Camera dei Deputati
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Camera dei Deputati Commissioni riunite V Bilancio e VI Finanze INDAGINE CONOSCITIVA SUI PROBLEMI CONNESSI ALL ' INTRODUZIONE DELL ' EURO Intervento del Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana Roma, 31 luglio 2001 Indice 1. Premessa 2. Materialità 2.1 Giacenze di monete metalliche 2.1 Canali distributivi di monete e banconote 2.3 Prealimentazione di monete e banconote 3. Trasporto valori 4. Formazione del personale bancario 5. Formazione dei gestori professionali del contante 6. Aspetti attinenti alle procedure interbancarie 7. Ridenominazione dei conti ed altre precisazioni 8. Chiusura degli sportelli bancari nella giornata del 31 dicembre 2001 9. Attività di riciclaggio 10. Falsificazioni di banconote in euro 11. Dialogo con le principali Associazioni imprenditoriali e dei consumatori 12. La Campagna di comunicazione sull’euro del sistema bancario 2001/2002 12.1 Gli obiettivi di comunicazione 12.2 La struttura della Campagna 12.3 La Campagna pubblicitaria 12.4 La Campagna informativa 2 1. Premessa Il 1° gennaio 2002 inizierà il completamento della più straordinaria e complessa rivoluzione monetaria mai attuata: l'adozione di una moneta unica a livello continentale che prenderà il posto delle monete nazionali in dodici Paesi aderenti all'Unione Europea. Si tratta di una tappa fondamentale nel progetto di realizzazione dell'unione economica e monetaria che ha nel trattato di Maastricht del 1992 le sue fondamenta più recenti e nel trattato di Roma del 1960 quelle più remote. È, tuttavia, dopo il Consiglio europeo di Madrid del 15 e 16 dicembre 1995 che le Autorità nazionali e gli operatori hanno potuto iniziare a predisporre più in dettaglio i piani di azione volti a rendere possibile l'adozione della moneta unica, i quali sono imperniati essenzialmente sulle due principali scadenze di questa operazione: - il 1° gennaio 1999 per la introduzione dell'euro come moneta scritturale; - il 1° gennaio 2002 per la introduzione delle banconote e monete euro e per l'inizio del ritiro dalla circolazione delle vecchie monete nazionali. A tale riguardo, l'Associazione Bancaria Italiana ha coordinato, collaborando con le Autorità monetarie e di governo, le attività del settore bancario e finanziario finalizzate alla preparazione a questi due appuntamenti che non è esagerato definire storici, attraverso un “Progetto EMU” che ha beneficiato di strutture dedicate e dell'apporto di circa 800 specialisti designati dal settore. Le attività del Progetto EMU si sono avviate nella seconda metà del 1995 e si sono esplicate in 142 distinti progetti operativi, a loro volta articolati in 382 fasi di realizzazione che, già da allora, sono state pianificate fino al 2002 inoltrato, anche se va precisato che 244 di esse erano funzionali alla prima scadenza, quella del 1° gennaio 1999. Questi progetti operativi, riassunti in un documento definito “Masterplan” che ha costituito un punto di riferimento essenziale per il sistema (vedi allegato), sono stati il risultato della ricognizione ed analisi delle varie problematiche connesse alla transizione all’euro, suddivise nelle seguenti tipologie: aspetti istituzionali; aspetti legali, di legislazione bancaria e fiscali; macroeconomia e politica monetaria; evoluzione del mercato del credito; mercati finanziari; organizzazione e sistemi; informatica e servizi di pagamento; comunicazione. A questa suddivisione tipologica ha fatto speculare riscontro l'articolazione del Progetto EMU in altrettanti Comitati tecnici, nell'ambito dei quali hanno operato specifici Gruppi e Sotto-gruppi di lavoro, con il coordinamento di un “Comitato Strategico” strettamente correlato con gli Organi di governo dell'Associazione ed, in particolare, con il Comitato esecutivo. Le attività del Progetto EMU hanno beneficiato, inoltre, dell'apporto di rappresentanti della Banca d'Italia e, per quanto riguarda in particolare gli aspetti relativi all'informatica ed ai servizi di pagamento, della stretta cooperazione con 3 la CIPA - Convenzione interbancaria per l'automazione. Il coordinamento delle attività del Progetto EMU con le attività pianificate a livello nazionale è stato assicurato, infine, dalla partecipazione dell'ABI al “Comitato euro” istituito presso il Ministero del Tesoro ed in particolare al “Sottocomitato Finanza”. Rilevante è stato il ruolo dell’ABI nella definizione dei provvedimenti normativi di base attraverso la partecipazione attiva nell’apposito Gruppo di lavoro. In ambito locale, inoltre, l’ABI ha provveduto alla designazione dei rappresentanti del sistema bancario nei CEP – Comitati Euro Provinciali, coordinati dai Prefetti. Coerentemente con la necessità di rispettare le due scadenze sopra richiamate, le attività del Progetto EMU sono state suddivise in due sessioni. La prima, fatte salve quelle attinenti alle segnalazioni statistiche e alla materialità, ha praticamente concluso le proprie attività con il 1° gennaio 1999, allorché il sistema bancario e finanziario italiano ha messo il Paese in condizioni di usare l'euro per tutte le operazioni di pagamento scritturale ed ha, inoltre, permesso l'operatività dei mercati finanziari regolamentati in euro. A quella data l’Associazione aveva fornito al sistema bancario e finanziario italiano circa 1.300 pagine di istruzioni operative (incluse 17 monografie e 57 fra linee-guida e studi di fattibilità), raccolte nella pubblicazione “EuroABI • Blue Book” diffusa in oltre 3.000 copie (vedi allegato). Nello stesso periodo ed, in particolare, nel corso del 1998, l’ABI ha curato la formazione di 315 “EuroTutor”, cioè formatori di primo livello destinati a formare a loro volta – con un procedimento “a cascata” – i circa 300.000 dipendenti del settore, con il supporto di pubblicazioni e strumenti multimediali ( EuroABI • Formazione – allegato). Parte della documentazione è stata anche resa disponibile sul sito