A) Febbraio 2008

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A) Febbraio 2008
Anno I Numero 3 Gennaio – Febbraio 2008
Bimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino”
L'editoriale dott. Bruno Ragni
Al 12 di marzo saranno 18 i mesi di vita della
nostra comunità.
È un lasso di tempo troppo breve per poter
tracciare bilanci.
Tuttavia, sono state numerose le esperienze a
carattere “mutativo”che abbiamo potuto annotare
a tutti i livelli di competenza.
È mutato, infatti, l’approccio terapeutico dei
medici e di tutte le altre figure professionali
coinvolte nei progetti di cura (psicologhe,
infermieri professionali, educatori, OSS).
E’ cambiato il rapporto fra la comunità e i
familiari dei nostri ospiti spesso e, in molti casi,
sono variati i rapporti anche fra l’ospite ed i propri
familiari.
Ma ciò che è apparso a tutti sorprendente è stato
sperimentare “sul campo” il potere trasformativo
dello “stare in comunità”. Una trasformazione
che, se portata avanti per un periodo di tempo
sufficientemente lungo, assume caratteristiche di
irreversibilità.
L’ospite e la sua famiglia comprendono che ci si
può confrontare diversamente con la malattia, che
si può vivere con qualità della vita differenti.
Da queste nuove forme di consapevolezza e da
altre considerazioni tratte da svariati campi di
competenza (mediche, psicologiche sociologiche,
management sanitario ecc…) si è arrivati a
prospettare una modalità di terapia per i disturbi
psicotici, che prevede un lungo ed articolato
percorso curativo – riabilitativo.
Lo definiremo nei dettagli “strada facendo”, nei
prossimi numeri del giornalino.
Buona lettura a tutti.
1
Visita alla mostra del Carnevale ad Oleggio
Il pomeriggio del 31 gennaio, Stefano, Patrizia,
Eleonora, Mauro e Federico si sono ritrovati
insieme per andare alla Mostra del Carnevale di
Oleggio(NO).
Dopo aver preso un caffé al bar, ci siamo riuniti in
piazza ad Oleggio per visitare la mostra. L’entrata
è vicina al bar “I Portici”. Verso le 15:00 entriamo
tutti e cinque. La mostra si trova in un palazzo
vecchio con anche il cortile e il giardino. Mi
sembra che l’entrata sia gratuita. Al primo piano
troviamo una signora, addetta a illustrarci tutto sul
Carnevale. Fanno bella mostra di sé, soprattutto,
maschere e fotografie. Comincia la sua
spiegazione.
Alcune assomigliano a quelle che sfilano in
Piazza San Marco a Venezia.
In televisione hanno detto che, le maschere più
costose di Venezia, arrivano alla cifra di 2000
euro. Le maschere di Oleggio non sfigurano con
quelle della capitale italiana del Carnevale
(Venezia).
Le gonne sono lunghe e per il volto ci sono
perline dorate e argentate (costume femminile).
Per i maschi, ci sono gilet neri su camicie bianche,
pantaloni alla zuava neri, cravatte a farfalla rossa.
Altre maschere, invece, ricordano i vestiti dei Re e
dei nobili del XVIII secolo. In queste ultime, la
differenza tra re e regina, è meno marcata, perché
c’è un grosso sfarzo sia nella maschera maschile
che in quella femminile.
Per tradizione, il Carnevale di Oleggio è molto
antico e sentito dalla gente che vi abita. Risale a
150 anni fa. E’ uno dei più antichi e caratteristici
d’Italia. Una tradizione alla quale gli oleggesi non
rinunciano.
Tante sono le persone che affluiscono a Oleggio
per il Carnevale. Il centro storico viene chiuso e la
gente, per entrare, paga un biglietto.
Le fotografie ritraggono il Carnevale dal 1950
circa, fino ai nostri giorni. Oleggio sembra un
piccolo borgo rurale, immerso nella gioia del
Carnevale. Le maschere sono originali e belle.
I trattori e i furgoncini sono del periodo degli anni
‘50 – ‘60. Non mancano foto recenti, mentre
quelle vecchie sono ingiallite.
L’impressione che suscita Oleggio è di un piccolo
e antico borgo rurale abitato soprattutto da
contadini, che vivono un momento di gioia e
spensieratezza, in un Carnevale di antica
tradizione e molto sentito.
