Eeplus anno accademico 2012 – 2013

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Eeplus anno accademico 2012 – 2013
Laboratorio 2013
Italia, il “far west” delle trivelle
26 maggio 2013
In Italia c’è poco petrolio e di scarsa qualità, in territori densamente urbanizzati e in zone
marittime a poca distanza dalle coste molto popolate o che presentano alti valori culturali e
ambientali da tutelare. Viene quindi da chiedersi: quali sono i motivi che spingono le
compagnie petrolifere a venire in Italia, pur nell’incertezza di sicuri margini di profitto e con
l’alto rischio di conflittualità con le altre categorie economiche, le popolazioni e gli enti
locali?
In un dossier elaborato dalla Cygam Energy (che opera in Italia con permessi di ricerca a
mare in Adriatico, nel Canale della Sicilia, a terra in Abruzzo, Puglia e Basilicata) possiamo
capire il perché: “Per i permessi offshore la royalty statale sulla produzione di petrolio è
solo del 4%. Non devono essere pagate royalty sui primi 300mila barili di petrolio prodotto
ogni anno per ogni giacimento. La produzione di gas offshore è soggetta ad una royalty
del 7% ma i primi 1750 milioni di piedi cubi all’anno e per giacimento sono sempre liberi da
royalty”, si legge. Ricordando inoltre che in Italia “la tassazione sulle società è al massimo
del 33% e non ci sono restrizioni al rimpatrio dei profitti.”
L’Italia è quindi una sorta di Paradiso Fiscale per le industrie petrolifere.
Secondo elaborazioni del Wwf, proprio per i meccanismi di esenzione appena illustrati,
delle 136 concessioni di coltivazione a terra attive in Italia, solo 21 hanno pagato royalty
nel 2010 e su 70 coltivazioni a mare, solo 28. I gruppi che pagano royalty sono 5 su 59
società che operano in Italia. Nel 2010 sono state estratte in Italia in terra e in mare 8
miliardi di metri cubi di gas e 5 milioni di tonnellate di petrolio, a fronte di un consumo
nazionale medio annuo di 93 milioni di tonnellate di petrolio greggio e di 63.8 miliardi di
metri cubi di metano. Un contributo marginale su scala globale, visto che l’Italia è il solo
49° produttore mondiale di petrolio per quantità, pari allo 0.1% del totale. Il Wwf ha stimato
che per ogni coltivazione di petrolio, negli ultimi 7 anni ciascuna azienda ha avuto un
risparmio in media di 16 milioni di euro circa l’anno, e solo in Abruzzo il totale di metri cubi
di gas estratti in mare “regalati” negli ultimi 7 anni è stato pari a 50 milioni di euro lordi.
Esistono, in Italia, diverse normative per incentivare l’attività di prospezione, ricerca e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terra e in mare. Infatti, ad esempio pochi
sanno che “per ciascuna concessione sono esenti dal pagamento dell’aliquota i primi 20
milioni Smc di gas e 20.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in terraferma e i primi
50 milioni di Smc di gas e 50.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in mare.”
(D.Lgsl.625/1996) o che “le attività di rilevamento geofisico condotte per la prospezione da
parte dei concessionari godono di un contributo da parte dello stato in misura non
superiore al 40% dei costi sostenuti.” (D.Lgsl.164/2000 e D.M. del MAP29/11/2002). Ma le
incentivazioni non finiscono qui: “Il gasolio utilizzato nei cantieri per l’esecuzione di
perforazioni per la ricerca e la produzione di idrocarburi, ovvero per l’autoproduzione di
energia elettrica può essere acquistato ad un prezzo agevolato.” (D.Lgsl.504/1995).
Il regime normativo ed economico-fiscale che regola le attività di prospezione ricerca e
coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, in terraferma e in mare nel nostro paese
rischia di favorire lo sfruttamento eccessivo e la degradazione degli habitat naturali e non
tiene conto delle potenziali conseguenze negative sulla salute dei lavoratori e delle
popolazioni residenti nei territori interessanti. L’ International Energy Agency stima che il
valore degli aiuti più o meno nascosti alla produzione di idrocarburi su scala globale sia
intorno ai 550 miliardi di dollari, sotto forma di esenzioni fiscali o incentivi (omessi i costi
ambientali, sanitari e militari).
Ma, allora, cosa si può fare per evitare che la nostra terra venga spremuta come un limone
senza poterne neanche ritrarre profitto o benessere? Il WWF ha proposto alcuni soluzioni:
• La piena e corretta applicazione delle disposizioni riguardanti le aree di interdizione e la
VIA per le attività di ricerca, prospezione e coltivazione, a tutela delle aree protette, di
idrocarburi liquidi e gassosi in mare;
• Applicazione della Valutazione Ambientale Strategica sul complesso delle istanze per i
permessi di ricerca, prospezione e coltivazione a terra e in mare presentate dall’UNMIG
del ministero dello sviluppo economico;
• Adeguamento dell’aliquota al 50%, sul valore del prodotto della coltivazione di idrocarburi
liquidi e gassosi estratto sia in terraferma che in mare;
• La suddivisione percentuale degli introiti derivanti dalla riscossione delle aliquote per il
60% alle Regioni, per il 20% ai Comuni e per il 20% allo Stato con il vincolo, contenuto in
appositi accordi di programma tra stato ed enti locali, della destinazione di almeno il 60%
degli introiti ad interventi per la tutela ambientale e la tutela della salute oltre che allo
sviluppo economico e sociale;
• Eliminazione delle esenzioni dal pagamento dell’aliquota per le produzioni sino a 50 mila
tonnellate in mare e 20 mila in terra di petrolio, 80 milioni di metri cubi di gas in mare e 25
mila in terra;
• Eliminazione degli incentivi alla coltivazione dei giacimenti marginali che consentono agli
operatori di ottenere, in sostanza, uno sgravio fiscale in sede di ammortamento
dell’investimento, in misura tale da rendere economico l’investimento stesso;
• Emanazione di un decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
sulle emissioni in atmosfera derivanti dalle attività di idrodesulfurizzazione e di lavorazione
del petrolio, che fissi nuovi valori limite, in linea con quelli raccomandati
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Cinzia Catapano
Prodotti alla spina: una scelta economica e culturale
7 maggio 2013
Bere latte fresco conviene, non solo alla salute, ma anche al portafoglio: da un po’ di anni
il latte appena munto si può trovare in distributori automatici, come quelli per il caffè,
venduto a 1 € al litro contro la media di 1,60 € dei supermercati. I motivi del risparmio? I
distributori vengono gestiti direttamente dagli allevatori, quindi il latte non subisce
trasformazioni che lo impoveriscono ed eccessivi impacchettamenti. Sono i vantaggi della
cosiddetta “filiera corta”: riduce i costi del prodotto, favorisce gli allevatori locali e rispetta
l’ambiente. La qualità non viene certo messa da parte, gli standard richiesti sono alti e i
produttori vengono marcati stretti dai controlli sanitari. Bastano piccoli accorgimenti: dopo
l’acquisto va messo subito in frigorifero e portato in ebollizione prima del consumo. La
distribuzione alla spina dei prodotti, ovvero senza imballaggio, è una scelta economica,
oltre che un modo di consumare diverso, più consapevole e responsabile.
http://www.milkmaps.com/ La mappa dei distributori di latte crudo alla spina sul territorio
italiano; http://www.distributoriallaspina.it/ Qui un sito specializzato sulla vendita alla spina
in generale
Remo Fabrizi
La citazione green di Giulia
6 maggio 2013
“Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato
l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro” (Proverbio Indiano)
Giulia Franco
Mangiare meno carne fa bene al mondo
4 maggio 2013
Rinunciare alla carne una volta a settimana può dare una mano all’ambiente. Ogni pasto
tutto vegetale permette di risparmiare ben più di un chilo di Co2 equivalente e acqua pari a
32 docce rispetto a un menu con carne. Adottando una dieta vegana anche solo per un
giorno a settimana nell’arco di un anno, ognuno potrebbe risparmiare ciascuno
l’equivalente del consumo di una lampadina accesa ininterrottamente per 277 giorni.
Fonte Tgcom
Alessandro Comodini
Territorio zero: firma il manifesto!
2 maggio 2013
Un problema non può essere risolto dalla stessa lobby che è stata la causa del problema.
E’ compito di chi firma il Manifesto gestire la transizione verso il nuovo Modello. Io firmo!!
www.territoriozero.org
Antonio di Tomaso
Vernazza riparte nel segno della sostenibilità
30 aprile 2013
Quarantasei località dove quest’anno bisogna assolutamente andare. Sono elencate dalla
classifica stilata dal New York Times e vi compaiono città di tutto il mondo, luoghi da
visitare per ragioni paesaggistiche, culturali o perché quest’anno ospiteranno eventi
imperdibili. Tra le 46 località quelle europee sono 16 e una soltanto è italiana: Vernazza al
18esimo posto, viene segnalata per la sua rinascita dopo la disastrosa inondazione del
2011. Il 25 ottobre 2011 infatti, la perla delle Cinque Terre, è stata devastata da
un’alluvione eccezionale con una tromba d’aria e 542mm di pioggia. Il borgo è stato
sepolto da 4 metri di detriti causando un danno di oltre 100 milioni di Euro, incluso la
distruzione completa delle case, degli esercizi commerciali e del territorio. La popolazione
è rimasta senza acqua, luce, gas, rete fognaria e telefono per questo per mesi è stato
dichiarato stato di emergenza con l’ordinanza di evacuazione. Dodici mesi dopo il piccolo
comune della Spezia si è rimesso in moto, diventando il simbolo dell’Italia che non si
arrende alle avversità, e lo ha fatto nel segno della sostenibilità: energia pulita, rifiuti zero,
risparmio energetico e ricostruzione di spazi comuni grazie al riutilizzo di ciò che è stato
possibile salvare, ed in sintonia con il paesaggio, sono gli elementi portanti del piano di
recupero del paese stilato dal noto architetto Richard Rogers il quale ha fornito il suo
contributo a costo zero. Rogers ha portato con se l’amico e collaboratore Renzo Piano. I
due, insieme all’architetto Ernesto Bartolini, hanno visitato il paese, parlato con la sua
gente, incominciando ad immaginare come poteva avvenire la rinascita, con la
convinzione di poter preservare quella bellezza e quel carattere unico che
contraddistingue il tipico paese rivierasco ligure. Sono cosi nati i “Laboratori per lo sviluppo
condiviso di Vernazza” durante i quali tutti, dal primo cittadino al commerciante, sono stati
chiamati a ideare la città che sarebbe stata ricostruita. “Con i laboratori siamo partiti
immediatamente: da novembre a dicembre con una fase tecnica preliminare e da gennaio
fino a luglio con il momento di confronto insieme a tutta la comunità - racconta a Energie
Sensibili il primo cittadino - Ci siamo mossi con la convinzione che Vernazza doveva
mantenere quello spirito di unità che ha mostrato durante la tragedia: insieme abbiamo
superato l’emergenza, insieme avremmo disegnato il paese da ricostruire”. La
“progettazione collettiva” ha prodotto un piano caratterizzato da fonti rinnovabili –
fotovoltaico, biomasse ed eolico d’alta quota-,risparmio energetico, turismo e tutela del
territorio. Il centro del comune avrà infatti a disposizione navette elettriche e un sistema
integrato garantirà il drenaggio delle acque. Quello sperimentato a Vernazza è
sicuramente un modo nuovo e coinvolgente di fare politica, abbinato a un elemento
imprescindibile, la sostenibilità, che è valso al sindaco del paese Vincenzo Resasco la
candidatura al Premio Ambientalista dell’anno.
Ludovica Ferrari
Il clima che vuoi
29 aprile 2013
Parte il concorso della Commissione Europea per le Eco-soluzioni contro la febbre
Pianeta. “Un mondo come piace a te con il clima che vuoi” http://world-youlike.europa.eu/it/esperienze-esemplari/
Antonio di Tomaso
“C’era una volta” Sankara
26 aprile 2013
A 25 anni dall’assassinio di Thomas Sankara, il giovanissimo e straordinario presidente
del Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo, la Rai con “C’era una volta”
racconta l’intreccio di interessi che portò alla sua morte e la grande attualità del suo
pensiero. Sankara è stato un leader che si è impegnato molto in favore di riforme radicali
per eliminare la povertà. Venne assassinato perché voleva battere quella finanza che
gioca con il destino dei popoli, una finanza che si arricchisce sulla sofferenza dei popoli di
tutto il mondo. Accusato di essere addirittura un folle perché, secondo lui, la politica aveva
senso solo se era onesta ed aveva, come suo primo e fondante obiettivo, la felicità.
Antonio Di Tomaso
La citazione green
24 aprile 2013
«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»
(Antoine-Laurent de Lavoisier)
Antonio di Tomaso
Territorio Zero/Il film: Little Italy
23 aprile 2013
Little Italy è un cartone degli anni ‘60, a cura di Robert Crumb (fumettista americano), che
racconta gli anni della contestazione nei panni di un gatto umanizzato, libertino e
disinvolto. In particolare questo episodio racconta l’Italia degli anni ‘60 che, in fondo, non è
poi molto diversa da quella di oggi.
“Non si respira più… Non si circola e non si respira…
Tu lo sai perché mettono tanti semafori?
Perché hanno capito che con i semafori
è l’unico modo per aumentare il verde in città”.
Maria Terzano
Il tweet green di Lara Ughetto
22 aprile 2013
“Quando l’ultima fiamma sarà spenta, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce catturato,
allora capirete che non si può mangiare solo denaro”. Toro Seduto, capo tribù dei
Hunkpapa Sioux.
Un esperienza data dal passato: la famiglia di un tempo
19 aprile 2013
Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale la signora S. trovò marito. Ebbero due
bambini. Era una famiglia povera e umile ma manteneva sempre la propria dignità. Non
potevano permettersi di certo automobili, ne togliersi i propri sfizi, ma erano sereni e con i
sacrifici tiravano avanti. Avevano una grande risorsa proprio li dietro casa: un orto; carico
della loro fatica e del loro sudore. Era l’occupazione principale della loro vita insieme a due
mucche e un maiale che offrivano alla famiglia tutti i giorni il latte e la carne per le feste.
Tutto ciò che avevano in casa proveniva dall’orto e dal bestiame. Questa era la famiglia di
un tempo: una famiglia ad impatto zero. Rispettava l’ambiente, non inquinava, comprava
poco o meglio ciò che non poteva procurarsi da se. Oggi sono in molti ad aver riscoperto il
valore prezioso di questa vita per l’amore del nostro debole mondo.
Ilaria Tancredi
La mela sul tavolo
18 aprile 2013
Sola e rossa la mela luccicante stava sul tavolo. Forse pensava, forse dormiva. Era ricca e
golosa. Veniva da lontano, era americana. Portava con se una valigia costosa: dentro
c’era un biglietto aereo. In prima classe aveva viaggiato. Era invitante, lussuriosa. La
lasciai sul tavolo da sola a dormire e assaggiai il sapore della mela del mio albero: era il
sapore di una mela come tante altre ma non aveva sprecato energia, non aveva inquinato.
Ilaria Tancredi
Il miglior discorso del mondo
17 aprile 2013
http://www.youtube.com/watch?v=8OPCPmirQFc
Marco Prosperi
Il film green: Baraka
16 aprile 2013
Quanto è meravigliosa la natura e come la stupidità umana può rovinarla o, peggio,
distruggerla. Immagini e musica, meglio di ogni discorso, rendono l’dea di cosa siamo stati
capaci di fare e di quanto, ciascuno di noi, può fare per invertire un processo di degrado
che, purtroppo, sembra irreversibile. Spunti di riflessione da Baraka, un pluripremiato film
documentario del 1992, diretto da Ron Fricke, con musica di Michael Stearns. Girato in 24
paesi diversi, è un viaggio alla riscoperta della grandezza della natura, contrapposta alla
storia e dell’uomo, dalla sua spiritualità alla sua stupidità. Dalle tribù primitive ad oggi
quanti progressi abbiamo fatto, ma a quale prezzo: deforestazione, inquinamento,
produzione di immense montagne di rifiuti, povertà e degrado. Da città, dominate da
immondi alveari dove masse di poveri sopravvivono, a ipertecnologiche città dove la
ricchezza non evita di vivere secondo modelli catastrofici: lavora, guadagna e consuma.
