Il Progetto Educativo d`Istituto

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Il Progetto Educativo d`Istituto
UNA PEDAGOGIA PER CONTRATTI:
IL PROGETTO EDUCATIVO D’ISTITUTO
In uno stile educativo democratico, cooperativo e metacognitivo non c'è posto per l'imposizione
del volere dell’insegnante, né per un autoritarismo come quello di una scuola coercitiva, dove chi
sceglie (sempre per il bene dell'alunno) è l'insegnante, a volte anche in contrasto con i familiari (i
quali non sono preparati, competenti e non possono capire).
L'autorevolezza dell'insegnante, invece, si misura in base alla capacità di convincimento nei
confronti degli alunni, dei genitori e dei colleghi. Se una proposta didattica è ben pensata, strutturata
e risponde alle esigenze formative dell'utente, può trovare l'adesione e l'appoggio di tutti i soggetti
coinvolti. Spesso sono le proposte deboli, quelle "difficili da spiegare", che non rispondono ai
bisogni formativi degli ‘utenti- clienti’, che hanno bisogno di essere imposte, non discusse e non
comprese.
Diventa perciò una sfida educativa importante quella di non pretendere dagli altri la conformità e
l’adesione acritica alle proprie scelte didattiche, metodologiche, contenutistiche, ma cercare di
proporle in maniera convincente, perseguendo l'appoggio e l'adesione consapevole di tutti.
Questa nuova pedagogia democratica più cooperativa (nel senso che tutto viene socializzato) e
più metacognitiva (come riflessione continua sugli esiti e sui processi agiti) trova nei contratti
formativi fra le parti, il fondamento della propria azione educativa.
Convincere, non imporre, diventa il nuovo slogan della scuola.
Questo tipo di contratto serve all’insegnante per realizzare una didattica democratica basata non
sulla imposizione, ma sulla condivisione, che permetta un maggior coinvolgimento dei ragazzi, una
maggior motivazione ad apprendere e a impegnarsi per il successo formativo.
Per vincere le paure che bloccano il dialogo e la collaborazione tra le parti, occorre superare gli
stili di difesa, come quello aggressivo e quello passivo di esitamento, che non ci permettono di
lasciarci alle spalle i nostri timori e le nostre ansie educative. Occorre elaborare costruttivamente
queste paure, cercando di prenderci cura delle altre persone. Prendersi cura reciprocamente significa
anche sentirsi parte attiva nella progettazione, nella programmazione dell’azione educativa, lavorare
insieme per cercare soluzioni costruttive e il più possibile condivise.
Vuol dire in oltre riflettere sui propri ruoli e sulle responsabilità reciproche, sulla condivisione
degli obiettivi, sulla loro chiarezza e importanza, sulle scelte educative condivise, sulla capacità di
gestire le situazioni d’ansia e di conflitto, di individuare le risorse disponibili e costruire una rete
degli aiuti educativi.
Questo ci permette di maturare una maggior consapevolezza del ruolo e di quello che ciascuno di
noi può fare per facilitare il processo educativo e la crescita culturale e sociale dei ragazzi.
Solo un rapporto strettamente collaborativo tra insegnanti e genitori può creare tutto questo. E’
per questa ragione che dobbiamo uscire dalla programmazione individualistica, per approdare a dei
veri e propri contratti formativi, che favoriscano le opportunità di dialogo e di relazione reciproca,
la scelta degli obiettivi chiari e condivisi, dei saperi e dei ruoli, dei criteri di verifica e di
valutazione. Tutto ciò nel rispetto reciproco delle proprie peculiarità e nella volontà di creare una
rete di mediazione culturale.
Ciascuna parte può sottoscrivere l’accordo raggiunto con un contratto formativo che enfatizzi gli
impegni che le parti hanno concordato e sottoscritto.
