La bolletta elettrica

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La bolletta elettrica
La bolletta elettrica
Ogni bimestre, puntuale, ecco la bolletta elettrica; ed ogni volta risulta difficile
districarsi fa numeri e codici, tant’è che il più delle volte ciascuno di noi si
arrende e, fatte le usuali lamentazioni, si limita … a pagare. Ogni tanto si fa forte
il desiderio di cambiare fornitore, ma per farlo occorre per prima cosa capire la
propria situazione, capire proprio ciò che appare incomprensibile: la propria
bolletta elettrica. In caso contrario ogni cambiamento è un atto di fede che non
sempre risulta nella direzione sperata. Per questo nelle pagine che seguono
cercheremo di illustrare le varie voci che la compongono e di capire dove vanno a
finire i nostri soldi1.
1
Tutti i riferimenti del testo sono relativi ai documenti pubblicati dall’Autorità per l’energia Elettrica ed il GAS e dal Gestore dei Servizi Energetici. Testo Pubblicato su www.martinbuber.eu il 21 marzo 2012. Liberamente utilizzabile citando l’autore per semplice rispetto del lavoro altrui. Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Una classica bolletta elettrica. 1 1. In che mercato siamo?
La prima cosa da verificare è in che tipologia di mercato siamo: libero o tutelato?
Per comprenderlo basta guardare in testa alla bolletta cosa compare a fianco del
nome della società fornitrice, anzi talvolta è già il nome della società a dircelo (nel
caso di Enel, Enel Energia fornisce il mercato libero, Enel Servizio elettrico quello
tutelato).
Indica il tipo di mercato: •
•
mercato libero servizio di maggior tutela 2. A che periodo si riferisce la bolletta? Quanto dobbiamo
pagare?
E’ la parte più in evidenza della bolletta, quella che più balza all’occhio:
Importo, periodo e scadenza: Nel box relativo ai fati della fornitura posso rilevare se sono in mono oraria,
bioraria o multi oraria. Questi due dati sono fondamentali se vorrete cambiare fornitore KW di cui disponete, per averne di più occorre aumentare la potenza Consumo calcolato nelle letture precedenti (a ritroso di un anno) Roberto Meregalli www.martinbuber.eu 3. Che tipo di tariffa sto pagando?
2 4. In che orari ho consumato?
Nel caso di tariffa bioraria (obbligatoria per tutti nel mercato tutelato) viene
mostrata una tabella che suddivide i consumi nelle tre fasce:
F1
di punta - dalle ore 8 del mattino alle 19 nei giorni feriali
F2
Ore intermedie - dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 dal lunedì al sabato. Inoltre dalle 7 alle 23 nei giorni di
sabato
F3
Ore fuori punta - dalle 00 alle 7 e dalle 23 alle 24 dal lunedì al sabato. Inoltre in tutte le ore della
domenica e nelle festività
Periodo, tipo di lettura (effettiva o presunta) e consumo addebitato nella bolletta. Dati utili per capire gli orari di consumo e valutare eventuali offerte commerciali del mercato libero. 5. Quanto ho consumato?
Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Il numero di KWh consumati e pagati nella bolletta ricevuta è riportato sempre nei
dati della fornitura nella parte di riepilogo letture.
3 6. Quanto costa l’energia che ho consumato?
Eccoci alla domanda più difficile. Il dettaglio della bolletta è infatti la parte più
lunga e complicata. Ad essere sinceri la colpa non è tanto delle compagnie
elettriche, il problema è che il prezzo dell’elettricità è complicato e non si ottiene
con una banale moltiplicazione di una tariffa per ogni chilowattora consumato.
Quello che segue è lo schema della bolletta, sono tre le voci che compongono il
totale, su cui alla fine si applica l’IVA (10%):
•
•
•
servizi divendita
servizi di rete
imposte
In effetti l’IVA (una tassa) viene applicata anche sulla parte delle imposte.
Totale
(su cui si calcola l’IVA)
Quota fissa Servizi di rete
Quota energia Comm. vendita Comp.Disp
acciamento Quota fissa
energia Quota potenza
dispacciamento
perequazione F1 Il costo dell’energia nelle biorarie è suddiviso per fasce. Imposte Accisa
Addizionale enti locali Quota variabile
F2/F3
Questa parte è uguale sia nel mercato libero che in quello tutelato. Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Servizi di vendita 4 L’importo maggiore è quello dei servizi di vendita (anche se in caso di consumi molto
bassi può scendere allo stesso livello dei servizi di rete) che “ripaga” il venditore del costo
delle attività poste in atto per acquistare e rivenderci l'energia elettrica.
Questa è l’unica parte che differisce fra mercato libero e tutelato poiché solo
la parte di energia è interessata dal mercato.
Per quanto riguarda il primo trimestre 2012, gli importi sono i seguenti e come si vede
sono suddivisi in 4 scaglioni di consumo.
