Gli “Zingari”: una cultura da conoscere e valorizzare o difes

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Gli “Zingari”: una cultura da conoscere e valorizzare o difes
Gli “Zingari”: una cultura da
conoscere e valorizzare o difesa
da una minoranza scomoda?
Quali politiche di integrazione/inclusione sociale
per affrontare le problematiche delle comunità
zingare - nomadi e dei minori
Vademecum per Amministratori Locali
a cura di dott.ssa Aurea Dissegna
23 maggio 2006 Vicenza
Zingari: “figli del vento”
• Pelle olivastra, vestiti sgargianti, stile di
vita stravagante
• Popolo, in cammino, nomade
• Non hanno mai avuto uno Stato, una
patria,
• Memoria sociale tramandata oralmente
Zingari o nomadi?
• “Gypsie”, “Gitani”, “Zingari”, “Tzigani”
• Due gruppi principali: Rom e Sinti, entrambi
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significano “uomo – uomo libero”,presenza di
molti sottogruppi all’interno
Rom,nome di un insieme di tribù diffuse
nell’antichità in India
Sinti: nome che deriverebbe da Sind un
affluente del Gange o Sint affluente dell’Indo
A livello internazionale si usa sempre più il
termine Rom, evoca l’approccio etnico,
linguistico e culturale
Profilo antropologico e sociologico
• Parlano la lingua “romanesh”, derivante dal
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sanscrito, lingua indo-europea, parlata con
innumerevoli varianti da quasi tutti gli zingari del
mondo
Organizzazione sociale ha una struttura
orizzontale, non esiste il capo,il re o la regina,
ognuno è capo della propria famiglia, che a sua
volta appartiene ad un gruppo allargato
Trasmissione culturale orale
Valori di riferimento: solidarietà di gruppo, vincolo di sangue,
amore per la natura, il viaggio, vivere alla giornata,rispetto sacro per gli
anziani, diffidenza/chiusura nei confronti dei gagi (o gagè), lavoro
dipendente degradante
Rom e Sinti
• Rom: abilissimi artigiani del rame e metalli, rom
•
Kalderasa (calderai), commercianti di cavalli :
Rom Lovara (dall’ungherese lob: cavallo) o
grestari (cavallo) o Gurvara (mandriani); Rom
Curasa (da curi: coltello o cura : setaccio),
fabbricanti di scope, pettini, spazzole;
Sinti: dediti allo spettacolo di strada,Ursari
(ammaestratori di orsi) al circo, alla musica
Storia millenaria
• Popolo nomade, connotato da grandi
spostamenti fin dall’antichità (circa 2500
anni fa)
• Notizie certe fin dall’anno 1000 d.c.(X°
secolo, due scrittori arabi ne parlano)
• Zone in cui migrarono e si diffusero : area
indo -balcanico - danubiana
• Cause migrazioni sconosciute: forse
guerre, motivi economici
Storia moderna
• storia costellata di espulsioni, divieti, rifiuti
• dalla fine del XV° sec. Inizia a cambiare l’atteggiamento verso i
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poveri/ vagabondi/ nomadi, iniziano ad essere oggetto di
repressione (Spagna 1492), Italia –Milano 1512 (peste?),
deportazione nelle colonie portoghesi di Capo Verde e del Brasile nel
1600
stillicidio di leggi, decreti dei sovrani europei per cacciare rom e
sinti, con attribuzioni di colpe assurde variegate, le più gravi:
antropofagia, malattie
previste tremende punizioni
cacciati, relegati in ghetti, tollerati e ciclicamente perseguitati ; vari
tentativi, falliti, di assimilare in modo totale i nomadi alle
popolazioni indigene (Mariateresa d’Austria,Ungheria, Transilvania)
Solo la Romania (principe Costantino) li riconosce liberi, 1855 –
1856, con conseguente emigrazione verso Russia, Bulgaria, Serbia,
Ungheria Europa centro occidentale e terre d’oltremare.