Tutto il resto non conta. Ecco che un allevamento di polli in batteria richiama alla mente le
claustrofobiche visioni della metro di Tokio o dei pur tecnologici loculi, alias stanze di
albergo. Ecco che il traffico di una città sembra un respiro affannoso. Ecco volti di bambini
che, tristi, sembrano interrogarsi sul perché del comportamento degli adulti. Un
documentario che spinge a pensare: specie chi sogna città, abitazioni, spazi comuni,
strade a misura d’uomo e realizzate utilizzando solo ciò che può riprodursi, senza
continuare a distruggere e consumare in modo tanto avido, quanto insensato.
Alessandra Busoli
Ritmi sostenibili
15 aprile 2013
Quanto consuma un concerto? Secondo la prestigiosa rivista Rolling Stones, un evento
musicale organizzato in uno stadio può arrivare a produrre anche 1.000 tonnellate di CO2.
Ad esempio, considerando i concerti più importanti avvenuti nel solo 2009 in Italia, si arriva
ad una cifra che fa riflettere: 1 milione e 600 mila tonnellate di diossido di carbonio
emesse. Ecco dunque che gli artisti più sensibili alle tematiche ambientali hanno iniziato a
preoccuparsi del proprio impatto ambientale, cercando soluzioni per ridurne i danni: la
musica può essere un momento di condivisione, senza dover per forza nuocere al
Pianeta. Il primi ad esporsi in questo senso sono stati i Tétes de Bois, che nel 2005
suonarono grazie ad un’alimentazione a pannelli fotovoltaici, inaugurando un percorso che
avrebbe fatto molta strada: dai Subsonica a Ligabue, molti sono i cantanti che hanno
scelto concerti a impatto zero. Jovanotti ha deciso di mettere a dimora quasi 9.000 alberi
per compensare l’inquinamento che avrebbe prodotto il suo tour italiano. Ma fare musica
in modo sostenibile non significa solo abbattere le emissioni, riguarda anche gli stili di vita,
i testi delle canzoni, i messaggi veicolati dalle note: alcuni gruppi italiani hanno trovato
nell’ecologia le proprie radici, costruendo strumenti con materiali di riciclo e
realizzando video clip che parlano di sprechi, energia, movimento dal basso, scelte
individuali. I Capone & BungtBangt, per esempio, sono un gruppo napoletano
che promuove la sostenibilità a 360°: utilizzando creatività e buon senso hanno costruito
strumenti unici, come il contrabbasso ricavato da una scatola di polistirolo con elastico da
ufficio, o il basso ricavato da vecchie assi di parquet! Per info visita il sito web:
http://www.caponebungtbangt.com/
Rossana Mesisca
Le ecoriflessioni in musica
10 aprile 2013
“Quale tra i tantissimi prodotti dell’ingegno sarà quello che più di tutti lascerà il suo
segno?”. Eco riflessione tratto dall’album Bio-logic del gruppo musicale Capone & Bungt
Bangt
Rossana Mesisca
La frase green di Rossana Mesisca
9 aprile 2013
”Ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Ora sono saggio e sto cambiando me
stesso”. Dalai Lama
Il jukebox green: Rein – Sul tetto
4 aprile 2013
Quassù, sul tetto
mi sembri quasi bella
anche se in fondo non lo sei
e infatti poi, se scendo
ritorna tutto a posto
e mi muore la poesia
Però quassù, sul tetto
le antenne sono croci rivolte a un altro Dio
che forse forse, ci credo anch’io
che non è solo vostra, questa mia città
Ikea, Auchan
Decathlon, Bricò
e Leroy Merlin
possedere, avere
quante altre cose potrò ancora consumare
Però quassù mi basti
ti giuro non ti cambierei neanche se potessi
neanche se tu fossi
l’ultimo dei sogni prima di andar via
Ho sete Dio mio che sete
mi verseresti ancora un sorso di petrolio
per vedere se ci riusciamo
a non restare a secco tra il quinto e il sesto piano
Però quassù resisto
da solo asserragliato sento tutto un pò più giusto
un pò più in là del sole
che per lasciarmi vivo ogni sera è là che muore
Dovremmo, sì, sì, dovremmo
fare a modo nostro, una rivoluzione
liberando
dall’abbandono
le cime delle case di tutte le città
E scoperchiando i palazzi
la gente uscirà fuori da ogni nicchia di cemento
volando su, sui tetti
senza i pesi morti dei bisogni indotti
Fa freddo, un po’ di freddo
la sera mi ha sorpreso
nelle mie fantasie
mi sa che è meglio che scendo
che imparo a raccontarmi
anch’io le mie bugie
Ma poi quassù ritorno
perché penso a quel giorno in cui saremo un po’ di più
perché ci credo che in fondo
dietro ogni galera c’è una scala che va su
Ma poi quassù ritorno
lo so che verrà un giorno in cui saremo un pò di più
perchè ci credo
che in fondo, dietro ogni galera c’è una scala che va su,
quassù
Alessandra Busoli
Il jukebox green: Ciao amore ciao
3 aprile 2013
Penso che questa canzone sia una delle più belle mai scritte che rappresenti al meglio la
situazione di disagio creatasi con l’industrializzazione e il menefreghismo mostrato verso
l’ambiente e verso le persone durante quegli anni. Purtroppo da allora non è cambiato
molto e questo menefreghismo continua ad esserci.
Luigi Tenco - Ciao Amore Ciao
La solita strada, bianca come il sale
il grano da crescere, i campi da arare.
Guardare ogni giorno
se piove o c’e’ il sole,
per saper se domani
si vive o si muore
e un bel giorno dire basta e andare via.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,
andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo
in un mondo di luci sentirsi nessuno.
Saltare cent’anni in un giorno solo,
dai carri dei campi
agli aerei nel cielo.
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Non saper fare niente in un mondo che sa tutto
e non avere un soldo nemmeno per tornare.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Cinzia Catapano
Il jukebox green: Manifesto del contadino impazzito
2 aprile 2013
Credo che questa poesia non abbia bisogno di spiegazioni.
MANIFESTO DEL CONTADINO IMPAZZITO
Amate pure il guadagno facile,
l’aumento annuale di stipendio, le ferie pagate.
Chiedete più cose prefabbricate,
abbiate paura di conoscere i vostri prossimi e di morire.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno.
Quando vi vorranno far morire per il profitto,
ve lo faranno sapere.
Ma tu, amico,
ogni giorno fa qualcosa che non possa essere misurato.
Ama la vita. Ama la terra.
Conta su quello che hai e resta povero.
Ama chi non se lo merita.
Non ti fidare del governo, di nessun governo.
E abbraccia gli esseri umani:
nel tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica.
Approva nella natura quello che non capisci,
perché ciò che l’uomo non ha compreso non ha distrutto.
Fai quelle domande che non hanno risposta.
Investi nel millennio… pianta sequoie.
Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai seminato,
e che non vivrai per raccogliere.
Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di humus
Che crescono sotto gli alberi ogni mille anni.
Finché la donna non ha molto potere,
dai retta alla donna più che all’uomo.
Domandati se quello che fai
potrà soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.
Domandati se quello che fai
disturberà il sonno della donna vicina a partorire.
Vai con il tuo amore nei campi.
Risposati all’ombra.
Quando vedi che i generali e i politicanti
riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,
abbandonalo.
Lascialo come un segnale della falsa pista,
quella che non hai preso.
Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario,
diverse nella direzione sbagliata.
Pratica la resurrezione.
WENDELL BERRY
Cinzia Catapano
Il jukebox green: Mondo
1 aprile 2013
“[..]..Ho visto un posto che mi piace si chiama Mondo.. [..]
Gira e gira e non si ferma mai ad aspettare,
Sorge e poi tramonta come un delfino dal mare,
Muove la sua orbita leggero e irregolare,
Distribuisce sogni e ritmo buono da danzare,
Mondo cade, Mondo pane, MONDO D’ABITARE,
MONDO CHE CI SALVA, MONDO CASA DA RISTRUTTURARE,
Tutto è falso, tutto è vero, tutto è chiaro, tutto scuro
Questo è il posto che mi piace aldiquà aldilà del muro.. [..]”
- Mondo, Cesare Cremonini feat Jovanotti Chiara Zamborlini
Il jukebox green: Nothing but flowers
28 marzo 2013
“Nothing but flowers”, Talking Heads https://www.youtube.com/watch?v=RZuuxcm513c
Racconta di un mondo al contrario, dove non c’è nulla tranne che fiori. Utopia:
Here we stand
Like an Adam and an Eve
Waterfalls
The Garden of Eden
Two fools in love
So beautiful and strong
The birds in the trees
Are smiling upon them
From the age of the dinosaurs
Cars have run on gasoline
Where, where have they gone?
Now, it’s nothing but flowers
There was a factory
Now there are mountains and rivers
you got it, you got it
We caught a rattlesnake
Now we got something for dinner
we got it, we got it
There was a shopping mall
Now it’s all covered with flowers
you’ve got it, you’ve got it
If this is paradise
I wish I had a lawnmower
you’ve got it, you’ve got it
Years ago
I was an angry young man
I’d pretend
That I was a billboard
Standing tall
By the side of the road
I fell in love
With a beautiful highway
This used to be real estate
Now it’s only fields and trees
Where, where is the town
Now, it’s nothing but flowers
The highways and cars
Were sacrificed for agriculture
I thought that we’d start over
But I guess I was wrong
Once there were parking lots
Now it’s a peaceful oasis
you got it, you got it
This was a Pizza Hut
Now it’s all covered with daisies
you got it, you got it
I miss the honky tonks,
Dairy Queens, and 7-Elevens
you got it, you got it
And as things fell apart
Nobody paid much attention
you got it, you got it
I dream of cherry pies,
Candy bars, and chocolate chip cookies
you got it, you got it
We used to microwave
Now we just eat nuts and berries
you got it, you got it
This was a discount store,
Now it’s turned into a cornfield
you got it, you got it
Don’t leave me stranded here
I can’t get used to this lifestyle
Sara Micheletti
Il jukebox green: M’illumino di meno
27 marzo 2013
L’energia l’energia l’energia che cos’è?
è una specie di magia che fa vivere anche te
l’energia l’energia l’energia ma dove sta?
ce n’è tanta sotto terra ce n’è tanta su nel cielo
l’energia l’energia ma di energia quanta ce n’è?
ce n’è tanta te l’ho detto, per adesso uno sfacelo!
l’energia l’energia l’energia se po’ spreca’?
A regazzi’…ma vedi un po’ d’anna’…
il 16 febbraio, cari amici non mi sbaglio,
è la festa nazionale del risparmio energetico,
e sì perchè miei cari ascoltatori abbiamo un guaglio:
crescono i consumi con un ritmo frenetico.
Quindi Caterpillar ha voluto organizzare
una festa nazionale, ed ha invitato pure te,
ha invitato tutti per quel giorno a risparmiare
e lo slogan della festa sai qual’è?:
M’illumino m’illumino m’illumino di meno
e con la mia morosa a lume di candela ceno
M’illumino, m’illumino d’immenso
M’illumino m’illumino m’illumino di meno
risparmiare ci conviene e poi sprecare non ha senso
M’illumino, m’illumino d’immenso
L’ elettrodomestico non lasciarlo in stand-by
mia nonna me l’ha insegnato, lei non ce lo lascia mai
e poi la lavatrice va sempre a pieno carico
se la vedo mezza vuota c’ho una crisi di panico
mettici un coperchio su quel pentolone al fuoco
che l’acqua bolle prima ed il risparmio non è poco
chiudi il rubinetto mentre spazzoli i tuoi denti
i posteri ringraziano e salutano contenti!
regola il termostato e non esagerare
che 19 gradi ti dovrebbero bastare
se hai freddo dentro casa anche un golfino ci può stare
è inutile creare un microclima tropicale!
d’estate invece c’è chi dice ch’arifiata
solo quando i condizionatori stanno accesi
ma che succederà quando l’aria condizionata
la vorranno giustamente anche un miliardo di Cinesi?
M’illumino m’illumino m’illumino di meno
lascio l’auto a casa vado in bici oppure in treno!
M’illumino, m’illumino d’immenso
M’illumino m’illumino m’illumino di meno
fino a ieri non ci pensavo oggi eccome se ci penso!
M’illumino, m’illumino d’immenso
chi costruisce casa tenga a mente il doppio vetro
che la spesa iniziale con gli interessi torna indietro
un’altra fondamentale raccomandazione
è di non lesinare sulla coibentazione
ricordati di usare lampadine fluorescenti
che durano più a lungo e sono molto convenienti
e un’ultima cosetta poi da non dimenticare
quella più ecologica è l’energia solare!
noi non siamo mica come quegli Americani
che del protocollo se ne lavano le mani
e non approviamo quei simpatici Australiani
che su Kyoto hanno risposto:<<…ci pensiamo da domani!>>
noi siamo diversi…sì! noi siamo Italiani….sì!
da sempre di risparmio siamo portatori sani
e pur di non tradire il protocollo di Kyoto
quest’anno in Sardegna ci andiamo tutti a nuoto!
M’illumino m’illumino m’illumino di meno
te lo dice Caterpillar lo ripetono i Radici
M’illumino, m’illumino d’immenso
sprecare non è furbo, sei d’accordo? che ne dici?
M’illumino m’illumino m’illumino di meno
te lo cantano i Radici, ribadisce Caterpillar
M’illumino, m’illumino d’immenso
chi spreca a Roma è un “tordo”, a Milano invece è un un “pirla”!
al pieno di benzina non ci voglio più pensare
la mia biciclettina va a trazione muscolare
agli aumenti del petrolio finalmente ho detto basta
faccio trenta è più chilometri con un piatto di pasta!
tutto questo spreco produce effetto serra
gravissimo problema per il pianeta terra
il consumo intelligente invece produce aria pulita
migliora la qualità della nostra vita!
Ebbene sì! ho un Kyoto fisso
nella testa, ed è la festa
la festa nazionale del risparmio energetico!
Ebbene sì! ho un Kyoto fisso
nella testa, ed è la festa
la festa nazionale del risparmio energetico!
…ho capito ho capito…ma l’energia se po’ spreca’?
Giulia Papa
L’articolo 9 dice che…
26 marzo 2013
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Marco Bernardini
Energia a chilometro zero
26 marzo 2013
Volevo condividere con voi una frase della canzone de Il Cile intitolata Cemento armato in
cui si dice “Anche questa è vita: un lavoro che non sopporti ma che devi
fare, perché senza uno stipendio sei un difetto sociale, perché crepi per consumare e
consumi crepando“. La prima considerazione che emerge da questa frase è il culto del
materialismo che domina le coscienze e stravolge i valori nella nostra società,
trasformando il lavoro in un semplice dovere necessario per comprare, comprare e ancora
comprare e il tutto, solo per apparire…Le stesse riflessioni si possono riportare a quello
che è il nostro modello energetico. Esso è basato su principi notevolmente sbagliati quali il
MONOPOLIO e la CONCENTRAZIONE. La geopolitica del petrolio determina una
situazione in cui la produzione di energia è concentrata in alcuni punti, geograficamente
avvantaggiati dalla presenza del petrolio stesso, che detengono il monopolio della
produzione energetica. In tale sistema noi siamo chiamati solo a consumare! L’auspicio è
quello di incentivare l’uso delle fonti energetiche rinnovabili con il quale dare vita ad una
politica della biosfera che consenta di abbattere le concentrazioni e favorire lo sviluppo di
una generazione distribuita. In tal modo possiamo diventare parte attiva del sistema,
producendo energia a chilometro zero e condividendola con altri produttori attraverso un
sistema di smart grid. Le smart grids sono uno strumento di supporto alla trasformazione
del modello energetico: produco energia e quella che non consumo la condivido sulla rete
con gli altri produttori. I benefici legati alla produzione di energia chilometro zero
utilizzando fonti rinnovabili sarebbero oltre che una sostanziale diminuzione dell’uso delle
fonti fossili e della relativa CO2 emessa, anche una notevole riduzione delle perdite
energetiche relative al trasporto di esse dalle centrale alle nostre abitazioni.