Internet dell’ABI in una sezione appositamente realizzata. Rilevante, inoltre, è stata l’attività di comunicazione anche a livello capillare, ove si consideri che il materiale informativo - rivolto sia genericamente alla clientela bancaria sia più specificamente alle famiglie ed alle imprese con le rispettive “brochures” - è stato diffuso, complessivamente, in decine di milioni di copie. A ciò si è aggiunta una campagna televisiva di sistema tra fine 1998 ed inizio 1999, preceduta a metà novembre 1998 da una “convention” – articolata a livello di singola Provincia – per informare gli operatori sullo stato di preparazione all’euro delle banche italiane. Prima di riprendere le attività nella seconda sessione, finalizzate alla scadenza ormai prossima del 1° gennaio 2002, una parte delle strutture del Progetto EMU è stata riconvertita alla soluzione delle problematiche connesse al passaggio all'anno 2000. In ciò si è potuto beneficiare non solo di metodi operativi già collaudati (ad es., il “Masterplan”), ma anche del fatto che gli aggiornamenti dei sistemi informatici, per evitare le temute conseguenze del cosiddetto “millennium bug”, erano stati già realizzati o programmati proprio in sede di pianificazione delle attività connesse al passaggio all'euro. Superata positivamente anche questa occorrenza, nella primavera del 2000 l'ABI ha avviato la seconda sessione del Progetto EMU, che ha come obiettivo il completamento dell’attività – iniziate già nel corso della prima sessione, come 4 sopra ricordato – connesse al passaggio definitivo all’euro. La maggiore specificità degli obiettivi ha suggerito uno snellimento delle strutture del Progetto EMU, anche perché alcune materie sono entrate fin dal 1999 nell’ambito della competenza “ordinaria” degli Uffici ABI. In relazione a ciò, quindi, il Progetto EMU vede attualmente impegnati, di nuovo con il coordinamento del Comitato Strategico appositamente ricostituito, Comitati Tecnici e Gruppi di lavoro dedicati ad: aspetti legali, di legislazione bancaria e fiscali; organizzazione e sistemi; informatica e servizi di pagamento; comunicazione. L’originario “Masterplan” è stato, con l’occasione, rivisitato ed attualmente esso include 51 progetti operativi, articolati in 246 fasi di attività. Nel secondo semestre del 2000 e nel primo semestre del 2001 il Progetto EMU ha seguito, in particolare: il definitivo aggiornamento delle procedure interbancarie; la logistica della sostituzione delle banconote e monete; gli aspetti comunicazionali e le questioni relative alla soluzione di alcune problematiche di natura legale che, in taluni casi, hanno reso opportuna la predisposizione di appositi provvedimenti legislativi. Ci si riferisce, in particolare, alle emanande disposizioni che attengono, come si vedrà di seguito, alla possibilità di conversione dei conti lire in euro mediante procedura di “silenzio-assenso”, nonché alle precisazioni relative all’emissione di assegni e agli ordini di pagamento in lire. Le indicazioni emerse nell’ambito del Progetto EMU sono state trasfuse, inoltre, nel “l’ultima fase del passaggio all’euro” diffuso dal Comitato Euro nel gennaio 2001. Appare opportuno sottolineare, infine, che nella seconda sessione del Progetto EMU l'ABI ha ritenuto utile, tra l’altro, accrescere le occasioni di coordinamento e consultazione con le principali Associazioni imprenditoriali e dei consumatori, allo scopo di facilitare una efficiente circolazione delle informazioni ed un proficuo scambio di vedute sulle problematiche comuni. È essenziale, infatti, che i diversi “attori” di questo cambiamento epocale abbiano la possibilità di esaminare ed approfondire in anticipo, fin nel più minuto dettaglio, tutti quei problemi apparentemente anche minimali che potrebbero, tuttavia, compromettere un'operazione che ha richiesto l'impegno di tante risorse per un periodo di tempo così lungo. Come già ricordato, la ricognizione delle problematiche e la stesura dei relativi progetti operativi di soluzione è iniziata nel 1996. Fra le questioni più delicate fin da allora evidenziate vi sono, ovviamente, quelle che riguardano, in particolare, la sostituzione di banconote e monete, cioè l’essenza della transizione all’euro. Come è facile immaginare, infatti, questa comporta inevitabilmente un incremento senza precedenti nella quantità di denaro che dovrà essere movimentato e custodito a tutti i livelli e soprattutto presso il sistema bancario e, quindi, problemi di sicurezza assolutamente eccezionali a fronte dei quali le misure ordinarie sono, per definizione, inadeguate. A questo riguardo l'ABI ha evidenziato il sussistere di fattori critici che, se non risolti, potrebbero compromettere o addirittura vanificare tutti gli sforzi compiuti per ottenere un’ordinata transizione alla moneta unica europea. 5 Si ritiene ora indicare in appresso tutte le principali tematiche che, nell’ottica del passaggio definitivo all’euro, sono state già risolte dal sistema bancario e quelle che debbono essere definite quanto prima possibile. Esse riguardano, tra l’altro, oltre all’introduzione di monete e banconote in euro, quelle relative alle procedure interbancarie, agli aspetti di ordine legale, alla formazione ed alla informazione. 