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CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 08 GENNAIO
3
Caro Giorgio, amico mio,
l’anno vecchio
è finito ormai,
ma qualcosa ancora
qui non va...
Il 29 dicembre scorso i Sindaci dell’ex Provincia di Reggio Calabria
hanno, per la prima volta, preso parte alla Conferenza metropolitana:
l’organismo collegiale del nuovo Ente. La seduta fiume, iniziata a metà
mattinata e conclusasi nelle prime ore pomeridiane, si è conclusa con
l’approvazione quasi unanime – solo un voto contrario – dello Statuto
della Città Metropolitana. Un fatto storico! Senz’altro, anche se gli attori
sociali che in genere fanno la storia erano assenti. Era assente la gente,
così come la società civile, il confronto nei territori, la partecipazione e
le consultazioni popolari che avrebbero dovuto accompagnare un
processo costitutivo e costituente. Niente di tutto ciò. La volontà politica dello Stato centrale, miope e chiuso nel palazzo, ha voluto ridurre le
nuove province - perché, di fatto, non sono state abolite! - e le città metropolitane a oligarchie senza democrazia né anima. Nessuna colpa possiamo addebitare, ovviamente, al Sindaco di Reggio Calabria che, per
decreto, ha il compito di governare la decima Città Metropolitana
d’Italia. Anzi, personalmente gli sono grato per aver sostenuto, senza riserva alcuna, l’emendamento proposto dal sottoscritto insieme ai sindaci
della Locride, che all’articolo 15 (Mobilità e viabilità) inseriva tra le
infrastrutture strategiche, in aggiunta a quelle già presenti nella bozza
statutaria, ovvero l’Aeroporto dello Stretto e il Porto di Gioia Tauro, le
grandi arterie di comunicazione Bovalino – Bagnara e Gioiosa –
Rosarno. Quest’ultima da potenziare; la prima da programmare,
finanziare e realizzare. Lo stesso emendamento sottolinea inoltre il valore strategico e la necessità di completare la nuova 106. L’approvazione
avvenuta dopo un’articolata discussione, ha rappresentato una piccola
vittoria per tutti noi, Sindaci della Locride. E spiace ricordare che altri
sindaci di territori diversi abbiano voluto in qualche modo opporsi a un
provvedimento così importante per un futuribile rilancio del versante
ionico. Ma la novità che tanto ha fatto discutere riguarda la costituzione
delle zone omogenee nell’ambito della Città Metropolitana: oltre alle
quattro aree tradizionali – la Locride, la Grecanica, la Piana e l’Area
dello Stretto - anche l’Area Aspromontana è stata individuata come
Zona Omogenea. Considerato che queste forme di circoscrizione territoriale saranno dotati di propri organismi e uffici, nonché potranno
gestire servizi fondamentali in forma associata da parte dei comuni
appartenenti; è auspicabile che il loro funzionamento venga disciplinato senza dare luogo ad ambiguità o “fantasie” interpretative. Infatti se i
comuni aspromontani della Locride decidessero di optare per una delle
due zone omogenee – Locride o Area Aspromontana - il nostro territorio ne uscirebbe irrimediabilmente spaccato. Non è immaginabile una
Locride senza Canalo, Gerace o Platì. Un rischio questo che potrà rappresentare più che un’ipotesi. Soprattutto se l’esperienza della nostra
Associazione continuerà a galleggiare nella sua deprimente agonia.
Anche noi, caro Giorgio, siamo stati assenti. Tragicamente, assenti. L’eco
del grido di dolore della nostra gente non è arrivato nel palazzo dove,
noi, abbiamo preferito fare anticamera. Siamo lontani dalle ansie, dai
problemi e dalle speranze della nostra comunità – della Locride intendo – forse perché, come alcuni di noi sostengono, il nostro impianto
organizzativo rappresenta una forma di aggregazione debole e superata; o forse perché la funzione fondamentale dell’associazione dei
Comuni è stata negli anni un po’ messa da parte; o forse semplicemente
per pigrizia. Intanto l’anno nuovo ci saluta con una grande eredità di
problemi vecchi, atavici. Dissesto idrogeologico, collegamenti stradali a
limite della percorribilità e della decenza, negazione del diritto alla
salute, scuole fatiscenti e molto altro ancora. Solita carrellata di questioni irrisolte. E poi, il lavoro. La dignità. Anche la nostra. Sono anni che
ci ripetiamo, nelle nostre patetiche assemblee, che l’Associazione va
rilanciata, se non addirittura rifondata. Ma il semplice rinnovo dei suoi
organismi – Assemblea e Comitato – è ormai da anni accompagnato da
rinvii e scadenze a termine. Se non ricordo male ogni area territoriale –
perché siamo stati anche geniali a frazionare la Locride in nord, centro
e sud! - aveva nominato i rappresentanti che dovrebbero comporre il
nuovo Comitato. Ma questo prima dell’estate, perché avevamo giustamente aspettato le amministrative. Anche se, non vorrei sbagliare, si
parlava di azzeramento e rinnovamento delle cariche già prima delle
amministrative dall’anno precedente: quando tutti i sindaci concordarono nuove elezioni dei rappresentanti degli organismi solo dopo che
Siderno – la città più popolosa della Locride – avrebbe avuto un Sindaco
democraticamente eletto. Passarono le elezioni e anche quelle regionali,
la prima e la seconda giunta Oliverio. Poi il referendum sulle trivelle con
tanto di ciaone. E poi, ci siamo ritrovati a un tratto in estate, e non è che
potevamo fare un Comitato e un’Assemblea balneare. In più c’erano le
elezioni del Consiglio metropolitano, il 7 di agosto pensa tu! E abbiamo
aspettato ancora. Sono passati anche i tamburi di San Rocco, gli zingari
di San Cosimo e Damiano e persino i catoja di Benestare (e per questo,
amico mio, te ne sarò sempre grato!). Poi c’è stato il referendum costituzionale, le dimissioni di Renzi e il Governo Gentiloni. Poi l’approvazione dello Statuto e la notte di San Silvestro. E intanto l’anno che
sta(va) arrivando tra un anno passerà, io non mi sto preparando – e
neanche altri, stai sereno - è questa la novità.
Rosario Rocca
RIVIERA
XXX
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DOMENICA 08 GENNAIO
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GIUDIZIARIA
’Ndrine
Lombarde
Le ’ndrine lombarde si riunivano nei ristoranti
per discutere di “affari”. Questo modus operandi
ha portato i magistrati a ritenere che nonostante
i presunti sodali fossero collegati con la Calabria,
la competenza per giudicarli è del giudice del territorio dove si sono tenute le “mangiate”.
Si legge in una sentenza di un giudice di meneghino: «la Procura della Repubblica di Milano
Direzione Distrettuale Antimafia ha descritto la
struttura 'ndranghetista come organizzata in
un'autonoma associazione, denominata "La
Lombardia", che provvede al coordinamento
delle locali denominate Milano, Cormano,
Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate,
Solaro, Pioltello, Rho, Pavia, Canzo, Mariano
Comense, Erba, Desio e Seregno; e, indipendentemente dalla partecipazione ad una singola locale, tutti gli imputati sono accusati di avere fatto
parte dell'associazione di tipo 'ndranghetista
denominata "La Lombardia"».
«Tale impostazione -la cui fondatezza è stata ribadita nel presente giudizio -impedisce di procedere alla richiesta parcellizzazione dell'accusa, conferendo autonomo rilievo alle locali tanto da ravvisare la competenza territoriale dei Tribunali
foranei. Sempre secondo l'ipotesi accusatoria che, si ripete, ha trovato piena conferma all'esito
del rito abbreviato -tale associazione mantiene
autonomia da quella che può essere definita la
"casa madre" calabrese, pur in presenza di riconosciuti legami organici tra i soggetti operanti in territorio lombardo e quelli facenti capo a quest'ultima e pur postulandosi l'inserimento de "La
Lombardia" in una struttura di riferimento, i cui
organi provvedono al coordinamento delle attività complessive e degli assetti delle autonome
articolazioni territoriali».
Del resto, anche la Suprema Corte ha avuto occasione di soffermarsi su questo particolare fenomeno di organizzazione dell'associazione di cui
all'art. 416 bis c.p., affermando che «la connotazione mafiosa o camorristica di una associazione
per delinquere inerisce al modo di esplicarsi dell'attività criminosa, e non già al luogo di origine
del fenomeno criminale, sicché è irrilevante che,
sia pure a fini strategici, la stessa possa avere dei
collegamenti con la "casa madre" di riferimento,
quali la mafia, la camorra o la "ndrangheta".
Infatti, i fenomeni delinquenziali indicati non
hanno realizzato un'unica organizzazione con
struttura piramidale e di vertice, cui ricondurre le
varie associazioni, che operano in estensione territoriale sia nazionale che internazionale eccedenti i confini di 'insorgenza del fenomeno, ma
costituiscono una pluralità di associazioni criminose -spesso in contrasto tra loro -che, pur richiamandosi ai metodi e alle strutture mafiose o
camorristiche, sono dotate di ampia sfera decisionale, operano in un ambito territoriale diverso e
con una preponderante diversificazione soggettiva». Ne consegue che la ricostruzione così operata della struttura criminale descritta al capo 1)
dell'imputazione, impone l'applicazione dell'art. 8
c.p.p., al fine di determinare la competenza territoriale, avuto riguardo alla natura permanente
del delitto associativo; ai sensi dell'art. 8, comma
3, c.p.p. occorre, pertanto, fare riferimento al
luogo in cui ha avuto inizio la consumazione.
Anche in questo caso, soccorre l'ormai consolidata opinione del Supremo Collegio in base alla
quale «ai fini dell'individuazione del luogo di consumazione del reato associativo, determinante la
competenza per territorio del Tribunale, e più
esattamente, del luogo in cui ha avuto inizio la
consumazione -trattandosi di reato permanente pur in difetto di elementi storicamente certi in
ordine alla genesi del vincolo associativo, soccorrono criteri presuntivi, che valgono a radicare la
competenza territoriale nel luogo in cui il sodalizio criminoso si manifesta per la prima volta all'esterno, ovvero in cui si concretano i primi segni
della sua operatività, ragionevolmente utilizzabili
come elementi sintomatici della genesi dell'associazione nello spazio». Il primo luogo indicato in
seno all'imputazione come sede di riunione tra
sodali nell'ambito de "La Lombardia" è Legnano,
ove il 15 febbraio 2008 si era tenuto un incontro
presso un ristorante del posto; e peraltro, anche
la prima riunione in assoluto fra quelle indicate al
capo 1) si era svolta in Limito di Pioltello il 18
ottobre 2007, presso un ristorante di quel paese:
entrambe le località sono ricomprese nel circondario del tribunale di Milano.
La cucina calabrese è unica,
parola del NewYorkTimes
La Calabria è nelle condizioni di farsi un nome
all'interno dei circuiti turistici che contano per quanto
riguarda la sua tradizione enogastronomica.
Stavolta non è una bufala. Qulacuno ci premia
davvero: per il New York Time, la "bibbia" del giornalismo internazionale, ha inserito la Calabria tra i 52
posti da visitare nel 2017. In particolare il quotidiano
statunitense dedica attenzione alla ristorazione e
all'accoglienza della "punta dello Stivale" e consacra la
regione come luogo d'Italia dove, al di fuori dai classici circuiti del turismo internazionale come Firenze o
Roma, si possono trovare alcune delle pietanze più
interessanti. La Calabria è nelle condizioni di farsi un
nome all'interno dei circuiti turistici che contano:
parola del New York Times. La giornalista Danielle
Pergament fornisce anche delle precise indicazioni. E
si tratta di insegne tra le principali del buon mangiare
e bere come il ristorante Abbruzzino di Catanzaro, il
Ruris di Isola Capo Rizzuto e il Dattilo di Strongoli.
