Amare le donne in panni da uomo Mettere al mondo
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Amare le donne in panni da uomo Mettere al mondo
letturelettureletture voce e la presenza di Francesco (George/Georgia c’è pure, ma ancora non lo sappiamo); alle successive 148, quando lo sfondo (Georgia/George) entra in primo piano, relegando Francesco sullo sfondo, e poi dietro le quinte. E pian piano ci rendiamo conto che la forma assorbe il contenuto, e che ciò che Ali Smith ci restituisce abilmente è un affresco su più piani, su differenti livelli come le stanze di palazzo Schifanoia, dove lo spazio finisce per rappresentare il tempo e il tempo lo spazio. E tutto questo, tutto questo gioco intellettuale narrativo e artistico – senza che per un attimo si perda la tensione del racconto (dei racconti) che s’intreccia (che s’intrecciano) tra Francesco e George/Georgia. N.T. Amare le donne in panni da uomo SIMONA BALDELLI LA VITA A ROVESCIO GIUNTI, FIRENZE 2016 411 PAGINE, 16 EURO E-BOOK 8,99 EURO Leggendaria 121 / 2017 D 62 opo il notevole successo del suo romanzo di esordio Evelina e le fate e dopo il secondo Il tempo bambino, Simona Baldelli pubblica adesso un nuovo romanzo Una vita a rovescio tratto dalla vera storia di Caterina Vizzani, di Viterbo. Figlia di un falegname, inizia giovanissima a tenergli la contabilità sognando una propria indipendenza e rinunciando all’idea di un marito per il quale non sente nessuna propensione. In- traprendente e passionale, Caterina («Né ricca, né bella, il volto sfigurato dal vaiolo»), ha solo quattordici anni quando si innamora di una sua coetanea, Margherita, figlia di un avvocato pontificio che la incanta leggendole le avventure di Bradamante, la donna cavaliere dell’Orlando innamorato. Bradamante diventerà l’alter ego di Caterina dopo che sarà costretta a separarsi da Margherita per evitare la punizione della madre che le ha scoperte in intimità. Prendendo definitivamente coscienza della sua inclinazione sessuale, Caterina è costretta a fuggire per mettere in salvo la propria vita e per non disonorare la sua famiglia di onesti artigiani al servizio del Vaticano. È disperata per aver dovuto abbandonare il suo amore, ma si rende conto che non ha scelta. La società del tempo (siamo nella prima metà del Settecento) non è certo pronta per accettare una simile realtà ed ecco dunque che la giovane, di aspetto poco femminile ma di carattere fermo, decide di utilizzare al meglio questa sua caratteristica travestendosi da uomo e riuscendo così più facilmente a passare inosservata. Il travestimento maschile è così efficace che Caterina, diventata Giovanni Bordoni (dal cognome della sua amata), trova dapprima lavoro come sellaio presso un ricco signore e in seguito come contabile al servizio di una nobile famiglia, proprietaria di un castello. In breve riuscirà, da uomo, a ottenere ciò che sempre aveva sognato da donna: successo professionale e piaceri della carne, grazie alle prestazioni che non si stanca di offrire alle numerose cameriere del castello che preferiscono lei al rischio di gravidanze indesiderate con incauti partner maschili. Il romanzo ricostruisce abilmente la storia di Caterina/Giovanni soffermandosi sui diversi aspetti della sua vita, ricostruita in gran parte su documenti d’archivio e sul libro Storia di Caterina che per ott’anni vestì da uomo di Marzio Barbagli (edizioni Il Mulino). Ne emerge una personalità vivace e temeraria che non si scoraggia di fronte agli ostacoli ma che, al contrario, cerca di trasformare ogni esperienza negativa in un’opportunità a proprio favore. Purtroppo fu ancora l’amore disinteressato per una giovane donna, che Caterina vagheggiava addirittura di poter sposare, a perderla e a portarla, ferita, a una morte assai precoce a soli 24 anni. In