sviluppo del prodotto autobus
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Ediz. Marzo ‘03 SVILUPPO DEL PRODOTTO IT/Innovazioni Tecnologiche AUTOBUS DI CLASSE I Revisione Finale SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I Prima Edizione – Marzo 2003 “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche SOMMARIO Ediz. Marzo ‘03 Revisione Finale Pagina 2 di 5 SOMMARIO SCHEDA 0 – INTRODUZIONE SCHEDA 1 – EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS 1.1 COMFORT E SERVIZI PASSEGGERI 1.1.1 1.1.2 1.1.3 1.1.4 1.1.5 1.1.6 1.1.7 1.1.8 1.1.9 1.1.10 1.1.11 1.1.12 1.1.13 1.1.14 1.1.15 1.1.16 1.1.17 1.1.18 1.2 1.2.1 1.2.2 PAVIMENTO COMPLETAMENTE RIBASSATO RIDUZIONE DELLE SOPRAELEVAZIONI INTERNE. NUMERO DEI POSTI A SEDERE. LARGHEZZA CORRIDOI IN CORRISPONDENZA ASSE POSTERIORE BANALIZZAZIONE DELLE PORTE PER SEMPLIFICARE IL MOVIMENTO INTERNO. PORTE CON APERTURA A SCORRIMENTO LATERALE. APERTURA DELLE PORTE DALL’ESTERNO E DALL’INTERNO VEICOLO A DISPOSIZIONE DEGLI UTENTI (SELF-SERVICE.) SEMPLIFICAZIONI DELLE OPERAZIONI DI OBLITERAZIONE OTTIMIZZAZIONE DELLA POSSIBILITÀ D’APPIGLIO DEI PASSEGGERI AUMENTO DELL’AMPIEZZA DELLE SUPERFICI VETRATE E MIGLIORE ISOLAMENTO TERMOACUSTICO DEL COMPARTO PASSEGGERI DEL VEICOLO. CONTENIMENTO DELLE VIBRAZIONI. MESSAGGI DEGLI INDICATORI DI LINEA E DI PERCORSO PIÙ AMPI POSSIBILI. INFORMAZIONI AI PASSEGGERI. CLIMATIZZAZIONE INTERNA. TARGHETTE INTERNE/ESTERNE CON RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE ED EVENTUALI SCRITTE ANCHE IN INGLESE. RIVESTIMENTO PAVIMENTO ANTISDRUCCIOLO. PULIBILITÀ DEL VEICOLO. AMBIENTE INTERNO. TRASPORTO ED INFORMAZIONI ALLE PERSONE IN DIFFICOLTA’ PREMESSA AUTOBUS A PAVIMENTO BASSO – A FAVORE DEI DISABILI MOTORI, DEGLI IPOVEDENTI, DEI NONVEDENTI E DEGLI ANZIANI 1.2.3 RAMPA PER SALITA – DISCESA PASSEGGERI A RIDOTTA CAPACITÀ MOTORIA NON DEAMBULANTI 1.2.4 INDICATORI SUPPLEMENTARI PER CATEGORIE DI PERSONE IN DIFFICOLTÀ 1.2.4.1 Indicatori di Linea e Capolinea ad elevata leggibilità – ottimizzati per ipovedenti 1.2.4.2 Indicazione della prossima fermata all’interno veicolo - per disabili visivi e Uditivi “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche SOMMARIO Ediz. Marzo ‘03 Revisione Finale Pagina 3 di 5 1.2.4.3 Annuncio Linea e Capolinea all’esterno del veicolo quando giunge alla fermata - in favore dei disabili visivi 1.2.4 POSTI RISERVATI PER DISABILI A RIDOTTA CAPACITÀ MOTORIA. 1.2.5 MANCORRENTERIA E MANIGLIE ALL’INTERNO DEI VEICOLI 1.2.6 INGINOCCHIAMENTO E INCLINAZIONE LATERALE DELLE CARROZZERIE PER FAVORIRE L’ENTRATA E L’USCITA DI ANZIANI E DISABILI 1.2.7 INDIVIDUAZIONE DEI VEICOLI AD ELEVATO COMFORT 1.3 – SICUREZZA PASSEGGERI 1.3.1 1.3.2 1.3.3 1.3.4 1.3.5 IDEOGRAMMA DI PERICOLO USCITA PASSEGGERI. TELECAMERA PER RETROMARCIA. REAZIONE AL FUOCO E GAS TOSSICI DEI MATERIALI. LUCI INTERNE DI EMERGENZA. DISPOSITIVI DI APERTURA DI EMERGENZA. SCHEDA 2 – AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE 2.1 ACUSTICA 2.2 EMISSIONI GASSOSE 2.3 EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE 2.4 MATERIALI SCHEDA 3 – COSTO DEL CICLO DI VITA 3.1 PREMESSA 3.2 DEFINIZIONE DEL COSTO DEL CICLO DI VITA 3.3 OBIETTIVI DI BASE DELLA INDIVIDUAZIONE DEL COSTO DEL CICLO DI VITA 3.4 OBIETTIVI ACCESSORI 3.5 OBIETTIVI DERIVATI E CONSEQUENZIALI 3.6 DEFINIZIONE DELLE ATTINENZE AL COSTO DEL CICLO DI VITA SCHEDA 4 – POSTO GUIDA 4.1 PREMESSA 4.2 SALUBRITÀ 4.3 ERGONOMIA 4.4 COMFORT “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche 4.5 SICUREZZA (SAFETY) 4.6 COMANDI E SEGNALAZIONI 4.7 SPAZI DI RISERVA 4.8 PROTEZIONE (SECURITY) SOMMARIO Ediz. Marzo ‘03 Revisione Finale Pagina 4 di 5 SCHEDA N. 5 – I.T.S. (INTELLIGENCE TRANSPORT SYSTEM) – INFOMOBILITA’ 5.1 PREMESSA 5.2 OBIETTIVI E FUNZIONI DELL’INFOMOBILITÀ SISTEMA INFORMATIVO DEL SERVIZIO SISTEMA INFORMATIVO DEL VEICOLO 5.2.A 5.2.B 5.3 STRUTTURAZIONE DELL’AUTOBUS PER RENDERLO IDONEO ALL’INTERAZIONE CON INFOMOBILITÀ 5.3.1 5.3.2 AUTOBUS IMPIANTI SCHEDA 6 - SISTEMA AUTOBUS - INTERFACCIA CON L’IMPIANTO FISSO 6.1 PREMESSA 6.2 SISTEMA FISICO 6.2.1 6.2.2 DEFINIZIONE CARATTERISTICHE FERMATE BANCHINE DI FERMATA AD ALTEZZA COERENTE PER L’INTERFACCIAMENTO CON IL 6.2.3 6.2.4 ACCOSTO ASSISTITO ALLA FERMATA. SENTIERO GUIDATO PER DISABILI VISIVI SULLA BANCHINA DI FERMATA PAVIMENTO BASSO DEGLI AUTOBUS 6.3 ALTRI SERVIZI VIDEOSORVEGLIANZA ESTERNA ALLE FERMATE. INFORMAZIONE CON GSM SUI PASSAGGI DEI VEICOLI DI LINEA ALLE FERMATE PER NONVEDENTI 6.3.1 6.3.2 6.4 ORGANIZZAZIONE 6.4.1. FORMAZIONE/AGGIORNAMENTO/INFORMAZIONE SCHEDA 7 – IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA 7.1 PREMESSA 7.2 DEFINIZIONI 7.2.1 SISTEMA 7.2.1.1Sistema Filoviario “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche SOMMARIO Ediz. Marzo ‘03 Revisione Finale Pagina 5 di 5 7.2.1.2Sistema Intermedio su gomma 7.2.2 VEICOLO 7.2.2.1 Autobus con propulsore alimentato a: Gasolio Metano 7.2.2.2 Veicolo Diesel elettrico 7.2.2.3 Veicolo Elettrico 7.2.2.4 Veicolo Ibrido Veicolo ibrido elettrico Veicolo Ibrido Elettrico termico 7.3 CARATTERISTICHE TECNICHE E GESTIONALI DEI SISTEMI SU GOMMA 7.4 LINEE GUIDA PER LA SCELTA DI UN SISTEMA TABELLA 7.4.1 TABELLA 7.4.2 7.5 EVOLUZIONI A MEDIO/LUNGO TERMINE ALLEGATO 1 – RAMPE PER DISABILI IN CARROZZELLA ALLEGATO 2 – EMISSIONI ACUSTICHE PRODOTTE DAGLI AUTOBUS ALLEGATO 3 – ESPERIENZE SUL TRATTAMENTO DI POST COMBUSTIONE DEI GAS DI SCARICO ALLEGATO 4 – EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE PRODOTTE DAI SISTEMI TPL ALLEGATO 5 – RICOGNIZIONE NORMATIVA RELATIVA ALLE TEMATICHE SVOLTE “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 INTRODUZIONE SCHEDA N. 0 IT/Innovazioni Tecnologiche Revisione 3 Pagina 1 di 4 SCHEDA 0 – INTRODUZIONE L’autobus copre oggi circa il 75% (Fonte: Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti 2001) della produzione del sistema Trasporti Pubblici Locali (TPL), in termini di posti km offerti, in ambito urbano. Per quanti siano i progetti ed i programmi per aumentare la quota a carico di sistemi su gomma e rotaia ad impianto fisso e trazione elettrica, non vi sono riserve sul fatto che l’autobus tradizionale sarà destinato ad assicurare una quota fondamentale della produzione nelle grandi aree urbane ed a mantenere un ruolo di protagonista assoluto in quelle di media / piccola taglia. Il parco attuale degli autobus adibiti al servizio urbano, suburbano ed extraurbano conta in Italia, globalmente, circa 43.000 unità, il che definisce un mercato che, mediamente, ma con significativi alti e bassi correlati alle disponibilità finanziarie degli Enti e delle Aziende proprietarie, richiederebbe circa 3.000 nuovi veicoli all’anno (il riallineamento dell’Italia allo standard europeo di 7 anni di vita media del parco renderebbe auspicabile, peraltro, un intervento straordinario di acquisizione di 20.000 autobus nei prossimi cinque anni). L’autobus è dunque un prodotto che deve essere decisamente a misura del Cliente: i requisiti dei Clienti (nel senso più esteso del termine: le aziende che acquistano ed i passeggeri che queste dovranno trasportare) e capacità dei costruttori devono trovare un giusto punto di incontro, pena l’insoddisfazione dei primi o l’insuccesso dei secondi. Questa condizione acquista maggior significato nel quadro della evoluzione che il sistema si prepara ad affrontare con il graduale superamento della condizione di “monopolio pubblico” che, finora ha caratterizzato la produzione del servizio. La concorrenza nel mercato che i gestori dovranno affrontare propone nuove sfide, dove qualità, affidabilità, economicità risulteranno determinanti per il successo e la sopravvivenza delle imprese operanti nell’ambito TPL. Il prodotto autobus rappresenta allora un tramite essenziale per il raggiungimento di questi traguardi ed è, anch’esso, soggetto alla medesima pressione evolutiva, attesi anche i molti filoni lungo i quali l’evoluzione potrebbe procedere, come resi possibili dalle innovazioni tecniche che, quanto meno, sono entrate nel rango del possibile. Da qui è nato il bisogno di un momento di confronto tra i due soggetti: esperienze e tendenze evolutive sul fronte delle funzioni da parte delle aziende IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 INTRODUZIONE SCHEDA N. 0 Revisione 3 Pagina 2 di 4 di gestione, possibilità di concreta realizzabilità sul fronte tecnico da parte dei produttori. Il lavoro comune ANFIA – ASSTRA si è quindi posto l’obiettivo di definire le linee generali del futuro prodotto autobus di classe I 1 e verificarne le condizioni di fattibilità. Questo tenendo presente che il veicolo è parte di un sistema nel quale interagiscono più elementi non tutti sotto il diretto controllo di una delle due entità. Quanto ne è derivato costituisce una linea di indirizzo utile ad entrambe i soggetti, espressa in termini del tutto generali, in nessun caso vincolante per la reciproca libertà di azione sul mercato. L’analisi è stata condotta da una Commissione Tecnica ANFIA – ASSTRA costituita dai Rappresentanti di Società aderenti alle due associazioni e coordinata dalle stesse. L’analisi si è sviluppata a tutto campo prendendo in considerazione i seguenti elementi che nell’elaborato sono raccolti in forma di schede. I temi sui quali si è concentrata l’attenzione del lavoro riguardano, in particolare: 1. i miglioramenti auspicati nelle caratteristiche funzionali del veicolo, con una particolare attenzione al comfort del passeggero ed alla capacità del veicolo di accogliere al meglio le Persone in difficoltà, permanenti e temporanei, trovando tutti d’accordo sul fatto che debba essere applicata ogni ragionevole innovazione per facilitarne l’utilizzo. Un punto centrale di questo aspetto è stata la conferma della configurazione a pianale ribassato, pur dovendo ammettere che il pieno sfruttamento delle prestazioni che questa renderebbe possibili rimane e rimarrà fortemente condizionato dalla configurazione/protezione degli spazi di fermata e dalla possibilità di accostare a banchine opportunamente dimensionate; 1 “Classe Veicolo”, un veicolo conforme alla descrizione di classe di cui all’allegato I della Direttiva 2001/85/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2001, “relativa alle disposizioni speciali da applicare ai veicoli adibiti al trasporto passeggeri aventi più di otto posti a sedere oltre al sedile del conducente e recante modifica delle Direttive 70/156/CEE e 97/27/CE” (GUCE 13.02.2001). VEICOLI LA CUI CAPACITÀ SUPERA 22 PASSEGGERI OLTRE IL CONDUCENTE “Classe I”: veicoli costruiti con zone destinate ai passeggeri in piedi, per consentire loro spostamenti frequenti; “Classe II”: veicoli destinati principalmente al trasporto di passeggeri seduti, progettati in modo da poter trasportare passeggeri in piedi nella corsia e/o in una zona di superficie non superiore allo spazio occupato da due sedili doppi; “Classe III”: veicoli destinati esclusivamente al trasporto di passeggeri seduti. VEICOLI LA CUI CAPACITÀ NON SUPERA 22 PASSEGGERI OLTR E IL CONDUCENTE “Classe A”: veicoli destinati al trasporto di passeggeri in piedi; i veicoli appartenenti a tale classe sono muniti di sedili e sono predisposti per i passeggeri in piedi; “Classe B”: veicoli non destinati al trasporto di passeggeri in piedi; i veicoli appartenenti a questa classe non sono predisposti per i passeggeri in piedi. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 INTRODUZIONE SCHEDA N. 0 Revisione 3 Pagina 3 di 4 2. l’impatto del veicolo nei confronti dell’ambiente, dove è stata confermata una linea di indirizzo che vuole contenere al minimo livello le varie emissioni/immissioni applicando tecnologie costruttive concretamente realizzabili. I requisiti in questo senso sono stati espressi in termini del tutto generali, senza prefigurare una data soluzione tecnologica rispetto ad altre, soprattutto in termini di motorizzazione. Qui si è riflessa la coscienza che la tradizionale motorizzazione diesel ha ancora ampie possibilità di progresso, mentre conserva le tradizionali caratteristiche di robustezza, durata, alto rendimento e flessibilità. Del pari, non si sono posti limiti a motorizzazioni alternative, che in determinati contesti possono trovare applicazioni vantaggiose. In questo ci si è limitati a proiezioni nel medio periodo, dovendo ancora attendere il concretizzarsi di tecnologie fortemente innovative (un esempio per tutte è la motorizzazione elettrica alimentata da fuel cells); 3. l’economia di gestione del veicolo, dove si è ribadito il concetto di costo del ciclo di vita, riconoscendo la necessità di uno scambio di informazioni tra Costruttori ed Esercenti, mirato ad una più puntuale definizione del profilo di missione, alle risultanze in sede di esercizio, riconoscendo la necessità che le rispettive scelte debbano essere fatte sulla base di valutazioni tecnico – economiche complessive dove il prezzo di acquisto sia correttamente ponderato con fattori che misurino efficienza, efficacia e durata del veicolo; 4. l’ergonomia del veicolo come posto di lavoro, verificando le innovazioni apportabili al posto guida, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro del conducente ed esaltarne, dovunque ne ricorrano le condizioni, il ruolo di prima accoglienza nei confronti del cliente finale; 5. il veicolo come terminale di un sistema informativo, sia nei confronti di quanto necessario per il controllo della regolarità dell’esercizio, sia per quanto riguarda l’insieme delle informazioni che è necessario/opportuno mettere a disposizione del Cliente finale, qui definendo funzioni e supporti in favore delle Persone in difficoltà; 6. l’interfaccia veicolo – impianto fisso, dove si sono definite le innovazioni auspicabili sul fronte del veicolo per migliorare tale rapporto, potendo tuttavia esprimere solo linee di indirizzo generali, ribadita la coscienza che l’efficacia di tali innovazioni dipende essenzialmente dalla configurazione delle sedi stradali e dalla applicazione di regole della disciplina della IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 INTRODUZIONE SCHEDA N. 0 Revisione 3 Pagina 4 di 4 circolazione e della sosta che vedano il trasporto pubblico come elemento prioritario nella organizzazione del sistema della mobilità; 7. il trasporto su gomma come sistema; qui si è inteso aprire una analisi dell’orizzonte evolutivo oltre il concetto tradizionale del veicolo a motorizzazione diesel; si sono allora evidenziate le possibili diversificazioni in termini di motorizzazione proponendo uno schema di valutazione incrociata delle varie alternative, utile quale linea guida per le corrispondenti scelte. L’orizzonte si è quindi spostato alle evoluzioni a medio/lungo termine, quanto meno per individuare le possibilità potenziali delle varie soluzioni, dovendo rinviare ad una più concreta maturazione dei progetti le corrispondenti valutazioni in termini di applicabilità. Nel corso dell’analisi la Commissione Tecnica ha ritenuto opportuno avviare delle sperimentazioni su tematiche specifiche, costituendo dei gruppi di lavoro misti ANFIA/ASSTRA., le relazioni finali sono rimesse in allegato. Rampe Disabili (IRISBUS, AUTODROMO, ATM S.p.A. Milano, ex ATM S.p.A. Torino): Coordinamento IRISBUS. E’ stata avviata una sperimentazione per individuare la tipologia di rampa più idonea. Inquinamento Acustico (ATAC S.p.A Roma, ATM S.p.A Milano, ATC S.p.A Bologna): Coordinamento ATAC S.p.A Roma. Sono state avviate delle campagne di misura con apposita strumentazione. Filtri di particolato (IRISBUS, ATM S.p.A Milano): Coordinamento ATM S.p.A Milano. Sono state avviate delle prove specifiche utilizzando il sistema CRT per il PM10. Emissioni elettromagnetiche (Commissione Tecnica ASSTRA già esistente): Coordinamento ASSTRA ed ex ATM S.p.A Torino. Sono state avviate delle campagne di misura. Inoltre è stata condotta una Ricognizione Normativa (rimessa in allegato) delle nome europee ed italiane, già esistenti o in itinere, inerenti alle tematiche contenute nelle diverse Schede. La Commissione Tecnica ANFIA – ASSTRA, ritiene così assolto il compito affidatogli anche se molte delle indicazioni e proposizioni emerse richiederanno, ovviamente, ulteriori approfondimenti e verifiche. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 1 di 8 SCHEDA 1 – EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS 1.1 COMFORT E SERVIZI PASSEGGERI 1.1.1 PAVIMENTO COMPLETAMENTE RIBASSATO 350 MM. Deve essere consentita la possibilità d’inginocchiamento abbassamento del pianale per facilitare l’incarrozzamento. laterale o E’ preferibile che il pavimento del comparto passeggeri non presenti pendenze al proprio interno; laddove queste fossero necessarie dovranno essere contenute entro il 3% e comunque non essere superiori all’8%. 1.1.2 RIDUZIONE DELLE SOPRAELEVAZIONI INTERNE. Deve essere diminuito il n° dei podesti. Tutti i sedili, anche quelli in prossimità del motore e del cambio di velocità; dovranno, inoltre, essere accessibili al più con un gradino. 1.1.3 NUMERO DEI POSTI A SEDERE. Si auspica un aumento del numero dei posti a sedere, tenendo presente le seguenti esigenze: Mantenere elevato, il più possibile, il numero dei posti totali Evitare, il più possibile, l’adozione dei sedili biposto Gestire la modularità del comparto passeggeri per potere adattare il veicolo ai diversi tipi di servizio 1.1.4 LARGHEZZA CORRIDOI IN CORRISPONDENZA ASSE POSTERIORE Si auspica l’utilizzo di ruote singole per l’asse trazione, con la stessa capacità di carico delle ruote gemellate, al fine di agevolare il passaggio degli utenti nel corridoio. 1.1.5 BANALIZZAZIONE DELLE MOVIMENTO INTERNO. PORTE PER SEMPLIFICARE IL Le porte devono essere banalizzate; in tal senso si auspica una migliore affidabilità dei dispositivi antischiacciamento persone. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 2 di 8 1.1.6 PORTE CON APERTURA A SCORRIMENTO LATERALE. Si auspica, ove tecnicamente possibile, l’utilizzo di porte con apertura a scorrimento laterale. 1.1.7 APERTURA DELLE PORTE DALL’ESTERNO E DALL’INTERNO VEICOLO A DISPOSIZIONE DEGLI UTENTI (SELF-SERVICE.) Le porte devono essere dotate di apertura self-service dall’esterno e dall’interno del veicolo, previa abilitazione dell’autista che deve, comunque, conservare la possibilità di aprire e chiudere le porte direttamente. E’ opportuno che i pulsanti di apertura a disposizione dei passeggeri siano posti direttamente sulle porte interessate, azionabili anche dall’esterno. La posizione dei pulsanti dovrà essere unificata anche per i non vedenti. A tal fine si raccomanda un’apposita Norma CUNA di completamento a quanto previsto dalle prescrizioni della Direttiva 2001/85/CE 1. 1.1.8 SEMPLIFICAZIONI DELLE OPERAZIONI DI OBLITERAZIONE L’arredo interno dei veicoli deve tenere conto dell’adozione della biglietteria magnetica o contactless eventualmente in corrispondenza di ciascuna porta. 1.1.9 OTTIMIZZAZIONE PASSEGGERI DELLA POSSIBILITÀ D’APPIGLIO DEI Si auspica un’adeguata attenzione alle mutate caratteristiche antropometriche della popolazione italiana. 1.1.10 AUMENTO DELL’AMPIEZZA DELLE SUPERFICI MIGLIORE ISOLAMENTO TERMOACUSTICO DEL PASSEGGERI DEL VEICOLO. VETRATE E COMPARTO Le superfici vetrate dovrebbero essere più ampie, in particolare per quanto riguarda la linea di cintura (filo inferiore finestrino) che deve essere più bassa, fermo restando il filo superiore dello stesso finestrino. Si auspica che la quota tra piano del sedile (cuscino) e filo inferiore finestrino sia di ~35 cm. 1 Direttiva 2001/85/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2001, “relativa alle disposizioni speciali da applicare ai veicoli adibiti al trasporto passeggeri aventi più di otto posti a sedere oltre al sedile del conducente e recante modifica delle Direttive 70/156/CEE e 97/27/CE”. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 3 di 8 L’isolamento termoacustico dovrebbe prevedere, tra l’altro, l’utilizzo di vetrocamere. 1.1.11 CONTENIMENTO DELLE VIBRAZIONI. Si deve tendere ad una riduzione delle vibrazioni e delle risonanze a bordo del veicolo 1.1.12 MESSAGGI DEGLI INDICATORI DI LINEA E DI PERCORSO PIÙ AMPI POSSIBILI. Gli indicatori di linea e percorso devono essere ampi, sfruttando tutta la larghezza possibile della testata del veicolo. Particolare attenzione deve essere posta al tipo di illuminazione e colore delle scritte (LED, LED+DOT,), ottimizzando anche la visibilità delle scritte attraverso le risoluzioni e definizioni delle stesse. 1.1.13 INFORMAZIONI AI PASSEGGERI. Il veicolo deve prevedere la più vasta gamma di informazioni di servizio per i clienti/utenti, come ad esempio: a) Indicazione interna del percorso della linea con indicate le interconnessioni con le altre linee della rete. b) Indicazione sonora (in italiano e inglese) e visiva della prossima fermata. c) Monitor interni per messaggi di vario tipo ai clienti/utenti (pubblicitari, d’informazione, sociale ecc.). d) Diffusione sonora per passeggeri. e) Telerilevamento veicolo e sistema di allarme - Sistema di telecontrollo dei veicoli con possibilità di inviare al posto centrale un segnale di allarme per comunicare in tempo reale situazioni di pericolo per il conducente o per i passeggeri. f) Videosorveglianza interna veicolo - Sistema di videoregistrazione di bordo dotato di più microcamere per l’osservazione del comparto passeggeri; utile come deterrente per scoraggiare atti di violenza nei confronti dei passeggeri e del conducente o eventuali atti vandalici. g) Telecamera per rilevamento traffico esterno veicolo - Sistema integrabile a quello di videosorveglianza atto a monitorare le condizioni del traffico cittadino e di utilità per eventuali contestazioni in caso di sinistri. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 4 di 8 Tali funzioni dovranno essere, preferibilmente, integrate o integrabili con i sistemi di infomobilità ed adottare i medesimi supporti visivi. 1.1.14 CLIMATIZZAZIONE INTERNA. I veicoli devono essere progettati e costruiti con il climatizzatore integrale (raffrescamento + riscaldamento) utilizzabile in tutte le stagioni. L’impianto dovrà poter realizzare le “condizioni di benessere” (si prendano come riferimento le Norme Ashrae) nel più ampio spettro di condizioni climatiche esterne 1.1.15 TARGHETTE INTERNE/ESTERNE CON RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE ED EVENTUALI SCRITTE ANCHE IN INGLESE. Si rende necessario unificare la simbologia di tutte le targhette (divieti, emergenza, prescrizioni ecc) utilizzando simboli, ideogrammi ecc di facile interpretazione e aggiungendo le scritte sia in Italiano, sia in Inglese A tal fine si raccomanda un’apposita Norma CUNA di completamento a quanto previsto dalle prescrizioni della Direttiva 2001/85/CE. 1.1.16 RIVESTIMENTO PAVIMENTO ANTISDRUCCIOLO. Si richiama l’attenzione sulla necessità di normare le caratteristiche antisdrucciolo ed, in genere, del rivestimento. A tal fine si raccomanda un’apposita Norma CUNA di completamento a quanto previsto dalle prescrizioni della Direttiva 2001/85/CE. 1.1.17 PULIBILITÀ DEL VEICOLO. Aspetto e decoro del veicolo hanno un ruolo determinante nella qualità percepita dall’utente. I costi per garantire aspetto e decoro adeguato alle aspettative sono economicamente rilevanti. I requisiti sui quali si richiama l’attenzione sono: Studio dell’allestimento interno in modo da facilitare l’impiego di mezzi automatici per la pulizia interna (es.: macchine soffianti/aspiranti); tale requisito va comunque subordinato a quello del migliore comfort per il passeggero e deve comunque escludere l’utilizzo di acqua per il lavaggio delle zone destinate a contenere le apparecchiature elettriche. Applicazione di vernici rivestimento antigraffito, tanto sulle carrozzerie quanto sulle superfici interne; la soluzione ideale deve prevedere o la non IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 5 di 8 adesione del graffito o la possibilità di rimuoverlo con semplici lavaggi, possibilmente senza impiego di solventi nocivi per l’operatore o l’ambiente. Il rivestimento deve essere permanente (ciò esclude soluzioni dove, postpulizia, si debba riapplicare il rivestimento stesso) o, quantomeno, la sua efficacia dovrebbe restare inalterata per un periodo indicativo di 5 anni. Applicazioni di idonee di protezioni a tutte le superfici vetrate, all’interno e all’esterno, resistenti alle incisioni. 1.1.18 AMBIENTE INTERNO. Si auspica uno studio di architettura d’interni che conferisca al vano passeggeri caratteristiche di elevata gradevolezza ed accoglienza anche attraverso lo studio di materiali, colori, loro accostamento, e livelli elevati di luminosità interna. 1.2 TRASPORTO ED INFORMAZIONI ALLE PERSONE IN DIFFICOLTA’ 1.2.1 PREMESSA Si auspica che il prodotto autobus possa offrire servizi accessibili a tutte le categorie, in special modo alle persone in difficoltà. Pertanto in questa sezione si richiamano, in maniera approfondita, alcuni aspetti che sono particolarmente attinenti a tali categorie anche se già trattati negli altri paragrafi. 1.2.2 AUTOBUS A PAVIMENTO BASSO – A FAVORE DEI DISABILI MOTORI, DEGLI IPOVEDENTI, DEI NONVEDENTI E DEGLI ANZIANI Con il pavimento basso concorrono a favorire le persone in difficoltà l’incarrozzamento a raso e l’assenza di gradini interni 1.2.3 RAMPA PER SALITA – DISCESA PASSEGGERI A RIDOTTA CAPACITÀ MOTORIA NON DEAMBULANTI La rampa di incarrozzamento consente la movimentazione dei Disabili motori, anche in carrozzella, in presenza di marciapiede di altezza 10÷20 cm. All’interno dei veicoli e sulle paline di fermata devono essere montati grafici di linea che indicano le postazioni attrezzate per l’incarrozzamento dei Disabili motori. Le banchine di fermata idonee all’incarrozzamento disabili devono IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 6 di 8 recare un pittogramma a terra quale punto di attesa per l’incarrozzamento facilitato. Occorre strutturare le rampe ed il veicolo (pavimento, attacchi sicurezza, cinture, fissaggi, ecc.) tenendo presente che i disabili su carrozzella possono arrivare a pesi di circa 300 kg. 1.2.4 INDICATORI SUPPLEMENTARI PER CATEGORIE DI PERSONE IN DIFFICOLTÀ 1.2.4.1 Indicatori di Linea e Capolinea ad elevata leggibilità – ottimizzati per ipovedenti Premesso che gli indicatori di linea e capolinea devono avere elevata leggibilità ed essere possibilmente scelti dalle Aziende in collaborazione con gli Ipovedenti, si registra un interesse a che sia montato un indicatore di linea supplementare sul lato destro della porta dedicata all’accesso disabili, all’altezza del viso. 1.2.4.2 Indicazione della prossima fermata all’interno veicolo - per disabili visivi e Uditivi Si auspica un sistema di indicazione della prossima fermata con messaggio visivo e con messaggio sonoro. Si veda la Scheda 5 “INFOMOBILITÀ”. 1.2.4.3 Annuncio Linea e Capolinea all’esterno del veicolo quando giunge alla fermata - in favore dei disabili visivi Il volume dell’annuncio sonoro deve essere automaticamente graduato in relazione al livello esterno di rumore. Si veda la Scheda 5 “INFOMOBILITÀ”. 1.2.4 POSTI RISERVATI PER DISABILI A RIDOTTA CAPACITÀ MOTORIA. Devono essere montati sedili di colorazione appariscente e diversa dall’allestimento normale dei restanti sedili riservati ai disabili, affinché siano facilmente identificabili. Vanno scelti i sedili vicino alle porte centrali. Si rende necessario definire uno standard di riferimento per la realtà italiana. A tal fine si raccomanda un’apposita Norma CUNA di completamento a quanto previsto dalle prescrizioni della Direttiva 2001/85/CE. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 7 di 8 1.2.5 MANCORRENTERIA E MANIGLIE ALL’INTERNO DEI VEICOLI La mancorrenteria ed il sistema degli appigli devono essere appariscenti e ergonomicamente realizzati in modo da favorire la sicurezza di presa anche da parte anche delle Persone in difficoltà. In particolare potranno essere montate, dove possibile, le maniglie appese ai mancorrenti, per favorire gli anziani e le persone di bassa statura. 1.2.6 INGINOCCHIAMENTO E INCLINAZIONE LATERALE DELLE CARROZZERIE PER FAVORIRE L’ENTRATA E L’USCITA DI ANZIANI E DISABILI Sono necessari sistemi automatici di inginocchiamento e coricamento laterale per livellare, per quanto possibile, l’altezza pavimento con il piano della banchina di fermata, al fine di superare eventuali dislivelli e consentire l’entrata e l’uscita dei clienti/utenti con maggiore sicurezza e facilità di movimentazione. Ciò favorisce in particolare le Persone in difficoltà. 1.2.7 INDIVIDUAZIONE DEI VEICOLI AD ELEVATO COMFORT Tutti gli autobus che possiedono pavimento basso e caratteristiche tali da offrire elevato comfort alle persone in difficoltà (e anche a tutti i restanti clienti/utentii), devono essere ben riconoscibili dalla colorazione e/o da ideogrammi specifici; quelli dotati anche di pedana e posto dedicato alle carrozzelle devono montare nella parte anteriore e sulle fiancate i caratteristici pittogrammi (carrozzella e passeggino). Su tutti questi veicoli devono essere montati impianti di condizionamento o di climatizzazione a vantaggio di tutti i passeggeri e in particolare a vantaggio di quanti sono più disagiati. 1.3 – SICUREZZA PASSEGGERI 1.3.1 IDEOGRAMMA DI PERICOLO USCITA PASSEGGERI. Si auspica il montaggio dietro il lunotto posteriore di un sistema di segnalazione di pericolo a grafica mobile, con led luminosi, che rappresenta passeggeri in uscita dall’autobus, di forma triangolare. Tale segnalazione si deve attivare e disattivare all’apertura e chiusura delle porte passeggeri. Deve valere da IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 EVOLUZIONI COSTRUTTIVE E FUNZIONALI RICHIESTE AL PRODOTTO AUTOBUS SCHEDA N. 1 Revisione 7 Pagina 8 di 8 allarme per gli automobilisti che affiancano l’autobus in fermata, sulla corsia alla destra di una banchina. Si auspica la normalizzazione di tale sistema. A tal fine si raccomanda ad un’apposita Norma CUNA. 1.3.2 TELECAMERA PER RETROMARCIA. Si auspica il montaggio di un sistema integrabile all’impianto TVCC per la visione, da parte del conducente, della zona posteriore del veicolo durante l’effettuazione della retromarcia, da accompagnarsi ad un segnale acustico; oltre a facilitare la manovra del veicolo, esso deve consentire l’individuazione delle eventuale persone che stazionano nella parte posteriore del veicolo, non visibili attraverso gli specchi retrovisori. 1.3.3 REAZIONE AL FUOCO E GAS TOSSICI DEI MATERIALI. Tutti i materiali utilizzati a bordo dei veicoli devono avere caratteristiche di bassa propagazione della fiamma e basso sviluppo di gas tossici. Si rende necessario definire uno standard di riferimento per la realtà italiana. A tal fine si raccomandano due apposite Norme CUNA: una per il “vano motore”; l’altra per il “vano passeggeri”. 1.3.4 LUCI INTERNE DI EMERGENZA. Si conviene sull’utilità che i veicoli debbano essere dotati di impianto di illuminazione di emergenza ausiliario, che indichi l’uscita più prossima. 1.3.5 DISPOSITIVI DI APERTURA DI EMERGENZA. Si rende necessario unificare tutti i dispositivi di apertura emergenza porte, botole di aerazione ed emergenza, e tutte le loro posizioni sui veicoli. Si rende necessario definire uno standard di riferimento per la realtà italiana. A tal fine si raccomandano delle apposite Norme CUNA. IT/Innovazioni Tecnologiche SCHEDA 2.1 2 – “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE SCHEDA N. 2 AMBIENTE: EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE ACUSTICHE, Revisione 8 Pagina 1 di 7 GASSOSE, ACUSTICA Le emissioni di rumore costituiscono uno degli elementi della qualità ambientale per il quale nel tempo sono stati conseguiti risultati particolarmente significativi, che si sono riverberati nella progressiva riduzione dei limiti massimi di omologazione dei veicoli. Dai 90 dBA ammessi nel 1980 si è passati agli 80 delle Direttive CEE 92/97 e 96/20. La riduzione di 10 dB corrisponde ad una diminuzione, in assoluto, della pressione acustica pari a 3 volte. Vi è poi da sottolineare che i nuovi modelli riescono ad ottenere performances ancora migliori del limite di omologazione – emissioni nell’ordine dei 75 dBA non costituiscono eccezioni - questo in particolare grazie ai miglioramenti introdotti nelle motorizzazioni e nei sistemi di insonorizzazione. I progressi sin qui ottenuti dovranno tuttavia essere ancora migliorati in relazione alle tendenze legislative in atto delle quali si riportano qui di seguito i caratteri essenziali. Al momento, non esistono norme specifiche per le emissioni imputabili ai sistemi di trasporto pubblico locale, in particolare se eserciti con autobus. I Ministeri competenti