L'elenco spazia tra le eccellenze agroalimentari e vere
e proprie unicità calabresi: il bergamotto, il peperoncino con i suoi tanti piatti piccanti. Con una sottolineatura particolare legata ai prezzi modici. Il New York
Times evidenzia poi l'importanza crescente dell'agricoltura biologica, che rappresenta una delle colonne
portanti del settore primario regionale e del vino,
prodotto da alcuni anni a questa parte grazie alla
scoperta e alla valorizzazione di vitigni autoctoni
come il magliocco, il mantonico bianco, il gaglioppo e
il greco. Una ribalta importante ma non del tutto inattesa dal mondo agricolo calabrese. "Quello del New
York Times - afferma Pietro Molinaro, presidente di
Coldiretti Calabria - rappresenta un riconoscimento
internazionale alla Calabria, ai suoi protagonisti e al
cibo che testimonia come la nostra sia una regione
che si fa strada e possiede un modello di sviluppo
sostenibile su cui puntare. Modello che é quello
agroalimentare, che ha produzioni uniche e distintive.
Questa è la Calabria bella e vera che piace e vince e
che come Coldiretti - aggiunge Molinaro - abbiamo
rappresentato a Expo Milano. Una Calabria, antica,
autentica e accogliente che, dopotutto, è sotto i nostri
occhi e che si distingue con imprese agricole e agroalimentari che sanno valorizzare i punti di forza. Gli
stessi che poi diventano straordinari quando fanno un
tutt'uno con l'enogastronomia e il turismo di qualità a
prezzi giusti".
Speriamo che questa occasione venga colta con l'attenzione che merita e vengano attivati pacchetti turistici per tutte le tasche e tutti i gusti, raddoppiati i collegamenti aerei e ferroviariari, venga fatta una promozione a tutto spiano senza badare a spese. Non ci
crediamo granchè ma, nel dubbio, ci permettiamo di
offrire qualche suggerimento.
POLITICA
La conferenza di inizio anno del sindaco Calabrese elenca una lunga serie di
successi che stanno traghettando Locri verso la normalità. Nonostante le
difficoltà da affrontare siano ancora molte e le cifre del bilancio non siano
incoraggianti, Calabrese e i suoi stanno procedendo con interventi a tutto tondo in
grado di cambiare il volto della città da qui alla fine dell’anno.
Bilanci
DI JACOPO GIUCA
Locri: Piccoli passi verso un futuro migliore
È un bilancio estremamente positivo quello che
Giovanni Calabrese traccia per l’amministrazione
comunale di Locri all’inizio di questo 2017.
Durante la recente conferenza stampa da lui indetta
per fare il punto della situazione amministrativa della
città ionica, il primo cittadino ha cominciato con il
parlare del Piano Spiaggia, che vedrà finalmente la
luce nel corso dell’anno solare appena iniziato contribuendo a regolamentare l’occupazione del demanio e
a garantire sviluppo turistico per la città. In via di definizione, inoltre, sarebbe anche il Piano Strutturale
Comunale (PSC) che, entro la fine di gennaio, potrà
essere avviato in accordo con i tecnici di Reggio
Calabria garantendo finalmente ai cittadini di pianificare interventi nella aree di proprietà. Accanto al
PSC, ha garantito Calabrese, verrà organizzato anche
un Piano di Protezione Civile, che garantirà a Locri di
essere definitivamente in regola con le normative
vigenti. Strettamente legato alla realizzazione del PSC
è stato l’impegno che l’amministrazione avrebbe profuso, nell’arco dell’ultimo anno, nella regolarizzazione
dei condoni: grazie alla supervisione di tecnici esterni,
ha spiegato Calabrese, è stato possibile controllare
oltre duemila pratiche, che costituiscono la punta dell’iceberg di un lavoro che, è stato garantito, sarà certamente portato a termine entro la fine dell’anno solare.
Malgrado le considerevoli difficoltà a far quadrare il
bilancio, poi, non sono mancati gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti idriche,
elettriche e fognarie, la cui funzionalità è stata spesso
viziata da impianti ormai obsoleti.
«Ponendo grande attenzione alle richieste e alle
segnalazioni dei cittadini - è stato affermato non senza
orgoglio dal primo cittadino di Locri - abbiamo cercato di intervenire sempre in tempo reale dinanzi alle
necessità. Non è un caso, infatti, se la città non è più al
buio come accaduto in passato e se le strade, anche se
non in condizioni perfette, nonostante la mancanza di
fondi sono state più volte bitumate laddove necessario
con piccoli ma continui interventi, l’ultimo dei quali è
avvenuto appena prima delle ferie natalizie.
«Anche il cimitero - ha continuato Calabrese - è stato
soggetto a molteplici interventi di manutenzione e
pulizia che abbiamo potuto portare a termine grazie a
una convenzione con Calabria Verde e posso anticiparvi che è stato già approvato in giunta comunale un
progetto proposto da privati e aziende che prevede
l’ampliamento della struttura. La nuova sezione sorgerà nello spiazzo oggi antistante al cimitero e ha l’obiettivo di creare nuove cripte e loculi che soddisfino
le numerose richieste dei cittadini.
«Grande attenzione è stata dedicata poi alle problematiche della pubblica istruzione - ha continuato
Calabrese - Grazie a un confronto aperto con le istituzioni scolastiche e con i genitori siamo riusciti a risolvere le difficoltà sorte di volta e in volta, ma siamo
consapevoli della situazione di evidente criticità in cui
ancora oggi versano le strutture scolastiche che si trovano su suolo comunale e sulle quali stiamo cercando
di prendere provvedimenti. Il vero neo, pertanto,
rimane la questione “mensa scolastica”, un servizio
che eravamo riusciti ad avviare nel 2014 prima che
venisse dichiarata l’inabilità delle strutture nelle quali
doveva svolgersi. Una mancanza per la quale ci dobbiamo scusare con i cittadini».
Nonostante le difficoltà economiche più volte rimarcate da Calabrese, non sono poi mancati gli interventi che hanno ampliato il panorama culturale della
città. L’obiettivo, perseguito con successo, è stato quello di organizzare pochi eventi, ma di qualità. Il pensiero non può che andare al Locri On Ice, giunto alla
quarta edizione e ormai punto di riferimento per tutti
i ragazzi della provincia; al programma dell’opera lirica che, ha garantito il sindaco, non si fermerà certo
con la terza edizione archiviata la scorsa estate; alla
Festa della sport, in grado di coinvolgere tutte le associazioni sportive e religiose territoriali e che
l’Amministrazione si impegna a far sopravvivere.
«Anche il mercato settimanale è stato oggetto di una
sapiente riorganizzazione - ha proseguito Calabrese L’abbiamo spostato in una traversa di via Cusmano
rendendolo più accessibile per i cittadini e creando
meno disagi al traffico e, grazie all’impegno dell’asses-
sore Baldassarro, siamo riusciti a recuperare oltre
100mila euro di crediti accumulati dai commercianti
negli anni passati, facendo comprendere loro che la
tassa che richiediamo serve anzitutto a migliorare i
servizi di cui anch'essi usufruiscono. Anche il mercato
coperto sarà soggetto a interventi che ne miglioreranno l’offerta e che lo rendano nuovamente un punto di
riferimento per i cittadini».
Già anticipato negli scorsi mesi, poi, è il piano dei parcheggi a pagamento che, presto appaltato, contribuirà
a dare un’immagine più ordinata della città e a “fare
cassa”.
«Ad esso - ha aggiunto il primo cittadino - aggiungeremo un sistema più capillare di photo red come quello installato in via Cusmano che, nonostante abbia
creato diverse polemiche, è servito anzitutto a far
ridurre drasticamente il numero di incidenti quotidiani che si verificavano a quell’incrocio, nevralgico per
chi proviene da Siderno o dall’ospedale. Ai nastri di
partenza, poi, un “sorpassometro” che rileverà le
infrazioni che troppo spesso si verificano sulla 106 nel
tratto compreso tra il museo e l’entrata sud alla città».
Questo 2017, è stato poi garantito, sarà un’anno all’insegna della grande attenzione per le politiche sociali,
come già avvenuto nella seconda metà del 2016, quando sono stati avviati interventi dedicati con spese minime. Già finanziati, poi, 500mila euro utili alla realizzazione di un asilo nido comunale e per terminare il teatro.
Al continuo impegno per evitare lo smantellamento
del ospedale, contro il quale Calabrese ammette di
non aver visto atti concreti ma confida nell’incontro
che si terrà la prossima settimana con il prefetto di
Reggio Calabria, si aggiungerà poi maggiore trasparenza nella gestione delle fondazioni Zappia e
Scannapieco e un maggiore impegno nello sblocco dei
lavori pubblici (già avviati o ai nastri di partenza) che
stanno venendo realizzati evitando, come accaduto
invece in passato, di aprire mutui che si aggiungano a
quelli che l’ente deve ancora finire di pagare.
La rabbia di Canturi: Bianco sull’orlo del dissesto
A un anno e mezzo
dall’insediamento, Aldo
Canturi è finalmente
riuscito a quantificare il
debito che Bianco ha
accumulato nel corso
degli anni con Regione
Calabria e Sorical. La cifra
vertiginosa,
ammontante a circa 5,5
milioni di euro, pone
l’ente sull’orlo del
dissesto e non fa ben
sperare per l’anno
appena cominciato.
Le difficoltà amministrative che è stato
costretto ad affrontare Aldo Canturi da
quando si è insediato in qualità sindaco di
Bianco sono purtroppo ben lungi dall’essere portate a termine.
Nella conferenza di inizio anno, infatti, il
primo cittadino ha illustrato quali e quante complicazioni la giunta comunale da
lui guidata sia stata e sarà costretta ad
affrontare, a cominciare da quelle relative al bilancio.
Canturi ha infatti spiegato che nonostante la giunta Scordino abbia dichiarato,
appena tre giorni prima delle elezioni del
2015, che il debito che lasciava in eredità
a Canturi fosse di poco più di 470mila
euro complessivi, il quadro della situazione, assai più drammatico, è divenuto
chiaro alla giunta insediatasi a giugno di
quello stesso anno solo con il trascorrere
dei mesi, tanto da costringere il primo cittadino a tracciare un quadro complessivo
della condizione delle casse comunali
solo con la conferenza stampa della scorsa settimana.
Bianco, infatti, lamenta un debito
impressionante con Regione Calabria e
Sorical, tanto da far temere a Canturi che
il dissesto, che l’amministrazione sta
disperatamente cercando di evitare,
possa rivelarsi, nei prossimi mesi, inevitabile.
Il problema principale della città, ha spiegato il primo cittadino, sarebbe l’acqua:
nonostante Bianco conti 10mila abitanti
in meno rispetto a Locri, infatti, pagherebbe una tassa doppia rispetto al comune amministrato da Giovanni Calabrese,
cifra che contribuisce a rendere complicata la condizione dell’ente nei confronti
della Regione Calabria, alla quale Bianco
deve ben 2,7 milioni di euro per la sola
fornitura idrica. Ma al debito accumulato
dal Comune per la l’acqua è anche con
Sorical, con la quale Canturi è stato, in
questo anno e mezzo di amministrazione, protagonista di un lungo tira e molla
che ha scongiurato in extremis in ben
quattro occasioni differenti il taglio della
fornitura ai cittadini. Alla Sorical, infatti,
il comune deve ben 1,5 milioni già sotto-
posti a decreto ingiuntivo ai quali sarebbe da aggiungersi poco più di un milione
di debito corrente. A rendere ulteriormente complicata la situazione, un accordo trentennale siglato dalla precedente
amministrazione che prevede il pagamento di 200mila euro l’anno per la fornitura dell’acqua.
