Il sonno della ragione

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Il sonno della ragione
Il sonno della ragione
Indice:
Capitolo 1- Svegli o dormienti: cosa sa l'uomo della ragione?
Capitolo 2- Le nostre scelte provengono dalla ragione o dall'influenza del mondo esterno?
Capitolo 3- Che cos'è la ragione?
Capitolo 4- I limiti della ragione
Conclusione
Bibliografia
Introduzione:
''L'uomo è un animale razionale''. Così uno dei più grandi filosofi antichi, Aristotele, descrive il
genere umano. Siamo dunque animali anche noi, ma con una piccola e fondamentale differenza
che ha portato la nostra specie a considerarsi diversa dalle altre: la ragione. La capacità di
utilizzare il proprio intelletto, esercitare il proprio pensiero per cercare di capire il mondo in cui
viviamo. E' un concetto astratto, a volte difficile da immaginare o comprendere. La ragione
umana ha una duplice missione: quella di domandare e rispondere, di far emergere incongruenze,
problemi e dubbi per poi risolverli o lasciarli nell'ombra, nascosti ma sempre presenti.
Rispondere a domande filosofiche sulla natura della ragione è quasi impossibile, forse per il fatto
che la nostra ragione preferisce tenere le risposte nell'ombra invece che affrontarle. Ma grazie ad
un concreto sforzo della ragione umana, ognuno di noi può dare una sua idea. La ragione infatti è
la capacità di elaborare pensieri sulla vita, sull'uomo, e può provare a rispondere a domande
astratte alle quali l'esperienza comune non sa rispondere. Si può pensare, paradossalmente, che la
ragione possa aiutarci a rispondere a domande sulla ragione. Abbiamo raccolto ed esposto i
nostri pensieri a riguardo attraverso una storia, un dialogo tra due personaggi comuni, che hanno
deciso di risvegliare la loro ragione di usarla. Due personaggi che alla fine del dialogo avranno
nella loro testa un'idea completa sulla ragione, una loro verità, una verità non universale ma
personale. Secondo Eraclito, i filosofi, a differenza delle persone comuni, sono coloro che
ricercano la verità, coloro che sanno cogliere il senso astratto delle cose. Partiti come persone
comuni, alla fine del dialogo, i nostri due personaggi saranno filosofi.
Madrid, 16 gennaio 2014.
Due ragazzi italiani, Demetrio e Orazio, sono in vacanza nella capitale spagnola. Due ventenni
molto diversi, legati da una profonda amicizia saranno i nostri protagonisti. Demetrio,
elettricista, ha abbandonato presto gli studi per dedicarsi ad un lavoro pratico e manuale;
abbastanza fannullone, pronto a credere a qualsiasi cosa gli venga detta. Al suo fianco troviamo
Orazio che sembra provenire da un altro pianeta: pensieroso, studente alla facoltà di Fisica ,
interessato all'arte e ai libri. Cerca da anni di avvicinare l'amico ai suoi stessi interessi e pensa,
grazie a questa vacanza, di poter riuscire nel suo intento. Le cose partono male, in quanto
Demetrio come prima meta propone lo stadio Bernabeu; l'amico, esasperato, gli propone un
patto: una visita alla Biblioteca Nazionale in cambio di tour allo stadio. Demetrio accetta e,
insieme, si incamminano per raggiungere la Biblioteca. Una volta entrati, girando per gli scaffali,
i due si imbattono in un quadro: è qui che ha inizio la nostra storia. Grazie ad un semplice dipinto
i nostri protagonisti arriveranno a parlare della ragione e di tutto ciò che le riguarda.
L'arte ha il compito di diffondere messaggi e idee attraverso immagini; nel nostro caso susciterà
una domanda.
Il quadro in questione è un'opera di Francisco Goya, intitolato "El sueño de la razón produce
monstruos". Orazio e Demetrio lo osservano interessati, leggono il messaggio (coincidente con il
titolo) presente nell'opera.
Capitolo 1 – Svegli o dormienti: cosa sa l’uomo della ragione?
Demetrio: " El sueno de la razon produce monstruos... Cosa vorrà dire?"
