Incendi, aggressioni e risse tra detenuti «Inferno al minorile

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Incendi, aggressioni e risse tra detenuti «Inferno al minorile
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CRONACA
martedì 28 luglio 2015
TO
IL CASO Lo sfogo di un agente della polizia penitenziaria
Incendi, aggressioni
e risse tra detenuti
«Inferno al minorile»
«Turni massacranti, dateci gli uomini del Cpa»
Il sindacato Osapp si rivolge alla corte dei Conti
Ô «Risse, atti vandalici, aggressioni, celle incendiate. Turni massacranti, riposi cancellati,
straordinari che ci impediscono di stare con le
nostre famiglie. E poi degrado, con i telefoni che
qualche giorno fa sono rimasti spenti perché i
topi avevano banchettato con i fili». E’ il carcere
minorile visto da chi al Ferrante Aporti lavora.
Un agente di polizia penitenziaria che chiede di
mantenere l’anonimato e, senza troppi giri di
parole, parla di «un vero e proprio inferno».
Il problema principale, come sempre quando si
parla di carcere, sono i numeri. Con «troppi
pochi agenti, che per garantire la sicurezza,
affinché le tensioni non esplodano, sono contretti a far buon viso a cattivo gioco con i
detenuti, anche quando andrebbero sanzionati
più severamente. Il nostro lavoro è quello di far
rispettare le regole, ma per farlo dobbiamo
essere tutelati, e non è così». Così, «la settimana
scorsa è accaduto che ci fossero soltanto tre
agenti per trenta detenuti, è scoppiata una rissa
nel campo da calcio e l’agente che era rimasto in
sezione è stato costretto a scegliere se intervenire in soccorso degli altri per sedarla o lasciare
da soli quelli ristretti all’interno». Un’altra
volta, «i tre colleghi di turno erano nel refettorio, un detenuto che ha problemi psichici e ha
già distrutto diversi lavandini era in osservazione nel reparto di isolamento sanitario e quando
questo ha cominciato ad urlare, gli altri non
sono potuti andare a controllare». Quando sono
arrivati, «si era ferito ad un braccio». Anche
qui, del resto, come nelle celle dei “grandi”, ci
sono atti di autolesionismo. E anche qui, come
al Lorusso e Cutugno, si sono verificate aggres-
sioni, l’ultima proprio ieri pomeriggio nel padiglione “A”.
La situazione, secondo l’agente, «è peggiorata
di molto dopo che il governo Renzi ha cambiato
le regole, mandando al Minorile anche alcuni
condannati in via definitiva che hanno 25 anni.
Ô
«Molte volte, nel Cpa, i colleghi restano senza fare niente, mentre noi,
nella struttura accanto, siamo sotto
organico»
L’agente lavora al Ferrante Aporti
E poi c’è il problema specifico di Torino, perché
da noi mandano tutti i casi più difficili, i
detenuti che tutti gli altri istituti hanno rifiutato, neanche fossimo la discarica nazionale delle
situazioni più problematiche». Secondo l’agente, «la prima cosa ad essere sacrificata in queste
condizioni è la funzione rieducativa della pena,
che dovrebbe dare una nuova chance ai ragazzi
che finiscono in carcere». E basterebbe «poco
per migliorare le cose», ma, «mentre il direttore
del Ferrante Aporti e il personale fanno il
possibile a Roma e al Centro di giustizia minorile sembra che questi problemi non interessino».
L’agente, in particolare, fa riferimento alla questione del “Cpa”, il Centro di prima accoglienza, che ha la stessa funzione delle camere di
sicurezza per gli adulti. «Dopo l’arresto, i ragazzi vengono portati lì e vi rimangono in attesa
della convalida, al massimo 4 giorni. Dal primo
gennaio al 15 luglio, sono passate 57 persone.
Un numero davvero esiguo, eppure, per controllarle, ci sono nove agenti fissi, un direttore,
un educatore e un segretario». Uno «spreco»,
secondo l’agente. «Perché molte volte i colleghi
restano senza fare niente, mentre noi, nella
struttura accanto, siamo sotto organico». Sulla
questione, sono state presentate anche diverse
interrogazioni parlamentari. E il sindacato
Osapp, secondo cui «Basterebbe che si tornasse
al servizio a chiamata», si è rivolto alla Corte dei
Conti.
[s.tam.]
IL FATTO Sono stati rinvenuti in alcune celle della Settima sezione “incolumi” del Lorusso e Cutugno
Hashish e coltelli erano nascosti in carcere
Ô Diverse dosi di hashish e alcuni coltelli rudimentali sono stati
rinvenuti in alcune celle della
Settima sezione detentiva “incolumi” del carcere di Torino dalla
polizia penitenziaria nel corso di
una perquisizione interna. A darne notizia è stato il segretario
generale del sindacato autonomo
polizia penitenziaria Sappe Donato Capece.
«Un’operazione di servizio di
SOSPETTATI DI DECINE DI COLPI
Erano l’incubo delle palestre
Presi i ladri degli armadietti
Avevano una passione per la palestra ma non per migliorare la proprià
forma fisica. Il loro obiettivo erano gli armadietti negli spogliatoi, da scassinare per rubare quanto possibile agli ignari clienti impegnati a sudare su
attrezzi e macchinari.