Valeria Cerilli
Società Sensibile —> Società Sostenibile
25 marzo 2013
Io vivo a Posta Fibreno in provincia di Frosinone dove sorge una unica Riserva Naturale
Regionale instituita dalla Regione Lazio con propria legge, la n. 10 del 29 gennaio 1983 e
viene gestita dal Comune di Posta Fibreno. Suddetta area protetta di circa 400ha ospita
un lago di spiccate potenzialità ma che versa da anni in uno stato di decadimento da
girone dantesco; ascoltando la vox populi da parte degli italiani/elettori/telespettatori
autoctoni vi posso dire che se ne sentono delle belle! Per l’italiano locale la causa dello
stato in atto a volte è degli organi di vigilanza che impediscono la caccia, a volte è degli
uccelli, a volte è della mancanza di agricoltori.. insomma in pochi vedono che al Comune
di Posta Fibreno, a causa di un contenzioso con la regione non è stato completato
l’impianto fognario!! (http://www.legambientelazio.it/stampa/20080615postafibreno.pdf).
Per italiano/elettore locale invece, il lago è “poco sfruttato” dicono, “ci dovrebbero essere
piu persone turisti e attrezzature per le famiglie e i giovani per lo svago..” sento dire;
insomma per l’italiano un ambiente naturale è sano se la popolazione interessata da esso
ne trae un vantaggio economico! Io rispondo semplicemente: “Giusto! ma in un lago io ci
vedo solo i pesci!”. “L’ambiente naturale è un valore intrinseco perché l’uomo trae
vantaggio nel trovarsi in alcuni habitat incontaminati al cospetto di spettacoli primitivi e
unici può avvertire la presenza e l’immanenza del Creatore” (John Miur, ingegnere
scozzese). Questo dovrebbe essere il dettame fondamentale di ogni Riserva naturale
Integrale instituita in Italia, e non un mero confronto di Sfruttamento/Naturalità come
pensano gli italiani del luogo; a questo punto riportare il divisore “Naturalità” al numeratore
della frazione è la priorità dico io e questo puo avvenire solo attraverso una società più
sensibile! Una società più sensibile e attenta che abbia a fondamento la conoscenza della
natura che ospita la vita di tutti. Mi capita spesso di paragonare il rapporto territorioelettore del mio paese allo stesso rapportato per tutta l’intera nazione perche è proprio dal
basso che è malato, e dico che se non si cambia “dal basso” il punto di vista la “Lobby”
sarà sempre in agguato a distruggere il nostro patrimonio.
Vittorio Lecce
Eco gesti
22 marzo 2013
Vantiamo un primato del consumo di acqua potabile per usi igienici. E’ assurdo!!! Ci sono
gesti dalla semplicità unica ma tanto efficaci se pensiamo che sono gesti quotidiani. Ad
esempio chiudiamo il rubinetto mentre insaponiamo i piatti. Insaponiamo prima, poi
sciacquiamo. Non apriamo a scroscio, non serve e non aiuta. Quando si strofinano i denti
con lo spazzolino, il rubinetto dell’acqua deve stare chiuso, si apre solo per sciacquare la
bocca. Per farsi la barba, basterebbe riempire una bacinella ed utilizzare l’acqua in essa
contenuta, per tutta l’operazione. Mentre si aspetta che esca acqua calda, si può
raccogliere l’acqua fredda che fuoriesce in una bacinella e quindi usarla in seguito…per
radersi appunto. Ovviamente i rubinetti dotati di riduttori di flusso reperibili presso i negozi
di idraulica, sanitari e ferramenta che ci permettono di risparmiare tantissimi litri grazie alla
miscela di acqua e ossigeno, e ottenere gli stessi servizi. Lavatrice e lavastoviglie(chi ce
l’ha) a pieno carico e accese nelle ore serali. E tanto altro. Basta davvero poco, un
comportamento più attento, anche se in una casa di studenti spesso ciò è motivo di
discussioni accese….ma insistete, è la direzione giusta.
Antonio di Tomaso
Jukebox green: Eppure soffia
22 marzo 2013
E l’acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
un’isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all’istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario
e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli
Eppure il vento soffia ancora!!!
http://www.youtube.com/watch?v=hOxLD7Eb9h4
Il brano “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli è stato interpretato da Ligabue in occasione
della campagna del Ministero dell’Ambiente per la valorizzazione del patrimonio delle aree
protette. Il Ministro Pecoraro Scanio spiega: “Di fronte alla minaccia globale del
cambiamento climatico e alle emergenze sociali e politiche, siamo infatti consapevoli che il
maggiore rischio che possiamo correre sia che ciò che già ci appartiene venga, anziché
valorizzato, considerato scontato se non inutile. Per questo, intendiamo richiamare
l’attenzione individuale e collettiva su un importante bene comune, quale sono i parchi e
tutte le aree protette”. Luciano Ligabue, sensibile al tema della difesa ambientale, ha
concesso gratuitamente l’utilizzo del brano per lo spot del Ministero dell’Ambiente.
http://www.youtube.com/watch?v=cvGqOeaEZbQ
http://www.parchieparchi.it/spot.htm
Alessandra Busoli
Ecologia e moda: la svolta green di Louis Vuitton
21 marzo 2013
Le grandi firme della moda sembrano finalmente accorgersi del grido d’aiuto del pianeta
Terra. La nota maison francese Louis Vuitton ha adottato una serie di accorgimenti per
ridurre l’impatto ambientale, dalla selezione delle materie prime, agli stabilimenti di
produzione, fino ad arrivare agli allestimenti delle boutique, che vanno al di là della mera
operazione di marketing. Tra i centri di produzione, spicca uno stabilimento a circa 30 km
da Venezia ecologicamente all’avanguardia, un laboratorio LV per le calzature divenuto
modello
di
bio-edilizia.
L’edificio ha un giardino interno per la raccolta dell’acqua piovana, che viene
immagazzinata e pressurizzata per ridurre il consumo di acqua potabile. Il pavimento in
parquet con pannelli fonoassorbenti ha consentito di limitare le emissioni dei rumori. La
copertura è dotata di 32 metri quadrati di pannelli solari che coprono il 56% del fabbisogno
di acqua calda sanitaria e l’edificio è dotato di un sistema di riscaldamento geotermico.
All’interno, una politica volta alla riduzione degli sprechi e al contenimento dei danni
ambientali in un settore – quello della pelletteria – notoriamente molto impattante. Tra le
iniziative più interessanti, la riduzione della percentuale di adesivi a base solvente, a
favore di quelli a base acquosa. Emerge poi la tendenza al riciclo:
gli scarti di pellame possono essere riutilizzati come materiale di rinforzo o di
pavimentazione, oppure – è il caso dei “rifiuti” più pregiati – essere recuperati e forniti a
prezzi
stracciati
a
professionisti
del
settore
creativo,
quali costumisti, scultori e architetti. Infine l’eco-packaging: gli imballaggi per il trasporto
delle borse sono stati ridotti del 64% e nelle scatole di scarpe si è deciso di limitare la
quantità
dei
pigmenti
utilizzati,
nella
convinzione che l’utilizzo di cose, almeno in parte, naturali aiuti il nostro pianeta a
respirare meglio.
Giulia Tomas
Il tweet-green di Enrico Filippi
20 marzo 2013
Prima ancora che città diversamente organizzate, servirebbero cittadini meglio informati.
Riciclare i mozziconi “imitando” gli uccelli
19 marzo 2013
I passeri con i mozziconi di sigaretta ristrutturano i nidi tenendo alla larga gli insetti.
Terracycle, una organizzazione ambientalista, si offre di riciclare i mozziconi di sigaretta
producendo un catalogo di ben 186 prodotti. Possiamo imparare dalla simbiosi naturale?
Vittorio Lecce
La tv-green: Revolution
18 marzo 2013
La serie tv “Revolution”. Rappresenta un mondo, il nostro, che conosce un blackout
mondiale improvviso.
Penso che sia un interessante spunto di riflessione sull’importanza dell’energia nel nostro
sistema.
Lorenzo Alaimo
La profezia di Calvino
15 marzo 2013
“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra
lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie
nuove fiammanti, estrae dal piú perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi,
ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio. Sui marciapiedi,
avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello
spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali,
contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi
di porcellana: piú che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate,
l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto
alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il
godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il
mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e
il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso,
come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba
nessuno vuole piú averci da pensare. Dove portino ogni giorno il loro carico gli
spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s’espande,
e gli immondezzai devono arretrare piú lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le
cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro piú vasto. Aggiungi che
piú l’arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, piú la spazzatura migliora la sua
sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. E’una fortezza
di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di
montagne. Il risultato è questo: che piú Leonia espelle roba piú ne accumula; le squame
del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni
giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature
d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.
Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato
immondezzaio non stessero premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre
città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero,
oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una
metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni
infetti in cui i detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si
mescolano. Piú ne cresce l’altezza, piú incombe il pericolo delle frane: basta che un
barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una
valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel
proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe,
finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni
traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli
compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse,
allontanare i nuovi immondezzai”. Tratto da “Le città invisibili” di Italo Calvino.
(Testo raccolto da Nadia Fragiacomo)
La citazione green di Gabriella Montagna
14 marzo 2013
“Lei parla di una rete di energia che scorre in tutte le creature viventi. Dice che tutta
l’energia è solo in prestito e che un giorno bisogna restituirla”
(dal film “Avatar”)
Tutto si trasforma: la frase-green
13 marzo 2013
«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»
(Antoine-Laurent de Lavoisier)
Antonio di Tomaso
In facoltà a piedi, per 2 chilometri
12 marzo 2013
Da buona sostenitrice che le gambe ti portano ovunque, quando il tempo lo permette vado
ovunque a piedi…la mia impresa più riuscita è stata fare la strada da casa mia (Nuovo
salario, a Roma) alla facoltà a piedi…sono 2 ore di tempo e se si considera che con i
mezzi ci metto un’ora e mezzo…in fondo non uso chissà quanto tempo per farlo.
Clara Sirocchi
Storie green/Dare continuità alla terra
11 marzo 2013
…questa storia parla di un bambino e del suo nonno, viene da lontano per portare a
domani con valori che nel tempo rimangono immutati. L’idea è quella di dare continuità alla
terra, non ammirandola semplicemente ma accudendola nel suo ciclo, osservandola per
poterla interpretare, fino ad amarla capendone il valore. Si costruisce così una serra, un
laboratorio di riproduzione vegetale dove il bisogno sa lasciare spazio al caso e alla
curiosità, dove non si produce per profitto ma per diletto e forse abitudine. Una volta
realizzata, non è più un semplice luogo fisico da riconoscere perché è già divenuta parte di
una riflessione che dovrebbe essere per noi semplicemente coltura e cultura.
Enrico Filippi
Il jukebox green: Mal di Terra
8 marzo 2013
Benvenuti in questa età
dove tutto è lecito
e la terra supplica pietà
al nostro sguardo gelido…
Mi ricordo il mare era trasparente
e mi ricordo bene che non mancava niente
e mi ricordo che bastava alzare il viso
per un sorriso
Soldi-Potere-Plastica-Rumore
Soldi-Potere-Plastica-Rumore
Benvenuti in questa età
qui si vende l’anima
e anche l’acqua supplica pietà
al nostro cuore sterile…
Mi ricordo il mare era trasparente
e mi ricordo bene che non mancava niente
e mi ricordo che bastava alzare il viso
per un sorriso
Soldi-Potere-Plastica-Rumore
Soldi-Potere-Plastica-Rumore
Religione-Potere-Guerra-Dolore
Guarda quanto è piccolo il mondo
così pieno del nostro scempio
mentre siamo presi a consumare tutto quello che ha valore
vale la pena vale la terra
e salvare quello che ora resta
di tanta bellezza e tanto candore
solo rumore!!
Mi ricordo il mare era trasparente
e mi ricordo bene che non mancava niente
e mi ricordo che bastava alzare il viso
Mi ricordo il mare era trasparente
e mi ricordo bene che non mancava niente
e mi ricordo che bastava alzare il viso
per un sorriso…
Soldi-Potere-Plastica-Rumore
Soldi-Potere-Plastica-Rumore
Sesso-Potere-Politica-Clamore
Acqua-Aria-Terra-Fuoco
Religione-Potere-Guerra-Dolore
Acqua-Aria-Terra-Fuoco
Alessandra Busoli
Il Jukebox Green/Aria Canta
6 marzo 2013
La sensibilizzazione alle problematiche ambientali investe oramai qualsiasi ambito della
nostra vita, dalla cinematografia alla musica. A tal proposito, Adriano Celentano nella
canzone Aria canta ”(…)Pura come una vergine eri tu vivi stuprata dalla civiltà chiusa
ridotta già in cattività non puoi curar più nostri guai; Tu che sei la madre condannata a
morte dai figli tuoi e dal sangue del tuo sangue leggi di quinte comunali con dentro i porci
che decretan la tua morte(…)” denunciando la civiltà e il suo comportamento irrispettoso
nei confronti dell’ambiente e non solo!.. Nei confronti dell’intera umanità che di giorno in
giorno perde una parte della risorsa che è alla base della sua sopravvivenza e di quella di
ogni organismo. Viene posta attenzione, inoltre, alle scelte energetico-ambientali
indifferenti o inadeguate dei vertici decisionali i quali tendono a dissimulare la gravità della
situazione e ad assumere un atteggiamento di temporeggiamento sebbene tutti sappiano
che di tempo ne è rimasto veramente poco!
Martina Trentani
Far spese a chilometro zero
5 marzo 2013
Il sabato e la domenica dalle 9 alle 19 l’ex mattatoio a Testaccio ospita il “Roma Farmer’s
Market”. Frutta, verdura, formaggi e altre specialità direttamente dai produttori locali.
Prodotti non solo a km 0 ma anche acquistabili a prezzi convenienti. Il tutto reso più
piacevole dalle degustazioni offerte dai produttori.
Cristel Bello
Il Jukebox Green/Where do the children play?
4 marzo 2013
E’ bello pensare al futuro della nostra società.
E’ bello pensare che il mondo sta cambiando,
che arriverà un giorno in cui l’uomo sarà realmente capace di fare tutto ciò che vorrà.
E’ bello. E’ veramente bello?
Quando arriverà quel giorno, saremo capaci di fermarci?
Saremo capaci di riconoscere che c’è un limite oltre il quale non si può andare?
E soprattutto, ci sarà ancora quel limite?
Cat Stevens si chiedeva “Dove giocano i bambini?”
Se lo chiedeva nel 1970, quando i miei genitori erano bambini.
E quando io avrò dei bambini, dove giocheranno?
“Where do the children play?” - Cat Stevens
Well I think it’s fine, building jumbo planes.
Or taking a ride on a cosmic train.
Switch on summer from a slot machine.
Get what you want to if you want, ’cause you can get anything.
I know we’ve come a long way,
We’re changing day to day,
But tell me, where do the children play?
Well you roll on roads over fresh green grass.
For your lorryloads pumping petrol gas.
And you make them long, and you make them tough.
