a 22 anni dalla strage di via d`amelio “paolo vive”.

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a 22 anni dalla strage di via d`amelio “paolo vive”.
d’Italia
A 22 ANNI DALLA STRAGE DI VIA D’AMELIO “PAOLO VIVE”.
PALERMO LO RICORDA CON UNA FIACCOLATA
ANNO LXII N.169
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Gloria Sabatini
«Sentire subito la bellezza del fresco
profumo di libertà che fa rifiutare il
puzzo del compromesso morale…», è
una delle più belle citazioni di Paolo
Borsellino passata, magari un po’
storpiata, come un testimone di bocca
in bocca da quel maledetto 19 luglio
1992. A ventidue anni dalla strage di
via D’Amelio, in cui persero la vita
oltre al magistrato cinque uomini della
sua scorta, gli italiani non vogliono
smarrire le tracce di quello spirito di libertà. E lo dimostrano in tanti modi diversi per cultura, estrazione, percorsi
politici, identici per afflato. Un modo
più autentico dello stile british del
capo dello Stato che a ogni anniversario rilascia solenni dichiarazioni
sulla lotta alla mafia, sempre le
stesse, “copia” e “incolla” dall’anno
prima. Dall’alba il web è inondato di
omaggi al giudice simbolo della
guerra senza quartiere a Cosa Nostra: post, commenti, stralci di interviste del magistrato e, soprattutto, la
sua immagine che campeggia nella
foto di centinaia di profili Facebook.
«È indispensabile non dimenticare
che un’azione di contrasto sempre più
intensa alla criminalità organizzata
trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nel-
l’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza», sono (appunto) le parole vergate da Giorgio
Napolitano in un messaggio inviato al figlio di Borsellino, Manfredi. La sua Palermo lo ricorda con una fitta agenda di
appuntamenti (in prima fila come sempre
quelle delle cosiddette Agende Rosse):
ad aprire la giornata di commemorazioni
è stata la deposizione della corona di fiori
al reparto scorte della questura, nella caserma Pietro Lungaro e poi gli oltre 150
ragazzini che hanno colorato via D’Amelio con cartelloni, giochi e attività. Sono i
giovani dai 6 ai 14 anni dei quartieri Zen,
Cep, Borgo Nuovo e centro storico arrivati con i pullman messi a disposizione
dalla Guardia di Finanza. A promuovere
l’iniziativa, come ogni anno, gli attivisti
Sarkozy nei guai per i suoi cani,
Hollande ridicolizzato nei fumetti.
E Marine Le Pen cresce…
Francesco Signoretta
Erano due “eroi” nell’immaginario collettivo dei “democratici” nostrani: Sarkozy per i suoi sorrisetti beffardi
sull’Italia del Cavaliere e per la moglie
paladina dell’antiberlusconismo; Hollande perché considerato il nuovo
punto di riferimento europeo della sinistra, l’uomo che aveva conquistato Parigi e il cuore di Renzi. Per motivi
diversi, tutt’e due sono nei guai e non
solo per lo scandalo che ha travolto
l’ex presidente o per il crollo di consensi che rovina le notti all’attuale inquilino dell’Eliseo. Non trovano pace,
beffeggiati sul web, senza più credibi-
WWW.SECOLODITALIA.IT
lità nell’opinione pubblica, costretti ad
assistere impotenti all’avanzata di Marine Le Pen, di cui hanno tentato
un’inutile criminalizzazione. Ogni
giorno scoppia una “bomba”. La prima:
pipì sui divani e poltrone graffiate, con
un danno economico notevole. I cani
di Sarkozy, hanno fatto diversi danni al
mobilio storico dell’Eliseo secondo
quanto riportato dal quotidiano on line
“Mediapart”. Nel maggio 2012, alla fine
del mandato presidenziale di Sarkozy,
il Mobilier national (che ha la missione
di arredare gli edifici ufficiali della Republique, come ministeri e palazzi, a
cui presta oggetti delle sue collezioni)
del Laboratorio Zen insieme. «Paolo
