarato il campione
biellese che al rietro da Amsterdam si
Coppolino in postazione Rai con Andrea Fusco e Jury Chechi
(foto D. Ciaralli)
consolerà con la Libertas Vercelli vincendo lo scudetto - Ho fatto bene sia
nelle qualificazioni, sia nelle due finali.
Questo risultato per me rappresenta un
punto di partenza importante, un piazzamento che mi dà fiducia. Ora lavoreremo per poter aumentare il valore dell’esercizio. Ho visto Dragulescu nella palestra del warm up ed era ancora stordito. Sono cose che succedono ma molto
pericolose”. Una menzione particolare
se la meritano pure Matteo Angioletti
e Alberto Busnari. Il primo aveva fatto
il suo, centrando la finale agli anelli con
15.675. Come terzo italiano ha visto la
gara dalla tribuna. Il secondo è finito
nono al cavallo con maniglie. “Ero partito molto bene - ci racconta l’aviere di
Melzo - tenendo un buon ritmo, con
camminate pulite ed una buona parte alla maniglia. Forse dovremmo migliorare
un po’ la forbice e l’uscita, per renderle
più dinamiche”. Al di là di tutto rimane
il dato dei quattro azzurri in sei finali,
con una prima riserva ed un ginnasta
escluso solo per regolamento. Una
squadra solida, insomma, in previsione
di Stoccarda. Considerando, poi, anche
la femminile la Ginnastica italiana chiude l’avventura olandese con 5 medaglie. Solo in altre tre occasioni avevamo
raggiunto un tale obiettivo in Europa:
nel 1961 a Lussemburgo, nel 1965 ad
Anversa e nel 1967 a Tampere.
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TRE METRI SOPRA IL CIELO DI AMSTERDAM
di David Ciaralli
“M
i sento tipo Babi quando
incontra Step”. Questa
è Carlotta Giovannini,
una teenager come tante, con al collo, al posto di un ciondolo a forma di
cuore, una medaglia d’oro europea.
“L’ho detto fin da subito, senza paura
o scaramanzia: voglio il titolo al volteggio”. Et voilà! Uno “Yurchenko” con
due avvitamenti e mamma Chusovitina è servita.
IL SOLE E LA LUNA
“Otta”, come la chiamano le compagne, è l’altra faccia della Ginnastica azzurra. Da una parte c’è la Ferrari, fredda e calcolatrice, dall’altra la Giovannini, istintiva, passionale. Sembra di rivedere la coppia Mclaren di fine anni
’80, con il professor Prost e il fantasioso Senna, compagni e rivali per il titolo iridato. Una bresciana, l’altra romagnola, le due azzurre tradiscono in ogni
cosa le rispettive origini. Laboriosa e
refrattaria alle vetrine medianiche Vanessa, solare e brillante Carlotta, soprattutto davanti ad una telecamera.
“Domande, autografi, fotografie, maga-
In alto la Ferrari scherza con Carlotta su un tram di Amsterdam, in basso la Giovannini e la Macrì sul volo di
andata per l’Olanda - (foto E. Casella e D. Ciaralli)
ri! Ma non dite che invidio la celebrità di
Vany. Voglio meritarmi tutto questo sul
campo, proprio come ha fatto lei. L’interesse dei media arriva solo se hai raggiunto traguardi importanti, anzi ne è la
prima conseguenza. E allora come potrei
dire di non desiderarlo? Nella squadra,
però, non esistono gelosie. La Ferrari ha
fatto cose straordinarie e grazie alle sue
imprese i giornalisti parlano un po’ più
di Ginnastica. Ecco, io vorrei dar loro altro da scrivere, tutto qui”. L’imolese è
una di quelle atlete che butta il cuore
oltre l’ostacolo e dà tutto, fino all’ultima briciola di benzina in corpo, per
raggiungere i suoi obiettivi. Potente,
travolgente, in pedana come nella vita di tutti i giorni. Una leader per le
compagne di squadra, che le vogliono un gran bene, perché è simpatica
e coraggiosa, una di quelle, insomma,
che fanno “spogliatoio”. Nel calcio sarebbe un mediano con i piedi buoni,
una specie di Gattuso, che al posto del
ringhio però ha un bel sorriso.
