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Doc.: INS AVM.CE/it Page 1 of 8 Rev.: 0 Date: 02/2003 HAV IgM Test immunoenzimatico (ELISA) a “cattura” per la determinazione dell’anticorpo di classe IgM anti Virus dell’Epatite A in siero o plasma umano - solo per uso diagnostico “n vitro” - DIA.PRO Diagnostic Bioprobes Srl Via Columella n° 31 20128 Milano - Italy Phone +39 02 27007161 Fax +39 02 26007726 e-mail: [email protected] REF AVM.CE 96 tests Doc.: INS AVM.CE/it Page 2 of 8 Rev.: 0 HAV IgM A. SCOPO DEL SAGGIO Il prodotto denominato HAV IgM è un kit immunoenzimatico (ELISA) per la determinazione degli anticorpi di classe IgM anti Virus dell’Epatite A in siero o plasma umano, con metodica a cattura. Il kit è inteso per l’identificazione dell’agente virale infettante, causa di epatite nel paziente, ed il follow-up dell’infezione acuta. Solo per uso diagnostico “in vitro”. B. INTRODUZIONE Il “Center for Disease Control or CDC”, Atlanta, USA, definisce il Virus dell’Epatite A come segue: L’Epatite A continua ad essere una delle malattie più frequenti nel mondo nonostante l’esistenza di un vaccino sin dal 1995. L’utilizzo di un protocollo di vaccinazione applicato su larga scala sulla popolazione appropriata farebbe sostanzialmente diminuire l’incidenza della malattia e potenzialmente eliminare la trasmissione del Virus dell’Epatite A. L’agente eziologico, virus di 27-nm ad RNA classificato come Picornavirus può generare sia un’infezione asintomatica che sintomatica negli uomini, dopo un periodo medio di 28 giorni di incubazione (da 15 a 50 giorni). La malattia causata da infezione da HAV mostra una tipica manifestazione sintomatologica che include febbre, malessere, anoressia, nausea, disturbi intestinali, urine scure, e ittero. La probabilità di avere sintomi da infezione HAV è correlata con l’età della persona. Nei bambini di meno di 6 anni, la maggioranza delle infezioni (70%) è asintomatica. Se la malattia sussiste non è usualmente accompagnata da ittero. Tra i bambini di età superiore e gli adulti, l’infezione è normalmente asintomatica con ittero presente in più del 70% dei pazienti. Segni e sintomi normalmente durano meno di 2 mesi, sebbene il 10-15% delle persone con sintomatologia mostrino una malattia più lunga, o ricorrente, fino a 6 mesi. Nelle persone infette, l’HAV si replica nel fegato, viene escreto nella bile ed eliminato con le feci. Il picco di infettività di tali persone è presente durante le due settimane che precedono l’ittero o l’aumento dei livelli degli enzimi epatici, quando la concentrazione del virus nelle feci è maggiore. La concentrazione del virus nelle feci declina dopo l’ittero. Bambini e neonati possono eliminare l’HAV per un periodo più lungo che non gli adulti, fino a diversi mesi dopo la manifestazione della malattia. L’eliminazione cronica dell’HAV nelle feci non è fenomeno normale; tuttavia tale eliminazione può avvenire in persone che mostrano eventi ricorrenti di malattia. La viremia viene osservata immediatamente dopo l’infezione e persiste durante il periodo in cui si presentano alti valori di enzimi epatici. L’Epatite A non può essere differenziata da altri tipi di epatite virale unicamente sulla base delle caratteristiche cliniche o epidemiologiche. Sono necessari i test serologici che determinano gli anticorpi IgM verso le proteine capsidiche dell’HAV (anti HAV IgM) per confermare una diagnosi di infezione acuta da HAV. In molti pazienti, le IgM anti HAV diventano determinabili 5-10 giorni prima della manifestazione dei sintomi e possono persistere fino a 6 mesi dopo l’infezione. Anticorpi IgG anti HAV, che appaiono Date: 02/2003 presto nel decorso della malattia, rimangono presenti per tutta la vita dell’individuo e conferiscono una protezione duratura contro la malattia. Sono disponibili in commercio tests per la determinazione di IgM e anticorpi totali (IgM e IgG) anti HAV in siero e plasma. L’HAV RNA può essere determinate nel sangue e nelle feci della maggioranza delle persone durante la fase acuta dell’infezione con l’utilizzo di tecniche di amplificazione degli acidi nucleici e il loro sequenziamento è stato utilizzato per verificare la correlazione tra diversi isolati. L’infezione da HAV è acquisita sostanzialmente per via orofecale per contatto tra persone o ingestione di cibi contaminati o acqua infetta. In rare occasioni l’infezione da HAV è stata trasmessa da trasfusione di sangue o da emoderivati raccolti da donatori durante la fase di viremia dell’infezione. Nei primati infettati sperimentalmente, l’HAV è stata trovato nella saliva durante il periodo di incubazione; tuttavia la trasmissione per tale via non è stata dimostrata. A seconda delle condizioni, l’HAV può essere stabile nell’ambiente per mesi. La cottura dei cibi ad una temperatura superiore ad 85°C per 1 minuto o la