stanno tuttavia redigendo un “Decreto Strade", che dovrà disciplinare i livelli di immissione generati dal traffico stradale. Dello stesso Decreto è disponibile una versione in bozza. Gli orientamenti che se ne possono desumere sono: • non viene fatta distinzione per categoria di veicoli; il traffico è considerato come un unico emettitore ; • assume quali valori di riferimento i livelli di rumore immesso, che forniscono una misura di quanto è percepito dal recettore; • tiene conto della disciplina generale dell'inquinamento acustico, in particolare la Legge Quadro 447/95 e il DPCM 14.11.1997; i livelli di immissione sono contenuti i valori stabiliti da dette norme; • prevede limiti di emissione diversi secondo le differenti classi di strada, le medesime stabilite dal Codice della Strada; IT/Innovazioni Tecnologiche • “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE SCHEDA N. 2 Revisione 8 Pagina 2 di 7 Per le strade esistenti di classe A e B sono previste due fasce di 100 m (fascia A) e di 150 m (fascia B) a partire dal ciglio della carreggiata e sono stabiliti i seguenti limiti assoluti di immissione: Limite di immissione dB(A) Leq Diurno (6-22) Notturno (22-6) Fascia A (100 m dal ciglio della carreggiata) 70 60 Fascia B (da 101 m a 250 m dal ciglio della carreggiata) 65 55 Recettori "sensibili" (scuole, ospedali, case di cura, ecc...) 50 40 • Per le stesse classi di strade di nuova realizzazione i limiti di cui sopra sono abbassati di 5 dB (A) • Per le strade esistenti di classe C i limiti previsti sono 60 e 50 dB(A) Leq rispettivamente diurno e notturno • Per le strade delle classi da D ad F (vi sono incluse tutte le strade urbane) il Decreto darebbe facoltà ai singoli comuni di stabilire i relativi limiti. Si tratta dunque di una impostazione fortemente restrittiva, che potrebbe accentuarsi laddove i singoli Comuni, valendosi della facoltà loro concessa, decidessero di stabilire limiti particolarmente severi, orientamento visto con favore dalla collettività locale, ma controverso quanto alla possibilità che venga effettivamente rispettato. Il quadro si completa considerando che: • sono in aumento le cause civili per il rimborso da presunti danni da immissione di rumore oltre i limiti ammessi, precisando che quelli attuali (che sono riferiti indistintamente a zone del territorio) non sono dissimili da quelli previsti dalla bozza del Decreto "Strade"; IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE SCHEDA N. 2 Revisione 8 Pagina 3 di 7 • il trasporto pubblico vi è spesso coinvolto; l’attore della causa non fa, di norma, distinzione tra le sorgenti del presunto disturbo; • la magistratura chiede allora che si valuti specificatamente il rumore immesso dai veicoli di trasporto pubblico e valuta il disturbo a livello del recettore, obbligata a ciò dalla vigente normativa in materia di tollerabilità nei confronti dei disturbi immessi; • i CTU (in generale periti in acustica) tendono ad applicare, ancorché non esplicitamente previsto dalle norme, al traffico stradale il criterio differenziale 1 ancora più restrittivo dei limiti assoluti. I sistemi TPL in generale, qualunque sia il modo di trasporto (autobus, tram, filobus, metropolitana), possono pertanto non essere in condizione di rispettare i nuovi limiti di immissione. A questo proposito è opportuno richiamare i risultati di una prova di esercizio simulato eseguita misurando i livelli equivalenti rilevati da una stazione di misura a 10 m dal punto di transito e con passaggi di autobus (1 modello “nuovo” del tipo più recente, con valori di rumore emesso esterno pari a 75 dBA, 5 dB inferiore al limite di omologazione, 1 “vecchio” prodotto negli anni ‘80) ad intervalli di 3’ in un ambiente praticamente sterile da immissioni esterne: Leq in campo aperto = 57,1 dB(A) per il modello nuovo ; 63,2 dB(A) per il modello vecchio; Leq in campo confinato 2 = 61,9 dB(A) per il modello nuovo; 67,3 dB(A) per il modello vecchio Le misure, pur tenendo conto delle inevitabili approssimazioni insite in una prova di esercizio simulato, evidenziano la difficoltà di soddisfare i limiti previsti per le strade di classe C, né si possono presumere limiti più elevati per le strade urbane delle classi da D ad F (strade urbane). Dagli elementi di quadro ora delineati, si presume di poter esprimere le seguenti osservazioni ed indicazioni: 1. 1 Appare opportuno, in primo luogo, sensibilizzare il legislatore alla revisione e precisazione di norme, limiti di tollerabilità, criteri e Il criterio differenziale stabilisce che la differenza tra il rumore ambientale (livello misurato con tutte le fonti di rumore attive) ed il rumore residuo (livello misurato eliminando la fonte disturbante = rumore di fondo) non può superare: 5 dB(A) diurno e 3 dB(A) notturno. 2 Simula una strada con un continuo di edifici, quindi si avvicina al caso reale di un ambiente urbano. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE SCHEDA N. 2 Revisione 8 Pagina 4 di 7 tecniche di misura. Andrebbe chiarito quanto è effettivamente possibile ottenere con la tecnologia attuale o quanto meno quali sono i limiti della tecnologia attuale ed i limiti connessi alla continuità dell'esercizio, in ciò tenendo conto della essenzialità del servizio di pubblico trasporto. Soprattutto andrebbe ribadita in modo definitivo la non applicabilità del criterio differenziale: nessun servizio di pubblico trasporto potrebbe rientrare nei limiti dei 3 dB(A). 2. Il limite di omologazione europeo per il rumore esterno = 80 dB(A) come da CEE 92/97 e 96/20 non è, comunque, coerente con i limiti di immissione che le norme italiane di prossima emanazione potranno stabilire. Per quanto si possa anche contare su eventuali ripensamenti in senso favorevole da parte del legislatore, l’esperienza in questo campo ed in altri similari dimostra una tendenza alla “corsa al ribasso”. Come dato generale si evidenzia dunque la necessità di ulteriori progressi mirati alla riduzione della rumorosità, non dimenticando come risultati significativi in questa direzione vadano a guadagno, non solo della compatibilità ambientale nella misura in cui le norme la stabiliranno, ma anche della qualità offerta al consumatore – cittadino. 3. La definizione dei limiti – obiettivo non può essere stabilita in astratto, bensì, derivare da misure e studi sul campo tenendo conto della correlazione tra livello di emissione e livello di immissione e relativi modelli di propagazione/attenuazione. Appare comunque opportuno abbassare il livello di emissione esterna al di sotto del il limite conseguito con i modelli più recenti che, mediamente, si colloca sui 75 dBA. 4. E' necessario porre attenzione a tutte le fonti di rumore (propulsore, ausiliari, ecc...), verificarne livelli, spettro di emissione sia in condizioni di marcia, sia da fermo, durante le soste ai capilinea. 2.2 EMISSIONI GASSOSE Le indicazioni contenute nel presente documento riguardano gli inquinanti normati CO, HC, PM ed NOX, registrando - allo stato – solo sporadiche indagini verso altri inquinanti tossici o mutageni. L’attenzione nei confronti delle suddette quattro tipologie non deve tuttavia considerarsi esaustiva non potendo escludere che le ricerche nel campo dei potenziali agenti dannosi per la salute rivelino altre sostanze. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE SCHEDA N. 2 Revisione 8 Pagina 5 di 7 Le indicazioni si riassumono nei seguenti punti, che si riferiscono al medio termine: 1. Allo stato si devono ritenere non prioritarie azioni tendenti a significative ulteriori riduzioni delle emissioni di CO ed HC, atteso anche che l'introduzione dei moderni motori diesel common rail o pompante singolo ha consentito di contenere le relative emissioni entro i limiti richiesti dallo standard EURO 5, precedendo di circa 5 anni la formalizzazione dello stesso standard. 2. L'attenzione nei confronti dei PM è rivolta dal PM10 alle componenti ancora più fini al più basso valore possibile, per le quali va affermandosi una diffusa e qualificata opinione di elevato potere mutageno. L'obiettivo è eliminare i PM o almeno contenere la frazione PM10 al più basso livello possibile. Questo, preferibilmente agendo sulle caratteristiche del gruppo propulsorescarico, senza che il mantenimento del livello di emissione zero (o prossimo a questo valore) richieda gravose e specifiche procedure di manutenzione. 3. Ridurre al più basso livello possibile gli NOX, anche anticipando il conseguimento dei limiti previsti dallo standard EURO 5 A più lungo termine, sembra più opportuno un approccio dove ulteriori miglioramenti siano mirati a realizzare veicoli con il più basso costo inquinante complessivo, così da consentire la ottimizzazione tra le aspettative di qualità ambientale, fattibilità tecniche ed esigenze di gestione. Tale risultato può essere perseguito attraverso l'adozione di modelli che associano all'inquinamento un “prezzo” basato sul danno che il composto sotto esame può provocare sulla salute dell'uomo, dunque sulla sua pericolosità intrinseca. Da qui scaturisce una ulteriore indicazione circa la necessità di un costante collegamento con centri di ricerca ed organismi sanitari, anche per evitare che innovazioni o ricerche in una direzione si rivelino controproducenti a distanza di tempo. In particolare, questo collegamento appare utile per verificare l’evoluzione delle caratteristiche del combustibile, qualunque sia la sua natura. Ciò consentirebbe di non disperdere tempi e risorse nella ricerca e/o sperimentazione di prodotti dal cui utilizzo potrebbero derivare emissioni di agenti tossici o mutageni al di fuori dei quattro agenti oggi normati. Oltre le problematiche ambientali, occorre tenere conto in proposito delle conseguenze che l’utilizzo di combustibili impropri può avere sulle condizioni di igiene e sicurezza del lavoro. IT/Innovazioni Tecnologiche 2.3 “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE SCHEDA N. 2 Revisione 8 Pagina 6 di 7 EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE Si considerano le emissioni elettromagnetiche (EM) verso l'ambiente sia interno che esterno al veicolo. Sebbene non siano ancora state rilevate dalla pubblicistica scientifica correlazioni probanti tra esposizione a campi EM e patologie, il pubblico è ormai allertato nei confronti di tali emissioni. Né l'esercente né il costruttore possono correre il rischio di scoprire a distanza di tempo tali problematiche. Da qui la necessità di mantenere una costante attenzione per contenere al più basso livello possibile (e comunque entro i limiti di legge, che – allo stato – non sono ancora stati emanati) l’esposizione di tutti i soggetti (conducenti, passeggeri, pubblico in generale) Al momento, per quanto riguarda l'interno del veicolo, sulla scorta delle misurazioni effettuate, si può affermare con ragionevole certezza che il livello di emissione