vive» e niente altro: hanno scelto questo
striscione e un lungo tricolore di 25 metri,
invece, i promotori della consueta fiaccolata notturna, arrivata alla diciottesima
edizione, che anche questa sera si snoderà per le vie palermitane a partire da
piazza Vittorio Veneto. Nessun simbolo,
nessuna presunzione di copyright della
memoria, tentazione mai sopita da parte
degli attivisti di “Agende rosse”. Niente
bandiere ideologiche per Borsellino che,
va detto per la cronaca, da giovane militò
nell’organizzazione universitaria missina
(memorabile la sua partecipazione alla
Festa del Fronte della Gioventù di Siracusa nel 1990). «Non è stata una scelta
casuale – dichiara Davide Gentile portavoce del Forum XIX Luglio che organizza
è stato incaricato del restauro di diversi
arredi del Salon d’Argent del palazzo
presidenziale danneggiati dalle zampe
dei tre cani, Toumi, il chihuahua, Clara,
il labrador, e Dumbledor, il terrier. In
questo salone Napoleone firmò l’atto di
abdicazione dopo la sconfitta di Waterloo e il presidente Felix Faure morì di
crisi cardiaca nelle braccia della sua
amante. Secondo Mediapart, i braccioli
di meridiane e poltrone, caratterizzate
dalla particolare forma a becco, sono
quelli che hanno più sofferto dell’attacco
dei cani di Sarkozy. Il costo delle riparazioni dei mobili storici arriva, secondo il
sito, a 6.600 euro, che si aggiungono
alle ore di lavoro del Mobilier national.
Sarkozy non sarebbe stato chiamato a
contribuire al pagamento delle spese di
restauro. Mediapart ricorda inoltre che
anche un prezioso divano del ministero
dell’Interno era arrivato alla sezione restauro del Mobilier national intriso di pipì
di cane e ricoperto di peli. Seconda
“bomba”: il presidente francese Fran-
domenica 20/7/2014
la fiaccolata – vogliamo rendere omaggio al Paolo Borsellino vero, non quello
costruito a tavolino da quanti vogliono
strumentalizzarlo politicamente. Come
racconta la stessa signora Agnese, nel
suo libro, Paolo Borsellino amava profondamente l’Italia. Il suo è stato un patriottismo moderno ma anche ribelle. Una
ribellione sia da giovane che da magistrato. Si ribellò al potere mafioso che
permeava ogni ambito della società, persino le istituzioni». «Un’Italia libera dalla
mafia: 22 anni dopo la sua morte continuiamo a combattere per il sogno di Borsellino. Oggi a Palermo per ricordarlo»,
è il tweet di Giorgia Meloni postato prima
di volare nel capoluogo siciliano. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, continua
a puntare i riflettori sui depistaggi: «Sono
convinto che la strage sia stata una
strage di mafia dove sono intervenuti
pezzi deviati dello Stato, perché a soli 57
giorni di distanza dalla strage di Capaci,
di fronte alla reazione dell’opinione pubblica, alla mafia non sarebbe convenuto
un nuovo massacro. Non meno dura
Rita, la sorella del giudice ammazzato.
«Parliamo di quello che è accaduto in
questi 20 anni, quando la verità sembrava a portata di mano e invece è stata
occultata per costruirne un’altra, a chi interessava e perché?».
cois Hollande è diventato il personaggio
di un fumetto sugli zombie appena
uscito in Francia, dal titolo “Zombies Nechronologies”. Gli autori, Olivier Peru e
Nicolas Petrimaux, hanno immaginato
un’invasione di morti-viventi a Parigi con
il presidente e i suoi ministri tutti impegnati in una lotta per la sopravvivenza. Il
protagonista della serie è Charles, la
guardia del corpo di Hollande, che ha il
compito di proteggere il presidente dall’attacco degli zombie che infestano la
capitale. Hollande nel fumetto è descritto come un uomo egoista che non
esita a uccidere gli altri per proteggersi.
