l`_indennita`_di_accompagno
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L’INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO, UN ISTITUTO IN VIA DI LIQUIDAZIONEESTINZIONE: BREVE ANLISI E PROPOSTE MIRATE PER ENIL ITALIA di Claudio Roberti Azione monotematica/politematica: V.I. - Accompagno. Sono fondatamente convinto, avendolo articolato brevemente nel precedente contributo per l’ assemblea, che ENIL Italia debba restare un organismo a centralità monotematica in materia di Vita Indipendente,ma con un grande elemento innovativo: Come O. n G. di ampio raggio fra centri/periferie deve essere capace elaborare contenuti e confrontarsi su tutte quelle grandi politematiche direttamente e/o indirettamente giustapposte alla materia V. I. Fare nuova azione programmatica al presente-futuro vuol dire anche sapere ed organizzarsi in tal senso. Trovare alleanze – confluenze verso organismi altri, significa anche saper portare contenuti criticopropositivi. La questione dell’ accompagno in fase di rapida liquidazione…riguarda uno di quei temi a grande collegamento diretto. Senso,artifizi, effetti di una discriminazione. Con questo intervento non ritengo utile soffermarmi su caratteristiche giuridiche e funzioni già egregiamente trattate in un recente intervento di Carlo Giacobini (1). Sintetizzando,per ora… noi pregressi perderemmo gli adeguamenti ISTAT proporzionali allo sfondamento reddituale. Per i nuovi il taglio è diretto su tutto l'ammontare in sfondamento. Visto che hanno posto la fiducia, presumo che sia passato questo testo, ma meglio approfondire. In sostanza resta un accompagno in via di liquidazione-estinzione perché spaccato e reso residuale. Per i vecchi procedono in forma più indiretta e lenta, dividi et impera. Per i nuovi in forma più diretta, rapida,preventiva. Indubbiamente si vede che la cosa è stata studiata da chi ha conoscenze e volontà da accanimento fiscale su di noi, ma rispetto alla complessità della nostra tematica non ha alcuna cultura che vada oltre i soliti clichet. In tal senso è al sillabario!... Sono vari anni che si tenta di liquidare in fretta questo incomodo, l’inizio dei lavori risale al 1994 e quella data non è un caso. La campagna medico legale,direi inquisitorio-poliziesca, inscenata con una sorta di triennio del terrore all’ insegna del tutti all’ INPS….è evidente che non ha dato i risultati sperati. Certo, i falsi invalidi ci sono e lo sapevamo,però sappiamo anche che di questa vergogna non sono responsabili i veri:vedi ceto politico con corporazione medica in correità. Caso strano, chi si dimena sulla faccenda dei falsi invalidi non vuole parlare di questo presupposto fondamentale! Come mai?!... Comunque, ormai è chiaro che dalle citate verifiche INPS, su cui vedremo i dati statistici definitivi, malgrado arbitri, forzature, scorrettezze che al più si ipotizza saranno materia di ricorso; non sono emersi falsi invalidi nelle percentuali propagandate da taluni personaggi su cui tornerò alla fine. Allora, per continuare ad attaccare l’ istituto dell’ accompagno occorreva anche dell’ altro…ed ecco che partendo dai reiterati problemi economici derivanti da una svolta epocale mai capita (altro che crisi…) ed affrontata da dilettanti di parte,si è pensato bene di manovrare ancora su di noi. Dopo aver devastato gli interventi assistenziali generali che ci riguardano,assieme alle reversibilità toccano uno dei nostri pochi diritti esigibili senza proporre alcuna alternativa seria, sostenibile; i danni saranno multipli e qui li argomento, malgrado in sintesi. Inoltre, riterrei per taluni versi quasi superfluo sottolineare che almeno dal ’94 su questa materia chi di fatto ci rappresenta ha tentato solo di tamponare la situazione; mettere di volta in volta una pezza al fine di far restare tutto immutato. Per del tempo tale indirizzo ha avuto “successo” e sovente questo è stato propagandato come una grande “vittoria” da celebrare!…. In realtà si è trattato di difensivismi di retroguardia, non escludendo le buone intenzioni del caso. Però, la materia necessita da tempo di posizioni da avanguardia e controcorrente: L’ accompagno è stato un istituto dotato di alti contenuti da argomentare, ma da almeno 20 anni necessita di una seria riforma. Bene, avere posizioni dotate di contenuti forti significa avanzare proposta concrete in tal senso. Però questo andava fatto quando non se ne parlava, non quando vi è la necessità di rincorrere affannando….. Certo, non escludo che qualcuno da qualche parte ha proposto qualcosa….magari anche interessante, ma sappiamo bene che in politica vi sono modi e modi di fare/non fare. Quindi, da qualche parte vi sarà questa o quella proposta giacente, ma la sostanza del discorso non cambia. Allora, mettiamoci a lavoro per una seria, corretta e reale riforma di questo istituto. Partiamo da cosa c’è, ma se necessario andiamo oltre. Iniziamo a farlo prossimamente, in prospettiva di