Collegio IPASVI della provincia di Parma COMUNICATO STAMPA

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Collegio IPASVI della provincia di Parma COMUNICATO STAMPA
Collegio IPASVI della provincia di Parma
COMUNICATO STAMPA
20 marzo 2016
Creano ancora vero sconcerto nella famiglia professionale infermieristica le notizie per gli odiosi reati ipotizzati dagli inquirenti
dell’Arma dei Carabinieri nella struttura di Villa Matilde di Bazzano, a soli due mesi dai fatti avvenuti nella casa famiglia privata per
anziani Villa Alba di Parma.
In relazione ai gravissimi fatti emersi, per quanto dichiarato sino ad ora, a carico di un gruppo di operatori socio-sanitari in parte posti
in stato di arresto e in parte denunciati, il Consiglio Direttivo del Collegio Provinciale IPASVI di Parma esprime sconcerto e incredulità
a nome dei suoi 3.000 iscritti che ogni giorno, con senso di abnegazione e spirito di servizio, assistono le persone affidate alle loro
mani oltre che sentimenti di viva vicinanza e solidarietà alle persone vittime delle azioni commesse e alle loro famiglie.
Le immagini dei maltrattamenti subiti dagli ospiti della struttura, diffuse in queste ore con grande clamore mediatico da tutti i mezzi
d'informazione, risultano abiette e ripugnanti in quanto perpetrate ai danni di persone particolarmente fragili e nel segno del tradimento
della fiducia con cui le famiglie degli ospiti li avevano affidati loro.
Non pare che in questa orribile vicenda risultino coinvolti degli infermieri, ma questo non rende certo meno amara la realtà. I media,
ancora una volta, hanno dato segno della superficialità con cui affrontano tematiche così drammatiche di cronaca trasformando gli
OSS indagati in “operatori sanitari” (Gazzetta di Parma, ad esempio), oppure in “infermieri” (Il Giornale, ad esempio). Noi
stigmatizziamo questo metodo di fare comunicazione giornalistica: la comunità infermieristica non può accettare che il comportamento
criminale di qualcuno offuschi l'impegno di tanti professionisti sanitari che, con coscienza e umanità, svolgono ogni giorno un lavoro
difficile nel rispetto del proprio codice deontologico, né può accettare fraintendimenti e confusioni di ruoli e attribuzioni.
Nel reparto della struttura di Bazzano trovavano ospitalità persone con un inquadramento “psico-geriatrico” che, prima della riforma
Basaglia, avrebbero forse trovato collocazione nelle disciolte strutture manicomiali. Fa male riscontrare ancora metodiche di presa in
carico di persone fragili basate sull’utilizzo della forza e delle punizioni, a quasi 40 anni dall’emanazione della legge 180/78. Fa
particolarmente male alla professione che molto ha lavorato per trasformare quell’assistenza infermieristica manicomiale pre-riforma
(basata più sulla forza fisica che sulla competenza professionale), in un’assistenza moderna attuata in tutte le strutture sanitarie
psichiatriche in cui le nostre donne e uomini lavorano egregiamente ogni giorno.
Come Collegi della Regione Emilia-Romagna abbiamo già avuto modo di dire al Presidente della Regione che nelle strutture socioassistenziali c’è bisogno di responsabilità di coordinamento posta in capo agli infermieri. L’operatore socio-sanitario non può essere
abbandonato nella sua azione, ma deve svolgere “le attività previste […], in collegamento funzionale e in collaborazione con gli
operatori professionalmente preposti, rispettivamente all’assistenza sanitaria e a quella sociale” (Conferenza Stato Regioni, 22
febbraio 2001).
Gli infermieri rispondono disciplinarmente al loro Collegio nell’ambito del proprio Codice Deontologico. Il Collegio IPASVI di Parma
applicherà fermamente il proprio potere per punire con rigore qualsiasi infermiere che si dovesse macchiare delle infamità riportate
dalle dolorose cronache di questi giorni.
Ringraziamo ancora una volta l’Arma dei Carabinieri, che prosegue l'azione intrapresa oltre due anni fa, quando venne istituita presso
il Ministero della Salute la task force contro gli abusi su anziani e disabili ospiti delle strutture socio-assistenziali. Il Collegio IPASVI
rimane vigile e disponibile a ricevere ogni segnalazione dei cittadini ([email protected], 0521 987521) e a competa disposizione
delle Forze dell’Ordine per sussidiare ogni utile azione volta ad impedire il ripetersi si fatti così incresciosi.
Prot. n. 2016/0000575/I.11
IL PRESIDENTE
Dott. Matteo Manici