Tuttavia le foto sono spesso piccole e ingiallite,
per cui, invece di illustrare chiaramente il
Carnevale, lo lasciano intendere.
Le maschere sono belle ed alcune hanno sfilato
anche a Venezia. Certe risalgono al 1700. Sono
impreziosite di ricami con materiale costoso,
come perle e pietre preziose.
La mostra del Carnevale non è stata lunga da
visitare e dopo 20 minuti circa usciamo dal
palazzo che la ospita. Fuori ci sono molti bambini
e ragazzini che giocano con gli spray colorati,
corrono e scherzano. Alcuni sono in costume di
Carnevale, altri in maschera, altri sono vestiti
normalmente. Dopo la visita alla mostra, andiamo
al bar 61. Qui vi sostiamo per circa 20 minuti,
consumando cioccolata con panna, gelato e caffé.
Il Carnevale ha un suo fascino e noi ci siamo
divertiti. Alla prossima.
2
La cena dell’ISPAM
Il 2 febbraio, alle 17:30, ci siamo riuniti in otto
(nove con l’operatrice Gabriella), in Comunità,
per andare alla cena di Carnevale organizzata dal
ISPAM. I partecipanti erano Damiano, Eleonora,
Federico, Giuseppe, Massimiliano, Patrizia e
Stefano.
Come già detto, alle 17:30 saliamo sul pulmino,
con Gabriella guidatrice, per andare in direzione
di Momo, dove da lì, Massimiliano farà il
navigatore satellitare per raggiungere il paese in
questione.
Il suo compito non è facile, visto che ormai il sole
è tramontato e attorno a noi c’è solo buio.
Nonostante questo, Massimiliano si dimostra
conoscitore della zona e non sbagliamo strada.
Arrivati a destinazione, alle 18:00 circa,
parcheggiamo a cento metri dalla casa in cui si
farà la cena e facciamo la strada a piedi per
raggiungerla ed entrarvi. Dentro la casa, il clima è
festoso e goliardico. Ci saranno quaranta persone
circa tra Capi ed amministratori dell’ISPAM,
cuochi e inservienti, genitori, operatori delle
comunità, ospiti della Comunità di Oleggio ed
ospiti di un’altra comunità.
Per prima cosa ci togliamo i soprabiti; poi
cominciamo tutti insieme il gioco della Tombola.
In palio ci sono premi interessanti e utili come:
ombrelli, zaini, penne stilografiche, agende ecc.
Mano a mano che estraggono i numeri si comincia
a distribuire premi. La tombola completa viene
chiamata quattro volte, per distribuire quattro
zaini molto belli. Il mio compagno di tavola,
Damiano è il primo a fare l’ambo e riceve un
ombrello. Io sono il secondo a fare Tombola e mi
porto a casa uno zaino interessante e utile.
E’ necessario dire che, essendo la Festa di
Carnevale, vengono distribuiti ai partecipanti
cappelli e maschere. Tra gli ospiti dell’altra
Comunità, c’è una ragazza con un costume da
Dama di Corte, tutto rosa.
Dopo la Tombola, il signor Marchionni, ci invita
ad andare alla chiesa, per vedere il presepe
vivente. Percorsi duecento metri circa a piedi,
entriamo nella chiesa e rimaniamo stupiti dalla
bellezza ed originalità dei presepi. Accanto a
questi, c’è una descrizione che specifica: autore,
luogo, anno della creazione, ecc. I presepi sono
molto affascinanti; alcuni sono contenuti in vecchi
televisori; molti sono illuminati da lampadine
poste all’interno del presepe (dietro e attorno);
alcuni hanno piccoli mulini, ruote, pale azionate
dall’acqua; alcuni sono semoventi, con il
movimento elettrico o mediante acqua, di varie
statuine; alcuni appartengono a periodi
contemporanei di Gesù, altri sono ambientati nel
Medioevo, altri al periodo rinascimentale, altri ai
giorni nostri con i puffi che ruotano in cerchio
come fossero in una giostra.
In due angoli troviamo la statua di Babbo Natale,
che sembra fare gesti osceni e la statua di Maria
che sembra fare il saluto romano. Ovviamente è
una mia impressione, dato che è difficile che il
parroco di questa chiesa volesse suscitare questa
idea nei visitatori.