Storia recente
• Persecuzioni naziste:nel 1937-38 furono raccolti nei
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campi di abitazione
Nel 1942 ordine di arrestare tutti gli individui di tipo
zingaresco o di sangue misto che si trovavano nel Reich,
e portati ad Aushwitz,ed altri lager
sterminio nei lager nazisti , di circa 500.000 (forse
800.000) Rom e Sinti
Con la fine della II° guerra mondiale si sono spostati
dalla ex Jugoslavia, dall’Ungheria, dalla Turchia verso
l’Europa Occidentale, fino alla Finlandia
Le più recenti guerre nei paesi della ex Jugoslavia hanno
prodotto nuovo forte impulso a flussi migratori all’interno
dell’Europa (Bosnia, Kossovo)
Storia dei giorni nostri
• In Italia , la denominazione di zingari e nomadi ,
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assume spesso valenza dispregiativa
Poco riconosciuti i diritti di cittadinanza
nonostante la maggior parte di loro siano, a
tutti gli effetti, Italiani
difficoltà di accettare la loro presenza
spesso sono ancora oggetto di discriminazione,
in tutti i campi , di emarginazione e qualche
volta di segregazione
considerati più oggetto che soggetto di Politiche
Minoranze etniche linguistiche?
• Le molteplici comunità Rom e Sinti presenti su
•
•
tutto il territorio italiano non sono riconosciute
come minoranze etniche-linguistiche-nazionali
non beneficiano dei diritti di questo status
previsto dalla legge del 1999,non contemplati
per il fatto che questo gruppo non è legato ad
un determinato territorio
l’Italia non applica la carta europea che tutela le
lingue minoritarie
bandiera Rom
ruota di un carro, 16 raggi: molteplicità genti nomadi, tra i colori del cielo e
della terra
Bucarest 1933 – presentata nel 1971 1°convegno mondiale dei Rom a Londra
“Flash” sugli zingari
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Sono circa 30 milioni nel mondo
Sono circa 15 milioni in Europa
Sono circa 120-140.000 in Italia, di cui il 7580% sono cittadini italiani (di questi circa 40.000
sono sedentarizzati)
Più numerosi nel centro – sud
Sono circa 7.000 a Roma (vivono in 31
insediamenti, 2 con più di 1.000 persone)
Popolazione “giovane”: 51% ha meno di 14 anni
Età media di vita: 50 anni
SINTI e ROM in ITALIA
Per fasce di età:
• 0-5 anni
• 6-14 anni
• 15-18 anni
• Oltre 18 anni
22.000
30.000
14.000
55.000
normativa di riferimento
• Non è facile individuare una normativa di
riferimento precisa, per gli zingari, nomadi
• non esiste uno status specifico per loro
nella legislazione Italiana
• è un popolo a cui ci si riferisce, senza
distinzione, rientrando per lo più nella
dizione più ampia di straniero
• nonostante una buona parte (circa 7080%) sia Italiano a tutti gli effetti
Legislazione regionale
• Negli anni ’80 diverse Regioni Italiane avevano
•
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legiferato in materia di tutela e salvaguardia
delle popolazioni Rom – Sinte
tra queste la Regione del Veneto con la L.R. n°
41/84 aggiornata con la L.R. 22.12.1989 n° 54,
tutt’ora vigente
Di recente molte regioni hanno aggiornato o
stanno aggiornando le normative regionali in
vigore
La situazione oggi
• Eccettuati alcuni buoni esempi, sia in Veneto, sia nella
•
maggior parte del territorio italiano , la pur limitata
legislazione è di fatto in gran parte disattesa.
La situazione Italiana è da almeno una decina d’anni
sotto osservazione dell’ONU, del Consiglio d’Europa,
dell’Unione Europea per le gravi discriminazioni a cui
sono sottoposti i Rom –Sinti in Italia, nonostante le
convenzioni vigenti e sottoscritte e l’ampia
documentazione che i vari organismi a livello europeo
ed internazionale hanno prodotto in questi ultimi anni
per la salvaguardia della cultura zingara, riconosciuta
patrimonio culturale.
