Gli “Zingari”: una cultura da conoscere e valorizzare o difes
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Gli “Zingari”: una cultura da conoscere e valorizzare o difes
Gli “Zingari”: una cultura da conoscere e valorizzare o difesa da una minoranza scomoda? Quali politiche di integrazione/inclusione sociale per affrontare le problematiche delle comunità zingare - nomadi e dei minori Vademecum per Amministratori Locali a cura di dott.ssa Aurea Dissegna 23 maggio 2006 Vicenza Zingari: “figli del vento” • Pelle olivastra, vestiti sgargianti, stile di vita stravagante • Popolo, in cammino, nomade • Non hanno mai avuto uno Stato, una patria, • Memoria sociale tramandata oralmente Zingari o nomadi? • “Gypsie”, “Gitani”, “Zingari”, “Tzigani” • Due gruppi principali: Rom e Sinti, entrambi • • • significano “uomo – uomo libero”,presenza di molti sottogruppi all’interno Rom,nome di un insieme di tribù diffuse nell’antichità in India Sinti: nome che deriverebbe da Sind un affluente del Gange o Sint affluente dell’Indo A livello internazionale si usa sempre più il termine Rom, evoca l’approccio etnico, linguistico e culturale Profilo antropologico e sociologico • Parlano la lingua “romanesh”, derivante dal • • • sanscrito, lingua indo-europea, parlata con innumerevoli varianti da quasi tutti gli zingari del mondo Organizzazione sociale ha una struttura orizzontale, non esiste il capo,il re o la regina, ognuno è capo della propria famiglia, che a sua volta appartiene ad un gruppo allargato Trasmissione culturale orale Valori di riferimento: solidarietà di gruppo, vincolo di sangue, amore per la natura, il viaggio, vivere alla giornata,rispetto sacro per gli anziani, diffidenza/chiusura nei confronti dei gagi (o gagè), lavoro dipendente degradante Rom e Sinti • Rom: abilissimi artigiani del rame e metalli, rom • Kalderasa (calderai), commercianti di cavalli : Rom Lovara (dall’ungherese lob: cavallo) o grestari (cavallo) o Gurvara (mandriani); Rom Curasa (da curi: coltello o cura : setaccio), fabbricanti di scope, pettini, spazzole; Sinti: dediti allo spettacolo di strada,Ursari (ammaestratori di orsi) al circo, alla musica Storia millenaria • Popolo nomade, connotato da grandi spostamenti fin dall’antichità (circa 2500 anni fa) • Notizie certe fin dall’anno 1000 d.c.(X° secolo, due scrittori arabi ne parlano) • Zone in cui migrarono e si diffusero : area indo -balcanico - danubiana • Cause migrazioni sconosciute: forse guerre, motivi economici Storia moderna • storia costellata di espulsioni, divieti, rifiuti • dalla fine del XV° sec. Inizia a cambiare l’atteggiamento verso i • • • • poveri/ vagabondi/ nomadi, iniziano ad essere oggetto di repressione (Spagna 1492), Italia –Milano 1512 (peste?), deportazione nelle colonie portoghesi di Capo Verde e del Brasile nel 1600 stillicidio di leggi, decreti dei sovrani europei per cacciare rom e sinti, con attribuzioni di colpe assurde variegate, le più gravi: antropofagia, malattie previste tremende punizioni cacciati, relegati in ghetti, tollerati e ciclicamente perseguitati ; vari tentativi, falliti, di assimilare in modo totale i nomadi alle popolazioni indigene (Mariateresa d’Austria,Ungheria, Transilvania) Solo la Romania (principe Costantino) li riconosce liberi, 1855 – 1856, con conseguente emigrazione verso Russia, Bulgaria, Serbia, Ungheria Europa centro occidentale e terre d’oltremare. Storia recente • Persecuzioni naziste:nel 1937-38 furono raccolti nei • • • • campi di abitazione Nel 1942 ordine di arrestare tutti gli individui di tipo zingaresco o di sangue misto che si trovavano nel Reich, e portati ad Aushwitz,ed altri lager sterminio nei lager nazisti , di circa 500.000 (forse 800.000) Rom e Sinti Con la fine della II° guerra mondiale si sono spostati dalla ex Jugoslavia, dall’Ungheria, dalla Turchia verso l’Europa Occidentale, fino alla Finlandia Le più recenti guerre nei paesi della ex Jugoslavia hanno prodotto nuovo forte impulso a flussi migratori all’interno dell’Europa (Bosnia, Kossovo) Storia dei giorni nostri • In Italia , la denominazione di zingari e nomadi , • • • • assume spesso valenza dispregiativa Poco riconosciuti i diritti di cittadinanza nonostante la maggior parte di loro siano, a tutti gli effetti, Italiani difficoltà di accettare la loro presenza spesso sono ancora oggetto di discriminazione, in tutti i campi , di emarginazione e qualche volta di segregazione considerati più oggetto che soggetto di Politiche Minoranze etniche linguistiche? • Le molteplici comunità Rom e Sinti presenti su • • tutto il territorio italiano non sono riconosciute come minoranze etniche-linguistiche-nazionali non beneficiano dei diritti di questo status previsto dalla legge del 1999,non contemplati per il fatto che questo gruppo non è legato ad un determinato territorio l’Italia non applica la carta europea che tutela le lingue minoritarie bandiera Rom ruota di un carro, 16 raggi: molteplicità genti nomadi, tra i colori del cielo e della terra Bucarest 1933 – presentata nel 1971 1°convegno mondiale dei Rom a Londra “Flash” sugli zingari • • • • • • • Sono circa 30 milioni nel mondo Sono circa 15 milioni in Europa Sono circa 120-140.000 in Italia, di cui il 7580% sono cittadini italiani (di questi circa 40.000 sono sedentarizzati) Più numerosi nel centro – sud Sono circa 7.000 a Roma (vivono in 31 insediamenti, 2 con più di 1.000 persone) Popolazione “giovane”: 51% ha meno di 14 anni Età media di vita: 50 anni SINTI e ROM in ITALIA Per fasce di età: • 0-5 anni • 6-14 anni • 15-18 anni • Oltre 18 anni 22.000 30.000 14.000 55.000 normativa di riferimento • Non è facile individuare una normativa di riferimento precisa, per gli zingari, nomadi • non esiste uno status specifico per loro nella legislazione Italiana • è un popolo a cui ci si riferisce, senza distinzione, rientrando per lo più nella dizione più ampia di straniero • nonostante una buona parte (circa 7080%) sia Italiano a tutti gli effetti Legislazione regionale • Negli anni ’80 diverse Regioni Italiane avevano • • legiferato in materia di tutela e salvaguardia delle popolazioni Rom – Sinte tra queste la Regione del Veneto con la L.R. n° 41/84 aggiornata con la L.R. 22.12.1989 n° 54, tutt’ora vigente Di recente molte regioni hanno aggiornato o stanno aggiornando le normative regionali in vigore La situazione oggi • Eccettuati alcuni buoni esempi, sia in Veneto, sia nella • maggior parte del territorio italiano , la pur limitata legislazione è di fatto in gran parte disattesa. La situazione Italiana è da almeno una decina d’anni sotto osservazione dell’ONU, del Consiglio d’Europa, dell’Unione Europea per le gravi discriminazioni a cui sono sottoposti i Rom –Sinti in Italia, nonostante le convenzioni vigenti e sottoscritte e l’ampia documentazione che i vari organismi a livello europeo ed internazionale hanno prodotto in questi ultimi anni per la salvaguardia della cultura zingara, riconosciuta patrimonio culturale. Quali conseguenze? • legislazione non applicata • spesso oggetto di applicazioni discrezionali • applicazioni non integrate e coordinate tra le varie istituzioni pubbliche (Comuni, scuole, questure, tribunali) • ha pesanti ripercussioni in particolare nei confronti dei minori Tutela dei minori • La competenza istituzionale per quanto riguarda la protezione e la tutela dei minori è riconducibile agli Enti locali (Comune in particolare e, residualmente, per alcune competenze specifiche :ciechi e sordi, madri nubili, alle Province) • Rif.ti :DPR 616/1977,e leggi regionali di recepimento Normativa degli ultimi anni • Legge 176/1991, di ratifica della Convenzione dei diritti dei fanciulli • Legge 261/1991,”Sostegno e recupero minori a rischio di attività criminose e • • • • • • devianza” che ha finanziato importanti progetti, da qualche anno mi pare non sia più finanziata. La Legge 285/97 su “Promozione dei diiritti dell’infanzia ed adolescenza”, finanziata di triennio in triennio, anche se con finanziamenti decrescenti; La Legge 451/97 che istituisce la commissione parlamentare per l’infanzia, l’Osservatorio Nazionale ed il centro di Documentazione, programma biennale infanzia ed adolescenza; L 309 / 1990 e successive integrazioni (T.U. tossicodipendenza) Le leggi 104/92 e la 162/98 per i disabili Legge 40/1998 “disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione di straniero”, Il decreto legislativo n°286/98,T.U. sull’immigrazione art.31 disciplina i diritti dei minori stranieri e dei minori stranieri non accompagnati, in particolare prevede il diritto all’istruzione per tutti i minori stranieri presenti sul territorio (art. 38), iscrizione possibile in qualsiasi periodo dell’anno. segue • Legge 30.07.2002 n 189 (legge Bossi-Fini),modifica L. 40/98 su • • • • • • immigrazione ed asilo. La Legge 268/98 contro lo sfruttamento e la prostituzione minorile La Legge 154 del 2001 contro la violenza nelle relazioni familiari La Legge 476 /98 che ratifica e dà esecuzione alla Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale (L’Aia1993) Il decreto legislativo 112/1998 su “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione della L. 59/1997” (in particolare artt.128-133) La Legge 328/2000, legge quadro per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali, la cui enorme portata è stata rallentata, ridimensionata, ed in parte vanificata dalla legge di riforma del titolo V della Costituzione L. 3/2001 (federalismo). La Legge 149/2001 che integra e modifica la legge 184/83 relativa alla disciplina dell’adozione e l’affidamento dei minori segue • Circolare del Comitato minori stranieri del 14.10.2002, interpretativa della Bossi-Fini , • • • • • con particolare riferimento al permesso di soggiorno di minori stranieri che raggiungono la maggiore età. La recente Legge 77/2003 sul recepimento della Convenzione di Strasburgo. Protocollo di intesa tra MIUR (Ministero Istruzione , Università e Ricerca) e Opera Nomadi del giugno 2005 per la scolarizzazione . Da verificare attuazione per la regione Veneto presso Ufficio Scolastico Regionale la L.R. n° 42/88 sulla istituzione del Pubblico Tutore, garante, a livello regionale, attuazione dei diritti dei minori. L.R. 54/89 sulla tutela della cultura dei Rom e Sinti, ivi compreso il diritto al nomadismo. L.R. 11/2001 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del d.lgs. 112/98”, in particolare art.4 punto c). art.6,art.8; Titolo IV, sez. II artt.124-125- 126. Cito l’articolo 125, “comma1: sono destinatari……tutti i cittadini residenti, domiciliati, nel Veneto….nonchè gli apolidi . Comma 2: …..sono assicurati …..anche alle persone temporaneamente presenti nel territorio regionale che versino in condizioni di necessità e difficoltà contingenti” La problematica dei minori zingari “devianti” • Il contesto deviante zingaro si segnala per il target familiare, • • • • culturale e sociale che educa, sostiene, istiga e, frequentemente, costringe i minori al delitto si segnala, altresì, per l’altissima specializzazione di questi ultimi nella perpetrazione di comportamenti delittuosi, specialmente nella commissione di reati contro il patrimonio (scippi e furti in appartamento, in particolare) contributo preponderante fornito dalle donne nella realizzazione di attività criminose, soprattutto se incinte o infraquattordicenni, per la possibilità di elisione del perseguimento penale derivanti dalle difficoltà logistiche legate alla restrizione in vinculis, nel primo caso, e dalla condizione di non imputabilità, nel secondo giustizia vissuta come una sorta di ineluttabile fatalità, in cui ogni tanto si incorre ed è indispensabile occuparsene, perchè ostacola la vita quotidiana governata da meccanismi in buona parte incomprensibili “deviante ?” • il minore non è in grado di recepire la condizione • di deviante attribuitagli prima ancora che dalla legge, da un’intera società che lo respinga o meno, posto che si tratta di un codice culturale che non gli appartiene e che, quindi, non lo può trovare minimamente sensibile minore nomade è convinto di poter superare, grazie all’ausilio della famiglia e dell’avvocato, possibilmente indenne, il periodo di reclusione, che può essere vissuto anche come prova di coerenza e di fedeltà nei confronti dei valori che contraddistinguono la propria identità Rieducazione - reinserimento? • attuale contesto normativo non rende affatto • facile perseguire percorsi di riprogettazione del futuro per i minori migranti non italiani, che hanno compiuto reati l’ambiguità in cui la legge li pone è tale da annientare frequentemente interi positivi progetti, rendendoli solo un percorso ad ostacoli verso la concretizzazione di un reale reinserimento sociale Trattamento penale e misure rieducative • fra gli italiani gli arrestati sono circa il 6 % dei • • denunciati,mentre gli stranieri arrestati sono in media il 18% dei denunciati non perché essi commettano i reati più gravi: basta scorrere le statistiche ministeriali (Ministero di grazia e giustizia) per verificare che sono quasi solo italiani a compiere reati contro la persona e violazioni alle leggi sulle armi Al momento dell’emissione delle misure cautelari che la disparità fra italiani e stranieri si fa più evidente. I minori italiani sottoposti a misura cautelare hanno nel 30% dei casi la custodia in carcere e per il 70% altre misure; per i minori stranieri la percentuale è esattamente opposta. Trattamento carcerario • Il trattamento carcerario risulta,di fatto, peggiore di quello degli • • • • italiani, sia perché in genere questi ultimi hanno maggiore supporto sia legale che economico; sia perché per gli stranieri risulta più difficile anche trovare la possibilità e le risorse per usufruire di misure alternative alla detenzione il ricorso estremo al carcere avviene in prevalenza per alcuni autori, quelli di nazionalità straniera; mentre gli obiettivi migliori della riforma (formule depenalizzanti o alternative in direzione educativa) sono appannaggio esclusivo dei ragazzi italiani il numero dei minori che accedono ai servizi dell’USSM; soltanto 1.375 sono gli stranieri presi in carico nel 2004, rispetto ai 5.257 italiani pochissimi invece accedono alle comunità, mentre in molti vengono inseriti in CPA e poi direttamente in IPM (carcere) in carcere non è possibile costruire alcun progetto per loro che si mostrano ostili a tutte le proposte, appoggiati dalle famiglie interessate solo al fatto che continuino a rubare. Quale spiegazione e quale futuro? • I comportamenti illeciti sono in buona parte frutto dell’adesione • • • degli zingari ad una subcultura, che non appartiene alla loro tradizione sono il prodotto, come si afferma bene in sociologia, di una situazione di anomia in cui i codici normativi di entrambe le culture, quella di appartenenza e quella di riferimento, non sono più in grado di stabilire il giusto nesso tra mezzi e fini risulta evidente che l’intervento giudiziario non potrà mai raggiungere gli obiettivi che si propone finchè si continueranno ad enfatizzare tali problematiche offrendosi ad una visuale distorta della realtà, e cioè facendo ancora finta di ritenere che la “questione zingara” sia solo ed esclusivamente una forma di “delinquenza minorile” solo politiche serie di integrazione/inclusione sociale rispettose della cultura di appartenenza potranno, nel tempo, ridurre e forse eliminare questi fenomeni Un approccio di sistema • evitare interventi spot • capacità delle Amministrazioni di fare • sistema, di affrontare con un’ottica globale i singoli problemi riuscendo a cogliere le interconnessioni ed ottimizzando le risorse, lavorare insieme per migliori servizi e maggiore efficienza. utilizzo strumenti di pianificazione e programmazione degli interventi : Il piano di zona, i programmi delle Amministrazioni Locali, i progetti, le azioni. Perché fare sistema? • Questo sforzo non può essere svolto da una singola • • • amministrazione deve necessariamente essere frutto di un'azione di cooperazione di soggetti diversi sul territorio la promozione dello sviluppo locale obbliga infatti le amministrazioni ad uscire dal palazzo e ad integrare soggetti diversi con una visione condivisa e con l'obiettivo comune del maggiore benessere dei cittadini. Due sono i filoni sui quali le amministrazioni pubbliche sono impegnate: da una parte ridurre il carico burocratico e i costi da regolazione che gravano su imprese e cittadini, dall'altra esercitare un ruolo attivo di regia per la promozione dello sviluppo, della competitività, della coesione sociale nei territori di riferimento. importanza delle reti • La rete, anzi le reti , di integrazione e cooperazione interistituzionale, pubblica e privata è condizione necessaria perché la P.A.