A) Febbraio 2008
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A) Febbraio 2008
Anno I Numero 3 Gennaio – Febbraio 2008 Bimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino” L'editoriale dott. Bruno Ragni Al 12 di marzo saranno 18 i mesi di vita della nostra comunità. È un lasso di tempo troppo breve per poter tracciare bilanci. Tuttavia, sono state numerose le esperienze a carattere “mutativo”che abbiamo potuto annotare a tutti i livelli di competenza. È mutato, infatti, l’approccio terapeutico dei medici e di tutte le altre figure professionali coinvolte nei progetti di cura (psicologhe, infermieri professionali, educatori, OSS). E’ cambiato il rapporto fra la comunità e i familiari dei nostri ospiti spesso e, in molti casi, sono variati i rapporti anche fra l’ospite ed i propri familiari. Ma ciò che è apparso a tutti sorprendente è stato sperimentare “sul campo” il potere trasformativo dello “stare in comunità”. Una trasformazione che, se portata avanti per un periodo di tempo sufficientemente lungo, assume caratteristiche di irreversibilità. L’ospite e la sua famiglia comprendono che ci si può confrontare diversamente con la malattia, che si può vivere con qualità della vita differenti. Da queste nuove forme di consapevolezza e da altre considerazioni tratte da svariati campi di competenza (mediche, psicologiche sociologiche, management sanitario ecc…) si è arrivati a prospettare una modalità di terapia per i disturbi psicotici, che prevede un lungo ed articolato percorso curativo – riabilitativo. Lo definiremo nei dettagli “strada facendo”, nei prossimi numeri del giornalino. Buona lettura a tutti. 1 Visita alla mostra del Carnevale ad Oleggio Il pomeriggio del 31 gennaio, Stefano, Patrizia, Eleonora, Mauro e Federico si sono ritrovati insieme per andare alla Mostra del Carnevale di Oleggio(NO). Dopo aver preso un caffé al bar, ci siamo riuniti in piazza ad Oleggio per visitare la mostra. L’entrata è vicina al bar “I Portici”. Verso le 15:00 entriamo tutti e cinque. La mostra si trova in un palazzo vecchio con anche il cortile e il giardino. Mi sembra che l’entrata sia gratuita. Al primo piano troviamo una signora, addetta a illustrarci tutto sul Carnevale. Fanno bella mostra di sé, soprattutto, maschere e fotografie. Comincia la sua spiegazione. Alcune assomigliano a quelle che sfilano in Piazza San Marco a Venezia. In televisione hanno detto che, le maschere più costose di Venezia, arrivano alla cifra di 2000 euro. Le maschere di Oleggio non sfigurano con quelle della capitale italiana del Carnevale (Venezia). Le gonne sono lunghe e per il volto ci sono perline dorate e argentate (costume femminile). Per i maschi, ci sono gilet neri su camicie bianche, pantaloni alla zuava neri, cravatte a farfalla rossa. Altre maschere, invece, ricordano i vestiti dei Re e dei nobili del XVIII secolo. In queste ultime, la differenza tra re e regina, è meno marcata, perché c’è un grosso sfarzo sia nella maschera maschile che in quella femminile. Per tradizione, il Carnevale di Oleggio è molto antico e sentito dalla gente che vi abita. Risale a 150 anni fa. E’ uno dei più antichi e caratteristici d’Italia. Una tradizione alla quale gli oleggesi non rinunciano. Tante sono le persone che affluiscono a Oleggio per il Carnevale. Il centro storico viene chiuso e la gente, per entrare, paga un biglietto. Le fotografie ritraggono il Carnevale dal 1950 circa, fino ai nostri giorni. Oleggio sembra un piccolo borgo rurale, immerso nella gioia del Carnevale. Le maschere sono originali e belle. I trattori e i furgoncini sono del periodo degli anni ‘50 – ‘60. Non mancano foto recenti, mentre quelle vecchie sono ingiallite. L’impressione che suscita Oleggio è di un piccolo e antico borgo rurale abitato