Canturi ha garantito di essere già alacremente all’opera per cercare di risolvere
questa complicata situazione burocratica, alla quale si vanno ad aggiungere
anche i debiti accumulati dall’ente per
quanto riguarda la spazzatura, ammontanti complessamente a circa 900mila
euro sufficienti a convincere la Regione
Calabria a non fornire alcun contributo
ordinario a Bianco, che è stato e continuerà pertanto a essere costretto a contare sulle sole proprie forze per eseguire
anche i più banali interventi di manutenzione.
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Le uova della
‘ndrangheta
e la frittata
dell’informazione
Martedì scorso il massmediologo Klaus Davi è stato preso di
mira da lanci di uova nel quartiere Archi Cep di Reggio Calabria.
Il collaboratore dell'Arena di Giletti da diversi giorni piantonava il
negozio di un presunto esponente del clan Tegano, tentando di
rintracciare l'uomo per intervistarlo, ma senza successo.
DOMENICA 08 GENNAIO
07
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
e grandi scoperte, si sa, si fanno sempre per caso.
La mela di Newton ne è un esempio arcinoto. Il
prode massmediologo Klaus Davi era convinto di
trovarsi lì dove "ogni metro quadro odora di 'ndrangheta", dove "il senso dell'humor non è contemplato come strumento di relazione umana", dove sei
faccia a faccia con chi "rappresenta inoppugnabilmente l'ontologia dell'essere 'ndrangheta" (questo
quanto Klaus dichiara a proposito di Archi nel suo
articolo Perchè è importante una diretta tv nelle viscere della 'ndrangheta, con riferimento al suo programma "Gli Intoccabili") e, invece, si è ritrovato con il gessato a chiazze, impiastricciato di uova.
Il regno dei Tegano ridotto al tegamino. Dalle viscere della
'ndrangheta alle viscere della gallina.
Davi si aspettava che nel suonare alle case dell'arcoto, i suoi polpastrelli si carbonizzassero e, invece, scopre che agirarsi per Archi
non è affatto un'impresa da temerari: non servono giubbotti antiproiettile, basta un grembiule della nonna! Perchè, non dimentichiamolo, stiamo parlando di gente di 'ndrangheta: sono tutti
dotati di una singolare mira!
Non so che informazione in più possa trarre il pubblico in merito
alla 'ndrangheta vedendo un giornalista piantonarsi sotto casa di
un boss per rivolgergli domande che galleggianno fianco a fianco
con l'ovvietà. Eppure la sua impresa è considerata "antimafia sul
campo". Il procuratore Federico Cafiero De Raho, alla Camera
dei deputati, ha definito il giornalismo di Klaus "un esempio di
coraggio molto utile alla magistratura". Boh... le cose sono due: o
non ho capito niente del coraggio o non ho capito niente della
magistratura.
Nel presentare il format televisivo "Gli intoccabili" viene dichiarato che si "intende documentare e raccontare senza nessuna forma
di spettacolarizzazione la realtà delle mafie". Della realtà delle
mafie ho visto ben poco, della spettacolarizzazione molto di più.
Ma probabilmente non ho capito niente neppure delle mafie.
Così come capisco sempre meno questo pot-pourri che è diventato il mondo dell'informazione, un affabulante, delirante, mitopoietico e purgante vespaio, animato da polene impettite sulla
prua della nave a rubarsi tutto il vento e il sale della spuma. Da
un lato chi, invece, di informare farnetica infiocchettando false
minacce da parte della criminalità organizzata - e qui Klaus non
c'entra - per tentare la scalata nel più breve tempo possibile; dall'altro chi, come Klaus, ci ricorda in modo tartassante che la
nostra terra ha dato i natali ai boss, come se a noi sfuggisse come
sfuggono i particolari di un quadro che abbiamo sempre visto
affisso in salotto. In entrambi i casi, parlare di 'ndrangheta è oggi
un mezzo per diventare qualcuno, anzi molto più che un mezzo,
è come minimo tre quarti. Non so se sperare che si torni a fare
informazione perchè si ha qualcosa da raccontare, perchè si vuole
informare il pubblico e non convincerlo che lo si stia informando.
Non lo so perchè quando si prova a farlo, come da anni fa il collega del Quotidiano del Sud, Adriano Mollo, ti vedi piombare
addosso una querela temeraria, e quella sì che è lì per carbonizzarti i polpastrelli. Un milione di euro è quanto il commissario
della sanità calabrese Massimo Scura ha chiesto ad Adriano
Mollo, alla testata del Quotidiano del Sud e al suo direttore per
"l'ingente e irreversibile discredito" alla sua reputazione e al suo
prestigio istituzionale. Richieste del genere, con cui si pretende
un risarcimento danni spropositato - anche se non sempre così
tanto spropositato - i giornalisti se ne vedono fiondare più di
quanto si immagini. Il più delle volte non arrivano nemmeno al
giudizio e finiscono per essere solo armi improprie con cui intimidire chi vorrebbe tanto fare il proprio lavoro.
Quattro anni fa è stata presentata una proposta di legge riguardante, oltre la cancellazione del carcere per i giornalisti, l’introduzione di sanzioni pecuniarie efficaci per chi fa ricorso alle querele temerarie. Quel progetto rimane appollaiato al senato. E così
anche oggi sul menu troverete le uova della 'ndrangheta e la frittata dell'informazione.
L
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Il comune di
Locri promuove
la lettura con lo
Scaffale del libro
condiviso
La giunta comunale guidata da Giovanni
Calabrese non ha mai fatto mistero di voler dare
importanza crescente alla cultura nella propria
amata Locri. Alle grande iniziative mussali e di
spettacolo che il comune promuove di buon grado
durante tutto l’anno, in questo inizio di 2017, grazie alla collaborazione con l’Associazione culturale La Cetra di Eunomo, ne parte in sordina un’altra. Si tratta dello Scaffale del libro condiviso, una
semplice libreria (che ci si augura possa ingrandirsi con il tempo) posta all’entrata del comune e
presso la quale è possibile prendere a prestito, o
lasciare comodato, libri di qualunque genere.
Un’iniziativa che promuove la lettura proprio nei
giorni dello scandalo dei buoni cultura rivenduti a
metà prezzo da studenti 18enni che hanno candidamente ammesso di voler leggere…
DOMENICA 08 GENNAIO 08
Pazzano: La“Madonna della
Carcareda”rischia di scomparire
Nonostante le continue e ripetute denunce, si pensa poco alla
salvaguardia della grotta della
“Carcareda”, a Pazzano. Di piccole dimensioni, la cavità è scavata in un banco di arenaria e la
sua importanza artistica è data
dalla presenta di un affresco,
probabilmente di fine ‘700, raffigurante la Madonna del Monte
Carmelo con il Gesù Bambino
tra le braccia. L’affresco è molto
danneggiato e presenta una
caduta di intonaco e di colore, ,a
nulla si è fatto per la sua messa
in sicurezza o per un eventuale
restauro. Il sito inizia a presentare sempre più ampie lesioni che
di sicuro, se non si interverrà
con urgenza, potrebbero comportare un imminente crollo.
Luoghi della cultura che sarebbe
necessario tutelare e valorizzare
al meglio e che invece continueranno a languire.
Prende vita il nuovo Lungomare di Reggio Calabria Il caso Nicotera
A Nicotera è stata avviata una raccolta firme contro la giornalista Dell'Acqua dopo essersi occupata di un'inchiesta sulla situazione idrica della sua città, definita “informazione scorretta”.
Questo in sintesi quanto i media hanno riportato questa settimana. Questo che segue è quanto è stato riferito a noi.
Il Lungomare Italo Falcomatà abbraccerà il porto di Reggio Calabria. Martedì, infatti, inizieranno i lavori per la rigenerazione dell’area tra il
Lungomare e il porto cittadino. I lavori prevedono la realizzazione di una passeggiata panoramica e di un percorso ciclabile in continuità con il
Lungomare Falcomatà, un nuovo balcone sullo splendido scenario dello Stretto. A completare l’opera sono previste alcune piazzette contornate da aree verdi e scalinate, un nuovo terminal bus, un parcheggio con pensiline fotovoltaiche, la riqualificazione di via Candeloro e della storica pineta Zerbi.
Eugenio Minniti
monitorerà i processi
della criminalità
organizzata
La giunta dell’Unione delle Camere Penali ha
deciso di affidare all’avvocato Eugenio Minniti,
presidente della Camera penale Simonetti di
Locri, l’incarico di coordinatore dell’Osservatorio
doppio binario e giusto processo, organo avente
la funzione di monitorare il buon andamento dei
processi riguardanti soprattutto la criminalità
organizzata in ordine alla corretta applicazione
dei principi costituzionalmente garantiti dal “giusto
processo” e al fine di evitare iter processuali (il
“doppio binario”) che determinerebbero una palese violazione del diritto di difesa. L’incarico è stato
comunicato al penalista dal presidente nazionale
dell’Ucpi Beniamino Magliucci, con gli auguri di
buon lavoro insieme ai colleghi del coordinamento, composto da Giuseppe Riccio, Giuseppe
Scazzola e Maria Teresa Zampogna.
Presentata a Locri la nuova
edizione di“Roma e le
menzogne dei parlamentari”
Organizzata dall’Associazione Due Sicilie si è tenuta presso il Seminario Vescovile di Locri la
presentazione del pamphlet di Teodoro Salzillo Roma e le menzogne parlamentari, libro dato
alle stampe per la prima volta nel 1863 che passa criticamente in rassegna alcuni discorsi tenuti, a cavallo dell'unità d’Italia, nelle camere di Torino e di Londra. Il pubblico numeroso e
attento, ha visto la presenza di diversi Cavalieri e volontari dell’Ordine Costantiniano, nonché
alcuni esponenti dell’Associazione Due Sicilie Calabria Citra di Paola e dell’Osservatorio Due
Sicilie di Lamezia Terme.
