Riflessioni corso L` Aquila

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Riflessioni corso L` Aquila
Il tanto atteso “Corso di formazione per la specializzazione dell’odontotecnico in tecnica
ortodontica di laboratorio” ha destato non poche critiche da parte di sigle sindacali mediche
odontoiatriche, definendolo come un corso che “spinge all’abusivismo”, disapprovandolo e
contestandolo.
Oggetto di critica sono stati anche i contenuti delle lezioni (pur essendo presi da programmi
didattici delle scuole professionali odontotecniche di Roma, Milano, Bologna ecc.).
E sebbene il nostro “mestiere” non è quello di creare pantaloni, tavoli, sedie o sopramobili , a detta
loro la nostra professione non ha nessun diritto di far parte del comparto sanitario e a maggior
ragione, forse, non ci è dovuto sapere come e perché si eseguono gli apparecchi che
quotidianamente progettiamo e costruiamo nei nostri laboratori.
Moltissimi tecnici si sono iscritti al corso e tantissimi sono in attesa per iscriversi al successivo
corso che ha il solo scopo di “distinguere”, in ambito dell’ odontotecnica, i tecnici protesisti con
coloro che si dedicano, come noi, al settore ortodontico, da sempre trascurato nella scuola
professionale.
Questo evento ha scaturito, da parte di queste sigle, dei giudizi assai sprezzanti verso la nostra
categoria.
Ci vogliono far capire che tutti quei formalismi, che si vedono nelle presentazioni dei nostri
congressi, di unione, di sinergia e di apprezzamento verso la figura del tecnico sono solo “farse”?
Che questa professione “ non sa di niente” ma soprattutto non deve sapere di niente ma invece
dire tutto quello che sa al momento che gli si chiede? Carissimi soci, vorremmo dire, ma vista la
“vasta platea” che osserva e scruta le nostre comunicazioni con strano interesse, diremo:
Carissimi soci e amici dell’ORTEC, sperando che lo siano tutti, siamo qui a ripetere perché il
“Corso di formazione per la specializzazione dell’odontotecnico in tecnica ortodontica di
laboratorio” (tale è la corretta denominazione e non quella storpiata che abbiamo visto scritto
ultimamente in alcune comunicazioni) indetto dall’ Università de L’Aquila, abbia riscosso così tanto
successo da parte dei colleghi.
Rispondiamo con l’aiuto delle parole dell’amico Daniele Benatti:
perché è INTELLIGENTE, poichè la tecnica ortodontica ha finalmente trovato un’istituzione che è
disposta ad accogliere la nostra volontà di accrescere la cultura finalizzata alla nostra professione.
Non nascondiamo l’evidenza. Da sempre le competenze del tecnico ortodontico sono state
trasmesse dalla qualità di un volontariato associativo, in Italia assai forte e qualificato, che ha
sempre creduto nella cultura, formazione e crescita dei tecnici per essere al fianco del clinico ed in
grado di rispondere alle sue crescenti esigenze. Tutto questo per fortuna ci ha fatto progredire, con
l’auspicio che un giorno potessero esserci istituzioni disposte ad implementare questi aspetti.
E’ BEN ORGANIZZATO perché ha predisposto un percorso formativo di spessore, restando ben
saldo all’interno delle norme che regolamentano una simile iniziativa. L’Università è l’istituzione più
seria e titolata volta a promuovere una vera formazione per qualificare persone diplomate che
nessuna scuola superiore, fino ad oggi, ha mai formato in ambito ortodontico . Ben
organizzato perché non ha dato spazio ad ambigue interpretazioni evidenziando chiaramente gli
obiettivi, il piano di studio e ciò che viene rilasciato alla fine di tutto il corso (vedi statuto) che nulla
ha a vedere con strane mistificazioni, che provengono da più parti ed ogni tanto emergono.
LUNGIMIRANTE perché coglie in pieno un’esigenza molto sentita e prepara, in quanto è sede
opportuna, tutti gli elementi per rispondere ad un bisogno che ignorarlo sarebbe sinonimo di
cecità .
SALUTARE perché apre la strada
ad un percorso più regolamentato nel predisporre una
formazione su di una materia lasciata per troppo tempo vacillare tra i tanti interessi che, in taluni
casi, hanno finito per distorcere la realtà ed i veri bisogni.
Tutto questo può essere visto come una rottura con il mondo medico? Assolutamente NO!
Una formazione Universitaria non è altro, in questo caso, che un compendio di efficienza per
qualificare un ruolo di una professione che giuridicamente non cambia, ma che a livello di
preparazione è consona alle aspettative che il medico stesso vuole e deve auspicare.
Allo stesso modo siamo noi che ci auspichiamo che questa nostra esigenza venga compresa e non
“combattuta”da altri comparti.
Il prossimo nostro Congresso a Roma l’ 11 e 12 novembre potrebbe essere la sede adatta per
discutere questo argomento che, ahinoi, risulta scottante anziché “ammirevole”, senza valide
motivazioni.