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MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE 2008 ANNO 133 - N. 299
In Italia
Milano, Via Solferino 28
Tel. 02 6339
Focus
La Cina riscopre
il multipartitismo
Cultura
Bruno Leone, l’uomo
che resuscitò Pulcinella
Spettacoli
Antolini dal vivo e in rete
è la principessa rock
di Marco Del Corona
alle pagine 12 e 13
di Fabrizia Ramondino
a pagina 41
di Andrea Laffranchi
a pagina 45
IL PD DOPO LA SCONFITTA ABRUZZESE
L’IDENTITÀ
E GLI APPARATI
di ANGELO PANEBIANCO
D
opo la catastrofica sconfitta in
Abruzzo il Partito democratico
è costretto a rifare i conti.
Come ha scritto Massimo
Franco sul Corriere di ieri,
il problema del Pd non è la
cannibalizzazione da parte
dell’Italia dei Valori: il successo di Di Pietro, così come la scelta dell’astensione da parte di tanti elettori
abruzzesi in precedenza di
centrosinistra, sono i sintomi, non le cause. Sono i
sintomi di una malattia
che se non verrà subito curata porterà il Pd all’autodistruzione. La malattia è
presto detta: il Pd, al momento, non è né carne né
pesce. È un partito senza
identità. E se sei privo di
identità perché mai gli elettori dovrebbero votarti?
Troppo forte è risultato il
divario fra i proclami sul
nuovo riformismo e la realtà quotidiana.
Da che cosa è fatta l’identità di un nuovo partito
che, per giunta, si pretende riformista? Che cosa
consente di definirlo nuovo? Che cosa consente di
definirlo riformista? La novità dipende dal tasso di
rinnovamento della classe
dirigente. Il riformismo dipende dalla qualità delle
policies, delle politiche
che si adottano.
La ragione per cui il Pd,
fin dai suoi primi passi, è
stato giudicato da tutti come la sommatoria dei Ds
(gli ex Pci) e della Margherita (l’ex sinistra Dc) dipende dal fatto che la sua nascita non ha coinciso, né al
centro né alla periferia,
con un forte rinnovamento dei gruppi dirigenti. Fin
quando il grosso della
maggioranza di quei gruppi continuerà ad essere
composta da persone già
dirigenti del Pci e della Dc
non ci sarà alcun nuovo
partito. Dal momento che
quel vecchio personale
non può che riproporre atteggiamenti e comportamenti adottati in un’altra
epoca, ai tempi della sua
socializzazione e delle sue
esperienze nei vecchi partiti. Ma i rinnovamenti delle
classi dirigenti non avvengono spontaneamente. Devono essere i leader a imporli.
Per quanto riguarda poi
il riformismo, tutto dipende dalle politiche che si
adottano. Insieme alla qualità e alla novità degli uomini e delle donne che assumono ruoli dirigenziali,
sono le politiche scelte a
dare identità ai partiti. Si
badi: ho detto politiche,
non proclami. Anche sotto
il profilo delle politiche il
Pd è risultato né carne né
pesce. Messi da parte i buoni propositi della campagna elettorale, non è riuscito fin qui a svolgere un ruolo di partito di opposizione con solide e riconoscibili posizioni riformiste. Ha
oscillato paurosamente. Incapace di chiarimenti interni definitivi fra le sue diverse anime, ha finito per apparire indeciso a tutto. Su
scuola e università, a un
certo punto, ha dato un calcio al suo preteso riformismo cercando persino di
cavalcare la cosiddetta Onda. Sulle questioni economiche è apparso diviso fra
la tentazione di seguire il
radicalismo della Cgil e
quella di assumere una linea più realistica. Sulla giustizia, non è riuscito a scegliere fra il giustizialismo
di Di Pietro e la posizione
riformista maturata negli
ultimi tempi da Luciano
Violante. Forse, proprio la
giustizia potrebbe diventare, per il Pd, il banco di
prova di una identità riformista fin qui più proclamata che praticata. Affidi a
Violante il compito di guidare i colloqui con la maggioranza sulla riforma della giustizia. Prenderebbe
due piccioni con una fava.
Si distanzierebbe da Di Pietro e darebbe al Paese un
messaggio riformista. È anche così che si costruiscono le identità politiche.
Roma, Piazza Venezia 5
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In edicola
La cucina delle feste
più il prezzo del quotidiano
Direttiva di Sacconi a ospedali e cliniche. Il padre: un inferno
L’Italia e la crisi
Eluana, il ministro in campo: I S
illegale togliere cibo e acqua I
ROMA — Il governo interviene nella vicenda di Eluana Englaro.
Strategie contro la crisi
Usa, la mossa della Fed:
costo del denaro azzerato
La direttiva. Il ministro Sacconi ha
avvertito ospedali e cliniche che sarebbe
illegale, per strutture collegate al servizio
sanitario nazionale, sospendere l’alimentazione alla giovane in coma.