ospedale, dove venne ricoverata in seguito alla ferita, si scoprì il suo vero sesso e lei stessa, in quella circostanza, chiese di essere seppellita in femminili abiti verginali rivendicando con ciò la sua vera natura. Quella natura che aveva dovuto rinnegare per opportunità sociali e che aveva trasformato la sua in una “vita a rovescio”, come quella di tante altre persone che nel corso degli anni aveva avuto modo di conoscere e amare. Anna Mainardi Mettere al mondo SAVERIA CHEMOTTI TI HO CERCATA IN OGNI STANZA L’IGUANA EDITRICE, VERONA 2016 158 PAGINE, 14 EURO L’ incipit del nuovo romanzo di Saveria Chemotti Ti ho cercata in ogni stanza ha l’incisività di un’allucinazione: due donne che si rincontrano dopo un’affannosa rincorsa, tra di loro un accappatoio verde. Ma per capire le ragioni di quella rincorsa e prima ancora il significato di quell’accappatoio, bisogna riavvolgere il nastro in un lungo lancinante flash back. Anni Sessanta: lei, la voce narrante, arriva nel pensionato di suore a Padova da un paese del Trentino, dopo un’estate trascorsa a confezionare cassette di mele golden: è gravata non solo da qualche chilo di troppo e dall’ingombrante nome di Filiberta ma anche da impacci e remore; in compenso ha in sé la formidabile potenza di chi sa bene ciò che vuole. L’altra, già ampiamente qualificata dal suo nome, Lydia, è tutto ciò che Berta non è: alta, bella, elegante, ricchissima, ma anche fragile e bisognosa di conferme. Non si potrebbe immaginare niente di più diverso, eppure fra le due ragazze nasce, da subito, un’attrazione che le tiene strette in un vincolo che non è solo sentimentale e intellettuale ma anche caldamente fisico, fatto di baci, abbracci e di altri sintomi: «Senza Lydia mi sentivo un naufrago. Si chiamava amore questo bruciante mulinare nello stomaco? questo cuore attorcigliato?». Il Sessantotto, con la sua impetuosa ribellione, i progetti e speranze di cambiamento, porterà nelle loro esistenze una rivoluzione privata, non meno forte: se Berta sentirà crescere prepotentemente dentro di sé e confermarsi, nell’onda montante del femminismo, il desiderio e la volontà di autonomia, Lydia s’abbandona a un sogno d’amore e di maternità con uno dei leader del movimento studentesco, l’affascinante Giulio, tanto rivoluzionario nei discorsi quanto reazionario e maschilista nel comportamento. È a questo punto che la storia raccontata da Saveria Chemotti con grande intensità compie una virata fondamentale verso un dimensione che, pur calata interamente nella realtà di amori abbracciati o rinnegati, di aborti o gravidanze, cerca – e trova – un approdo nelle risorse dell’immaginazione e del sentimento. Si farebbe un torto a chi legge rivelando la concitata, drammatica sequenza di even- letture ti che stringe le due donne in un legame che, al di là dei differenti tragitti esistenziali, diventa sempre più forte. Basti sapere che la scena finale – ambientata nella piscina della villa di Lydia, la stessa dove lei spavaldamente aveva esortato la sua amica fifona a tuffarsi – è una di quelle memorabili in cui si capisce, emozionate e coinvolte, cosa possa significare veramente l’espressione “mettere al mondo”. Maria Vittoria Vittori Una storia in corso LIA MIGALE PICCOLA STORIA DEL FEMMINISMOIN ITALIA EMPIRIA, ROMA 2016 46PAGINE, 7 EURO WWW.EMPIRIA.COM S olo 46 pagine per questa Piccola storia del femminismo in Italia: Lia Migale non si è fatta spaventare dall’impresa di condensare mezzo secolo in piccole dosi che segnalano i passaggi di una storia che non è passata e soprattutto non è conclusa perché «il femminismo è ancora presente nella politica e nei cambiamenti dei nostri tempi». Uno «strumento di conoscenza leggero», lo definisce lei stessa nel capitoletto iniziale, per chi non c’era e alla parola “femminismo” magari