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• Leggi l’articolo seguente. Surriscaldamento: le Alpi fanno segnare un record Cipra, l’allarme dei climatologi Che la temperatura sulla terra stia aumentando non è una novità ma sono ancora in molti, soprattutto nel mondo del turismo alpino, a considerare mitomani o Cassandre i meteorologi che ne parlano. Anche se con dati inoppugnabili, come quelli presentati dal professor Wolfgang Seiler dell’Istituto di Meteorologia e Climatologia di Garmish Partenkkirchen al Convegno annuale della Cipra (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi), tenutosi da poco a Dad Hindelang nel massiccio tedesco delle Allgäu. Seiler ha presentato una serie impressionante ed inquietante di dati consuntivi e preventivi sul clima delle Alpi, frutto dell’applicazione di sofisticati modelli di simulazione. In sintesi, negli ultimi 30 anni sull’arco alpino la temperatura è aumentata in misura doppia rispetto alle media della terra: 1,6 gradi rispetto a 0,8 gradi. La differenza è dovuta al fatto che le Alpi sono un ecosistema particolarmente sensibile alle radiazioni solari e che la media globale della temperatura terrestre è fortemente influenzata dalla vaste aree oceaniche. 1,6 gradi sono già molti ma i modelli climatici prevedono per i territori alpini un incremento di ulteriori 2 gradi della temperatura media nei prossimi 30 anni, al quale si accompagnerà un calo del 10% delle precipitazioni ed uno spostamento stagionale delle stesse a fine inverno ed a fine estate, con periodi di siccità rilevanti in estati sempre più lunghe ed inverni che saranno invece sempre più corti. Si prevede inoltre l’alternanza di annate molto calde, una ogni due o tre, ad annate con temperatura “normale”. Con l’aumento della temperatura aumenteranno anche la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi (temporali, alluvioni, ecc.)………. E’ ormai chiaro a tutti che questo fenomeno si può rallentare in qualche misura ma non eliminare. …… Il treno insomma ormai è partito, dice il prof Seiler, gli errori sono stati fatti ed è quindi inevitabile mettere in atto al più presto delle strategie di adeguamento alle situazioni che ci troveremo sicuramente a dover affrontare nei prossimi 20-30 anni. Queste strategie di adeguamento dovrebbero costituire la spina dorsale di una saggia pianificazione del territorio ed in particolare dell’attività economica più importante dell’arco alpino, e cioè del turismo. L’uso del condizionale purtroppo è d’obbligo, considerato che salvo rare eccezioni, sia i politici che gli operatori economici continuano a privilegiare, per motivi tanto ovvi quanto banali, il breve termine e credono o fanno finta di credere che con la tecnologia sarà possibile risolvere qualsiasi problema, compreso questo del cambiamento del clima. Con riferimento a tali comportamenti, “l’analogia con quello degli struzzi è d’obbligo”, ha affermato il giornalista Klaus Betz nella sua tanto lucida quanto pessimistica relazione al Convegno Cipra. Secondo Betz “soprattutto nel settore turistico non si agisce ma si reagisce con soluzioni transitorie tampone, come ad esempio quella della neve artificiale. Gli operatori e gli studiosi di turismo tendono a rifugiarsi in uno “spazio apolitico”, sorvolando su problemi sempre più evidenti a tutti, per non creare panico in un settore in cui la parola d’ordine è divertirsi senza pensare. Non si vuole insomma capire che l’economia, anche e soprattutto per quanto riguarda il turismo, è un sottocapitolo dell’ecologia”……. [riadattato da Giorgio Daidola, dall’«Alto Adige» 21/06/2006] 1. Scrivere una sintesi dell’articolo senza superare le 110 parole. 2. Scrivere un breve dialogo (25-40 righe) tra una persona ottimista che ritiene che le previsioni catastrofiche siano il frutto delle esagerazioni dei mass media, che si basano sulle previsioni di alcuni scienziati in cerca di notorietà ed una persona pessimista molto preoccupata per il riscaldamento dell’atmosfera terrestre e per le sue conseguenze. 3. Esprimi la tua opinione sulle tematiche affrontate dall’articolo pensando anche alla nostra realtà locale.