Quali conseguenze?
• legislazione non applicata
• spesso oggetto di applicazioni discrezionali
• applicazioni non integrate e coordinate tra
le varie istituzioni pubbliche (Comuni,
scuole, questure, tribunali)
• ha pesanti ripercussioni in particolare nei
confronti dei minori
Tutela dei minori
• La competenza istituzionale per
quanto riguarda la protezione e la
tutela dei minori è riconducibile agli
Enti locali (Comune in particolare e,
residualmente, per alcune competenze
specifiche :ciechi e sordi, madri nubili, alle
Province)
• Rif.ti :DPR 616/1977,e leggi regionali di
recepimento
Normativa degli ultimi anni
• Legge 176/1991, di ratifica della Convenzione dei diritti dei fanciulli
• Legge 261/1991,”Sostegno e recupero minori a rischio di attività criminose e
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devianza” che ha finanziato importanti progetti, da qualche anno mi pare
non sia più finanziata.
La Legge 285/97 su “Promozione dei diiritti dell’infanzia ed adolescenza”,
finanziata di triennio in triennio, anche se con finanziamenti decrescenti;
La Legge 451/97 che istituisce la commissione parlamentare per l’infanzia,
l’Osservatorio Nazionale ed il centro di Documentazione, programma
biennale infanzia ed adolescenza;
L 309 / 1990 e successive integrazioni (T.U. tossicodipendenza)
Le leggi 104/92 e la 162/98 per i disabili
Legge 40/1998 “disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione di
straniero”,
Il decreto legislativo n°286/98,T.U. sull’immigrazione art.31 disciplina i
diritti dei minori stranieri e dei minori stranieri non accompagnati, in
particolare prevede il diritto all’istruzione per tutti i minori stranieri presenti
sul territorio (art. 38), iscrizione possibile in qualsiasi periodo dell’anno.
segue
• Legge 30.07.2002 n 189 (legge Bossi-Fini),modifica L. 40/98 su
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immigrazione ed asilo.
La Legge 268/98 contro lo sfruttamento e la prostituzione minorile
La Legge 154 del 2001 contro la violenza nelle relazioni familiari
La Legge 476 /98 che ratifica e dà esecuzione alla Convenzione per
la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione
internazionale (L’Aia1993)
Il decreto legislativo 112/1998 su “Conferimento di funzioni e
compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in
attuazione della L. 59/1997” (in particolare artt.128-133)
La Legge 328/2000, legge quadro per la realizzazione di un sistema
integrato di interventi e servizi sociali, la cui enorme portata è stata
rallentata, ridimensionata, ed in parte vanificata dalla legge di
riforma del titolo V della Costituzione L. 3/2001 (federalismo).
La Legge 149/2001 che integra e modifica la legge 184/83 relativa
alla disciplina dell’adozione e l’affidamento dei minori
segue
• Circolare del Comitato minori stranieri del 14.10.2002, interpretativa della Bossi-Fini ,
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con particolare riferimento al permesso di soggiorno di minori stranieri che
raggiungono la maggiore età.
La recente Legge 77/2003 sul recepimento della Convenzione di Strasburgo.
Protocollo di intesa tra MIUR (Ministero Istruzione , Università e Ricerca) e Opera
Nomadi del giugno 2005 per la scolarizzazione . Da verificare attuazione per la
regione Veneto presso Ufficio Scolastico Regionale
la L.R. n° 42/88 sulla istituzione del Pubblico Tutore, garante, a livello regionale,
attuazione dei diritti dei minori.
L.R. 54/89 sulla tutela della cultura dei Rom e Sinti, ivi compreso il diritto al
nomadismo.