Secondo le parole della sua guardia del
corpo, Hollande è “un borghese moralista”, “gentile” e “un po’ vigliacco”. Contattato dal quotidiano Le Figaro, l’Eliseo
non ha voluto commentare il fumetto.
Così come Sarkozy lo scandalo dei suoi
cani. Ci sarebbe da sorridere ironicamente su tutti e due. In una conferenza
stampa. Senza la Merkel, naturalmente.
Striscia diGaza,crescela contadimortieferititraipalestinesi.
AltrevittimeisraelianecolpitedairazzilanciatidaHamas
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Secolo
d’Italia
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Redazione
I numeri sono numeri, e sono davvero impressionanti. Già 321 i morti
e 2270 i feriti palestinesi dall’avvio
delle ostilità con Israele nella Striscia. Un bilancio aggiornato delle
vittime palestinesi a Gaza reso noto
dall’agenzia di stampa al-Ray, vicina al movimento di Hamas. Sul
versante opposto, da registrare che
un civile israeliano e’ stato ucciso
da un razzo di Hamas sparato da
Gaza ed esploso in un insediamento di beduini nel Neghev. Notizia diramata dalla tv israeliana
Canale 10. E’ la seconda vittima
israeliana dall’inizio delle operazioni. Il portavoce militare dell’esercito di Gerusalemme ha spiegato
che sono stati oltre 2.300 gli ”obiettivi terroristici” colpiti a Gaza dagli
israeliani dall’inizio dell’operazione
‘Margine protettivo’. Il portavoce
militare ha poi spiegato che 1.137
di questi sono stati diretti contro le
strutture di lancio dei razzi, 92 su
basi di addestramento e accampamenti di militanti, 52 su depositi di
armi e 270 su tunnel «usati per in-
tenti terroristici». I soldati israeliani
hanno ucciso ”un terrorista” che ha
cercato di infiltrarsi in territorio israeliano dalla Striscia. Secondo la
Radio militare, che ha dato la notizia, l’obiettivo era quello di «fare
una strage in un villaggio di frontiera
israeliano». Nel conflitto a fuoco
scaturito anche due soldati sarebbero stati feriti. Una notizia che è
stata confermata anche dal ministro
della sicurezza interna Yitzhak Aha-
ronovich secondo il quale «ci sono
state scontri con i terroristi sulla
barriera di confine». Del resto, l’ala
militare di Hamas aveva poco prima
annunciato che suoi militanti erano
impegnati in scambio di colpi di
fuoco con l’esercito israeliano «dietro le linee nemiche». Non si ferma,
nel mentre, la pioggia di razzi sullo
stato ebraico. Sino ad ora sono stati
ben 1663 i razzi lanciati da Gaza su
Israele dall’inizio delle ostilità. Lo
stesso portavoce militare ha spiegato che circa 1,247 sono caduti
nel sud, nel centro e nel nord del
paese, mentre 346 sono stati intercettati dall’Iron Dome. Dei 160 razzi
tirati dalla Striscia dall’avvio dell’operazione terrestre, il 33% è partito dal nord, il 24% da Gaza city, il
24% dal distretto di Deir al-Balah
nel centro, il 10% da Khan Yunis nel
sud e l’8% da Rafah, ancora più a
sud. Insomma ancora e sempre
guerra, con una tregua che è sulla
bocca di tutti ma che in realtà non è
all’orizzonte. Anche perché il capo
politico di Hamas Khaled Meshal –
citato dal quotidiano progressista
israeliano Haaretz – ha detto che il
suo movimento non accettera’ una
tregua fino a che Israele non toglierà il blocco imposto a Gaza e
non libererà i detenuti palestinesi
riarrestati dopo essere stati liberati
nello scambio per i rilascio del soldato Gilad Shalit. Hamas – sempre
secondo Haaretz – vuole che
l’Egitto mostri «flessibilità» nell’apertura del valico di Rafah con la
Striscia.
