Puglia in vetta La carica della capoeira arte marziale in passo a due

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Puglia in vetta La carica della capoeira arte marziale in passo a due
SPORT
Ballando per l’oro
La danza sportiva approda alle Olimpiadi: Puglia in vetta
MARIA MORETTI
allare per sport. Non è un
B
modo di dire o di ingannare il
tempo, ma quello che accade da
quest'anno. Dopo il riconoscimento ufficiale da parte del Coni,
della Fids (Federazione italiana
danza sportiva) quale unico organismo rappresentante delle associazioni non professionistiche,
alcuni balli, infatti, sono stati
ridefiniti sportivi. Ciò significa
non solo aver ottenuto la qualifica di sport, ma anche l'ambizione
di poter entrare a far parte delle
discipline olimpiche, accanto a
sport più tradizionali.
«Nel 2008 le danze standard e
latino - americane verranno presentate alle Olimpiadi come discipline dimostrative - assicura il
vicepresidente della Fids Puglia,
Carlo Tridente - per poi entrare
nel medagliere già nel 2012. Questo è un traguardo che abbiamo
raggiunto dopo anni di lavoro e
continue conferme». Ma le danze
standard (valzer inglese, tango,
valzer viennese, slow fox trot,
quick step) e latino americane
(samba, rumba, cha cha cha, paso
doble, jive) sono già riconosciute
a livello internazionale: ogni
anno si disputa un campionato
del mondo, in cui l'Italia si piazza
sempre in vetta alle classifiche.
Seguono le danze jazz (rock
and roll, boogie woogie,
soul, rithm and blues) e le
danze caraibiche (salsa,
merengue,
bachata),
meno praticate ma
più conosciute. A
livello
nazionale
invece fanno da
padrone il ballo da
sala (valzer lento,
tango, fox trot), il liscio
unificato
(mazurca,
valzer
viennese,
polka), soprattutto al
nord, ma anche il liscio
piemontese e le danze
folk romagnole.
«In Puglia questa è
una realtà in crescita - dice il segretario della Fids
Puglia, Gianni Russo S o n o
circa
6mila
g l i
iscritti alla nostra federazione,
ma se consideriamo tutti quelli
che ruotano intorno a questo
La carica della capoeira
arte marziale in passo a due
FRANCESCA SAVINO
Nessun contatto. Fra chi pratica capoeira
l'ideale è non sfiorarsi mai. Strano per una
danza, ancor più per un'arte marziale.
La capoeira, che in tutta la Puglia conta
circa 900 iscritti e almeno altrettanti simpatizzanti, è anche, ma non solo, questo. Nata
nelle piantagioni di caffè e di canna da zucchero del Brasile alla fine del 1500, durante
le pause di lavoro, quando sotto gli occhi dei
capi portoghesi gli schiavi africani si riuniscono in roda, in cerchio. Una danza tribale,
con di volta in volta due protagonisti al centro di un capannello umano, accompagnati
da strumenti musicali - su tutti il berimbau,
simbolo della capoeira, e da canti che rispecchiano il ritmo dei loro movimenti, il loro
jogo. Una tecnica di sopravvivenza che giorno dopo giorno viene costruita, tramandata,
arricchita di movenze e particolari verso
un'ipotetica rivolta. Le gambe, libere da
catene, basse e ben piantate al suolo, e le
braccia, irrobustite dal lavoro forzato, imparano a rispondere con riflessi rapidi. A schivare e saper, all’occorrenza colpire. Nessun
contatto, solo movimenti ad incastro e alle-
mondo e non fanno competizioni,
il numero è dieci volte superiore.
Quello che ci fa più onore è il
livello delle scuole
pugliesi: molti
campioni
provengono dalla
nostra
regione».
Marco Congedo è uno di questi: ha vinto i campionati nazionali
del 2004 in coppia
con
Antonella
Suglia, e ora ha
aperto una scuola
in provincia di
Lecce,
"Aurora
Danze". Roberta
Russo è vicecampionessa italiana
del 2004, in coppia
con Teodosio Elia.
Anche lei ha aperto una scuola a Bari,
la "Focus Clan Tero".
Non solo campioni,
però. La "Cerignola
dance", per esempio,
diretta dai maestri Cuorci, ha vinto nel 2006 il primo premio tra le società nazionali con il
più alto numero di atleti che ha
namento: fisico e dell’astuzia, la malandragem, per conoscere le
mosse dell’avversario.
Ancora prima di lui. Se
lo si coglie scoperto, non
c’è bisogno di colpire.
Basta accennare la
mossa, e il gioco prosegue
nell’equilibrio.
Imparando l’uno dall’altro. Coltivando il potenziale, più che il singolo atto. Mentre chi è intorno modula il canto
per avvisare quando si stanno avvicinando i
padroni, e bisogna apparire innocui. Fino al
1888, anno di abolizione della schiavitù, lo
stile praticato è quello dell’angola, caratterizzato da movimenti lenti e vicini al suolo,
capovolgimenti dell’azione, dialogo fra i due
corpi e esaltazione delle tecniche e strategie
di jogo.
Perfezionata da mestre Pastinha, che la codifica come disciplina attraverso il suo Centro
Esportivo de Capoeira Angola, nel 1930 le si
affianca lo stile regional, più acrobatico e
serrato, creato da mestre Bimba. Negli stessi
anni arriva il riconoscimento della Secreta-
conseguito i migliori risultati nel
tempo. «La preparazione è fondamentale - spiega Russo - Quest'anno abbiamo creato un'associazione di tutti i maestri di danza sportiva, la "Midas", in collaborazione
con la Federazione dei professionisti di danza sportiva. E l'anno
prossimo, per la prima volta, i
campionati nazionali invece che
a Foligno si disputeranno a Bologna, in Fiera: quattro padiglioni
verranno messi a disposizione.
Finalmente, dopo anni di lotte,
siamo riusciti ad ottenere una
visibilità importante, anche grazie alla diffusione dei balli caraibici tra i giovani, e ad essere ospitati a fine luglio nel capoluogo
emiliano. Ci saranno 30mila atleti che si fronteggeranno in tutte
le discipline e ci aspettiamo più
di 60mila visitatori».
Il ballo è una realtà trasversale
cui tutti possono accedere e a
qualsiasi età. «Non ci sono controindicazioni - dice il vicepresidente Tridente - anzi non solo
serve a mantenersi in forma, ma
anche a socializzare e a crescere.
È sicuramente dispendioso in termini di tempo e denaro, ma le
soddisfazioni sono impagabili.
Tutto sta nel farlo con passione e
non solo per sport».
ria de Educação, Saúde e Assistência Pública,
e l’uscita definitiva dalla clandestinità. La
distinzione di stili si mantiene ancora oggi,
anche nelle scuole pugliesi in cui i giovani,
dall’apprendistato al batizado, momento di
passaggio, possono arrivare fino ai gradi di
monitor, profesor e mestre. Arte marziale,
mascherata da danza, con la profondità di un
rituale. Che si veste, alle nostre latitudini,
anche dei panni di moda: le sue mosse sono
passate dai campi di lavoro al videogioco
Tekken, alle pubblicità, passando per videoclip e animazioni fino al blockbuster Ocean's Twelve. Ma questo, con gli schiavi angolani, non ha nessun contatto. Solo un gioco
di incastri chiamato mercato.