disinfezione delle superfici con candeggina 1:100 in acqua sono due metodi che permettono l’inattivazione del virus. Poiché la maggioranza dei bambini ha una infezione asintomatica o non riconoscibile, questi giocano un ruolo importante nella trasmissione dell’HAV e servono come bacino d’infezione per gli altri. In uno studio condotto su adulti senza origine d’infezione identificata, il 52% di loro aveva un bambino di età inferiore a 6 anni in casa; la presenza di tale persona è stata associata alla trasmissione dell’HAV tra i conviventi. In studi dove test serologici erano stati effettuati sulla stessa tipologia di persone, il 25-40% dei contatti avevano parentela con bambini inferiori a 6 anni con evidenza di infezione da HAV (IgM anti HAV). C. PRINCIPLE OF THE TEST Il dosaggio è basato sul principio a “cattura IgM” dove le IgM del campione sono catturate prima in fase solida da un anticorpo adeso anti hIgM. Dopo aver eliminato tramite lavaggio tutti gli altri componenti del campione ed in particolare gli anticorpi IgG, gli anticorpi IgM specifici presenti in fase solida sono messi in evidenza dall’aggiunta di una preparazione di HAV, purificata, inattivata e marcata con un anticorpo coniugato con perossidasi (HRP). Dopo incubazione, la micropiastra viene lavata per rimuovere il coniugato non legatosi e quindi viene aggiunto il Cromogeno/Substrato. In presenza di perossidasi tale reagente incolore viene idrolizzato ad un prodotto di reazione colorato, la cui densità ottica può essere misurata e risulta proporzionale alla quantità di anticorpo IgM anti HAV presente nel campione. D. COMPONENTI Il kit contiene reagenti per 96 determinazioni. 1. Micropiastra MICROPLATE 12 strips da 8 pozzetti removibili attivati con anticorpo anti hIgM, purificato per affinità, sigillata in un contenitore a chiusura ermetica, in presenza di essiccante. Portare la micropiastra a temp.amb. prima dell’apertura del contenitore. Riporre le strips inutilizzate nell’apposito contenitore e sigillare in presenza di essiccante, riponendo a 2..8°C. Doc.: INS AVM.CE/it Page 3 of 8 Rev.: 0 2. Controllo Negativo: CONTROL 1x2.0ml/flacone. Pronto uso, contiene proteine seriche di capra, 10 mM tampone Tris-HCl pH 6.0+/-0.1, 0.1% Tween 20, 0.09% sodio azide e 0.1% Kathon GC come conservante. Il controllo negativo è incolore. 3. Controllo Positivo: CONTROL + 1x2.0ml/flacone. Pronto uso, contiene proteine seriche di capra, anticorpo IgM anti HAV, 10 mM tampone Tris-HCl pH 6.0+/-0.1, 0.1% Tween 20, 0.09% sodio azide e 0.1% Kathon GC come conservanti. Il controllo positivo ha codice colore verde. 4. Calibratore: CAL …. n° 1 flacone liofilo. Da dissolvere con il volume di acqua grado EIA riportato in etichetta.Contiene 2% BSA, anticorpo IgM anti HAV, 10 mM tampone Tris-HCl pH 6.0+/-0.1, 0.09% sodio azide e 0.1% Kathon GC come conservanti. Nota: Il volume necessario per dissolvere il contenuto del flacone può variare da lotto a lotto. Utilizzare il volume esatto riportato in etichetta. 5. Soluzione Lavaggio conc.: WASHBUF 20X 1x60ml/flacone. Soluzione concentrata 20x da diluire fino ad un volume totale di 1200 ml con acqua grado EIA prima dell’uso. Una volta diluita la soluzione contiene 10 mM tampone fosfato sodico pH 7.0+/-0.2, 0.05% Tween 20 e 0.05% Kathon GC. 6. Coniugato Enzimatico 20X: CONJ 20X 1x0.8 ml/flacone. Soluzione 20X concentrata. Contiene anticorpo specifico anti-HAV coniugato con HRP in presenza di 10 mM tampone Tris-HCl pH 6.8+/-0.1, 2% BSA, 0.1% Kathon GC e 0.02% gentamicina solfato come conservanti. 7. Antigene HAV: Ag HAV 1x16 ml/flacone. Soluzione pronto uso. Contiene antigene HAV inattivato e stabilizzato in presenza di 10 mM tampone Tris-HCl pH 6.8+/-0.1, 2% BSA, 0.1% Kathon GC e 0.02% gentamicina solfato come conservanti. Il reagente ha codice colore rosso. 8. Diluente Campione: DILSPE 2x60.0 ml/flacone. Tampone proteico per la diluizione del campione. Contiene proteine seriche di capra, 10 mM tampone Tris-HCl pH 6.0+/-0.1, 0.1% Tween 20, 0.09% sodio azide e 0.1% Kathon GC come conservanti. Il reagente ha codice colore blue. 9. Cromogeno/Substrato: SUBS TMB 1x16ml/flacone. Contiene 50 mM tampone citrato-fosfato solido pH 3.5-3.8, 0.03% tetra-metil-benzidina (o TMB) e 0.02% perossido d’idrogeno (o H2O2). Nota: Conservare al riparo dalla luce in quanto fotosensibile . 10. Acido Solforico: H2SO4 O.3 M 1x15ml/flacone. Contiene una soluzione 0.3 M H2SO4. Attenzione: Irritante (Xi R36/38; S2/26/30) 11. Adesivo plastico per piastra n° 2 12. Istruzioni per l’uso n° 1 E. MATERIALI RICHIESTI MA NON FORNITI 1. Micropipette calibrate nel range 10-1000 ul e puntali monouso di plastica. 2. Acqua grado EIA (bi-distillata o de-ionizzata, trattata con carbone attivo per rimuovere agenti chimici ossidanti usati quali disinfettanti). Date: 02/2003 3. Timer da 60 min o superiore. 