2. Materialità Il Gruppo di Lavoro ha posto la sua attenzione principalmente nell’analisi dello scenario all’inizio del 2002, quando verranno introdotte le monete e banconote denominate in euro e ritirato il circolante denominato in lire. Si sono seguite fin dall’inizio del Progetto la problematiche derivanti dalla prevista sostituzione del circolante in lire con il circolante denominato in euro. L’intensa attività è stata svolta interagendo tra l’altro con gli altri organismi coinvolti quali le Associazioni del commercio, dei consumatori, del trasporto valori e vigilanza, i costruttori di apparecchiature Bancomat, i centri applicativi interbancari standardizzati, la Zecca, la Banca d’Italia, la Federazione Bancaria Europea, la Banca Centrale Europea. Considerando l’entità dei volumi in gioco 1 , si renderà necessario un notevolissimo sforzo logistico cui dovrà partecipare tutto il sistema Italia (non soltanto le banche) per il quale mancano esperienze specifiche essendo la prima volta che viene sostituita in toto la moneta fiduciaria sia a livello nazionale che europeo. Gli sforzi condotti coinvolgendo le diverse parti e confrontando le valutazioni sviluppate nei vari Paesi europei, in particolare per le previsioni di comportamento dei consumatori e per le necessità intrinseche derivanti dalle infrastrutture tecniche e dalle abitudini prevalenti (rete degli ATM e dei POS, abitudini di utilizzo, etc.), hanno evidenziato alcuni punti chiave per i quali sono state adottate le soluzioni ritenute più idonee (ad es. l’accorciamento della catena logistica per la distribuzione della moneta metallica e la scelta dei tagli di banconote euro da utilizzare per l’adattamento delle apparecchiature dispensatrici di banconote). Alcuni di essi sono ancora parzialmente da risolvere ed altri richiederanno interventi importanti (ad esempio, come si rileva specificatamente in appresso, nell’area del Trasporto Valori e della Sicurezza del territorio). 1 Le banconote in lire attualmente in circolazione sono stimate per un valore di circa 150.000 miliardi di lire; le monete in lire emesse dal 1954 ad oggi ammontano a poco più di 16 miliardi di pezzi, di cui una percentuale tra il 25 ed il 50% costituisce la circolazione attiva. In considerazione di detta variabilità, non è possibile quantificarne in modo certo il valore economico. Relativamente alla valuta euro, è prevista un’emissione di banconote di 2,4 miliardi di pezzi e di 7,9 miliardi di monete. 6 2.1 Giacenze di monete metalliche Per quanto attiene alle monete metalliche nel corso dei lavori svoltisi per discutere il problema del ritiro e della distribuzione di dette monete, sono emerse alcune problematiche di particolare interesse non solo per le banche, ma anche per altri attori dell’economia che ne fanno ampio uso (società con apparecchiature automatiche accettatrici di moneta, dai telefoni ai parchimetri ai distributori automatici). E’ stato evidenziato in particolare il fenomeno sempre più evidente dell’accumulo in banca di moneta metallica inutilizzata per svariati motivi (dal formato sgradito all’utenza, come le 50 e le 100 lire di formato mignon , alla presenza estesa di soluzioni locali di “borsellino elettronico”, al cambiamento, infine, delle necessità operative come, ad esempio, la sempre più estesa sostituzione delle gettoniere negli apparecchi telefonici con dispositivi per l’utilizzo di carte prepagate). Queste giacenze inutilizzate costituiscono un grave danno per le banche (occupano spazi ed immobilizzano capitale). D’altra parte, fino alla pubblicazione della legge finanziaria del 2000, la normativa vigente non consentiva di restituire all’emittente (Ministero dell’Economia e delle Finanze) le monete metalliche in corso ma eccedenti le esigenze di circolazione. Al fine di poter correttamente quantificare il fenomeno e quindi modulare le iniziative conseguenti, si è effettuata una rilevazione delle giacenze di moneta metallica presso gli sportelli bancari. A seguito dei risultati evidenziati dall’indagine si sono ottenuti due importanti risultati. Il primo si è realizzato con l’emanazione di un decreto di messa fuori corso e di ritiro delle monete da 50 e 100 lire di formato mignon, il secondo ha riguardato l’inserimento nella legge finanziaria del 2000 della previsione, valida anche per il futuro, del principio di poter restituire all’emittente (il Ministero dell’Economia e delle Finanze ) le monete eccedenti le necessità di circolazione, superando così il principale ostacolo normativo esistente per stabilire un giusto circolo delle monete, basato sull’effettiva necessità per la fluidità della circolazione. Tenendo conto dei risultati delle prime applicazioni di queste nuove previsioni normative (rapporto n. pezzi coniato/n. pezzi ritirati), si è potuta in analogia rettificare, in diminuzione, la stima del numero di monete in lire di cui prevedere il ritiro (30%-40% del coniato e, quindi, tra i 5 ed i 6 miliardi di pezzi), potendo per di più allargare la finestra temporale disponibile per il ritiro, anticipandolo. 2.2 Canali distributivi di monete e banconote Il canale distributivo corrente delle banconote (Stamperia – Filiali di Banca d’Italia – Casse centrali di Banche e Poste – Sportelli bancari e postali - ATM) è dimensionato su una capacità annuale pari all’ammontare del circolante. La stessa dovrà essere sviluppata in circa 2 mesi, da gennaio a febbraio 2002, per effettuare la messa in circolazione, in sostituzione delle lire, delle banconote in euro. Quindi tale capacità dovrà aumentare di circa 6 volte. 7 Il canale distributivo delle monete ha finora lavorato producendo e distribuendo quantitativi marginali (immettendo in circolazione in 50 anni un quantitativo circa doppio di quello che dovrà essere distribuito nei citati 4 mesi): esso dovrà quindi aumentare la sua capacità distributiva di circa 100 volte, per poi tornare ad una capacità simile a quella attuale una volta terminato anche il ritiro delle vecchie monete. Questo risultato potrà essere ottenuto spingendo, per quanto possibile, una distribuzione capillare anticipata delle monete, portandole entro la fine del 2001 già nei punti di utilizzo finali. Gli sforzi condotti coinvolgendo le diverse parti hanno portato ad evidenziare e risolvere alcuni punti chiave (ad esempio, la necessità di mettere in circolazione sin dal primo giorno del 2002 quantitativi imponenti di banconote di taglio medio-basso, in particolare da 5 e 10 euro ed, in misura minore, quelle da 20 e 50 euro), compito che dovrà essere svolto utilizzando opportunamente le apparecchiature distributrici di banconote (per i tagli da 10, 20 e 50 euro) e sfruttando al meglio la possibilità di alimentare preventivamente anche altri attori del processo distributivo (in particolare Poste e Commercio). Si renderà anche necessario costituire una struttura di depositi sul territorio (operanti come estensioni delle filiali della Banca d’Italia e delle Casse Provinciali del Ministero del Tesoro) per consentire l’accorciamento della catena logistica. 