LA FILOSOFIA DI GARA E LA IELLA
“Il mio atteggiamento in gara è quello
di spingere al massimo il piede sul pedale, poi alla fine si vede chi ha tagliato per primo il traguardo. Nella finale di
Amsterdam ho sofferto più a guardare
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le altre cinque dopo di me da bordo pedana, che nell’esecuzione vera e propria
dei miei due salti”. Il primo, il doppio
avvitamento indietro, le mette ancora ansia, perché è il più difficile. Con
quello in avanti, invece, nonostante
l’abbia imparato da poco tempo, si
sente più sicura. “Serve meno spinta e
mi viene più naturale. Dopo Parigi avevo acquisito maggiore consapevolezza
nelle mie possibilità ma quando ti trovi
davanti ginnaste del calibro della Chusovitina e della Grudko i dubbi tornano”. E poi, oltre alle avversarie, da battere nello sport c’è pure la iella. “Secondo me va esorcizzata prendendola
di petto, oppure con qualche amuleto
segreto. In gara uso sempre lo stesso elastico per i capelli. Lo comprai prima di
andare in Grecia per gli Europei. Abbiamo vinto e non l’ho più tolto”.
FRANCY, FEDE E LA TWEDDLE
Nel volteggio in Italia la Giovannini è
solo l’ultima stella di una scuola vincente. Nel 2005, non dimentichiamolo, sul gradino più alto del podio continentale c’era la Benolli. “Spero che il
mio oro sia un ulteriore stimolo per lei.
La stiamo aiutando, tutte insieme, a riprendersi e piano piano sta tornando ai
suoi livelli. Ho capito cosa ha passato
quando anch’io ho subito un leggero infortunio alla caviglia sinistra, nella seconda tappa di Serie A. Avevo l’angoscia di perdere l’Europeo. Francy è rimasta ferma ai box proprio nel periodo in
cui abbiamo vinto tutto. Deve essere tremendo ma l’aspetto in squadra per i
mondiali”. Intanto, in Olanda, l’amica
del cuore della Benolli, provava a difendere il blasone giuliano dell’Artistica ‘81. “Fede (Macrì, ndr.), rispetto a
me, riesce a ritardare di più l’avvitamento, spingendo bene sul cavallo, mentre
io anticipo troppo, dilapidando un po’
del mio slancio. La mia esecuzione, d’altro canto, è più pulita e riesco comunque ad andare più in alto di lei”. L’imolese è una ginnasta completa, che può
far bene anche negli altri tre
attrezzi. Lo dimostra il 15°
posto nell’All-around di
qualificazione con 55.975.
“Mi sarebbe piaciuto entrare in finale alle parallele e finire
sul podio con Vanessa, anche su
un gradino più basso, tanto io
sono più alta di lei. In questa
specialità mi ispiro alla
Tweddle. Dopo la Ferrari, Elizabeth è la mia ginnasta preferita. Peccato non averla vista in
azione, ma si era operata da
poco ad una spalla”. Carlotta, poi, detiene alla trave un curioso primato. “Il
mio esercizio è il più corto
della competizione. Dura
solo un minuto perché è un
attrezzo che non amo particolarmente e così, facendo in
fretta, mi stresso di meno. Il
risultato è comunque buono,
l’esecuzione bella e pulita, ed
allora cosa sto lì su a fare? Non
sono una travista, la mia
principale caratteristica è
la potenza, quindi, è
inutile inserire nel
programma eleganti
componenti artistiche,
che soffro tremendamente
e che potrebbero comportarmi una caduta”.
UN CUORE
DI GINNASTICA
Lucida, coerente, determinata, anche nelle
scelte più difficili,
quelle di tutti i giorni
come quelle che potrebbero condizionare
un’esistenza. L’amore, prima
di tutto. Si ma non per un ragazzo
in particolare, bensì per
la sua Ginnastica. “Per
nessuna cosa al mondo rinuncerei alla Ginnastica, figuriamoci per un
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IL FUTURO
IN PUGNO
Il motto “volere è
potere” sembra
incarnarsi alla perfezione in questa
ragazzotta, nata a
Castel San Pietro
quasi 17 anni fa.
