zione della «Congregazione Basiliana d`Italia» disposta da Grego

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zione della «Congregazione Basiliana d`Italia» disposta da Grego
zione della «Congregazione Basiliana d'Italia» disposta da Gregorio XIII con la bolla «Benedictus Dominus Deus» del 1579 (3).
Nonostante la sciatteria del frettoloso amanuense siamo in
grado di venire a capo di una cinquantina di documenti (4), sin qui
in gran parte sconosciuti e, nello stesso tempo, di verificare la consistenza del tabulano monastico nella seconda metà del sec. XVI.
Si tratta in prevalenza di carte latine, ma non mancano documenti greci. Sei sono attribuiti al duca Roberto [il Guiscardo] e
a questi se ne aggiungono altri in numero imprecisato [v. 25-30].
La prima carta segnalata nell'elenco è una traduzione da un
originale in greco, probabilmente perduto.
card. Antonio Carafa i monaci di San Giovanni Teresti che si lamentavano
di essere maltrattati dal commendatario Siscar (RVC n° 22149). Questi rinunciò alla commenda di SantAdriano nel 1583, riservandosi una pensione
annua di ducati 1500 sulle rendite del monastero («reservata sibi annua pensione 1500 due. super fructibus eiusdem monasterii, solvenda ab Innico
Sicara, cui dictum monasterium commendatur» (RVC n° 23519; n° 23975).
Gli subentrò, quindi, Indaco Siscar, chierico napoletano, il quale solo nel
1591 ascese agli ordini sacri (RVC, n° 24286). Il provvedimento di successione disposto da Gregorio XIII è del 7 maggio 1583 (RVC n° 23519), ma
solo il 20 agosto 1587 si giunse alla rinuncia definitiva da pane di Marco
Antonio Siscar. Nel 1603 Innico concesse le Capitolazioni agli Albanesi di
San Demetrio (cfr. G. Tocci, Memorie storico-legali pei comuni Albanesi ài S.
Giorgio, Vaccarizzo, S. Cosma, S. Demetrio e Macchia, Cosenza 1875, p. 51),
insediatisi nel territorio a partire dal 1471. Prima ancora il commendatario era
intervenuto in una lite sorta tra «quei di S. Demetrio "e l'abbazia" che pretendeva impedirli di coltivare nelle terre degli esteri Baroni di Tarsia e altri»
(ivi, p. 23, dove si ricorda la Difesa pubblicata il 1763 per D. Nicola Orazio
Lopez contro la Badia... scritta da D. Alessandro Marini di S. Demetrio).
Delle enormi difficoltà incontrate dal Siscar nel gestire la commenda di
Sant'Adriano ancora agli inizi del sec. XVII è spia il provvedimento di Paolo
V del 29 settembre 1607 che interessava il viceré di Napoli «ut faveat Innico
Siscar, abbati commendatario S. Adriani, O.S. Bas., Rossanen dioec, in adipiscenda possessione dirti monasterii» (RVC n° 26469). Finalmente il 19 dicembre 1616 Innico veniva eletto vescovo di Anglona da parte del medesimo pontefice, «cum retentione commendae monasterii S. Adriani, Rossanen. dioecesis,
quousque possessionem suae ecclesiae adeptus fuerit» (RVC n° 27862). Di una
convenzione tra il commendatario Siscar (non meglio precisato) e S. Demetrio
e casali si fa cenno in Aggiunta de Ragioni a prò' dell'Universitate e naturali
della Terra di S. Demetrio e suoi casali S. Cosmo e Macchia contro il venerabile
Monastero di S. Adriano de' RR.PR Basiliani, [Napoli] 1767, pp. XI s.
(3) Cfr. Bullarium diplomatum et privilegiorum sanctorum romanorum
pontificum, t. VII, Roma 1863, pp. 307-313.
(4) Ne abbiamo individuati certamente 44, come appare dall'elenco, ma
ai numeri [25-30] devono essere aggiunti gli «altri [documenti greci] sopra
l'immunità di S. Adriano» non meglio precisati.
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