Dopo essere tornati nella casa della festa, ci
accingiamo a mangiare. Il menù è stampato in
varie copie, sparse sulla tavola, ed è il seguente:
Antipasto con affettati e insalata russa, cotechino
con lenticchie; primo: pasta al forno; secondo:
spezzatino con carne, salsicce e polenta; frutta;
dolce; spumante e caffé
La cena era buona ed alla fine c’è stato un
applauso al cuoco. Una cucina casereccia, ma
buona e di sostanza; forse un po’ diversa dalla
Novell Cousin francese, ma comunque merita un
buon voto perché i cibi erano molto appetitosi.
Dopo aver mangiato, oltre ai regali della tombola,
viene distribuito un regalo a tutti. Si tratta di un
orologio-sveglia digitale con varie funzioni. E’ un
bel oggetto tecnologico. Per inciso, è simile a
quello che ha comperato mio papà e che si trova a
casa mia a Comignago. Ho un doppione, ma
comunque lo posso utilizzare per la Comunità.
Oltre agli orologi-sveglia, vengono regalate alla
Comunità delle teglie di cibo avanzato dalla cena
(probabilmente carne e pasta).
Tutti i regali penso che siano stati offerti dal
ISPAM.
A tarda ora torniamo in Comunità ad Oleggio.
Appena partiti sbagliamo strada, ma poi seguiamo
quella giusta. Un chilometro dopo Momo (sulla
strada verso Oleggio), comincia una nebbia
fittissima. Ho paura che si faccia l’incidente o
3
l’uscita di strada. Forse non ho molta fiducia negli
operatori che guidano il pulmino; forse la nebbia è
talmente fitta, che ho paura, al di là di chi guida.
Comunque riusciamo a tornare in Comunità ad
Oleggio, contenti di essere pieni di regali e un po’
preoccupati per essere pieni di cibo (stavolta la
dieta non si è fatta).
La cena del ISPAM è stata una bella festa.
Abbiamo incontrato altre persone, malate e non;
abbiamo fatto amicizia con gente che non
conoscevamo; ci siamo divertiti.
Saluti e alla prossima festa.
Maneggio – termini tecnici
Sono uscito dal gruppo maneggio perché non mi
divertivo. Oltre ad aver paura di salire sui cavalli,
per me era troppo difficile e pesante. Inoltre
trovavo il percorso del maneggio troppo tecnico,
predisposto come un corso con delle vere e
proprie lezioni.
A Simone invece, il maneggio piace e non sente il
peso di affrontare la fatica fisica e mentale di
questa attività. Probabilmente è più appassionato
ed è più portato di me a questa avventura tra gli
equini de ”la Pasqualina”.
Essendo appassionato e presente ancora al gruppo
maneggio, Simone vi informerà qui di seguito, sui
termini tecnici degli equini e dell’equitazione.
Scuderia:
Capello cioè kap
Il Baio ha coda, criniera e corpo marrone ed alla
“Pasqualina” ci sono Willy ed Help così.
Il sauro ha corpo criniera e coda marrone. Se
bionda è definita Palomina come Paola e Fanny
alla “Pasqualina”.
Il colore Isabella è un misto come Stella.
Invece Melvin è Pezzato.
Tutti i termini tecnici:
La Cavezza serve per portare in giro il cavallo.
Per pulire l’equino serve la Striglia, la Spazzola, il
Lucido, il Panno. Il Pettine ed il Balsamo servono
per la pulizia giornaliera della Criniera e della
Coda. Il Picca piedi è un martelletto che pulisce
gli zoccoli.
Per salire a cavallo:
La Guida è composta da Testiera, Morso e Redini.
Il panno che si mette sul dorso del cavallo è la
Sottosella. Sopra ci va la Sella che può essere
Inglese o Americana.
Per guidare il cavallo si utilizza il Frontalino, il
Capezzino ed il Sottogola. Tutto insieme
compongono la Testiera.
Le Staffe sono dove si infila dentro il piede.
Lo Staffile serve per regolare le Staffe sotto la
pancia del cavallo. È una cintura per fissare la
sella.
La velocità del cavallo si divide in Passo, Trotto e
Galoppo
Le razze si suddividono in:
Italiano come Willy ed Help.
Avellinese come Paola e Fanny.
Pony come Stella.
Cavallo da tiro come Tina.
Finiscono qui i termini tecnici che Simone voleva
presentare ed illustrare. Ovviamente sono solo una
parte dei termini tecnici totali. Per saperne di più
vi invitiamo a contattare le signore Giulia e Cinzia
della fattoria “La Pasqualina” o a leggere un
Manuale sui Cavalli.