Quella del “Movimento 14 luglio” è stata una replica scritta e indirizzata alla redazione de "Il Quotidiano del Sud", non una petizione. Una
replica che non è mai stata menzionata nel suo contenuto reale dalle
prestigiose testate giornalistiche che hanno preso a linciarci mediaticamente da qualche giorno. Segnaliamo tra l’altro come apprezzabile, se
non addirittura encomiabile, in questa temperie di orgia diffamatoria, il
profilo di sobrietà assunto dallo stesso Quotidiano del Sud, che sta
riportando con secchezza le varie posizioni e dichiarazioni senza ricami e speculazioni. Per quanto ancora non abbia pubblicato la nostra
replica - e come avrebbe potuto in questo clima?! - dobbiamo dire che
la testata, che più di ogni altra avrebbe avuto agio a speculare sulla
vicenda, sta brillando per levatura etica e deontologica. Noi abbiamo
scritto un documento circostanziato e riferito a un articolo preciso, decidendo di farlo firmare ai membri del movimento, per maggiore trasparenza (dietro l'anonimità di una sigla informale può nascondersi chiunque). In questi giorni veniamo linciati giornalisticamente in base alla
pura e semplice menzogna che ci attribuisce una petizione per "imbavagliare una giornalista anti-cosche". Solo di passaggio ci permettiamo
la facile constatazione del fatto che, salvo qualche pezzo - più scandalistico che d'inchiesta - sull'infelice, triste e arcinota vicenda dell'elicottero in piazza, non ci risulta alcuna inchiesta della giornalista sulla 'ndrangheta. Ma soprattutto ci preme esprimere la nostra riluttanza a concentrare sulla medesima e sulle sue speculazioni le nostre attenzioni. La
miseria della vicenda non fa che avvilire la nostra statura quanto più
diamo alla stessa spazio. Al contrario, riteniamo di grave importanza e
quindi degna della massima e più attiva riprovazione la condotta di una
testata nazionale come "Il Corriere della Sera", che nella sua versione on
line ha inteso dare credito a tali farneticazioni senza peritarsi di dare
minimo ascolto a noi come "controparte" e avviando una macchina
mediatica tritacarne che, come si sa, procede motu proprio in base alla
logica dello scoop e non certo a quella della verità. Imbavagliati siamo
noi che, per aver osato scrivere civilmente una replica che non contiene offesa alcuna, veniamo tacciati sui media nazionali di sodalizio paramafioso. Segnalo che mio zio Antonio D'Agostino, uno dei delegati tecnici del movimento, cinque anni fa per le sue denunce in seno a un
comitato contro la malagestione dei lavori pubblici a Vibo ricevette a
casa una testa di capretto con in bocca un proiettile per ognuno dei
componenti della famiglia. Noi lottiamo la ‘ndrangheta come i notabili, i massoni, come i politici collusi o corrotti, i traffichini e gli speculatori che lucrano sulla pelle della gente, ogni giorno, minuto per minuto,
centimetro per centimetro, senza paura di affrontare anche quelle sfere
massoniche/lobbistiche che le ultime analisi di importanti analisti/investigatori, tra cui Gratteri, indicano come addirittura preordinate alla stessa 'ndrangheta e più facilmente, aggiungiamo noi, riferibili all'espropriazione di risorse importanti come l'acqua, il paesaggio... le nostre stesse
vite. Risponderemo con le forme democratiche, popolari e attive che ci
sono proprie al vergognoso linciaggio in corso ai danni di un movimento civico genuino, libero, senza coperture politiche, che si batte
senza riguardi contro qualunque potentato e casta.
Arturo Lavorato
Per consultare
l’articolo della
Dell’Acqua la
replica del
“Movimento 14
luglio” vi rimandiamo al Qr code
qui a lato.
ATTUALITÀ
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DOMENICA 08 GENNAIO 10
E mentre il denaro governa
l’umanità fa crack
TUTTO È ORGANIZZATO AFFINCHÉ UN PUGNO DI “GRANDI FAMIGLIE” POSSEGGA QUASI LA METÀ
DELLE RICCHEZZE DELLA TERRA E LE GESTISCONO INCURANTI DELLE GUERRE, DELL’ESODO BIBLICO
DI INTERI POPOLI, DEL TERRORISMO, DEI DISASTRI CLIMATICI. DIFFIDO DI UN SISTEMA INCURANTE DEL
TRACOLLO DELLO STATO SOCIALE E IPERSENSIBILE AI GRANDI GRUPPI FINANZIARI.
ILARIO AMMENDOLIA
Nel Paese dell’incontrario succede di tutto, per
esempio che le parrucchiere, i sarti, gli impiegati
facciano la befana ai banchieri.
La somma che avete speso per il regalo della befana a vostra moglie o ai vostri bambini è poca cosa
dinanzi alla cifra che corrisponderete, vostro malgrado, agli Istituti di credito a rischio di crack.
L’unione consumatori stima che ogni italiano
pagherà una somma pro capite che va da 250 a 300
euro.
Questa non è “post” ma pura verità.
Un dubbio mi rode il cervello: dove vanno i miliardi divorati dalle banche?
Le mie conoscenze in merito sono modeste ma so
bene di aver l’accredito della pensione in una
banca e questa non solo non mi corrisponde un
solo centesimo di interesse ma pretende che io
paghi per la mera gestione del conto corrente.
Nessun processo sommario, garanzie massime per
tutti… ma mi viene spontanea una domanda: chi
ha gestito i miliardi mancanti di Monte dei Paschi,
di Antonveneta, della Popolare di Vicenza, della
banca di Arezzo?
Come si spiegano le immense “sofferenze” bancarie degli “istituti sani” dal momento che per avere
mille euro di credito, un barbiere, un geometra, un
ragioniere, una sartina deve garantire con beni
immobili per almeno il doppio della cifra richiesta?
Eppure nonostante la voragine immensa, non mi
pare ci siano né grandi processi, né imputati.
In carcere non si incontrano banchieri né la gente
che delocalizza le industrie sottraendo il lavoro agli
operai. E io vorrei tanto che in queste stupide carceri non ci sia proprio nessuno ma… in questo
caso, il trucco c’è ma non si vede.
Nei giorni scorsi, il governo ha reso disponibili in
un batter di ciglia, venti miliardi per il salvataggio
del Monte del Paschi.
Venti miliardi è una cifra ragguardevole.
Mi sfuggono i meccanismi e l’importanza di una
tale decisione, ma un dubbio mi resta: le banche
sono più importanti del diritto costituzionale alla
salute, al lavoro, alla pari dignità, alla ricerca, al
riscatto sociale?
I ricchi azionisti o obbligazionisti del Monte dei
Paschi hanno il diritto di contare molto più di tutto
il popolo calabrese messo insieme?
Perché se dici “tuteliamo la salute della gente della
Locride” nessuno ti ascolta e invece per una banca
mille orecchie si aprono e mille mani si mettono in
movimento?
Non sono un economista, e non saprei dire i rischi
per il nostro Paese in caso di fallimento di un istituto bancario ma diffido di un sistema incurante del
tracollo dello Stato sociale e ipersensibile ai grandi
gruppi finanziari.
Ho una certezza: i calabresi medio-poveri pagheranno per le banche ricche e noi assisteremo impo-
tenti a quanto accade sotto i nostri occhi. E ciò non
mi va bene!
Certo, abbiamo un alibi: chi comanda ne sa una più
del diavolo! Tende a farci sentire ignoranti e ci stordisce con parole difficili (possibilmente in lingua
inglese).
Ieri usavano le parole “globalizzazione”, “delocalizzazione”, “mercato”, “borse”. Tradotto in pratica significa soldi che viaggiano alla velocità della
luce e si spostano da Hong Kong a Londra, da
Francoforte a New York. “Società”, come FIAT,
che immemori degli aiuti statali ricevuti e della
sorte degli operai vanno veloci come le lepri in caccia di profitti.
Oggi il vento sta cambiando e si delinea un nuovo
nazionalismo.
Il Piave mormora di nuovo: non passa lo straniero!
In tanta apparente confusione, c'è solo una certezza: tutto è organizzato affinché un pugno di “grandi famiglie” possegga quasi la metà delle ricchezze
della Terra e le gestiscono incuranti delle guerre,
dell’esodo biblico di interi popoli, del terrorismo,
dei disastri climatici.
E per quanto ci riguarda, insensibili al degrado e al
costante regresso della Calabria.
Sono costoro che possiedono i giornali e le tv, che
organizzano la "rete" per imporre la loro egemonia.
Quando questi strumenti sono inefficaci, scatenano le guerre. È difficile da cogliere… ma esiste un
rapporto tra le foto dei corpi dei bambini straziati
sulle coste del Mediterraneo e la concentrazione
della ricchezza in poche mani.
Io sono - senza se e senza ma - per la “non violenza” sempre e comunque. La violenza, iniziando da
quella verbale, e da chiunque utilizzata, non mi
sembra che abbia mai realizzato nulla di buono.
Non è mai la risoluzione del problema.
Concludo:
Ognuno di voi ha appena fatto la “befana” per un
valore di circa trecento euro al Monte del Paschi.
Un nucleo familiare di tre persone verserà mille
euro.
Pagheremo sulla pasta, sul carburante, sui farmaci
e le somme andranno alle banche.
Non è stata una nostra scelta ma qualcosa che
abbiamo subito senza poter obbiettare nulla.
Si dice spesso che abbiamo la migliore “polizia” del
mondo e potrebbe essere vero. Si aggiunge che
abbiamo i PM a cui non sfugge assolutamente
nulla… e anche questo potrebbe esser reale!
Leggiamo ogni giorno che si divincolano su tutto il
nostro territorio le operazioni di “focus ndrangheta”. E mi sembra giusto! Ma ricordate: gli ultimi
venti miliardi destinati alle “banche in difficoltà”
non sono stati sottratti alla comunità dai banditi ma
con un elegante decreto del governo.
È giusto debellare il “crimine” a qualunque livello.
In basso come in alto.
È giusto che venga punito chi ruba la corrente elettrica ma non può restare impunito chi sottrae alla
comunità decine di miliardi.
Non c’è da fare alcuna rivoluzione, magari, come
avvertiva un grande intellettuale tenuto in carcere
nel secolo scorso, sarebbe il caso di istruirci, informarci, organizzarci e lottare democraticamente per
costruire una società migliore.
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GERENZA
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Antonimina: inaugurato il centro
diurno per anziani Ornella Corigliano
Questa settimana è stato inaugurato il Centro Diurno per Anziani
Ornella Corigliano nella Frazione Bagni di Antonimina. Alla prima
apertura erano presenti Monsignor Francesco Oliva, Vescovo della
Diocesi di Locri-Gerace, l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali
Federica Roccisano, alcuni Sindaci dei Comuni limitrofi (Pietro Fuda,
Rocco Luglio e Domenico Polifroni) e la Consigliere Anna Maria
Mollica. Erano inoltre rappresentati il Corpo dei Carabinieri di
Antonimina dal Vice Maresciallo Barone e alcuni parroci delle parrocchie vicine, tra cui i Don Domenico Tropeano, Antonio Pelle e
Constantin. Monsigor Oliva ha emozionato i presenti con le sue parole e ha impartito una benedizione, augurando che questo Centro possa
essere un punto di riferimento sul territorio. A conclusione dell'evento
è intervenuta l’assessore Roccisano che ha sottolineato l'importanza
dell'esistenza di queste strutture sul territorio della Locride.
Siderno: Cosa cambierà con la nuova
gestione del depuratore consortile?
Martedì scorso il sindaco di Siderno Pietro Fuda ha trasmesso ai suoi collaboratori una lettera aperta nella quale illustrava lo stato dell’arte del funzionamento
dell’Impianto di depurazione consortile. Nel lungo resoconto, il primo cittadino ripercorreva le fasi che hanno condotto all’attuale gestione dell’impianto e all’elezione di
Siderno in qualità di comune capofila dei collettori che riforniscono i comuni di Siderno, Locri, Gerace, Antonimina e Grotteria. Dopo una dettagliata introduzione, Fuda
è passato a illustrare i passaggi relativi alla nuova concessione attraverso gara d’appalto pubblica avviata nel 2014 e che prevede l’ampliamento/ammodernamento dell’intera rete fognaria, la completa mappatura delle utenze idriche con conseguente revisione del servizio di lettura e bollettatura dei consumi e una completa revisione del
depuratore consortile stesso. Il nuovo Concessionario, ha inoltre spiegato Fuda, a seguito del completamento delle opere sulle reti, sosterrà la totalità dei costi inerenti ai
servizi affidati e riceverà in cambio un canone attraverso il quale recupererà i costi di investimento e gestione. Fino a quel momento è previsto un periodo di gestione provvisoria durante il quali gli enti riforniti si divideranno i costi per la fornitura di energia elettrica e lo smaltimento dei fanghi, successivamente rimborsati in base alle previsioni di gara. Con questa sua lettera, Fuda ritiene di avere definitivamente chiarito i motivi della prima transazione per l’acquisizione della struttura, le motivazioni relative ai costi che dovranno sostenere gli enti e la necessità di definire il pagamento dei costi sostenuti per la conduzione del sistema impiantistico negli anni passati.