soprattutto da contadini, che vivono un momento di gioia e spensieratezza, in un Carnevale di antica tradizione e molto sentito. Tuttavia le foto sono spesso piccole e ingiallite, per cui, invece di illustrare chiaramente il Carnevale, lo lasciano intendere. Le maschere sono belle ed alcune hanno sfilato anche a Venezia. Certe risalgono al 1700. Sono impreziosite di ricami con materiale costoso, come perle e pietre preziose. La mostra del Carnevale non è stata lunga da visitare e dopo 20 minuti circa usciamo dal palazzo che la ospita. Fuori ci sono molti bambini e ragazzini che giocano con gli spray colorati, corrono e scherzano. Alcuni sono in costume di Carnevale, altri in maschera, altri sono vestiti normalmente. Dopo la visita alla mostra, andiamo al bar 61. Qui vi sostiamo per circa 20 minuti, consumando cioccolata con panna, gelato e caffé. Il Carnevale ha un suo fascino e noi ci siamo divertiti. Alla prossima. 2 La cena dell’ISPAM Il 2 febbraio, alle 17:30, ci siamo riuniti in otto (nove con l’operatrice Gabriella), in Comunità, per andare alla cena di Carnevale organizzata dal ISPAM. I partecipanti erano Damiano, Eleonora, Federico, Giuseppe, Massimiliano, Patrizia e Stefano. Come già detto, alle 17:30 saliamo sul pulmino, con Gabriella guidatrice, per andare in direzione di Momo, dove da lì, Massimiliano farà il navigatore satellitare per raggiungere il paese in questione. Il suo compito non è facile, visto che ormai il sole è tramontato e attorno a noi c’è solo buio. Nonostante questo, Massimiliano si dimostra conoscitore della zona e non sbagliamo strada. Arrivati a destinazione, alle 18:00 circa, parcheggiamo a cento metri dalla casa in cui si farà la cena e facciamo la strada a piedi per raggiungerla ed entrarvi. Dentro la casa, il clima è festoso e goliardico. Ci saranno quaranta persone circa tra Capi ed amministratori dell’ISPAM, cuochi e inservienti, genitori, operatori delle comunità, ospiti della Comunità di Oleggio ed ospiti di un’altra comunità. Per prima cosa ci togliamo i soprabiti; poi cominciamo tutti insieme il gioco della Tombola. In palio ci sono premi interessanti e utili come: ombrelli, zaini, penne stilografiche, agende ecc. Mano a mano che estraggono i numeri si comincia a distribuire premi. La tombola completa viene chiamata quattro volte, per distribuire quattro zaini molto belli. Il mio compagno di tavola, Damiano è il primo a fare l’ambo e riceve un ombrello. Io sono il secondo a fare Tombola e mi porto a casa uno zaino interessante e utile. E’ necessario dire che, essendo la Festa di Carnevale, vengono distribuiti ai partecipanti cappelli e maschere. Tra gli ospiti dell’altra Comunità, c’è una ragazza con un costume da Dama di Corte, tutto rosa. Dopo la Tombola, il signor Marchionni, ci invita ad andare alla chiesa, per vedere il presepe vivente. Percorsi duecento metri circa a piedi, entriamo nella chiesa e rimaniamo stupiti dalla bellezza ed originalità dei presepi. Accanto a questi, c’è una descrizione che specifica: autore, luogo, anno della creazione, ecc. I presepi sono molto affascinanti; alcuni sono contenuti in vecchi televisori; molti sono illuminati da lampadine poste all’interno del presepe (dietro e attorno); alcuni hanno piccoli mulini, ruote, pale azionate dall’acqua; alcuni sono semoventi, con il movimento elettrico o mediante acqua, di varie statuine; alcuni appartengono a periodi contemporanei di Gesù, altri sono ambientati nel Medioevo, altri al periodo rinascimentale, altri ai giorni nostri con i puffi che ruotano in cerchio come fossero in una giostra. In due angoli troviamo la statua di Babbo Natale, che sembra fare gesti osceni e la statua di Maria che sembra fare il saluto romano. Ovviamente è una mia impressione, dato che è difficile