4. Carta assorbente. 5. Incubatore termostatico per micropiastre ELISA calibrato ed impostato a +37°C. 6. Lettore per micropiastre ELISA calibrato ed in possesso di filtri da 450nm (lettura) e possibilmente da 620-630 nm (azzeramento). 7. Lavatore per micropiastre ELISA calibrato. 8. Vortex o strumentazione di miscelatura simile.. F. AVVERTENZE E PRECAUZIONI 1. Il kit deve essere utilizzato solo da personale tecnico esperto e propriamente istruito, sotto la supervisione del responsabile del laboratorio. 2. Tutto il personale coinvolto nell’esecuzione del dosaggio deve indossare indumenti protettivi di laboratorio, guanti in gomma senza talco ed occhiali. Evitare ogni uso di materiale appuntito (aghi) e tagliente (lamette). Tutto il personale dovrebbe essere istruito in procedure di bio-sicurezza, come raccomandato dal Center for Disease Control, Atlanta, U.S., e riportato nella pubblicazione del National Institute of Health’s: “Biosafety in Microbiological and Biomedical Laboratories”, ed. 1984. Riferirsi inoltre alla legislazione vigente in Italia. 3. Tutto il personale coinvolto nella manipolazione dei campioni di origine umana dovrebbe essere vaccinato per HBV e HAV, agenti per i quali esiste un vaccino sicuro ed efficace. 4. L’ambiente del laboratorio dovrebbe essere sotto controllo per evitare ogni contaminazione da polvere o da agenti microbici trasportati dall’aria, quando flaconi e micropiastra vengono aperti e quando il dosaggio viene eseguito. Proteggere il Cromogeno/Substrato da forte illuminazione ed evitare ogni vibrazione del banco di lavoro quando il test viene eseguito. 5. A ricevimento, conservare il kit in un frigorifero o in una camera fredda a temperatura controllata di 2..8°C. 6. Non utilizzare componenti provenienti da lotti diversi. Si raccomanda anche di non utilizzare componenti di due kits diversi della stessa tipologia anche se dello stesso lotto. 7. Controllare che i reagenti siano limpidi e che non contengano particelle o aggregati visibili. In caso contrario, avvisare il supervisore del laboratorio per iniziare le procedure necessarie alla risoluzione del problema. 8. Evitare contaminazioni crociate tra campioni (siero/plasma) utilizzando puntali monouso, scartati dopo ogni singolo utilizzo. 9. Evitare contaminazioni crociate tra i componenti del kit con l’utilizzo di puntali monouso, scartati dopo ogni singolo utilizzo. 10. Non utilizzare il kit dopo la data di scadenza riportata sulle etichette esterne (contenitore primario) ed interne (flaconi/micropiastra). 11. Manipolare i campioni di origine umana come potenzialmente infettivi. Questi dovrebbero essere manipolati a livello 2 di Bio-Sicurezza, come raccomandato dal Center for Disease Control, Atlanta, U.S., in accordo con quanto citato nella pubblicazione del Institutes of Health: “Biosafety in Microbiological and Biomedical Laboratories”, ed. 1984. Fare comunque riferimento alla normativa di legge nazionale in merito alla manipolazione dei campioni biologici. 12. Si raccomanda l’uso di materiali di laboratorio in plastica nella preparazione della soluzione di lavaggio o nel trasferimento dei componenti nei contenitori di stazioni ELISA automatiche, in modo da evitare contaminazioni. 13. Gli scarti prodotti durante l’uso del kit devono essere smaltiti in accordo con le vigenti normative nazionali a proposito dello smaltimento di sostanze chimiche e biologiche. In particolare i rifiuti generati dalle procedure di lavaggio, dai residui dei controlli e dei campioni devono essere trattati come materiali potenzialmente infettivi e quindi inattivati. Si suggeriscono quali processi di inattivazione il trattamento con una soluzione al 10% di conegrina domestica per 16-18 ore o l’inattivazione al calore per autoclave a 121°C per 20 min. Doc.: INS AVM.CE/it Page 4 of 8 Rev.: 0 14. Eventuali schizzi accidentali devono essere prima assorbiti con carta bibula imbevuta di conegrina domestica. La carta utilizzata deve quindi essere smaltita negli appositi contenitori per rifiuti ospedalieri. 15. L’acido solforico è classificato come irritante. In caso di schizzi lavare la superficie con acqua abbondante. 16. Gli altri materiali di scarto generati dall’uso del prodotto ( esempio: puntali, micropiastre, etc.) dovrebbero essere maneggiati come potenzialmente infettivi e smaltiti secondo la legge in vigore a tal proposito al momento nel paese. G. CAMPIONE: PREPARAZIONE E RACCOMANDAZIONI 1. Prelevare il sangue in modo asettico per puntura venosa e preparare il plasma o il siero con le procedure standard di preparazione del campione per analisi cliniche di laboratorio. Non si sono osservati effetti sul saggio dovuti a preparazioni ottenute con citrato, EDTA o simili ed eparina. 2. Evitare ogni aggiunta di conservanti, in particolare sodio azide in quanto questo reagente chimico è in grado di inattivare l’attività enzimatica del coniugato, generando risultati falsamente negativi. 3. I campioni devono essere chiaramente identificati con codice o nome in modo da evitare ogni errore di interpretazione del risultato. 4. Scartare i campioni visibilmente emolizzati (rossi) e/o iperlipemici (lattescenti) in quanto questi possono dare origine a falsi risultati. Scartare inoltre quei campioni con evidenti residui di fibrina o grossi particolati o filamenti e corpi di origine microbica in quanto anche questi possono generare falsi risultati. 5. I campioni (sieri e plasmi) possono essere conservati a 2..8°C fino a 5 giorni dalla loro preparazione. Per una loro conservazione più prolungata, i campioni possono essere congelati a –20°C per parecchi mesi. Ogni campione non dovrebbe essere congelato per più di una volta in quanto questo procedimento può generare particolati che potrebbero dare problemi nel saggio. 6. Se sono presenti particelle in sospensione, centrifugare il campione a 2.000 rpm per 20 min a temp.amb. o filtrare su filtro da 0.2-0.8 u per chiarificarlo prima del test. H. PREPARAZIONE DEI COMPONENTI ED AVVERTENZE Uno studio condotto su di un kit aperto non ha messo in evidenza perdite di reattività rilevanti fino a tre mesi dalla prima apertura. 1. Micropiastra: Portare la micropiastra a temperatura ambiente (circa 1 hr) prima di aprire il contenitore. Controllare che il colore dell’essiccante non sia virato al verde, indicando così un difetto di fabbricazione. In tale caso contattare il Servizio Clienti della Dia.Pro srl.. Le strips non utilizzate devono essere quindi riposte nell’apposito sacchetto di alluminio, e questo chiuso ermeticamente e riposto a 2..8°C. Dopo la prima apertura, le strips sono stabili fino a che l’indicatore di umidità presente nell’essiccante non viri al verde. 2. Controllo Negativo: Pronto uso. Miscelare con cura su vortex prima dell’uso. 3. Controllo Positivo: Pronto uso. Miscelare con cura su vortex prima dell’uso. 4. Calibratore: Aggiungere al liofilo il volume di acqua grado EIA riportato sull’etichetta; lasciare dissolvere completamente e quindi agitare vu vortex con cautela. Nota: Il Calibratore quando dissolto non è stabile. Conservare in aliquote a –20°C. Date: 02/2003 5. Soluzione di Lavaggio concentrata: L’intero contenuto della soluzione 20X concentrata deve essere portato a 1200 ml totali con acqua grado EIA e miscelata con cura per capovolgimento prima dell’uso. Una volta diluita, la soluzione di lavaggio è stabile per 1 settimana a 2..8°C. Durante la preparazione evitare con cura la formazione di schiuma in quanto la presenza di bolle d’aria potrebbe creare problemi di efficienza durante il ciclo di lavaggio. 6. Coniugato Enzimatico: Preparazione concentrata 20X. Miscelare su vortex. Evitare ogni contaminazione del liquido con agenti ossidanti , polvere o microbi quando il reagente viene aspirato per l’uso. 7. Antigene HAV: Pronto uso. Miscelare con cura su vortex prima dell’uso. Maneggiare questo componente come potenzialmente infettivo anche se l’HAV è stato inattivato chimicamente. 6+7. Complesso Antigene HAV/Anticorpo: Circa 5-10 min prima dell’uso, diluire il Coniugato Enzimatico 20X concentrato nel volume di Antigene HAV necessario al dosaggio. Quindi miscelare con cura su vortex. Esempio: per esaminare 2 strips diluire 100 ul di Coniugato Enzimatico 20X concentrato in 2 ml di Antigene HAV. Nota: L’immunocomplesso così formato non è stabile; eliminare l’eccesso non utilizzato. 8. Diluente Campione: Pronto uso. Miscelare con cura su vortex prima dell’uso. 9. Cromogeno/Substrato: Pronto uso. Miscelare con cura su vortex prima dell’uso. Evitare ogni contaminazione del liquido con agenti chimici ossidanti, polvere e microbi trasportati dall’aria. Non esporre a forte illuminazione, agenti ossidanti e superfici metalliche. Se questo componente dovesse essere trasferito utilizzare unicamente contenitori monouso di plastica, possibilmente sterili. 10. Acido Solforico: Pronto uso. Miscelare su vortex prima dell’uso. Attenzione: Irritante (Xi R36/38; S2/26/30). Legenda: R 36/38 = Irritante per occhi e pelle. S 2/26/30 = In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente con eccesso d’acqua e richiedere intervento medico. I. MATERIALI E STRUMENTI DA USARE IN COMBINAZIONE CON IL KIT 1. Le micropipette devono essere calibrate per dispensare il volume corretto richiesto dal saggio e quelle parti che possano accidentalmente venire in contatto con il campione devono essere sottoposte a regolare decontaminazione (alcool domestico, soluzione 10% conegrina, disinfettanti ospedalieri). Eseguire anche regolarmente operazioni di decontaminazione di spruzzi e residui dei componenti del kit. Le micropipette dovrebbero essere anche sottoposte a regolare manutenzione in modo da garantire una precisione dell’ 1% ed un’esattezza del 2%. 