(pubblica amministrazione) possa rispondere con equità ed efficienza alle esigenze dei cittadini, in particolare le fasce deboli, prive di “contrattualità”e delle imprese. Piano di Zona perché? • Piano di zona, il cosiddetto Piano regolatore in ambito • • • sociosanitario, previsto dalla Legge quadro sui servizi sociali (328/200) strumento principe, nel quale far confluire volontà, scelte, obiettivi, progetti condivisi in un territorio pilastro sul quale le singole Amministrazioni Locali, andranno ad ancorare i propri programmi, secondo una logica di sistema, garantendo il perseguimento di certe scelte progetti declinati secondo le varie sensibilità che connotano le maggioranze delle Amministrazioni Locali Programmi e progetti • non imposti dall'alto, perciò perdenti • coinvolgendo nell’analisi e nelle proposte gli interlocutori • • protagonisti, riconoscendo loro la capacità ed il diritto di determinare essi stessi il loro avvenire nel rispetto della loro cultura e contemporaneamente della cultura dei territori/ambienti dove sostano o vengono accolti stanzialmente sperimentando nuove forme di corresponsabilizzazione con "i diversi da noi" e di sperimentazione di modelli concreti individuando insieme a loro i modi per aiutarsi e per liberarsi da una condizione di passività. nella logica di un cambiamento e sulla base di un rapporto di fiducia da costruire nel tempo, anche ricorrendo a mediatori culturali percorsi di integrazione/inclusione sociale • valori chiave da tenere ben evidenti all’orizzonte di qualsiasi piano,programma, obiettivo, progetto, azione, intervento che sinteticamente si richiamano a :rispetto, persona, cultura, minoranza/diversità, diritti umani e di cittadinanza. Impegni delle Amministrazioni Locali orientamenti generali • • • • • • • • approfondire la conoscenza e la storia della cultura zingara con particolare riferimento ai Rom e Sinti, da diffondere sia tra il personale delle istituzioni sia creando apposite occasioni per la popolazione; contribuire a contrastare pregiudizi e stereotipi (informazione, conoscenza, rapporti con i media, rapporti con la popolazione); approfondire la conoscenza delle norme, nazionali, europee ed internazionali (leggi, convenzioni internazionali, direttive, raccomandazioni, etc..) che direttamente ed indirettamente, sono rivolte alla salvaguardia e tutela delle culture zingare , con particolare riferimento ai minori, distinguere la problematica degli zingari, all’interno della categoria stranieri, contestualizzandola alla realtà culturale che li connota; approfondire la conoscenza della presenza , negli ultimi anni, di comunità sia nomadi che sedentarie nel territorio di riferimento; approfondire le problematiche presentate e/o presenti di cui si sono occupate le varie istituzioni pubbliche , gli interventi effettuati, gli eventuali esiti degli interventi; inserire, progettare, in base alle analisi effettuate , interventi di medio-lungo periodo, creando,se possibile, una rete territoriale, per affrontare le problematiche accennate e assicurare adeguato spazio nei documenti di programmazione del territorio (ad esempio Piani di Zona) prevedere lo sviluppo dei mezzi istituzionali per favorire un ruolo attivo e la partecipazione delle comunità Rom-Sinte, attraverso loro rappresentanti, al processo decisionale Impegni specifici ed interventi possibili in percorsi di integrazione/inclusione sociale delle Amministrazioni Locali lo statuto personale il diritto all’alloggio il diritto alla salute il diritto all’educazione e all’istruzione il diritto alla formazione professionale e al lavoro il diritto alla non discriminazione lo statuto personale • prima condizione per la tutela giuridica dei diritti dello zingaro è quella quindi di facilitargli l’acquisto di una cittadinanza, punto di partenza per togliere lo zingaro da una situazione di apolidia o di indeterminatezza della sua nazionalità • non attuare discriminazioni sulla attribuzione della residenza il diritto all’alloggio • riconoscimento del nomadismo come stile • • di vita volontario riconoscere allo zingaro che ha scelto la sedentarizzazione di poter esercitare il diritto all’alloggio, in condizioni di uguaglianza con gli altri cittadini entrambi questi riconoscimenti esigono un impegno educativo per superare stereotipi e pregiudizi radicati nella mentalità della popolazione maggioritaria. Il diritto alla salute • I problemi della salute degli zingari sono dovuti principalmente alle • condizioni igieniche nelle quali vivono, attribuibili ai terreni non sufficientemente attrezzati sui quali si accampano hanno uno scarso interesse nei confronti della prevenzione perché non la conoscono e non ne comprendono l'utilità • importante a questo riguardo la scolarizzazione perché introduce • concetti nuovi alle giovani generazioni Importante la sensibilizzazione