che il parroco di questa chiesa volesse suscitare questa idea nei visitatori. Dopo essere tornati nella casa della festa, ci accingiamo a mangiare. Il menù è stampato in varie copie, sparse sulla tavola, ed è il seguente: Antipasto con affettati e insalata russa, cotechino con lenticchie; primo: pasta al forno; secondo: spezzatino con carne, salsicce e polenta; frutta; dolce; spumante e caffé La cena era buona ed alla fine c’è stato un applauso al cuoco. Una cucina casereccia, ma buona e di sostanza; forse un po’ diversa dalla Novell Cousin francese, ma comunque merita un buon voto perché i cibi erano molto appetitosi. Dopo aver mangiato, oltre ai regali della tombola, viene distribuito un regalo a tutti. Si tratta di un orologio-sveglia digitale con varie funzioni. E’ un bel oggetto tecnologico. Per inciso, è simile a quello che ha comperato mio papà e che si trova a casa mia a Comignago. Ho un doppione, ma comunque lo posso utilizzare per la Comunità. Oltre agli orologi-sveglia, vengono regalate alla Comunità delle teglie di cibo avanzato dalla cena (probabilmente carne e pasta). Tutti i regali penso che siano stati offerti dal ISPAM. A tarda ora torniamo in Comunità ad Oleggio. Appena partiti sbagliamo strada, ma poi seguiamo quella giusta. Un chilometro dopo Momo (sulla strada verso Oleggio), comincia una nebbia fittissima. Ho paura che si faccia l’incidente o 3 l’uscita di strada. Forse non ho molta fiducia negli operatori che guidano il pulmino; forse la nebbia è talmente fitta, che ho paura, al di là di chi guida. Comunque riusciamo a tornare in Comunità ad Oleggio, contenti di essere pieni di regali e un po’ preoccupati per essere pieni di cibo (stavolta la dieta non si è fatta). La cena del ISPAM è stata una bella festa. Abbiamo incontrato altre persone, malate e non; abbiamo fatto amicizia con gente che non conoscevamo; ci siamo divertiti. Saluti e alla prossima festa. Maneggio – termini tecnici Sono uscito dal gruppo maneggio perché non mi divertivo. Oltre ad aver paura di salire sui cavalli, per me era troppo difficile e pesante. Inoltre trovavo il percorso del maneggio troppo tecnico, predisposto come un corso con delle vere e proprie lezioni. A Simone invece, il maneggio piace e non sente il peso di affrontare la fatica fisica e mentale di questa attività. Probabilmente è più appassionato ed è più portato di me a questa avventura tra gli equini de ”la Pasqualina”. Essendo appassionato e presente ancora al gruppo maneggio, Simone vi informerà qui di seguito, sui termini tecnici degli equini e dell’equitazione. Scuderia: Capello cioè kap Il Baio ha coda, criniera e corpo marrone ed alla “Pasqualina” ci sono Willy ed Help così. Il sauro ha corpo criniera e coda marrone. Se bionda è definita Palomina come Paola e Fanny alla “Pasqualina”. Il colore Isabella è un misto come Stella. Invece Melvin è Pezzato. Tutti i termini tecnici: La Cavezza serve per portare in giro il cavallo. Per pulire l’equino serve la Striglia, la Spazzola, il Lucido, il Panno. Il Pettine ed il Balsamo servono per la pulizia giornaliera della Criniera e della Coda. Il Picca piedi è un martelletto che pulisce gli zoccoli. Per salire a cavallo: La Guida è composta da Testiera, Morso e Redini. Il panno che si mette sul dorso del cavallo è la Sottosella. Sopra ci va la Sella che può essere Inglese o Americana. Per guidare il cavallo si utilizza il Frontalino, il Capezzino ed il Sottogola. Tutto insieme compongono la Testiera. Le Staffe sono dove si infila dentro il piede. Lo Staffile serve per regolare le Staffe sotto la pancia del cavallo. È una cintura per fissare la sella. La velocità del cavallo si divide in Passo, Trotto e Galoppo Le razze si suddividono in: Italiano come Willy ed Help. Avellinese come Paola e Fanny. Pony come Stella. Cavallo da tiro come Tina. Finiscono qui i termini tecnici che Simone voleva presentare ed illustrare. Ovviamente sono solo una parte dei termini tecnici totali. Per saperne di più vi invitiamo a contattare le signore Giulia e Cinzia della fattoria “La Pasqualina” o a leggere un Manuale sui Cavalli. Sperando di non avervi annoiato, vi porgiamo tanti saluti e alla prossima. 