Mario Aldo Stilton
L’indagine sia seria. L’indagine sia
trasparente. Ma se già è stato individuato il colpevole, se i servizi
americani, nell’immediatezza della
tragedia, hanno già diramato il
loro convincimento ai media con
precise accuse ai filorussi e con
l’assoluzione di Kiev, c’è da chiedersi il perché questa pantomima.
E quanto ancora durerà. Anche e
soprattutto per rispetto delle povere, e loro sì innocenti, vittime di
una strage tanto assurda quanto
inconcepibile. Una strage che, è
giusto ribadirlo, avrebbe agevolmente potuto essere evitata, se
solo le compagnie aeree, a cominciare dalla Malaysia Airlines,
avessero compreso quanto pericoloso fosse solcare quei cieli di
guerra. Ma stranamente poco o
nulla di queste semplici deduzioni
c’è sulla stampa internazionale. Ci
sono le lacrime dei parenti, c’è il
dolore struggente eppure composto delle famiglie, ci sono gli orsacchiotti di peluche, i fiori e i
lumini accesi mentre le telecamere scavano senza sosta e
senza pietà nel dramma e i microfoni si insinuano ovunque per carpire voci e gemiti. E c’è pure Putin,
il colpevole già individuato. C’è soprattutto Vladimir Putin. Il nome
del leader russo campeggia sulle
prime pagine dei giornali di mezzo
mondo. Con i tabloid inglesi, Guardian in testa, che guidano il
gruppo di chi lo chiama in causa
quale diretto responsabile della
tragedia. E non è necessario ragionarci sopra: è chiaro che un
colpevole siffatto possa appagare
le aspettative. E possa, per l’appunto, mettere la sordina a tante
domande. A domande vere. Tipo il
perché di una rotta così rischiosa
e taciuta agli ignari passeggeri oppure a chi mai possa giovare un
simile fatto di sangue, a colpevolizzare chi o che cosa. O, ancora,
a distogliere l’attenzione da chi o
da che cosa. Infine, c’è pure l’accusa di Kiev ai filorussi di distruggere le prove sul sito del disastro:
come avranno fatto a saperlo visto
che in quella zona ci sono solo i
separatisti è un mistero. Dalle te-
lefonate odierne di Obama con
Cameroon, con la signora Merkel
e col leader australiano Abbot
sappiamo che la richiesta unanime è di una indagine credibile e
senza ritardi. Ma come possa essere seria e credibile una indagine
che parte già col colpevole designato, ha un che di enigmatico.
Anzi, di nostrano.
Boeing 777, ma come può essere seria
e credibile una indagine che parte già
col colpevole designato?
Ruby “the day after”, nel Pd primi “mea culpa”.
Gli azzurri: ora pacificazione e agibilità per il Cav
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Redazione
Ruby “The day after”. Mentre Forza
Italia gongola e va all’attacco, la sinistra comincia a porsi delle domande.
Inizia il Pd nella persona del suo presidente, il dalemiano Matteo Orfini, a far
intravedere timidi segnali di “mea
culpa”. «Nei vent’anni alle spalle qualcheeccesso di giustizialismo c’è stato,
sì. In alcune parti della sinistra si è
perso il senso della cultura delle garanzie e abbiamo visto una deriva giustizialista, anche perché dall’altra parte
c’era chi aggrediva la magistratura.
Dovendola noi difendere, in alcuni casi
si è andati oltre nel senso opposto».
