MOSTRA MITO E DELLA NATURA DALLA GRECIA A POMPEI

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MOSTRA MITO E DELLA NATURA DALLA GRECIA A POMPEI
MOSTRA MITO E DELLA NATURA DALLA GRECIA A POMPEI
Martedi 20 ottobre, insieme ad un gruppo di studenti della nostra scuola e
accompagnati dalla prof.ssa Basso, ci siamo recati a Palazzo Reale per visitare
la mostra “Mito e Natura, dalla Grecia a Pompei”.
Questa mostra è stata allestita per raccontare un aspetto affascinante e inedito
delle nostre radici classiche. L’influenza che ha esercitato la natura sulla civiltà
occidentale e sulle sue origini, con opere provenienti da musei italiani e
internazionali.
Visitare questa mostra è stato, secondo me, un modo per tornare indietro nel
tempo.
La mostra espone oggetti e reperti archeologici e non dipinti, come di solito si
verifica andando a visitare le altre mostre. Si possono osservare statue, vasi e,
soprattutto, rappresentazioni di scene quotidiane dipinte su lastre di pietra o in
affreschi strappati.
È un modo alternativo di ripercorrere ciò che i nostri antenati hanno vissuto, un
modo per comprendere quelle che erano le loro usanze e confrontarle con le
nostre attuali. È un percorso che fa scoprire molte cose, come per esempio il
culto che veniva praticato dagli antichi greci. Erano politeisti e molti degli dei
che possiamo conoscere anche noi oggi si sono scoperti grazie al fatto che i
vasi dai greci dipinti sono ancora intatti e conservati così bene da poter essere
identificati e distinti dagli altri.
È interessante anche soffermarsi sulla perfezione che gli artisti hanno cercato di
raggiungere diversificando i materiali e la tecnica impiegata per la costruzione
delle anfore e dei vasi.
La nostra cultura ha alle spalle secoli e secoli di cambiamenti e innovazioni che
ci hanno portati ad un presente tecnologicamente avanzato, anche grazie alle
scoperte fatte nel passato.
Valeria Cucina di 5'IPSS
La mostra di Milano si è inserita con grazia nelle tematiche dell'Expo di Milano,
aprendo una riflessione su un tema più che mai attuale: quello della pacifica
convivenza di un'umanità sempre più irrispettosa e un ambiente sempre più
minacciato.
Giorgia Gao di 5'IPSS
DIONISO
Appena entrati nella prima sala della mostra ci accoglie di spalle la
statua di Dioniso, come se ci stesse invitando a compiere il
percorso tra le opere esposte.
Dioniso, figlio di Zeus e della mortale Semele, era venerato come
dio del vino in quanto si dice che inventò l'arte della sua
fabbricazione e dell'umidità della terra che porta i frutti a
maturazione. Dioniso è la figura pagana che rappresenta la
molteplicità degli aspetti della vita legati all’uomo: la festa, il divertimento, la
gioia che derivano dall’ebbrezza che si prova nel bere il vino.
Col tempo, è diventato famoso anche come dio del benessere e della civiltà e
come dio della gioia e dell'allegria.
Gli si attribuiva l'arte divinatoria e la proprietà di guarire i mali.
Dioniso veniva raffigurato in due forme distinte: la più antica lo rappresentava in
un aspetto maestoso e grave, con una lunga barba e con lunghi capelli, vestito
con una tunica, sormontata da un mantello; la seconda forma invece, che
possiamo ammirare in mostra, rappresentava Dioniso in età giovane, con
fattezze quasi femminili e con il volto pensoso, una corona di pampini e di
edera circondava i suoi ricci capelli e con una pelle di pantera o di capriolo sui
fianchi.
E’ adornato da tralci e grappoli d'uva e d'edera, infatti erano sacri a Dioniso la
vite e l'edera e, fra gli animali, il delfino, la lince, la tigre, il leone ed il caprone.
Il culto di Dioniso era diffusissimo in tutta la Grecia e in Asia minore e in suo
onore si celebravano le feste dionisiache e le feste nittelie e si dice che la sua
influenza su artisti, scrittori, scultori, pittori fu molto grande come ci
testimoniano le numerosissime testimonianze lasciate attraverso poesie,
tragedie, statue, affreschi.
Giulia Besana, 3IP