Quota energia (€/kWh) kWh/anno: da 0 a 1800
da 1801 a 2640
da 2641 a 4440
da 4441
Quota fissa (€/anno) Servizi di vendita Monorario Biorario fascia unica fascia F1 fascia F23 0,09229 0,09874 0,08906 0,09594 0,10239 0,09271 0,09990 0,10635 0,09667 0,10400 0,11045 0,10077 16,47250 Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Nel mercato di maggior tutela questi valori sono aggiornati ogni tre mesi da parte
dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (AEEG); questi importi possono salire ma
anche scendere, così come è accaduto nel corso di tutto il 2009 e 2010, come mostrato
dal grafico sottoriportato che in colore rosso mostra le variazioni trimestrali decise
dall’Autorità dal 2007 ad oggi.
5 E’ importante sapere che i prezzi soprariportati comprendono:
•
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•
•
•
Prezzo energia (PE): copre i costi sostenuti dalla società Acquirente Unico o dalle varie
società del mercato libero a cui ci siamo rivolti per acquistare l'energia elettrica;
Prezzo dispacciamento (PD): copre i costi del servizio che garantisce in ogni istante
l'equilibrio tra l'energia immessa e quella prelevata dalle reti elettriche;
Prezzo commercializzazione vendita (PCV): copre i costi fissi di gestione commerciale dei
clienti che vengono sostenuti mediamente dagli operatori del mercato libero;
Componente di dispacciamento (DISPbt): restituisce ai clienti che hanno diritto al servizio
di maggior tutela la differenza tra il gettito della componente "Prezzo commercializzazione
vendita" e i costi di gestione commerciale sostenuti dai fornitori del servizio di maggior
tutela;
Componenti di perequazione (PPE): garantisce l'equilibrio tra i costi effettivi di acquisto e
dispacciamento dell'energia elettrica destinata al servizio di maggior tutela e quanto pagato
dai clienti a partire dal 1 gennaio 2008.
La “Componente di dispacciamento (parte fissa)” è sempre espressa in negativo ed il suo
valore è detratto nel calcolo del totale relativo ai servizi di vendita. Ovviamente vale solo
per il servizio di maggior tutela.
Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Il numero delle righe à sempre multiplo di due nella bioraria e ripetuto per il numero delle letture 6 Calcolo terminato? No perché vanno aggiunti gli oneri generali del sistema elettrico che sono
fissati per legge e vengono pagati da tutti i clienti finali. A cosa servono? A gestire il sistema
elettrico nazionale nel suo complesso e con l’andare del tempo hanno inglobato anche voci che a
parere di alcuni dovrebbero essere tolti. Ecco l’elenco:
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•
•
promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate
finanziamento dei regimi tariffari speciali
finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo
copertura dei costi già sostenuti dalle imprese e non recuperabili in seguito alla
liberalizzazione del mercato elettrico
copertura delle integrazioni tariffarie alle imprese elettriche minori;
smantellamento delle centrali nucleari e misure di compensazione territoriale.
Anche questi oneri sono a carico di tutti e pertanto nelle offerte del mercato libero vanno
considerate in aggiunta al prezzo energia proposto. Ecco il loro valore nel primo trimestre
2012:
Quota energia (€/kWh) Oneri generali fascia unica kWh/anno: da 0 a 1800
0,020336 da 1801 a 2640
0,030046 da 2641 a 4440
0,043116 da 4441
0,043116 Quota fissa (€/anno) Quota potenza (€/kW/anno) 0,16970 Come si può vedere il costo oscilla fra i 2 e i 4 centesimi di euro per chilowattora.
Ad esempio da qui si ricava che la Quota fissa in bolletta è di 1,857700 € al mese
Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Passiamo ora alla parte dei Servizi di rete, anch’essi determinati trimestralmente
dall’AEEG per tutti i clienti. Servono a ripagare le spese relative a trasmissione,
distribuzione e misurazione dei consumi.
Nel caso della comune tariffa D3, i valori in bolletta sono ricavati attraverso alcuni
algoritmi dalle tre componenti della tabella seguente, valida per il primo trimestre 2012:
7 Quota energia (€/kWh) Servizi di rete fascia unica kWh/anno: da 0 a 1800
0,00461 da 1801 a 2640
0,03925 da 2641 a 4440
0,07670 da 4441
0,11550 Quota fissa (€/anno) 6,00000 Quota potenza (€/kW/anno) 5,47000 Sommando le varie componenti viste sinora si ottengono i valori totali della tabella
riportata di seguito:
Quota energia (€/kWh) kWh/anno: da 0 a 1800
da 1801 a 2640
da 2641 a 4440
da 4441
Quota fissa (€/anno) Quota potenza (€/kW/anno) TOTALE Monorario Biorario fascia unica fascia F1 fascia F23 0,117236 0,123686 0,114006 0,165236 0,171686 0,162006 0,219716 0,226166 0,216486 0,262616 0,269066 0,259386 22,47250 5,63970 L’Autorità per l’energia ed il gas stima in 17,31 centesimi il costo del kWh ma si tratta di
una approssimazione per i consumi vicini ai 2.700 KWh annui, in realtà se ciascuno di
noi prova a suddividere la propria spesa annuale per il numero di kWh addebitati ottiene
valori discordanti, divergenti man mano che ci si allontana dai 2.700 kWh di consumo
standard. La cosa avviene anche consumando meno poiché in tal caso aumenta
l’incidenza dei costi fissi della bolletta.