“In verità non è
che fossi partita
con l’intenzione di
arrivare in Nazionale. Mi divertivo e
questo già mi bastava. Ho iniziato
La Giovannini alla guida di un barcone sui canali di Amsterdam- (foto E. Casella)
a crederci dopo la
uomo. I Giochi Olimpici li organizzano vittoria di Volos. Vincere all’esordio la
ogni quattro anni, il fidanzato me lo tro- prima medaglia d’oro a squadre della
vo in cinque minuti. E poi a che serve il storia del tuo Paese significherà qualco«moroso» quando hai tanti amici? I miei sa? Sarò mica una predestinata? Schersono fantastici, me li porterei dietro in zi a parte, quando nella vita decidi di
tutte le trasferte. Come i miei genitori imboccare una strada, conviene valutache mi seguono spesso, anche se per me re bene i primi riscontri, perché, evenla loro presenza non è fondamentale. Il tualmente si è ancora in tempo per tormio obiettivo è sempre quello di far ve- nare indietro. Al momento non ci sono
dere a tutti quanto valgo, poi, se tra que- segnali negativi, voi che dite?”. Carlotsti ci sono anche mamma e papà tanto ta guarda in faccia il suo futuro con la
meglio”. Ma papà Gianluca e mamma stessa decisione con cui fissa il cavalGiuditta lo sanno già quanto vale lo del volteggio al vertice opposto delCharlie, e non solo in pedana. I timo- la striscia della rincorsa. “Prenderò un
ri di ogni genitore sull’avvenire dei fi- diploma da privatista in un Istituto
gli sono stati subito fugati dalla grin- Socio-Pscico Pedagogico, una
ta e dall’impegno di Carlotta. “Mi ci di quelle scuole che serhanno portato loro in palestra, perché vono per diventare inin casa facevo sempre la ruota e poi mi segnanti d’asilo,
arrampicavo sugli alberi. Ora ci passo ma da grande
sei ore e mezza al giorno, insieme ai miei vorrei fare tutt’alallenatori, Giacomo Zuffa e sua moglie tro. Una laurea
Eleonora Gatti. Mi alleno sola, perché le in Scienze Mo-
torie e poi, magari, apro una palestra di
fitness con mio fratello. Sarebbe un modo di rimanere nell’ambiente senza lo
stress dell’agonistica. Una volta che
smetto posso continuare a dare una mano, se serve, ma non ad alti livelli. Preferisco la formazione di base”.
TI SCATTERÒ UNA FOTO…
A PECHINO
In ogni caso Carlotta, quindi, farà l’insegnante. A meno che, tra uno studio
televisivo e l’altro, non incontri Riccardo Scamarcio che le propone una parte nel prossimo
film. “Mi piacerebbe tanto cono-
Carlotta ad Aarhus, in occasione dei mondiali 2006 - (foto D. Ciaralli)
mie compagne della Bincoverde sono
troppo piccole. Comunque io non ho
problemi di spazio
come Vanessa, al
massimo da noi
manca l’aria condizionata”.
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scerlo.
3MSC è il mio film preferito. Quando sono venuta a Roma ho messo il lucchetto a Ponte Milvio insieme a Lorena Coza, in segno di eterna amicizia. Intanto
a «Cominciamo Bene» su Rai Tre ho parlato al telefono con Tiziano Ferro. «Ti
scatterò una foto», naturalmente, è la
mia canzone preferita”. La Giovannini
è una ragazza normale. Vive in palestra, si impegna al massimo per realizzare i suoi sogni nel cassetto, ma non
c’è niente di male se poi tradisce pulsioni tipiche della sua età. La discoteca e i panini di Mc Donalds vengono
dopo Pechino, per ora. Il suo sacrificio, queste debolezze rendono le sue
imprese ancora più eroiche, perché
non c’è merito dove non c’è rinuncia. “Con il risultato di Amsterdam
quel cassetto è leggermente socchiuso.