4 La mostra di Picasso – Cubismo e Futurismo Giovedì 7 febbraio, la Comunità di Oleggio programma la gita alla Mostra d’Arte di Picasso. La Mostra è situata a Villa Ponti ad Arona (NO). Ci accompagna l’infermiere Paolo; dopo una mezz’ora di viaggio parcheggiamo il pulmino in un posto con il disco orario, vicino alla Chiesa e al Centro di Salute Mentale di Arona. A piedi raggiungiamo Villa Ponti ed entriamo gratis, probabilmente perché siamo disabili e/o perché siamo una comitiva numerosa (nove persone). La mostra è intitolata a Picasso e al Cubismo. Entrati, ci accorgiamo subito che le opere di Picasso sono cinque o sei e che sono racchiuse in una piccola stanza; mentre gli autori sono svariati (trenta circa) e le opere d‘arte numerose (cento circa). In pratica la mostra è dedicata agli artisti cubisti e futuristi. Perché, quindi, dedicare la mostra a Picasso? A fianco di quasi tutti i quadri, c’è: 1. una targhetta con autore, titolo, anno; 2. una targhetta con vita, morte e miracoli dell’autore; 3. una targhetta con il commento di Picasso. Risposta: proprio per la targhetta con il commento di Picasso ad ogni quadro (punto tre). Il suo contributo alla mostra sono le sue note scritte che spiegano ogni opera d’arte. Leggendo i suoi commenti ci rendiamo conto del significato e dell’importanza del movimento artistico del cubismo e futurismo. Gli artisti sono molti e di varie nazionalità: francesi, italiani, tedeschi, svizzeri ecc. Quasi tutta l’Europa occidentale è rappresentata da almeno un artista. Tra gli esponenti più noti ci sono: Mirò, Picasso, il famoso architetto Le Corbusier. Il periodo del cubismo e futurismo va dal 1880 ai giorni nostri. Lo stesso Picasso nasce in Spagna attorno al 1880 e muore in Francia nel 1973. Il futurismo in Italia ha avuto anche rapporti con il pensiero fascista e viceversa (soprattutto nel ventennio di Mussolini). La filosofia degli artisti cubisti e futuristi consiste nel farsi trascinare dall’ispirazione e dall’inconscio, perdendo un po’ il contatto con la realtà, e lasciando libera l’immaginazione e la fantasia. Le opere, che ne risultano, sono: 1. alcune astratte (soprattutto dipinti); 2. alcune simili a oggetti normali, ma dal significato poco comprensibile (uovo dal colore dorato con una fessura profonda); 3. alcune simili a bassorilievi, fatte con intarsio di legno o altri materiali. Tutto sommato stiamo a Villa Ponti non molto (30 minuti circa). Cerco di leggere almeno metà delle targhette (commento di Picasso), ma francamente, non ricordo molto di quello che ho letto. Probabilmente questo è dovuto al fatto che il linguaggio di Picasso è tecnico, difficile e un po’ astratto. Torniamo al pulmino e Paolo (operatore accompagnatore) ci dice che non ci offrirà la consueta consumazione al bar con i soldi della Comunità, perché Camillo (tesoriere) non gli ha dato soldi prima della partenza da Oleggio. Facciamo quindi la strada del ritorno, da Arona ad Oleggio. Incontriamo traffico a Borgo Ticino per un incidente e quindi impieghiamo 15 minuti in più a tornare. Quando torniamo in Comunità siamo tutti un po’ più arricchiti culturalmente, avendo visitato una Mostra d’Arte così importante. Ci rilassiamo e pensiamo alla prossima gita. Saluti ed a risentirci. 