2.3 Prealimentazione di monete e banconote Per raggiungere l’obiettivo di introdurre monete e banconote denominate in euro sin dai primi giorni del gennaio 2002, la Banca Centrale Europea ha stabilito che il sistema bancario e postale fossero riforniti con sufficiente anticipo di banconote e monete in euro. Oltre a questa prealimentazione, detta di “prima istanza” ( frontloading), ne è stata prevista una di “seconda istanza” (subfrontloading), che consiste nella consegna, da parte del sistema bancario e postale, di banconote e monete in euro a terzi a partire dal mese di ottobre (per le monete) e dicembre 2001 ( per le banconote). A tal fine, nel mese di settembre 2000, l’ABI ha distribuito alle banche un documento contenente le informazioni necessarie per avviare una rilevazione dei dati concernenti l’erogazione di contanti alla clientela. Questa rilevazione ha consentito alle singole banche di valutare gli importi da richiedere in prealimentazione, tenendo conto del fenomeno della variabilità degli approvvigionamenti che, nel primo periodo del 2002, subirà in modo rilevante la iniziale mancanza di versamenti di euro da parte della clientela. In particolare, è da determinare l’ammontare di contante che dovrà essere reso disponibile presso gli sportelli, tenendo presente che il piano nazionale del changeover prevede che le banche eroghino alla clientela soltanto euro a partire dal 1° gennaio, con l’unica eccezione tecnica delle apparecchiature Bancomat di cui è previsto l’adeguamento in occasione del primo intervento di riempimento e, comunque, già entro la prima settimana lavorativa, l’adattamento di almeno il 90% delle apparecchiature. Inoltre, la suddetta previsione va fatta, sia per le banconote che per le monete, tenendo presente che gli sportelli dovranno essere messi in grado di 8 distribuire con il necessario anticipo (a partire dal 15 dicembre 2001) i kit appositamente predisposti: • per il pubblico (53 pezzi assortiti per un prezzo di 25.000 lire); • per i negozianti (960 monete assortite, per un controvalore di 315 euro, e 25 banconote da 5 euro, per un controvalore di 125 euro); • per banche e grande distribuzione (confezione pluritaglio di 32.940 monete per un ammontare di 11.479 euro, nonché pallet da 60 scatole monotaglio). Per quanto concerne le banconote , per semplificare il modello previsionale, si è cercato di porre alcuni argini, come ad esempio, la limitazione dell’importo delle operazioni di cambio a vista senza preavviso (1 milione al giorno per la clientela, la metà per i non clienti) e l’inserimento di opportuni messaggi nella campagna informativa ABI per indicare ai cittadini i comportamenti da seguire per un passaggio ordinato alla nuova moneta. Dopo aver definito, al massimo livello possibile di dettaglio, le modalità di confezionamento e le unità tipo consegnabili, si è provveduto a distribuire alle banche la modulistica, predisposta da Banca d’Italia e Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’effettuazione delle prenotazioni. Grazie anche all’assunzione di costi di recapito da parte del citato Ministero (una volta sola per ogni indirizzo di destinazione con consegna oltre l’uscio) si è raggiunto un risultato, per quanto concerne le prenotazioni di monete euro, di oltre il 95% del totale coniato, con qualche possibile necessità di ritocco delle ripartizioni tra i vari conii: questo dovrebbe consentire di mettere a punto un piano di consegne efficace e tale da garantire una presenza sul territorio di quantitativi di moneta metallica tali da non creare problemi nel dare le parti frazionarie dei resti. A tale risultato hanno contribuito, inoltre, la ripartizione dei rischi e delle necessità di spazio per la conservazione delle monete, ottenuti mediante la distribuzione capillare sul territorio, anche presso i grandi utilizzatori finali. Relativamente alle banconote , gli ammontari prenotati (con una spiccata preferenza per tagli di 5 e 10 euro) si sono attestati intorno al 36% della quantità di euro che dovrà essere immessa in circolazione. Hanno determinato tale risultato, sensibilmente inferiore a quello raggiunto per le monete, - i rischi di rapine e furti dovuti all’inadeguatezza delle misure per proteggere detti valori che, pur correttamente dimensionate per l’attività normale, non sono pienamente adeguabili stante la non ripetibilità e la concentrazione temporale dell’evento a fronte degli investimenti necessari; - i costi finanziari per il deposito a garanzia da costituirsi (in contanti o in titoli) a favore della Banca d’Italia. 3. Trasporto valori Le banche, come detto, dovranno provvedere sia alla distribuzione del nuovo che al ritiro del vecchio circolante; esse inoltre sono impegnate a distribuire 9 soltanto euro a partire dall’inizio di gennaio 2002. Le banche avranno quindi bisogno di ampia disponibilità di banconote euro per poter garantire un passaggio fluido alla nuova moneta fiduciaria. Tale disponibilità verrà precostituita in parte in sede di prealimentazione e richiederà, poi, un’imponente attività di reintegro giornaliero, non potendosi ovviamente costituire scorte periferiche di banconote collocate capillarmente nei punti di utilizzo, che coprano periodi prolungati, a causa delle implicite difficoltà di sicurezza. L’alimentazione delle banconote, sia nel periodo di prealimentazione che nel periodo di doppia circolazione, dovrà essere curata dalle banche le quali dovranno, obbligatoriamente, avvalersi dei servizi offerti dalle Aziende di Trasporto Valori che godono di una riserva di legge al riguardo. Ne