I contratti nascono essenzialmente da tre esigenze:
a) superare le paure e le incomprensioni sia tra docenti e genitori, ma anche tra i docenti stessi e
tra insegnanti e alunni;
b) superare la passività e coinvolgere più attivamente gli alunni e i genitori nel progetto
educativo della scuola;
c) superare l’isolamento e costruire una visione educativa comune che non lasci solo il docente,
ma condivida le scelte educative, didattiche, metodologiche e costruisca sinergie, lavoro di
squadra, responsabilità chiare e condivise.
I principali contratti formativi che si fanno nella scuola sono sostanzialmente di sei tipi:
il contratto formativo d’istituto (Progetto Educativo d’Istituto e Piano dell’Offerta Formativa);
il contratto formativo di Plesso (Progetto Educativo della scuola);
il contratto formativo di classe tra insegnanti, alunni e genitori;
i contratti formativi d’aula (contratti formativi tra docenti e alunni della classe nel concordare una
lezione cooperativa);
i contratti formativi personalizzati (contratti formativi tra insegnanti, singoli studenti o piccoli
gruppi e i loro genitori);
i regolamenti scolastici (d’Istituto, di Plesso, di classe).
Il Progetto Educativo d’Istituto e il Piano dell’Offerta Formativa
Si tratta di un contratto generale al quale contribuiscono il Collegio docenti, l’Assemblea del
personale non docente, i Consigli di classe/interclasse (che recepiscono le indicazioni dei genitori
formulate come singoli o come assemblee di classe o più ampie), il Consiglio d’Istituto e le
indicazioni degli Enti Locali.
Esso riguarda l’offerta formativa e le scelte strategiche che la scuola e la comunità vogliono
effettuare (vedi tabella 1).
Le scelte si possono dividere in educative, didattiche, organizzative, di ricerca e sviluppo,
valutative ed autovalutative. Sulla base di queste scelte viene impostato anche il bilancio d’Istituto.
Il progetto d’Istituto viene coniugato poi nei vari progetti di ogni singolo plesso; nei contratti
formativi di classe, tra insegnanti, alunni e genitori e nei contratti formativi d’aula, tra docenti e
studenti.
Tab. 1 Esempio di uno schema di Progetto d’Istituto
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
l)
La premessa definitoria e lo scopo del progetto educativo;
la missione dell’istituto (mission);
la visione educativa della scuola (vision);
le finalità generali della scuola e il profilo educativo, culturale e professionale dello
studente al termine di ogni anno scolastico o di un biennio;
l’analisi della situazione iniziale (analisi del contesto socio economico e culturale degli
alunni);
l’analisi dei bisogni formativi e culturali dei ragazzi trasformati in obiettivi formativi
essenziali da raggiungere al termine di un ciclo scolastico e quelli intermedi da raggiungere
in ogni annualità (obiettivi formativi trasversali e obiettivi formativi disciplinari; per ogni
obiettivo vengono anche individuate i contenuti e le ore preventivate per raggiungerlo);
l’analisi delle risorse della scuola e del territorio;
le scelte condivise:
- educative e pedagogiche;
- didattiche;
- metodologiche;
- di verifica e valutazione.
il miglioramento dell’offerta formativa:
- criteri generali;
- la modalità di programmazione degli insegnanti e il modello di riferimento;
- cultura dell’inclusione (alunni in situazione di handicap, alunni stranieri, alunni in
difficoltà,…);
- i progetti educativi;
- le attività opzionali di laboratorio;
- le attività facoltative integrative.
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m) L’organizzazione della scuola:
- descrizione dei singoli plessi e suddivisione degli spazi;
- orari;
- incarichi e le commissioni (loro compiti e obiettivi);
- calendario e modalità dei colloqui con i genitori (udienze);
- calendario e modalità delle assemblee di classe e/o interclasse;
- modalità e programmazione visite guidate e viaggi d’istruzione;
- utilizzo compresenze;
- regolamento e cultura della sicurezza;
- feste e iniziative culturali;
- raccolta e approvazione dei regolamenti di plesso, di classe e dei contratti formativi di
ciascuna classe;
- il servizio mensa;
- il servizio trasporti;
- la sorveglianza degli alunni;
- la sostituzione dei docenti assenti;
- utilizzo dei libri di testo, delle fotocopie e peso degli zaini;
- il tempo di studio e i compiti per casa;
- utilizzo delle risorse finanziarie, delle dotazioni librarie e dei sussidi didattici
- piano di sicurezza di ciascun plesso.
