Badanti………..che lusso
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Badanti………..che lusso
Badanti………..che lusso !! Assistiamo da giorni ad un acceso dibattito sulla regolarizzazione di badanti e colf che coinvolge partiti, sindacati, organizzazioni del settore ed il Vaticano. Certamente l’ampiezza del fenomeno ed il bisogno sociale, figlio della sempre più vasta schiera di anziani nel nostro paese, impongono una risoluzione equilibrata rispetto a decreti di flusso migratorio che appaiono inadeguati a sanare l’area di irregolarità e clandestinità. In questa sede si vuole però affrontare il problema sotto un altro aspetto, di cui stranamente nessuno parla: quello del costo economico che devono sostenere le persone bisognose dell’assistenza, in particolare, di badanti. La materia è disciplinata dal CCNL del rapporto di lavoro domestico vigente dal 1° marzo 2007 al 28 febbraio 2011. Limitando il ragionamento al caso di lavoratori conviventi, i minimi retributivi mensili soggetti a rivalutazione per la variazione del costo della vita sono, con effetto dal 1/1/2009, i seguenti: • Livello B/Super Assistenza a persone autosufficienti, senza formazione € 776,62 • Livello C/Super Assistenza a persone non autosufficienti senza formazione € 880,17 • Livello D/Super Assistenza a persone non autosufficienti con formazione € 1087,27 I lavoratori hanno, altresì, diritto a: ferie (giorni 26 ogni anno di servizio), 13^ mensilità, TFR (comprensivo del valore convenzionale di vitto ed alloggio). Ogni trimestre, infine, devono essere versati i contributi all’INPS sulla base delle ore settimanali di lavoro. Prendiamo adesso, come esempio, il caso tipico di una vedova anziana, non autosufficiente, in godimento di una pensione di reversibilità di € 800 mensili (nella media delle pensioni del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti dell’INPS), con abitazione propria. A livello mensile, dovrà pagare ad una badante non formata del livello C/Super € 1100 circa, ivi compresi i ratei per ferie, 13^ e TFR. I contributi INPS, al netto della parte di competenza del lavoratore e considerando un rapporto di lavoro commisurato a 25 ore settimanali (molto diffuso) ammontano a circa € 77 mensili, per cui la spesa dell’anziana sale a € 1177. Abbiamo poi vitto, alloggio (ipotizzando che l’assistita possa offrire una sistemazione alla badante nella propria abitazione), condominio, riscaldamento ed utenze domestiche (telefono, gas, luce, nettezza urbana). A parziale sgravio lo Stato riconosce in sede di Unico/730 una detrazione del 19%, pari ad un massimo di € 400 (su un importo di spesa per l’assistenza non superiore a € 2100) oltre ad una deduzione dal reddito complessivo di € 1549,37 per contributi INPS. Sono previste altre agevolazioni per l’acquisto e riparazione di autoveicoli, attrezzature particolari e spese sanitarie specifiche. Gli invalidi al 100% godono, infine, di una indennità di accompagno, esentasse, pari a € 460 circa mensili. Riepilogando, la nostra vedova non potrebbe, con la sola pensione, garantirsi l’assistenza e, anche se fosse in godimento di indennità di accompagno, coprirebbe la spesa della badante, ma avrebbe problemi insostenibili per vitto, condominio ed utenze domestiche. Se poi avessimo considerato casi di pensioni più basse (e nell’INPS sono molte), il risultato sarebbe ancora più avvilente! Qual è la morale? Si discute tanto di regolarizzare le badanti, ma di esosità del CCNL nessuna parola. La verità è che contratti di questo genere sono solo alla portata delle classi medio – alte !! Nesci Denis Domenico Segretario Nazionale SNAP-FNA