proposta per le scuole medie e superiori

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proposta per le scuole medie e superiori
ALFATEATRO – STAGIONE 2016/2107
Via Casalborgone 16 – 10132 TORINO
Per info e prenotazioni 011.8399929 – 333.6387963 [email protected]
PROPOSTA PER LE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI
ANNO TEATRALE 2016/17
Anche quest’anno ALFATEATRO offre alle Scuole la possibilità di vedere allestite delle
commedie di autori classici, realizzate in modo classico con ambientazioni e costumi fedeli a
quello richiesto dall’autore.
Nelle scuole che dispongono di un teatro o di uno spazio adeguato c’è anche la possibilità di
concordare lo spettacolo direttamente nella scuola in altre date
I titoli proposti per la stagione 2016/2017 sono
WILLIAM SHAKESPEARE -ROMEO E GIULIETTA - Serali ore 21,00 – 4 e 5 novembre 2016
- Mattinate ore 10,00 22 e 23 gennaio 2017
CARLO GOLDONI – LA BOTTEGA DEL CAFFE’
– Serali ore 21,00 - 7 e 8 aprile 2017
- Mattinate ore 10,00 - 27 e 28 marzo 2017
LUIGI PIRANDELLO – IL BERRETTO A SONAGLI – Serali ore 21,00 - 4 e 5 marzo 2017
- Mattinate ore 10,00 - 6 e 7 marzo 2017
MOLIERE – L’AVARO
- Serali ore 21,00 - 17 e 18 dicembre 2016
- Mattinate ore 10,00 - 6 e 7 febbraio 2017
Qui di seguito troverete le schede di presentazione.
Su richiesta è possibile avere direttamente nelle scuole una mattinata di presentazione dello
spettacolo prescelto in modo da dare ai ragazzi delle nozioni drammaturgiche, storicosociologiche in modo da assistere in modo più proficuo alla rappresentazione.
Al termine di ogni spettacolo la compagnia si intratterrà con un pubblico dibattito.
INGRESSO POSTO UNICO - MATINE’ € 7.00 – SERALE € 10.00
CARLO GOLDONI
LA BOTTEGA DEL CAFFE’
Il 1750 è un anno particolarissimo per Goldoni perché in quell'anno superò se stesso scrivendo
ben 16 commedie nuove. Sedici: vuol dire che praticamente ogni tre settimane sfornava una
commedia.
La bottega del caffé è una di queste. È una commedia con alcune peculiarità formali che la
rendono atipica fra le cento e più scritte dal Goldoni. Atipica nel titolo e atipica nella storia. I
titoli di Goldoni generalmente si rifanno al personaggio protagonista e le storie generalmente
sono unitarie, narrano cioè la vicenda del protagonista. Qui invece il titolo è d'ambiente e la
storia anche è anomala, perché è corale, collettiva, d'insieme. C'è Eugenio, un marito che si
gioca tutte le sue fortune a carte e trascura la moglie. C'è Flaminio, un baro che ha piantato la
moglie Placida a Torino e si è rifugiato a Venezia sotto il falso nome di conte Leandro. C'è
Pandolfo, un biscazziere lestofante pronto a tutte le mascalzonate, anche all'usura. Poi c'è un
barista, come diremmo oggi, proprietario di una bottega di caffé, saggio, equilibrato, generoso,
che si prodiga per far del bene a tutti, in modo particolare a quello sventato di Eugenio. E c'è
infine Don Marzio, il maldicente, la malalingua, il primattore, il protagonista spettacolare della
Commedia, il personaggio che questa commedia, fatta di niente, rende memorabile.
Il lieto fine è d'obbligo in Goldoni, lieto fine che è anche morale finale: premia8 sono sempre i gius8, puni8 i
malvagi, si ravvede chi ha sbagliato. Fine morale che nulla toglie, mai, al soffuso realismo di tu?e le
commedie goldoniane, un realismo fa?o non tanto di intrecci verosimili (gli intrecci sono sempre intrecci,
teatralmente forza8) quanto di minu8 par8colari che hanno sempre il fresco sapore del quo8diano... Il
biscazziere che 8ra a non pagare il caffé, i clien8 si rubano le tazzine, le chiacchiere oziose di fantapoli8ca al
bar, le discussioni sulla qualità del tabacco, le vecchieGne che non hanno i soldi per comprarsi la legna
d'inverno e che pure a una tazza di caffè non sanno rinunciare...
È il piccolo mondo borghese che fa il suo ingresso sulla scena del Teatro ed è il Teatro che diventa piacevole
intra?enimento, garbato, sorridente, semplice.