L’imbarazzo è evidente nelle parole del
Secolo
d’Italia
presidente del Pd, intervistato dal Corriere della Sera. Le sue parole aprono
un fronte nel Pd in cui si inserisce Giorgio Tonini, vicesegretario Pd al Senato
che intervistato ad Affaritaliani.it, non
usa mezzi termini e mette nel mirino
Repubblica e il Fatto Quotidiano. A
quanto pare anche a sinistra si sono
stufati del giustizialismo travaglino e
quello di Ezio Mauro. «Liberiamoci
degli antiCav» tuona, La rinascita del
Pd passa «dal superamento e dall’eliminazione dell’antiberlusconismo».
Della serie, non è mai troppo tardi.
Stupisce, ma non troppo, l’assordante
silenzio delle istituzioni: da Napolitano
a Grasso e alla Boldrini neanche una
parola. Uno dei legali di Berlusconi, il
professor Filippo Dinacci, dalle colonne del Mattino entra nel merito:
«Negli ultimi venti anni si è assistito ad
un pericoloso scollamento tra il reale
ed il virtuale, fino a far precipitare molti
eventi della società in un indebito panpenalismo. Cioè, far finire tutto davanti
ad un giudice penale, anche una vicenda privata come quella al centro
del processo Ruby». Punto essenziale
è che le intercettazioni «erano tecnicamente illegittime perché – continua il
legale – da un lato non potevano essere disposte per il reato di prostituzione minorile, e poi per il presunto
scollamento temporale tra le captazioni delle conversazioni sul server
della procura e la registrazione avvenuta altrove». Insomma, è qui che la
macchina del fango si è messa in moto
tentando di trasformare uno stile di vita
– le feste ad Arcore- in reato. Un
aspetto su cui si sofferma duramente
“Il Mattinale”, la nota politica dello staff
del gruppo FI della Camera: «Il ribaltamento assoluto della sentenza Ruby
non si basa su nuove carte. Stessi elementi del primo grado. Che cosa suggerisce questo responso chiaro come
acqua di fonte? Semplice. Le prove
non erano prove, erano fuscelli impastati con lo sputo del pregiudizio, e trasformati in acciaio dalla potenza
calunniatrice dei mass media». Ora si
volta pagina ma senza dimenticare:
«Dopo questa a storica giornata occorre proseguire più convinti che mai
sulla strada delle riforme, quelle istituzionali ma anche tutte quelle che servono ad impedire che ciò che accaduto
in questi anni non accada più», è l’augurio di Govanni Toti, consigliere politico di FI, ai microfoni del Tg1. Il
capogruppo azzurro al Senato, Paolo
Romani pensa al futuro e si augura
una «pacificazione nazionale e piena
agibilità politica per Berlusconi, perché
possa essere federatore della nuova
aggregazione di centro destra», come
scrive su Twitter. Sul fronte del Nuovo
Centrodestra il giorno dopo la sentenza parla il coordinatore Gaetano
Quagliariello, che dopo un lapidario
«sul piano umano sono contento per
lui», non perde tempo e pone subito il
problema della leadership nel centrodestra: «Dopo l’assoluzione di Berlusconi è più facile una riaggregazione
del centrodestra, purché non si punti
più sulla sua leadership», afferma in
una intervista ad Avvenire, invitando
Berlusconi a «passare il testimone».
Grillo/Casaleggio. Non esiste una
linea Di Maio. Non esistono linee
all’interno del movimento, se non
quella dei cittadini». Excusatio non
petita, accusatio manifesta. Per
quanti sforzi faccia l’ex comico genovese nessuno può negare che
la rete si sia rivoltata contro le ultime mosse dei capi, costretti poi a
fare macchina indietro. «Soste-
niamo senza riserva alcuna – prosegue la nota ufficiale – la posizione della delegazione M5s. Per
questo faremo ratificare i punti proposti al tavolo sul portale del Movimento di modo che i cittadini iscritti
possano esprimersi. Così si potrà
andare direttamente in Aula e votare una legge elettorale con le
preferenze: dato che proprio Renzi
ha dichiarato più volte durante l’incontro di volere le preferenze nella
legge elettorale». Da Skytg24 Luigi
Di Maio spiega perciò che il movimento fa sul serio e non farà passi
indietro. «È saltata la proposta di
fare ancora un altro incontro, non
vogliamo far spendere ai cittadini
altro tempo a seguire parole, vogliamo i fatti». La proposta di mettere insieme i voti sulle cose
buone, come preferenze e abolizione immunità, è ancora del tutto
aperta. «Visto che tra 5 giorni si
vota al Senato sull’immunità, cominciamo da quella». Ma in cinque
giorni le idee possono ancora cambiare mentre il premier rottamatore
è convinto di poter riportare i grillini a più miti consigli.