Tengo duro, non voglio distrazioni prima
del 2008. Mi sono regalata il brillantino al
naso per l’esame di
terza media. Ora
penso a due tatuaggi. Saranno il regalo
per la Cina. Uno a
cinque cerchi ed un
altro speciale. Però
non vi dico dove”. E
se qualcuno in famiglia dovesse fare storie, patti chiari ed
amicizia lunga. “I
miei sanno cosa
voglio in cambio,
C A R L O T T A G I O V A N N I N I e` nata il 5 luglio 1990 a Castel San Pietro
BO, ma vive con la famiglia ad Imola. E` alta 1.58 e pesa 51 chili. Gareggia per lA.G.Biancoverde Imola, allenata da Giacomo Zuffa ed Eleonora Gatti, marito e moglie. Ha cominciato con la ginnastica nel 1994, a livello agonistico nel 96. E` esplosa nel 2006 con il titolo italiano al volteggio. Sempre nel 2006 ha fatto parte della squadra campione dEuropa a Volos, piazzandosi 5 nella finale al volteggio. Nel 2007 ha vinto in
coppa del mondo a Parigi. Ama ballare e le piace chiacchierare al cellulare. Papa` Gianluca e` consulente aziendale e mamma Giuditta insegna
alla Materna. La famiglia e` composta pure dal fratello 21enne Pierfrancesco e dalla sorellina Eva, 4 anni.
un cane boxer”. Così Eva, la piccola di
casa, avrà altre orme da seguire oltre
quelle della sorella. “Ma va, non farà
mai ginnastica, a 4 anni è già troppo
imbranata”. La solita rivalità femminile. Di certo Carlotta va molto d’accordo con il fratello grande, Pier, un 21enne che l’ha fatta appassionare al basket. “Però seguo anche il pattinaggio
artistico, mentre non tifo per alcuna
squadra di
calcio. Per
la Nazionale,
certo,
e in
particolare per Buffon”. Un’altra icona
maschile, un altro poster appeso alla
parete, come ne hanno tanti le ragazzine di 16 anni. Per ora però sono i
manifesti della Giovannini a tappezzare la città di Imola e tanti Step scavezzacollo avrebbero difficoltà a portarsi
dietro la moto una come lei. E poi, caro Scamarcio, chi
dice che il Carlotta non ce l’abbia
già il «moroso»?!
Martedì 15 maggio la sala del Consiglio comunale di Imola, strapiena come
non mai, ha accolto Carlotta Giovannini per la consegna del Grifo da parte del
Sindaco Massimo Marchignoli. “Sei l’orgoglio della nostra città” - le ha detto
il primo cittadino imolese. “I giovani devono prendere esempio da te e dal tuo
spirito di sacrificio. Per la ginnastica hai rinunciato a molte cose, in un Paese
dove le ragazze sognano di fare le veline e i ragazzi i calciatori”. Il Grifo è il
simbolo della Città di Imola ed è stato consegnato nel corso degli anni, fra gli
altri, al patron della F1 Bernie Ecclestone, Vasco Rossi e Gian Carlo Minardi.
14
Women's Individual All-Around Final
TOT.