Sperando di non avervi annoiato, vi porgiamo
tanti saluti e alla prossima.
4
La mostra di Picasso – Cubismo e Futurismo
Giovedì 7 febbraio, la Comunità di Oleggio
programma la gita alla Mostra d’Arte di Picasso.
La Mostra è situata a Villa Ponti ad Arona (NO).
Ci accompagna l’infermiere Paolo; dopo una
mezz’ora di viaggio parcheggiamo il pulmino in
un posto con il disco orario, vicino alla Chiesa e al
Centro di Salute Mentale di Arona. A piedi
raggiungiamo Villa Ponti ed entriamo gratis,
probabilmente perché siamo disabili e/o perché
siamo una comitiva numerosa (nove persone).
La mostra è intitolata a Picasso e al Cubismo.
Entrati, ci accorgiamo subito che le opere di
Picasso sono cinque o sei e che sono racchiuse in
una piccola stanza; mentre gli autori sono svariati
(trenta circa) e le opere d‘arte numerose (cento
circa). In pratica la mostra è dedicata agli artisti
cubisti e futuristi. Perché, quindi, dedicare la
mostra a Picasso?
A fianco di quasi tutti i quadri, c’è:
1. una targhetta con autore, titolo, anno;
2. una targhetta con vita, morte e miracoli
dell’autore;
3. una targhetta con il commento di Picasso.
Risposta: proprio per la targhetta con il commento
di Picasso ad ogni quadro (punto tre). Il suo
contributo alla mostra sono le sue note scritte che
spiegano ogni opera d’arte. Leggendo i suoi
commenti ci rendiamo conto del significato e
dell’importanza del movimento artistico del
cubismo e futurismo.
Gli artisti sono molti e di varie nazionalità:
francesi, italiani, tedeschi, svizzeri ecc. Quasi tutta
l’Europa occidentale è rappresentata da almeno un
artista. Tra gli esponenti più noti ci sono: Mirò,
Picasso, il famoso architetto Le Corbusier.
Il periodo del cubismo e futurismo va dal 1880 ai
giorni nostri. Lo stesso Picasso nasce in Spagna
attorno al 1880 e muore in Francia nel 1973. Il
futurismo in Italia ha avuto anche rapporti con il
pensiero fascista e viceversa (soprattutto nel
ventennio di Mussolini).
La filosofia degli artisti cubisti e futuristi consiste
nel
farsi
trascinare
dall’ispirazione
e
dall’inconscio, perdendo un po’ il contatto con la
realtà, e lasciando libera l’immaginazione e la
fantasia.
Le opere, che ne risultano, sono:
1. alcune astratte (soprattutto dipinti);
2. alcune simili a oggetti normali, ma dal
significato poco comprensibile (uovo dal
colore dorato con una fessura profonda);
3. alcune simili a bassorilievi, fatte con intarsio
di legno o altri materiali.
Tutto sommato stiamo a Villa Ponti non molto (30
minuti circa). Cerco di leggere almeno metà delle
targhette (commento di Picasso), ma francamente,
non ricordo molto di quello che ho letto.
Probabilmente questo è dovuto al fatto che il
linguaggio di Picasso è tecnico, difficile e un po’
astratto.
Torniamo al pulmino e Paolo (operatore accompagnatore) ci dice che non ci offrirà la
consueta consumazione al bar con i soldi della
Comunità, perché Camillo (tesoriere) non gli ha
dato soldi prima della partenza da Oleggio.
Facciamo quindi la strada del ritorno, da Arona ad
Oleggio. Incontriamo traffico a Borgo Ticino per
un incidente e quindi impieghiamo 15 minuti in
più a tornare.
Quando torniamo in Comunità siamo tutti un po’
più arricchiti culturalmente, avendo visitato una
Mostra d’Arte così importante. Ci rilassiamo e
pensiamo alla prossima gita.
Saluti ed a risentirci.
5
Gita al Gruppo – Appartamento di Bolzano Novarese
Il giorno 17 febbraio08, alle 15:00, una
compagnia di otto persone si riunisce per fare una
gita a Bolzano Novarese, al Gruppo –
Appartamento.