Orazio: "Dovrebbe voler dire 'Il sonno della ragione genera mostri'! Dovresti studiare un po' le
lingue, Demetrio! Perchè non proviamo a pensare ad una interpretazione intelligente?"
Demetrio: "Prima di tutto non sono così sicuro che sueno voglia dire sonno, nonostante non
conosca lo spagnolo! Non potrebbe voler dire anche suono.. o sogno?"
Orazio: "Potrebbe.. guardo sul mio dizionario tascabile " (sfoglia il dizionario) "Sueno: sonno o
sogno dice il dizionario, ha due significati diversi in spagnolo!"
Demetrio: "Sogno o sonno, per me la frase non ha senso .. cosa ne pensi tu, cervellone?"
Orazio: "L'artista ci vuole far riflettere sull'importanza della ragione umana in entrambi i casi.
Ad esempio: se consideriamo la parola sonno, il messaggio ricavabile sarà che dal non utilizzo
della razionalità nascono 'mostri'. Cosa saranno questi mostri?"
Demetrio: "Il discorso si sta facendo complicato, non è meglio lasciar perdere? Cosa interessa a
noi di questa 'ragione'!?"
Orazio: "Ecco ciò di cui parla l'artista: stai evitando il discorso mettendo a dormire la tua
ragione"
Demetrio:"Non vedo mostri intorno a me però!"
Orazio: "I mostri forse sono dentro di te e si possono presentare quando meno te lo aspetti. Sono
composti da ignoranza e pregiudizio che ci portano a guardare la realtà in maniera distorta. Il
problema del 'sonno della ragione' è stato già affrontato nell'antichità da celebri filosofi, come ad
esempio Eraclito e Platone. Il primo distingue l'umanità in due categorie fondamentali, gli
uomini comuni e i filosofi (gli 'svegli') , che a differenza dei primi (i 'dormienti') sono coloro che
tramite l'utilizzo della ragione riescono a dare risposte alle domande che si pongono. Platone
invece affronta il problema con il 'mito della spelonca'. In una caverna vi sono degli uomini
incatenati che non si possono muovere e soprattutto non possono uscire. Il loro mondo, tutto ciò
che hanno visto nella loro vita, si limita a quella caverna. Senza voler davvero conoscere cosa ci
sia al di fuori di quella 'prigione', si accontentano di guardare delle ombre che gli uomini che li
tengono prigionieri proiettano. Anche loro dunque sono 'dormienti', perchè si accontentano di ciò
che i loro occhi vedono e non provano con la ragione ad andare oltre. L'unico che lo farà sarà il
filosofo, che riuscito a rompere le catene e uscito dalla caverna, apprezzerà le meraviglie del
mondo esterno. Ritornato nella caverna per condividere con i suoi compagni ciò che ha visto e
aiutarli a liberarsi dalle catene, lo 'sveglio' viene preso per pazzo dai 'dormienti' ed ucciso. Fa
molto riflettere tutto ciò. Il messaggio che ci vogliono dare questi due filosofi, come quello della
prima interpretazione del quadro, è quello di svegliare la nostra ragione, di non essere passivi o
disinteressati. Anche tu prima non hai risposto alla domanda perchè ti sembrava troppo
complicata, in realtà non hai risposto perchè non hai voluto usare la tua ragione!"
Demetrio: "Ho capito Orazio, sono stato un dormiente.. mentre la seconda interpretazione?
Quale potrebbe essere il messaggio che l'artista vuole dare con quella?"
Orazio: "Perchè non provi tu a rispondere a questa domanda? Sveglia la ragione"
Demetrio: "Ci provo Orazio. Allora.. secondo me in questo caso ci sta dicendo il contrario di ciò
che ci ha detto la prima interpretazione. Infatti il "sogno della ragione" provoca mostri potrebbe
voler dire che sognare di usare la razionalità in ogni cosa porta (come prima) a mostri interiori.
Nel senso che ci sono cose che la ragione non può controllare, ad esempio i sentimenti."