una nuova stagione politica. Ovviamente, non sarebbe possibile da soli. Il vero senso socio culturale di questo istituto. Per quanto riguarda il nostro paese l’ accompagno fece modernizzazione, piaccia o non. Sottolineo che si tratta di uno dei primi istituti di diritto dotati di esigibilità da parte di noi a-vitruviani, esso ha rappresentato l’ inizio di una tendenza verso la nostra liberazione dagli odierni serragli,intesi come istituzioni totali. Faccio parte di quella generazione che iniziò ad uscire….grazie all’ accompagno. Infatti, chi vi lavorò sin dagli anni ’70 sa bene che questo istituto non lo volemmo per i falsi invalidi, e neanche per chi è in stato di senilità del corpo (meritevole di grande rispetto ed attenzione, ma di altri interventi mirati). L’ accompagno nacque per i giovani “handicappati”, per farli uscire fuori!...Chi è veramente dentro le nostre tematiche in termini di vissuto e competenza tecnica, non può che confermare questo dato di fatto a connotazione storico sociologica. Malgrado differenziazioni territoriali e/o temporali, il dato generale resta questo. Ecco, saper leggere i dati ISTAT di “disabilitàincifre” rende chiarezza anche in qui (2). Il significato di quell’ intervento verso la singola persona deve essere sempre contestualizzato, quindi proviamo a disegnare un breve quadro di riferimento procedendo per punti:I)L’ accompagno è fondamentale per chi studia, per noi lo studio è decisivo. Lì si gioca tanto del nostro presente e futuro, ovvero del senso della nostra presenza fra tutti. Non a caso si trattava di un’ indennità verso la persona. Legarla o al reddito familiare è una forzatura, un atto scellerato e sporco: la mala fede trasferita in politica;II)Per quei pochi che svolgono regolare lavoro (dipendente o non) rappresenta una forma di aiuto minimale per ottemperare agli impegni lavorativi quotidiani. Toglierlo o decurtarlo significa mettere detta persona in condizioni di insostenibilità dell’ impegno lavorativo. In altre parole, altri disoccupati bisognevoli di assistenza totale;III)Per quella maggioranza che non lavora (inoccupati e/o disoccupati) rappresenta un supporto finalizzato a forme di aiuto alla persona fra attività quotidiane domiciliari e collaterali. Negare e/o decurtare questa prestazione significa abbandonare la persona necessitante, nei casi in cui il territorio non offre altro i risultati sarebbero trancianti di netto. Nell’ accezione generale, si tratterebbe di passare da uno stato di povertà relativa verso la deriva della povertà assoluta. I passaggi dalla sedentarietà domiciliare al ricovero nelle istituzioni totali costituirebbe uno scenario non solo altamente probabile, direi certo;IV)Di fatto l’ accompagno rappresenta una sorta di assegno di cura minimalista,quindi è giustapposto per generica analogia ai LIVEAS,ma non li ottempera. A mio vedere qui risiede il nocciolo del fumus di incostituzionalità rispetto alle citate smanie liquidatorie. Però su tale aspetto invito gli amici giuristi a produrre riflessioni circostanziate, mi riferisco in primis a Raffaello Belli;V) E’ fin troppo evidente che l’ accompagno non garantisce la V. I., esso talvolta può aprire a scampoli spaziotemporali di v. i. (le minuscole sono d’ obbligo), ma per chi la V. I. NON la tiene…a volte può essere una boccata di ossigeno vitale! Per chi la V. I. la vive recando un reddito personale medio-basso l’ accompagno serve per ottemperare al dovere del pagamento dei contributi INPS-INAIL verso gli assistenti personali. Inoltre, serve per gestirli adeguatamente….pecunia non olet. Non si dimenticasse che costoro, stranieri e italiani, sono delle persone che hanno dei bisogni sempre più seri e poi invecchieranno anche loro…non sono degli ausili da buttare via quando inutili. E’ nella natura dei fatti sociali che anche un grande istituto a distanza di tanti anni dalla sua promulgazione necessita di una riforma. Le istituzioni democratiche di un paese dovrebbero servire a questo. In un paese serio e corretto lo stato sociale costituisce un diritto, ma in primo luogo uno strumento organizzativo funzionale al sistema paese. Una riforma dell’ accompagno dovrebbe seguire tali criteri basilari. Se si volesse ragionare in termini colti e corretti (scientifici) si dovrebbe sapere che la crisi dello stato sociale vuol dire il superamento di quegli interventi all’ insegna del tutto a tutti allo stesso modo, insomma la classica assistenza a pioggia!....E’ chiaro che tale modello classico è un cimelio inutile, dannoso. In generale, gli stati artefici del welfare questo lo hanno capito da tempo,intervenendo in modi equi ed efficaci. In Italia, taluni dilettanti del governare (centrali e periferici) hanno interpretato quella tendenza in termini di tagli lineari a pioggia…e tra quelli che avversano l’ accompagno vi è molto di questa cultura ideologica stereotipata. Dietro vi è molta ignoranza tematica, ma anche tanta mala