1 FERRARI Vanessa
2 IZBASA Sandra Raluca
3 KOZICH Alina
4 NISTOR Steliana
5 KRAMARENKO Ekaterina
6 CHUSOVITINA Oxana
7 PALESOVA Kristina
7 PRAVDINA Kristina
9 VAN DE LEUR Verona
10 BRINKER Anja
11 ZGOBA Dariya
12 BISMPIKOU Stefani
13 VERICEL Cassy
14 MACRI Federica
15 MORENO Patricia
16 MYS Gaelle
17 WONG Lichelle
18 KARPENKO Victoria
19 WAGNER Veronica
20 CLOWES Hannah
21 PECHANCOVA Nicole
22 ZANEVSKAJA Jelena
23 ALCAIDE Mercedes
24 MARACHKOUSKAYA N.
ITA
ROU
UKR
ROU
RUS
GER
CZE
RUS
NED
GER
UKR
GRE
FRA
ITA
ESP
BEL
NED
BUL
SWE
GBR
CZE
LTU
ESP
BLR
14.925
14.475
14.675
14.375
14.175
14.850
14.000
14.125
13.950
13.875
12.725
13.675
13.950
14.275
13.450
13.725
13.950
13.500
14.075
13.850
13.075
13.000
13.400
-
15.700
14.325
14.250
15.425
15.025
14.500
15.175
13.300
14.050
15.550
15.575
13.450
14.025
14.125
13.575
12.300
13.175
13.750
12.425
13.825
14.275
13.975
13.075
11.650
15.375
15.625
15.675
14.625
14.850
13.800
14.175
14.900
14.650
12.625
14.250
14.900
13.000
13.850
15.050
14.700
13.750
13.950
13.950
13.100
13.100
13.250
13.150
12.000
15.075
15.475
14.700
13.750
13.775
14.300
13.325
14.350
13.575
13.975
13.275
13.725
14.650
13.350
13.400
14.175
13.950
13.525
14.150
13.775
13.450
13.600
14.050
-
61.075
59.900
59.300
58.175
57.825
57.450
56.675
56.675
56.225
56.025
55.825
55.750
55.625
55.600
55.475
54.900
54.825
54.725
54.600
54.550
53.900
53.825
53.675
23.650
Da sinistra S. Izbasa, V. Ferrari e A. Kozich
(foto F. Donati)
FINALI DI SPECIALITÀ
Specialità trave
1
2
3
3
5
6
7
8
LOZHECKO Yulia
IZBASA Sandra Raluca
BISMPIKOU Stefani
NISTOR Steliana
KOZICH Alina
PRAVDINA Kristina
KRASNIANSKA Iryna
FERRARI Vanessa
Specialità corpo libero
RUS
ROU
GRE
ROU
UKR
RUS
UKR
ITA
TOT
15.675
15.525
15.475
15.475
15.450
15.250
15.225
13.550
Specialità parallele simmetriche
1
2
3
4
5
6
7
8
ZGOBA Dariya
NISTOR Steliana
KRAMARENKO Ekaterina
LINDOR Katheleen
SIKULOVA Jana
FERRARI Vanessa
BRINKER Anja
WONG Lichelle
UKR
ROU
RUS
FRA
CZE
ITA
GER
NED
TOT
15.775
15.725
15.425
14.700
14.675
14.375
13.600
12.925
1
2
3
4
5
6
7
FERRARI Vanessa
TWEDDLE Elizabeth
KOZICH Alina
VERICEL Cassy
NISTOR Steliana
CHUSOVITINA Oxana
MORENO Patricia
IZBASA Sandra Raluca
ITA
GBR
UKR
FRA
ROU
GER
ESP
ROU
TOT
15.400
15.250
15.050
14.625
14.600
14.450
14.375
-
Specialità volteggio
1
2
3
4
5
6
7
8
GIOVANNINI Carlotta
CHUSOVITINA Oxana
GRUDKO Anna
LOZHECKO Yulia
KOMRSKOVA Jana
KING Marissa
KORCSMAROS Enikoe
IZBASA Sandra Raluca
ITA
GER
RUS
RUS
CZE
GBR
HUN
ROU
TOT
14.812
14.725
14.625
14.450
14.350
14.175
14.012
13.975
ALBO D’ORO FGI CAMPIONATI EUROPEI DI ARTISTICA
Maschile e Femminile
ORO
1961 Lussemburgo
1961 Lussemburgo
1963 Belgrado
1963 Belgrado
1965 Anversa
1965 Anversa
1965 Anversa
1965 Anversa
1971 Madrid
1990 Losanna
1992 Budapest
1994 Praga
1996 Copenaghen
2005 Debrecen
2005 Debrecen
2006 Volos
2007 Amsterdam
2007 Amsterdam
2007 Amsterdam
Franco Menichelli
Giovanni Carminucci
Franco Menichelli
Giovanni Carminucci
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Giovanni Carminucci
Jury Chechi
Jury Chechi
Jury Chechi
Jury Chechi