JG
Riace scrive un bel capitolo di storia politica
A Riace, paese dell’accoglienza, nel pomeriggio del
30 dicembre 2016, penso, come sicuramente tanti
altri, che sia stato scritto un bel capitolo, da aggiungere in quel libro di una storia di integrazione cominciata tanti anni fa; ma ritengo che sia stato dato anche un
bell’esempio di vera e sana politica. Oltre allo scenario multietnico che caratterizza il bel contesto della
cittadina, in quel pomeriggio si poteva assaporare un
clima di fratellanza, ci si sentiva accomunati da un
sentimento di pace, solidarietà e uguaglianza. Da
tutta la Calabria e anche oltre, sono convenuti per
esprimere al ‘compagno sindaco’ Mimmo Lucano un
riconoscimento ma soprattutto per offrire un sostegno e invitarlo a ritirare le dimissioni che egli stesso
aveva messo nelle mani del consiglio comunale che
tutti i consiglieri, responsabilmente, dopo una lunga e
proficua discussione hanno rigettato rinnovando
piena fiducia al primo cittadino. Un’esortazione di
massa, insomma, a non mollare, a non farsi condizionare dagli schizzi di fango piovutigli addosso, lanciati
da quella macchina mostruosa della diffamazione che
viene azionata e brandita come un pesante maglio e
con modi che rispondono ai dettami di un liberismo
becero che quasi sempre si coniuga con affarismo.
Palate di fango per calunniare e screditare chi, col
proprio operato, rischia di impallare questo sistema
politico, in Italia collaudatissimo, ma ormai marcio,
che ha visto e vorrebbe ancora vedere fallire progetti
di libertà e democrazia che si contrappongono a fascismo e razzismo, per mantenere o ripristinare, così,
vecchi metodi di amministrare e gestire la cosa pubblica, che poggiano su clientelismo e corruzione,
tanto cari ancora a molti amministratori e dirigenti
Sinistra, quella vera, fatta di gente comune, umile e
dignitosa, di giovani e donne anche delle istituzioni,
ma che non sta nei salotti, non “babbija”, ma scende
nelle piazze, si confronta e usa, se possibile, il potere
per prendersi cura dei più deboli, degli indifesi, escogita formule di integrazione sociale e di economia
sostenibile, difende l’ambiente e, rifacendoci a un
concetto marxista, fa tornare al centro l’uomo, con i
suoi bisogni la sua dignità, i suoi desideri e le sue legittime aspirazioni. “Il vincitore è un sognatore che non
si è mai arreso” diceva il grande Mandela. Riace e il
suo sindaco Mimmo Lucano sono la dimostrazione
vivente che un altro mondo è davvero possibile, e
ognuno di noi ha il diritto di sognare e il dovere morale di impegnarsi, affinché lo si possa realizzare.
Pasquale Aiello
pubblici italiani, ma che a Riace, un folle sognatore e
vecchio idealista, insieme alla maggioranza dei suoi
cittadini, è riuscito a evitare o probabilmente anche a
sconfiggere, proponendo un modello politico a
“misura d’uomo”. A Riace, come da tanto tempo non
succedeva, in una piazza gremita e con un’aria gelida
per il clima invernale si avvertiva un calore rassicurante e avvolgente. Ancora di più ascoltando, tramite
uno schermo, i vari interventi e le varie testimonianze
dei rappresentanti dell’associazionismo e delle istituzioni politiche e sindacali, e soprattutto apprezzando
le lucide riflessioni dei vari Lavorato, Ammendolia,
Perna, Barillà, Lanzetta, Speranza ecc… A Riace, in
quel pomeriggio, si è sentita nuovamente la fragranza
di valori e ideali che suscitano emozioni che a molti di
noi non sono nuove. Si è avvertito profumo di
DOMENICA 08 GENNAIO 14
L’inaugurazione
della nuova
SA-RC e le
Istituzioni
politiche locali
Intendo controdedurre ai giudizi espressi
dal presidente Raffa, riportati a pagina 20
della Gazzetta del Sud, edizione del
27/12/2016, relativi all’inaugurazione dell’autostrada SA-RC. Alla fine degli anni
’90 è stato approvato il progetto di ammodernamento della A3; progetto che
l’ANAS ha dovuto redigere tenendo obbligatoriamente conto delle direttive impartite dal Parlamento. Dette direttive consistevano nel fatto che il nuovo tracciato doveva essere, per ragioni d’impatto ambientale, affiancato a quello preesistente. I lavori
vennero iniziati intorno al 2000. Durante
l’esecuzione di essi si sono incontrate
parecchie inevitabili difficoltà dovute al
fatto che bisognava lavorare cercando di
arrecare minori disagi possibili al traffico
che scorreva sul tracciato preesistente. I
lavori procedevano a rilento e i disagi
erano eccessivi. Di detti inconvenienti, lentezza e disagi, l’unica colpevole era ritenuta l’ANAS, che era anche diventata oggetto di satira. Una mattina, sempre agli inizi
degli anni 2000, durante una trasmissione
radiofonica condotta su Rai Radio1, è
intervenuto telefonicamente l’ingegnere
capo dell’ANAS chiarendo che per detti
disagi gli unici colpevoli erano i parlamentari che a grande maggioranza, per meri e
pretestuosi motivi d’impatto ambientale
avevano respinto, sconcertati, la sua proposta. Detta proposta prevedeva di
costruire una nuova autostrada, più vicina
al mare che alla montagna, che oltre al
minore costo economico avrebbe consentito di evitare le intemperie invernali della
montagna: gelate notturne, nevicate
abbondanti, nebbia e vento gelido. Anche i
parlamentari meridionali allora hanno
sostenuto la tesi dell’impatto ambientale.
Le opinioni espresse dal presidente Raffa
collimano con quelli di tante altri politici
meridionali che allora erano parlamentari
ed hanno vestito i panni degli ambientalisti. Quindi, la peggiore sfortuna del
Meridione non è rappresentata dai 58 km
finali che non sono stati rinnovati ma è il
fatto che tutto il nuovo tracciato dell’attuale A2 (ex A3) è stato accostato a quello
preesistente.
In merito alla pericolosità dei piloni autostradali costruiti nella zona di alto rischio
di idrogeologico (R4), basta fare appello al
buon senso comune per non preoccuparsi
eccessivamente perché tutti gli alvei dei
corsi d’acqua sono uguali, cioè hanno le
stesse caratteristiche di pericolosità idrogeologica; probabilmente sono soltanto le
normative idrogeologiche vigenti in
Calabria ad essere diverse da quelle delle
altre Regioni italiane. In Italia sono stati
edificati centinaia di piloni stradali le cui
fondamenta posano, alla dovuta profondità, negli alvei dei corsi d’acqua. Per regola le fondazioni dei piloni stradali raggiungono una profondità tale dove il rischio
idrogeologico non si può verificare. Per i
piloni stradali il vero rischio, ormai in tutta
Italia, è quello sismico, altro che l’R4 di cui
alle tabelle della Regione Calabria.
Preoccupante ancora, è che le norme tecniche vigenti nella nostra Regione, così
complicate e catastrofiche, come quelle
idrogeologiche, sono state concepite da
tecnici calabresi d’intesa con le Istituzioni
politiche locali
Antonio Signato
L’INTERVISTA
“
La Calabria paralizza
dirigenti mediocri e i
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
A luglio, con la pubblicazione del rapporto Svimez,
la Calabria, abituata a retrocedere, rimane estasiata nello scoprire che il proprio PIL è cresciuto
dell’1%. Un misero punto percentuale ci ha fatto
sentire improvvisamente ricchi. Ma è davvero così,
la Calabria sta crescendo? Ne abbiamo discusso
con il presidente di Confindustria Reggio Calabria,
Andrea Cuzzocrea.
Il Sud continua a rimanere sepolto sotto i colpi
delle statistiche macroeconomiche, a parte qualche flebile nota di speranza. Eppure ci si aspettava
che il 2016 sarebbe stato l’anno del rilancio dell’economia calabrese. Cos’è andato storto?
Lei cosa intende per Sud? È arduo mettere sullo
stesso piano, per esempio, la Puglia con la
Calabria. Già all’interno della nostra regione le
province fanno registrare parametri econometrici
diversi tra loro, con Reggio fanalino di coda. Il problema del Mezzogiorno è legato alla qualità delle
sue classi dirigenti: da quando esiste il regionalismo, il divario economico e sociale con il resto del
Paese è cresciuto. Bisogna comprendere che la
qualità delle istituzioni determina il successo economico di una Regione e non viceversa.
Reggio Calabria Città Metropolitana, che prospettive economiche offrirà questa nuova istituzione?
Le città metropolitane sono state pensate come
“hub” dell’economia e quindi motori dello sviluppo. Lo strumento attuativo è il piano strategico di
indirizzo politico, i cui contenuti debbono essere
condivisi dal partenariato economico e sociale,
mentre ad oggi prevalgono gli aspetti formali di
ingegneria istituzionale. I dati sul ritardo sono
emblematici: le Città metropolitane del Sud, sette
su quattordici, producono solo l’8,92% della ricchezza complessiva di queste realtà. In questo quadro preoccupa il sostanziale disinteresse dello
Stato nei confronti di Gioia Tauro, l’unica vera,
enorme risorsa economica di cui dispone la città
metropolitana.
Il 2016 è stato l’anno del Masterplan per il
Mezzogiorno, dei Patti per la Calabria e per
Reggio. Nel 2017 vedremo i frutti?
Non c’è da crederci più di tanto. Il paradosso è che
non c’è mai stato un problema vero di risorse, basti
pensare ai numerosi e infruttuosi cicli di programmazione europea. E spesso le risorse sono sempre
le stesse ma con un nome diverso, più accattivante.
I tempi di risposta del sistema politico-amministrativo sono incompatibili con l’esigenza di recuperare i ritardi. Sa quanto tempo occorre per un’opera
pubblica nel Sud? Mediamente cinque anni per gli
appalti più piccoli e oltre dieci per quelli di dimensioni maggiori.
Cosa pensa del Piano regionale dei Trasporti
recentemente approvato?
Guardiamo a questo strumento con fiducia. La
situazione è difficile: l’ammodernamento e la
messa in sicurezza della Statale Jonica 106, specie
nel tratto reggino, appare ancora un lontano
miraggio. Per non parlare delle criticità delle linee
ferroviarie, in particolare sulla dorsale jonica e
sulle direttrici principali. E per quanto riguarda
l’autostrada Salerno-Reggio Calabria non si può
ignorare come ad oggi rimangano fuori dalla programmazione circa 60 chilometri rimasti allo stato
originario.
Aeroporto dello Stretto. Reggio rischia di rimanere a terra proprio ora che si appresta a diventare
Città Metropolitana. Come potrebbe essere salvato lo scalo reggino?
Il disimpegno di Alitalia rischia di arrecare un
danno pesantissimo. Alla salvezza dello scalo reggino chi aveva responsabilità gestionali doveva
pensarci quando ancora si era in tempo a farlo.