Il Gruppo
- Appartamento è una piccola
Comunità di quattro, cinque persone che, seguiti
da un operatore, si arrangiano a fare mestieri di
casa come pulire, cucinare, riordinare le stanze,
fare la spesa, lavare, stirare, ecc. Oltre a queste
attività, che aiutano a rendersi indipendenti, ci
sono da fare le attività proprie della Comunità:
nuoto, palestra, calcio ecc.
A me è stato detto che la vita del Gruppo –
Appartamento è quasi uguale a quella della
Comunità. La differenza è che, invece di 20
persone, si è in quattro persone circa; che gli
operatori, invece di otto, sono uno o due; che
bisogna fare i mestieri di casa.
L’infermiere Paolo ci accompagna e, dopo averci
contati, ci dice di salire sul furgone; ci guiderà lui.
Indispensabile è la presenza di Massimiliano
come navigatore, per percorrere le strade giuste
che portano a Bolzano Novarese.
Ci dirigiamo verso Momo, Borgomanero,
Gozzano e qui, svoltiamo a destra, attraversando
un passaggio a livello e ci dirigiamo verso
Bolzano Novarese. Grazie a Massimiliano non
sbagliamo strada. A Bolzano Novarese facciamo
manovra e passando attraverso il cancello
automatico, entriamo nel cortile del Gruppo –
Appartamento.
Fuori ci sono parecchi posacenere. Probabilmente
non si può fumare dentro.
Il Gruppo – Appartamento è bello e tenuto bene.
Si sviluppa su due piani, ma al piano di sopra non
possiamo andare. L’ospite mi accompagna al
piano di sopra e poi l’operatrice Silvana mi fa
scendere, perché non si possono vedere le stanze.
Un contrattempo che spero non abbia fatto
innervosire Silvana.
In compenso, il piano terra è visitabile. Ci sono
cucina, sala da pranzo, sala TV, bagno, una stanza
(forse dell’operatrice), atrio. La casa è ben pulita e
tenuta bene. Si vede che la gente che la abita ci
tiene a ordine e pulizia.
Prendo un bicchiere di latte e mezzo caffé, senza
cioccolatino. Il caffé viene fatto con la Peppina
Bialetti. Ne ho bevuto metà tazzina, perché intero
era troppo.
Durante la merenda chiacchieriamo, con i tre
ospiti del Gruppo – Appartamento, del più e del
meno. Sto un po’ zitto e non partecipo alla
discussione.
Guardiamo anche delle fotografie del bimbo di
Silvana ed Eleonora, come al solito, fa dei grossi
complimenti al bambino ed a Silvana: “Bellissimo
bambino. Brava Silvana, complimenti ecc.”.
Una volta entrati in casa, ci offrono un
cioccolatino e un caffé a testa. Ci sono anche dei
biscotti. Un radioregistratore produce una musica
in sottofondo, mentre noi parliamo.
Guardo attentamente le pareti, le stanze, le
persone, perché a settembre, quando finirò il
ricovero in Comunità, andrò in un Gruppo –
Appartamento. Quasi sicuramente non andrò in
quello di Bolzano Novarese, ma in uno simile; a
Bolzano Novarese ci andrà Simone, io non so
ancora dove. Dopo tanto tempo che siamo stati
nella stessa camera, io e Simone, a settembre di
questo anno, ci separeremo e ognuno andrà per la
sua strada, visto che andremo in due Gruppi Appartamento diversi.
Ci sono quattro gatti adulti; hanno il pelo folto,
così sembrano più grossi del normale. A vederli
sembrano enormi; in realtà la pelliccia lunga
inganna. Sono gatti docili. Due sono neri, uno
bianco e nero, uno arancione con striature.
Probabilmente gli ospiti del Gruppo –
Appartamento si prendono cura di loro.
Dopo la chiacchierata, il caffé e tutto il resto,
decidiamo di tornare ad Oleggio, perché si è fatto
tardi. Il sole sta quasi calando, il tramonto è
vicino. Siamo stati nel Gruppo – Appartamento
circa un’ora e così decidiamo di togliere il
disturbo. Ringraziamo tutti e dopo la sigaretta di
rito, saliamo sul pulmino per tornare.
Ad accoglierci ci sono tre persone: un ospite
maschio, una ospite femmina e l’operatrice
Silvana.
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Paolo fa un po’ di manovre per uscire sulla strada.
Da Gozzano verso Borgomanero, Momo, Oleggio
e arriviamo in Comunità quando il sole è già
tramontato.
