Traduzione in italiano.

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Traduzione in italiano.
In quanto genitore di una bambina con un cromosoma Y che sta crescendo, mi ritrovo
quotidianamente confusa e allo stesso tempo emozionata nel constatare come i bambini siano capaci
e pronti a ricevere informazioni che io stessa ho per molto tempo temuto e considerato complesse.
Quando mia figlia è nata, l’unica aspetto che avevo realmente compreso e a cui davo maggiore
importanza era il fatto che non sarebbe stata in grado di avere dei figli. Tutto il resto era per lo più
un mistero, i pezzi di un puzzle che non riuscivo ad assemblare. Un endocrinologo? Non avevo la
minima idea che fosse un dottore specializzato in ormoni.
Detto questo, da dove cominciare quando devi dire a tua figlia che non avrà le mestruazioni o che
non potrà avere bambini? E come spiegarle il diverso percorso che il suo corpo ha fatto fino a
renderla una donna, un percorso che l’ha portata ad essere una giovane ragazza con il cromosoma Y
e che ha, al momento, delle gonadi che si sono sviluppate come testicoli?
Ma la cosa più importante, tuttavia, è ciò che accade dopo. In che modo i bambini vengono a patti
con questo tipo di informazioni giorno dopo giorno, mentre a scuola sanno magari che le cose
funzionano diversamente?
Qualche tempo dopo aver detto a nostra figlia di nove anni che non avrebbe avuto il ciclo e che non
avrebbe potuto avere figli naturali, mi disse che un compagno di classe aveva un libro che spiegava
lo sviluppo del corpo durante la pubertà e mi chiese di poterne avere uno. “Certo” dissi. E il giorno
seguente andammo in libreria, dove, sedute sul pavimento (mentre i suoi fratelli correvano
all’impazzata dietro di noi), sfogliammo diversi libri sulla pubertà. Mentre eravamo lì, ci
imbattemmo in alcune immagini che mostravano l’aspetto di una vagina comunemente considerata
tipica e parlammo del modo in cui la sua vagina si fosse sviluppata diversamente da quelle
raffigurate su quei libri.
Qualche giorno dopo venne a trovarmi in cucina con una delle sue migliori amiche. Avevano
sfogliato insieme il libro sulla pubertà e mia figlia, mentre preparavo gli spaghetti alla bolognese,
mi chiese di spiegarle ancora una volta il ciclo mestruale. “Certo” dissi.
Non ebbi alcuna esitazione e le spiegai il differente percorso tra le ragazze con il ciclo mestruale e
quelle che invece non lo avevano. Non appena ebbi finito, ero molto orgogliosa di me stessa.
All’età di dieci anni studiò a scuola la pubertà. Ciò, ovviamente, portò ad altre conversazioni a casa
su come le cose fossero diverse per lei. Durante il colloquio genitori-insegnanti ebbi poi modo di
vedere un test che aveva svolto nel suo libro degli esercizi e in cui aveva dato la risposta “esatta” (le
ragazze hanno il ciclo mestruale non appena raggiungono la pubertà). Fu veramente difficile per
me. Il giorno dopo le chiesi se era stato difficile anche per lei. “Mamma”, disse, “ho fatto solo
quello che mi ha chiesto la maestra”.
Successivamente venne a sapere anche del suo corredo cromosomico e che aveva gonadi che si
erano sviluppate sottoforma di testicoli. E le ricordammo che a scuola e durante le lezioni sulla
pubertà avrebbe imparato molto probabilmente soltanto le nozioni generali, perché è piuttosto
complicato per un insegnante di biologia spiegare tutte le variazioni esistenti nello sviluppo e nella
crescita dell’essere umano.
Ora, crescendo, assimila ed elabora tutte queste informazioni in modi che non mi sarei mai
aspettata.
Ora ha dodici anni e qualche mese fa, dopo aver messo sua sorella e suo fratello a letto, mi disse,
piuttosto divertita: “Mamma, ho appena fatto un compito che ha un po’ dell’ironico”. “Oh”, dissi,
“di cosa si tratta?”. “Devo fare una presentazione sul cibo e il mio argomento riguarda
l’alimentazione sana per le donne in gravidanza”.
Esitai per un paio di secondi e poi disse “Ti rendi conto, mamma?”. Risi e dissi “Sì, amore, ho
capito cosa intendi!”. E nella mezzora successiva lavorammo insieme alla sua presentazione,
parlando dei cibi consigliati e non per le donne in gravidanza. Dodici anni fa non avrei mai
lontanamente pensato di poter avere una conversazione come quella.
Per non parlare della scorsa settimana. Eravamo appena uscite dal parrucchiere (si è fatta lisciare i
capelli per la prima volta!), dirigendoci verso la macchina, mi disse “Mamma, la prossima
settimana abbiamo un compito di biologia”. “Oh”, dissi, “biologia umana o vegetale?”. “Umana.
Geni, cromosomi e robe del genere”, rispose. “E l’insegnante ha spiegato soltanto le cose generali o
ha anche accennato alle variazioni esistenti?”, le chiesi. “Solo le informazioni generali, ci
spiegheranno le differenze e il resto al quarto o quinto anno”, disse.
Abbiamo passato lo scorso fine settimana a rivedere il materiale, a parlare dei cromosomi e mi ha
mostrato con entusiasmo un sito di genetica che hanno consultato a scuola. “Questo sarebbe
interessante per il nuovo sito su cui stai lavorando, no mamma?”, dice. “Decisamente”, le rispondo,
“grazie per avermelo mostrato”.
Oggi riceverà il voto e stamattina mi ha detto una cosa che non aveva mai detto prima: ci tiene a
passare questo compito a pieni voti. Se volessimo parafrasare Humphrey Bogart in Casablanca “Fra
tutti i compiti in tutto il mondo..”
Non pensate che non mi preoccupi. Ma se prima ero impaurita, ora sono emozionata nel vederla
assimilare sempre più informazioni. E mi fa ridere così tanto.
“Mamma, ma quindi tu e papà andrete a vedere 50 Sfumature di Grigio?”. “Chissà…”, rispondo.
Ad ogni modo: ha avuto un 10 in quel compito!