Andrea Coppolino
Francesca Benolli
Squadra femminile
Vanessa Ferrari
Carlotta Giovannini
Vanessa Ferrari
(corpo libero)
(volteggio)
(corpo libero)
(parallele)
(conc. generale)
(corpo libero)
( anelli)
(sbarra)
(parallele)
(anelli)
(anelli)
(anelli)
(anelli)
(anelli)
(volteggio)
(concorso per nazioni)
(corpo libero)
(volteggio)
(concorso generale)
ARGENTO
1961 Lussemburgo
1965 Anversa
1967 Tampere
1967 Tampere
1981 Roma
2004 Lubiana
2005 Debrecen
2006 Volos
2007 Amsterdam
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Rocco Amboni
Alberto Busnari
Igor Cassina
Vanessa Ferrari
Andrea Coppolino
(volteggio)
(parallele)
(corpo libero)
(parallele)
(anelli)
(cavallo con maniglie)
(sbarra)
(corpo libero)
(anelli)
BRONZO
1961 Lussemburgo
1961 Lussemburgo
1963 Belgrado
1967 Tampere
1967 Tampere
1967 Tampere
1981 Roma
1990 Losanna
1992 Budapest
2002 Patrasso
2002 Patrasso
2002 Patrasso
2004 Amsterdam
2004 Lubiana
2006 Volos
2007 Amsterdam
Giovanni Carminucci
Giovanni Carminucci
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Franco Menichelli
Giovanni Carminucci
Rocco Amboni
Jury Chechi
Jury Chechi
Alberto Busnari
Igor Cassina
Squadra femminile
Maria Teresa Gargano
Matteo Morandi
Andrea Coppolino
Igor Cassina
(parallele)
(conc. gen.)
(parallele)
(concorso generale)
(sbarra)
(parallele)
(volteggio)
(concorso generale)
(corpo libero)
(c.m.)
(sbarra)
(concorso per nazioni)
(corpo libero)
(anelli)
(anelli)
(sbarra)
15
MEDAGLIERE
Men's Individual All-Around Final
1
2
3
4
5
6
6
6
9
10
11
11
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
DEVIATOVSKI Maxim
HAMBUECHEN Fabian
RYAZANOV Yury
MARTINEZ Rafael
KOCZI Flavius
ZONDERLAND Epke
CAMPOS Manuel
SELARIU Dorin Razvan
WAMMES Jeffrey
SAVITSKI Dimitri
GIORGADZE Ilia
POZZO Enrico
KEATINGS Daniel
JUCKEL Robert
KARBANENKO Dimitri
CAPELLI Claudio
UDE Filip
AALTO Sami
MORANDI Matteo
VAHAG Stepanyan
BOESCHENSTEIN N.
SHATILOV Alexander
BREWER Ross
HETROVICS Marcell
RUS
GER
RUS
ESP
ROU
NED
POR
ROU
NED
BLR
GEO
ITA
GBR
GER
FRA
SUI
CRO
FIN
ITA
ARM
SUI
ISR
GBR
HUN
14.525
15.225
14.475
13.975
14.800
14.175
14.700
15.100
15.175
14.575
14.325
14.875
14.450
14.350
14.650
15.100
14.500
14.500
12.925
13.850
13.725
14.050
14.100
13.850
14.925
13.575
14.275
13.675
14.900
14.000
14.275
14.525
12.875
12.700
13.650
13.925
15.600
14.775
13.950
14.225
15.200
14.025
13.200
14.225
12.525
13.600
13.275
13.950
15.100
14.450
15.075
14.900
13.750
13.750
14.150
14.650
13.875
15.200
14.525
13.950
13.075
14.950
13.025
13.800
13.575
14.325
16.050
14.600
13.800
13.700
14.175
13.050
16.250
15.825
15.650
16.075
16.550
15.650
15.300
16.150
16.250
16.100
15.650
15.625
15.550
14.975
16.125
15.150
15.500
15.625
15.525
14.275
15.850
15.475
14.825
15.225
15.575
15.200
15.100
15.200
13.775
15.375
15.050
14.625
14.475
14.725
15.125
13.825
15.075
13.950
14.725
14.875
13.925
14.075
14.825
15.100
15.175
13.975
14.375
14.650
13.875
15.400
14.425
14.600
14.050
14.725
14.200
12.625
14.950
14.250
14.075
15.150
13.475
14.200
14.650
13.725
13.975
13.825
13.700
12.700
13.500
13.700
13.300
12.475
TOT.