Felici della nuova esperienza, torniamo nelle
nostre stanze e ci prepariamo spiritualmente alla
prossima gita. Tanti saluti e arrivederci alla
prossima occasione.
Gita a Stresa
Giovedì 21 febbraio 2008, alle ore 14:30 circa,
vengono radunati alcuni ospiti della Comunità di
Oleggio, per fare una gita a Stresa, sul Lago
Maggiore. Ci accompagna l’infermiere Paolo; il
pulmino è pieno, per cui siamo in otto più uno
(dove uno è Paolo).
Dopo la sigaretta di rito, partiamo per il Lago
Maggiore. In tutto facciamo 45 minuti di viaggio
circa. Dopo Belgirate, si entra nella provincia di
Verbania. Arrivati a Stresa siamo già in tale
provincia. Non so perché, ma Stresa mi da
l’impressione di un posto freddo. Quando ci vado,
o non c’è il sole o il sole è pallido (non scalda).
Gli edifici sembrano essere in ombra. Questa è
una mia impressione. Altri magari la trovano
soleggiata e calda. Non lo so. Ognuno è fatto a
modo suo.
Parcheggiato il pulmino nel parcheggio grande,
vicino all’imbarcadero, passeggiamo per i giardini
del Lungolago. Ci facciamo fotografare da Paolo,
per immortalare il nostro gruppo in gita.
Passeggiamo in lungo e in largo, prima nei
giardini del Lungolago, poi nelle strade del centro
di Stresa. Bisogna dire che Stresa è una bella
cittadina; è tenuta bene ed è pulita. Ci si trovano
facilmente turisti italiani e stranieri.
Come ho già detto, dopo aver passeggiato sul
Lungolago, ci dirigiamo nei vicoli del centro.
Questi vicoli e edifici sono caratteristici,
romantici ed hanno qualche cosa di antico e anche
di Mittel Europeo (Austria, Germania, Francia).
Ci sono negozi, mercatini e l’atmosfera è
tranquilla.
Dopo un po’ che passeggiamo in centro a Stresa,
entriamo a fare la sosta in un bar molto bello. La
consumazione la paga Paolo, a patto che non
ordiniamo cose molto costose (il fatidico caffé
con le sue tante varianti!). I prezzi sono più alti
che ad Oleggio. Si capisce che Stresa è un posto
dal turismo ricco e raffinato.
Al bar ordino un marocchino, che è un caffé con
latte e cacao. Gli altri ordinano caffé, caffé
macchiati, cappuccini ecc. Non trovando posto al
bancone, trasporto il marocchino al piccolo tavolo
circolare.
La
barista
mi
guarda
con
preoccupazione, perché il bicchiere che contiene il
marocchino è bello e prezioso, e lei ha paura che
mi cada. Fortunatamente non succede. Visto che il
bar è pieno di gente, bisogna dire fortunatamente!
Il marocchino non è il mio caffé preferito. Non mi
piace l’abbinamento caffé – cacao. Inoltre potevo
anche farne a meno, perché i miei due caffé al
giorno li avevo già bevuti alla mattina e non è che
stavo dormendo in piedi.
Dopo aver consumato i caffé, ci dirigiamo ancora
verso la riva del Lago, guardandolo ammirati.
Siamo vicini ad uno scivolo in pietra, per le
barche. C’è solo una barca di legno rovesciata.
Siamo anche vicini all’imbarcadero e al posteggio
del pulmino. Dopo aver ancora ammirato il
panorama, ci avviamo verso il pulmino, saliamo e
ritorniamo verso Oleggio.
Il sole sta tramontando, con le sue luci ed ombre.
Facciamo tappa ad Arona e poi ad Oleggio. Il
Lago è molto bello con le luci del tramonto.
Secondo me, vedere il Lago con tante sfumature
di colore, le isole, gli alberghi, i giardini, il
panorama, ecc., rasserena e dà una sensazione di
pace e benessere del corpo, dell’anima, della
psiche.
Dopo circa 45 minuti, come all’andata, arriviamo
in Comunità ad Oleggio. Contenti e rasserenati
dalla bellezza del Lago Maggiore, ci diamo
appuntamento alla prossima gita.
Saluti ed arrivederci.
7
Intervista a Damiano – Nuovo ospite della comunità
Quanto tempo è passato da quando sei entrato
ad oggi?
Un mese e mezzo.
Come ti trovi qui?
Bene.
Come sono i rapporti con gli altri ospiti?
