FP CGIL, NO A INGRESSO CORPO FORESTALE NEI CARABINIERI
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FP CGIL, NO A INGRESSO CORPO FORESTALE NEI CARABINIERI
P.A.: FP CGIL, NO A INGRESSO CORPO FORESTALE NEI CARABINIERI ROMA, 18 GIU - "L'ipotesi sempre più insistente nei corridoi di palazzo" di un passaggio "del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri è assolutamente intollerabile". Così il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte, commentando in una nota l'accorpamento inserito nel ddl Madia. "Il Corpo forestale ha una sua specializzazione sul settore ambientale che non ha nulla a che fare con i compiti di natura 'istituzionale' dell'Arma", sottolinea Chiaramonte, che aggiunge: "Stiamo ancora aspettando la convocazione di un confronto". (ANSA). UP: ALLARME FISCO SU BENZINA, RISCHIO +3 MLD AL 2021 CON MENO CONSUMI E CALO PREZZO PETROLIO FATTURA A MINIMI 2005 (di Francesca Paggio) ROMA, 18 GIU - Il petrolio scende, il differenziale con il prezzo industriale europeo si è ormai azzerato, ma i prezzi della benzina potrebbero continuare a salire a causa del peso del fisco, con 3 miliardi di aumenti previsti da qui al 2021. L'Unione petrolifera, in occasione dell'assemblea annuale, torna a lanciare l'allarme sul prelievo fiscale, in uno scenario per altro favorevole da un punto di vista generale, con le fatture energetica e petrolifera in forte flessione grazie al crollo del prezzo del greggio, ma anche a causa del calo dei consumi. Il presidente dei petrolieri Alessandro Gilotti, che rimane al suo posto in attesa di una nuova nomina, ha avvertito che "il problema dell'elevato carico fiscale sui carburanti, oggi intorno al 60% del prezzo finale, si riproporrà con forza nei prossimi anni, considerato che tra Iva, clausole di salvaguardia e coperture varie, sono già programmati aumenti fino al 2021 per 3 miliardi, pari a circa 12-14 cent al litro". Benzina e gasolio, e quindi gli automobilisti, continueranno dunque a essere considerati come una sorta di 'bancomat' dalla finanza pubblica, a meno che non si replichino le decisioni prese in merito agli aumenti che sarebbero dovuti scattare a inizio 2015 e a luglio, e quindi il Governo trovi altre soluzioni. Il sistema Paese, comunque, in questo momento sta chiaramente approfittando del contesto energetico favorevole. La fattura energetica, vale a dire i costi sostenuti dall'Italia per approvvigionarsi all'estero, nel 2014 è scesa del 21% a 44,2 miliardi, ai minimi dal 2005, mentre quella petrolifera è scesa a meno di 25 miliardi. Basta guardare al prezzo del greggio, del resto, per spiegare gran parte della flessione: il costo medio annuo di una tonnellata è stato infatti pari a 548,1 euro, contro i 607,5 del 2013 (-9,8%), che è la risultante di un minore costo all'origine (-9,5% in dollari) e di un apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro (+0,3%). Il calo del 3,8% riporta invece i consumi sui valori dei primi anni '90: in particolare a scendere è stato il gas (-11,7%), per effetto della minore richiesta per la produzione termoelettrica e delle temperature più miti dell'anno. Qualche segnale di risveglio si è invece registrato sul fronte dei consumi di carburanti: la benzina ha limitato il calo all'1,5% e il gasolio da autotrazione è invece cresciuto dell'1,9% "riflettendo anche un certo recupero delle attività produttive". Il problema, però, restano la rete di distribuzione, in particolare quella autostradale, dove è urgente intervenire per risolvere problemi quali "l'eccessivo numero di impianti, gli alti costi di gestione, le roylaties fisse sproporzionate", ma anche le regole in materia di raffinazione, ormai in "crisi strutturale". Un capitolo a parte è invece quello delle rapine: nel 2014 quasi un impianto di distribuzione carburanti su 10 (l'8,5%) è stato assaltato. Il problema, ha spiegato Gilotti, "sta nell'enorme quantità di contanti con cui si paga la benzina, pari a 50 miliardi in banconote da 5, 10 e 20 euro".(ANSA).