segue quindi che, di fatto, l’alimentazione delle banche è condizionata dalla capacità di servizio dell’industria Trasporto Valori, la quale è strettamente regolamentata (orari di servizio, importi massimi trasportati, scorte, etc.) da disposizioni amministrative emanate dal Ministero dell’Interno (cfr. circolare Min. Interno n. 559/C.2611\1.10089.D(7)2 del 22 giugno 2000). Tale capacità di servizio, essendo gli Istituti di Trasporto Valori delle aziende operanti in concorrenza sul mercato, risulta direttamente commisurata alle attuali richieste del mercato stesso e quindi, coinvolgendo elevati investimenti in uomini e mezzi, non consente elasticità al di là dei normali picchi di richiesta. L’impegno poi di erogare solo euro comporta che le banche dovranno avere a disposizione ammontari molto superiori agli attuali, venendo a mancare la disponibilità di autoalimentazione generata dalla clientela (richieste di contante soddisfatte utilizzando contante versato da altri clienti). In sostanza fintantoché non si sarà ristabilita una normale circolazione in euro (flusso prelievi, pagamenti, incassi e versamenti), occorrerà che gli sportelli bancari dispongano all’apertura di giacenze in euro sufficienti a coprire tutte le possibili richieste, incluse quelle per esigenze di mero cambio di lire in euro. Ciò comporterà picchi di fabbisogno, nei primi giorni, che possono valutarsi a misure almeno 10 volte superiori alle attuali esigenze. Ne segue che le banche potranno assolvere le incombenze derivanti dal prossimo changeover solo se, ed in quanto l’industria del Trasporto Valori sia in grado di fornire un servizio adeguato a quanto appena indicato, applicando anche i necessari margini di sicurezza per fronteggiare le possibili emergenze. Il problema in questione, di primaria importanza, è stato rappresentato dall’ABI al Comitato Euro e al Ministero dell’Interno. Analoga segnalazione è stata effettuata al citato Ministero dall’Associazione Nazionale Istituti di Vigilanza. Va rilevato, peraltro, che anche nell’ipotesi di una prealimentazione da parte del sistema bancario molto più ampia di quella prima citata, dovendosi soddisfare l’esigenza di spazi idoneamente protetti per custodire detti quantitativi di banconote, spazi presenti soltanto in un numero fortemente ridotto di strutture 10 adeguate (casse centrali e centri di contazione di società di servizi), sarebbe rimasto di fatto invariato il problema dell’alimentazione capillare dalle citate strutture centrali ai singoli sportelli. 4. Formazione del personale bancario E’ stata evidente sin dall’avvio del Progetto EMU l’esigenza di organizzare un’attività di formazione del personale bancario che consentisse di diffondere una piattaforma comune di conoscenze sul tema dell’euro, sviluppata in modo tale da consentire, da un lato, l’uniformità delle informazioni sugli aspetti comuni e di sistema e, dall’altro, una facile personalizzazione avendo riguardo agli aspetti competitivi. A tal fine, già in vista del 1° gennaio 1999, è stato costituito un apposito gruppo di progetto, al quale hanno partecipato rappresentanti della Banca d’Italia e delle principali banche che ha messo a punto il piano formativo. La tecnica prescelta è stata quella della diffusione a “cascata”, mediante la costituzione di un nucleo di Eurotutor aventi il compito di coordinare e gestire il processo di formazione sul campo, avvalendosi di un percorso di formazione predefinito e corredato dei necessari supporti, per ottenere dagli effettivi docenti d’aula la desiderata uniformità. Ciascun eurotutor ha seguito un corso di 5 giorni, svolto da docenti universitari, in cui sono state illustrate sia le tecniche didattiche che i contenuti. Agli eurotutor sono stati forniti tutti i materiali didattici pronti per l’uso, nonché i piani di formazione, con tutte le informazioni necessarie per formare i docenti d’aula di secondo livello ed impostare i piani di formazione aziendali. Sono state organizzate 20 sessioni nelle quali sono stati preparati oltre 300 eurotutor. Il processo di formazione ha poi toccato la generalità degli appartenenti al settore bancario; il materiale predisposto, nel rispetto sostanziale del limite stabilito di non invadere le aree più specificatamente competitive, ha coperto la necessità di una formazione di base, valida per tutti. Le singole aziende hanno realizzato poi le integrazioni necessarie per coprire gli aspetti competitivi. Per dare un’indicazione dell’entità dello sforzo compiuto, sono state predisposte e distribuite oltre 700.000 copie dei kit predisposti e circa 300.000 copie del CD-ROM, consentendone tra l’altro la riproduzione anche alle singole aziende ed il loro utilizzo in attività organizzate localmente nell’ambito dei citati CEP. 5. Formazione dei gestori professionali del contante In relazione al prossimo changeover l’aspetto della formazione è poi stato affrontato in maniera specifica per coloro che saranno chiamati a ritirare le lire e porre in distribuzione gli euro (cassieri). 11 La formazione in argomento è da ritenersi indispensabile per scoraggiare i criminali dal tentativo di spacciare banconote false presso le casse delle banche e per ridurre, pertanto, i conseguenti danni economici per le stesse. In proposito si è previsto, analogamente all’impostazione di cui si è fatto cenno per la formazione del personale bancario in vista del 1° gennaio 1999, un sistema di addestramento dei cassieri del tipo “a cascata” nel senso che un nucleo di formatori (della Banca d’Italia) trasferirà le necessarie informazioni, relativamente al settore del credito, a circa 7.250 cassieri i quali, a loro volta, saranno chiamati a trasmettere quanto appreso agli altri operatori del contante interessati. In particolare, sulla base di quanto stabilito dalla Banca d’Italia e delle intese raggiunte con la stessa, la formazione sarà svolta a livello provinciale. Ciascuna filiale della Banca d’Italia, cioè, convocherà presso la propria sede il personale del sistema creditizio nella proporzione di un dipendente per ogni 5 sportelli (o frazione di 5) di una stessa azienda operante nella provincia. I corsi, della durata di mezza giornata, hanno avuto inizio nel mese di luglio e si concluderanno, al più tardi, entro la metà dell’ottobre 2001. 