risulta poco significativo ed abbondantemente al di sotto dei limiti oggi noti (sia normativi, sia di buona tecnica per quella parte dello spettro EM dove non sono ancora fissati limiti di legge). E' tuttavia necessario porre attenzione ad ogni particolare, anche banale (lampade a scarica, monitors di supporto alla guida, apparecchiature radio all'interno del comparto passeggeri, ecc...). L’indicazione generale si esprime nella opportunità che l'ambiente interno al veicolo sia sterile sotto il profilo delle emissioni elettromagnetiche, dove “sterile” significa almeno contenuto al di sotto dei limiti di legge. Per quanto riguarda l’ambiente esterno, le stesse misure cui si è fatto cenno hanno rilevato la non significatività di emissioni, confermando quanto atteso in linea di principio, ovvero che un veicolo a motore endotermico è praticamente esente da emissioni EM verso l'esterno. Si ritiene tuttavia necessario richiamare l’attenzione su due punti: • dove l’evoluzione della ricerca per modelli a basso impatto ambientale (sia in termini di rumore che di emissioni gassose) punti sull’impiego di sistemi a trazione elettrica (oggi ritenuti tra i più promettenti per tale obiettivo) lo studio preventivo circa i livelli di emissione EM - in entrambe gli ambienti: esterno ed interno al veicolo – deve essere considerato come una delle priorità del progetto; • rafforzandosi la tendenza ad allestire i veicoli tuttavia con sistemi di comunicazione terra - bordo, parte essenziale dei sistemi ITS integrati sul veicolo e corrispondenti apparati di trasmissione short o long range, pur avendo coscienza che si tratta di una cautela estrema, si ritiene doveroso IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 AMBIENTE: EMISSIONI ACUSTICHE, GASSOSE, ELETTROMAGNETICHE SCHEDA N. 2 Revisione 8 Pagina 7 di 7 raccomandare il controllo della entità del campo (da correlare alla frequenza) e dell'assenza di emissioni parassite (lobi secondari delle antenne), affinché dette emissioni si mantengano entro i limiti di legge. Un ultimo punto di attenzione riguarda la funzionalità del veicolo ovvero le protezioni contro interferenze che sorgenti esterne possono provocare nei confronti di apparecchiature di bordo destinate al controllo / azionamento di componenti del veicolo; altrettanta cura va mantenuta nell’evitare che le stesse apparecchiature possano provocare disturbi verso utilizzatori esterni. Questa attenzione è particolarmente necessaria in relazione alla tendenza a “saturare” lo spettro delle frequenze utilizzate (per comunicazioni via radio in particolare) ovvero del multiplarsi delle apparecchiature elettroniche, elettromedicali ecc.. 2.4 MATERIALI Si rinnova, anche in questo caso, la raccomandazione a porre particolare attenzione al problema, mantenendo sempre aperti confronto e collaborazione con il mondo della ricerca sanitaria. Si ritiene opportuno, peraltro, guardare oltre i materiali ammessi oggi, per prevenire eventuali problemi, non dimenticando che la maggioranza degli esercenti programma cicli di vita di 12/14 anni o anche superiori. Si segnalano i seguenti punti di attenzione: 1. La certezza documentata che, allo stato attuale delle conoscenze e delle normative, i materiali utilizzati per l'allestimento interno (plastiche, vernici, stoffe, ecc...) siano esenti da esalazioni pericolose in qualsiasi forma (gas, polveri, fibre, ecc...) per l'intero ciclo di vita del veicolo. 2. La necessità di abbandonare l'uso di metalli pesanti (piombo, cadmio, ecc...) in applicazione delle norme CEE al riguardo. 3. La certezza documentata che, allo stato attuale delle conoscenze e delle normative, i materiali utilizzati siano trattabili senza speciali procedure di smaltimento al termine del ciclo di vita, applicando concetti derivati dal LCA (Life Cycle Assessment). Le indicazioni appena esposte esprimono una doverosa cautela nei confronti del presente argomento e la loro ottemperanza contribuisce al raggiungimento della "qualità" del veicolo, che ne garantisce la spendibilità su qualunque mercato. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 COSTO DEL CICLO DI VITA SCHEDA N. 3 Revisione 6 Pagina 1 di 4 SCHEDA 3 – COSTO DEL CICLO DI VITA 3.1 PREMESSA Costruttori ed Esercenti sono mirati rispettivamente a produrre e ad utilizzare veicoli di elevata qualità, che sviluppino la missione aziendale con obiettivi di efficacia e di efficienza. Da tale impostazione della loro sinergia, innovativa e ora ampiamente condivisa, discende, obbligato, un atteggiamento operativo di squadra tra Costruttori ed Esercenti per individuare linee guida coerenti, sia nell’attività di progettazione e di costruzione degli autobus, sia nell’attività di esercizio. Detto atteggiamento operativo di squadra diventa mirato e personalizzato tra il Costruttore assegnatario dell’ordine di fornitura e l’Azienda esercente a gara conclusa, dal momento in cui si avvia lo sviluppo del contratto sino alla fine vita del veicolo, dedicandosi, Essi, all’unisono con la massima attenzione, verso il Cliente finale. Ne deriva una responsabilizzazione interfacciata tra Costruttore ed Esercente nel gestire le singole attività caratteristiche in ambiente di qualità, di attento orientamento alla catena del Cliente, con procedure interattive e scambi di informazioni, volti all’ottimizzazione sia dei processi di progettazione e di costruzione dei veicoli, sia dei processi di gestione del servizio e della manutenzione dei veicoli. La qualità della manutenzione in particolare deve essere garantita dall’Esercente anche verso il Costruttore (la qualità guarda anche all’indietro, non solamente verso il Cliente finale). In tale ambiente si sente limitativa ad esempio la definizione economica del veicolo col solo prezzo di vendita/acquisto: va estesa, per intanto, al costo dell’intero ciclo di vita. Poiché l’interazione tra Costruttori ed Esercenti richiede un processo impegnativo e lungo, focalizzando temi e situazioni con crescente attenzione e sensibilità, è determinante tenere disponibile un tavolo di confronto tra loro e, nell’ambito della gestione dei contratti, ove subentrano le personalizzazioni aziendali dei temi e delle situazioni, è determinante mantenere attivo un atteggiamento di ottimizzazione per sostenere una crescita delle reciproche interazioni. IT/Innovazioni Tecnologiche 3.2 “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 COSTO DEL CICLO DI VITA SCHEDA N. 3 Revisione 6 Pagina 2 di 4 DEFINIZIONE DEL COSTO DEL CICLO DI VITA E’ l’insieme dei costi d’acquisto del veicolo e della sua manutenzione che comprende: il prezzo di acquisto del veicolo; i costi di manutenzione (mano d’opera e ricambi); i costi dei consumi (dei carburanti/combustibili, dei lubrificanti, degli pneumatici, ecc.); i costi fissi (di proprietà,di assicurazione RC, tasse, ecc. ...). 3.3 OBIETTIVI DI BASE DELLA INDIVIDUAZIONE DEL COSTO DEL CICLO DI VITA Attraverso un modello di calcolo, sorretto da schede specializzate, il costo del ciclo di vita consente alla Azienda di definire la valutazione economica dell’acquisto e di responsabilizzare insieme il Costruttore e l’Azienda sulla qualità, sull’efficacia e sull’efficienza del prodotto offerto, fornito ed esercito, anche attraverso reports periodici durante l’esercizio dei veicoli. 3.4 OBIETTIVI ACCESSORI 1. Validazione di linee guida utili ai Costruttori nelle scelte di progetto e di costruzione, su input emessi dalle Aziende esercenti. 2. Partecipazione dei Costruttori alle consuntivazioni di reports di esercizio e gestionali, con disponibilità per loro di output utili al circolo di ottimizzazione del prodotto. 3. Sostegno alla crescita, presso le Aziende esercenti, di una valida attività di reports, basata sull’analisi dei dati di esercizio e di manutenzione, sull’utilizzo della contabilità analitica. 4. Maggiore analiticità e visibilità delle valutazioni in sede di gara. 5. Disponibilità di reali costi di gestione del servizio nel momento in cui le Aziende partecipano a gare per l’aggiudicazione di contratti di servizio. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 COSTO DEL CICLO DI VITA SCHEDA N. 3 Revisione 6 Pagina 3 di 4 6. Possibilità da parte dei Costruttori di veicoli di ottenere il coinvolgimento dei principali Costruttori e Fornitori di complessivi, nel raggiungimento degli obiettivi di durata del prodotto. 7. Possibilità da parte dei Costruttori di assicurare scientemente maggiori garanzie di efficienza e durata del prodotto. 8. Impostazione di procedure, protocolli, archivi dati ed esperienze, necessari per avviare e gestire contratti di full service o contratti di manutenzione preventiva-programmata, con il massimo di esperienza e con il minimo di rischio e di contenzioso. 9. Possibilità sia per i Costruttori sia per le Aziende esercenti di entrare, con maggiore personalità ed esperienza, nei mercati allargati (europeo e internazionale) e maggiore qualificazione utile per le Aziende, per essere scelte, nelle gare per i contratti di servizio, in preferenza a eventuali altri Concorrenti con minore professionalità e cultura, operanti nel TPL. 3.5 OBIETTIVI DERIVATI E CONSEQUENZIALI Produrre e disporre un autobus di elevata qualità totale. Ottenere il miglior risultato in termini di sommatoria di costi di acquisto e di gestione dei veicoli. Ottenere il miglior risultato in termini di disponibilità dei veicoli al servizio. Ottenere il miglior risultato in termini di contenimento dei disservizi in linea. Ottenere il miglior risultato di efficacia e qualità verso il Cliente finale e di efficienza aziendale. Assicurare da parte del Costruttore lo sviluppo e l’ottimizzazione del prodotto anche dopo la vendita, con proposte di modifiche migliorative che l’Esercente adotterà, se giudicate convenienti. 3.6 DEFINIZIONE DELLE ATTINENZE AL COSTO DEL CICLO DI VITA Per avviare, in maniera organizzata e corretta, il rapporto tra Costruttori ed Esercenti, occorre che nei capitolati di gara e conseguentemente nelle offerte IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 COSTO DEL CICLO DI VITA SCHEDA N. 3 Revisione 6 Pagina 4 di 4 tecniche e nei contratti siano chiaramente espresse, secondo le rispettive competenze, le seguenti attinenze: 1. tipologie del servizio (velocità media e massima, diagrammi di carico, ecc...) e delle linee (pendenze, percorsi riservati, distanziamento fermate, pavimentazioni); 2. ambiente dell’esercizio (temperature, umidità, precipitazioni, nevicate, salinità e inquinamento dell’aria, ecc. …); 3. percorrenze annue e tempi di esercizio dell’autobus; 4. livelli attesi di immagine del veicolo (interventi di manutenzione necessari per raggiungere gli standard previsti nella Carta dei Servizi Aziendale); 5. definizione dei modi di manutenzione: manutenzione chilometrica periodica preventiva (a scheda e/o secondo condizione); manutenzione per caduta (a usura governata); manutenzione accidentale (subìta per guasto); manutenzione a tempo, periodica (giornaliera, settimanale, stagionale, a medio termine, ecc. …); pulizia periodica interna ed esterna al veicolo (da definire in termini contrattuali); 6. competenze, durata e modi dell’assistenza in garanzia; 7. tipologie di materiali componenti il veicolo (materiali non ossidabili, protezione dei metalli, verniciature, smaltimento dei componenti): richieste di ottimizzazione dei costi di costruzione e di mantenimento attinenti i componenti delle carrozzerie e gli arredi; 8. prestazioni del veicolo e consumi di combustibili e di carburanti, oneri accessori; 9. definizione dei parametri per le valutazioni in sede di gara e definizione delle procedure per le consuntivazioni a reports, necessarie per l’applicazione di bonus o malus. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche POSTO GUIDA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 6 SCHEDA N. 4 Pagina 1 di 3 SCHEDA 4 – POSTO GUIDA 4.1 PREMESSA Le indicazioni al riguardo non possono – al momento e per la maggior parte – che essere generiche. Esiste dunque un punto di attenzione generale riguardo l’elemento posto guida, punto che investe costruttori ed esercenti: è necessario eseguire campagne di misura, studi, prove prototipali, in modo che, dal generico, si possa arrivare al quantitativo. Il tutto avendo coscienza della impossibilità di omologare un posto guida “italiano” non spendibile su altri mercati. 4.2 SALUBRITÀ L’autista è presente sul posto guida da un minimo di 5 ad un massimo di 8 ore/giorno non continuative. Valgono allora le indicazioni di cautela e qualità dell’ambiente evidenziate nella scheda 2. Particolare attenzione va dedicata: - al livello sonoro; - alle vibrazioni (mani soprattutto); - alle emissioni EM; - al microclima; - alla filtrazione dell’aria; E’ da tenere presente che se, fino ad oggi, il posto guida ha goduto di talune interpretazioni semplificative sul piano normativo, la tendenza attuale è quella di una sempre maggiore attenzione. 4.3 ERGONOMIA Non si hanno osservazioni ed indicazioni specifiche oltre quelle già formulate nelle “Specifiche tecniche per gli autobus da 12 m” (edizioni luglio 2001 ed ottobre 2002), salvo richiamare l’attenzione su un aspetto, nuovo per il nostro paese (ma non per altre nazioni), ovvero la sempre più importante presenza di personale femminile tra i conducenti con diversi limiti di statura, di peso, di forza fisica. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche POSTO GUIDA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 6 SCHEDA N. 4 Pagina 2 di 3 Si ritiene importante che i principali comandi siano posizionabili con regolazioni individualizzate a scelta del conducente. 4.4 COMFORT Le indicazioni al riguardo sono complementari a quelle relative alla salubrità ed alla ergonomia. Una attenzione particolare va rivolta alla postura: non deve essere affaticante, ma neppure eccessivamente rilassante. 4.5 SICUREZZA (SAFETY) I punti di attenzione al riguardo sono: - la protezione contro gli urti (frontali o laterali che siano), anche attraverso l’installazione di cinture di sicurezza e di eventuali altri sistemi di protezione passiva, ovvero applicando concetti analoghi a quelli di “cellula di sopravvivenza”; - la possibilità di disporre di idonee “vie di fuga” per l’autista, in relazione alle soluzioni adottate per migliorare la security e l’igiene del lavoro del posto guida. 4.6 COMANDI E SEGNALAZIONI Semplicità, immediatezza, possibilità di regolazione individuale sono i principali punti di attenzione, anche per consentire all’esercente di far ruotare i conducenti su più modelli diversi senza preliminari corsi di “abilitazione”. Devono essere evitati cruscotti pletorici e strumentazioni ridondanti che possano essere fonte di distrazione e/o errata interpretazione da parte del conducente, nonché eventuale ostacolo alla visibilità anteriore. Può bastare il tachimetro ed un display. Quest’ultimo, tenendo presente la ormai diffusa (e desiderata) diagnostica automatica, è opportuno segnali automaticamente solo le grandezze fuori limite a rischio della sicurezza e della continuità dell’esercizio, mentre ignori tutte le altre. Al limite potrebbe non essere interrogabile neppure dal conducente. Segnalazioni di possibile degrado (nel senso di valori fuori norma, ma non ancora critici) dovrebbero essere trasmesse unicamente al posto centrale sfruttando i supporti dei sistemi/componenti ITS. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche POSTO GUIDA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 6 SCHEDA N. 4 Pagina 3 di 3 Una idea di progetto potrebbe essere quella di utilizzare, per le segnalazioni basiche, un dispositivo HUD (Head Up Display) con proiezione dei dati sul parabrezza e focalizzazione all’infinito, così da non richiedere alcun movimento o aggiustamento visivo al conducente. 4.7 SPAZI DI RISERVA Nell’arco del ciclo di vita l’esercente può trovarsi nella necessità di installare altri visori sul cruscotto. Questo sia in relazione allo sviluppo dei sistemi ITS, sia in relazione ad altre diverse esigenze o nuove funzionalità che possono presentarsi in un ciclo di vita di 12 / 14 anni. Da qui l’esigenza che il cruscotto disponga di spazi liberi per poter installare nuovi visori. Meglio ancora se il display di cruscotto si rende accessibile e governabile da altri dispositivi di elaborazione dati in modo da integrare su di un solo supporto dati provenienti da più fonti. Ciò richiede che il protocollo di comunicazione e governo del display di cruscotto sia aperto, ovvero allineato ad uno standard universale. Meglio ancora se il display di cruscotto fosse realizzato con schermi di adeguata dimensione, in grado di integrare sullo stesso anche immagini. 4.8 PROTEZIONE (SECURITY) Non si ritiene di poter formulare una indicazione univoca. Sembra invece necessario che la costruzione della struttura di contorno del posto guida sia concepita in modo da poter sostenere entrambe le configurazioni limite: - posto chiuso e blindato: il conducente non ha rapporti con il pubblico, al più comunica attraverso un interfono, - posto aperto, dove il conducente offre servizi al passeggero (vendita titoli di viaggio, informazioni, ecc), come altre configurazioni intermedie. Si ritiene che le configurazioni alternative del posto dovrebbero essere indicate in sede di richiesta di offerta dal Cliente ed integrate nel progetto dal Costruttore, realizzabili anche a distanza di tempo, atteso la variabilità di situazioni ed esigenze nel corso dello stesso ciclo di vita del veicolo. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 I.T.S. – INFOMOBILITA’ SCHEDA N. 5 Revisione 6 Pagina 1 di 4 SCHEDA N. 5 – I.T.S. (Intelligence Transport System) – INFOMOBILITA’ 5.1 PREMESSA Le funzioni ITS (Intelligence Transport System), per correntezza chiamate INFOMOBILITA’, sono da prevedere e, a richiesta, da installare a bordo del veicolo. Occorre prevedere, nella implementazione della INFOMOBILITA’, soluzioni modulari che dalla sola disponibilità dei vani necessari per il contenimento dei dispositivi AVM già adottati e forniti dalle Aziende, prevedano, a crescere, l’interfaccia con dispositivi per la memorizzazione di dati di esercizio - scatola nera-, o con sistemi di diagnostica a bordo non interfacciati con sistemi informativi di gestione della manutenzione e/o della logistica, sino a giungere ai sistemi più evoluti descritti ai punti 1 e 2 che seguono. In definitiva: l’acquisizione, l’elaborazione e la trasmissione dati relativi alla funzionalità del servizio e dell’autobus, possono essere realizzate a più livelli e con più modalità, richiedendo comunque ai Costruttori adeguata flessibilità nella progettazione e nella realizzazione dei veicoli. 5.2 OBIETTIVI E FUNZIONI DELL’INFOMOBILITÀ Obiettivi e funzioni dell’Infomobilità sono: L’aumento dello standard del servizio offerto dal Sistema di Trasporto Pubblico Locale. L’aumento della flessibilità dell’organizzazione produttiva e operativa del Trasporto Pubblico Locale. L’aumento dell’affidabilità e della disponibilità degli autobus. La riduzione dei costi di manutenzione. La quantificazione e la certificazione del raggiungimento degli obiettivi suddetti. Queste funzioni si possono distinguere in due Sistemi che vanno coniugati con l’organizzazione dell’esercizio scelta, che può prevedere tutte le relative funzioni, accentrate o meno: “Sviluppo del prodotto autobus” Ediz. Marzo ‘03 Revisione 6 IT/Innovazioni Tecnologiche I.T.S. – INFOMOBILITA’ SCHEDA N. 5 Pagina 2 di 4 a) Sistema Informativo del servizio b) Sistema Informativo del veicolo. 5.2.a Sistema Informativo del servizio Attinenti al primo sistema, hanno implementazione a bordo dell’autobus le seguenti funzioni: a.1) localizzazione del veicolo e verifica della coerenza della localizzazione con il programma di esercizio; a.2) interazione, con codici e fonia, tra autista e posto centrale operativa per emergenze, urgenze, anomalie; a.3) telerilevamento dello stato del funzionamento del veicolo, relativo a difetti di sicurezza o di pericolo di grave decadimento funzionale. L’implementazione delle suddette funzionalità richiede la trasmissione dati a distanza. 5.2.b Sistema Informativo del veicolo Attinenti al secondo sistema, hanno implementazione a bordo dell’autobus le seguenti funzioni: b.1) rilevamento e scarico di: percorrenze, consumi e dati di utilizzo; b.2) rilevamento e scarico degli stati di funzionamento e/o allarmi di malfunzionamento e avaria; b.3) diagnosi predittiva del degrado. L’implementazione delle suddette funzioni richiede l’installazione di una rete di sensori/connettori/concentratori/trasmettitori, con collegamenti telematici coerenti con il modello organizzativo (lungo raggio, breve raggio, cavo seriale). “Sviluppo del prodotto autobus” Ediz. Marzo ‘03 Revisione 6 IT/Innovazioni Tecnologiche 5.3 I.T.S. – INFOMOBILITA’ SCHEDA N. 5 Pagina 3 di 4 STRUTTURAZIONE DELL’AUTOBUS PER RENDERLO IDONEO ALL’INTERAZIONE CON INFOMOBILITÀ 5.3.1 Autobus Sull’autobus dovranno essere montati: Gli apparati di bordo di comunicazione a distanza (cfr. Scheda n.1), per: collegamento autista – posto centrale; collegamento autobus – posto centrale; collegamento posto centrale operativa – passeggeri: avvisi di fonia INFOBUS o monitor per deviazioni, limitazioni, avvisi di esercizio linea, (cfr Scheda n. 4 dispositivi HUD – Head Up Display); collegamento apparati di bordo – passeggeri: PROSSIMA FERMATA in fonia e luminoso interno veicolo; LINEA e CAPOLINEA in fonia esterno veicolo alla fermata; LINEA e CAPOLINEA con indicatori dot/led all’esterno del veicolo; diagnostica predittiva a: motore, impianto aria compressa, impianto elettrico, impianto raffreddamento motore, cambio di velocità ed eventuali altri elementi specifici delle catene di trasmissione, freni, sospensioni, impianto di condizionamento, ecc.. Gli apparati di collegamento a corto raggio con la stazione di terra, all’uscita ed al rientro in deposito, per il rilevamento dei dati di utilizzo: riepilogativi del servizio eseguito (km. percorsi, gasolio consumato e residuo); richiesta di rifornimento di olio motore e cambio e di liquido di raffreddamento; riepilogativi utilizzo componenti); riepilogativi utilizzo complessivi e impianti; di confronto con i dati storici di: ultime manutenzioni, rifornimenti, lavaggi, pulizie di medio-alto livello. motore (funzionalità, e/o allarmi dei vari Gli apparati di collegamento con la stazione di officina, operativa in sede di manutenzione, collegata via cavo all’autobus per raccogliere dati “Sviluppo del prodotto autobus” Ediz. Marzo ‘03 Revisione 6 IT/Innovazioni Tecnologiche I.T.S. – INFOMOBILITA’ SCHEDA N. 5 Pagina 4 di 4 consuntivi di stato, utili alla definizione della scheda di manutenzione periodica preventiva “secondo condizione” (sarà da definire, in sede di personalizzazione delle singole commesse di autobus, anche in relazione alla evoluzione di queste funzionalità e di queste tecniche di manutenzione, se sarà conveniente attivare questi apparati unitamente a quelli indicati al punto 5.2.2). 