Nel disegno originario dell’Autorità per l’energia Elettrica ed il Gas (nel 2007) la tariffa bioraria avrebbe dovuto
creare una corrispondenza fra i prezzi del mercato all’ingrosso dell’energia e quello al dettaglio. Inizialmente
la differenza fra le tariffe in orari di alto consumo e orari di basso consumo era stata artificialmente posta ad
un valore non troppo alto per permettere ai consumatori di abituarsi, ma poi il divario sarebbe dovuto salire.
Oggi se si vanno a confrontare i due valori (F1 e F2/F3, vedi grafico) si scopre che è accaduto il contrario: la
prima dal quarto trimestre 2007 al primo 2012 è scesa del 20%, mentre la seocnda è salita del 30% col
risultato di essere oggi appaiate. Cosa significa? Che consumare in fascia ridotta significa oggi risparmiare
solo 1 centesimo di euro per kWh.
Pertanto una famiglia standard (2.700 KWh consumi annui, il 45% in F1 ed il resto in F2/F3) consuma
all’anno solo 4 euro in più rispetto a una famiglia attenta (che consuma colo il 15% in ore di picco F1).
Davvero poco come premio.
Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Il fallimento della bioraria
8 Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Da quanto visto, fare dei calcoli per chilowattora non è facile perché esistendo
diversi scaglioni per prima cosa tutto dipende dai consumi annuali,
secondariamente nella tariffa bioraria, risultano rilevanti gli orari di consumo.
Con le dovute semplificazioni l’AEEG calcola che nella seconda fascia di consumi
(entro i 2.700 KWh), il costo finale di un chilowattora è di 17,31 centesimi di
euro, così suddivisi fra le varie voci della bolletta:
9 Gli oneri di sistema che si pagano con le bollette elettriche sono suddivisi in:
• Α3: incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate;
• Α4: regimi tariffari speciali per la società Ferrovie dello Stato;
• A2 e MCT: oneri per la messa in sicurezza del nucleare e compensazioni
territoriali;
• UC4: compensazioni per le imprese elettriche minori;
• A5: sostegno alla ricerca di sistema;
• As: copertura del bonus elettrico (a sostegno delle famiglie a basso reddito);
• UC7: promozione dell’efficienza energetica.
Riguardo alla componente A3, va specificato che il 20% circa alimenta il CIP6
“assimilate” con non sussidia fonti rinnovabili, un altro 20% alimenta la parte
rinnovabile del CIP6, la tariffa omnicomprensiva che sussidia diverse fonti, il 60%
rimanente alimenta il conto energia per il fotovoltaico. Quest’ultimo perciò incide
approssimativamente per 1,4 centesimi al KWh (37 euro all’anno nel caso dei canonici
2.700 KWh di consumo annuo).
Roberto Meregalli www.martinbuber.eu .
10 7. Conclusione
Assodato che il istema di tariffazione elettrica è complesso e che solo per metà è
relativo al costo di generazione e pertanto contrattabile sul mercato libero, appare
chiaramente che occorre fare molta attenzione alle relative offerte.
Ad oggi, le offerte esistenti nel mercato libero si caratterizzano per essere a:
•
PREZZO INDICIZZATO, ad esempio il fornitore fa uno sconto percentuale
(generalmente che va dal 10% al 20%) rispetto la tariffa di maggior tutela che
viene aggiornata ogni tre mesi;
•
PREZZO FISSO, il costo di acquisto dell’elettricità al kwh viene mantenuto fisso
per un determinato periodo (da 1 a 2 anni);
•
PREZZO A FORFAIT, si pagano delle cifre fisse mensilmente in base a dei
quantitativi prestabiliti, se si superano si paga di più;
•
TARIFFE BIORARIE, si pagano prezzi diversi per fasce di consumo ma con
tariffe diverse rispetto a quelle fissate dall’Autorità.
•
= Media gennaio – ottobre Roberto Meregalli www.martinbuber.eu Se non si conoscono esattamente i propri consumi annuali e le fasce di consumo è
puro azzardo scegliere una di queste opzioni. Lo sconto ottenibile è comunque basso,
sinceramente gli euro risparmiabili si ottengono più facilmente agendo sull’efficienza
di lampadine ed elettrodomestici casalinghi.
La scelta del mercato vincolato rimane la scelta di chi considera più opportuno pagare
l’energia corrispondentemente ai costi reali sul mercato all’ingrosso.
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