L.R. 11/2001 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali
in attuazione del d.lgs. 112/98”, in particolare art.4 punto c). art.6,art.8; Titolo IV,
sez. II artt.124-125- 126. Cito l’articolo 125, “comma1: sono destinatari……tutti i
cittadini residenti, domiciliati, nel Veneto….nonchè gli apolidi . Comma 2:
…..sono assicurati …..anche alle persone temporaneamente presenti nel
territorio regionale che versino in condizioni di necessità e difficoltà
contingenti”
La problematica dei minori zingari
“devianti”
• Il contesto deviante zingaro si segnala per il target familiare,
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•
culturale e sociale che educa, sostiene, istiga e, frequentemente,
costringe i minori al delitto
si segnala, altresì, per l’altissima specializzazione di questi ultimi
nella perpetrazione di comportamenti delittuosi, specialmente nella
commissione di reati contro il patrimonio (scippi e furti in
appartamento, in particolare)
contributo preponderante fornito dalle donne nella realizzazione di
attività criminose, soprattutto se incinte o infraquattordicenni, per la
possibilità di elisione del perseguimento penale derivanti dalle
difficoltà logistiche legate alla restrizione in vinculis, nel primo caso,
e dalla condizione di non imputabilità, nel secondo
giustizia vissuta come una sorta di ineluttabile fatalità, in cui ogni
tanto si incorre ed è indispensabile occuparsene, perchè ostacola la
vita quotidiana
governata da meccanismi in buona parte incomprensibili
“deviante ?”
• il minore non è in grado di recepire la condizione
•
di deviante attribuitagli prima ancora che dalla
legge, da un’intera società che lo respinga o
meno, posto che si tratta di un codice culturale
che non gli appartiene e che, quindi, non lo può
trovare minimamente sensibile
minore nomade è convinto di poter superare,
grazie all’ausilio della famiglia e dell’avvocato,
possibilmente indenne, il periodo di reclusione,
che può essere vissuto anche come prova di
coerenza e di fedeltà nei confronti dei valori che
contraddistinguono la propria identità
Rieducazione - reinserimento?
• attuale contesto normativo non rende affatto
•
facile perseguire percorsi di riprogettazione del
futuro per i minori migranti non italiani, che
hanno compiuto reati
l’ambiguità in cui la legge li pone è tale da
annientare frequentemente interi positivi
progetti, rendendoli solo un percorso ad ostacoli
verso la concretizzazione di un reale
reinserimento sociale
Trattamento penale e misure
rieducative
• fra gli italiani gli arrestati sono circa il 6 % dei
•
•
denunciati,mentre gli stranieri arrestati sono in media il
18% dei denunciati
non perché essi commettano i reati più gravi: basta
scorrere le statistiche ministeriali (Ministero di grazia e
giustizia) per verificare che sono quasi solo italiani a
compiere reati contro la persona e violazioni alle leggi
sulle armi
Al momento dell’emissione delle misure cautelari che la
disparità fra italiani e stranieri si fa più evidente. I minori
italiani sottoposti a misura cautelare hanno nel 30% dei
casi la custodia in carcere e per il 70% altre misure; per
i minori stranieri la percentuale è esattamente opposta.
Trattamento carcerario
• Il trattamento carcerario risulta,di fatto, peggiore di quello degli
•
•
•
•
italiani, sia perché in genere questi ultimi hanno maggiore supporto
sia legale che economico; sia perché per gli stranieri risulta più
difficile anche trovare la possibilità e le risorse per usufruire di
misure alternative alla detenzione
il ricorso estremo al carcere avviene in prevalenza per alcuni autori,
quelli di nazionalità straniera; mentre gli obiettivi migliori della
riforma (formule depenalizzanti o alternative in direzione educativa)
sono appannaggio esclusivo dei ragazzi italiani
il numero dei minori che accedono ai servizi dell’USSM; soltanto
1.375 sono gli stranieri presi in carico nel 2004, rispetto ai 5.257
italiani
pochissimi invece accedono alle comunità, mentre in molti vengono
inseriti in CPA e poi direttamente in IPM (carcere)
in carcere non è possibile costruire alcun progetto per loro che si
mostrano ostili a tutte le proposte, appoggiati dalle famiglie
interessate solo al fatto che continuino a rubare.
Quale spiegazione e quale futuro?