I carabinieri della stazione Torino Barriera Piacenza hanno fermato e denunciato sabato scorso, in prossimità di una palestra di corso Moncalieri,
Fabio C., 39 annni, e la moglie Anna C., 40 anni. La coppia aveva adottato
quale modus operandi l’espediente di presentarsi nelle palestre, insieme o
singolarmente, per eseguire una seduta di prova. Una volta effettuata la
lezione e quindi conquistata la fiducia dei titolari e dei soci, si dichiaravano
soddisfatti asserendo che sarebbero tornati per eseguire un’altra seduta a
pagamento per poi firmare il contratto di iscrizione. Nel corso della seconda seduta, in orari di punta, la coppia realizzava i furti per poi sparire. Sono
sospettati di decine di furti a Torino, Alessandria e Vercelli ma al momento
gli sono stati addebitati episodi avvenuti in altre due palestre di Torino e in
una di Vinovo. Al momento del fermo, la donna aveva in borsa decine di
volantini di palestre con orari e appuntamenti già fissati.
routine, che la polizia penitenziaria conduce regolarmente proprio per stroncare il possesso e la
custodia, da parte dei detenuti, di
oggetti e materiali non consentiti
nelle celle», ha spiegato il leader
del Sappe.
Vicente Santilli, segretario regionale Sappe del Piemonte, ha ricordato invece che «non più tardi
di tre settimane fa, un’altra perquisizione degli uomini della po-
lizia penitenziaria permise il rinvenimento in carcere di un coltello rudimentale, una macchinetta per realizzare tatuaggi e circa 8 litri di grappa artigianale».
Ai poliziotti del carcere del capoluogo piemontese, Donato Capece ha rivolto «le nostre attestazioni di stima e apprezzamento per
l’alta professionalità dimostrata.
Ogni giorno la polizia penitenziaria porta avanti una battaglia
silenziosa per evitare che dentro
le carceri italiane si diffonda uno
spaccio sempre più capillare e
drammatico, stante anche l’alto
numero di tossicodipendenti tra i
detenuti, ed il possesso e l’uso di
telefoni cellulari. Questo deve fare comprendere come l’attività di
intelligence e di controllo del
carcere da parte della polizia penitenziaria diviene fondamentale».
VIOLENZA L’episodio sulla linea 62, il malvivente è stato inseguito e arrestato dalla polizia
Aggredito su un autobus per il cellulare
Il rapinatore lo prende a pugni e scappa
Ô È rimasto vittima di un furto su un
autobus, talmente assurdo che in un
primo momento ha pensato di essere
vittima di uno scherzo. E invece era
tutto vero, tanto che alla fine ha anche
rimediato un pugno in faccia per il
quale ha poi dovuto far ricorso alle
cure dei medici.
È successo l’altro giorno su un autobus
della linea 62 del Gtt. Il rapinatore ha
strappato di mano il cellulare alla vittima mentre questa stava telefonando,
poi si è tranquillamente seduto per
proseguire il viaggio, nascondendo
l’apparecchio sotto una gamba. Un at-
teggiamento talmente assurdo che il
proprietario del cellulare ha creduto,
in un primo momento, che si trattasse
di uno scherzo ma quando ha chiesto
ripetutamente all’uomo di restituirgli
il telefono ha ricevuto risposta negativa. Giunti ad una fermata il rapinatore,
un italiano di 43 anni con precedenti
per reati contro il patrimonio, ha deciso di scendere dal mezzo pubblico ma
il derubato ha cercato di impedirgli la
fuga. Il rapinatore ha quindi prima
spinto e strattonato il derubato, poi
l’ha colpito con un pugno al volto che
gli ha procurato una ferita al naso e la
scheggiatura di un dente.
Sul posto sono immediatamente intervenute le volanti della polizia che si
sono messe sulle tracce dell’aggressore. L’uomo è stato individuato e fermato dagli agenti del commissariato Barriera Milano, all’incrocio tra corso
Brunelleschi e corso Monte Cucco, pochissimi minuti dopo la segnalazione
alla centrale operativa. Quando è stato
bloccato dagli agenti, il rapinatore aveva con sé il cellulare del quale poco
prima si era impossessato e che è stato
restituito al legittimo proprietario.
[cla.ne.]
L’INDAGINE Identificati alcuni dei responsabili dell’assedio a hotel e cantiere della scorsa settimana
Trenta No Tav denunciati dalla Digos
Ô Trenta No Tav sono stati
identificati e denunciati
dalla Digos per le azioni di
disturbo della scorsa settimana in Val di Susa. Si
tratta di giovani - quasi
tutti appartenenti all’area
del centro sociale Askatasuna - che mercoledì e giovedì scorso si sono resi
protagonisti di due episodi a Susa e Chiomonte.
Nessun legame quindi con
quanto avvenuto venerdì
notte, quando un centinaio di antagonisti ha cer-
cato di assaltare il cantiere
al termine della manifestazione partita da Giaglione,
venendo respinta da un fitto lancio di lacrimogeni da
parte della polizia.
Mercoledì scorso una quarantina di No Tav, buona
parte dei quali partiti dal
campeggio di Venaus terminato domenica pomeriggio, hanno preso di mira
due hotel di Susa “rei” di
ospitare nelle loro camere
agenti delle forze dell’ordine e operai impegnati
nel cantiere di Chiomonte.
I No Tav hanno impedito
ingresso e uscita anche ai
normali turisti e per questo coloro che sono stati
identificati tramite foto e
filmati della Digos sono
stati denunciati per violenza privata.
Il giorno successivo, un
gruppo in buona parte costituito dagli stessi giovani
del giorno precedente, si è
invece infiltrato nel cantiere, approfittando di un
cancello aperto per con-
sentire il passaggio dei
mezzi pesanti impegnati
nei lavori. I No Tav sono
riusciti a percorrere una
decina di metri prima di
essere fermati e respinti
dalla polizia in assetto antisommossa. In questo caso, la denuncia è per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Proseguono invece le indagini della polizia per risalire all’identità dei responsabili degli incidenti
di venerdì sera.
La polizia schierata a difesa degli hotel di Susa