Contrordine grillini. Niente tavoli con il “nemico” Renzi
sulle riforme. Ora Beppe fa la voce grossa
Romana Fabiani
«Faremo ratificare i punti proposti
al tavolo sul portale del Movimento di modo che i cittadini
iscritti possano esprimersi». Ma ci
fanno o ci sono questi rocamboleschi e grillini sempre a caccia di riflettori? E pensare che nelle
ultime settimane sembravano
aver imparato un po’ di serietà e
di coerenza. Adesso la nota congiunta di Gianroberto Casaleggio
e Beppe Grillo in merito al fatidico
tavolo con il Pd sulle riforme il Pd
rovescia nuovamente le carte e fa
saltare tutto nel nome della democrazia virtuale. Dialogo sì, poi
no, poi vedremo, adesso porta
chiusa in faccia a Renzi (il quale
a sua volta non ha brillato per
chiarezza). I grillini si sfilano perché – sembrerebbe – sentono
puzza di bruciato sull’immunità.
«Il Pd – spiega la coppia Casa-
leggio- Grillo – sta mettendo in
dubbio le buone intenzioni del
Movimento 5 stelle. È chiaro a
chiunque abbia seguito lo streaming che noi avevamo 5 punti
chiari mentre il Pd cercava di non
dare alcuna risposta concreta e di
temporeggiare. Renzi parla di una
sconfessione dal blog che non c’è
mai stata. Non esiste una linea
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Ilvaloredegliimmobilidiminuiscedel15%:tuttacolpa
dellatassazionecheincinquaannièpiùcheraddoppiata
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Secolo
d’Italia
Antonella Ambrosioni
Negli ultimi 5 anni la tassazione
sulla casa è più che raddoppiata, mentre il valore economico
delle
abitazioni
è
mediamente sceso del 15%. La
Cgia di Mestre scatta una fotografia da incubo sulla situazione
degli immobili in Italia, la quale,
prendendo come riferimento i
dati medi nazionali, evidenzia
che in una casa di tipo civile (categoria catastale A2) tra il 2010
e il 2014 il valore di mercato è
sceso del 15% (da quasi
200.000 a poco meno di
170.000 euro), mentre le imposte ordinarie (cioè le imposte
che generalmente sono versate
da tutti i proprietari, come i rifiuti
e la Tasi) sono salite del 104%
(da 300 a 611 euro). Pertanto,
l’incidenza delle imposte sul valore della casa è passata dall’1,5
per mille al 3,6 per mille. Ciò
vuol dire che l’incremento è
stato del 140%. Come sopravvivere? Semplice, non si compra,
si va in affitto. E chi ha casa, di
questi tempi, corre a vendere,
anzi a svendere. Certo, si priva
di un immobile ma almeno ha un
vantaggio: la “liberazione” da
una tassazione che potrebbe
anche anche aumentare, visti i
precedenti. Se fino a poco
tempo fa possedere un’abitazione costituiva un investimento,
ora chi possiede una casa vive
in un incubo. Passando a
un’abitazione di tipo economico
(categoria catastale A3), la contrazione media del valore di
mercato è stata anche in questo
caso del 15% (da quasi 174.500
a poco più di 148.300 euro),
mentre il peso fiscale è aumentato dell’88% (da 264 a 495
euro). Pertanto, l’incidenza delle
imposte sul valore di questa abitazione è salita dall’1,5 per mille
al 3,3 per mille (+121%).