2. L’incubatore ELISA deve essere impostato ad una temperatura di +37°C (tolleranza +/-0.5°C) e regolarmente controllato per assicurare che tale temperatura sia mantenuta. Sono adatti per l’incubazione sia incubatori ad aria che ad acqua, ammesso che tali strumenti siano comunque convalidati per i tests ELISA. 3. Il lavatore ELISA è estremamente importante per le caratteristiche del saggio. Tale strumento deve essere preventivamente convalidato con attenzione e Doc.: INS AVM.CE/it Page 5 of 8 Rev.: 0 correttamente ottimizzato utilizzando i controlli/calibratori del kit e pannelli di riferimento, prima del suo utilizzo di routine con il prodotto. Normalmente sono sufficienti 4-5 cicli di lavaggio (aspirazione + dispensazione di 300ul/well di soluzione di lavaggio = 1 ciclo) per garantire le migliori prestazioni del kit, come da atteso. Si suggerisce un tempo di “soaking” di 20-30 secondi tra ciclo e ciclo. Per definire correttamente tali parametri, si raccomanda di eseguire un saggio con i controlli/calibratori del kit e campioni negativi e positivi ben caratterizzati. Verificare quindi di ottenere i valori di controllo qualità interno riportati nell’apposita sezione O e i parametri definiti nella sezione “Caratteristiche del Test”. Condurre regolari operazioni di calibrazione del volume dispensato e di manutenzione ( decontaminazione e pulizia degli aghi), secondo quanto descritto a tale proposito nelle istruzioni d’uso fornite dal produttore dello strumento. 4. I tempi di incubazione hanno una tolleranza di +5%. 5. Il lettore ELISA deve essere fornito di filtro di lettura da 450nm e possibilmente da un secondo filtro (620-630nm) per le operazioni di azzeramento. Il sistema ottico del lettore deve essere calibrato regolarmente per assicurare che sia misurata la corretta densità ottica. Il lettore dovrebbe essere sottoposto a regolare manutenzione come riportato nel manuale d’istruzioni del produttore dello strumento. 6. Quando viene utilizzata una stazione automatica ELISA di processamento, assicurarsi che tutte le operazioni critiche (dispensazione, incubazione, lavaggio, lettura, trattamento dati, etc.) siano correttamente impostati, calibrati, controllati e regolarmente sottoposti a manutenzione in modo da ottenere i valori di controllo qualità interno riportati nella sezione specifica e le caratteristiche specifiche del kit. Il metodo di esecuzione del saggio deve essere inserito nel sistema operativo dello strumento e valicato come riportato per lavatore e lettore. Inoltre, anche il sistema idrodinamico dello strumento (dispensazione e lavaggio) deve essere convalidato e correttamente impostato. Particolare attenzione si deve porre nell’evitare fenomeni di “carry over” dovuti agli aghi di dispensazione e di lavaggio. Questo fenomeno deve essere studiato con attenzione per minimizzare il rischio di contaminazione di pozzetti adiacenti. L’utilizzo di stazioni automatiche è raccomandabile quando il numero dei campioni da esaminare superi le 20-30 unità per seduta analitica. 7. Il Servizio Clienti della Dia.Pro srl offre un servizio di supporto all’utilizzatore nell’impostazione e nel controllo degli strumenti utilizzati in combinazione con il kit in modo da garantire il raggiungimento delle caratteristiche descritte sopra. Viene fornito anche un supporto tecnico per l’installazione di nuovi strumenti da utilizzarsi in combinazione con il prodotto fornito. L. CONTROLLI ED OPERAZIONI DI PRE-SAGGIO 1. Controllare la data di scadenza del kit, stampata sull’etichetta esterna della confezione e sui contenitori primari. Non utilizzare il prodotto se scaduto. 2. Verificare che i componenti liquidi del kit non siano contaminati da particelle visibili ad occhio nudo o da aggregati. Controllare che il Cromogeno/Substrato (TMB/H2O2) sia incolore o leggermente azzurrino aspirando un piccolo volume in una pipetta sterile di plastica trasparente. Controllare che nessuna rottura si sia verificata durante il trasporto e nessuna perdita di liquido sia presente all’interno della scatola. Infine verificare che il sacchetto porta micropiastra non sia bucato o danneggiato. 3. Diluire come descritto sopra il contenuto della Soluzione di Lavaggio 20X concentrata. 4. Dissolvere il Calibratore come descritto sopra e miscelare con delicatezza. Date: 02/2003 5. Portare tutti gli altri componenti del kit a temperatura esterna (circa 1 hr) e quindi miscelare con delicatezza tutti i componenti liquidi. 6. Impostare l’incubatore ELISA a +37°C e preparare il lavatore ELISA effettuando un’operazione di “priming” con la soluzione di lavaggio diluita, come da istruzioni del produttore dello strumento. Impostare il corretto numero di cicli di lavaggio, come identificato nello studio di convalida dello strumento nel suo utilizzo in combinazione con il prodotto. 