5 Gita al Gruppo – Appartamento di Bolzano Novarese Il giorno 17 febbraio08, alle 15:00, una compagnia di otto persone si riunisce per fare una gita a Bolzano Novarese, al Gruppo – Appartamento. Il Gruppo - Appartamento è una piccola Comunità di quattro, cinque persone che, seguiti da un operatore, si arrangiano a fare mestieri di casa come pulire, cucinare, riordinare le stanze, fare la spesa, lavare, stirare, ecc. Oltre a queste attività, che aiutano a rendersi indipendenti, ci sono da fare le attività proprie della Comunità: nuoto, palestra, calcio ecc. A me è stato detto che la vita del Gruppo – Appartamento è quasi uguale a quella della Comunità. La differenza è che, invece di 20 persone, si è in quattro persone circa; che gli operatori, invece di otto, sono uno o due; che bisogna fare i mestieri di casa. L’infermiere Paolo ci accompagna e, dopo averci contati, ci dice di salire sul furgone; ci guiderà lui. Indispensabile è la presenza di Massimiliano come navigatore, per percorrere le strade giuste che portano a Bolzano Novarese. Ci dirigiamo verso Momo, Borgomanero, Gozzano e qui, svoltiamo a destra, attraversando un passaggio a livello e ci dirigiamo verso Bolzano Novarese. Grazie a Massimiliano non sbagliamo strada. A Bolzano Novarese facciamo manovra e passando attraverso il cancello automatico, entriamo nel cortile del Gruppo – Appartamento. Fuori ci sono parecchi posacenere. Probabilmente non si può fumare dentro. Il Gruppo – Appartamento è bello e tenuto bene. Si sviluppa su due piani, ma al piano di sopra non possiamo andare. L’ospite mi accompagna al piano di sopra e poi l’operatrice Silvana mi fa scendere, perché non si possono vedere le stanze. Un contrattempo che spero non abbia fatto innervosire Silvana. In compenso, il piano terra è visitabile. Ci sono cucina, sala da pranzo, sala TV, bagno, una stanza (forse dell’operatrice), atrio. La casa è ben pulita e tenuta bene. Si vede che la gente che la abita ci tiene a ordine e pulizia. Prendo un bicchiere di latte e mezzo caffé, senza cioccolatino. Il caffé viene fatto con la Peppina Bialetti. Ne ho bevuto metà tazzina, perché intero era troppo. Durante la merenda chiacchieriamo, con i tre ospiti del Gruppo – Appartamento, del più e del meno. Sto un po’ zitto e non partecipo alla discussione. Guardiamo anche delle fotografie del bimbo di Silvana ed Eleonora, come al solito, fa dei grossi complimenti al bambino ed a Silvana: “Bellissimo bambino. Brava Silvana, complimenti ecc.”. Una volta entrati in casa, ci offrono un cioccolatino e un caffé a testa. Ci sono anche dei biscotti. Un radioregistratore produce una musica in sottofondo, mentre noi parliamo. Guardo attentamente le pareti, le stanze, le persone, perché a settembre, quando finirò il ricovero in Comunità, andrò in un Gruppo – Appartamento. Quasi sicuramente non andrò in quello di Bolzano Novarese, ma in uno simile; a Bolzano Novarese ci andrà Simone, io non so ancora dove. Dopo tanto tempo che siamo stati nella stessa camera, io e Simone, a settembre di questo anno, ci separeremo e ognuno andrà per la sua strada, visto che andremo in due Gruppi Appartamento diversi. Ci sono quattro gatti adulti; hanno il pelo folto, così sembrano più grossi del normale. A vederli sembrano enormi; in realtà la pelliccia lunga inganna. Sono gatti docili. Due sono neri, uno bianco e nero, uno arancione con striature. Probabilmente gli ospiti del Gruppo – Appartamento si prendono cura di loro. Dopo la chiacchierata, il caffé e tutto il resto, decidiamo di tornare ad Oleggio, perché si è fatto tardi. Il sole sta quasi calando, il tramonto è vicino. Siamo stati nel Gruppo – Appartamento circa un’ora e così decidiamo di togliere il disturbo. Ringraziamo tutti e dopo la sigaretta di rito, saliamo sul pulmino per tornare. Ad accoglierci ci sono tre persone: un ospite maschio, una ospite femmina e l’operatrice Silvana. 