6. Aspetti attinenti alle procedure interbancarie Gli approfondimenti svolti hanno riguardato gli interventi da apportare alle procedure bancarie per permettere sia la regolare gestione delle transazioni originate in lire nell’ultima parte del 2001 (ed ancora non concluse), sia il trattamento di operazioni che necessariamente saranno espresse in euro perché originate nel 2002. La finalità su indicata e l’obiettivo di adottare soluzioni coerenti per determinare il minor impatto, anche a livello di costo sulle procedure aziendali e interbancarie, hanno indotto a trattare ancora in lire (fino al 28 febbraio 2002) operazioni e titoli purché originati in lire fino al 31 dicembre 2001, fermo restando che il relativo regolamento, come la contabilizzazione nei confronti della clientela, non potranno che essere effettuati in euro. In particolare si è convenuto che • gli assegni bancari in lire, emessi entro il 31 dicembre 2001, saranno trattati con procedure automatiche se presentati entro il 28 di febbraio 2002; quelli presentati successivamente saranno inviati alla banca trattaria con la procedura manuale (c.d. del “dopo incasso”); • le ricevute bancarie (RI.BA.) potranno essere assunte dalle banche in lire fino al 31 dicembre 2001 ed immesse nelle procedure per scadenze fino al 28 febbraio 2002; quelle aventi scadenze successive verranno trattate, sempre in via automatica, previa conversione in euro a cura delle banche. • i M.AV in lire seguiranno gli stessi criteri adottati per le RI.BA. 12 • i bonifici domestici di qualsiasi importo (rilevante o meno), nonché quelli per l’estero, potranno essere disposti in lire fino al 31 dicembre 2001. • le apparecchiature Bancomat (ATM) inizieranno ad operare in euro appena passata la mezzanotte del 31 dicembre 2001. Come già accennato, entro la prima settimana del nuovo anno il 90% circa di tutte le apparecchiature erogheranno soltanto banconote euro nei tagli da 10 e da 20 o 50 euro a scelta di ciascuna banca. Il 15 gennaio i distributori Bancomat cesseranno comunque l’erogazione delle banconote in lire e gli scontrini, dalla stessa data, riporteranno l’ammontare dell’importo prelevato esclusivamente in euro; • i P.O.S. possono operare già ora in euro. Comunque, dalla mezzanotte del 31 dicembre 2001 cesseranno di operare in lire. Pertanto tutti gli esercenti utilizzatori di P.O.S. debbono attivarsi in tempo per provvedere all’adeguamento di detti terminali all’operatività in euro. Trattasi di una procedura semplice che ciascun interessato può attuare senza alcuna difficoltà anche nella giornata del 31 dicembre 2001. 7. Ridenominazione dei conti ed altre precisazioni Nell’ambito delle attività volte ad agevolare il passaggio alla moneta unica, in linea con quanto indicato nella Raccomandazione della Commissione UE dell’11 ottobre 2000, si è prospettata l’opportunità dell’emanazione di un apposito provvedimento per disciplinare la ridenominazione dei conti bancari in lire e la sorte dei titoli di credito e degli ordini di accreditamento e di addebitamento, del pari in lire, rispettivamente emessi o impartiti successivamente al 31 dicembre 2001. Tale provvedimento dovrebbe avere valore ricognitivo di principi già indicati a livello comunitario, con la finalità di eliminare ogni dubbio interpretativo sul tema. Il testo del provvedimento, dovrebbe prevedere che, a partire da una data da stabilirsi, le banche - previa informativa - possono trasformare in euro i conti della clientela denominati in lire, salva espressa richiesta contraria del cliente (da comunicare alla banca entro quindici giorni dalla data in cui l’informativa è resa) di mantenere la denominazione in lire del conto stesso fino al 31 dicembre 2001. Sui conti trasformati in euro i clienti possono continuare a operare in lire, anche mediante emissione di assegni, fino al 31 dicembre 2001. Si è altresì rappresentata l’opportunità • di precisare che, dopo la predetta data, non possono più essere emessi assegni ed altri titoli di credito in lire e che, se emessi, gli stessi non hanno valore di titoli di credito; • di chiarire che, sempre dalla medesima data, non possono più essere impartiti alle banche ordini di accreditamento o addebitamento in conto in lire. 13 8. Chiusura degli sportelli bancari nella giornata del 31 dicembre 2001 Il 31 dicembre 2001, giornata semifestiva, è naturalmente di estrema delicatezza sotto il profilo dell’euro in quanto nell’arco delle rimanenti ore dello stesso 31 e dell’intera giornata del 1° gennaio dovranno concludersi un insieme di attività straordinarie che si riflettono in gran parte sui sistemi informatici ed organizzativi. In considerazione della complessità delle problematiche e nel timore che il pomeriggio del 31 dicembre e il 1° gennaio 2002 non siano sufficienti per svolgere completamente le accennate attività di ordine straordinario, si è posta all’attenzione delle competenti Autorità, raggiungendo peraltro un orientamento ormai pienamente condiviso, la necessità di prevedere la chiusura al pubblico del sistema bancario nella mattinata di lunedì 31 dicembre 2001. Il provvedimento, di cui si è fatto cenno al precedente punto, dovrebbe prevedere tale chiusura, nonché quella del sistema postale (per le sole operazioni di Bancoposta) e della Banca d’Italia. 