Di amicizia normale, non profonda.
Quali sono state le tue aspettative da quando
sei entrato?
Vorrei riposarmi per essere più sano.
Queste aspettative si stanno realizzando?
Non del tutto.
Come vivi il momento dell’entrata in
comunità?
Con una buona speranza.
Cosa farai quando sarai in gruppo
appartamento?
Mi riposerò di più.
Ti mancherà qualcosa della vita in comunità?
Il cibo.
Il giorno che andrai via cosa penserai e cosa
vorresti dire agli operatori ed ai dottori?
Vorrei ringraziarli dell’ospitalità.
Qual è la cosa che ti è piaciuta di più nella vita?
La pace.
La cosa che ti è piaciuta di meno nella vita?
I rapporti con i miei genitori.
Come vedi il tuo futuro?
Non lo so.
Un desiderio per il futuro?
Essere libero, indipendente.
Tornerai con i tuoi dopo il gruppo
appartamento?
Spero di no.
Cosa hai ottenuto dalla vita fino ad oggi?
Che ho compiuto 34 anni e sono lucido.
Se tu avessi una bacchetta magica, cosa faresti
per la società?
Farei capire alla società gli errori, dove sbaglia.
È stata una vita felice o infelice?
L’importante è vivere.
Hai degli hobbies?
Le attività della comunità.
Qual è il tuo cantante preferito?
Fabrizio De Andrè.
Qual è la canzone che ti piace di più?
Amore che viene, amore che vai.
Il film che ti è piaciuto di più?
Terminator.
Sono state più le esperienze positive o quelle
negative?
Le esperienze negative.
Qual è il tuo pregio?
La pazienza.
Qual è il tuo difetto?
La testardaggine.
In comunità c’è un episodio allegro del quale ti
ricordi?
Me ne ricordo tanti.
L’episodio meno allegro in comunità?
Mi sono sentito male in piscina.
L’ospite con cui hai legato di più?
Davide.
La cosa brutta che hai fatto nella vita?
Quando ho tradito i miei propositi, sono andato
contro le mie idee.
C’è qualcosa nella vita che rifaresti?
Tante cose, per esempio le arti marziali.
Vedi il tuo futuro accanto ad una compagna?
Non lo so.
Credi nell’amore?
Sì.
Come vedi la donna d’oggi?
Bene, più evoluta ed intelligente.
Hai una donna ideale?
Quella che mi somiglia di più.
Cosa ti piace in una persona?
La cordialità.
Cosa non ti piace in una persona?
L’arroganza.
Come vedi la nostra malattia e come pensi ci
giudichi la gente?
Si può guarire da tutte la malattie. La gente ha
paura di noi.
Il tuo sogno ricorrente?
Svegliarmi felice.
Cosa pensi dia potere nella vita?
La cattiveria.
Da cosa sei attratto di una persona?
L’umiltà.
È più importante la bella presenza o la
simpatia?
La simpatia.
Hai un’idea politica?
Come siamo messi oggi, non si può cambiare
tutto.
Speri di aver lasciato qualcosa ai tuoi
compagni?
Spero di sì.
Cosa vorresti dire in conclusione di questa
intervista?
Ringraziare l’intervistatore.
8
Le mie mattine
Le mie mattine, sia esse col bel tempo,
o incerto o brutto,
Le mie mattine assolate o piovose,
Le mie mattine, d’Autunno, d’Inverno,
in Primavera od Estate,
Le mie mattine, tristi, angosciate
e qualche volta allegre,
Le mie mattine, dove
non è mai Festa o Domenica,
Le mie mattine, sono ancora un peso per me,
ma credo e sento che presto cambieranno in
meglio,
“molto meglio”.
E forse solo allora saranno “sul serio”,
LE MIE MATTINE!
Che bello
Che bello che era ed è l’infanzia e la gioventù.
Che bello che erano e sono le stupidate
ed i giochi da bambino.
Che belle che sono le giornate quando la luce
le allunga le fa durare di più.
Che belle che sono le stagioni calde
che sembrano durare un’eternità.
Che bello sapere che hai vinto una battaglia
e l’altro non lo viene a sapere.
Che bello che era ed è il cielo sereno
con qualche lieta nuvoletta a corteggiarlo.
E dopo tutto ciò, che bello sperare ad una vita
e un mondo migliore, che bello!!!
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Quadri realizzati da Roberto Quirighetti
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