• I comportamenti illeciti sono in buona parte frutto dell’adesione
•
•
•
degli zingari ad una subcultura, che non appartiene alla loro
tradizione
sono il prodotto, come si afferma bene in sociologia, di una
situazione di anomia in cui i codici normativi di entrambe le culture,
quella di appartenenza e quella di riferimento, non sono più in grado
di stabilire il giusto nesso tra mezzi e fini
risulta evidente che l’intervento giudiziario non potrà mai
raggiungere gli obiettivi che si propone finchè si continueranno ad
enfatizzare tali problematiche offrendosi ad una visuale distorta
della realtà, e cioè facendo ancora finta di ritenere che la “questione
zingara” sia solo ed esclusivamente una forma di “delinquenza
minorile”
solo politiche serie di integrazione/inclusione sociale rispettose della
cultura di appartenenza potranno, nel tempo, ridurre e forse
eliminare questi fenomeni
Un approccio di sistema
• evitare interventi spot
• capacità delle Amministrazioni di fare
•
sistema, di affrontare con un’ottica globale
i singoli problemi riuscendo a cogliere le
interconnessioni ed ottimizzando le
risorse, lavorare insieme per migliori
servizi e maggiore efficienza.
utilizzo strumenti di pianificazione e
programmazione degli interventi : Il piano
di zona, i programmi delle Amministrazioni
Locali, i progetti, le azioni.
Perché fare sistema?
• Questo sforzo non può essere svolto da una singola
•
•
•
amministrazione
deve necessariamente essere frutto di un'azione di
cooperazione di soggetti diversi sul territorio
la promozione dello sviluppo locale obbliga infatti le
amministrazioni ad uscire dal palazzo e ad integrare
soggetti diversi con una visione condivisa e con l'obiettivo
comune del maggiore benessere dei cittadini.
Due sono i filoni sui quali le amministrazioni pubbliche sono
impegnate:
da una parte ridurre il carico burocratico e i costi da regolazione
che gravano su imprese e cittadini, dall'altra esercitare un ruolo
attivo di regia per la promozione dello sviluppo, della
competitività, della coesione sociale nei territori di
riferimento.
importanza delle reti
• La rete, anzi le reti , di integrazione e
cooperazione interistituzionale,
pubblica e privata è condizione
necessaria perché la P.A.(pubblica
amministrazione) possa rispondere
con equità ed efficienza alle esigenze
dei cittadini, in particolare le fasce
deboli, prive di “contrattualità”e
delle imprese.
Piano di Zona perché?
• Piano di zona, il cosiddetto Piano regolatore in ambito
•
•
•
sociosanitario, previsto dalla Legge quadro sui servizi
sociali (328/200)
strumento principe, nel quale far confluire volontà,
scelte, obiettivi, progetti condivisi in un territorio
pilastro sul quale le singole Amministrazioni Locali,
andranno ad ancorare i propri programmi, secondo una
logica di sistema, garantendo il perseguimento di certe
scelte
progetti declinati secondo le varie sensibilità che
connotano le maggioranze delle Amministrazioni Locali
Programmi e progetti
• non imposti dall'alto, perciò perdenti
• coinvolgendo nell’analisi e nelle proposte gli interlocutori
•
•
protagonisti, riconoscendo loro la capacità ed il diritto di
determinare essi stessi il loro avvenire nel rispetto della
loro cultura e contemporaneamente della cultura dei
territori/ambienti dove sostano o vengono accolti
stanzialmente
sperimentando nuove forme di corresponsabilizzazione
con "i diversi da noi" e di sperimentazione di modelli
concreti individuando insieme a loro i modi per aiutarsi e
per liberarsi da una condizione di passività.
nella logica di un cambiamento e sulla base di un
rapporto di fiducia da costruire nel tempo, anche
ricorrendo a mediatori culturali
percorsi di integrazione/inclusione
sociale
• valori chiave
da tenere ben evidenti all’orizzonte di
qualsiasi piano,programma, obiettivo,
progetto, azione, intervento che
sinteticamente si richiamano a :rispetto,
persona, cultura,
minoranza/diversità, diritti umani e
di cittadinanza.