fede intellettuale. Anche il ricorso a vanvera al concetto di sussidiarietà rientra in questo ambito. I frequenti richiami al “dono individuale, le opere di bene”….rientrano in una ben precisa e conosciuta filosofia sociale molto ricorrente in Padania, quindi esportata come verità assoluta in Terronia. Eh, anche il Regno delle due Sicilie erogava assistenza…si trattava dei proventi annonari elargiti dai Borbone:in occasione di talune ricorrenze (S. Ferdinando, Piedigrotta e altre feste) si donava olio e grano ai poveri disgraziati da sfamare. Gli altri stati italiani pre-unitari elargivano provvidenze sostanzialmente simili. Questo è il modello arcaico a cui dobbiamo aspirare per il futuro prossimo?!.....No grazie!!! IL modello di welfare state da perseguire è quello particolaristico strutturale (a volte residuale): In altre parole erogare in base ai bisogni reali e mirati, senza spechi. Si tratta di un “vestito su misura” che garantisce dei risultati che diano risposte funzionali al sistema paese ed alla persona esposta. Ovviamente, per fare questo bisogna ricorrere alla fiscalità generale, incluso se occorre un intervento in termini di tassa di scopo. Ciò vuol dire non essere forti con i deboli e deboli con i forti…In questo non vi è nulla di strano o ideologicamente di scandaloso; altri stati lo fanno ancora oggi, in primo luogo quelli U. E. Eppure, anche loro sono in crisi… e alcuni hanno anche un grande debito pubblico. Un appello mirato agli a-vitruviani di Padania. Quando si è imbevuti di ignoranza e non si è all’ altezza di trovare soluzioni serie e corrette a fatti complessi, molto sovente ci si accanisce verso il capro espiatorio!... Questo è un classico della storia sociale. In Italia esiste un vertice ed un retroterra fatto di pensiero ed azione condizionati da quel modo di semplificare e manipolare la realtà. Questo tratto è diffuso nel paese, ma sappiamo che l’ epicentro spazio-temporale risiede in Padania. Sappiamo anche che l’ arbitrio di mettere le mani nelle tasche (o bucarle) degli a-vitruviani non rappresenta solo un atto moralmente e eticamente scorretto nel senso generico:Qui si tratta di creare le condizioni per tornare a scenari storico sociali ben conosciuti a chi ha sapere tematico. Sappiamo anche che per le minoranze la solita manifestazione politica classica rende risultati sempre più limitati, scadenti. Allora, faccio il seguente appello agli amici (anche a quelli non necessariamente tali) a-vitruviani presenti nei vari territori regionali corrispondenti a quell’ immaginario politico definito Padania:Fate azioni politico culturali e pedagogiche mirate- orientate!.... Senza girare troppo intorno, questo vuol dire rivolgersi a Comunione e Liberazione, Compagnia delle Opere, Opus Dei, Lega Nord e altri affini collaterali. Questi sono i territori dove tali soggetti politici mirano al consenso (in netto calo), temono il dissenso (ora molto). Quindi, è lì che si deve lavorare,narrare. Forse ciò che propongo potrebbe coincidere con quel “kit della sopravvivenza” accennato da Ida Sala. So bene che non è facile (direi, neanche gradevole…) , ma intervenite presso questi signori della politica che conta e spiegate come stanno i fatti, metteteli di fronte a contraddizioni e responsabilità..Recatevi preso le entità di base, andate ad eventi, convegni, intervenite a Radio Padania. Cercate dei colloqui con gli Onorevoli: Tremonti,Formigoni, Bossi e poi Calderoni, Salvini e segnatamente M. Reguzzoni da Busto Arsizio (VA). Egli è il Capogruppo alla Camera, e pare sia veramente convinto che siamo tutti falsi invalidi, almeno per il 70% dei casi. Per il resto solo un inutile peso che crea soltanto danni. Essendo del ‘71 è un giovane, aiutatelo ad uscire da questo film luce, è necessario da vari punti di vista!... Magari mandategli L’ UOMO A-VITRUVIANO (*), ma fategli scoprire il più tardi possibile che l’ autore è napoletano…. A sua volta mi piacerebbe discutere con il sociologo Luca Ricolfi, forte di vari orpelli classici su di noi (falsi) invalidi terroni….magari accettasse. Insomma, volentieri vorrei partecipare anch’ io a questa campagna politico-culturale,in fin dei conti troverei anche dei tratti di divertimento. Solo che purtroppo faccio parte di un territorio periferico di cui non interessa la dinamica dissenso/consenso. Anzi, l’ideale sarebbe liberarsene del tutto! Io sono napoletano, quindi ovviamente falso invalido, sfaticato e amante dell’ assistenzialismo!.... Su questa materia vorrei si riflettesse, discutesse e decidesse in forma di programma a partire dalla prossima assemblea di ENIL Italia. NOTE 1) Vedi sul web articolo a tema di Carlo Giacobini su Corriere della Sera; 2) Vedi mio contributo a tema per Consequor in archivio; (*) Purtroppo il mio libro è complicatuccio e non solo per lui (già lo sapevo). Però l’ ottima Ida Sala potrebbe fare il riassuntino, prodigarsi come la maestrina dalla penna rossa.