n) L’autoanalisi dell’offerta formativa (prove standardizzate di profitto equestionari di
soddisfazione per alunni, genitori, insegnanti e altri.;
Questo patto formativo o contratto tra la componente docente della scuola, la componente non
docente comprensiva dei genitori e degli amministratori locali, dovrebbe concretizzarsi in un
documento condiviso, dove vengono specificati :
a) La premessa definitoria e lo scopo: Che cos’è il Progetto Educativo d’Istituto?; Perché
dobbiamo stendere un contratto?
b) La missione dell’istituto (mission): Qual è l’obiettivo prioritario della scuola?;
c) La visione educativa della scuola (vision): Quali sono i nostri principi educativi, le nostre
convinzioni, le nostre credenze?
d) Le finalità generali della scuola e il profilo dell’alunno al termine di ogni anno scolastico.
Quali idea dello studente abbiamo in mente? Quale profilo dell’alunno vorremmo avere al
termine di ogni anno scolastico?
e) L’analisi della situazione iniziale: Come analizziamo il livello di partenza dei nostri ragazzi e
il contesto sociale di riferimento?
f) L’analisi dei bisogni formativi e culturali dei ragazzi trasformati in obiettivi formativi
essenziali da raggiungere al termine del ciclo scolastico e quelli intermedi da raggiungere in
ogni annualità: Quali sono gli obiettivi trasversali? Quali gli obiettivi disciplinari specifici?
Quali i contenuti e le ore preventivate per raggiungerli?
g) L’analisi delle risorse della scuola e del territorio: Di quali risorse la scuola dispone? A quali
altri aiuti può far riferimento sul territorio?
h) Le scelte condivise: Quali scelte educative, pedagogiche, didattiche, metodologiche, di
verifica e valutazione, la scuola condivide e mette in campo?
i) Il miglioramento dell’offerta formativa: Quali i criteri generali dell’azione educativa? Quali le
modalità di programmazione degli insegnanti? Qual è il modello di riferimento della scuola?
Quale cultura dell’integrazione verso gli alunni più deboli, disabili o stranieri viene
condivisa? Quali progetti educativi sono prioritari? Quali sono le attività di laboratorio da
attuare?
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l) L’organizzazione della scuola: Come si possono descrivere i singoli plessi? Come
organizziamo gli spazi, gli orari, gli incarichi? Quali commissioni del Collegio docenti o
Commissioni miste attiviamo? Come organizziamo il calendario e le modalità dei colloqui
con i genitori? Quali le modalità e i tempi delle assemblee di classe o interclasse? Quali le
modalità organizzative, la programmazione delle visite guidate e dei viaggi d’istruzione?
Quali i criteri di utilizzo delle compresenze tra docenti o altre figure scolastiche? Quale
regolamento si dà l’Istituto? Quale la cultura della sicurezza a scuola? Quali le feste e le
iniziative culturali dell’anno scolastico? Come vengono raccolti e approvati i regolamenti di
plesso, di classe e i contratti formativi di ciascuna classe? Come organizziamo il servizio
mensa, quello dei trasporti e della sorveglianza degli alunni? Quali i criteri di sostituzione dei
docenti assenti? Quali i criteri di utilizzo dei libri di testo, delle fotocopie e degli zaini dei
ragazzi? Quali le modalità di monitoraggio del tempo di studio e della quantità dei compiti per
casa? Quali i criteri per l’utilizzo delle risorse finanziarie, delle dotazioni librarie e dei sussidi
didattici? Quali sono i piani di sicurezza di ciascun plesso?
m) L’autoanalisi dell’offerta formativa: Quali prove standardizzate di profitto e quali questionari
di soddisfazione da consegnare agli alunni, ai genitori, agli insegnanti e altro personale
scolastico coinvolto?
Lidio Miato (Iprase del Trentino)
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