But they just go on and on, and it seems you can’t get off.
Oh, I know we’ve come a long way,
We’re changing day to day,
But tell me, where do the children play?
When you crack the sky, scrapers fill the air.
Will you keep on building higher
’til there’s no more room up there?
Will you make us laugh, will you make us cry?
Will you tell us when to live, will you tell us when to die?
I know we’ve come a long way,
We’re changing day to day,
But tell me, where do the children play?
Sara Linardi
Il Jukebox Green/Sul Tetto
1 marzo 2013
I “Rain”, ovvero Gianluca Bernardo, Luca De Giuliani, Claudio Mancini e Pierluigi Toni,
sono impegnati da moltissimi anni nelle tematiche a sostegno dell’ecologia e della
sostenibilità tanto che l’album “E’ finita” è interamente legato alle politiche a impatto zero.
La canzone “Sul tetto” è quella che presentarono anche all’Earth Day a Villa Borghese e
infatti permette di riflettere: “Possedere, avere, quante altre cose potrò ancora consumare.
Ho sete, mio dio che sete, mi verseresti ancora un sorso di petrolio per vedere se ci
riusciamo a non restare a secco? Però qua su, resisto. Dovremmo fare a modo nostro una
rivoluzione. La gente uscirà fuori da ogni nicchia di cemento, volando su, sui tetti, senza i
pesi morti dei bisogni indotti. Perché ci credo, che infondo, dietro a ogni galera c’è una
scala che va su”. Traduzione personale: Forse un giorno riusciremo davvero a fare una
rivoluzione uscendo da questo sistema che con tutto il peso del suo cemento e del
consumismo ci sta schiacciando. Forse riusciremo a guardare oltre, a costo di salire sui
tetti, per vedere che c’è dell’altro.
http://www.youtube.com/watch?v=eZBBuWrOfaU
Carolina Pezzotti
Il Jukebox Green/Big Yellow Taxi
28 febbraio 2013
“Hanno asfaltato il paradiso per costruirci un parcheggio”
La musica e’ sempre stata uno strumento comunicativi capace di arrivare a tutti e non a
caso inizia così il brano -Big Yellow Taxi- della cantante canadese Joni Mitchell del 1970.
Brano che è stato ripreso negli anni da diverse band per farne una cover cosìcchè il
messaggio potesse essere ripreso e riproposto all comunità, al punto che nel 2005 è stato
premiato come uno dei 50 brani più importanti della musica canadese. Gli argomenti
trattati infatti sono sensibilissimi utilizzando però un tono leggero. La cantante viaggiando
e vedendo come l’uomo distrugge e piega al suo volere la natura, si sente quasi di trovarsi
in un paradiso asfaltato dove tutto ciò che è parte della natura non viene protetto ma bensì
quasi esposto come se si trattasse di opere da museo. Come se già fossero estinte e se
ne sentisse il bisogno più che di ricordarle, di mostrarle come scopo di lucro.
“Hanno tolto tutti gli alberi, li hanno messi in un museo .
E chiedono alla gente un dollaro e mezzo solo per vederli”.
Cosa si può quindi fare? La società ci impone le sue scelte o siamo
liberi di scegliere? Ecco la difficile domanda che Joni Mitchell cerca di portare nel suo
brano con un gioco di parole.
“Non voglio darlo.
Perché tu vuoi darlo?
Perché tu vuoi dare via tutto?
Ora tu vuoi darlo.
Io dovrei volerlo dare.
Ora tu vuoi dare via tutto.”
Ma come molte altre esperienze la cantante sa che ci lasceremo far trasportare perché la
natura umana, nella maggior parte dei casi, è capace di capire i suoi errori sono dopo
averli commessi fino in fondo.
“E non sai quello che hai fintanto che l’hai perso”.
A noi quindi la scelta.
Lasciare che la natura diventi un ricordo da museo.
Una malinconia.
O cercare di scegliere una via diversa.
Una via dove non si subiscono le scelte altrui, ma si prendono le proprie. In piccolo.
Perchè lì noi possiamo agire e sperare di fare la differenza.
http://www.youtube.com/watch?v=ZgMEPk6fvpg
Valentina Ballocci
Il Jukebox Green/What I’ve done
27 febbraio 2013
Linkin park - what i’ve done
http://www.youtube.com/watch?v=8sgycukafqQ
Alessio Runci
Musiche Zero/Noi non ci saremo
26 febbraio 2013
Un po’ provocatorio…
“Noi non ci saremo” di Guccini.
http://www.youtube.com/watch?v=SwGDJa1dP50
Giulia Ratti
Musiche zero/Il ragazzo della via Gluck
25 febbraio 2013
di Ilektra Mancini
“Questo ragazzo della via Gluck, si divertiva a giocare con me, ma un giorno disse, vado
in città, e lo diceva mentre piangeva, io gli domando amico, non sei contento? Vai
finalmente a stare in città. Mio caro amico, disse, come fai a non capire, è una fortuna, per
voi che restate, a piedi nudi a giocare nei prati, mentre là in centro respiro il cemento.
Passano gli anni, ma otto son lunghi, torna e non trova gli amici che aveva, solo case su
case, catrame e cemento. Là dove c’era l’erba ora c’è una città, Eh no, non so, non so
perché, perché continuano a costruire le case e non lasciano l’erba.” Abbiamo veramente
bisogno di tutta questa cementificazione? Riuso. Riqualificazione.
La Green economy su Rai5
22 febbraio 2013
Programma su Rai 5: Grandi Idee per un piccolo pianeta
http://www.rai5.rai.it/dl/Rai5/programma.html?ContentItem-f619d451-3038-4c0e-90ce56cbb9846e17
Ludovica Benedetti
Esperienze Green/Approcci differenziati
21 febbraio 2013
La mia esperienza di green economy sta nel fatto che da 2 anni ho convinto la mia
famiglia a differenziare i rifiuti. Ho notato, a mio malgrado, affrontando questo discorso con
due “categorie” diverse di persone ovvero i miei amici e i miei nonni, che i giovani sono
meno interessati a questo tipo approccio verso i rifiuti. Questo non è positivo, ma fa
riflettere sul fatto che i media non parlino a sufficienza di questi problemi.
Luigi Olivieri
Esperienze Green alla Biennale di Architettura
20 febbraio 2013
La mia esperienza riguardante ”Green economy” è avvenuta alla Biennale di architettura
di Venezia,dove lo studio MVRDV presentava il concetto di pianificazione urbana
decentrata attraverso un video dimostrativo mostrando ”il liberato urbano” per la
pianificazione proposta per la città di Almere, deburocratizzando l’iter legislativo della
pianificazione classica, responsabilizzando la popolazione ed attuando una diffusione
delle “centrali” di energia in un sistema democraticamente distribuito al contrario di quello
in cui viviamo quotidianamente, linea di pensiero proposta anche dal prof.De Santoli.
Marco Pietrangeli
Territorio Zero/Il film: Una scomoda verità
19 febbraio 2013
di Sara Micheletti
“Una scomoda verità” è un film-documentario del 2007 sul problema del riscaldamento
globale, il cui protagonista è Al Gore, ex vicepresidente degli USA. Sapendo di scontrarsi
con lo scetticismo delle persone, il protagonista espone comunque una serie di dati
scientifici, tabulati e previsioni sul nostro prossimo futuro, forte dello studio e delle ricerche
scientifiche su cui si basano le sue predicazioni. Ma non si ferma solo all’esposizione,
proponendo soluzioni per salvare il pianeta. Quello che ne esce è un quadro sconfortante
e “scomodo” per i governi di tutto il mondo, che per il momento fanno finta di non
sentire/vedere/sapere, coadiuvati dai mass media che guidano l’opinione pubblica,
definendo il film troppo allarmista.
Sogni green/di Camille Innamorati
18 febbraio 2013
Molti anni fa feci un sogno che mi segnò molto. Mi ricordo una New York senza strade,
senza macchine e senza moto: solo grattacieli e verde. Verde di prati e verde di colline.
Musica green/Pierangelo Bertoli, Eppure soffia
17 febbraio 2013 |
Autore: admin |
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http://www.youtube.com/watch?v=hOxLD7Eb9h4
E l’acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
un’isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all’istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario
e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli
Eppure il vento soffia ancora!!!
(Pierangelo Bertoli – Eppure soffia)
Gaia Agostini
Consiglio green/di Alessandro Esposito
16 febbraio 2013
Fai la differenziata, riempi sempre i posti in macchina se possibile e compra cibi locali.
Alessandro Esposito
Il mondo s’illumina di meno
15 febbraio 2013
M’illumino di Meno, la più grande festa del Risparmio Energetico via radio lanciata da
Caterpillar, Radio2, che spegne simbolicamente ogni anno tutt’Italia, è giunta oggi alla sua
nona edizione. M’illumino di meno e tutti i suoi sostenitori scendono in campo per un
nuovo miracolo italiano: la lotta contro lo spreco e la stesura di un’agenda che tenga nel
giusto conto le tematiche ambientali e le loro ricadute anticrisi. Le due trasmissioni di
Radio2 daranno voce, dalla mattina alla sera, alla creatività diffusa e rinnovabile della
comunità festosa di M’illumino di meno per promuovere buone pratiche di:
1. razionalizzazione dei consumi energetici e riduzione degli sprechi;
2. produzione di energia pulita;
3. mobilità sostenibile (bici, car sharing, mezzi pubblici, andare a piedi)
4. riduzione dei rifiuti (raccolta differenziata, riciclo e riuso, attenzione allo spreco di cibo).
A questo si affianca il consueto invito ad aderire ad un simbolico “silenzio energetico” il 15
febbraio 2013 dalle ore 18 rendendo visibile la propria attenzione al tema della
sostenibilità con lo spegnimento simbolico di monumenti, piazze, vetrine, uffici, aule e
private abitazioni.
Eleonora Passeri
Pensieri Green/Dare continuità alla terra
14 febbraio 2013
…questa storia parla di un bambino e del suo nonno. E’ una storia che viene da lontano
per portare domani valori che nel tempo rimangono immutati. L’idea è quella di dare
continuità alla terra, non ammirandola semplicemente ma accudendola nel suo ciclo,
osservandola per poterla interpretare, fino ad amarla capendone il valore. Si costruisce
così una serra, un laboratorio di riproduzione vegetale dove il bisogno sa lasciare spazio al
caso e alla curiosità, dove non si produce per profitto ma per diletto e forse abitudine. Una
volta realizzata, non è più un semplice luogo fisico da riconoscere perché è già divenuta
parte di una riflessione che dovrebbe essere per noi semplicemente coltura e cultura.
Enrico Filippi
Pensieri green/La vendetta della natura
13 febbraio 2013
È mattina. Mi alzo per andare all’università e aprendo la finestra mi accorgo che il cielo è
coperto da grandi nuvole grigie. Piove a dirotto. Mia madre mi consiglia di prendere l’auto
per andare in Facoltà per evitare di bagnarmi. Detto fatto, scendo di casa, inserisco le
chiavi nel cruscotto e accendo il motore. Brum, energia che brucia! Sono immerso nel
traffico snervante della capitale, dove i fumi grigi e densi dei tubi di scappamento delle
automobili salgono in alto, e si confondono con quelle nuvole che incupiscono il cielo.
L’atmosfera è pesantissima e Roma, la mia città, appare soffocare. Arrivato all’università,
scendo dall’auto e nel breve tragitto che mi separa dall’aula dove ho lezione mi bagno
ugualmente perché mi sono dimenticato l’ombrello. Vendetta di una natura stanca della
continua e incosciente attività dell’uomo? È di nuovo mattina, e questa volta vedo il sole
alto in un cielo senza nuvole. Esco di casa e mi dirigo all’università prendendo la metro,
contento di non dovermi stressare nel caotico traffico romano. Scendo a Flaminio e
attraverso Villa Borghese a piedi. Qui le piante e gli alberi brillano sotto la luce del sole e
con i loro colori sembrano donare alla mia amata città un volto nuovo: Roma torna a
respirare, Roma vive! Mi accorgo quanto la natura possa donare ed essere importante per
una grande città come Roma, ed allora non è forse giusto rispettarla e salvaguardarla?
Alessandro Geraci
Rassegna green/di Francesca Fiormonte
12 febbraio 2013
http://lastampa.it/2013/01/31/scienza/ambiente/ambiente-nasce-in-friuli-la-birra-greenOXng8xkOawL4CKBvSxxwqL/pagina.html
Un esperimento di gestione sostenibile del patrimonio culturale
11 febbraio 2013
Basilicata - In provincia di Matera nel 1963 è stata riscoperta una delle più antiche e
significative chiese rupetri del Mezzogiorno: la Cripta del Peccato Originale. Attraverso la
gestione della fondazione Zetèma, è stato operato un restauro esemplare attraverno le più
moderne tecnologie. Per quanto riguarda la sola riqualificazione architettonica e
impiantistica, sul manufatto si è provveduto all’isolamento della copertura esterna degli
ipogei attraverso un capillare drenaggio delle acque e l’utilizzo di “cappotti” di bentonite,
l’energizzazione del complesso avviene attraverso pannelli fotovoltaici e l’illuminazione
attraverso fibre ottiche, e per il percorso stradale che porta al sito sono stati riutilizzati i
traversi e il pietrame dell’ex ferrovia appulo lucana con moduli isolati tra loro e da terreno
con teli di Tnt.
Marianna Cicala
Lifegate People Planet Profit
7 febbraio 2013
LifeGate è una radio che divulga informazioni di green-economy e non solo, con l’intento
di sensibilizzare la popolazione sui temi ambientali, attraverso uno scenario micro e macro
del problema climatico, energetico e economico, selezionando notizie legate al tema,
sostenendo il lavoro delle associazioni no-profit sulla salvaguardia ambientale e offrendo il
loro spazio pubblicitario solo a aziende che adottano politiche di sostenibilità, il tutto
contornato da una buona scelta musicale.
Riccardo Bulzoni
La Terza rivoluzione industriale di Rifkin
7 febbraio 2013
Illuminante è Jeremy Rifkin in “La terza rivoluzione industriale”, quando evidenzia che “le
grandi trasformazioni economiche della storia avvengono quando una nuova tecnologia di
comunicazione, converge con un nuovo sistema energetico …..Oggi il connubio di
tecnologie di comunicazione in rete ed energie da fonti rinnovabili sta dando il via alla
Terza rivoluzione industriale. Nel XXI secolo centinaia di milioni di esseri umani
genereranno la propria energia verde a casa, in ufficio, in fabbrica e la condivideranno con
gli altri attraverso reti di distribuzione elettrica intelligenti, esattamente come oggi creano la
loro informazione e la condividono su internet”. E ancora: “la TRI si fonderà su cinque
pilastri: 1) passaggio alle fonti di energia rinnovabile; 2) trasformazione del patrimonio
immobiliare esistente in impianti di micro generazione per raccogliere in loco le energie
rinnovabili; 3) l’applicazione dell’idrogeno e di altre tecnologie di immagazzinamento
dell’energia in ogni edificio; 4) l’utilizzo delle tecnologie internet per trasformare la rete
elettrica in una inter-rete … proprio come internet; 5) la transizione dei veicoli da trasporto
in veicoli dotati di cella a combustibile, che possono acquistare e vendere energia
attraverso la rete elettrica interattiva”. Da tutto quanto sopra è facile capire quali e quanti
mutamenti ci attendono, nel breve-medio periodo, sul piano dell’urbanistica, dell’edilizia,
dei materiali, senza contare il ruolo sempre più evidente della ricerca e innovazione.
Speriamo che chi di dovere se ne convinca!