7. Verificare che il lettore ELISA sia acceso ed assicurarsi che lo sia almeno 20 minuti prima della lettura. 8. In caso di utilizzo di una stazione ELISA automatica, accendere lo strumento, verificare le impostazioni ed assicurarsi che sia utilizzato il protocollo di saggio specifico. 9. Controllare che le micropipette siano impostate sul volume richiesto dalla procedura. 10. Verificare che tutti gli altri strumenti siano disponibili e pronti all’uso. 11. Se qualche problema dovesse sussistere, non procedere oltre con il test ed avvisare il responsabile. M. PROCEDURA DI DOSAGGIO Il test deve essere condotto in accordo con quanto descritto in seguito, ponendo cura a mantenere lo stesso tempo di incubazione per tutti I campioni in dosaggio. 1. Diluire I campioni 1:101 dispensando in un tubo di diluizione prima 10 µl di campione e successivamente 1 ml di Diluente Campione; miscelare con cura su vortex. 2. Posizionare sull’apposita cornice il numero di pozzetti necessari al dosaggio. Lasciare vuoto il pozzetto A1 per le operazioni di azzeramento. 3. Dispensare in duplicato 100 µl di Controllo Negativo in triplicato, 100 µl di Controllo Positivo in duplicato e quindi i100 µl di Calibratore in duplicato in pozzetti appropriati. Non diluire i controlli ed il calibratore in quanto essi sono pronto uso ! 4. Dispensare infine 100 µl di campione diluito nel pozzetto appropriato e quindi controllare che tutti i pozzetti dei campioni siano colorati di blu e che controlli e calibratori siano stati correttamente dispensati. 5. Incubare la micropiastra per 60 min a +37°C . Nota importante: Sigillare le strips con l’adesivo fornito solo se il test è condotto a mano. Non ricoprire le strips con l’adesivo in caso di procedura automatica con stazione ELISA. 6. Circa 5-10 minuti prima dell’uso, preparare l’immunocomplesso HAV/Coniugato come descritto in precedenza. 7. Lavare la micropistra con un lavatore ELISA automatico come descritto nella sezione I.3. 8. Pipettare 100 µl di immunocoplesso HAV/Coniugato in ciascun pozzetto, ad esclusione di A1 e coprire la micropiastra con l’adesivo. Verificare che tutti i pozzetti abbiano un colore rosso, eccetto A1. Nota importante: Fare attenzione a non toccare la superficie interna del pozzetto con il puntale pieno di coniugato enzimatico; si potrebbero ottenere fenomeni di contaminazione. 9. Incubare la micropiastra 60 min a +37°C . Doc.: INS AVM.CE/it Page 6 of 8 Rev.: 0 10. Lavare la micropiastra come riportato sopra. 11. Pipettare 100 µl di Cromogeno/Substrato in tutti I pozzetti, incluso A1. Quindi incubare la micropiastra a temp.amb. (18-24°C) per 20 minuti. Nota importante: Non esporre a forte illuminazione diretta. Si potrebbe generare un fondo elevato. 12. Pipettare 100 µl di Acido Solforico in tutti I pozzetti per bloccare la reazione enzimatica, utilizzando la stessa sequenza di pipettamento usata al punto 10. L’aggiunta dell’acido solforico provoca un viraggio di colore del controllo positivo, del calibratore e dei campioni positivi da blu a giallo. 13. Misurare l’intensità del colore di ciascun pozzetto, come descritto in sezione I.5, con filtro da 450nm (lettura) e possibilmente con filtro da 620-630nm (azzeramento), utilizzando per l’operazione di azzeramento il pozzetto A1. Note importanti: 1. Se il secondo filtro non è disponibile, assicurarsi che nessuna impronta sia presente sul fondo della micropiastra prima della lettura a 450nm. La presenza di impronte può generare in lettura falsi positivi. 2. Effettuare la lettura ottica appena dopo l’aggiunta dell’acido e comunque non oltre 20 minuti dopo la sua dispensazione. Si potrebbero osservare fenomeni di autoidrolisi del cromogeno che porterebbero ad un fondo elevato. Date: 02/2003 O. CONTROLLO QUALITA’ INTERNO Ogni qual volta si utilizzi il kit, eseguire una verifica su controlli/calibratore per verificare se i valori attesi di OD450nm o di S/Co sono raggiunti nell’analisi. Assicurarsi che i valori riportati in tabella siano stati ottenuti: Parametri Pozzetto A1 Controllo Negativo (NC) Calibratore (CAL) Controllo Positivo (PC) Se i requisiti descritti sono rispettati nell’analisi, procedere alla sezione successiva. In caso contrario, procedere alla seguente ulteriore verifica: Problema Pozzetto A1 > 0.050 OD450nm Controllo Negativo (NC) > 0.150 OD450nm dopo azzeramento coefficiente di variazione > 30% N. SHEMA DI DOSAGGIO Controlli & Calibratore Campione diluito 1:101 1^ incubazione Temperatura Lavaggio HAV & Coniugato 2^ incubazione Temperatura Lavaggio TMB/H2O2 mix 3^ incubazione Temperatura Acido solforico OD Lettura 100 ul 100 ul 60 min +37°C 4-5 cicli 100 ul 60 min +37°C 4-5 cicli 100 ul 20 min Amb. 100 ul 450nm Calibratore S/Co < 1 Si riporta nella tabella seguente un esempio di schema di dispensazione. Micropiastra A B C D E F G H 1 BLK NC NC NC CAL CAL PC S1 2 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Legenda: BLK = Blank NC = Controllo Negativo CAL = Calibratore PC = Controllo Positivo S = Campione Requisiti < 0.050 OD450nm < 0.150 OD450nm dopo azzeramento CV < 30% S/Co > 1 > 0.750 OD450nm Controllo Positivo < 0.750 OD450nm Controllare che: 1. il Cromogeno/Sustrato non si sia contaminato durante il dosaggio. 