CLINO TRINI CASTELLI Percorso professionale Clino Trini Castelli

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CLINO TRINI CASTELLI Percorso professionale Clino Trini Castelli
CLINO TRINI CASTELLI
Percorso professionale
Clino Trini Castelli, nato a Civitavecchia nel 1944, vive e lavora a Milano. Designer e teorico del design, dai
primi anni Settanta ha introdotto il tema dell’identità emozionale dei prodotti e degli ambienti sviluppato
attraverso il progetto delle qualità sensoriali. Dal 1974, tramite l’attività della Castelli Design, ha diffuso nel
mondo dell’industrial design forme inedite di metaprogetto riguardanti temi come il colore, i materiali, la
luce e il suono, che hanno determinato la nascita del concetto qualistico, cioè della “qualità percepita” nei
prodotti dell’industria.
Clino Castelli inizia a lavorare presso il Centro Stile Fiat di Torino nel 1961, dopo essersi diplomato in disegno
di carrozzeria alla Scuola Centrale Allievi Fiat. In quegli stessi anni entra in contatto con alcuni esponenti di
movimenti artistici internazionali, con i quali manterrà stretti rapporti di collaborazione. Nel 1964 avviene la
svolta professionale: tramite Ettore Sottsass, entra all’Olivetti e viene destinato al suo studio di Milano.
Parallelamente si avvicina al nascente mondo della moda milanese, dove incontra Nanni Strada e, nel 1967,
fonda con Elio Fiorucci la Intrapresa Design, società dedicata al design per la moda. Dal 1969 Castelli ritorna
alla Olivetti per coordinare il programma di Corporate Identity realizzando, fino al 1973, i manuali Red Books
per lo sviluppo dell'immagine coordinata. Nel 1972 inizia la collaborazione con Abet Print nel campo dei
nuovi materiali, tra cui quelli luminescenti, che preludono al Design Primario e allo sviluppo di nuovi principi
di illuminazione. Con Nanni Strada realizza alcuni storici progetti nell’ambito della moda-design, tra cui il
metaprogetto “Il Manto e la Pelle”, presentato alla Triennale nel 1974.
Nel 1974 Castelli fonda, con Andrea Branzi e Massimo Morozzi, la società CDM srl - Consulenti Design Milano,
a cui si uniscono, per il biennio ‘76-’77, anche Ettore Sottsass e Alessandro Mendini. In quegli anni vengono
sviluppati progetti di landscape design, arredo urbano e segnaletica per l'aeroporto di Fiumicino, nonché
l'immagine coordinata della società Aeroporti di Roma. Nel 1977 realizza i sistemi di identificazione degli
Uffici Postali Italiani. Nel 1973, con gli stessi partners, aveva già creato il Centro Design Montefibre dedicato
allo sviluppo delle fibre sintetiche per l’ambiente, da cui erano nati progetti come il Fibermatching e
l’operazione Colordinamo, che coinvolse molte aziende leader del design italiano.
Nel 1978 Castelli fonda e dirige il Colorterminal IVI di Milano. Dotato del simulatore elettronico Graphicolor è
il primo centro di ricerca sul colore per il design e l'architettura, che gli permette di scoprire il potere
cromatico della nascente sintesi additiva RGB. Nello stesso anno inizia la collaborazione con Louis Vuitton,
per cui Castelli sviluppa, tra l’altro, le prime applicazioni non militari del Kevlar di DuPont per una nuova tela
LV, tecnologia poi applicata alle vele della Coppa America. Sempre nel 1978 Clino Castelli riprende la
collaborazione con Fiat Auto, introducendo in ambito industriale la Color Matrix e sviluppando i piani CMF
(Colori, Materiali, Finiture) di intere gamme di autoveicoli, tra cui la Panda. Dal 1984 al 1989 crea il Centro di
Qualistica Fiat, il primo laboratorio dedicato alla “qualità percepita”, ossia alla percezione soggettiva della
qualità dei componenti automotive.
Con la fine degli anni Settanta termina la partnership della “Consulenti Design” che diventa “Castelli
Design”. Dal 1980 l'attività di Clino Castelli si espande a livello internazionale attraverso il CMF design, le
strategie del Design Language e il Design Primario, temi progettuali che verranno sviluppati in Europa, Stati
Uniti, Australia e Giappone. Nello stesso anno inizia una collaborazione quadriennale con Rolf Fehlbaum di
Vitra, che lo avrebbe poi portato a lavorare per sette anni al redesign soft dei grandi sistemi d'ufficio della
Herman Miller negli Stati Uniti e alla concezione del nuovo sistema Ethospace. Sempre nel 1980 inizia in
Giappone una serie di collaborazioni storiche, tra cui quella con Konica e quella ventennale con Mitsubishi
Motors per i trend automotive e il planning CMF di auto e veicoli industriali.