6 Paolo fa un po’ di manovre per uscire sulla strada. Da Gozzano verso Borgomanero, Momo, Oleggio e arriviamo in Comunità quando il sole è già tramontato. Felici della nuova esperienza, torniamo nelle nostre stanze e ci prepariamo spiritualmente alla prossima gita. Tanti saluti e arrivederci alla prossima occasione. Gita a Stresa Giovedì 21 febbraio 2008, alle ore 14:30 circa, vengono radunati alcuni ospiti della Comunità di Oleggio, per fare una gita a Stresa, sul Lago Maggiore. Ci accompagna l’infermiere Paolo; il pulmino è pieno, per cui siamo in otto più uno (dove uno è Paolo). Dopo la sigaretta di rito, partiamo per il Lago Maggiore. In tutto facciamo 45 minuti di viaggio circa. Dopo Belgirate, si entra nella provincia di Verbania. Arrivati a Stresa siamo già in tale provincia. Non so perché, ma Stresa mi da l’impressione di un posto freddo. Quando ci vado, o non c’è il sole o il sole è pallido (non scalda). Gli edifici sembrano essere in ombra. Questa è una mia impressione. Altri magari la trovano soleggiata e calda. Non lo so. Ognuno è fatto a modo suo. Parcheggiato il pulmino nel parcheggio grande, vicino all’imbarcadero, passeggiamo per i giardini del Lungolago. Ci facciamo fotografare da Paolo, per immortalare il nostro gruppo in gita. Passeggiamo in lungo e in largo, prima nei giardini del Lungolago, poi nelle strade del centro di Stresa. Bisogna dire che Stresa è una bella cittadina; è tenuta bene ed è pulita. Ci si trovano facilmente turisti italiani e stranieri. Come ho già detto, dopo aver passeggiato sul Lungolago, ci dirigiamo nei vicoli del centro. Questi vicoli e edifici sono caratteristici, romantici ed hanno qualche cosa di antico e anche di Mittel Europeo (Austria, Germania, Francia). Ci sono negozi, mercatini e l’atmosfera è tranquilla. Dopo un po’ che passeggiamo in centro a Stresa, entriamo a fare la sosta in un bar molto bello. La consumazione la paga Paolo, a patto che non ordiniamo cose molto costose (il fatidico caffé con le sue tante varianti!). I prezzi sono più alti che ad Oleggio. Si capisce che Stresa è un posto dal turismo ricco e raffinato. Al bar ordino un marocchino, che è un caffé con latte e cacao. Gli altri ordinano caffé, caffé macchiati, cappuccini ecc. Non trovando posto al bancone, trasporto il marocchino al piccolo tavolo circolare. La barista mi guarda con preoccupazione, perché il bicchiere che contiene il marocchino è bello e prezioso, e lei ha paura che mi cada. Fortunatamente non succede. Visto che il bar è pieno di gente, bisogna dire fortunatamente! Il marocchino non è il mio caffé preferito. Non mi piace l’abbinamento caffé – cacao. Inoltre potevo anche farne a meno, perché i miei due caffé al giorno li avevo già bevuti alla mattina e non è che stavo dormendo in piedi. Dopo aver consumato i caffé, ci dirigiamo ancora verso la riva del Lago, guardandolo ammirati. Siamo vicini ad uno scivolo in pietra, per le barche. C’è solo una barca di legno rovesciata. Siamo anche vicini all’imbarcadero e al posteggio del pulmino. Dopo aver ancora ammirato il panorama, ci avviamo verso il pulmino, saliamo e ritorniamo verso Oleggio. Il sole sta tramontando, con le sue luci ed ombre. Facciamo tappa ad Arona e poi ad Oleggio. Il Lago è molto bello con le luci del tramonto. Secondo me, vedere il Lago con tante sfumature di colore, le isole, gli alberghi, i giardini, il panorama, ecc., rasserena e dà una sensazione di pace e benessere del corpo, dell’anima, della psiche. Dopo circa 45 minuti, come all’andata, arriviamo in Comunità ad Oleggio. Contenti e rasserenati dalla bellezza del Lago Maggiore, ci diamo appuntamento alla prossima gita. Saluti ed arrivederci. 