1. la procedura di lavaggio e le impostazioni del lavatore ELISA siano state convalidate nello studio di prequalificazione; 2. sia stata utilizzata per il saggio la soluzione di lavaggio fornita con il kit e il lavatore sia stato condizionato con esso prima dell’uso; 3. non sia stato commesso alcun errore nella procedura di dosaggio (dispensazione del controllo positivo invece del negativo); 4. non sia avvenuta alcuna contaminazione del controllo negativo o del pozzetto in cui il controllo è stato dispensato dovuta a schizzi di campione positivo o di coniugato enzimatico; 5. le micropipette non siano contaminate da campioni positivi o da coniugato enzimatico; 6. gli aghi del lavatore non siano intasati o parzialmente ostruiti. 1. la procedura sia stata correttamente eseguita; 2. non si sia verificato alcun errore durante la sua distribuzione (es.: dispensazione del controllo negativo invece del calibratore); 3. la procedura di lavaggio e le impostazioni del lavatore siano state convalidate nello studio di prequalificazione; 4. non sia avvenuta alcuna contaminazione esterna del calibratore; 1. la procedura di dosaggio sia stata eseguita correttamente; 2. non siano stati commessi errori durante la distribuzione del controllo (dispensazione del controllo negativo invece del positivo); 3. la procedura di lavaggio e le impostazioni del lavatore siano state convalidate nello studio di prequalificazione; 4. non sia avvenuta alcuna contaminazione esterna del controllo. Doc.: INS AVM.CE/it Page 7 of 8 Rev.: 0 Nel caso si sia verificato uno dei problemi sopra elencati, informare il responsabile del laboratorio per intraprendere le azioni opportune. P. CALCOLO DEL CUT-OFF I risultati del test sono calcolati utilizzando il valore medio di assorbenza del Controllo Negativo a cui si applica un fattore numero per definire il valore di cut-off seguente: Cut-Off = NC + 0.250 Il valore trovato viene utilizzato per l’interpretazione dei risultati come descritto nel la sezione successiva. Nota Importante: Quando il calcolo dei risultati viene effettuato dal sistema operativo di una stazione ELISA automatica, assicurarsi che sia usata la giusta formulazione per calcolare il valore di cut-off e quindi generare la corretta interpretazione dei risultati. Q. INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI I risultati del test sono interpretati come rapporto di OD450nm del campione ed il valore di cut-off (ovvero S/Co), secondo la seguente tabella: S/Co < 0.8 0.8 – 1.2 > 1.2 Interpretazione Negativo Equivoco Positivo Un risultato negativo indica che il paziente non ha in corso infezione da virus dell’Epatite A. Ogni paziente che mostri un risultato equivoco dovrebbe essere sottoposto ad ulteriore esame su di un secondo campione prelevato dopo 1-2 settimane dal primo prelievo. Un risultato positivo indica che il paziente in esame ha in corso una infezione acuta da virus dell’Epatite A; tale paziente dovrebbe quindi essere sottoposto a trattamento idoneo. Si riporta di seguito un esempio di calcolo del risultato Nota: I dati seguenti sono di esempio e non devono essere utilizzati al posto dei risultati veri ottenuti dall’analisi. Controllo Negativo: 0.050 – 0.060 – 0.070 OD450nm Valore medio: 0.060 OD450nm Inferiore a 0.150 – Accettato Date: 02/2003 2. Ogni risultato positivo dovrebbe essere confermato con un metodo alternativo (test di conferma) prima di confermare una diagnosi di infezione da HAV. 3. Nel caso di trasmissione dati da un laboratorio ad una seconda unità porre attenzione ad evitare errori di trasferimento dati. 4. La diagnosi di infezione virale deve essere rilasciata al paziente solo da un medico qualificato. R. PRESTAZIONI METODOLOGICHE 1. Limite di rilevazione In assenza di uno standard internazionale per HAV IgM, il limite di rilevazione del aggio è stato calcolato per mezzo dei seguenti campioni forniti dalla Boston Biomedica Inc., USA : 1. Accurun # 121 2. Accurun # 51 Questi campioni sono stati preparati come descritto nelle istruzioni d’uso del fornitore, diluiti in Diluente campione (1:100) e quindi ulteriormente diluiti in Diluente Campione per generare una curva limite (Accurun # 121). I risultati di Controllo Qualità sono riportati nella tabella seguente: Preparazione Diluizione S/Co Accurun 1:100 5.4 # 121 1:200 4.1 1:400 2.8 1:800 1.9 1:1600 1.0 Accurun # 51 1:100 4.2 2. Sensibilità Clinica: La sensibilità clinica