Alessandra Busoli
Paul Connett a Valle Giulia canta per “Rifiuti zero”
6 febbraio 2013
“Cambiare il modello energetico significa cambiare la società”. Con queste parole il
professor Livio De Santoli ha aperto, alla Facoltà di Architettura Valle Giulia di Roma la
conferenza “Territorio Zero” dedicata all’intervento di Paul Connett, ideatore della strategia
Zero Waste (Rifiuti zero). La societa’ ‘lineare’ che estrae materia prima, produce, consuma
e crea rifiuto non può pensare di proseguire continuare a farlo oltre il 2020. È questa la
data di scadenza fissata dall’Europa per la totale chiusura di discariche e inceneritori. Il
passaggio a una società ‘circolare’ avverrà soltanto quando i rifiuti diverranno la materia
prima fondamentale per la produzione industriale. La strategia da seguire? Secondo
Connett è quella dei 10 punti di Rifiuti Zero. Al centro c’è l’Eco-Cycle Zero Waste Park. Un
parco del riciclo e del riutilizzo, pubblico e visitabile. L’idea è di Eric Lombardi, che come
Connett gira per il mondo diffondendo il suo messaggio. Fortunatamente qualcuno ha già
pensato a mettere in pratica qualcosa di simile: in Svezia il Knetsloppsparken è una
“discarica pulita” capace di attirare grandi e piccini con i più svariati eventi. Assistere a un
concerto nel parco costa solo 40 bottigliette di plastica: in sostanza, portando tante
vecchie bottiglie di Pet, si ha diritto a un biglietto. Riciclaggio, compostaggio, riutilizzo, un
impianto di separazione dei rifiuti: sono questi alcuni dei punti di Zero Waste applicati nel
parco. Di particolare interesse è il punto del programma riguardante il centro di ricerca.
Considerando che non tutto ciò che si butta via è facilmente riciclabile, studiare in
laboratorio la frazione residua dei rifiuti può essere la soluzione al problema. Questo
laboratorio deve essere parte integrante della discarica ideale teorizzata da Lombardi.
Risulta da ricerche effettuate nel Comune di Capannori (in Provincia di Lucca) che il 13%
dei rifiuti non riciclabili è composto da pannolini. Una così alta percentuale può essere
facilmente eliminata usando quelli lavabili. Non a caso, anche la responsabilità industriale
rientra nel discorso. Connett pone l’attenzione sul re-design: se i prodotti non possono
essere smaltiti, dovrebbero quanto meno essere ridisegnati. Se nemmeno ciò è possibile,
la loro produzione dovrebbe essere fermata in quanto non sostenibile. Così come De
Santoli propone di cambiare il modello energetico, Connett e Lombardi insistono sulla
necessità di trasformare quello delle discariche. Il nesso tra energia e rifiuti è infatti alla
base del programma di Territorio Zero. Anche l’Italia ci ha messo del suo per raggiungere
gli obiettivi del 2020. Anzi e’ molto vicina a raggiungerla. Città come Novara e Salerno
hanno percentuali di riciclaggio superiori al 70%. Ma è anche vero che città come Roma,
non superano il 15%. Dal dibattito di Territorio Zero si evince che il problema risiede nelle
mani dei decisori. I magnati dei rifiuti non hanno il minimo interesse ad evolversi, e la
popolazione è giustamente contraria alle discariche tradizionali. “Il primo territorio zero da
pulire - interviene Sergio Modigliani – è la classe politica che ci governa”. “In che modo
possiamo far avvenire il cambiamento dall’alto?”, chiede uno studente. “Manca una
società partecipata”, risponde De Santoli. Il coinvolgimento dei cittadini da parte delle
istituzioni è dunque il primo passo verso la soluzione. I ‘Territori zero’ non sono un’utopia.
Molte persone sono già oggi attive e coinvolte nel processo di trasformazione della
società. Rifiuti zero, emissioni zero, Km zero, è più facile a farsi che a dirsi, no? Se un
cane in Svezia è capace di dividere i rifiuti in 6 categorie diverse, anche noi possiamo
riuscirci in Italia. Uno degli esempi italiani che ha aderito alla ‘Politica Zero’ è la
cooperativa Agricoltura Nuova, di cui Carlo Patacconi è presidente. Una Cooperativa
Sociale romana nata nel 1977 per iniziativa di un gruppo di giovani disoccupati, braccianti
e contadini con due obiettivi principali: creare occupazione in agricoltura e impedire, anche
attraverso l’occupazione dell’area, l’edificazione di un vasto comprensorio residenziale
all’interno del parco regionale di Decima Malafede (circa 6.000 ettari). La battaglia contro
la cementificazione, ha ottenuto il ritorno agricolo dell’area, la “salvaguardia” e la
perimetrazione del parco regionale. Nel 1996 La Cooperativa ha avuto in concessione i
terreni coltivati, superando un’ occupazione abusiva quasi ventennale, e convertendo il
tutto in biologico. “Per chi produrre?” è certamente la domanda più importante, e la scelta
di “abbandonare la strada della vendita a grossisti, mercati generali, supermercati,
scegliendo la vendita diretta solo ai consumatori, a km 0” è la risposta di Carlo Patacconi,
una proposta che ha significato per lui “Cambiare il modo di essere, pensare e lavorare”.
Ed è proprio qui che il concetto di Territorio Zero prende vita: la conversione al biologico
nel ’96 diviene poi biodinamico. L’Agricoltura Biodinamica è la nuova agricoltura. Da
ottant’anni essa lavora per la fertilità della terra e la qualità degli alimenti. E’ la scelta di chi
vuole qualità invece di quantità, collaborazione e non concorrenza. IL “cassettone-bio” ne
è un esempio palese: una cassetta di frutta e verdura biologica, genuina, di produzione
propria, fresca e di stagione, che viene venduta nei mercati romani, o direttamente in
azienda , per incentivare il consumo dei prodotti a Km 0, in grado di cambiare le abitudini
alimentari della popolazione. L’impianto di compostaggio di spazi verdi (organici), il
pagliaio dalla copertura in pannelli fotovoltaici e l’impianto di bio-gas della cooperativa
sono un’ulteriore conferma alla politica dettata da Paul Connett. Non ci resta che lodare
una così considerevole azione di altruismo, che questa cooperativa e tutti i soci che ne
fanno parte, quotidianamente donano alla nostra società e alla nostra amata Terra.
Colpisce molto l’umiltà con cui Connett affronta questo argomento così delicato: “salvare il
pianeta una comunità alla volta”, sono le parole che leggiamo su una delle ultime
diapositive trasmesse nell’aula magna della facoltà di Architettura Valle Giulia. A fine
mattinata, Paul Connett si lascia andare ad un’allegra canzoncina, mettendo così in
pratica, il motto che durante tutta la conferenza ha costantemente ripetuto: “Zero Waste
it’s also fun!”. Responsabilità e divertimento sono i due atteggiamenti necessari per
portare avanti la strategia di cui sopra.Siamo tutti consapevoli di subire una vera e propria
guerra dei rifiuti. Guerra che in Campania è arrivata a coinvolgere i militari della
Repubblica! Aderire a tutte le normative europee è probabilmente l’unica arma che
abbiamo per poter combattere e sperare in un futuro migliore. O preferite che il nostro bel
Paese venga sommerso dai rifiuti?
Rossana Mesisca e Luca Daniele
L’sms green/di Riccardo Bulzoni
6 febbraio 2013
Finalmente è arrivata la differenziata nel mio Comune …ora vado a rispiegare a mia
madre che la plastica non va con l’umido. Le abitudini sono dure a morire.
Link green
5 febbraio 2013
Francesca Miglioresi
Il link del sito ‘Tutto green’ che contiene diversi spunti e interessanti novità sulla green
economy:
http://www.tuttogreen.it/
L’sms green/di Marianna Cicala
4 febbraio 2013
I vantaggi del girare la capitale in bicicletta: è gratis, si evita il traffico, non serve la
benzina, è salutare, e, non sembra, ma è il mezzo più rapido per i tratti al di sotto dei 6 km.
Garantito.
Una domenica a chilometri zero
31 gennaio 2013
Domenica 27 gennaio, si è tenuto il secondo appuntamento di “Il mercato della terra-La
spesa del contadino” promosso dall’Associazione Slow Food di Roma in via Ignazio
Silone, di fronte al Municipio XII. Questa iniziativa offre al consumatore dei luoghi
d’incontro in cui potersi confrontare con produttori locali e i loro beni di qualità in vendita a
prezzi adeguati e soprattutto realizzati con metodi di produzione sostenibili, a garanzia
delle biodiversità e delle tradizioni alimentari del territorio. Si tratta di un mercato
particolare, nato come presidio contro la cementificazione dell’Agro Romano in un’area in
cui la speculazione edilizia è elevata ed è aperto a tutti ogni ultima domenica del mese.
Martina Trentani
Incontro con Paul Connett
30 gennaio 2013
Se governi i rifiuti, governi il territorio. Laddove il territorio è controllato, la mafia è sconfitta.
Enrico Filippi
Vegetariano è green
29 gennaio 2013
Sono vegetariana da circa tre anni e ho trovato questa mia scelta di vita perfettamente in
linea con la causa sostenibile e ambientale. Lo sono diventata per motivazioni etiche
personali, ritenendo che fosse più giusto per me smettere di mangiare qualcosa che in un
modo o nell’altro genera crudeltà. Interessandomi all’argomento in questi anni, mi sono
resa conto di quanti siano gli studi divulgati da ambientalisti e membri di organizzazioni a
livello globale che affermano la non sostenibilità della dieta comunemente accettata,
ovvero quella occidentale. “Ci sono molti studi che affermano che quello che mangiamo, il
modo in cui mangiamo e ciò che buttiamo via abbia impatto significativo sull’ambiente.
Ogni passo del viaggio dai campi al nostro piatto crea carbonio in grande quantità, basti
riflettere sul fatto che circa il 18% delle emissioni globali gas serra sono prodotte nel
settore dell’allevamento”. (Trewin Restorick, direttore della CEO, Global Action Plan).
Gabriella Montagna
Territorio Zero/Il film: Una scomoda verità
28 gennaio 2013
L’ex vice di Clinton, Al Gore, che partecipò ai negoziati del protocollo di Kyoto, risulta
essere uno dei pochi soggetti che sono riusciti a comprendere l’importanza della necessità
di un intervento significativo da parte di tutti i cittadini di tutti i paesi per prevenire l’effetto
serra e le sue tragiche conseguenze. Un documentario diretto dal regista David
Guggenheim, realizzato nel 2006 e nel quale colui che si era candidato alla presidenza
degli Stati Uniti d’America, Al Gore, sensibilizza ad un problema reale a cui non possiamo
più voltare le spalle. Grafici, dati, numeri che nascono da lunghe ricerche, studi ed analisi.
Cifre che spaventano ed alle quali siamo sordi…ma, allerta Gore, non potremo esserlo
ancora per molto.
Ludovica Benedetti
L’sms green di Francesca Fiormonte
24 gennaio 2013
La nostra piccola Italia si riempie sempre più di ministri, assessori, consiglieri di ogni
genere e tipo ..ma se è vero che il motore, il fulcro comune, ciò che più detta legge nella
vita di tutti noi è L’Energia, come è possibile che nessuna di queste figure illustri se ne
prenda cura?
Architettura, le tre R della Biennale di Venezia
24 gennaio 2013
Il Padiglione della Germania alla Biennale di Venezia ha dato un’interessante chiave di
lettura al tema proposto quest’anno “Common Ground”. Lo slogan proposto “Reduce,
reuse, recycle” considera l’architettura come una risorsa. Il messaggio è chiaro: riutilizzo
dell’esistente, recupero delle periferie urbane, riuso e rifunzionalizzazione delle aree
industriali dismesse. L’operazione richiede la partecipazione delle comunità insediate nel
territorio e presuppone lo sviluppo di una fitta rete sociale. La proposta è una valida
alternativa alle megastrutture proposte da alcune archistar, attive nella stessa biennale.
Fanny Ciufo
Territorio Zero/Il film: Terra Madre
23 gennaio 2013
Terra Madre. Un film documentario di Ermanno Olmi sull’incontro mondiale tra le comunità
del cibo svoltosi a Torino nell’anno 2006. Il popolo di Terra Madre marcia contro le
degenerazioni messe in atto dalle multinazionali del cibo. Una moltitudine di volti diversi
ma affini per nobile semplicità, convinti che si possa consumare diversamente e convivere
in pace con la nostra madre Terra. Un giro attorno al mondo alla ricerca di quel che resta
della biodiversità, nell’agricoltura e negli allevamenti, dalla Cordigliera delle Ande fino
all’India. In poche parole, rispetto dell’ambiente e dignità del cibo, per un futuro di pace e
di armonia con la natura. Questo film racchiude in sé il progetto di una vita capace di
rispettare l’unico mondo che abbiamo. Prima che sia troppo tardi.
Giulia Papa
Territorio Zero/film “ecosostenibili”
22 gennaio 2013
Los Angeles, Novembre 2019, alti pinnacoli emettono fiammate e gas di
scarico nell’atmosfera,
mentre
macchine
volanti
sorvolano
la
città,
in
un’era tecnologicamente avanzata. Questo è il futuro secondo la regia di Ridley Scott e gli
schizzi visionari di Syd Mead. Megacity, in un ipotetico futuro, la gran parte del globo
terrestre è stata trasformata in un deserto arido, dove l’ambiente e il clima sono stati
stravolti. Le campagne non esistono più e si vive in delle megalopoli ammassati uno
sull’altro. Qui dei robot-distributori consigliano di:”essere pacifici e mangiare cibo riciclato”.
Questo è il futuro secondo la regia di Danny Cannon e William Wisher Jr. L’esempio di
“Bladerunner” e “Dredd - La legge sono io” vale per un’ampia serie di film, più o meno
famosi. Quello che fa riflettere è l’idea di futuro che il cinema mostra nelle sue sale:”
Troppa tecnologia non lascia spazio all’energia”. Nel futuro le macchine volano, i
robot offrono cibo riciclato, si colonizzano altri pianeti… ma il sistema energetico è sempre
lo stesso: Si brucia, si inquina, si producono rifiuti. E’ un paradosso. La domanda sorge
spontanea: E’ necessario aspettare che le macchine volino e che 3/4 della Terra sia
deserta per iniziare a fare qualcosa di concreto per l’ambiente? Il cinema ci risponde
provocandoci da più di 30 anni: Non si può pensare all’attività dell’uomo sulla Terra senza
un concreto impegno verso l’eco-sostenibilità. Le sceneggiature che ci mettono davanti
agli occhi sono provocazioni, dei consigli sul come non vadano fatte le cose e sull’intento
di cambiare, poichè i requisiti tecnologici minimi non servono, tutto si può(e si deve) fare.
Media ambientali/Natura
21 gennaio 2013
Natura è una rivista a cadenza bimestrale dedicata all’ambiente, all’attualità, alla flora, alla
fauna ed al turismo eco-sostenibile con una maggiore attenzione rivolta alle tematiche
ecologiche. In ogni numero viene raccontato cosa avviene in natura durante il periodo di
uscita del fascicolo, il primo piano racconta fatti od eventi importanti mentre le rubriche
Conservazione, Etologia e dintorni, Spazio mare e Oltreconfine approfondiscono delicate
tematiche ambientali. Vasti servizi sono dedicati alle bellezze naturalistiche del territorio,
delineandone anche gli aspetti storico-culturali ed informazioni utili per visitare le località
con molte proposte di cartine ed itinerari. Un esempio è un articolo, non molto recente, sul
più vasto giacimento di rocce gessose d’italia che si estende in un fitto dedalo di grotte,
attualmente parzialmente esplorabili, scavate dall’acqua sotto le colline romagnole. La
rivista fornisce, inoltre, notizie su appuntamenti da non perdere (fiere, contest, convegni,
corsi, trekking, ecc.) sul turismo green e sulle novità riguardo abbigliamento, accessori e
strumenti per muoversi in natura. All’interno è presente anche un inserto dedicato al
rapporto tra Uomo ed Ambiente chiamato ECOnomia che evidenzia oltre a temi d’attualità,
vari suggerimenti per uno stile di vita più “green” e brevi informazioni su prodotti ed
iniziative, anche esempi di aziende ed enti che tengono conto del proprio impatto nei
confronti della natura cercando di ridurlo al minimo.