5.3.2 Impianti La scelta degli impianti da sottoporre a diagnostica predittiva, mirata all’ottimizzazione della qualità del servizio e della organizzazione di manutenzione, dovrà, comunque, tenere conto anche di una opportuna analisi costi-benefici in sede aziendale. Per gli apparati di bordo e per relative antenne saranno definiti, in sede di Specifica Tecnica e/o di accordo sulle caratteristiche costruttive della commessa: la collocazione, le dimensioni, il tipo di alimentazione e di montaggio, i cablaggi di interconnessione. Analogamente per i sensori diagnostici saranno definite: le funzioni, la collocazione e la tipologia. Gli apparati di INFOMOBILITA’ e le loro funzioni dovranno anche consentire l’INTEGRAZIONE necessaria: al rilevamento passeggeri e bigliettazione; alla videosorveglianza; all’ottimizzazione dell’interfaccia di esercizio con turni e orari (flessibilità del segnale di partenza da capolinea, flessibilità degli orari di passaggio e dei segnali di anticipo/ritardo); all’interfaccia con i rilievi di analisi del servizio (rilievo dei tempi di percorrenza, dei tempi di sosta, della velocità commerciale). IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 SISTEMA AUTOBUS – INTERFACCIA CON L’IMPIANTO FISSO SCHEDA N. 6 Revisione 6 Pagina 1 di 3 SCHEDA 6 - SISTEMA AUTOBUS - INTERFACCIA CON L’IMPIANTO FISSO 6.1 PREMESSA In questa sede si considerano le interazioni principali del veicolo con l’impianto fisso, i servizi collegati ai veicoli e l’organizzazione complessiva per facilitare l’integrazione tra veicolo, sede fissa e momento di erogazione del servizio. La Scheda non è basata su criteri di progettazione esaustivi, ma isola soltanto le interazioni principali fornendo alcuni spunti di riflessione. 6.2 SISTEMA FISICO 6.2.1 Definizione caratteristiche fermate Le fermate devono essere realizzate con pensiline coperte e posti a sedere ed essere fornite di illuminazione; deve essere esposta idonea cartellonistica che visualizzi il percorso della linea e le corrispondenze; le paline delle fermate devono segnalare in tempo reale il prossimo passaggio; la fermata può essere dotata di un sistema di richiesta soccorso, collegato con le Forze dell’Ordine. 6.2.2 Banchine di fermata ad altezza coerente per l’interfacciamento con il pavimento basso degli autobus Le banchine di fermata in area urbana devono avere altezza tale da consentire l’entrata e l’uscita dai veicoli senza dislivelli; ciò consente una facile movimentazione di tutti gli Utenti, in particolare delle Persone in difficoltà, e soprattutto degli Utenti in carrozzella, dei Disabili motori, dei Nonvedenti, degli Ipovedenti e delle mamme con passeggino. L’area di movimentazione in corrispondenza della porta deve essere ben illuminata, con impianti dell’autobus dedicati, in modo da esaltare la visibilità sia delle porte sia della zona di banchina che si interfaccia con esse. Le banchine di fermata devono essere poi attrezzate con sedili dotati di maniglioni di ausilio per dare sostegno agli anziani e alle Persone in difficoltà. Le banchine devono essere, infine, raggiungibili facilmente e con sicurezza. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 SISTEMA AUTOBUS – INTERFACCIA CON L’IMPIANTO FISSO SCHEDA N. 6 Revisione 6 Pagina 2 di 3 6.2.3 Accosto assistito alla fermata. Si registra un interesse allo studio, realizzazione e sperimentazione di sistemi che assistano l’accostamento del veicolo alla fermata, utilizzando procedure automatiche. Il percorso assistito di accostamento automatico dell’autobus al posto di fermata dovrà essere protetto in modo idoneo dalle soste abusive di autoveicoli e/o altri ostacoli in genere, in modo da consentire al veicolo un percorso di accostamento facile e sicuro. 6.2.4 Sentiero guidato per Disabili visivi sulla banchina di fermata Il sentiero guidato, da impiantare sulla banchina di fermata a favore dei Disabili visivi, può essere fisico oppure virtuale. SENTIERO GUIDATO FISICO: SENTIERO GUIDATO VIRTUALE: 6.3 è costituito da elementi in rilievo posati sulla pavimentazione sino a raggiungere, dalla banchina, il marciapiede all’intorno; è costituito, secondo una delle tecnologie disponibili, da un messaggio radio che, emesso da due trasmittenti poste l’una in banchina di fermata e l’altra sul veicolo in arrivo, viene raccolto da una ricevente direzionale in mano al Disabile, e lo informa rispettivamente sulla posizione della banchina e sul numero della linea, con la direzione di capolinea del veicolo. ALTRI SERVIZI 6.3.1 Videosorveglianza esterna alle fermate. Sistema di videoregistrazione collocato in corrispondenza delle pensiline; utile come deterrente per scoraggiare atti di violenza nei confronti dei passeggeri in attesa alla fermata o eventuali atti vandalici al patrimonio, può essere integrato con un pulsante di richiesta soccorso collegato con le Forze dell’Ordine. IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” Ediz. Marzo ‘03 SISTEMA AUTOBUS – INTERFACCIA CON L’IMPIANTO FISSO SCHEDA N. 6 Revisione 6 Pagina 3 di 3 6.3.2 Informazione con Gsm sui passaggi dei veicoli di linea alle fermate Per Nonvedenti Nell’ambito dei dispositivi per l’informazione ai passeggeri un punto di attenzione specifico è costituito dai supporti da dedicare ai Non/Ipo Vedenti, elaborando informazioni dagli stessi recepibili, che siano derivate dai Sistemi di Infomobilità. Allo stato attuale ne sono esempi l’utilizzo di telefonia mobile o l’utilizzo di messaggi vocali, trasmessi direttamente dalle paline di fermata. 6.4 ORGANIZZAZIONE 6.4.1. Formazione/Aggiornamento/Informazione E’ opportuno prevedere seminari e corsi di formazione per addetti alla progettazione, alla costruzione di infrastrutture e veicoli e personale di esercizio. Tali iniziative sono volte al recepimento delle attese delle Persone in difficoltà e, pertanto, potranno essere condotte con la collaborazione di Disabili di adeguata capacità di esprimere le specifiche sui servizi a loro necessari. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 7 SCHEDA N. 7 Pagina 1 di 9 SCHEDA 7 – IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA 7.1 PREMESSA La presente scheda si pone l’obiettivo di evidenziare le scelte di fondo relative ai veicoli utilizzati nei “sistemi su gomma”, tenendo conto delle problematiche di domanda, lato Esercente, e di offerta, lato Costruttore. L’analisi del prodotto autobus ha messo in evidenza talune specifiche che possono senza dubbio trasferire dal veicolo alla flotta le problematiche di gestione e di qualità dell’offerta di trasporto. Per questo motivo si realizzerà un’analisi di segmenti di mercato che è utile per le Aziende Esercenti ai fini di una scelta sul medio termine e, per i Costruttori al fine di sviluppare, insieme alle numerose altre fonti a loro disposizione, le proprie politiche di mercato. Altro vantaggio deriva dall’impostazione di una strategia di sviluppo di un parco, costituita dall’adozione di azioni finalizzate ad anticipare nel tempo gli standard richiesti dalla normativa esistente. 7.2 DEFINIZIONI 7.2.1 SISTEMA L’insieme di veicoli e infrastrutture dedicate, che su linee definite eroga l’offerta di trasporto. Una porzione del sistema, i veicoli, non può essere spostata su altre linee senza una perdita di efficacia del proprio profilo di missione. In un’ottica di qualità e, quindi, di un servizio sempre più orientato al Cliente finale, le linee esercite con veicoli su gomma stanno evolvendo verso sistemi con infrastrutture dedicate sempre più complete, che arrivano fino alla realizzazione di sistemi automatici di guida e sistemi evoluti di infomobilità. 7.2.1.1 Sistema Filoviario L’insieme di impianti e veicoli su gomma a trazione elettrica o bimodale. I veicoli possono essere di due tipi: “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche FILOBUS: BIMODALE: IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 7 SCHEDA N. 7 Pagina 2 di 9 veicolo a trazione elettrica alimentato solo con presa di corrente connessa ad una linea di contatto aerea; veicolo che può utilizzare, in alternativa, un modo di trazione con motore endotermico o un modo di trazione elettrico filoviaria. Tale sistema, largamente utilizzato in passato come unico modo di trazione elettrica su gomma, deve oggi confrontarsi anche con i nuovi sistemi intermedi. In generale, quindi, prevalgono, in luogo di nuovi impianti, gli ammodernamenti di sistemi filoviari già esistenti. 7.2.1.2 Sistema Intermedio su gomma Sistema di trasporto con una capacità intermedia tra quella delle linee automobilistiche e quella del sistema tranviario. Il costo ed il tempo di realizzazione delle relative infrastrutture è, in generale, minore di quello delle infrastrutture tranviarie. Per questi motivi il Sistema Intermedio è scelto per prestare servizio su linee dorsali a media e grande capacità. Tale sistema si caratterizza per: una sede propria protetta e attrezzata; fermate opportunamente progettate e attrezzate; un evoluto sistema di infomobilità; una guida vincolata anche non estesa all’intero percorso della linea; una velocità commerciale superiore a quella di una linea automobilistica; una larghezza della sede propria inferiore a quella necessaria per una linea automobilistica; utilizzo di veicoli a grandi capacità di trasporto con tendenza anche a superare la lunghezza di 18 metri. La scelta topologica del tracciato della rete o della linea deve basarsi su analisi di domanda di trasporto di lungo periodo. La scelta di tale sistema è in molti casi ad hoc, sulla base di un capitolato prestazionale ove i vincoli di tracciato o di prestazione sono da risolvere insieme per ottenere un sistema che fornisca le performance di capacità e di comfort richieste. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 7 SCHEDA N. 7 Pagina 3 di 9 In questa sede non si ritiene opportuno effettuare una descrizione ed un’analisi tra le varie tecnologie poiché la scelta delle stesse può avvenire soltanto su un tracciato e su una domanda di servizio noti. 7.2.2 VEICOLO Veicolo su gomma singolarmente utilizzabile, privo di vincolo di interdipendenza con l’infrastruttura, quindi con elevata flessibilità di impiego seppure con conseguenti limitazioni dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità del servizio offerto. 7.2.2.1 Autobus con propulsore alimentato a: Gasolio Assolve nei modi e nei tempi i vincoli normativi di emissioni (in atmosfera e di rumore/vibrazioni) previsti a livello comunitario. Metano Assolve nei modi e nei tempi i vincoli normativi di emissioni (in atmosfera e di rumore/vibrazioni) previsti a livello comunitario, riducendo drasticamente le emissioni di NOx e PT. 7.2.2.2 Veicolo Diesel elettrico E’ un veicolo a trazione elettrica con energia prodotta a bordo esclusivamente da un sistema motore termico – generatore elettrico. 7.2.2.3 Veicolo Elettrico E’ un veicolo a trazione elettrica con energia stoccata a bordo in accumulatori elettrici. Una linea per veicoli elettrici deve discendere da un progetto di sistema, perché i veicoli hanno autonomia limitata e non sono interscambiabili con linee di altra tipologia. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 7 SCHEDA N. 7 Pagina 4 di 9 7.2.2.4 Veicolo Ibrido Veicolo ibrido elettrico E un veicolo a trazione elettrica che permette un modo di guida esclusivamente elettrico e che ha, a bordo, almeno un’altra sorgente addizionale d’energia per scopi di trazione. Veicolo Ibrido Elettrico termico E’ un veicolo ibrido elettrico in cui la sorgente addizionale d’energia include una macchina termica (esempio: motore a combustione interna, turbina a gas). 7.3 CARATTERISTICHE TECNICHE E GESTIONALI DEI SISTEMI SU GOMMA Sono evidenti alcuni contenuti salienti che caratterizzano i veicoli e le relative infrastrutture ai fini della scelta del sistema. a) Profilo di missione del veicolo. b) Elevata entità della domanda di trasporto (pass/h x direzione). c) Maggiore velocità commerciale del veicolo. d) Minore ingombro dinamico del veicolo (longitudinale e trasversale). e) Maggior comfort del veicolo. f) Maggiore livello di protezione intrinseca ai fini della regolarità dell’esercizio a parità di protezione della linea (piste riservate, percorsi promiscui, ZTL, ecc.). g) Maggiore comfort ed attrezzaggio delle fermate e loro interfacciamento col veicolo. h) Minore impatto ambientale del sistema. i) Minori emissioni acustiche e gassose del veicolo (minore livello di inquinamento dei combustibili/comburenti, visti nell’intero loro ciclo di produzione e distribuzione). j) Minori difficoltà di smaltimento finale dei componenti del veicolo e delle infrastrutture. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 7 SCHEDA N. 7 Pagina 5 di 9 k) Maggiore flessibilità di impiego del veicolo, in relazione alla tipologia delle emissioni, lungo il suo percorso. l) Facilità di inserimento della linea nel sistema di trasporto e della mobilità delle persone dell’area. m) Costo del sistema logistico: per l’esercizio. n) Costo del sistema logistico: per la gestione e la manutenzione dei veicoli e delle infrastrutture. o) Costo del ciclo di vita del veicolo e delle infrastrutture. Sono da tenere in evidenza oltre ai contenuti fondamentali sopra elencati, nella definizione e nella scelta dei sistemi su gomma, anche i contenuti attinenti la gestione dell’emergenza intesa come gestione delle situazioni di criticità oppure di discontinuità dell’esercizio. E’ evidente che nella gestione dell’emergenza risultano più critici i sistemi ad elevato contenuto di specializzazione costruttiva o di impianto, mentre possiedono il massimo livello di flessibilità, sia nell’impiego previsto d’origine sia nella funzione di sostituzione, i sistemi di minore contenuto specializzato quali ad esempio gli autobus più tradizionali con motori termici a gasolio. 7.4 LINEE GUIDA PER LA SCELTA DI UN SISTEMA Le scelte relative ad una linea di TPL su gomma, vanno operate mediando tra le necessità dell’esercizio e la disponibilità delle tecnologie presenti sul mercato. Si devono, infatti, mettere bene in evidenza le caratteristiche tecniche e gestionali intrinseche ai diversi sistemi, tenendo presente che le “linee automobilistiche” stanno evolvendo verso un più completo concetto di sistema. Vengono fornite, allo scopo, due tabelle: la Tabella 7.4.1 correla i vincoli ambientali, di infrastruttura e di domanda di trasporto al sistema su gomma da adottare; la Tabella 7.4.2 fornisce alcune considerazioni quantitative per giungere alla scelta del sistema più adatto. “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE I ” IT/Innovazioni Tecnologiche IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA Ediz. Marzo ‘03 Revisione 7 SCHEDA N. 7 Pagina 6 di 9 TABELLA 7.4.1 Vincoli ambientali (emissioni) A Vincoli di infrastruttura sede del moto (strada,…) A Vincoli di domanda di trasporto da soddisfare B Sistemi possibili * (da comparare tra loro con successiva tab.7.4.2) A B B/C B C A A B/C A A C A+ C B A Vincoli ambientali (emissioni) Elettrici Ibridi < 8 metri Metano Ibridi metano < 9 ÷ 10 metri Metano 10,7 m; 12 m; Ibridi 18 m Filobus 10,7 m; 12 m; Metano 18 m Ibridi Filobus 18m in sede propria Metano 18 m in sede propria Sistemi intermedi Metano 10,7 m; 12 m; Ibridi 18 m Gasolio A: Alti – zona del centro storico critica che richiede veicoli a trazione elettrica almeno per alcuni tratti B: Media – linee importanti che si inseriscono nel centro della città C: Bassi – le emissioni non sono un aspetto critico. Vincoli di infrastruttura viaria A: Alti – strade del centro storico che non consentono marcia a veicoli > 8 metri B: Media – strade del centro storico che non consentono marcia a veicoli > 9 ÷ 10 metri C: Bassi – non esistono vincoli di tracciato per veicoli anche maggiori dei 12 metri Vincoli di domanda di trasporto da soddisfare A: Alti – domanda 1500 – 2500 pass/h A+ Molto Alti domanda > 2500 pass/h sino a 3200 pass/h B: Media – domanda 800 – 1500 pass/h C: Bassi – domanda <800 pass/h * I sistemi elencati non tengono conto dell’eventuale adozione di dispositivi per il trattamento dei gas di scarico “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE IT/Innovazioni Tecnologiche Ediz. Marzo ‘03 Revisione 7 IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA SCHEDA N. 7 Pagina 7 di 9 TABELLA 7.4.2 Caratteristiche del paragrafo 7.3 Tipi di sistema Gasolio Metano Diesel elettrico Elettrico a batterie Ibridi Filobus Veicolo bimodale Sistemi intermedi (con veicoli elettrici) a b c d e f g h i j k l m n o 5 3 5 2 2 1 1 1 5 4 5 1 3 5 5 5 3 3 3 2 3 3 3 5 3 3 3 2 3 3 3 5 2 2 2 5 3 5 3 4 * * * * * * * ** ** ** ** ** ** ** 5 5 1 4 1 5 3 4 2 3 1 4 2 5 4 5 3 4 5 4 5 1 2 3 4 2 2 4 2 5 3 1 4 1 5 5 5 3 4 2 4 1 5 5 5 2 4 4 4 3 5 2 4 3 3 2 3 1 5 4 5 3 3 2 3 1 LEGENDA Il punteggio incrocia con numeri decrescenti quale è il sistema che meglio risponde alle singole caratteristiche: * ** 100% 80% 60% 40% 20% ⇒ punteggio 5 ⇒ punteggio 4 ⇒ punteggio 3 ⇒ punteggio 2 ⇒ punteggio 1 In relazione al livello di protezione della linea In relazione al livello di comfort ed al numero delle fermate impiantate IT/Innovazioni Tecnologiche 7.5 “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE Ediz. Dicembre ‘02 IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA SCHEDA N. 7 Revisione 6 Pagina 8 di 9 EVOLUZIONI A MEDIO/LUNGO TERMINE I sistemi su gomma, così come caratterizzati al punto precedente, sono destinati a significative innovazioni tecnologiche, sia per i veicoli, sia per le infrastrutture (opere civili ed impianti elettrici); si può infatti ragionevolmente prevedere, anche se non a breve termine, il raggiungimento di importanti obiettivi, quali: la riduzione a livelli molto contenuti delle emissioni inquinanti (con particolare riferimento agli attuali motori a combustione interna), anche con l’adozione su larga scala della trazione elettrica, con l’alternativa dell’energia elettrica generata a bordo; il miglioramento generale del comfort e della qualità dell’intero servizio offerto ai passeggeri: prima, durante e dopo la loro presa a bordo; la disponibilità a bordo ed in fermata, di una grande varietà di servizi, anche non riferiti strettamente al T.P.L.; un sostanziale miglioramento delle tecnologie per il controllo e la regolazione dell’esercizio con il loro conseguente impatto positivo su efficienza, efficacia e qualità del sistema di trasporto; un aumento generalizzato della sicurezza dell’esercizio; una significativa riduzione dei costi di manutenzione; la riduzione di pesi ed ingombri dei componenti grazie all’impiego di materiali innovativi. E’ infatti prevedibile, sia pure in un futuro non prossimo: una evoluzione dei concetti di sicurezza, sia per i veicoli, sia per le infrastrutture; l’utilizzo di: motori a combustione interna assai più evoluti degli attuali, sia dal punto di vista della capacità di inquinamento, che del rendimento energetico (bassi consumi), da accoppiare eventualmente a generatori ed accumulatori elettrici; celle a combustibile con l’azzeramento delle emissioni gassose nocive ed un aumento dei rendimenti energetici; IT/Innovazioni Tecnologiche “SVILUPPO DEL PRODOTTO AUTOBUS DI CLASSE Ediz. Dicembre ‘02 IL TRASPORTO SU GOMMA COME SISTEMA SCHEDA N. 7 Revisione 6 Pagina 9 di 9 motori a combustione esterna, di grande interesse per i bassi costi di esercizio e di manutenzione e per le ridotte capacità di inquinamento (attualmente il motore Stirling ha un basso rendimento e può essere conveniente solo per potenze molto piccole); turbine a gas, a combustione interna, alimentate a metano, con una riduzione significativa di pesi ed ingombri del propulsore e ridotte emissioni inquinanti, da accoppiare, anch’esse, a generatori ed accumulatori elettrici; sistemi innovativi di “percorso guidato” con un significativo miglioramento dell’impatto ambientale del sistema, della sua sicurezza e della velocità commerciale dei veicoli; sistemi telematici innovativi con possibilità di controllo e regolazione dell’esercizio e dei servizi ai passeggeri, anche oltre la loro permanenza a bordo, oggi impensabili; idrogeno, come carburante, per alimentare: celle a combustibile, motori a combustione interna od esterna, turbine a gas a combustione interna; l’introduzione a bordo dei veicoli dei sistemi di stoccaggio energia elettrica con supercapacitori abbinati agli accumulatori evoluti; materiali innovativi compositi per i componenti dell’autobus, tali da ridurre i pesi ed ingombri ed aumentare durate ed affidabilità.