Questo è Goldoni. Un acquerellista di 8nte tenui che ritrae paesaggi, situazioni, ambien8, comuni e
tranquilli. Che volta le spalle alle grandi passioni e ai grandi even8. Che porta in scena la vita reale. Quella
scolorita d'ogni giorno, non quella a grandi 8nte. Ma quella vera, non quella enfa8ca del grande Teatro. E
tra?ando di cose piccole riesce ad essere un grande autore.
LUIGI PIRANDELLO
IL BERRETTO A SONAGLI
La commedia, che riprende le tematiche delle due novelle La verità (1912) e Certi
obblighi(1912), venne scritta nell'agosto 1916 in lingua siciliana per l'attore Angelo Musco con
il titolo 'A birritta cu' i ciancianeddi. In questa versione fu messa in scena dalla compagnia di
Musco a Roma, al Teatro Nazionale, il 27 giugno 1917
I lavori per la rappresentazione della pièce furono caratterizzati dalle continue tensioni tra
Musco ed il professore (con questo nome Musco usava chiamare Pirandello). I conflitti erano
dovuti alle diverse aspettative: la commedia doveva, secondo Pirandello, concentrarsi sui
paradossi del personaggio e dell'esistenza, mentre Musco voleva, da attore abituato a
rappresentazioni brillanti, sottolinearne l'aspetto comico.
Avvenne così che avendo il ruolo di capocomico Musco riuscì a portare in scena una versione
accorciata di parecchio. A detta della maggior parte degli studiosi,
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i tagli operati da Musco
alla versione siciliana sarebbero la causa di un fatto abbastanza curioso: la versione italiana,
preparata alcuni anni più tardi da Pirandello, corrisponde all'incirca alla versione ridotta, messa
in scena dalla compagnia di Musco. Ilprofessore infatti avrebbe perso nel frattempo il
manoscritto con la versione originale in siciliano.
Tematiche della commedia
Diversi personaggi di questa commedia si trovano in una situazione di dilemma, di tipiche
situazioni paradossali in cui l'individuo resta quasi senza via di uscita.
•
Fana, la vecchia balia, sa che Beatrice vuole denunciare l'adulterio del marito e quindi
sarebbe suo dovere evitare disastri e riferire tutto al fratello di Beatrice, Fifì, affinché
quest'ultimo la convinca a non commettere pazzie; d'altro canto, non può farlo perché,
come serva obbediente, non può opporsi alla padrona Beatrice che le ha imposto il
silenzio.
•
Il delegato Spanò dovrebbe accettare la denuncia, ma sa che, adempiendo al suo
dovere di funzionario, si metterebbe contro il cavaliere che è in pratica il suo padrone.
•
Ciampa ama la moglie e soffre, ma deve tollerare l'adulterio da parte del cavaliere, cui
egli è asservito; inoltre, pur amando profondamente la sua donna, nello stesso tempo
pensa di ucciderla.
Meno ricco di conflitti è il caso di Beatrice, ma il suo atteggiamento privo di dubbi o
ripensamenti viene presto punito.
Un tema sicuramente di primo piano è quello che emerge dalla novella Certi obblighi ripresa
dalla commedia: l'individuo è costretto a difendere il suo prestigio sociale, il pupo, quel
pupazzo con cui nascondiamo la meschina realtà di ognuno di noi, anche a costo di pagare un
prezzo altissimo, sino al punto che Ciampa, per mantenere integro il suo onore, potrebbe
essere costretto ad uccidere la moglie (fatto che accade effettivamente nella principale novella
ispiratrice della commedia, La verità).