Impegni delle Amministrazioni Locali
orientamenti generali
•
•
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•
•
•
approfondire la conoscenza e la storia della cultura zingara con particolare riferimento ai
Rom e Sinti, da diffondere sia tra il personale delle istituzioni sia creando apposite occasioni per
la popolazione;
contribuire a contrastare pregiudizi e stereotipi (informazione, conoscenza, rapporti con i
media, rapporti con la popolazione);
approfondire la conoscenza delle norme, nazionali, europee ed internazionali (leggi,
convenzioni internazionali, direttive, raccomandazioni, etc..) che direttamente ed indirettamente,
sono rivolte alla salvaguardia e tutela delle culture zingare , con particolare riferimento
ai minori,
distinguere la problematica degli zingari, all’interno della categoria stranieri,
contestualizzandola alla realtà culturale che li connota;
approfondire la conoscenza della presenza , negli ultimi anni, di comunità sia nomadi
che sedentarie nel territorio di riferimento;
approfondire le problematiche presentate e/o presenti di cui si sono occupate le varie
istituzioni pubbliche , gli interventi effettuati, gli eventuali esiti degli interventi;
inserire, progettare, in base alle analisi effettuate , interventi di medio-lungo
periodo, creando,se possibile, una rete territoriale, per affrontare le problematiche
accennate e assicurare adeguato spazio nei documenti di programmazione del territorio (ad
esempio Piani di Zona)
prevedere lo sviluppo dei mezzi istituzionali per favorire un ruolo attivo e la
partecipazione delle comunità Rom-Sinte, attraverso loro rappresentanti, al processo
decisionale
Impegni specifici ed interventi possibili in
percorsi di integrazione/inclusione sociale
delle Amministrazioni Locali
 lo statuto personale
 il diritto all’alloggio
 il diritto alla salute
 il diritto all’educazione e all’istruzione
 il diritto alla formazione professionale e al lavoro
 il diritto alla non discriminazione
lo statuto personale
• prima condizione per la tutela
giuridica dei diritti dello zingaro è
quella quindi di facilitargli l’acquisto
di una cittadinanza, punto di partenza
per togliere lo zingaro da una situazione di
apolidia o di indeterminatezza della sua
nazionalità
• non attuare discriminazioni sulla
attribuzione della residenza
il diritto all’alloggio
• riconoscimento del nomadismo come stile
•
•
di vita volontario
riconoscere allo zingaro che ha scelto la
sedentarizzazione di poter esercitare il diritto
all’alloggio, in condizioni di uguaglianza
con gli altri cittadini
entrambi questi riconoscimenti esigono un
impegno educativo per superare stereotipi
e pregiudizi radicati nella mentalità della
popolazione maggioritaria.
Il diritto alla salute
• I problemi della salute degli zingari sono dovuti principalmente alle
•
condizioni igieniche nelle quali vivono, attribuibili ai terreni non
sufficientemente attrezzati sui quali si accampano
hanno uno scarso interesse nei confronti della prevenzione perché
non la conoscono e non ne comprendono l'utilità
• importante a questo riguardo la scolarizzazione perché introduce
•
concetti nuovi alle giovani generazioni
Importante la sensibilizzazione degli adulti alla cura ed alla
prevenzione
• necessità di elaborare vere politiche in materia di salute che evitino
il ricorso alle cure nell’acuzie e garantiscano l’ accesso alle cure
senza discriminazione
il diritto all’educazione e
all’istruzione
• diffusione delle informazioni ai genitori zingari concernenti l’obbligo
•
•
•
dell’educazione e i meccanismi di sostegno che le municipalità
possono offrire
coinvolgimento e partecipazione responsabile delle Comunità
Zingare nella gestione di tutte le attività inerenti alla scolarizzazione
dei loro figli
sviluppare, rendendolo accessibile, l’insegnamento pre-scolastico,
l’insegnamento della lingua Rom, dove è parlata, incoraggiare la
partecipazione dei rappresentanti delle comunità zingare
all’elaborazione dei materiali concernenti la storia, la cultura e la
lingua (Raccomandazione del Consiglio d’Europa agli Stati Membri )
utilizzare strumenti come convenzioni, Protocolli, (ad es. proptocollo
di intesa tra MIUR (Ministero Istruzione , Università e Ricerca) e
Opera Nomadi sottoscritto nel 2005)
il diritto alla formazione
professionale e al lavoro
• generare le condizioni che portino ad un miglioramento
•
•
•
•
del rapporto tra popolazione nomade e cittadini italiani
agendo sulle cause che ostacolano l’inserimento nel
lavoro degli zingari
valorizzando il “saper fare” della loro cultura
di particolare interesse l’area ambiente ed eco sostenibilità: sembra offrire maggiori possibilità di
formazione ed inclusione sociale per la vicinanza ai valori
di riferimento propri della cultura zingara (lavoro
all’aperto, natura, viaggio, lavori artigiani)
il terzo settore ed il non profit (cooperative sociali,
ONLUS, etc..) potrebbero giocare un ruolo prezioso per
aumentare le possibilità di inserimento lavorativo anche
per la popolazione zingara
Il diritto alla non discriminazione
• condannare azioni di rifiuto e di
repressione
• garantire l'aiuto per il disbrigo delle
pratiche a carattere anagrafico,
previdenziale, scolastico, sanitario
• Intervenire per ridurre l’isolamento dovuto
alle difficoltà linguistiche, all'analfabetismo
e all'emarginazione di cui sono fatti
oggetto
Una ipotesi di lavoro
• progetto di ricerca - azione da
attivare in ambito provinciale diocesano, prevedendo dei gruppi di
lavoro, distribuiti nel territorio,
integrato con rappresentanze della
cultura zingara.
• inizio di questo percorso potrebbe essere
l’organizzazione di una Tavola rotonda
di confronto di buone pratiche a
livello nazionale
“Alle porte della città”
poesia di Olimpio Cari , zingaro
• Alle porte della città / aspetto un sorriso.
• Tu hai ballato nel bagliore del fuoco / con la musica del
•
•
•
•
•
mio violino / ma non hai visto la mia tristezza.
Alle porte della città / aspetto una mano.
Sei venuto nella mia tenda / ti sei riscaldato al fuoco /
ma non hai calmato la mia fame.
Alle porte della città / aspetto una parola.
Hai scritto lunghi libri / hai posto mille domande, / ma
non hai aperto la mia anima.
Alle porte della città / aspettano con me / molti zingari
Dott.ssa Aurea Dissegna
• Ha una formazione di base psico-sociale, laurea in Sociologia, con una variegata
•
•
esperienza di lavoro, trentennale, nell’ambito dei Servizi pubblici. Si è occupata di
servizi e progetti nell’area della famiglia e della tutela dei minori. Ha lavorato per
molti anni presso l’Azienda Socio Sanitaria ULSS n° 3, in qualità di Responsabile di
servizio ed ha ricoperto il ruolo di dirigente dell’ Area 7, “Servizi alla persona”, presso
il Comune di Bassano del Grappa fino al mese di giugno del 2004.
Fin dai primi anni di carriera si è occupata di interventi formativi in ambito psicosociale in vari contesti pubblici e privati, in qualità di docente e/o relatore.
Attualmente svolge attività di docenza presso l’Università agli studi di Cà Foscari,
Venezia, titolare del corso “Organizzazione dei Servizi sociali”, nel corso di laurea in
Servizio Sociale;è inoltre docente con cattedra di Filosofia e Psicologia presso il Liceo
Sociale di Schio (VI). Svolge attività libero professionale come consulente e
formatrice. Ha ricoperto fino allo scorso anno attività di consulenza e docenza presso
la Fondazione CUOA, di Altavilla vicentina, su tematiche relative allo sviluppo delle
risorse umane con particolare approfondimento della comunicazione.