attribuisce uno dei tanti significati, spesso distorti, che nel tempo si sono accumulati. L’estrema sintesi ovviamente non può dar conto della ricchezza delle molteplici differenze – teoriche, geografiche e di pratiche – che il femminismo italiano ha espresso dai primi anni Settanta, ma il filo che corre sotto le parole è ben chiaro: da quel “Io sono mia” che esplode come una rivelazione e porta al separatismo dei primi collettivi ( Trento, Milano, Roma), alla lettura, spesso fatta insieme, dei saggi del movimento americano, alla prima manifestazione dell’8 marzo 1972. Sono gli anni in cui si forma anche il lessico politico del neo-femminismo: liberazione, autocoscienza, sorellanza – e fioriscono riviste e giornali che servono a cercare “le parole per dirlo” ma anche a tenersi in contatto, discutere, diffondere ragionamenti e pratiche. Un breve capitolo è dedicato alla lunga battaglia per l’aborto, nel cui fuoco si consolida il discorso sull’autodeterminazione ma Migale non manca di sottolineare né la questione della “dicotomia” – presente sin dall’inizio – tra femminismo marxista e femminismo radicale, sia quella della relazione con le istituzioni, quel “dentro/fuori” che resta ancora oggi di scottante attualità nel discorso sulla rappresentanza e del rapporto con la cosiddetta “politica generale” nella crisi verticale delle forme democratiche e della vaporizzazione dei “corpi intermedi” quali partiti e sindacati. È del 1995 la famosa IV Conferenza Mondiale delle Donne a Pechino, dove anche il femminismo italiano assume la dimensione internazionale che introduce i concetti di mainstreaming e empowerment, due termini che sono altrettante categorie che guideranno le analisi e l’azione dell’Onu e delle altre agenzie internazionali nella lotta contro le principali cause di discriminazione e oppressione delle donne in tutto il mondo: dalla violenza alla povertà, dall’istruzione alla salute riproduttiva, dal doppio lavoro femminile alle mutilazioni sessuali e ai matrimoni precoci. Mentre comincia ad emergere il tema dell’immigrazione, che allarga l’agenda politica anche alle differenze interne allo stesso mondo femminile. A.M.C. SCUOLA BIENNALE DI FORMAZIONE IN SOCIO-PSICOLOGIA DELLE DONNE 2017 FRAMURA (LA SPEZIA) ultimo paradiso della Liguria, affacciato sul mare delle Cinque Terre Nei Cerchi di Donne ritroviamo forza e sostegno attraverso identificazione, condivisione e reinterpretazione collettiva degli eventi. Il percorso di formazione ed esperienza utilizza modalità di parola, attività grafico-pittorica, yoga, danza, scrittura di sé come auto-cura. Per tutte le donne, indispensabili per operatrici sociosanitarie, insegnanti e per aprire altri Centri Autostima. Partecipazione anche per 1 solo incontro. 29-30 APRILE 1) I Saperi delle Donne. Per cambiare noi stesse e il mondo 27-28 MAGGIO 2) I legami d’amore e le dipendenze affettive Con la partecipazione di Maria Castiglioni 1-2 LUGLIO 3) Depresse non si nasce. Si diventa. Come trasformare le depressioni in autostima 7-8 OTTOBRE 4) Figli/figlie si, figli/figlie no? Child free or child less? 11-12 NOVEMBRE 5) Il coraggio di essere noi stesse. Emozioni, sentimenti e salute …incrementiamo la forza e la potenza che ci è appartenuta e che ancora conserviamo dentro di noi. Siamo state isolate l’una dall’altra così che non abbiamo percepito un centro di autorità dentro di noi. E’ nata da qui la scarsa autostima di molte donne, che potrà crescere nel riprendere possesso del nostro sé e stabilire in sé la propria centratura. Insieme. Vicki Noble INFO: Paola Leonardi, sociologa, psicoterapeuta Centro Autostima Donne - Loc.Setta, 7 19014 Framura(Sp), cell.335/5373853 [email protected] • www.autostimadonne.it ISCRIZIONI ENTRO IL 15 APRILE 2017 (inviare curriculum + storia di vita)