Confindustria in tempi non sospetti ha pubblicamente proposto una “due diligence” della società e
segnalato che quel tipo di gestione pubblica degli
aeroporti è, a tutte le latitudini, destinata irrimediabilmente al fallimento. Quando poi prevalgono
logiche clientelari e politiche, il risultato è catastrofico. Deve essere urgentemente definito il bando
Enac.
Banche e imprese, che aria tira a Reggio Calabria?
Pesano le modalità di erogazione del credito che
dipendono dai parametri tecnici che formano il
famoso “rating”. Ormai contano i fattori quantitativi che è sempre più difficile poter dimostrare,
soprattutto in un periodo di crisi così lungo, stante
anche la storica struttura poco patrimonializzata
“Alla Calabria
non servono
risorse, basti
pensare ai
numerosi e
infruttuosi
cicli di programmazione
europea. E poi
le risorse sono
sempre le
stesse ma con
un nome
diverso, più
accattivante”
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DOMENICA 08 GENNAIO 16
ata da classi
interdittive antimafia
delle nostre imprese. Sarebbe necessario far contare, nel rapporto banche-imprese, anche gli asset
cosiddetti intangibili: la qualità del management, i
rapporti storici con clienti e fornitori, la reputazione.
Tre miliardi e mezzo di fondi strutturali disponibili per lo sviluppo economico e l’occupazione in
Calabria. Dobbiamo crederci o è solo fumo negli
occhi?
Dipenderà molto dalla capacità di attuare la programmazione. La prima fase è stata proficua e
innovativa: la Strategia dello Sviluppo Intelligente
ha individuato i driver della crescita della nostra
regione mediante il coinvolgimento del partenariato. Adesso si deve passare ai bandi e poi alle opere
concrete con ricadute infrastrutturali e sociali
misurabili, senza più interventi a pioggia dal sapore clientelare.
Le misure economiche devono essere affiancate da
garanzie assolute sulla trasparenza e sui controlli.
Lo scorso novembre è stato sottoscritto un protocollo nazionale per la sicurezza dei bandi di gara
del comune di Reggio Calabria. Siete fiduciosi?
“Con l’elezione
di Ninni
Tramontana
alla Camera di
Commercio
reggina si suggella il percorso
che abbiamo
tenacemente
condotto a
compimento.
Adesso occorre
recuperare il terreno perso in
questi anni”
Cuzzocrea:“È necessario comprendere che è la qualità delle
istituzioni a determinare il successo economico di una Regione e
non viceversa, e che al Sud non c’è solo la mafia, c’è una classe
imprenditoriale coraggiosa, non contaminata dai clan e
rappresentata anche da tanti giovani che possono far risorgere le
nostre regioni”
Penso che i controlli sia più importante farli nelle
fasi di esecuzione dell’appalto. Gli attuali strumenti, come le interdittive antimafia, prescindono dall’accertamento di un fatto giuridico e la scelta di
rilasciare un’informazione di tipo interdittivo risulta ancorata a valutazioni per lo più scaturenti da
relazioni interpersonali o familiari con soggetti
coinvolti in vicende giudiziarie. Un criterio che,
nell’ambiente reggino, finisce inevitabilmente con
l’attirare nel vortice del sospetto una parte rilevante dell’economia, con effetti paradossali e collaterali di non poco conto. Sarebbe più semplice ed
efficace fare ricorso a moderni protocolli di legalità
che presuppongano la verifica in tempo reale da
parte delle Prefetture di quanti, a qualsiasi titolo,
entrano nel ciclo produttivo dell’opera pubblica.
Lo scorso dicembre è stato eletto alla Camera di
Commercio di Reggio Calabria Ninni
Tramontana. Voi di Confindustria avete accolto
con grande soddisfazione questa elezione. Cosa vi
augurate che cambi?
L’ente camerale era entrato in uno stato di sostanziale paralisi. Con Ninni Tramontana si suggella il
percorso che abbiamo tenacemente condotto a
compimento. È un successo di Confindustria dimostrato dalla maggioranza numerica che si è coagulata in consiglio intorno al nostro candidato.
Adesso occorre recuperare il tanto terreno perso in
questi anni. Siamo consapevoli delle difficoltà, la
più macroscopica legata alla riduzione del contributo camerale a carico delle imprese che imporrà
una oculata gestione delle risorse. Inoltre la
Camera dovrà assumere tutte le opportune iniziative per diventare soggetto economico attivo e propositivo, anche nelle politiche di sviluppo dell’aeroporto della città.
Da un lato un Sud che piange miseria, dall’altro
un Nord che considera sprecata qualunque azione
a favore del Sud, come se successi e fallimenti non
dipendessero da scelte politiche o capacità tecniche ma dalla meridionalità dei soggetti e dei progetti. Quale dei due atteggiamenti, a suo avviso, è
più deleterio per il Sud?
La propensione al piagnisteo non solo non risolve
ma aggrava la questione meridionale, che sarà
risolta solo quando capiremo che nel Sud non c’è
solo la mafia ma c’è una classe imprenditoriale
coraggiosa, non contaminata dai clan e rappresentata anche da tanti giovani che possono far risorgere le nostre regioni. Se riparte il Sud riparte l’Italia.
Il Mezzogiorno resta il “malato d’Europa” come
dichiarò anni fa l’economista Nicola Rossi e al
Nord il Sud non interessa. Come andrebbe ripensata, secondo lei, la politica industriale?
Basta ricette vecchie e superate. La mancata industrializzazione del passato può rappresentare addirittura un’opportunità in un territorio che, se trattenesse la parte migliore del proprio capitale
umano, cioè i giovani, potrebbe diventare la frontiera più avanzata dell’industria 4.0. La produzione
di beni e servizi è profondamente cambiata in 15
anni. Dobbiamo lavorare sull’analisi dei big data e
sulla valorizzazione delle nostre risorse principali:
l’agroalimentare, il turismo, il patrimonio ambientale, l’arte, la nostra cultura millenaria. Anche l’industria culturale ci salverà. Ne sono convinto.
CULTURA
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DOMENICA 08 GENNAIO 18
Parte da Siderno la rivalutazione
della filosofia italiana dell’800
di interpretazione di alcune opere di Hegel, che
Vera contribuì a far conoscere ai contemporanei
di tutta Europa, ma anche di accostare i lettori
alla sua personale interpretazione, che si contrad-
distingue per lucidità di esposizione e genuino
spirito filosofico. Ne risulta una descrizione di
Vera che ne mette in risalto il non trascurabile
ruolo nel clima di rinnovamento culturale e
filosofico in un’Italia in cui il duplice dispotismo
governativo e clericale impediva ogni manifestazione di libertà dello spirito.
“Questo percorso - spiega la stessa Cricelli - è
stato quasi obbligato. Dopo la tesi di Laurea mi
sembrava giusto proseguire i miei studi in quella
direzione, approfondendo la divulgazione del
pensiero hegeliano nell'800 in Europa. E quale
divulgatore e commentatore migliore di Augusto
Vera? “Grazie al Dottorato di Ricerca ho recuperato scritti inediti dell’autore alla Sorbona di
Parigi, svolgendo contestualmente un lavoro di
consultazione e reperimento di testi presso la
Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di
Roma, e facendo uso dei servizi interbibliotecari
per ottenere la riproduzione di opere essenziali
ma di difficile reperimento. Durante un soggiorno
di ricerca a Parigi, ho avuto persino la fortuna di
consultare, presso gli Archivi Nazionali, il Dossier
completo su Augusto Vera, che ho studiato
soprattutto in relazione a vicende poco note del
filosofo. Ho approfondito il ruolo ricoperto da
FOTO PINO CURTALE
Teresa Cricelli è nata a Torino, ma risiede da
diversi anni a Siderno. Si è laureata in Scienze
dell’Educazione a Messina discutendo una tesi su
Hegel e la storia della Filosofia, conseguendo successivamente un dottorato a seguito del quale ha
deciso di proseguire i propri studi alla Sorbona di
Parigi. Durante questo periodo, ha concentrato le
proprie ricerche sulla figura di Augusto Vera, uno
dei principali diffusori del pensiero hegeliano in
Europa. Ha recuperato e tradotto in italiano alcuni suoi saggi, scritti in francese, riguardanti l’idealismo tedesco e approfondito il pensiero filosofico dell’autore mettendone in risalto la rilevanza
nel panorama culturale del Risorgimento italiano.
A partire proprio da queste ricerche nasce
Augusto Vera e la filosofia hegeliana, saggio che
la Cricelli ha recentemente dato alle stampe e che
intende approfondire il ruolo di primo piano, fin
qui non sufficientemente studiato, rivestito dal
filosofo napoletano nella diffusione della filosofia
hegeliana. Le direttrici entro cui tale approfondimento si sviluppa tengono in considerazione gli
elementi essenziali della biografia del filosofo,
dando conto delle opere e degli studi critici apparsi sia nell'800 sia in epoca più recente. Ciò rivela
non solo l’importanza del lavoro di traduzione e
Roccella Jazzette: anche l’addio al 2016 è jazz
Anche quest’anno Roccella ha scelto di offrire ai numerosi appassionati di jazz, ai giovani che tornano a casa per trascorrere le feste ed ai turisti che scelgono la Locride
per festeggiare il nuovo anno, un modo diverso di trascorrere il Natale. Dal 26 dicembre al 2 gennaio, infatti, si è svolta Roccella Jazzette 2016, manifestazione composta da 12 eventi ad ingresso libero che, ha dichiarato il sindaco Giuseppe Certomà, “pur nella limitazione del budget a disposizione, non tradisce lo spirito di Rumori
Mediterranei”. Il principale evento della rassegna natalizia è stata la Si Song di Claudio Cojaniz dedicata al compianto senatore Sisinio Zito, fondatore dall’Associazione
Culturale Jonica che da 40 anni collabora con la realizzazione del Roccella Jazz Festival, cui è stato affiancato il viaggio fra canti africani, giapponesi, balcanici, spiritual e
standard anglosassoni che ha composta la sezione Jazzy Christmas.
Lahaine
Il racconto di cui sto per parlarvi inizia e finisce con queste parole:
“Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani.
Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino
a qui, tutto bene. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio”. La
Haine, pellicola distribuita in Italia come “l’odio”, è l’opera di maggior successo e di maggior impatto del regista francese Mathieu
Kassovitz. Approdata nelle sale francesi nel 1995, racconta uno
spaccato della vita di Vinz (un memorabile Vincent Cassel), ragazzo delle banlieue parigine con un animo incontenibilmente ribelle, e
di due suoi amici: Hubert e Said. La banda di Vinz, impegnata
insieme ad altri coetanei in quotidiani scontri con la polizia, viene
sconvolta da una notizia: il giorno dopo i violenti scontri con le forze
dell’ordine uno dei loro migliori amici, Abdel, si ritrova in coma in
seguito all’aggressione da parte di un poliziotto. Ciò porta Vinz a
giurare che se Abdel dovesse morire, lui farà giustizia uccidendo un
poliziotto. La storia si sviluppa nelle 36 ore successive agli scontri
delle banlieue. In questo lasso di tempo Abdel morirà, ma Vinz non
potrà vendicarsi perché sarà ucciso da un poliziotto in borghese.
Nella scena finale, dopo la morte di Vinz, Hubert e il poliziotto si
puntano a vicenda una pistola di fronte all’impotente Said. E infine
si ode un colpo, senza che ci venga data la possibilità di sapere da chi
provenga.