degli adulti alla cura ed alla prevenzione • necessità di elaborare vere politiche in materia di salute che evitino il ricorso alle cure nell’acuzie e garantiscano l’ accesso alle cure senza discriminazione il diritto all’educazione e all’istruzione • diffusione delle informazioni ai genitori zingari concernenti l’obbligo • • • dell’educazione e i meccanismi di sostegno che le municipalità possono offrire coinvolgimento e partecipazione responsabile delle Comunità Zingare nella gestione di tutte le attività inerenti alla scolarizzazione dei loro figli sviluppare, rendendolo accessibile, l’insegnamento pre-scolastico, l’insegnamento della lingua Rom, dove è parlata, incoraggiare la partecipazione dei rappresentanti delle comunità zingare all’elaborazione dei materiali concernenti la storia, la cultura e la lingua (Raccomandazione del Consiglio d’Europa agli Stati Membri ) utilizzare strumenti come convenzioni, Protocolli, (ad es. proptocollo di intesa tra MIUR (Ministero Istruzione , Università e Ricerca) e Opera Nomadi sottoscritto nel 2005) il diritto alla formazione professionale e al lavoro • generare le condizioni che portino ad un miglioramento • • • • del rapporto tra popolazione nomade e cittadini italiani agendo sulle cause che ostacolano l’inserimento nel lavoro degli zingari valorizzando il “saper fare” della loro cultura di particolare interesse l’area ambiente ed eco sostenibilità: sembra offrire maggiori possibilità di formazione ed inclusione sociale per la vicinanza ai valori di riferimento propri della cultura zingara (lavoro all’aperto, natura, viaggio, lavori artigiani) il terzo settore ed il non profit (cooperative sociali, ONLUS, etc..) potrebbero giocare un ruolo prezioso per aumentare le possibilità di inserimento lavorativo anche per la popolazione zingara Il diritto alla non discriminazione • condannare azioni di rifiuto e di repressione • garantire l'aiuto per il disbrigo delle pratiche a carattere anagrafico, previdenziale, scolastico, sanitario • Intervenire per ridurre l’isolamento dovuto alle difficoltà linguistiche, all'analfabetismo e all'emarginazione di cui sono fatti oggetto Una ipotesi di lavoro • progetto di ricerca - azione da attivare in ambito provinciale diocesano, prevedendo dei gruppi di lavoro, distribuiti nel territorio, integrato con rappresentanze della cultura zingara. • inizio di questo percorso potrebbe essere l’organizzazione di una Tavola rotonda di confronto di buone pratiche a livello nazionale “Alle porte della città” poesia di Olimpio Cari , zingaro • Alle porte della città / aspetto un sorriso. • Tu hai ballato nel bagliore del fuoco / con la musica del • • • • • mio violino / ma non hai visto la mia tristezza. Alle porte della città / aspetto una mano. Sei venuto nella mia tenda / ti sei riscaldato al fuoco / ma non hai calmato la mia fame. Alle porte della città / aspetto una parola. Hai scritto lunghi libri / hai posto mille domande, / ma non hai aperto la mia anima. Alle porte della città / aspettano con me / molti zingari Dott.ssa Aurea Dissegna • Ha una formazione di base psico-sociale, laurea in Sociologia, con una variegata • • esperienza di lavoro, trentennale, nell’ambito dei Servizi pubblici. Si è occupata di servizi e progetti nell’area della famiglia e della tutela dei minori. Ha lavorato per molti anni presso l’Azienda Socio Sanitaria ULSS n° 3, in qualità di Responsabile di servizio ed ha ricoperto il ruolo di dirigente dell’ Area 7, “Servizi alla persona”, presso il Comune di Bassano del Grappa fino al mese di giugno del 2004. Fin dai primi anni di carriera si è occupata di interventi formativi in ambito psicosociale in vari contesti pubblici e privati, in qualità di docente e/o relatore. Attualmente svolge attività di docenza presso l’Università agli studi di Cà Foscari, Venezia, titolare del corso “Organizzazione dei Servizi sociali”, nel corso di laurea in Servizio Sociale;è inoltre docente con cattedra di Filosofia e Psicologia presso il Liceo Sociale di Schio (VI). Svolge attività libero professionale come consulente e formatrice. Ha ricoperto fino allo scorso anno attività di consulenza e docenza presso la Fondazione CUOA, di Altavilla vicentina, su tematiche relative allo sviluppo delle risorse umane con particolare approfondimento della comunicazione.