del saggio è stata verificata su campioni classificati positivi da un kit approvato US-FDA. I campioni positivi sono stati raccolti da pazienti sotto infezione acuta da HAV, confermata dai sintomi clinici e altre analisi. Un valore assoluto del 100% è stato rilevato nello studio condotto su un numero totale di campioni maggiore di 100. E’ stato anche esaminato un pannello di seroconversione, fornito dalla Boston Biomedica Inc., USA, con i seguenti risultati: Pannello di Sieroconversione : PHT 902 Campione OD450nm S/Co DiaSorin Refer. S/Co Score 0,3 neg Controllo Positivo: 2.189 OD450nm Superiore a 1.000 – Accettato CTRL (-) 0,048 0,2 Cut-Off = 0.060+0.250 = 0.310 CTRL (+) 1,736 5,8 1 0,037 0,1 2 0,042 0,1 0,3 neg 3 1,956 6,6 6,8 pos 4 1,988 6,7 6,7 pos 5 0,669 2,2 1,5 pos Calibratore: 0.550 - 0.530 OD450nm Valore medio: 0.540 OD450nm S/Co = 1.7 S/Co maggiore di 1.0 – Accettato Campione 1: 0.070 OD450nm Campione 2: 1.690 OD450nm Campione 1 S/Co < 0.8 = negativo Campione 2 S/Co > 1.2 = positivo Note Importanti: 1. L’interpretazione dei dati dovrebbe essere eseguita sotto la supervisione del responsabile di laboratorio per ridurre il rischio di giudizi errati e false diagnosi. Member 3. Specificità Clinica: La specificità clinica è stata determinata su di un pannello di campioni, negativi con un kit di riferimento, derivati da individui normali e da donatori di origine europea. Doc.: INS AVM.CE/it Page 8 of 8 Rev.: 0 Sono stati utilizzati per lo studio sia plasmi, preparati con tecniche standard (quali citrato, EDTA ed Eparina), che sieri . Non sono state osservate falsi risultati dovuti ai differenti metodi di preparazione del campione. Sono stati testati anche campioni congelati per controllare se questa procedura interferisse con le prestazioni del saggio. Non si sono osservate interferenze su campioni scongelati limpidi, esenti da particelle. Sono stati pure esaminati campioni derivanti da pazienti con diverse infezioni virali a carico del fegato (HCV, HDV, HBV, HEV) e con patologie epatiche non virali, potenzialmente interferenti nel sistema. Non si sono osservate reazioni crociate. Lo studio di Valutazione delle Prestazioni del kit, condotto in un centro esterno qualificato su più di 500 campioni, ha fornito un valore > 98 %. 3. Precisione: E’ stata calcolata su due campioni, uno negativo e l’altro basso positivo, esaminati in 16 replicati in tre sedute analitiche diverse. I risultati sono riportati nelle tabelle seguenti: Test # 1 Campione Negativo Basso Pos OD450nm 0.058 0.719 Dev.Std. 0.008 0.052 CV % 14.3 7.2 Date: 02/2003 BIBLIOGRAFIA 1. Dienstag J.L.. “Hepatitis A Virus : identification, characterization and epidemiologic investigations”. Progress in liver desease VI, Popper E., Schaffner F. (eds), pp 343-370, New York, Gruner and Stratton, 1979. 2. Duermeyer W., Van der Veen J., Koster B. “ELISA in Hepatitis A”. Lancet. I.: 823-824, 1978 3. Parry J.V., (1981) “Hepatitis A infection: guidelines for the development of satisfactory assays for laboratory diagnosis”. The Institute of Medical Laboratory Sciences, 38, 303-311. 4. Lindberg J., Frosner G., Hansson B.G. et al. “Serologic markers of hepatitis A and B in chronic active hepatitis”. Scandinavian Journal of Gastroenterology, 13:525527, 1978. 5. Barbara J.A., Howell D.R., Briggs M., Parry J.V.. “Post transfusion hepatitis A”. Lancet (1982), 1-738. 6. Zachoval R., Dienstag J.L., Purcell R.H. “Tests for hepatitis A virus antigen and antibody” in “Hepatitis A”. Gerety R.J. (Ed), pp 33-46, Orlando, Academic Press, Inc. 1984 Questo dispositivo è stato prodotto dalla Dia. Pro s.r.l. sotto i controlli stabiliti da un sistema di qualità totale che ottempera ai requisiti delle norme ISO 13485 come verificato dall’Organismo Notificato Europeo n° 0318 Test # 2 Campione Negativo BassoPos OD450nm 0.048 0.709 Dev.Std. 0.007 0.063 CV % 13.9 8.9 Doc.: Test # 3 Campione Negativo Basso Pos OD450nm 0.050 0.713 Dev.Std. 0.007 0.055 CV % 13.4 7.7 S. LIMITI DEL SAGGIO Sono stati osservati risultati falsamente positivi in meno del 2% della popolazione normale, prevalentemente dovuti ad alti titoli di fattore reumatoide. Campioni congelati contenenti particelle di fibrina o aggregati possono generare false reattività. Campioni con presenza di contaminazione batterica o inattivati al calore possono presentare valori di assorbenza errati con conseguente alterazione del risultato analitico. Il dosaggio è idoneo solo per esaminare campioni singoli e non pool di campioni. La diagnosi di infezione virale non dovrebbe essere unicamente basata sulla base di un singolo test. Considerare a tale proposito anche la storia clinica del paziente, la sintomatologia e gli altri dati diagnostici disponibili. 0 Prodotto da Dia.Pro. Diagnostic Bioprobes Srl. via Columella n° 31 – Milano - Italy INS AVM.CE it Rev.: 0 02/2003