La Haine è un capolavoro del “cinema della rabbia” e rappresenta,
più che il racconto delle vicende di una piccola banda di teppisti, la
storia dettagliata di una caduta, la caduta citata nella celebre battuta
iniziale e finale del film. I ragazzi della banda rappresentano l’uomo
che si ritrova a precipitare da un palazzo altissimo nel momento in
cui Abdel viene pestato a morte, e sia loro, sia chi li guarda cadere
scelgono con indifferenza di pensare “fino a qui, tutto bene” come
Vera nella fondazione di una rivista di divulgazione filosofica francese nel 1847, circostanza
completamente ignorata dai biografi del filosofo,
e consultato saggi, mai apparsi in lingua italiana,
che ho ritenuto doveroso tradurre data la loro
assonanza con la visione storica di Hegel”.
“Ripensando in modo affatto nuovo il pensiero di
Augusto Vera e il contesto in cui si colloca, - scrive
di lei Girolamo Cotroneo, professore emerito di
storia della filosofia presso l'Università degli Studi
di Messina - Teresa Cricelli ha fornito una nuova
e diversa immagine della filosofia italiana del secondo 800, liberandola da quella che è stata la privazione di importanza operata dai nostri grandi
autori del Novecento. “Rivisitare l’opera di
Augusto Vera - continua Cotroneo - significa
dunque rivalutare l’intera cultura italiana
dell’800, che non è stata soltanto un’appendice
più o meno ripetitiva delle grandi filosofie
straniere, ma che a quel dibattito ha dato un contributo anche se non sempre riconosciuto e
apprezzato”. Leggere l’opera della Cricelli, pertanto, significa approfondire per la prima volta la
figura e il contesto di una filosofia che troppo
spesso noi stesso abbiamo finito con lo snobbare.
Jacopo Giuca
Domenica
prossima una
conferenza
su Siderno e
la sua storia
In occasione del 485° anno
dalla istituzione del Comune
di Siderno - avvenuta con
Privilegio Imperiale emesso
dall'Imperatore Carlo V il 16
gennaio 1532 a Bruxelles domenica 15 gennaio 2017,
alle ore 18:00, presso la sala
della Confraternita di Maria
Santissima dell'Arco in
Siderno Superiore sarà tenuta una conferenza sul tema:
SIDERNO E IL SUO TERRITORIO NELLA STORIA
DELLA CALABRIA, Dal
Medioevo all'età contemporanea
autoconvincimento che sia tutto sotto controllo e che nessuno si
potrà fare male. Eppure, tutti sono coscienti che quell’uomo non ha
alcuna possibilità di salvarsi, e nel momento in cui Abdel e Vinz
muoiono, l’uomo in caduta libera, un attimo prima di schiantarsi al
suolo, si rende conto che “il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.”
In questa caduta vi è la presenza costante di una forza spaventosa e
dirompente, che si scopre essere la reale protagonista della pellicola, questa forza è l’odio. L’odio infiamma gli animi e detta le azioni
di tutti i personaggi del film, in qualsiasi istante del film. Ma Mathieu
Kassovitz spiegò in prima persona che l’odio di cui intendeva raccontare in La Haine non è un odio qualsiasi (perché l’odio può avere
infinite cause e almeno altrettanti fini), ma è quel particolare tipo di
odio generato dall’insensibilità che porta a dire “fino a qui tutto
bene” di fronte ad un uomo in caduta libera verso il suolo.
Dal punto di vista tecnico, la pellicola, girata in bianco e nero analogico, ha uno stile asciutto e crudo (tant’è che pure i colori sono stati
eliminati), con un ritmo serrato e costante. Il film, pur essendo una
grande metafora, non distoglie mai l’attenzione dai fatti concreti per
spiegare dei concetti astratti, se non in apertura e in chiusura con la
“parabola della caduta”. La colonna sonora è di grande impatto, e
riesce a sostenere alcune scene quasi senza l’intervento della parola.
Nella versione in lingua originale il francese si alterna ad un gergo
del ghetto parigino, il “verlan”. Il cast non è molto ricco, ma brilla
grazie alla splendida interpretazione di un Vincent Cassel in stato di
grazia e “dominato dall’odio”. Infine, la Haine è un film deliziosamente crudo, che attrae magneticamente lo spettatore per tutta la
caduta, e lo porta con sé dal tuffo nel vuoto fino alla rovinosa collisione col suolo.
Domenico Giorgi
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I FRUTTI DIMENTICATI
A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI
DOMENICA 08 GENNAIO 21
Ogni territorio vanta delle particolarità nel campo delle
coltivazioni arboree ed in quelle ortive che naturalmente
derivano da mondi lontani, ma per quelle dei fichi le perdite
risultano notevoli ed irreparabili, in quanto molte varietà
venivano coltivati nei vigneti, che abbandonati, furono
sottoposti ad incendi devastanti.
Fico invernale nero
Ficus carica L./ Famiglia moracee / Ficara i mbernu nigra
Ogni territorio vanta delle particolarità nel
campo delle coltivazioni arboree ed in quelle
ortive che naturalmente derivano da mondi
lontani, ma per quelle dei fichi le perdite risultano notevoli ed irreparabili,in quanto molte
varietà venivano coltivati nei vigneti, che
abbandonati, furono sottoposti ad incendi
devastanti.
Per quanto riguarda la varietà qui presentata,
appartiene a quelle definite d’inverno o mbernitiche, ma ciò non è vero in quanto la loro produzione si articola nel mese di settembre fino
alla prima decina di ottobre, collocandosi quindi nella parte finale dell’estate e all’inizio dell’autunno.
Essa appartiene ad una serie di varietà consimili tutte dalla buccia che vira al marroncino che
hanno in prevalenza una particolarità negativa
consistente nel fatto che quando piove si aprono per cui poi possono inacidire, la presente
invece resiste bene alle piogge per cui mantiene intatta la buccia che si fende appena ,
mostrando la “ cammisella “ ossia la parte candida sotto la buccia, che delimita la polpa rosea
; il suo sapore è buono, dolce al punto giusto.
Tale varietà non è bifera ossia non produce due
volte all’anno, con la prima produzione costituita dai fioroni e la seconda dai forniti, ossia i
fichi veri e propri, ma solo da forniti.
Generalmente i fichi cosiddetti invernali, che
tali non erano, venivano innestati sui caprifichi
ossia i fichi selvatici, perché avevano una resistenza maggiore ed anche perché qualora fossero stati riprodotti per talea avevano una
durata di gran lunga minore e producevano
frutti più scadenti.
Le altre varietà, tra cui il dottato, oppure lo
Schiavo o Mulingiana, si preferiva riprodurle
per talea e non attraverso i polloni che venivano emessi dalla pianta alla base del tronco in
quanto le piante riprodotte per talea stentavano a crescere, per cui un proverbio popolare
avvertiva: “ crisci prima nu figghjòlu ca na ficara cu nu pedaloru ( pollone )”.E naturalmente
i contadini più accorti accoglievano i consigli,
procedendo con due modalità differenti .
Nell’area di Palizzi recidevano un ramo di fico
alla fine di febbraio, spaccavano per la profondità di circa 5 cm il ramo dalla parte recisa, e
v’infilavano una pietruzza piatta e poi mettevano a dimora il ramo stesso ad una profondità di
circa mezzo metro. Dalla parte spaccata venivano fuori le radici e la piccola pietra ne impediva la chiusura .
D’estate bisognava bagnare il ramo ogni quindici giorni e durante la bella stagione esso
emetteva radici abbondanti . Nello spazio di
pochi anni il ramo si trasformava in una pianta produttiva. Nel circondario di Bianco invece veniva scavata una fossa profonda quasi un
metro , sempre alla fine di febbraio e vi veniva
calato un ramo non piccolo, articolato in tanti
rametti e di essi veniva lasciato fuoruscire solo
uno. La terra sopra veniva pressata e poi irrigata non abbondantemente ; l’intervento d’irrigazione veniva ripetuta d’estate ogni quindici
giorni, favorendo il radicamento del ramo che
nello spazio di due o tre anni cresceva notevolmente e nello spazio di cinque o sei, diventava
una pianta dalla grandezza notevole.
Una casa precaria
PASQUALE GIURLEO
PROBABILMENTE ARCHITETTO
Un po’ di tempo fa
scrissi una storia breve
e stralunata che aveva
per protagonista femminile Marilyn Monroe.
Descrissi Marilyn giovane
e bella, tenera e svampita,
tanto sensuale quanto bisognosa di un
affetto che gli uomini, troppo occupati a
perdere la testa per le sue forme, non
sapevano darle. In pratica la feci identica
alla Marilyn che tutti conoscono. Tranne
per un piccolo particolare. La Marilyn
della mia storia non era un'attrice e viveva
in una casa costruita sopra una cascata.
Avete presente la Fallingwater di Frank
Lloyd Wright? Quella costruita in
Pennsylvania sul ruscello Bear Run?
Ebbene, la casa in cui abitava la mia
Marilyn era proprio quella. Ho una grande ammirazione per tutto ciò che ha progettato Wright, ma niente è paragonabile
alla mia passione per la casa sulla cascata.
Fra i miei sogni più grandi c'è quello di
dormirci almeno per una notte cullato dal
rumore dell'acqua che scorre sotto il pavimento. E per questa ragione che ne ho
fatto la casa di Marilyn Monroe. Perché
l’attrazione che provo per lei è fisica e irresistibile. Perché la vedo come un corpo da
amare. In effetti, quando dico "dormirci"
intendo proprio dormirci. Dormirci insieme, cioè.
Ma siccome dietro a ogni nostra passione
sfrenata si nasconde un segreto che ci
parla di noi stessi, mi sono domandato
cosa ci trovi di così fatalmente attraente
nella casa sulla cascata. Indubbiamente il
fatto che sia immersa nella natura ha la
sua importanza ma c'è anche dell'altro.
Negli spigoli arrotondati dei suoi volumi
essenziali, per esempio, c'è qualcosa che
contraddice quel che essa dovrebbe sembrare. Quella casa è moderna e al tempo
stesso non lo è. Ma la cosa più straordinaria è che la contraddizione non pregiudica affatto la sua precaria armonia.
Avete letto bene, ho scritto proprio "precaria". Perchéè, a guardarla, quella casa è
una costruzione impossibile. Spunta dagli
alberi e se ne sta sospesa sull'acqua come
niente fosse, come non avesse fondamenta. Quando i tecnici videro i disegni di
Wright obiettarono che non si sarebbe mai
retta. Non si può certo biasimarli, nessuno
aveva mai visto niente di simile prima di
allora. L'architetto andò su tutte le furie e
si narra che fece avvolgere con bende i
pareri dei tecnici affinché venissero seppelliti sotto la pietra angolare dell’edificio.
Sembra che quei pareri siano ancora là,
murati come mummie dentro una parete
del soggiorno.
Probabilmente ad affascinarmi tanto e
proprio questa impossibilità. Del resto,
cosa c'è di più duraturo e fatale di un
amore impossibile? E non è di sicuro un
caso se a un certo punto della mia storia la
casa sulla cascata si dissolve nel nulla. Ho
immaginato, infatti, che uno spasimante
di Marilyn cominci a corteggiare la ragazza telefonandole in continuazione. Un bel
giorno Marilyn smette di rispondere.