9. Attività di riciclaggio Il passaggio alla moneta unica, come chiaramente indicato dalla Banca d’Italia nelle nuove “Istruzioni operative per l’individuazione di operazioni sospette” (emanate il 12 gennaio scorso), appare “di per sé neutrale in termini di rispetto della normativa antiriciclaggio”, anche se la fase di cambio delle banconote potrebbe comunque costituire l’occasione “per ripulire proventi illeciti”. In tale ottica le citate “Istruzioni” individuano nell’ambito degli “indici di anomalia” delle operazioni – che rappresentano, come noto, una casistica esemplificativa di anomalie attinenti alla forma oggettiva delle operazioni, in presenza delle quali la banca, alla luce delle altre notizie di cui dispone, deve procedere ad effettuare approfondimenti, in vista di una eventuale segnalazione di operazione sospetta ex art. 3 della legge 5 luglio 1991,n. 197 (antiriciclaggio) – due particolari fattispecie da tenere in particolare considerazione: • il cambio di banconote in lire o valuta comunitaria con valuta di Paesi non comunitari effettuato nel periodo transitorio di introduzione dell’euro, soprattutto se con elevata frequenza e per importi significativi; • il cambio di banconote in lire o valuta comunitaria con euro effettuato nel periodo transitorio di introduzione dell’euro, soprattutto se con elevata frequenza e per importi significativi. In relazione a quanto sopra, si può ritenere che l’attenzione che gli intermediari bancari pongono, specie con riferimento alle operazioni in contanti di importo consistente, già oggi di rilievo per l’individuazione di fenomeni di riciclaggio, sarà ancor più determinante nella fase finale del passaggio all’euro, considerato che in quel periodo potrebbero verificarsi rilevanti cambiamenti nella frequenza e nell’entità di operazioni con banconote, richieste dalla clientela; tale circostanza tuttavia, se da un lato può essere considerata come elemento di rischio, 14 dall’altro, può essere vista - come sottolineato anche dal rappresentante dell’UIC nel corso dell’Audizione dinanzi alle Commissioni riunite giustizia e finanze della Camera dei deputati, tenutasi il 24 febbraio 1999 “sullo stato di attuazione della normativa per la lotta al riciclaggio dei capitali di provenienza illecita” - come un’opportunità di controllo della clientela. 10. Falsificazioni di banconote in euro Ormai da tempo l’Unione europea ha incentrato la sua attenzione sulla necessità di un rafforzamento della tutela giuridica dell’euro e sulla creazione di un sistema integrato di contrasto contro le falsificazioni monetarie. Con specifico riferimento al passaggio all’euro, è apparso subito evidente, da un lato, come la migliore tutela contro le contraffazioni sia rappresentata dalla qualità delle banconote (per le quali sono state previste particolari misure di sicurezza, che saranno opportunamente pubblicizzate presso il pubblico) e delle monete; dall’altro, proprio perché l’euro costituirà una delle più importanti valute del mondo, esso godrà di grande attrattiva da parte dei falsari, soprattutto di quelli di livello internazionali, ora interessati principalmente dal dollaro. Par tendo da questo assunto, l’UE ha rafforzato i collegamenti di polizia a livello comunitario – istituendo l’Ufficio di polizia europeo (Convenzione europol del 26 luglio 1995), cui sono stati attribuiti, con la decisione del Consiglio del 29 aprile 1999, generali poteri in tema di lotta contro le falsificazioni di monete e di altri mezzi di pagamento – ed ha emanato il Regolamento (CE) N. 1338/2001 del Consiglio del 28 giugno 2001 “che definisce talune misure necessarie alla protezione dell’euro contro le falsificazioni”. In tale provvedimento si indica, tra l’altro che: • le banche “hanno l’obbligo di ritirare dalla circolazione tutte le banconote e le monete in euro che hanno ricevuto e riguardo alle quali abbiano la certezza o sufficiente motivo di ritenere che siano false e le trasmettono senza indugio alle autorità nazionali competenti” (art. 6); • gli Stati membri devono assicurare che le informazioni raccolte a livello nazionale in relazione a casi di falsificazione siano comunicate ad un Ufficio centrale nazionale, per essere poi trasmesse all’Europol (art. 8). In Italia è stato costituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze l’Ufficio centrale antifalsificazione mezzi di pagamento (U.C.A.M.P.), cui è stato affidato, fra l’altro, il compito di raccogliere le informazioni sulle falsificazioni euro e delle altre valute, nazionali ed estere, nonché di tutti gli altri mezzi di pagamento diversi dal contante (cfr. l’art. 1 del decreto del Ministro del tesoro del bilancio e della programmazione economica del 15 maggio 2001). 11. Dialogo con consumatori le principali Associazioni imprenditoriali e dei 15 Considerato che il changeover del 1° gennaio 2002 ha un impatto assolutamente rilevante per l'intero sistema economico, in quanto operare in euro non sarà più una facoltà, come nel periodo 1999-2001, bensì una necessità, si sono approvate talune iniziative rivolte ad un ampio coinvolgimento delle principali Associazioni imprenditoriali e delle Associazioni dei consumatori con le quali l'ABI intrattiene normali rapporti di consultazione. Nel primo caso, quindi, è stato appositamente costituito un "tavolo di dialogo" (al quale partecipano la Confindustria e la Confapi, la Confcommercio, la Confesercenti, la Confartigianato e la CNA, la Confagricoltura e la Coldiretti) finalizzato alla ricognizione, analisi e soluzione dei problemi che interessano il settore bancario e finanziario e gli altri settori economici ai fini dell'introduzione dell'euro, con particolare riferimento agli aspetti operativi della prealimentazione di banconote e monete euro, agli aspetti legali per i rischi che una inadeguata preparazione all'euro delle imprese comporterebbe per le medesime, agli aspetti comunicazionali che svolgeranno un ruolo cruciale per il buon successo dell'operazione. Nel secondo caso, invece, è stato utilizzato il "tavolo di lavoro" già esistente fra l'ABI e le Associazioni dei consumatori (ACU, Adiconsum, ADOC, FederConsumatori, Lega Consumatori ACLI, Movimento dei Consumatori, Unione Nazionale Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, CittadinanzAttiva) allo scopo di raggiungere il miglior livello di informazione fra il settore bancario e finanziario ed i cittadini. Entrambi i "tavoli" si sono riuniti già più volte dall'inizio del 2001 e stanno definendo alcuni documenti, (articolati su più livelli per soddisfare sia le esigenze di tipo tecnico che quelle di tipo divulgativo) che possano essere diffusi ai rispettivi Associati, eventualmente anche a firma congiunta. Ad esempio è in fase di stampa la brochure rivolta alle famiglie. Fra le iniziative più rilevanti proposte nell'ambito dell'attività dei “tavoli” va menzionata certamente l'istituzione di un "centro di coordinamento" presso l'ABI avente lo scopo di dialogare con "centri" consimili di altre Autorità ed Istituzioni, anche a fini di monitoraggio degli stati di avanzamento del changeover. 