WILLIAM SHAKESPEARE
ROMEO E GIULIETTA
Composta tra il 1594 e il 1596 è certo tra le più rappresentate dell’Autore
Lo spettacolo inizia con una rissa tra i Capuleti e i Montecchi, due famiglie che si odiano da
sempre, risas che viene sedata dal principe di Verona, Escalus, che promette morte ai capi
delle due famiglie se succederanno ancora di queste risse. I capuleti danno una festa in
maschera cui partecipano il Conte Paride che ha chiesto la mano di Giulietta, Giulietta e anche
Romeo con Mercuzio, un amico, e Benvoglio, suo cugino. Durante la festa Romeo e Giulietta si
incontrano e nasce subito l’Amore con un primo bacio. Solo dopo Romeo viene a sapere che
Giulietta è una Capuleti e Giulietta apprende dalla sua Balia che Romeo è un Montecchi. Finita
la festa Romeo si intrattiene nel giardino e riuscirà a vedere ancora Giulietta con la famosa
scena del balcone dove i due decidono di sposarsi in segreto, cosa che avverrà il giorno
seguente grazie all’aiuto della Balia e del Frate Lorenzo. IL giorno dopo Tebalco, cugino di
Giulietta incontra Romeo e lo insulta per provocarlo, Romeo non accetta la sfida, ma il suo
amico Mercuzio sì e nella colluttazione Tebaldo ferisce a morte Mercuzio e Romeo preso dall’ira
uccide Tebaldo. Il principe Escalus condannerà Romeo all’esilio. Giulietta è stata promessa al
Conte Paride che dovrebbe sposarla quel giovedì stesso; Giulietta rifiuta e con una scusa si
reca da Frate Lorenzo presso il quale ha trovato rifugio Romeo e dove i due passano la loro
notte di nozze. Il mattino dopo Romeo fugge a Mantova. Poiché Giulietta non vuole sposare
Paride chiede aiuto al Frate che, esperto di erbe, preparerà una pozione che simulerà la morte
per 48 ore, in modo da impedire il matrimonio. Il Frate manda poi Frate Giovanni ad avvisare
Romeo di quello che sta accadendo, per farlo tornare a Verona e poi risvegliata Giulietta
fuggire con lei. Giulietta intanto finge di accondiscendere alle nozze,e coricatasi beve la
pozione. Al mattino la Balia la troverà”morta” e così Giulietta verrà portata nella tomba della
famiglia. Il servo di Romeo, Baldassarre ha assistito al funerale e, inconscio del retroscena,
corre ad avvisare Romeo che acquisterà dell’arsenico, deciso a togliersi la vita sulla tomba
della sua amata. Infatti il messo di Frate Lorenzo non è riuscito ad entrare in Mantova in
quarantena per la peste e non ha potuto avvisare Romeo che giunge nella cripta dove trova
anche Paride a piangere Giulietta. I due duellano e Romeo uccide Paride, poi beve l’arsenico e
si sdraia accanto a Giulietta che, risvegliatasi e trovando Romeo morto al suo fianco decide
anch’essa di togliersi la vita con il pugnale di Romeo. Nel finale le due famiglie si ritrovano
tutte nella cripta dove giureranno di porre pace duratura tra loro in nome dei loro figli morti.
MOLIERE
L’AVARO
Ambientata a Parigi si svolge nell’arco di un sol giorno. La prima è stata rappresentata il 9
settembre 1668 al Teatro del Palais Royal e denuncia l’avarizia sfrenata, il gioco d’azzaardo, i
matrimoni combinati ed il lusso sfrenato
Valerio, di nobili origini, si è fatto assumere come domestico da Arpagone, perché innamorato
della figlia di lui Elisa e da lei ricambiato; Elisa ha un fratello Cleante, che confida di essere
innamorato di Marianna che abita con la madre poco distante , ma non agiate
economicamente. Arpagone intanto ha una discussione con Freccia, servitore, proprio sul tema
dell’avarizia: incontra quindi i due figli e annuncia loro di volersi risposare con Marianna e di
voler dare in sposa Elisa a Anselmo, ricco personaggio che la prenderebbe senza dote. Cleante
si sente male e Elisa dice che non lo vorrà sposare, provocando l’ira del padre che chiede a
Valerio di fare da arbitro in questa contesa. Un cane abbaia e Arpagone, preoccupato che
qualcuno trovi il tesoro che ha nascosto in giardino, va a controllare. Valerio propone ad Elisa
di fingersi malata per impedire il matrimonio che il padre vorrebbe per la sera stessa. Intanto
Cleante pensa di chiedere un prestito tramite un mediatore, mastro Simone che chiede per il
prestatore delle condizioni impossibili; ciononostante Cleante accetta di incontrare con mastro
Simone anche il prestatore che si scopre non essere altri che Arpagone: nasce un alterco con il
figlio che se ne va maledicendolo. Arpagone incontra Frosina che sta organizzando il
matrimonio con Marianna e vorrebbe una ricompensa, ma non riuscirà ad ottenerla.
Arpagone impartisce ordini alla servitù per la cena che organizza per il fidanzamento, cena che
dovrà essere parsimoniosa. Giunge Frosina con Marianna che dice di sposare il vecchio
Arpagone solo epr salvare la sua famiglia dalla miseria, ma che lo fa con orrore.Arriva anche
Cleante e Marianna freme al vederlo. Cleante, con la scusa di aprlare a nome del padre. Le fa
un sacco di complimenti ee le dona un anello che sfila dal dito di Arpagone, poi tutti, menio
Cleante. vanno a fare una passeggiata in calesse.Dal giardino giunge Freccia con una cassetta
e dice a Cleante che è il tesoro che Arpagone aveva nascosto…. Non appena usciti si odono le
urla di Arpagone che ha scoperto il furto…. Quasi impazzito chiede a tutti di trovare il ladro e
chiama le guardie: Giunge anche Anselmo che si scopre essere il padre di Marianna e Valerio
che quindi sono fratelli. Anselmo, ovvero Don Tommaso d’Alburzio di Napoli, risolverà ogni cosa
e tutto finirà nel migliore dei modi con due matrimoni e con il ritrovamento anche della
cassetta col tesoro.