Il braccio di ferro tra Berna e Parigi è sul fisco Mille elettori

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Il braccio di ferro tra Berna e Parigi è sul fisco Mille elettori
IL CAFFÈ 22 aprile 2012
47
Abitano a pochi metri di distanza, ma il dirigente
Stephane e la moglie Fabienne stravedono per il
presidente; lo scenografo Betrand e la compagna
Nathalie sono schierati per il socialista Holland
Stephane
Allainguillaume
Nicolas
Sarkozy
Il braccio
di ferro
tra Berna
e Parigi
è sul fisco
Manager delle
telecomunicazioni, 48 anni,
considera Hollande un
incapace. Ha due figli,
Lea e Pierre di 10 e i 16 anni
Il presidente uscente (eletto
nel 2007 come candidato
dell’Ump) è nato a Parigi il
28 gennaio 1955, laurea in
legge, avvocato
L’ATT
ESA
FRANCO ZANTONELLI
L
Fabienne
Allainguillaume
Responsabile marketing di
una multinazionale, 49 anni,
stravede per Sarkò
e considera sicurezza
e immigrazione argomenti
fondamentali
Gli ultimi presidenti
Charles
de Gaulle
1959-1969
Udr
Principali indicatori economici
Valéry
G. d’Estaing
1974-1981
Udf
Nicolas
Sarkozy
2007-2012
Ump
2008
2,86
Pil nominale
miliardi/Usd
2011
2,39
2009
2,66
Georges
Pompidou
1969-1974
Udr
François
Mitterrand
1981-1995
Ps
Jacques
Chirac
1995-2007
Rpr-Ump
2010
2,46
Pil pro-capite
in Usd
2011
34’601
2008
34’024
2009 2010
33’237 33’985
A 80 metri dai Guinnebault, in rue Rousselle, abitano
Fabienne e Stephane Allainguillaume. All’ingresso
della casa - un altro villino nello stile di quello dei loro
vicini socialisti, ma molto più moderno e curato - troneggia una grande specchiera dorata. Fabienne, 49
anni, che è appena rientrata da un viaggio di lavoro a
Lione, si accomoda in salotto, su un bel divano di
pelle chiara, davanti a un tavolo basso di cristallo. I
due figli, Lea e Pierre - rispettivamente 10 e 16 anni sono già a letto. “Ho sempre votato per Sarkozy, anche nel 2007, perchè mi piace moltissimo - racconta
Fabienne -. Ad entusiasmarmi, sono il suo progetto, il
suo dinamismo, la sua forza. Volevo che facesse le riforme, ma poi c’è stata la crisi, e non è riuscito a portare a casa tutto ciò che aveva promesso”. Secondo Fabienne, nonostante la bufera economica, il capo
dell’Eliseo ha fatto benissimo. “Sono molto contenta
di averlo avuto come presidente in un contesto così
difficile - continua sorridendo -. Certo, ci sono anche
cose che disapprovo, come il suo stile, a volte inappropriato, la passione per i soldi e per le cose che luccicano. Ma non voto l’uomo, voto l'azione. E se domenica mi pronuncerò di nuovo per lui è perchè ritengo
che sia il solo in grado di rilanciare l’economia riducendo il debito. Tutto il contrario di Hollande, che nel
suo programma ha detto di voler rinegoziare il trattato di bilancio Ue, il cosiddetto ‘fiscal compact’, riaprendo un temibile vaso di Pandora e mettendo a rischio le finanze”.
Per Fabienne, responsabile marketing di una grande
azienda, comunque alla fine a vincere sarà Hollande.
“Ai francesi piace sognare - commenta ironica - Peccato solo che a un certo punto si debba fare i conti con
la realtà. E oggi la realtà ci chiede più rigore nei conti
pubblici e meno assistenzialismo. Tutte cose che Hollande non ha capito”. La donna manager sostiene che
Crescita reale
del Pil
in % 2011
1,1
2008
0,1
2009
-2,5
2008
7,4%
Disoccupati
tasso
medio 2011
9,5%
2009
9,1%
Gli emigrati
Mille elettori franco ticinesi
divisi dal salto generazionale
S
2010
1,4
ono poco meno di un migliaio i francesi residenti
in Ticino, ma al voto presidenziale si spaccheranno nettamente tra droite e gauche, destra e sinistra, Sarko e Holland. Una spaccatura generazionale, o almeno questa è l’interpretazione che offre
Laurence Beauvillain, presidente dell’Alliance française di Lugano. “I ‘vecchi’ immigrati sono tendenzialmente conservatori, anche perchè sui sans papier,
gli effetti dell’immigrazione li conoscono in anticipo
rispetto agli svizzeri - spiega madame Laurence -. Le
nuove generazioni invece sono più orientati a sinistra.
Personalmente penso che Sarko abbia fatto molto per
l’immagine della Francia all’estero”. E infatti l’Alliance,
che normalmente si occupa soprattutto di cultura,
con cineforum, conferenze e concerti, questa volta è
scesa in campo con incontri politici mirati al voto. “Sì,
è vero, ma per sostenere il rappresentante svizzero
candidato dei francesi all’estero, la liberale Micheline
Spoerri che, tra l’altro è simpaticissima - precisa Beauvillan ricordando che ai 200 membri dell’Alliance
luganese bisogna aggiungere i 250 della sezione locarnese -. E non facciamo solo cultura in senso stretto. A
casa mia, ad esempio, organizzo anche corsi di cucina: chi crede abbia insegnato ai ticinesi a fare il pate
de foie gras?”
e.r.b.
2010
9,6%
2008
0,5
Crescita
consumi
privati 2011
1
2009
0,6
2010
1,2
Dati consolidati accertati
Previsioni Economist Intelligence Unit
Stime Economist Intelligence Unit
Fonte: IMF, International Financial Statistics
si tende a dimenticare troppo spesso i risultati ottenuti da Sarkozy: il G20,l’asse franco-tedesco “che ha
contribuito a evitare la catastrofe in Europa”, ma anche la guerra contro Gheddafi, “O l’intelligenza che
ha avuto nel far nominare Dominique Stauss-Kahn e
poi Christine Lagarde alla guida del Fondo monetario
internazionale, attribuendo alla Francia un posto di
prestigio internazionale - insiste Fabienne ricordando anche temi come sicurezza e immigrazione -.
Argomenti fondamentali, su cui Sarkozy è riuscito a
fare un ottimo lavoro, perchè oggi a Parigi c’è da aver
paura, mentre i flussi di migranti dovrebbero essere
regolati”.
Quanto al marito Stephane - manager nel settore
Aladin alle urne per la prima volta
“Sono più attratto da Jean-Luc
Melanchon, ma la maxi-aliquota
per chi ha un milione è esagerata”
delle telecomunicazioni, 48 anni, occhiali e completo grigio - tra le cose che più lo turbano c’è la “delinquenza proveniente dall’est Europa”. Ma anche
l’atteggiamento di Hollande nei confronti dei ricchi.
“Un vero e proprio odio - afferma stappando una bottiglia di Bordeaux -, come se essere ricchi fosse un
peccato capitale. Siamo nel delirio più totale. Durante le primarie dello scorso autunno, Hollande è
stato criticatissimo dai suoi stessi compagni di partito, che lo accusavano di essere troppo debole, e avevano ragione. È incapace di governare, perchè non è
in grado di assumere decisioni”. I sondaggi vedevano
Sarkozy e il candidato socialista testa a testa nel
primo turno. Ma al ballottaggio è nettamente in vantaggio Hollande.
e elezioni che potrebbero
costare la presidenza a Sarkozy, riportare un socialista all’Eliseo e il Fronte nazionale al ballottaggio, hanno fatto
riemergere vecchie ruggini, tra
Svizzera e Francia. Una serie di
battibecchi, tra esponenti del
mondo politico, economico e
mediatico dei due Paesi, ha contraddistinto la campagna presidenziale. Dell’ultimo, in ordine
di tempo, si è reso protagonista
Matthias Guyomar, segretario
nazionale della Commissione
dei sondaggi transalpina, con
una messa in guardia alla
stampa svizzera e belga. “Guai a
diffondere exit poll, prima della
chiusura dei seggi”, ovvero prima
delle 20 di domenica, ha intimato. Pena, ha minacciato, una
multa di 75’000 euro.
“Da 10 anni - gli ha replicato
Pierre Ruetschi, direttore della
Tribune de Genève - noi diffondiamo i primi risultati alle 18 e
anche questa volta, verso quell’ora, intendiamo informare
compiutamente i nostri lettori”.
Una baruffa di poco conto se
pensiamo che, per tutta la durata del suo mandato, Sarkozy
ha preso di mira la Confederazione, rimproverandole un atteggiamento lassista nei confronti dell’evasione fiscale.
“Sarkozy ha, probabilmente, un
La lotta agli evasori
con capitali in
Svizzera è nel
programma di tutti
gli schieramenti
problema con noi”, fu il commento dell’allora presidente Doris Leuthard quando, nel novembre scorso, durante il vertice
di Cannes del G20, l’inquilino
dell’Eliseo non riconobbe gli
sforzi fatti dalla Svizzera per
uscire dal ghetto dei paradisi fiscali. Sarkozy, inoltre, ha rifiutato sdegnato - contrariamente a
Gran Bretagna e Germania - di
concludere un accordo con
Berna, che consenta di tassare i
capitali dei cittadini francesi nascosti nelle banche elvetiche,
garantendo l’anonimato dei titolari dei conti.
Il socialista François Hollande,
se dovesse diventare presidente,
ha manifestato l’intenzione di
riannodare il negoziato, ma anche quella di proibire alle banche francesi di operare nei paradisi fiscali. Alla domanda se ritenga tale la Svizzera, ha tuttavia
glissato, dichiarando che la risposta la devono dare le istituzioni internazionali. Sia lui che
Sarkozy, infine, hanno dimostrato ben poco interesse per i
circa 200mila cittadini francesi
residenti nella Confederazione.
Anzi, hanno finito per irritarne
molti, violando la privacy della
loro posta elettronica inondandoli di manifestini elettorali.
Maggiore attenzione, nei confronti della Svizzera, dovrebbe
invece dimostrare la candidata
del Fronte nazionale Marine Le
Pen; se non altro per aver mutuato parte del suo programma
da quello dell'Udc. Partito con
cui, secondo il politologo francese Jean-Yves Camus, condivide “l’etnocentrismo, l’ostilità
all’immigrazione e a tutto quello
che è sovranazionale”. Che poi
questa comunanza d’intenti sia
motivo d’orgoglio, è un altro
paio di maniche.