12. La Campagna 2001/2002 di comunicazione sull’euro del sistema bancario La Campagna di Comunicazione che l’ABI sta realizzando sull’ultima fase dell’introduzione dell’euro fa seguito alle iniziative di comunicazione realizzate dal Sistema negli anni scorsi in materia ma si inserisce nell’ambito di un’iniziativa di portata più ampia. In particolare, a differenza del ‘98, questa volta i cambiamenti saranno di vasta portata, e coinvolgeranno tutte le fasce di clientela bancaria in maniera molto più intensa e diretta, con un impatto organizzativo molto esteso. La Campagna è nata in seno al Gruppo di Lavoro ABI Comunicazione, un tavolo di lavoro permanente formato dai rappresentanti della comunicazione dei 16 maggiori gruppi bancari, il cui obiettivo è pianificare e gestire le iniziative di comunicazione delle banche a livello di sistema. Nella messa a punto della strategia di comunicazione il Gruppo ha lavorato in stretta collaborazione con gli altri soggetti istituzionali coinvolti nel changeover quali il ministero dell’Economia e delle Finanze, la Banca d’Italia, le Associazioni di categoria e quelle dei consumatori, al fine di coordinare le diverse azioni comunicazionali e pervenire alla stesura di messaggi convergenti. 13.1 Gli obiettivi di comunicazione La Campagna messa a punto dal Gruppo di Lavoro ABI Comunicazione persegue i seguenti obiettivi strategici: 13.2 • informare e rassicurare la clientela circa le conseguenze e le modalità legate ai cambiamenti nei servizi bancari e all’introduzione delle banconote e monete • favorire, evitando problemi ordinato alla nuova moneta • promuovere la diffusione di servizi evoluti quali le carte di credito e il PagoBancomat, quali strumenti utili per affrontare il changeover. organizzativo/operativi, un passaggio La struttura della Campagna Al fine di soddisfare tali obiettivi e di assicurare la massima copertura dei target individuati la Campagna è stata articolata in due parti: 1. La Campagna pubblicitaria, che utilizzerà i canali tipici dell’advertising: TV, radio, stampa e affissione. 2. La Campagna informativa che, rivolgendosi a 4 target fondamentali - le famiglie, le PMI, le scuole e il personale bancario - si serve dei classici strumenti di below the line, vale a dire guide, depliant, espositori, manifesti. 13.3 La Campagna pubblicitaria In termini di messaggi, la Campagna punterà a dissipare dubbi e incertezze e a suggerire scelte razionali ed opportune della clientela in materia di servizi bancari e di rapporti con la banca con un’attenzione particolare alle carte di credito e al PagoBancomat quali strumenti utili durante il changeover. La Campagna si concentrerà quindi su aspetti pratici ed immediatamente comprensibili riguardanti gli assegni, i conti correnti, le carte di pagamento, l’approvvigionamento di contante. 17 Per quanto riguarda il timing, la campagna si concentrerà prevalentemente nel periodo ottobre 2001/febbraio 2002. L’avvio della campagna è stato preceduto da alcuni annunci stampa che sottolineano fondamentalmente due aspetti: 1. le banche sono pronte all’euro; 2. i clienti possono già operare in euro, in particolare dotandosi dei nuovi libretti di assegni in euro e utilizzando il PagoBancomat e le carte di credito, purchè, naturalmente i commercianti e gli altri prenditori siano pronti ad accettarli. 13.4 La Campagna informativa La Campagna informativa si compone di una serie di strumenti comunicazionali (come ad esempio guide, depliant, manifesti) attualmente in fase di stampa; i più significativi sono: • una guida destinata alle famiglie ( relizzata in collaborazione con le Associazioni dei Consumatori) che, in un linguaggio chiaro e semplice, utilizzando sotto forma di dialogo la tecnica domanda/risposta, affronta i principali argomenti inerenti al rapporto Cliente/Banca. Con taglio pratico/operativo la guida affronta il tema degli assegni (come si compila un assegno in euro/la validità di quelli in lire) offre suggerimenti in materia di gestione dei contanti (dove procurarsi gli euro, come spendere le lire), spiega l’utilità del PagoBancomat e delle carte di credito nel passaggio all’euro, non tralasciando temi quali la conversione dei conti correnti, i titoli e così via. La guida è stata realizzata in collaborazione con le 10 Associazioni dei Consumatori che fanno parte del tavolo permanente di consultazione con l’ABI; • una guida per le PMI (concordata con le Associazioni imprenditoriali) che offre suggerimenti pratici per affrontare il changeover, evidenziando i rischi di un mancato adeguamento e, soprattutto, le misure da adottare in merito a: Ø i cambiamenti nei servizi bancari (assegni, incassi tramite POS, Ri.Ba, R.I.D, M.AV.) Ø i suggerimenti nella gestione del l’adeguamento dei registratori di cassa) contante (la prealimentazione, Ø i principali aspetti gestionali e organizzativi per l’impresa • una guida rivolta agli studenti delle scuole medie e superiori che spiega l’euro con uno stile spigliato e divertente; • una guida junior, destinata ai giovani ed alle scuole; • tre diversi pieghevoli sui temi della gestione del contante, degli assegni e delle carte di pagamento. 18