L'uomo seguita a comporre il numero ma
l'apparecchio squilla a vuoto. Marilyn è
sparita. Per comunicare la sensazione di
vuoto e disperazione che assale lo spasimante mi venne l'idea di interrompere il
flusso della scrittura con una vecchia foto
degli anni Trenta che ritrae lo scenario
naturale di Fallingivater prima che si dessero inizio ai lavori di costruzione. Tutte le
volte in cui l’immagine della casa mi capita sotto gli occhi, la sensazione che ne ricavo è la stessa che si prova risvegliandosi
bruscamente da un sogno bellissimo. E
allora ripenso a quel tenebroso racconto di
Edgar Allan Poe in cui un uomo solitario,
dopo aver cavalcato per un intero giorno
sotto un cielo di nuvole basse, giunge alla
malinconica Casa degli Usher destinata a
diventare un cumulo di macerie. Eh sì,
perché ogni uomo ha una suo speciale
destino. Il mio sembra essere quello di non
poter mettere radici. Per ragioni che ancora mi sfuggono, mio padre non ha fatto
altro che spostarsi da un posto all'altro e la
mia giovinezza è stato un continuo viaggiare, dall’ Arabia Saudita, così si chiamava,
all’Australia. Preso da una sorta di diaspora tutta mia
continuo ancora adesso a viaggiare furiosamente. Ho
sofferto a lungo per il fatto di dovere tenere molti oggetti chiusi nelle scatole, già
pronti per il trasporto. Ma a questa precarietà mi sono abituato e, addirittura questa condizione, è diventata necessaria per
la mia psiche. Per questo ho progettato
una stanza tutta per me, che collocherò
sulla terrazza della casa che abito a Locri,
una scatola di legno e carta, di 4x4x4, sedici metri quadrati, dove c’è il minimo indispensabile per vivere, lo spazio sufficiente
per accatastare i libri uno sull’altro e stipare quadri imballati con la plastica multi
bolle. II che non significa che abbia rinunciato al mio amore impossibile. In fondo,
la casa sulla cascata è ancora in piedi e non
è escluso che riesca a dormirci, una notte o
l’altra. Magari con Uma Thurman, visto
che Marilyn non c’è più. Dovesse accadere, vi prego caldamente di non svegliarmi
una volta tanto.
RIVIERA
Veglione lavorativo
Direttamente dalle corsie
dell’Ospedale di Locri,
Pasquale Ceratti ha augurato buon anno a tutti i
suoi contatti dei social
network durante un turno
capitatogli tra capo e collo
proprio nella notte più
lunga dell’anno, evenienza
che (notiamo con piacere)
non lo ha privato del suo
sorriso!
Separati alla nascita
Questo scatto B/N di un giovane professore
Giuliano Zucco ci ha mostrato, non senza sorpresa, la somiglianza che il nostro amato artista
condivide con un grande dello spettacolo italiano, l’immortale Mal!
Natale con i tuoi…
Non c’è niente di meglio che
festeggiare il Natale con la propria
famiglia. Lo sa bene il collega
Pietro Melia, che ha voluto posare
con i propri figli durante il cenone
della Vigilia.
Una festa
parafamigliare
Saverio e Pierpaolo
Zavettieri il Natale
hanno preferito trascorrerlo nel calore
delle mura domestiche, invitando pochi
intimi con i quali
condividere un bel
momento di serenità.
Corrispondente dell’estero
Il nostro collega Michel Dessi le feste ha
deciso di trascorrerle in bella compagnia al
di fuori della terra natìa, catapultandosi
per il Natale nientemeno che sotto l’albero
di Piazza S. Pietro in Città del Vaticano!
Onorificenze non richieste
Il titolo di personaggio più pittoresco
del 2016 va certamente al fotografo
Gargano che ha fatto parlare di sé non
soltanto per la bellezza dei propri scatti
ma anche per l’eccentricità della propria
atmosfera domestica.
Pietro su Pietra
Il nostro Pietro
Sergi posa dopo
una lunga passeggiata con sullo
sfondo il meraviglioso panorma di
Pietra Cappa.
Visite di cortesia
Il nuovo tronista di Uomini e
Donne Giuseppe posa insieme a
tre ragazze in uno dei locali della
nostra Siderno.
Babbi Bagnati
Nonostante le
temperature non
proprio favorevoli,
a Siderno i Babbi
Natale non esitano a fare il bagno!
In questo selfie,
Gaetano Mazzone
e il sempre originale Toni
Bellamina!
Gli anni d’oro
In questa foto i compianti Mimmo Giorgini
(una vera vittima della bestialità mafiosa che
non troverete sui libri dell’antimafia) e Rocco
Coluccio posavano con altri due amici durante
l’inaugurazione dell’Affinity, locale di punta di
una Piazza Portosalvo dei tempi che furono.
Le gelsominaie
In questi tempi in cui gli scioperi alla rovescia
stanno tornando tristemente di moda vogliamo ricordare i tempi che furono e i primi scioperi di questo tipo fatti in calabria per difendere le lavoratrici.
La carica dei Babbi Natale
È stato un Natale all’insegna del fitness quello vissuto nella luminosissima piazza San
Vittorio di Roccella Jonica, dove una piccolo
esercito di Fitwalker in versione natalizia si è
radunato per scaldare i muscoli!
SAPORI D’INVERNO
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DOMENICA 08 GENNAIO 23
Nosside ricomincia a barcollare:
torna BeerLocri!
Il successo riscosso dalla prima edizione di BeerLocri ha spinto gli organizzatori a proporre BeerLocri winter:
non una “festa della birra” ma un’esposizione di prodotti di qualità da assaporare, degustare e conoscere.
JACOPO GIUCA
opo la prima fortunata edizione della
scorsa estate, la rassegna di birre artigianali BeerLocri cerca di replicare il proprio
successo con un’edizione invernale che si
svolgerà tra il 13 e il 15 gennaio. La manifestazione, primo evento di genere a discostarsi dalla concezione classica di “festa della birra” organizzato
sul nostro territorio, come durante l’edizione estiva permetterà ai partecipanti di degustare ottime
birre artigianali provenienti da tutta la penisola,
contribuendo a rilanciare le possibilità di fare
impresa e turismo nel nostro comprensorio. Ma
questa edizione invernale, anche a causa di questioni logistiche, offrirà agli organizzatori qualche
opportunità in più e riserverà ai clienti parecchie
sorprese. Ce ne siamo fatte anticipare alcune
dagli organizzatori Gabriele Polito e Mariangela
Verteramo.
Da qualche giorno state pubblicizzando su
Facebook l’avvento di un’edizione invernale di
BeerLocri, rassegna che era stata proposta con
successo la scorsa estate sul lungomare. Quali
sono stati gli elementi che vi hanno convinto a
organizzare questa nuova edizione?
Quest’estate ciò che fortemente ci premeva era
realizzare qualcosa di bello e di nuovo per il
nostro paese. Principalmente da qui nasce l’idea
di portare la prima rassegna di birre artigianali
della Calabria a Locri, una realtà che unisce tutti,
dai più grandi ai più piccini. Il successo riscosso
dalla prima edizione di BeerLocri e le numerose
richieste di una versione invernale, avanzate da
chi vi ha partecipato ad agosto, ci hanno spinto a
proporre BeerLocri winter. La novità del prodotto,
accompagnato da street food di qualità, ha lasciato tutti contenti. Il mondo delle birre artigianali è
in continua espansione, ed è importante che le
persone conoscano le realtà presenti sul territorio
e anche quelle provenienti da fuori. Ci teniamo a
precisare che BeerLocri non è una “festa della
D
Sant’Agata apre il
Laboratorio di
Liuteria del Maestro
Sallustio
“Con l’inizio del 2017, a Sant’Agata, ci sarà un
laboratorio di liuteria che arricchirà artisticamente
e culturalmente il nostro paese”. Con queste
parole, il sindaco Domenico Stranieri, nella sala
consiliare del Comune, ha anticipato, durante la
presentazione del concerto del gruppo
Ensemble Piccola Orchestra, la realizzazione del
laboratorio del maestro Antonio Sallustio.
Contigua a Piazza Municipio, la bottega artistica
sarà specializzata nella costruzione della lira
calabrese, del violino e del liuto quindi, al suo
interno, non solo si impartiranno lezioni di musica, ma si potrà anche apprendere l’arte della
costruzione degli strumenti musicali.
birra”, bensì un’esposizione di prodotti di qualità
da assaporare, degustare e conoscere, alla quale si
accompagneranno eventi di diversi tipi: concerti
live, dj set, corsi di degustazione e tanto altro
ancora.
Quali saranno le differenze tra l’evento che avete
proposto quest’estate e l’imminente edizione
invernale?
Una delle differenze, rispetto alla scorsa edizione
di BeerLocri, sta nella più ampia scelta del food,
con diverse novità che vi invitiamo a scoprire.
Un’altra sta nel luogo dove si svolgerà l’evento: si
potrà mangiare e stare seduti al coperto sotto la
tensostruttura allestita dal Comune di Locri in
Piazza dei Martiri. L’evento dovrà coinvolgere
tutti, per tale motivazione apriremo i battenti alle
18:00 di ogni sera. Il nostro intento è quello di por-
tare le famiglie in piazza, per questo motivo
abbiamo pensato anche ai più piccoli con un’area
bambini allestita all’interno dell’evento. Sarà poi
data la possibilità di seguire un breve corso di
degustazione, voluto fortemente dalla delegazione della provincia di Reggio Calabria della
Fondazione Italiana Sommelier, che presenterà il
suo 1° Corso di degustazione di Birra durante la
rassegna.
Assaggeremo le ottime birre che avete proposto
durante l’edizione estiva o l’evento si allargherà a
nuovi partecipanti?
Rispetto all’edizione estiva ci saranno nuovi partecipanti per poter permettere a tutti di conoscere il nostro territorio e garantire ai residenti di
sperimentare realtà differenti da quelle locali.
BeerLocri vuole coinvolgere tutti gli addetti ai
lavori in questo settore, infatti non ci limitiamo
solo alle aziende del territorio, ma vogliamo cercare di allargare sempre di più la partecipazione
anche di chi viene da fuori. Ad esempio, quest’anno avremo tre birrifici provenienti dal Lazio e uno
dalla Sicilia: ciò dimostra l’interesse delle diverse
aziende a investire e pubblicizzare i propri prodotti nella Locride.
Quali altri progetti avete per la manifestazione?
Possiamo confidare in una nuova edizione durante l’estate o dovremo aspettare il prossimo gennaio per sentir parlare ancora di voi?
I progetti in cantiere sono tanti. Dopo l’edizione
estiva abbiamo instaurato diversi rapporti con
aziende territoriali e non. Diversi birrifici ci hanno
contattato per poter partecipare all’edizione
invernale. L’idea è quella di ripeterci ancora in
estate allargando la manifestazione a più aziende
e rinnovando di volta in volta i contenuti delle
varie edizioni. La volontà è quella di crescere e
migliorare sempre di più, dando la possibilità a
tutti di poter venire qui, nella Locride, in vacanza
o, perché no, a investire nei propri prodotti.
BeerLocri vuole puntare soltanto alla qualità e
all’educazione al bere, sdoganando quella concezione di “festa della birra” conosciuta fino ad oggi.
Un Bovalinese
è pronto a
calcare il palco
dell’Ariston
Costantino Scaglione, musicista e cantante di
Bovalino nonché maestro di Canto
dell’Accademia Musicale Abc, si è aggiudicato
questa settimana una menzione speciale nella
sezione inediti, con il brano Luna, interamente
scritto e musicato da lui, alla finale nazionale dei
Grandi Festivals Italiani. Grazie a questo importante riconoscimento, il giovane talento bovalinese, potrà accedere all’home Theatre di Sanremo
dal 7 all’11 febbraio, nella settimana in cui si terrà
il famoso Festival della Canzone Italiana.
Un’occasione unica, in cui vedremo Costantino
Scaglione esibirsi su uno dei palchi musicali più
importanti d’Italia.