Valerio Cupolillo
Territorio Zero/L’esperienza dei braccianti di Casal del Marmo
21 gennaio 2013
Co.Br.Ag.Or. (Cooperativa Braccianti Agricoli Organizzati) è a via G. Barellai, all’interno del
Parco agro-economico di Casal del Marmo 60, nel XIX Municipio di Roma. Dal 1977,
grazie allo sciopero di un gruppo di disoccupati, è un esempio di agricoltura nella città con
40 ettari divisi tra orto e ulivi. Nelle diverse stagioni si possono acquistare prodotti
(certificazione biologica ICEA) a km 0. L’esperienza si oppone alla logica consumista delle
grandi catene di supermercati.
Fanny Ciufo
Territorio zero/Riciclare e fare design
18 gennaio 2013
Ho conosciuto un ragazzo che realizza oggetti di design con materiale riciclabile…infatti
tra non molto potrò portargli qualcosa di mio per fargli fare qualcosa è una cosa che non
avevo mai visto fare e mi ha impressionato la bellezza degli oggetti che nella sua stanza,
senza fabbriche o che riesce a realizzare.
Clara Sirocchi
TerritorioZero/Il film: L’undicesima ora (2007)
17 gennaio 2013
“Se l’umanità è la causa del problema, noi possiamo essere il fondamento della
soluzione”. Questa la citazione che rende il messaggio de “L’undicesima ora” di Conners e
Petersen, prodotto e narrato da Di Caprio. Il documentario,immagini crude e interventi di
personaggi noti,mira alla presa di coscienza di ciò che succede sulla Terra e sul futuro
catastrofico che si prospetta. La soluzione c’è: cambiare il modo di vivere, abbracciando lo
sviluppo ecosostenibile; anche la tecnologia necessaria è gia a nostra dispozione, ma è
vana senza l’impegno personale di ogni singolo essere umano.
https://www.youtube.com/watch?v=aWQDv1dRGeU&NR=1&feature=endscreen
Nina Onori
Territorio zero/Te lo regalo se vieni a prenderlo
15 gennaio 2013
Sono iscritta al sito”teloregalosevieniaprenderlo” in cui si postano annunci per regalare
oggetti inutilizzati. L’ interessato può ottenerli gratis, a patto di andare a prenderli o di
incontrarsi. Gli aspetti positivi sono: poter donare una seconda vita agli oggetti in questa
epoca di “usa e getta” ed il fatto che gli scambi avvengano spesso vicino a fermate metro
e tra persone vicine tra loro,per utilizzare la macchina il meno possibile, visto il risparmio,
sia delle spese di acquisto del ricevente, che di smaltimento dell’offerente.
Viola d’Ettore
Territorio zero/Il risparmio energetico al liceo
14 gennaio 2013
Un’esperienza senz’altro positiva ed educativa sul risparmio energetico l’ho avuta durante
l’ultimo anno di liceo classico. La scuola che frequentavo, il Dante Alighieri, propose ad
inizio anno, ad ogni classe, di fare un piccolo esperimento della durata dell’intero anno
scolastico. L’esperimento consisteva nel tenere le luci dell’aula completamente spente
quando era sufficiente l’illuminazione esterna prodotta dal sole. L’esperimento nacque
dopo che il preside notò che il consumo di energia elettrica andava crescendo anno dopo
anno, e dopo aver sensibilizzato noi studenti ad impegnarci a non “sprecare” energia
elettrica, decise di attuare questo nuovo piano. Alla fine dell’anno scolastico dopo che, chi
più chi meno, ogni docente e studente si era impegnato in quest’esperienza, il preside
notò con entusiasmo che i consumi di energia elettrica si erano abbassati del 30%, e che
la scuola aveva risparmiato una bella cifra in denaro che il preside stesso decise di
reinvestire in attrezzi per la palestra e materiale per l’aula di informatica.
Marco Bonfiglio
Territorio Zero/Il film: The day after tomorrow
14 gennaio 2013
“The day after tomorrow” è uno tra i film più conosciuti a mostrare ciò che potrebbe
accadere se si verificassero significativi mutamenti climatici causati dall’uomo. Il regista
Roland Emmerich ipotizza una nuova era glaciale che minaccia seriamente l’estinzione del
genere umano. La cosa più incredibile che fa nel realizzare questo suo film, per la
sensibilizzazione verso l’ambiente, è pagare di propria tasca ben 200.000 dollari per
rendere la produzione “ecologica”. Le emissioni inquinanti o di anidride carbonica generate
dalla troupe sono state “annullate” piantando alberi e producendo energia da
fonti alternative. Non attendiamo passivamente che qualcosa cambi, siamo consapevoli,
agiamo ora!
Federica Gatta
Territorio Zero/Il film: L’undicesima ora
11 gennaio 2013
“Se l’umanità è la causa del problema, noi possiamo essere il fondamento della
soluzione”. Questa la citazione che rende il messaggio de “L’undicesima ora” di Conners e
Petersen, prodotto e narrato da Di Caprio. Il documentario, immagini crude e interventi di
personaggi noti,mira alla presa di coscienza di ciò che succede sulla Terra e sul futuro
catastrofico che si prospetta. La soluzione c’è: cambiare il modo di vivere, abbracciando lo
sviluppo ecosostenibile; anche la tecnologia necessaria è già a nostra disposizione, ma è
vana senza l’impegno personale di ogni singolo essere umano.
https://www.youtube.com/watch?v=aWQDv1dRGeU&NR=1&feature=endscreen
Nina Onori
Territorio zero/Detergenti più sostenibili
10 gennaio 2013
Di cosa è fatto un detergente vetri? Di una bottiglia di plastica, di uno spruzzino e di una
parte concentrata. Pagare l’acqua è una delle cose più inutili del mondo, qualcosa in cui
non c’è logica, perciò questo ingegnere ha deciso di non farci comprare qualcosa che tutti
noi abbiamo in casa, mettendo solo la parte concentrata in un film di plastica che la
racchiude, la protegge ma che è totalmente idrosolubile. La spesa diventa più leggera.
Permette di risparmiare l’80 % di materie plastiche pari a un grattacielo di 100 piani.
Riduce i volumi dei rifiuti e i km percorsi per i trasporti del 57% pari a 46 volte il giro del
mondo. Meno 67 % di emissioni CO2 pari a due volte e mezzo il peso della torre Eiffel.
Ottima idea.
Carolina Pezzotti
L’sms green di Carolina
9 gennaio 2013
“Sono solo una ragazza però so che il problema ci riguarda tutti, e che dovremmo, come
un solo mondo, andare verso un solo obiettivo. Malgrado la mia rabbia, non sono cieca e
malgrado la paura, non ho paura di cambiare il mondo come credo” Severn Cullis-Suzuki
di Carolina Pezzotti
Territorio Zero/”Ferimenti di terra” al Pigneto
8 gennaio 2013
“Ferimenti di terra” è un’ idea! Un’idea di cui vado fiera che condivido con un gruppo ampio
di persone e che mi piacerebbe rendere pubblica. L’idea è quella di partire dai nostri
bisogni, di chi vive, per scelta o per forza, la dimensione urbana, in particolare nella città di
Roma, e sente la necessità e la volontà di crearsi spazi (e relazioni) più naturali. Vivere
esperienze, in rete con altre persone, a diretto contatto con la terra e riscoprire e
valorizzare il significato di tutto ciò. Dare quindi vita ad un agire che non sia chiudersi in
situazioni di isolamento rurale, ma anzi creare legami per sviluppare insieme pratiche
creative di rete e di gruppo per rimetterci in gioco, partendo da un contatto fisico e diretto
con la terra e soprattutto con la nostra città. Spesso si vorrebbe andare a vivere in un
contesto di campagna ma non si ha la possibilità. Spesso invece non si ha il coraggio di
abbandonare la città, perché è da lì che noi veniamo. Ed è naturale che si tratta di un
processo lento. E questo processo va supportato, non ostacolato. Mettendoci in rete, va
quindi sollecitato chi, anche nelle nostre città, inizia a sviluppare questo interesse. Perché
questa presa di coscienza può contribuire a risvegliare tutti noi, cittadini impigriti e
anestetizzati. E può diventare una chiave per arrivare a vivere meglio proprio nella nostra
città ed in salute. L’obiettivo vuole essere quello di creare quindi nel nostro piccolo, a
partire dall’incontro con altre persone, azioni che facciano toccare prima di tutto a noi
stessi e poi agli altri che la nostra città, anche con poco, può essere diversa, può
cambiare. Partendo anche da quel soffio di vento nuovo oggi nell’aria, tentare di non
cadere nell’immobilità, contribuire a creare azione e movimento e a farci riavere fiducia
nella possibilità di esserci, di organizzarci per fare e per farci sentire.
Alcuni obiettivi da raggiungere:
- Creazione di strisce di orti sociali, in aree verdi della città (giardini pubblici, parchi..), con
il coinvolgimento anche degli abitanti del luogo, a cui poi si può affidare la cura degli orti e
la
possibilità
di
raccoglierne
i
prodotti.
- Lavori di gruppo per supportare l’idea di chi può e vuole provare a coltivare ortaggi nel
proprio giardino o terrazzo ma magari non sa come e cosa fare.
- Facilitare la creazione di orti di condominio (negli spazi condominiali spesso inutilizzati,
come l’atrio o il terrazzo condominiale, anche solo con piccoli o grandi vasi), trovando
insieme le modalità di presentazione ai condomini che poi possono continuare a curare
l’orto
e
organizzarsi
per
raccogliere
le
verdure
- Condivisione e scambio di conoscenze tra la rete, e tentativi di sperimentazione di
gruppo di pratiche e metodi agricoli (dall’agricoltura organica alla biodinamica alla
permacultura). Questa idea sta prendendo oggi piede, nel mio quartiere (il Pigneto, a
Roma) è nato il primo orto sociale. Siete tutti invitati a farne parte!
Rossana Mesisca
Sms green/Troppo caldo a gennaio…che si fa?
7 gennaio 2013
4 Gennaio 2013. Roma, 20 gradi. Possiamo ancora restare a guardare?
Valentina Rosati
Il tweet green di Giorgio Bombace
21 dicembre 2012
Doccia. Si risparmiano 10 litri d’acqua chiudendo il rubinetto mentre ci si insapona. Con
una doccia al giorno, 300 litri in un mese. Forse ne vale la pena…
Il tweet green di Marta Formosa
17 dicembre 2012
Dovremmo pensare alla Terra come ad un tamburo: noi, per seguirne il ritmo, dobbiamo
fare attenzione ai nostri passi.
Festival Green
14 dicembre 2012
Per Territorio Zero riporto un’esperienza avuta nel mio paese. Da qualche anno a questa
parte nel mio paese si svolge un festival estivo, Etruria Eco Festival, il quale sta crescendo
anno per anno di popolarità, la cosa positiva di tutto ciò, oltre la bella musica, sta nel fatto
che all’interno di questi 10 giorni di festival si susseguono esperienze ecologiche, tra le
quali c’è quella di piantare arbusti che vadano a pareggiare la quantità di anidride
carbonica emessa nell’arco di questi 10 giorni.
Luigi Olivieri
Ecosalento
13 dicembre 2012
Nasce a Lecce il primo edificio eco sostenibile costruito nel Salento. La struttura, di due
appartamenti per piano, racchiude al pian terreno piccoli giardini ipogei mentre i piani
superiori sono collegati da lunghi ballatoi: in conformità alla L.Reg. 13/2008 supera il livello
3 di sostenibilità regolamentato dal Protocollo ITACA. Esso rappresenta non solo un
modello architettonico da imitare e seguire ma anche un esempio di “architettura a
territorio zero”, cittadini che costruiscono per la propria città.
Davide de Pascalis
Il fetore da smog
12 dicembre 2012
Ciò che voglio brevemente raccontare per Territorio Zero, è un fatto con cui ho a che fare
quotidianamente; si tratta precisamente di una percezione olfattiva, ovvero, dell’odore
ripugnante, fastidioso e nauseante dello smog per le vie cittadine. E’ un fetore che, ormai
impressionante per l’impronta che da all’aria cittadina, sono costretto a respirare in sella al
mio scooter ogni mattina. Non sono sicuramente l’esempio del perfetto cittadino “Territorio
Zero”, ma dopo essermi reso conto della qualità preoccupante dell’aria che respiriamo
costantemente, 24 ore al giorno, mi chiedo se valga la pena muoversi pigramente sempre
motorizzati, a discapito di una camminata in una città che resta tra le più belle al mondo.
Giorgio Bombace
Riflettiamoci su!
11 dicembre 2012
Il mio cane è intollerante alla carne di maiale, manzo e pollo! Ma forse sarebbe meglio
precisare dicendo che è intollerante ai residui pericolosi nelle carni provenienti da
allevamenti intensivi. Prima gli davo da mangiare della carne, presa dal banco frigo del
supermercato, e del riso soffiato pensando fosse più salutare dei croccantini. Col tempo il
mio cane ha mostrato dei sintomi di intolleranza alimentare e il veterinario mi disse che il
problema era il tipo di carne che usavo. Qui sorge una domanda che fa riflettere: le carni
del banco frigo, che tutti noi mangiamo, minacciano la salute dei cani… e la nostra? Il mio
cane ora mangia carni come quella di cervo, coniglio, anatra e pesce che provengono da
animali allevati senza l’impiego di alimenti industriali, antibiotici e ormoni sotto forma di
croccantini… e noi? La risposta che va alla radice del problema è evitare ogni tipo di
prodotto proveniente da allevamenti intensivi. Bisogna rivoluzionare i nostri stili di vita: la
questione non è solo etica, ma anche di salute.
Lara Ughetto
Il tweet green di Marco Gazzella
10 dicembre 2012
”La natura ci ha dato la vita, noi gliela togliamo”: Finché non proteggeremo la natura non
riusciremo a proteggere noi stessi.
Mondo green in tv
7 dicembre 2012
Grandi Idee Per Un Piccolo Pianeta è un interessante programma TV che, citando
letteralmente il sito dell’emittente che lo trasmette “si propone di sviluppare una sensibilità
più attenta all’ambiente e al delicato equilibrio planetario, suggerendo azioni grandi e
piccole da intraprendere nei più diversi ambiti della realtà quotidiana”ed, incredibilmente, è
vero. Spesso alcune tematiche così delicate rischiano di essere trattate in modo indiretto
ed impersonale,con conseguente distacco e disinteresse da parte di molti. In questo
caso,invece,tali (e molti altri) punti vengono toccati coinvolgendo il telespettatore
direttamente,suggerendogli idee adottabili e metodi volti al raggiungimento di un
obiettivo,lo”Zero”: impatto zero, Km zero, rifiuti zero. La puntata in cui mi sono imbattuta
era dedicata a tre diversi temi: l’apertura a Dallas del primo “energy efficency store”,ovvero
un negozio che vende gadget e soluzioni “eco-friendly”, utili al risparmio di energia ed
acqua. Ma non è tutto: la Halton Global Services offre anche un servizio a domicilio
durante il quale dei tecnici controllano, tramite interessanti procedure, le eventuali
dispersioni energetiche che interessano le abitazioni,offrendo valide soluzioni per
abbattere costi e sprechi. Si è parlato poi delle ormai famose mattonelle che producono
energia tramite calpestio, sfruttando materiali piezoelettrici che producono tensione
elettrica quando subiscono una forza. La parte più particolare a mio parere è stata quella
riguardante un team dell’università del Delaware,con a capo l’ingegner Richard P.
