Sequestrati beni e immobili per un valore di 308 milioni

Transcript

Sequestrati beni e immobili per un valore di 308 milioni
Gazzetta del Sud 6 Febbraio 2008
Sequestrati beni e immobili per un valore di 308 milioni
PALERMO. L'ultimo colpo grosso sferrato alla mafia economica nel corso
dell'operazione «Imperium», vale per l'esattezza 308 milioni 722 mila euro. Sotto
scacco i patrimoni di capi mandamento di Palermo e provincia, intestati a
personaggi che all'anagrafe fiscale risultavano essere indigenti. Apposti i sigilli a
122 immobili tra appartamenti e magazzini, a 10 automobili, a 14 partecipazioni
societarie e a 44 rapporti bancari e polizze assicurative. Un tesoro riconducibile
agli indiziati mafiosi Filippo Guttadauro, cognato del latitante Matteo Messina
Denaro, Vincenzo Pipitone, ritenuto il capomafia di Carini, Angelo e Pietro Parisi,
imprenditori palermitani «vicini» ad Antonino Rotolo, interessato anch'egli dal
provvedimento, Giovanni Nicoletta, indicato come affiliato della Noce, Francesco
Inzerillo, del clan Boccadifalco e Calogero Caruso, reggente del clan mafioso di
Torretta.
Da sottolineare che i beni sequestrati al boss Antonino Rotolo sono già peraltro
confiscati: la decisione era stata adottata dal gup Piergiorgio Morosini con la
sentenza del processo «Gotha», pronunciata il 21 gennaio scorso. Il provvedimento
di ieri della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo costituisce
dunque una sorta di «doppio catenaccio» sugli stessi beni del capomafia di
Pagliarelli. In ambienti giudiziari si osserva che la confisca penale ha presupposti e
valore molto più severi rispetto al procedimento di prevenzione ed è dunque un
passo in più. La confisca avvenuta nel procedimento «Gotha» era stata fatta in base
ad indagini condotte dalla Squadra mobile del capoluogo dell'Isola.
E c'è anche la sala Bingo «Las Vegas» di viale Regione siciliana, riconducibile a
Rotolo, tra i beni sequestrati oggi dalle Fiamme gialle: l'attività era stata già
oggetto del sequestro di quote sociali lo scorso anno: «Questa volta - ha detto il
generale Francesco Carofiglio, a capo del comando provinciale della Guardia di
finanza di Palermo - sono stati apposti i sigilli all'intero immobile della sala scommesse».
«Lo strumento del sequestro dei beni è molto valido. Occorrono però delle
modifiche per il loro reimpiego immediato», per il procuratore della Repubblica di
Palermo, Francesco Messineo, intervenendo alla conferenza stampa. «L'indagine ha proseguito Messineo - ancora una volta si è occupata di individuare i beni
riconducibili al gruppo mafioso indagato nel corso dell'operazione Gotha». «Se
oggi prendiamo una mappa di Palermo - ha detto il procuratore aggiunto Roberto
Scarpinato - e coloriamo di rosso gli edifici costruiti nel capoluogo siciliano dalla
mafia con i capitali delle organizzazioni mafiose, ci accorgiamo che, dagli anni
Sessanta, all'epoca del cosiddetto "sacco di Palermo", una buona parte di Palermo è
stata realizzata con il beneplacito dell'organizzazione mafiosa». Un'affermazione
alla quale Messineo ha voluto replicare: «Io sarei per una versione più ottimistica e
affermerei che se dovessimo colorare di rosso questi edifici sulla mappa di
Palermo, potremmo sostenere che lo Stato ha sequestrato una buona parte delle
costruzioni sino ad oggi, e fino a ieri, realizzate dai mafiosi e in mano dei mafiosi».
Una visione su cui sembra convergere il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, per
il quale si è trattato di «un colpo durissimo, che vale probabilmente quanto la
cattura di un grande boss e forse di più. Sono convinto - ha commentato - che
questa sia la strategia vincente: sottrarre alla mafia i suoi beni significa colpirla nei
suoi organi vitali, mettendone in crisi tutta l'organizzazione. È anche motivo di
soddisfazione l'ennesima testimonianza dell'unità dello Stato in questo sforzo
contro la mafia, dalla magistratura alla Guardia di Finanza e a tutte le Forze
dell'ordine».
EMEROTECA ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS