tensioni e conflitti - Critica e Comunicazione

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tensioni e conflitti - Critica e Comunicazione
Finalità della mappa: comprendere gli eventi che descrivono il conflitto tra i principali attori dell’XI-XIV secolo:
Papato, Impero e Regni, tendenti alla centralizzazione del potere, Signori, Vescovi e Comuni, in cerca di una
maggiore autonomia.
Papato
Impero
Diffuso in Italia
centrale. La
sede del papato
è Roma
Regno di
Germania, di
Borgogna e
d’Italia
Tendenza al
dominio
universale
Tendenza al
dominio
universale
Regni
I regni sono
presenti in tutta
Europa. Il re è
monarca, cristiano e
nobile.
Tendenza alla
centralizzazione
del dominio nella
mani del re
Feudi e signorie
Vescovi
Comuni
Francia, Italia,
Inghilterra e Renania
In tutti i regni,
soprattutto in
Germania
Francia, Fiandre,
Italia
settentrionale
Tendenza a
decentralizzare il
dominio della Chiesa,
dell’Impero e dei regni,
garantendo ordine e
sicurezza a livello locale
Tendenza a
diffondere il
dominio della Chiesa
in opposizione al
dominio dell’Impero e
dei regni
Tendenza a
decentralizzare
il dominio della
Chiesa,
dell’Impero e dei
regni
PAPATO E IMPERO
TENSIONI E CONFLITTI TRA
TRA IMPERO E COMUNI
DINASTIA SASSONE (936-1024: OTTONE I, II, III ED ENRICO II).
- I Comuni (XII-XIII sec.) sono una nuova entità
politica: associazione privata nata dalla cooperazione
Ø Subordinazione
del Papato all’Impero
di individui residenti nello stesso centro abitato,
appartenenti alla stessa classe sociale, orientati ad
- “Privilegio
Ottoniano”(962) voluto da Ottone I. Privilegio
ottenere autonomia professionale, amministrativa e
dato all'imperatore di ricevere il giuramento di fedeltà da parte
politica. Assumono un carattere commerciale, rurale o
del papa
e di dare il benestare sulla sua investitura a pontefice;
aristocratico. Sono governati da un'assemblea o da un
l’imperatore può essere soltanto un re germanico.
consiglio e due consoli (successivamente da un
podestà).
DINASTIA
DI FRANCONIA (1026-1125: CORRADO II, ENRICO III,
AGNESE
, ENRICO IV, ENRICO V).
Ø Lotta per le investiture (fine subordinazione papato)
• Decreto
di Niccolò (1059). Con la morte Enrico III (1039 1056),
successore
di Corrado, termina la subordinazione
della chiesa all'impero avviata da Ottone. Agnese, madre di
IV (troppo giovane), non riesce, infatti, a opporsi alle
Enrico
decisioni
del papa Niccolò II (decreto del 1059): l'imperatore
non può essere incaricato dell'investitura dei vescovi ed è
escluso, come la nobiltà, dall'elezione papale.
Papae (1075). Gregorio VII afferma l’infallibilità
• Dictatus
della chiesa
e la superiorità sull'Impero, scatenando le ire di
Enrico IV, il quale si umilia a Canossa ed è sconfitto dai
normanni chiamati dal papa stesso.
• Concordato
di Worms (1122). Callisto II firma con
l'imperatore
Enrico V il concordato di Worms: l'investitura
spirituale
spetta al papa, quella temporale all'imperatore; in
Germania la priorità spetta al potere temporale, in Italia e
Borgogna
a quello spirituale.
DINASTIA
SVEVA (1152-1254: FEDERICO BARBAROSSA, ENRICO VI,
FILIPPO DI SVEVIA, FEDERICO DI SVEVIA, CORRADO IV)
- Dopo
aver incoronato Federico II re d'Italia e prima di
incoronarlo
imperatore, il papa Innocenzo III fa giurare a
Federico
II
(Bolla
d'oro del 1213, promessa di Eger) che avrebbe
rinunciato ai privilegi del concordato di Worms, avrebbe
mantenuto
separato l'impero dal regno di Sicilia, non avrebbe
pretese sull'Italia, avrebbe liberato Gerusalemme.
avuto
- Federico, invece, è antipapale in Italia, favorevole alla grande
nobiltà tedesca, si stabilisce a Palermo che diviene un grandioso
economico e culturale. Parte per la sesta crociata ma si
centro
accorda
con i turchi selgiuchidi scatenando le ire del papa
(Gregorio
IX) che muove la nobiltà siciliana avversa a
Federico contro di lui, lo sfida nel Regno di Sicilia ma viene
sconfitto e costretto a ritirare la scomunica e ad accettare la
Pace di San Germano.
- La crisi dei Comuni non arriva per mano
dell’Impero ma per problemi interni relativi alla
gestione del potere di fronte all’emersione di nuovi ceti
in lotta tra loro, come il popolo grasso (grande
borghesia) e il popolo minuto (piccola e media
borghesia), e alla resistenza dell’aristocrazia,
soprattutto a Milano e Venezia (Serrata del Maggior
consiglio del 1297: governo oligarchico di armatori e
mercanti), meno a Firenze (Ordinamenti di giustizia
del 1293: nobili esclusi dal governo).
- Federico Barbarossa, preoccupato dell'espansione
dei comuni e dei feudatari, convoca la “prima dieta di
roncaglia” (1154, primato del sovrano su comuni e
feudatari), “la dieta di Besancon” (1156, provenienza
divina del potere imperiale) e la “seconda dieta di
roncaglia” (1158, ripristino di tutti i diritti imperiali
sull'Italia centrosettentrionale). I comuni e il papa si
schierano contro Barbarossa che è sconfitto dalla Lega
lombarda a Legnano nel 1176 (pace di Costanza del
1183).
- Federico II afferma la superiorità dell’imperatore su
ogni potere Costituzione di Melfi (1231) ma viene
ostacolato dal papa e dal suo stesso figlio Enrico VII.
Pur sconfiggendo la lega lombarda (Cortenuova, 1237),
viene sconfitto dai comuni sostenuti dal papato
(Parma, 1248). Alessandro III, Innocenzo III e
Gregorio IX sosterranno i Comuni nella lotta contro
l’Impero.
- Tuttavia, Barbarossa riuscì a unire l'Impero al Regno
di Sicilia, dando in sposa a suo figlio Enrico VI la
principessa normanna Costanza d'Altavilla. Morto
Barbarossa, Enrico scese in Sicilia e la conquistò. Alla
morte di Enrico VI, il potere fu conteso tra Filippo di
Svevia (fratello di Enrico e figlio di Federico) e Ottone
di Brunswick, prima di essere affidato al figlio di
Enrico (svevo) e di Costanza (normanna), ovvero
Federico II.