Tra il 2010 e il 2014 il mercato
immobiliare è tracollato tra l’incudine e il martello di un incremento spaventoso del prelievo
fiscale sulle abitazioni e, parallelamente, di una drastica riduzione del valore di mercato delle
stesse. Due fenomeni di segno
opposto che hanno contribuito a
ridurre la ricchezza degli italiani,
ma anche il “valore” complessivo delle città. Il motivo è sotto
gli occhi di tutti: «Oltre alla crisi
e al crollo della domanda abitativa, dovuto in parte alla stretta
creditizia praticata in questi ultimi anni dagli istituti di credito, il
valore economico delle case ha
subito un forte calo anche a seguito del deciso aumento della
tassazione», osserva Giuseppe
Redazione
L’allarme arriva dai sindacati e
smentisce le rosee previsioni
renziane sulla ripresa e gli impegni solenni sulla disoccupazione.
«Le ore di Cassa integrazione
autorizzate a giugno si fermano a
74 milioni, con un crollo del 23%.
È la richiesta più bassa degli ultimi 12 mesi», viene sottolineato
in un rapporto della Cigl. E fin qui
la notizia sembra buona, il fatto è
che per gennaio-giugno si riscontra un’assenza completa di
attività produttiva per più di
540.000 lavoratori, con una perdita per ognuno di oltre 3.900
euro. Dati non diversi vengono
forniti anche dalla Uil che sottolinea come tra maggio e giugno le
richieste di ore di Cig da parte
delle aziende registrano un
+50,2% nell’artigianato e +12,5%
nel commercio, a fronte di un 32,3% nell’industria e -10,2%
nell’edilizia. Per la Cisl, sono
136.616 mila «i lavoratori a rischio di perdita di lavoro nel
corso del 2014, nei settori della
manifattura e delle costruzioni,
più di 10 mila ogni mese». L’Italia
è ancora «ben lontana dall’uscita
della crisi economica e sociale»,
ha dichiarato il numero uno della
Cisl, Raffaele Bonanni, commentando i dati del Rapporto Indu-
stria, messo a punto dallo stesso
sindacato. «Non possiamo continuare a perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro senza che
ci sia un impegno straordinario di
tutti. La via di uscita per un’Italia
bloccata e in ripiegamento, con
divari sociali crescenti, non può
essere affidata ai soli margini di
flessibilità che l’Unione europea
Allarme dei sindacati: nell’industria
a rischio oltre mezzo milione
di lavoratori. Ma Renzi pensa positivo
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Bortolussi, segretario della Cgia.
«Tra Imu, Tasi e Tari gli immobili
sono sottoposti a un carico fiscale ormai insopportabile».
Questa spirale perversa, lungi
dall’essere corretta dai nostri recenti governi, ha coinvolto tutta
la filiera dell’immobile, con delle
ovvie ripercussioni molto negative per le attività economiche
che ruotano attorno al comparto
casa. Molti artigiani dell’edilizia,
del legno, del settore dell’installazione degli impianti (idraulici,
elettricisti, manutentori) sono
stati costretti a gettare la spugna
o nella migliore delle ipotesi a ridurre drasticamente il personale
alle proprie dipendenze. Se il
settore sarà in grado di riprendersi, puntando soprattutto sulla
riqualificazione/ristrutturazione
del patrimonio edilizio esistente,
non ci sono dubbi che gli effetti
occupazionali saranno immediati e la ripresa economica
potrà subire una forte accelerazione. Ovviamente, conclude la
Cgia, è necessario che il carico
fiscale sul “mattone” subisca
una netta flessione. Ma on sembra che ci siano premesse promettenti…
può concederci». Sulla stessa
linea il segretario confederale
della Cisl, Luigi Sbarra, secondo
cui «il ciclo negativo dell’industria
non è ancora superato e dopo sei
anni di crisi che sono costati la
perdita di 900.000 posti di lavoro,
ora “sono a rischio quasi 140.000
posti di lavoro, mentre i livelli produttivi sono quasi fermi».