Orazio: "Bravo! E' un'ottima interpretazione. Come disse Pascal : 'il supremo passo della ragione
sta nel riconoscere che c'è un'infinità di cose che la sorpassano. É ben debole se non giunge a
riconoscerlo'. Secondo me, l'artista ha voluto creare questa dualità di interpretazione per
permettere ad ognuno di noi di farsi un'idea propria. Non possiamo dire quale delle due sia quella
corretta, perchè ognuna di esse dipende da noi stessi."
Demetrio: "E se avessimo avuto solo una possibilità di interpretazione? Ci saremmo accontentati
di quella, senza andare oltre. Avremmo preso l’idea dell’artista come oro colato, in quanto
pensiero di un uomo colto. O almeno, io avrei fatto così. Penso che la maggior parte della gente
sia influenzata da ciò che dicono quelli che ne sanno più di loro. L’opinione dei più ‘grandi’
diventa quella comune e prevale!”
Capitolo 2 – Le nostre scelte provengono dalla ragione o siamo influenzati dal mondo
esterno?
Orazio: “Che pessimista, Demetrio! Pensi per caso che l’uomo sia un burattino nelle mani della
società? Credi davvero che il mondo esterno ci influenzi a tal punto da non permetterci di farci
una nostra opinione?”
Demetrio: “Lo dicono tutti, è quello che si pensa spesso di noi ragazzi! Poi basta guardarsi
intorno per vedere quanto internet, la televisione con le pubblicità e le mode ci influenzino.
Tendiamo sempre ad imitare ciò che ci piace e a volte cambiamo per non essere esclusi o per fare
bella figura con gli altri. Veniamo trascinati dalla società.”
Orazio: “Gli strumenti che hai elencato non sempre hanno su di noi l’effetto negativo che pensi.
Grazie a questi mezzi possiamo approfondire le nostre conoscenze e aprire la mente. A volte gli
altri non ci influenzano e basta ma ci permettono di ragionare, di capire che magari avevamo
torto o di vedere le situazioni secondo altre prospettive. Il problema è trovare il giusto equilibrio
e non sempre è facile.”
Demetrio: “Quindi secondo te si possono avere e formulare proprie opinioni nonostante gli
influssi dall’esterno?”
Orazio: “Esatto, l’importante è non essere pigri, non farsi trasportare da ciò che la società
moderna porta con sé. Viviamo tutti in una società dalla quale è impossibile estraniarsi quindi
dobbiamo imparare ad utilizzare i mezzi a nostra disposizione nel modo adeguato. Conformarsi è
certamente più semplice ma il segreto sta proprio nel prendere in considerazione ciò che arriva a
noi e rielaborarlo attraverso la ragione.”
Demetrio: “Quanto sei profondo, Orazio! Ma secondo te nel passato, senza gli strumenti dei
giorni d’oggi, c’era meno possibilità di essere pigri?”
Orazio: “Decisamente no! Le mode, infondo, esistono da sempre semplicemente venivano
trasmesse da mezzi differenti. Inoltre, come dicevo prima, non viviamo da soli, siamo sempre
stati a contatto con altre persone. In passato c’era sicuramente più ignoranza, solo in pochi
avevano il privilegio di studiare. Essere quindi condizionati dai potenti e soprattutto dalla
religione o da alcune assurde superstizioni non era difficile.”
Demetrio: “Più andiamo avanti più mi sembra che le persone che pensano di testa propria non
possano esistere.”
Capitolo 3 – Cos’è la ragione?
Orazio: “Non siamo tutti uguali, ognuno ha il suo pensiero e lo studio ci permette di arricchire le
nostre idee.”
Demetrio: “Quindi tu che hai studiato puoi dirmi cos’è la ragione?”
Orazio: “Aver studiato mi ha permesso di conoscere le varie idee, anche quelle dei filosofi del
passato e ho potuto cominciare a dar vita a un mio pensiero. Ad esempio mi ricordo che al liceo
ho studiato Cartesio che per primo abbracciò il razionalismo. Pensava che gli uomini dovessero
essere come delle macchine e che dovessero affidarsi solamente alla loro ragione eliminando
completamente le conoscenze sensibili che avrebbero potuto mettere in crisi i loro pensieri. Di
certo però a scuola non mi hanno istruito su un’unica corrente di pensiero: accanto ai razionalisti
e alla loro convinzione del ragionamento deduttivo a priori troviamo gli empiristi che fondano le
loro idee sull’osservazione del mondo e quindi si basano sul metodo detto a posteriori.”