Wool,che ha messo a punto una plastica alternativa prodotta utilizzando olio di soia ed
una fibra estratta dalle piume dei polli, il tutto unendo il concetto di impatto zero quello di
km zero: questa “plastica naturale” andrà a sostituire quella odierna derivata dalla
distillazione del petrolio ed in più la soia e le piume del pollame utilizzati sono prodotti
proprio nel Delaware unendo così due diversi “zero” per un risultato ancor più amico del
pianeta(e nostro). Il tutto mi ha spinta a guardare anche altre puntate del format:segnalo in
particolare quelle riguardanti gli animali,essendo un argomento a me caro,ma in quanto ad
argomenti si spazia molto e non ci si annoia mai!
Alessia Marchetti
Il tweet green di Luca Frezzini
6 dicembre 2012
Oltre l’orizzonte è nascosto il segreto per un nuovo inizio. (Waterworld Tagline)
Mare, sole vento…Energia in Sicilia… Energia in Sicilia?
6 dicembre 2012
Riflettere su un’esperienza personale nel campo di “territoriozero” non può che farmi
pensare all’attuale situazione della mia regione, la Sicilia. Dati sulla condizione climatica
italiana affermano che in Sicilia, i valori di irraggiamento annuo si aggirano intorno ai
2038,1 Kwh/mq secondo la UNI 10349, contro i 1304,6 Kwh/mq della Lombardia. Il sole
comunque non è l’unico riferimento interessante, non si dimentichi che la Sicilia è un isola
in cui la velocità del vento raggiunge picchi molto alti, per non parlare poi delle energie che
si potrebbero ricavare dalle correnti marine del mar Mediterraneo. Il problema principale è
che ancora non è stato capito o meglio ancora non esiste il concetto di diffusione delle
energie rinnovabili; anzi in alcune zone, questo ha dato nascita ad una speculazione che
non garantisce energia pulita, ridotta a minime percentuali, ma esclusivamente un
abbruttimento ed uno sfruttamento del territorio, come nel caso di piccole concentrazioni di
pale eoliche. Se le fonti naturali di questa regione venissero a pieno sfruttate, ma se
soprattutto la classe dirigente promuovesse un’adeguata politica delle rinnovabili, e non
soltanto un piccolo e concentrato utilizzo di queste in poche e circoscritte zone, la Sicilia
potrebbe dare un grande aiuto alla nazione, non soltanto da un punto di vista di salubrità e
sostenibilità, e quindi ciò che riguarda il concetto di territoriozero, ma anche per quanto
riguarda l’abbattimento dei costi delle energie non rinnovabili.
Lara Palmeri
Conferenze sostenibili
5 dicembre 2012
Sto partecipando ad una serie di conferenze all’università di Tor Vergata, sotto il nome di
FASE _ Forum di Architettura Sostenibile ed Ecosostenibile. Queste sono basate
sull’incontro con tre studi di Architettura (ArCò, 2A+P/A, FARE studio) diretti verso progetti
sostenibili, ma non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche ECONOMICO e
SOCIALE. Si tratta di progetti che prendono in considerazione i materiali locali (molto
spesso terra, paglia, pneumatici, bamboo, etc…) dei paesi ospitanti, quali Afghanistan e
Palestina.
Camille Innamorati
Newsweek: Tra crisi e sostenibilità
5 dicembre 2012
La rivista americana Newsweek annuncia ufficialmente che dal 1 gennaio 2013 sarà
esclusivamente on-line , questa, se da una parte può essere letta come un’attenzione
all’ambiente, eliminando completamente le copie cartacee, pubblicando esclusivamente in
digitale, dall’altra, la ragione della scelta è causata dalla crisi economica che ha costretto
Newsweek a adottare una nuova politica gestionale, che mira alla riduzione delle spese e
del personale.
Riccardo Bulzoni
Rassegna green/di Francesca Fiormonte
4 dicembre 2012
Petrolio, raccolti 300 milioni per non trivellare un parco naturale in Ecuador
Destinare fondi alla conservazione della natura invece che al petrolio? Per l’Ecuador è la
scelta migliore. Mentre il resto del mondo fa a gara per accaparrarsi le ultime riserve di
greggio, infatti, la repubblica sudamericana non le vuole più toccare. Soprattutto se queste
si trovano in aree protette. Come il Parco Yasuní, la zona più ricca di biodiversità
dell’intero pianeta. Ora, dopo 5 anni di attesa, il sogno ambientalista ecuadoriano sta per
diventare realtà. In un solo anno, infatti, sono stati raccolti 300 milioni di dollari. Una cifra
limitata, pari a meno del 10% di quella richiesta all’Onu dal presidente Rafael Correa per
compensare i mancati introiti petroliferi. Ma che basta al Programma delle Nazioni Unite
per lo Sviluppo (Undp) per iniziare il suo lavoro: finanziare energie verdi, riforestazione e
progetti per le comunità locali, in alternativa alle trivellazioni. Sconvolto dagli effetti
dell’industria petrolifera, che in quattro decenni ha portato a livelli eccessivi di
inquinamento e degrado sociale, il Paese del Buen Vivir è deciso a cambiare rotta. Come?
Tutelando in particolare la Ishpingo-Tambococha-Tiputini (ITT), una delle aree
naturalistiche più importanti del pianeta. Situata all’interno del Parque Nacional Yasuní, la
ITT è un paradiso per insetti, uccelli, mammiferi e anfibi, che in un solo ettaro ospita fino a
655 specie di alberi, lo stesso numero di quelle in Usa e Canada messi insieme. Un
gioiello di biodiversità, sotto cui però si nasconde un altro tesoro: 850 milioni di barili di oro
nero, il 20% delle riserve nazionali. Per non toccarli, lo Stato sudamericano ha dovuto
pensare a come compensare le mancate entrate. Da qui l’idea di chiedere il contributo
della comunità internazionale: 3 miliardi e 600 milioni di dollari, da raccogliere nell’arco di
13 anni. Una somma pari alla metà delle entrate a cui l’Ecuador rinuncerà per il mancato
sfruttamento del sottosuolo della ITT, che nel 2007 lo stesso Correa chiese all’Assemblea
generale delle Nazioni Unite, in nome dell’interesse globale. Sì, perché lasciando intatta la
riserva, l’Ecuador potrà evitare l’emissione di 407 milioni di tonnellate di CO2, quasi quelle
di tutta Italia in un anno. Un’impresa ritenuta da alcuni impossibile, da altri eccessivamente
idealistica, ma che grazie ai fondi raccolti finora può finalmente partire. A supportarla,
secondo i dati dell’Undp, sono stati soprattutto singoli individui, inclusi musicisti e attori
(come Edward Norton e Leonardo Di Caprio), fondazioni ed enti locali. Un aiuto, a
sorpresa, è arrivato anche da compagnie aeree e multinazionali come la Coca Cola. Dai
governi, sono giunti contributi da Paesi come Georgia, Cile, Colombia e Turchia. Dalle
nazioni più ricche, invece, praticamente nulla, nonostante le promesse. Unica eccezione:
la Germania, che donando 50 milioni di dollari ha di fatto permesso l’avvio del progetto.
Improvvisa magnanimità di Berlino? Non proprio. A smuovere le istituzioni federali sono
state le pressioni dei cittadini tedeschi, mobilitatisi a migliaia per la causa ecuadoriana.
“Ciò che ha convinto governi come quello tedesco è stata la gente”, conferma Ivonne Baki,
capo del comitato di negoziazione di Yasunì-ITT: “In Germania oltre 100mila persone
hanno firmato la nostra petizione in una sola settimana”. “L’Ecuador non vuole dipendere
dal petrolio”, afferma Baki: “I Paesi ricchi di petrolio sono maledetti, e dipendono da esso
così tanto da non sviluppare nient’altro”. “Il petrolio foraggia la corruzione e fa pagare il
prezzo di tutto ai più poveri – aggiunge – portando benefici solamente alle elite”. Un rischio
che, in realtà, si corre anche con i progetti legati alle rinnovabili. Per questo i soldi delle
donazioni per l’iniziativa Yasunì-ITT, non essendo donati direttamente al governo
ecuadoriano, sono tenuti in fondi fiduciari e gestiti dall’Undp. Che, insieme a un consiglio
composto da popolazioni indigene, comunità locali e accademici, deciderà a quali progetti
ambientali e sociali destinarli. Un modello virtuoso che, alla faccia delle inconcludenti
negoziazioni sul clima in corso a Doha, sta contagiando altre nazioni. Come Guatemala,
Madagascar e Nigeria, seriamente interessate a seguire le orme dell’Ecuador. Del resto, il
fatto che “quello che c’è sulla terra vale molto più di quello che si trova nel sottosuolo”,
come ricorda Ivonne Baki riguardo a Yasunì, può valere per molti altri luoghi del pianeta.
Italia inclusa.
Andrea Bertaglio - Il Fatto Quotidiano
Territorio Zero/Benvenuti nella biovalle
4 dicembre 2012
Nella regione Rodano-Alpi, in Francia, esiste un’intera valle ecosostenibile: la Biovallée, il
primo laboratorio a grandezza naturale basato sui principi dello sviluppo sostenibile. Gli
obiettivi sono chiari: assicurare l’autonomia energetica del territorio; ridurre a un quarto i
consumi energetici di ogni abitante; avere il 100% dei rifiuti organici trattati attraverso
compost. Una forte solidarietà e collaborazione, tra la popolazione e gli organi governativi,
sono la chiave del successo di questo progetto esemplare.
Ilektra Mancini
Territorio Zero/Il Film: Waterworld
3 dicembre 2012
Film di fantascienza del 1995. Viene mostrato l’apocalittico futuro della Terra, ormai
sommersa dalle acque. Questo è dovuto allo scioglimento delle calotte polari a causa delle
attività antropiche. L’opera tratta anche la tematica della guerra al petrolio, citando nella
scenografia la petroliera Exxon Valdez, famosa per l’incidente del 1989. Siamo in un
universo in cui le necessità e le priorità non sono quelle del mondo attuale. La terra, gli
ortaggi, l’acqua potabile, l’energia, sono ormai diventati un bene rarissimo se non
introvabile. In tutto questo soltanto la catena montuosa dell’Himalaya rappresenta l’ultimo
lembo di terra non sommerso dal rinato Panthalassa, Dryland, l’ultimo porto di salvezza
per una nuova umanità, ormai regredita allo stato preistorico.
Luca Frezzini
Rifiuti zero/Cose che cambiano
30 novembre 2012
Dal primo dicembre nel paese dove abito ( Bracciano) inizierà la vera raccolta
differenziata, dico vera perchè sarà controllata e non saranno più presenti i cassonetti dei
rifiuti sul territorio. Passeranno a ritirare l’immondizia proprio sotto casa (raccolta porta a
porta) con degli appositi cassonetti personali. Finalmente non si vedranno più quegli
scempi per strada dove carta, umido, plastica e qualsivoglia oggetto o materiale sia
mischiato a rendere incomprensibile di cosa si tratti. Era ora! Facendo una piccola ricerca
sul web non è l’unico paese ad aver aderito a questa iniziativa. Qualcosa sta cambiando?
speriamo di sì.
Marco Gazzella
Un’esperienza da Territorio Zero
30 novembre 2012
Territorio zero per me è stata l’esperienza di un viaggio: 600Km in dieci giorni, percorsi in
bicicletta lungo le strade di campagna delle colline toscane tra terre coltivate e casolari,
dormendo in tenda e visitando alcuni dei borghi antichi più belli d’Italia. Scoprire le
possibilità di un modello nuovo di mobilità e di turismo, che cerchi di prescindere tanto dal
ciclo industriale di trasformazione e consumo delle materie prime quanto dall’utilizzo dei
combustibili fossili; per me, è stato anche la conferma che esplorare le possibilità di
ciascuno di noi può consentirci di raggiungere risultati che sembrano inarrivabili, di
produrre quel cambiamento che tanto ci vorrebbero precludere.
Marco Prosperi
Territorio Zero/Il Film: Wall-E
27 novembre 2012
E’ un film per i più piccoli, ma commuove anche i grandi: è la storia fantastica di un piccolo
robot, solo in un pianeta Terra completamente deserto. Non è solo una fantasia, ma è la
paura di quello che può diventare il mondo senza un intervento collettivo sulla
salvaguardia della Natura. Il film ci insegna che il rispetto per l’ambiente non consiste
unicamente nelle singole opere che possono venire dalle autorità, ma è una cultura che
deve essere presente in ogni nostro gesto, anche nella quotidianità.
Marta Formosa
Territorio Zero/Il film: Cinque minuti di recupero
26 novembre 2012
Quando penso ad un’architettura sostenibile vedo un’infinità di accorgimenti tecnici per le
nuove costruzioni: in generale non viene immediatamente spontaneo pensare al riutilizzo
di edifici già esistenti. Quando ti dicono che ogni giorno il consumo di suolo in Italia è pari
alla superficie di 150 campi di calcio (o forse è più di impatto dire che ogni anno è come se
si costruissero 3 nuove città della dimensione di Milano) non ci credi perché pensi che in
qualche modo lo avresti saputo,te ne saresti accorto. Sicuramente. Forse. Ma perché c’è
sempre bisogno che qualcun altro ci dica come stanno le cose? Youtube : 2A+P/A, Angelo
Grasso, TSPOON – 5 minuti di recupero (2012).
Chiara de Santis
Territorio Zero/Il Film: Una scomoda verità
23 novembre 2012
Una mia esperienza di green economy è stata la visione del film “Una scomoda verità” di
Davis Guggenheim. La condizione del pianeta e i rischi che corre a causa dei gas serra è
la scomoda verità che Al Gore si è impegnato a diffondere di persona. Conscio di andare
incontro allo scetticismo delle persone ma forte delle sue ricerche nel campo e di vent’anni
di esperienza, Gore espone una serie di dati scientifici inattaccabili, tabulati, previsioni sul
nostro prossimo futuro e risposte alla domanda su come affrontare il riscaldamento
globale del pianeta. Il ritratto è sconfortante e per questo “scomodo”; scomodo per i
governi, che al momento fanno finta di non sentire/vedere/sapere e scomodo per le
persone che pensano non ci siano limiti allo sviluppo.
Valentina Petricca
Reduce, Reuse, Recycle…
22 novembre 2012
“The 3 R’s” è un testo di Jack Johnson, che tutti conoscerete poichè utilizzato come
colonna sonora per lo spot pubblicitario della compagnia telefonica “3″, ma che ho
ascoltato interamente, per la prima volta, qualche giorno fa, e che penso possa essere
coerente col concetto di consumi zero…
Three it’s a magic number
Yes it is, it’s a magic number
Because two times three is six
And three times six is eighteen
And the eighteenth letter in the alphabet is R
We’ve got three R’s we’re going to talk about today
We’ve got to learn to
Reduce, Reuse, Recycle
Reduce, Reuse, Recycle
Reduce, Reuse, Recycle
Reduce, Reuse, Recycle
If you’re going to the market to buy some juice
You’ve got to bring your own bags and you learn to reduce your waste
And if your brother or your sister’s got some cool clothes
You could try them on before you buy some more of those
Reuse, we’ve got to learn to reuse
And if the first two R’s don’t work out
And if you’ve got to make some trash
Don’t throw it out
Recycle, we’ve got to learn to recycle,
We’ve got to learn to
Reduce, Reuse, Recycle
Reduce, Reuse, Recycle
Reduce, Reuse, Recycle
Reduce, Reuse, Recycle…
Lara Palmeri
Il tweet green di Chiara de Santis
21 novembre 2012
Oggi esco. Ho finito la benzina (ma che è arrivata a 1.998?). Sai che ti dico? Oggi prendo
la bici (e la prendo anche domani). Mi accorgo che Roma in bicicletta è diversa, è più
bella.