Nel 1979 Castelli è co-fondatore della commissione UNI SC 12 - Colore nell'ambiente costruito, da cui deriva
la prima norma UNI-8813 Edilizia e nel 1980 è consulente del Comune di Torino per il Piano del Colore. Nel
1982 crea la divisione Colorscape, a cui segue un piano sperimentale del colore per il Comune di San
Fiorano, che porta nel 1987 alla pubblicazione del manuale “I Piani del Colore”, il primo e più diffuso
strumento metaprogettuale per la pianificazione del colore urbano. Nel 1988, dopo l'incidente di Three Miles
Island, Castelli viene incaricato da Enel-Trepi per il redesign dei codici cromatici dei quadri di controllo e
della riqualificazione acustica delle Control Room nella centrale nucleare di Caorso. Nel 1989 Clino Castelli,
Isao Hosoe, Andrea Branzi e Tullio Zini progettano per Mitsubishi RE il concept architettonico di Tokyo CityX, il più grande complesso edilizio inserito nella baia di Tokyo, progetto acquisito dall'Archivio del Centre
Georges Pompidou di Parigi. Nel 1990 realizza, su incarico del gruppo giapponese Matsuzato, il design
dell’Osmic Gate, per gli accessi e il landscape dello storico Golf Club inglese di Fornham Park nei pressi di
Cambridge, progetto caratterizzato dall'icona di una driveway olfattiva. Nel 2006 è stato consulente per
Louis Vuitton nell’ambito dell’Headquarter Terrace Competition di Parigi. Nel 2009 viene nominato membro
della Commissione per il Paesaggio del Comune di Milano, di cui è vicepresidente.
Per la terza volta, dal 1985 al 1992, riprende a lavorare con Olivetti e Olivetti Synthesis al progetto Qualistic
Compendium, che riguarda il coordinamento dell’identità CMF dei prodotti disegnati da Ettore Sottsass,
Michele De Lucchi e Mario Bellini. Dal 1985 al 1987 realizza sia il programma CMF dell’intero catalogo di
Cassina, compresa la collezione I Maestri, sia il nuovo progetto dello showroom di Via Durini. Nel 1983 e nel
1986 Castelli Design produce con IVI-PPG i manuali delle tendenze del CMF automotive Autocolortrend ’87 e
Autocolortrend ’90, che vengono acquistati dai principali produttori mondiali del settore, tra cui Toyota,
Suzuki, Mitsubishi e Ciba-Geigy.
Dal 1990 Castelli Design intraprende collaborazioni a lungo termine con altri importanti gruppi giapponesi
come Toli (materiali per l'edilizia), Itoki (sistemi di ufficio) e soprattutto con il gruppo Hitachi con il quale, in
vent'anni, vengono realizzati i metaprogetti e il design di ben tre generazioni di grandi supercomputer e
server. Analogamente, in Europa, inizia nel 1993 l'attività con BTicino e poi con la casa madre francese
Legrand nel settore dell'automazione domestica. Il successo del progetto CMF delle collezioni Living e Light
di BTicino rappresenta, nel 1995, il primo esempio al mondo di prodotti concepiti secondo i principi qualistici
della serie variata, teorizzati dieci anni prima.
Nel 2000 nasce la divisione Qualistic Lab per lo sviluppo di nuovi strumenti e metodi di ricerca qualistica
nell'ambito del design. Derivata da collaborazioni con Mitsubishi, Michelin, Unilever e Honda, essa si avvale
del Qualistic Diagram, strumento per il posizionamento emozionale di immagini e prodotti che è protetto da
cinque brevetti internazionali. Dal 2003, sempre nel settore della domotica, oltre alle attività con BTicino e
Legrand, inizia la collaborazione con la società francese Somfy, con progetti che spaziano dal Design
Strategico al CMF design, dal product design alla comunicazione. Dal 2006 i progetti per questi e altri clienti
del settore dell’automazione confluiscono nelle attività di Domoscape.
Tra le pubblicazioni di Clino Castelli vanno ricordate la serie di manuali Colordinamo e Decorattivo (Idea
Book, 1975, 1976, 1977), Il lingotto primario (Arcadia, 1985), Autocolortrend (IVI / PPG, 1987, 1990), I piani
del colore (Maggioli Editore, 1987), The Theory of Pallor (Abet, 1993), Transitive Design (Editrice Electa,
1999), The Glamour System (Palgrave, 2006), Worldscape. The New Domotic Landscape (Nava, 2006).
Collabora diffusamente con le principali testate internazionali del design, tra cui la rivista Interni per la
quale, dal 1994 al 2004, ha curato l'Osservatorio.
Il suo lavoro è stato premiato con riconoscimenti europei e americani, tra cui due “Compasso d’oro” ADI per
progetti del 1974 e del 1976, l’ “IBD Gold Award” nel 1984, il “Premio Intel Design” nel 1999, l’ ”IF Product
Design Gold Award 2007” e l’ ”IF Product Design Award 2011”. Nel 1983 è tra i fondatori di Domus Academy
dove ha tenuto, con Ettore Sottsass e Mario Bellini, uno dei tre corsi di master, mantenendo da allora una
costante attività educazionale nelle principali scuole ed università internazionali del design. Dal 1997 è
professore a contratto presso il Politecnico di Milano.