Demetrio: “Quindi ti sei fatto influenzare dal pensiero di chi è venuto prima di te?”
Orazio: “Ho diverse idee a riguardo di vari argomenti e per ora possono anche variare ma
nascono dalla mia esperienza e sono arricchiti dallo studio che mi ha aperto gli occhi su cose che
prima non vedevo”
Demetrio: “Ma non hai comunque dato una definizione, qual è la risposta alla mia domanda?
Cos’è la ragione?”
Orazio: “Ci sono diverse definizioni che possiamo dare. Sul dizionario ad esempio troveresti la
definizione di facoltà propria dell’uomo di pensare, di collegare fra loro concetti e idee secondo
rapporti logici. Però la ragione è un concetto astratto e come tale è difficile da spiegare. Perciò
potrei solo spiegarti quello che è il mio pensiero. Non esiste dunque una definizione ben precisa
di questo termine.”
Demetrio: “Ma se non esiste una definizione di questo termine posso di conseguenza affermare
che non esista?”
Orazio: “Ti sbagli, non ho detto che non esiste in assoluto una definizione ma che non ne esiste
una ben precisa. Molti infatti hanno provato a darne una ma in base al proprio pensiero. Dunque
qualunque di queste può essere ritenuta corretta. La ragione perciò esiste, è qualcosa che si trova
dentro di noi e se non esistesse vivremmo in un mondo caotico, un mondo in cui gli avvenimenti
non potrebbero avere una spiegazione razionale. La razionalità è qualcosa di cui abbiamo
bisogno perché l’idea di vivere in un mondo governato dall’irrazionalità ci spaventa.”
Demetrio: “Senz’altro hai ragione Orazio, ma in fin dei conti non sei arrivato al punto basilare, ti
sei solo limitato a rispondere in mondo generico!”
Capitolo 4 – I limiti della ragione
I due giovani escono dalla biblioteca, camminando al fianco della loro questione irrisolta sulla
ragione. Ancora persi ognuno nei proprio pensieri, si dirigono come d’accordo allo stadio.
Lungo la strada Demetrio osserva una coppia che passeggia mano nella mano, chiacchierando e
ridendo; i due sono chiaramente innamorati, è impossibile non capirlo: il modo in cui ridono, in
cui si guardano è un inspiegabile certezza del fatto che qualcosa di molto profondo li unisce.
Demetrio si interroga sull’amore, si chiede cosa sia e da dove provenga. Ripercorre la
discussione appena affrontata con Orazio sulla ragione, cerca un aggancio tra sentimento e
razionalità ma, trovandosi in difficoltà, chiede all’amico la sua opinione.
Demetrio: “Orazio, ascolta: guardati intorno. Ci sono migliaia di cose che non si possono
spiegare con la ragione di cui abbiamo tanto parlato prima!”
Orazio:”A cosa ti riferisci?”
Demetrio”Basta osservare la gente.. Ogni persone ha sul volto un’espressione diversa!
Banalmente C’è chi è felice, chi triste. Perché?”
Orazio: “ Beh mi sembra ovvio Demetrio, ognuno di loro ha una propria vita, i propri problemi e
le proprie emozioni.”
Demetrio: “Infatti! Ecco un elemento che non abbiamo considerato nella nostra discussione! Ci
siamo concentrati sui meccanismi della razionalità, ma non abbiamo tenuto conto del fatto che
tutti noi abbiamo dei sentimenti e che, in alcuni casi, sono più importanti della ragione!
Insomma, quando provi un sentimento per qualcuno, che sia odio o amore, non puoi spiegarlo
solamente con lo studio del cervello, come se fossimo delle macchine!”