La Cassazione. La scelta arriva dopo
una sentenza che aveva dato ragione al
padre di Eluana. Per la famiglia Englaro
l’intervento del ministro è «illegale».
ALLE PAGINE 2 E 3
La reazione
E la clinica di Udine
ora prende tempo
di GRAZIA MARIA MOTTOLA
A PAGINA 3
Le scelte del governo
ILENZI
DI UN PAESE
NTERO
I TRE BINARI
DELLA POLITICA
ECONOMICA
di PIERLUIGI BATTISTA
di ALBERTO QUADRIO CURZIO
L
U
a «non reazione»
della Chiesa, certo.
Ma nel ’38 e negli anni
successivi non reagì, non
parlò, non si oppose
nessuno. Il silenzio
imbarazzato o
accondiscendente nei
confronti delle leggi
razziali promulgate dal
fascismo coinvolse
cattolici e laici,
conservatori e
progressisti. Le eccezioni
furono rarissime. Gli ebrei
vennero lasciati soli, come
il padre di Giorgio nel
Giardino dei Finzi-Contini
di Giorgio Bassani, iscritto
al Fascio di Ferrara,
volontario nella Prima
guerra mondiale.
CONTINUA A PAGINA 15
n quesito si pone in
questi giorni sulla
politica economica
italiana: le misure
d’autunno per contenere
la crisi sono adeguate e
coerenti con il disegno di
legislatura deciso in
giugno con vari
strumenti normativi? Il
quesito non è semplice.
In giugno, con
l’impronta prevalente del
ministro Tremonti, è
stato varato il Dpef
2009-2013 e il DL 112
relativo a misure urgenti
per lo sviluppo, la
semplificazione, la
competitività, la
stabilizzazione della
finanza pubblica e la
perequazione tributaria.
A PAGINA 14 M.A. Calabrò
CONTINUA A PAGINA 38
Tangenti e petrolio Ordine di arresto per l’ad di Total Italia
Inchieste, bufera sul Pd
Accuse anche in Basilicata, coinvolto un deputato
POTENZA — Tangenti e petrolio: in manette il numero uno di Total Italia. Arresti
domiciliari per Salvatore Margiotta, deputato del Pd . A PAGINA 5 Bianconi, Sarzanini
Giannelli
La Federal Reserve ha deciso di intervenire nuovamente contro
la crisi: un nuovo, deciso, taglio dei tassi, che praticamente
A PAGINA 26 Radice
azzera il costo del denaro.
Il leader e le regioni
I soldi «regalati» Se 90 mila auto
Così Bernanke
(invendute)
scuote l’America bloccano il porto
E Veltroni invia
i commissari
di MASSIMO GAGGI
di DANILO TAINO
NEW YORK — «Hanno sparato
tutti i proiettili del loro cannone in
una volta sola», commenta Alan
Blinder, economista democratico,
compagno di accademia di Ben
Bernanke a Princeton ed ex membro
del Consiglio dei governatori della
Banca centrale statunitense.
BERLINO — La recessione degli
Anni Duemila ha trovato il suo
primo, grande ingorgo. Più di
novantamila automobili (e il
numero cresce) bloccano il porto di
Bremerhaven, sul Mare del Nord, il
maggiore punto europeo di
ingresso e di uscita di veicoli.
CONTINUA A PAGINA 26
CONTINUA A PAGINA 31
ROMA — «Questo non è il mio Pd»:
Walter Veltroni, scuote la testa mentre si
accavallano notizie vere, false o verosimili
sulle traversie giudiziarie del Partito
democratico. In ogni regione o quasi c’è
una brutta storia che coinvolge ex
margheritini ed ex diesse. Il segretario è
convinto che per uscirne ci sia una sola
strada, quella di costruirlo sul serio il "suo"
Pd, di dare vita a un «soggetto politico
CONTINUA A PAGINA 9
veramente nuovo».
di MARIA TERESA MELI
Il superboss si impicca dopo l’arresto
di FELICE CAVALLARO
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Leggi razziali
Fini e il ruolo della Chiesa
Palermo Colpo alla nuova Cupola mafiosa: in serata Lo Presti morto in cella
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PALERMO — È stato
trovato impiccato nella
sua cella, uno dei boss fermati dai carabinieri a Palermo nell'ambito dell’operazione Perseo che
ieri ha stroncato il tentativo di riorganizzazione di
Cosa Nostra. L'uomo, Gaetano Lo Presti, 52 anni,
era ritenuto il capo mandamento di Porta Nuova.
A PAGINA 22
Bianconi
La decisione
La campagna
L’AVVOCATO: DISUMANO
IL MINISTRO LEGHISTA
Strage di Erba:
Olindo e Rosa
portati
in carceri diverse
Zaia: l’ananas
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A PAGINA 25