Ranking
Federation
90.250
89.675
89.000
88.425
87.825
87.675
87.675
87.675
87.600
87.550
87.350
87.350
87.225
87.200
87.125
86.875
86.675
86.375
86.225
84.750
84.575
84.500
84.050
83.200
1
RUSSIA
2
3
TOTALE
3
1
ITALIA
3
1
UCRAINA
2
4
GERMANIA
1
5
SPAGNA
1
6
UNGHERIA
1
7
SLOVENIA
1
8
ROMANIA
9
GRECIA
10
INGHILTERRA
2
2
11
FRANCIA
2
2
12
BULGARIA
1
13
OLANDA
2
3
7
1
5
2
4
1
4
1
1
1
3
2
2
5
2
2
1
2
2
La Delegazione Azzurra agli Europei di Amsterdam - (foto D. Ciaralli)
La torcida italiana al Rai Congress Centre - (foto F. Donati)
FINALI DI SPECIALITÀ
Specialità corpo libero
1
2
3
3
5
6
7
8
MARTINEZ Rafael
BOUHAIL Thomas
FAHRIG Matthias
KOSMIDIS Eleftherios
GOLOTSUTSKOV Anton
POZZO Enrico
DRAGULESCU Marian
KOCZI Flavius
ESP
FRA
GER
GRE
RUS
ITA
ROU
ROU
Specialità sbarra
TOT
15.550
15.350
15.275
15.275
15.175
15.125
14.300
14.250
Specialità cavallo con maniglie
1
2
3
4
5
5
7
8
BERKI Krisztian
KEATINGS Daniel
KOCZI Flavius
SMITH Louis
KRYUKOV Nikolai
TRUYENS DonnaDonny
UDE Filip
SELIGMAN Robert
HUN
GBR
ROU
GBR
RUS
BEL
CRO
CRO
1
2
3
4
4
6
7
8
HAMBUECHEN Fabian
PEGAN Aljaz
CASSINA Igor
KARBANENKO Dimitri
CUCHERAT Yann
KULESZA Roman
SAMILOGLU Umit
SCHAERER Christoph
Specialità parallele
GER
SLO
ITA
FRA
FRA
POL
TUR
SUI
TOT
16.025
15.675
15.575
15.250
15.250
14.875
14.600
14.050
UKR
BUL
ITA
RUS
ITA
GER
BLR
BLR
TOT
16.325
16.200
16.200
15.800
15.375
15.350
15.025
14.850
Specialità anelli
TOT
15.800
15.450
15.325
15.300
14.975
14.975
14.325
12.425
1
2
2
4
5
6
7
8
VOROBYOV Olexander
JOVTCHEV Jordan
COPPOLINO Andrea
PLUZHNIKOV K.
MORANDI Matteo
ANDERGASSEN Thomas
SAVITSKI Dimitri
KASPIAROVICH Dimitri
1
2
3
4
5
6
7
8
PETKOVSEK Mitja
KRYUKOV Nikolai
ZONDERLAND Epke
CUCHERAT Yann
KHOROKHORDIN Sergei
KARBANENKO Dimitri
KASPIAROVICH Dimitri
MARTINEZ Rafael
SLO
RUS
NED
FRA
RUS
FRA
BLR
ESP
TOT
15.875
15.450
15.400
15.325
15.175
15.075
14.900
14.750
Specialità volteggio
1
2
3
4
5
6
7
8
GOLOTSUTSKOV Anton
WIGNANITZ Raphael
WAMMES Jeffrey
FAHRIG Matthias
DRAGULESCU Marian
BLANIK Leszek
KASPIAROVICH Dimitri
YAKUBOVSKY Oleksandr
RUS
FRA
NED
GER
ROU
POL
BLR
UKR
TOT
16.537
16.312
16.237
16.175
16.100
15.987
15.650
15.512