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Pagina inziale » Spettacoli » Articolo n. 9628 del 1 aprile 2011
Sucker Punch: il fumetto per “grandi” a Pavia
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Quando le muore la mamma Baby Doll diventa l’unica beneficiaria dei beni della famiglia. Incolpata dell’omicidio
della sorella da parte del cattivissimo patrigno, viene da questi imprigionata in uno spaventoso istituto per malati
mentali.
Qui, tra stati di sospensione onirica e trance farmacologiche, la nostra immagina il suo soggiorno come la “vita in
un bordello” in cui le prostitute danzano per attirare l’attenzione dei clienti e farsi scegliere. Mentre balla per
divertire quelli che la pagano però, Baby Doll si sogna libera e guerriera mentre, in una futuristica lotta all’ultimo
sangue, tra spade giapponesi, armi moderne ed avversari paurosi si impegna per superare ogni nemico.
Zack Snyder, il regista di quest’opera, è ormai giunto al suo quinto film. E, visto che oramai si sente maturo,
sceglie finalmente un suo soggetto originale.
Ideatore, produttore, scrittore, sceneggiatore e, naturalmente, regista di questo coacervo dalle altissime ambizioni
di analisi psico- e sociologiche Sucker Punch si configura però come qualcosa di profondamente differente dal
“semplice trionfo del ralenti” spettacolare e per soli-adolescenti.
Sicuramente è così: ci volevano due adattamenti da fumetti, un cartone tratto da una serie di libri ed il remake di un
classico dell’orrore per giungere a questa complessa trama che pesca a piene mani nel conflitto psicanalitico, nella potenza del sogno, nella
catarsi della violenza, nonché in una mise-en-scene trabordante ed eccessiva.
Molti stimoli, tante immagini, un fiume di musica ed un mare di emozioni.
Perché allora, verrebbe fatto di chiedersi, anche tutta quella computer grafica?
La vita è un campo di battaglia. L’adrenalina non è un optional se vuoi rimanere vivo fino a sera e mescolare metafora e sacrificio, infanzia e
vendetta, ricordo e rimosso può produrre Shining come Kill Bill passando da Matrix all’ Esplosivo piano di Basil… però, però, lasciatemelo dire,
Snyder deve studiare ancora parecchio prima di tentare anche solo di emulare il genio del Bronx.
La morale è scontata: se già vi era piaciuto 300 non perdetevi Sucker Punch… altrimenti...
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Roberto Figazzolo
Pavia, 01/04/2011 (9628)
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