Gennaio 2015 - Centro Apice

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Gennaio 2015 - Centro Apice
In corso d’Opera…
U N A R I S ATA L U N G A 1 5 0 A N N I
È stata donata al Centro Apice una collezione di
annate del celebre periodico inglese “Punch”, dal
1923 al 1953, disponibile alla consultazione.
Il settimanale “Punch” è una delle riviste satiriche più
conosciute, divenuto nel corso dei decenni, uno dei
simboli stessi dell’umorismo britannico e insieme
un’istituzione nazionale per i testi di elevato livello
letterario e per la bravura dei suoi illustratori.
Il primo numero della rivista uscì il 17 luglio 1841: i
due soci fondatori, lo xilografo Ebenezer Landells e
lo scrittore Henry Mayhew, avevano come modello
i contemporanei giornali satirici francesi, e per ciò il
periodico uscì con il sottotitolo The London Charivari. Punch all’epoca era un burattino, lontano ricordo
del Pulcinella italiano, irriverente protagonista insieme alla moglie Judy di spettacoli popolari. La raffigurazione di Punch, specie nei primi decenni, compare spesso come commentatore nelle vignette del
settimanale.
Grande successo ebbero le rubriche fisse del giornale:
il “Big Cut” che ospitava a piena pagina la vignetta
di satira politica, aveva una notevole influenza sulle
élites del tempo, “Charivaria” con brevi e ironici
commenti sull’attualità, “We Were Very Young” che
mostrava la realtà vista metaforicamente con gli
occhi di un bambino. Ma il fulcro del “Punch” erano
le immagini: la parola “cartoon” fu usata per la prima volta per le illustrazioni del “Punch” e da allora
entrò nel vocabolario inglese con il nuovo significato
di disegno satirico. Che operassero nel campo della
satira sociale o politica, intere generazioni di illustratori lavorarono per la redazione del settimanale:
all’inizio le vignette erano intagliate in un unico
blocco di legno da precisi quanto rapidi artigiani in
grado di tradurre perfettamente lo stile dei disegnatori. John Leech, vera stella del “Punch” degli esordi,
John Tenniel, celebre più tardi per le illustrazioni per
Lewis Carroll, Hablot Knight Browne (Phiz) illustratore di Dickens, Charles Keene, per citare i più noti.
Il “Punch” degli anni ’20-’50 del XX secolo è una
testata ormai espressione dell’establishment, che con
un umorismo bonario prende di mira e insieme celebra alcune caratteristiche tipicamente inglesi, come la
passione per il giardinaggio, per gli sport e per la
lettura: nell’immagine qui sotto Fougasse (Cyril Kenneth Bird) immagina una finta sovraccoperta per un
reale successo letterario.
Bernard Partridge è
una presenza costante nel Punch di questi anni: è lui l’autore dell’incipit della
testata. Nel numero
del 8 marzo 1933, a
pochi giorni dall’incendio del Reichstag
di Berlino, Partridge
raffigura Hitler e un
Gennaio 2015
suo consigliere, inquadrando perfettamente la situazione politica di quei giorni.
The old consul (to Hitler): “This is a
heaven-sent opportunity, my lad. If
you can’t be a dictator now, you
never will be.”
“Then of course as the tide goes out, they get trapped.”
Durante la seconda guerra mondiale il “Punch” fu una voce
lontana dalle dittature che incombevano sul resto d’Europa,
ruolo che fu premiato da ottime vendite.
Un tema ricorrente nel settimanale fu sempre l’impatto delle
novità e delle nuove abitudini nella vita quotidiana: nei primi
anni ’50, quando la TV fece il suo ingresso nelle case degli
inglesi, Ionicus (J. C. Armitage) e Omilby commentarono il
fenomeno.
Il successo del “Punch” rimase sostanzialmente inalterato
dall’epoca vittoriana agli anni ’60 del XX secolo. Dopo essere
stata rilevata dall’imprenditore arabo Al Fayed nel 1996, la
rivista chiuse definitivamente per problemi finanziari nel 2002.
Je suis Charlie
Un disegnatore della nuova generazione (vendette il suo primo disegno al “Punch” nel 1950) fu invece Norman Thelwell,
particolarmente famoso e apprezzato per le scene naturalistiche e di vita all’aperto.
Archivio Giovanni Gandini
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Opera
a cura di Claudia Piergigli (direttore), Raffaella Gobbo, Gaia Riitano, Valentina Zanchin