Tonnellate di rifiuti in mare: ecco le soluzioni
20 novembre 2012
Ogni anno circa il 10% delle 260 milioni di tonnellate di plastica prodotte finisce in mare. In
maggior parte sotto forma di: bottiglie, mozziconi di sigarette, accendini, sacchetti di
plastica.Un accendino impiega a decomporsi da 100 a 1.000 anni, una bottiglia di plastica
più di 1.000.
Soluzione? semplice:
1) Smettere di fumare e incominciare a immettere salute nel nostro organismo.
2) Dimenticare le bottiglie di plastica, utilizzando bottiglie di vetro. Una bottiglia di plastica
viene gettata dopo un giorno di uso, una settimana al massimo. La bottiglia di vetro ha una
durata anni. In questo modo si riducono le eventuali energie per riciclare il materiale.
Inoltre durante il ciclo di vita del vetro non vengono prodotti agenti inquinanti, a differenza
della plastica, derivante del petrolio.
Fonte http://oggiscienza.wordpress.com/2012/08/13/un-mare-di-plastica/
Continuiamo: sapete dove vanno a finire gran parte degli pneumatici delle macchine?
http://www.curiosone.tv/usa-milioni-di-pneumatici-a-spasso-per-i-fondali-delloceano27940/
Soluzioni? anche qui semplici
1) La prima soluzione ce la diede Henry Ford negli anni 30 del ‘900, con la produzione
della Ford T, INTERAMENTE DI CANAPA, comprese le ruote. Fonte:
http://www.youtube.com/watch?v=tUvnT4Dl0OA
2) Abbandonare la macchina. Tornare alla cultura del cavallo, il mezzo di trasporto più
ecologico del mondo… Lo si può usare assieme ai mezzi pubblici.
Tutto è possibile.
Territorio Zero/La storia delle cose
19 novembre 2012
Qualche anno fa un link innescò un cambiamento nel mio modo di vedere il mondo. “La
storia delle cose”, più video correlati che con la stessa modalità comunicativa semplice ed
efficace trattano la realtà di diversi settoriproduttivi (cosmetici, elettronica, acqua in
bottiglia…). [ricerca: “Annie Leonard ita” su youtube.com]. In quest’altro caso
l’informazione mi è arrivata casualmente, l’illuminazione una mattina qualunque. Tra i due
momenti l’elaborazione è avvenuta in una parte totalmente inconscia della mente; prima di
quella mattina ritenevo la rinuncia alla carne un’assurdità improponibile.
[viverevegan.org sezioni “Perché vegan?” e “Gli argomenti indiretti”] Essere coscienti delle
proprie scelte, ma anche delle proprie non-scelte. E proprio perché “la vita è una”.
Giulia Ratti
Territorio Zero/Il Film: Terra Madre
19 novembre 2012 |
Autore: admin |
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Un film documentario di Ermanno Olmi sull’incontro mondiale tra le comunità del cibo
svoltosi a Torino nell’anno 2006. Il popolo di Terra Madre marcia contro le degenerazioni
messe in atto dalle multinazionali del cibo. Una moltitudine di volti diversi ma affini per
nobile semplicità, convinti che si possa consumare diversamente e convivere in pace con
la nostra madre Terra. Un giro attorno al mondo alla ricerca di quel che resta della
biodiversità, nell’agricoltura e negli allevamenti, \dalla Cordigliera delle Ande fino
all’India. In poche parole, rispetto dell’ambiente e dignità del cibo, per un futuro di pace e
di armonia con la natura. Questo film racchiude in sé il progetto di una vita capace di
rispettare l’unico mondo che abbiamo. Prima che sia troppo tardi.
Giulia Papa
Territorio zero/Filastrocca sostenibile
17 novembre 2012
Riciclate a profusione, dall’organico al cartone!
Voglio un’energia pulita, che ci salverà la vita…
Architetti, cittadini, padri, madri, bei bambini
Impegnatevi suvvia: la Terra non è solo mia!
Fabrizia Franco
Territorio Zero/Da erbacce a erbe commestibili
16 novembre 2012
Ho imparato pian piano ad apprezzare la natura, i suoi ritmi ed il suo
linguaggio. Seguendo mio nonno in campagna, ora distinguo le verdure spontanee
commestibili dalle erbacce. Riconosco le fasi lunari e come influenzano la buona riuscita
della semina, del raccolto, degli innesti, della potatura delle piante e dell’imbottigliamento
del vino. La natura è un libro aperto davanti ai nostri occhi, che ci parla con un linguaggio
che dobbiamo imparare ad interpretare, rispettare e preservare.
Gilberto de Giusti
Territorio Zero/Ricordi ciociari da Km0
15 novembre 2012
Sono qui per raccontare alcuni fatti che rientrano di diritto nell’universo di territorio zero e
fare una piccola riflessione. Mi presento brevemente, sono uno studente al terzo anno di
Architettura U.E e vivo a Roma, lontano poco più di 100 Km dal paese che mi ha visto
nascere. Ed è proprio di quel piccolo paese, e di quella piccola regione, storicamente nota
come “Ciociaria” della quale volevo parlare. Vi riporto l’esempio della mia famiglia per
riuscire nel mio intento, poiché la realtà qui è piuttosto omogenea da un nucleo familiare
all’altro. Ed ecco che ad Alatri una madre di due figli, moglie di un dipendente statale, e
casalinga, passa un’ora al giorno ad accudire l’orto della modesta casa di campagna.
Poco dopo va a trovare l’amica vicina di casa che prepara ancora il pane nel forno a
legna, parte della tradizione locale, per comprarne una pagnotta, e percorre una manciata
di chilometri per andare al caseificio del paese a prendere il latte e delle mozzarelle.
Quella sera a cena in tavola c’era una squisita insalata, condita con sale e olio, olio che
nelle prime settimane di dicembre dell’anno passato, fu il frutto di una faticosa ma
soddisfacente raccolta nel piccolo uliveto che apparteneva alla famiglia da qualche
generazione. Ma non c’era solo insalata, c’era il pane, quello buono. C’erano formaggi
(nella zona ci sono due pastori), e una succulenta parmigiana di melanzane (le melanzane
erano state raccolte il giorno prima proprio nell’orto). Adesso potrei continuare estendendo
il discorso a tutta la settimana, ma credo che basti. La mia piccola riflessione a questo
punto è: -Può il recupero di qualche abitudine considerata “antica” e tristemente spesso
motivo di presa in giro, essere invece un piccolo passo per un mondo a territorio zero?
Chissà cosa ne pensa “il ragazzo della via Gluck”, che giusto qualche settimana fa era
cantato in coro da migliaia di persone all’Arena di Verona…
Manuel Felice Alonzi
I micro-racconti Green/Optai per l’elettrico
14 novembre 2012
Circa un anno fa, dopo l’ennesima volta in cui mi trovai costretto a portare la mia vecchia
macchina dal meccanico, spendendo un patrimonio per farla tornare manovrabile, decisi di
dare fondo a tutti i miei risparmi e di comprare una bicicletta elettrica. Esattamente:
consapevole per via di un attento studio eseguito nelle settimane precedenti di tutti i
vantaggi che ne sarebbero derivati, sia per me che per l’ambiente, optai per l’elettrico. Non
sarebbe stato il freddo né la pioggia a fermarmi, e la gioia di potermi muovere senza dover
pagare il pizzo all’Agip avrebbe coadiuvato fortemente le mie gambe nello spingere i
pedali. La mia ragazza mi lasciò dopo due settimane. Se la sostituzione della macchina
con una bici elettrica fosse uno dei motivi della crisi non lo saprò mai, ma non posso
scordare quella volta in cui mi urlò: “Non mi vieni neanche mai a prendere a casa!”. Il suo
ragazzo attuale guida una BMW Z4. Ho imparato la targa a memoria e ogni volta che la
trovo parcheggiata, metto in atto la più grande azione ecologica di sempre, e mi sento un
eroe, un nuovo Al Gore: prendo un coltellino e gli buco le gomme, tutte e quattro.
Tonnellate di rifiuti in mare: le soluzioni
13 novembre 2012
Ogni anno circa il 10% delle 260 milioni di tonnellate di plastica prodotte finisce in mare. In
maggior parte sotto forma di: bottiglie, mozziconi di sigarette, accendini, sacchetti di
plastica.Un accendino impiega a decomporsi da 100 a 1.000 anni, una bottiglia di plastica
più di 1.000.
Soluzione? semplice:
1) Smettere di fumare e incominciare a immettere salute nel nostro organismo.
2) Dimenticare le bottiglie di plastica, utilizzando bottiglie di vetro. Una bottiglia di plastica
viene gettata dopo un giorno di uso, una settimana al massimo. La bottiglia di vetro ha una
durata anni. In questo modo si riducono le eventuali energie per riciclare il materiale.
Inoltre durante il ciclo di vita del vetro non vengono prodotti agenti inquinanti, a differenza
della plastica, derivante del petrolio.
Fonte http://oggiscienza.wordpress.com/2012/08/13/un-mare-di-plastica/
Continuiamo: sapete dove vanno a finire gran parte degli pneumatici delle macchine?
http://www.curiosone.tv/usa-milioni-di-pneumatici-a-spasso-per-i-fondali-delloceano-
27940/
Soluzioni? anche qui semplici
1) La prima soluzione ce la diede Henry Ford negli anni 30 del ‘900, con la produzione
della Ford T, INTERAMENTE DI CANAPA, comprese le ruote. Fonte:
http://www.youtube.com/watch?v=tUvnT4Dl0OA
2) Abbandonare la macchina. Tornare alla cultura del cavallo, il mezzo di trasporto più
ecologico del mondo… Lo si può usare assieme ai mezzi pubblici. Tutto è possibile.
Parole da dizionario “Green”
13 novembre 2012
Green Economy: [gri:n i(:)kcnemi] s.s. 1. economia verde.
2. mostrare, valorizzare, approfondire e stimolare ogni essere umano dotato di istruzione
(capace dunque di fare la differenza su come riuscire a ristabilire un equilibrio tra uomo e
ambiente) attraverso l’uso di essenziali accorgimenti quali: controllo ciclo produzionetrasporto delle materie prime, sviluppo sostenibile, divulgazione delle idee e delle
informazioni, valorizzazione dei prodotti a Km 0, riciclaggio, uso energie rinnovabili,
interazione tra locale e globale, installazione di impianti di cogenerazione, uso di nuovi
modelli di progettazione architettonica, e il risparmio energetico dovuto ad aumento
dell’efficienza energetica.
Valentina Bellocci
Le idee green/Ecopneus per riciclare gli pneumatici
12 novembre 2012
Ecopneus è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il
trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), creata dai principali
produttori di pneumatici operanti in Italia. Tra i principali progetti il polverino di gomma
derivante dalla frantumazione dei PFU che può essere usato quale componente
aggiuntivo dell’asfalto per creare un conglomerato bituminoso dalle elevate prestazioni e
dai numerosi vantaggi.
Emanuele Garofolini
L’Sms di Manuela Ciangola
9 novembre 2012
S appiate:
O ccorre
S aper
T rovare
E nergie
N uove,
I ncentivando
B eni locali,
I mpianti green,
L avoro agricolo,
E conomia alternativa.
Sms-Green
8 novembre 2012
GreenExperience.Sostenitrice del concept bistrot di un caro amico:prodotti verdi/bio/a
km0.Ecofriendly&Healty:well done!
Nina Onori
Domeniche green
7 novembre 2012
Domenica scorsa mi trovavo in un locale gestito da alcuni amici. Dopo un attimo di
riflessione, mi son resa conto che, nonostante il locale fosse chiuso e all’interno eravamo
solo sei persone intime, erano accese più di 20 lampadine. Quasi più di 3 lampadine a
testa. Dopo una lunga discussione sulla green economy, il risparmio energetico e
l’eccessivo consumo incontrollato di energia, sono riuscita a farle spegnere quasi tutte!
Giulia Papa
Territorio Zero/Il film: No Impact man
6 novembre 2012
No impact man è un documentario di una famiglia newyorkese che decide di vivere per un
anno a “impatto zero”. Tutto parte dalle scelte quotidiane: niente immondizia, nessun uso
di auto o aereo e metropolitana, niente uso di televisione o aria condizionata, carta
igienica. La famiglia Beaven rivoluziona interamente lo stile di vita, dal cibo ai trasporti. Le
difficoltà iniziali sono molte. Il protagonista principale pone l’accento sulla politica del
consumo e dello spreco, uno dei punti che dobbiamo cercare di combattere.
www.noimpactdoc.com
Manuela Ciangola
Territorio Zero/Il film: E venne il giorno
5 novembre 2012
La mia esperienza di green economy proviene indirettamente dalla visione di un film,
intitolato “E venne il giorno”. Ad un tratto, al Central Park di New York, le persone presenti
cadono in uno stato confusionale e poco dopo, ad una ad una, si tolgono inspiegabilmente
la vita. Inizialmente si pensa sia colpa di un attacco biochimico terroristico, ma segue ben
presto l’ipotesi secondo la quale una terribile neurotossina sarebbe prodotta dalle piante,
in reazione a qualcosa che le minaccia. La natura che si ribella all’uomo è un forte spunto
di riflessione. Il film non è poi così surreale: ci stiamo effettivamente autolesionando. Non
ce ne accorgiamo ancora, ma finché non miglioreremo il nostro atteggiamento nei
confronti dell’ambiente, esso ne subirà le conseguenze, ed inevitabilmente anche noi.
Lidiana d’Onorio
Territorio zero/La differenziata a Terni
24 ottobre 2012
Nel mio Comune, come altri in Italia, hanno introdotto ormai da diversi anni la raccolta
differenziata a cui è stato aggiunto il servizio “raccolta domiciliare” o “porta a porta” con lo
slogan DIFFERENZIAMOCI, realizzato da ASM Terni S.p.A. Un progetto che prevede, in
una prima fase, il miglioramento e il potenziamento della Raccolta Differenziata nel centro
cittadino per passare poi alle zone periferiche. Riguarda sia le utenze domestiche sia
quelle non domestiche.
Alle presenti iniziative se ne aggiunta una terza esposta qui di seguito:
A. Il cittadino trasporta la sua differenziata al centro rifiuti di Terni
B. questa viene poi pesata in riferimento al materiale
C. ogni materiale ha un valore euro/kg.
D. attraverso il tesserino del servizio sanitario nazionale dell’interessato l’azienda ASM a
fine anno praticherà in bolletta uno SCONTO PARI AL VALORE DEI RIFIUTI
CONSEGNATI
In pratica viene applicato al principio “più inquini più paghi” quello di “più ricicli più risparmi”
Personalmente fino a circa un anno fa non mi sono mai interessato di differenziata, questa
è stata un’ottima iniziativa per incominciare a farlo, non immaginavo quanto materiale
potessi accumulare (siamo tre persone in casa e in quattro mesi abbiamo consegnato
circa 100 kg di differenziata..) con il risultato che ne guadagna l’ambiente, la nostra salute
e..il nostro portafoglio.
Fonti:
http://www.asmterni.it
http://www.comune.terni.it
Contributo di Emanuele
Territorio zero/Il film Pianeta Verde
24 ottobre 2012
Pianeta Verde è un film che racconta di un mondo ideale in cui l’era industriale ci viene
presentata come appartenente alla preistoria. La constatazione dei danni causati da un
mondo industriale ha avvicinato gli abitanti del pianeta al mondo naturale, abbandonando
gerarchie, sfruttamento delle risorse, ecc.
E’ una critica al mondo occidentale, in cui si propone un’alternativa allo stile di vita che sta
devastando il nostro pianeta. E’ possibile vedere il film interamente su
youtube: http://www.youtube.com/watch?v=dDxiITA204s
Il tweet green di Giulia
24 ottobre 2012
E’ un’unica parola che descrive la Green economy. Una sorta di “mappa concettuale” in un
tweet. E’ stato inviato da Giulia Ratti:
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