Giordania Qusayr Amra: progetto per il recupero

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Giordania Qusayr Amra: progetto per il recupero
guido botticelli restauratore
Giordania Qusayr Amra: progetto per il recupero delle pitture murali
Progetto di restauro realizzato in collaborazione con "L'istituto superiore Antonio De Stefano" (I.S.A.D.) con il
coordinamento del dott. Giuseppe Infranca.
Estratto dall'articolo pubblicato in Atti del Convegno Bressanone sulle pitture murali 12-15 luglio 2005
Qasr Amra è stato costruito da Walid I e l’edificio che contiene i dipinti murali fu destinato a bagno e luo-go di riposo e fa
parte del più ampio complesso architettonico. L’edificio è formato da una sala centrale con appendici usate come alcova
e sale da bagno. Poco distante c’è ancora la torre di sollevamento dell’acqua. In-torno all’edificio costruito sulla riva di una
largo wadi sono stati rinvenuti i resti di un muro di cinta che, seguendo la sponda del torrente, diventava poi una di-ga. I
caratteri di tutto l’insediamento confermano l’ipotesi che si tratti di un im-pianto produttivo agricolo
Qasr Amra è uno dei principali castelli del deserto realizzato durante la dinastia dei Califfi Omayyade impostasi nell’Islam
dal 661 al 750 d.C.
La dinastia omayyade riuscì a unificare un impero di vaste proporzioni che si estendeva dall’India fino alla Spagna.
L’obiettivo principale dell’eccezionale programma edilizio introdotto dai Califfi della dinastia omayyade fu quello di rendere
“visibile” il nuovo potere del Califfo da loro introdotto, senza però destare un’oppressiva presenza.
Gli architetti messi in campo dai Califfi omayyade seppero rielaborare le tecniche costruttive, gli schemi planimetrici, l’arte
della decorazione e la scelta dei materiali da costruzione dalla cultura architettonica romana e bizantina, creando un’arte
e un’architettura islamica innovativa nelle strutture e nelle forme. Di questo periodo sono la Moschea della Roccia a
Gerusalemme e quella di Damasco, a cui vengono affiancati una trentina di straordinari edifici, costruiti in un arco di circa
cinquant’anni, denominati i castelli del deserto, disseminati nel vasto territorio arido della steppa mediorientale, detto bilad
al-Sha’m (la metà occidentale delle Terra fertile).
Questi edifici vennero considerati dapprima come residenze aristocratiche o come casini di caccia ma recenti ricerche
archeologiche hanno consentito di riacquisire l’originale destinazione di castelli o di residenze fortificate, dotati di
splendidi giardini e di ingegnosi sistemi idraulici, costituiti da dighe, canalizzazioni e cisterne, con caravanserragli, bagni
e magazzini.
Questi sofisticati castelli vennero abbandonati dopo la caduta della dinastia omayyade nel VIII secolo d.C.. Si presume
che uno dei principali motivi del repentino abbandono fosse stato l’enorme impegno finanziario che vi era alla base
dell’insediamento. Infatti la mancanza del committente-finanziatore ridusse l’insediamento nell’arida steppa in un fallimento
ed il deserto ha, così, riconquistato nuovamente gli spazi che l’uomo gli aveva strappato, con grandi sacrifici e con il
dispendio di enormi risorse economiche. Non di meno i modelli architettonici formulati in quel periodo furono riproposti in
altre successive esperienze edilizie in aree geografiche diverse da quella mediorientale come la Sicilia e la Spagna
durante la dominazione islamica e nel Magreb.
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Una caratteristica comune ai castelli del deserto è quella che essi venivano costruiti al limite di un wadi o a ridosso di
vaste depressioni nelle quali era possibile la raccolta delle acque piovane che venivano incanalate verso cisterne distanti
anche diversi chilometri le quali garantivano la vita allo stesso insediamento. Inoltre molti di questi castelli furono
realizzati in prossimità di insediamenti militari o civili romani o bizantini, da cui trassero utili materiali da costruzioni, o
lungo importanti vie di comunicazioni e di commercio. Quasi sempre la realizzazione dei castelli del deserto faceva
sviluppare a poca distanza da essi, villaggi e moschee in cui vivevano le popolazioni al servizio dell’insediamento
omayyade.
Nei castelli del deserto gli ambienti destinati alla residenza erano dotati di bagni, moschee, servizi, saloni di
rappresentanza ed erano riccamente decorati con stucchi, affreschi, mosaici, alto rilievi ed intarsi. Quindi gli aspetti
decorativi e quelli difensivi concorrevano a sostenere l’immagine di potere che il Califfo voleva dare di se alle popolazioni
nomadi della zona, principali sostenitori
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