Orazio: “Amico mio, è incredibile! Da una semplice domanda su un quadro ti ho portato a
ragionare non solo sulla ragione ma sull’uomo in generale. Concordo con te, alcune cose
sembrano impossibili da spiegare tramite la razionalità. Ci sono sempre più ricerche che cercano
di indagare i meccanismi del nostro cervello, quasi vogliano dimostrarci che siamo delle sorti di
macchine naturali, funzionanti grazie a semplici impulsi nervosi. Eppure.. Chi ci dice che non ci
sia qualcosa di più grande?”
Demetrio: “Ti riferisci a Dio o a qualche altra entità più grande di noi?”
Orazio: “Non necessariamente! Se fossero i nostri sentimenti, ciò che sentiamo, a determinare le
nostre scelte e quindi ciò che siamo?”
Demetrio: “Di quanto sia una persona libera o meno di scegliere ne abbiamo già parlato! Ciò che
volevo domandarti in realtà era una tua idea sui sentimenti.. sono quasi più difficili da spiegare
che la ragione!”
Orazio: “Già, così difficili che i poeti e gli scrittori ci hanno perso millenni e tutt’ora molti
uomini lunghe notti. Un uomo non può conoscere l’amore finché non ama, e l’odio finché non
odia. Deve mettersi di fronte ai suoi sentimenti, riconoscerli e saperci convivere. Ognuno di noi
li affronta in maniera diversa, e non è forse per questo che siamo tutti diversi?”
Demetrio: “ Ragione e sentimenti, a me pare proprio che non vadano d’accordo. Cervello e
cuore, sempre in lotta. È possibile trovare un’armonia?”
Orazio: “A questa domanda, caro Demetrio, penso proprio di non sapere rispondere. Dal basso
dei miei vent’anni, ti posso dire che abbiamo ancora molto tempo per decidere che posto
occupino ragione e sentimento. Magari tra una decina d’anni ci accorgeremo che camminano
l’una al fianco dell’altra, oppure che sono in continua lotta. Non sono certezze, ma gigantesche
incognite le cose di cui abbiamo parlato oggi. Dobbiamo continuare a porci domande, metter in
dubbio, pensare. Non è forse la vita una continua ricerca?”
Conclusione
In questo racconto abbiamo discusso di un argomento così astratto e complesso che spesso non
viene affrontato dalla maggior parte della gente. Proprio perché così lontano dalla quotidianità
comune, abbiamo deciso di trattarlo in modo semplice e diretto; cosa meglio di un dialogo tra
due ragazzi come noi? Demetrio e Orazio rappresentano perfettamente la nostra generazione,
divisa, se vogliamo semplificare, in svegli e dormienti, come disse Eraclito. Scrivendo questo
dialogo, facendoci domande sulla ragione, ci siamo ‘svegliati’ anche noi, proprio come
Demetrio. Alla fine di questo lavoro abbiamo capito che non esiste un modo per definire in modo
chiaro la ragione. Per tutti questi secoli centinaia di filosofi sono andati alla ricerca della sua
essenza, dando opinioni e risposte diverse. Che cos’è la ragione? Ci siamo fatti una nostra idea,
non definitiva ma che si adatta alla nostra concezione del mondo. Secondo noi, la ragione è come
un amico, sempre al nostro fianco. Ci aiuta nelle scelte, come una coscienza ci dice cosa è giusto
e cosa non lo è. Un amico non troppo invadente, ma sempre pronto a rispondere se interpellato.
Un amico che sa quando farsi da parte, che sa cosa è meglio per ognuno di noi e cerca di aiutarci.
Ci tende la mano tutti i giorni, nella speranza che ognuno accolga il suo invito a seguirla e ad
ascoltarla. "Chi trova un amico trova un tesoro" dice un famoso detto popolare. La ragione è
proprio questo, un amico che in realtà è uno dei più grandi tesori che l'umanità possiede.
Sfruttiamo questo tesoro che ci hanno donato.
Bibliografia
Eraclito, Frammenti, BUR Rizzoli, Milano 2013
Platone, La Repubblica, Bibliopolis, Napoli 2007
Aristotele, Politica, BUR Rizzoli, Milano 2002
Blaise Pascal, Pensieri, Guaraldi, 1995