7 Intervista a Damiano – Nuovo ospite della comunità Quanto tempo è passato da quando sei entrato ad oggi? Un mese e mezzo. Come ti trovi qui? Bene. Come sono i rapporti con gli altri ospiti? Di amicizia normale, non profonda. Quali sono state le tue aspettative da quando sei entrato? Vorrei riposarmi per essere più sano. Queste aspettative si stanno realizzando? Non del tutto. Come vivi il momento dell’entrata in comunità? Con una buona speranza. Cosa farai quando sarai in gruppo appartamento? Mi riposerò di più. Ti mancherà qualcosa della vita in comunità? Il cibo. Il giorno che andrai via cosa penserai e cosa vorresti dire agli operatori ed ai dottori? Vorrei ringraziarli dell’ospitalità. Qual è la cosa che ti è piaciuta di più nella vita? La pace. La cosa che ti è piaciuta di meno nella vita? I rapporti con i miei genitori. Come vedi il tuo futuro? Non lo so. Un desiderio per il futuro? Essere libero, indipendente. Tornerai con i tuoi dopo il gruppo appartamento? Spero di no. Cosa hai ottenuto dalla vita fino ad oggi? Che ho compiuto 34 anni e sono lucido. Se tu avessi una bacchetta magica, cosa faresti per la società? Farei capire alla società gli errori, dove sbaglia. È stata una vita felice o infelice? L’importante è vivere. Hai degli hobbies? Le attività della comunità. Qual è il tuo cantante preferito? Fabrizio De Andrè. Qual è la canzone che ti piace di più? Amore che viene, amore che vai. Il film che ti è piaciuto di più? Terminator. Sono state più le esperienze positive o quelle negative? Le esperienze negative. Qual è il tuo pregio? La pazienza. Qual è il tuo difetto? La testardaggine. In comunità c’è un episodio allegro del quale ti ricordi? Me ne ricordo tanti. L’episodio meno allegro in comunità? Mi sono sentito male in piscina. L’ospite con cui hai legato di più? Davide. La cosa brutta che hai fatto nella vita? Quando ho tradito i miei propositi, sono andato contro le mie idee. C’è qualcosa nella vita che rifaresti? Tante cose, per esempio le arti marziali. Vedi il tuo futuro accanto ad una compagna? Non lo so. Credi nell’amore? Sì. Come vedi la donna d’oggi? Bene, più evoluta ed intelligente. Hai una donna ideale? Quella che mi somiglia di più. Cosa ti piace in una persona? La cordialità. Cosa non ti piace in una persona? L’arroganza. Come vedi la nostra malattia e come pensi ci giudichi la gente? Si può guarire da tutte la malattie. La gente ha paura di noi. Il tuo sogno ricorrente? Svegliarmi felice. Cosa pensi dia potere nella vita? La cattiveria. Da cosa sei attratto di una persona? L’umiltà. È più importante la bella presenza o la simpatia? La simpatia. Hai un’idea politica? Come siamo messi oggi, non si può cambiare tutto. Speri di aver lasciato qualcosa ai tuoi compagni? Spero di sì. Cosa vorresti dire in conclusione di questa intervista? Ringraziare l’intervistatore. 8 Le mie mattine Le mie mattine, sia esse col bel tempo, o incerto o brutto, Le mie mattine assolate o piovose, Le mie mattine, d’Autunno, d’Inverno, in Primavera od Estate, Le mie mattine, tristi, angosciate e qualche volta allegre, Le mie mattine, dove non è mai Festa o Domenica, Le mie mattine, sono ancora un peso per me, ma credo e sento che presto cambieranno in meglio, “molto meglio”. E forse solo allora saranno “sul serio”, LE MIE MATTINE! Che bello Che bello che era ed è l’infanzia e la gioventù. Che bello che erano e sono le stupidate ed i giochi da bambino. Che belle che sono le giornate quando la luce le allunga le fa durare di più. Che belle che sono le stagioni calde che sembrano durare un’eternità. Che bello sapere che hai vinto una battaglia e l’altro non lo viene a sapere. Che bello che era ed è il cielo sereno con qualche lieta nuvoletta a corteggiarlo. E dopo tutto ciò, che bello sperare ad una vita e un mondo migliore, che bello!!! 9 Quadri realizzati da Roberto Quirighetti 10