BoeingdellaMalaysiaAirlines,numerosissimiidati
dellescatolenere.Masarannonecessariealtreevidenze
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Redazione
Sono numerosissimi i dati registrati
nelle scatole nere, ma da soli difficilmente potranno permettere di ricostruire che cosa è accaduto al
Boeing 777 del volo MH17 della Malaysia Airlines. «Sarà necessario
combinarli con altre evidenze», osservano fonti dell'Agenzia Nazionale
per la Sicurezza del Volo (Ansv). Ad
esempio, con eventuali tracce scoperte nel relitto o la presenza di
«componenti diverse da quelle previste dalla casa aeronautica». Per gli
esperti dall'Ansv «bisognerà inoltre
vedere in che stato saranno i registratori di volo, considerando che le
condizioni dei resti dell'aereo indicano un livello di distruzione elevatissimo». Le scatole nere, che in
realtà sono di colore arancione, sono
due: la Cvr (Cockpit Voice Recorder),
che registra le voci nella cabina di pilotaggio (può contenere due ore di
registrazione a bassa definizione e
30 minuti in alta definizione), e la Fdr
(Flight Data Recorder), che registra i
parametri tecnici fondamentali, come
quelli relativi a velocità, altitudine e
condizioni dei motori al momento
dell'incidente (ad esempio temperatura, flusso del carburante). La Fdr
registra dati fino a 20 o 30 ore di
volo. Tutte e due le scatole sono in
grado di resistere anche a tempera-
Secolo
d’Italia
Siria, in appena 24 ore
due adultere lapidate
da miliziani dell'Isis
ture altissime, di oltre mille gradi, e si
trovano nella coda del velivolo, dove
i danni da impatto sono di solito minori. «Nel caso in cui un missile colpisse il motore di un aereo, tutto
andrebbe in tilt da un momento all'altro. Questo - proseguono gli
esperti - si vedrebbe nelle scatole
nere, che possono dare indicazioni
circa qualcosa di improvviso avvenuto a bordo. Tuttavia sarebbe comunque necessario un confronto
con altri elementi». Chi debba condurre le indagini lo stabilisce la Convenzione dell'Aviazione civile
internazionale, che le affida al Paese
in cui è avvenuto l'incidente, ma che
prevede la partecipazione di osservatori provenienti tutti i Paesi coinvolti (ad esempio quelli di
provenienza delle vittime a bordo
dell'aereo). E' ovviamente necessario che il Paese incaricato delle indagini abbia laboratori adeguati per la
lettura delle scatole nere; in caso
contrario può rivolgersi a un altro
Stato, a sua discrezione. Tutto cambia se l'evento si deve ad un atto doloso: in questo caso l'inchiesta passa
all'autorità giudiziaria.
mente con un altro autobus, il quale,
fuori controllo, avrebbe rotto la barriera che separa i due sensi di marcia
finendo a scontrarsi frontalmente con
un altro piccolo bus. Le nove vittime
dell'incidente avvenuto stamani sull'autostrada tedesca A4, nei pressi di
Dresda, a quanto si è successivamente appreso sono tutte di nazionalità polacca. E' quanto ha reso noto la
polizia locale, specificando che sette
tra le persone decedute si trovavano
sul piccolo bus turistico investito mentre viaggiava regolarmente sulla propria corsia da un pullman che, a
seguito del precedente impatto, ha
sfondato le barriere protettive tra i due
sensi di marcia. Il tragico schianto è
avvenuto intorno alle due del mattino
di sabato, proprio vicino all'uscita Dresden-Neustadt. Gli oltre quaranta feriti
sono stati prontamente trasportati in
tre ospedali di Dresda e in alcuni di
altri centri vicini. L'autostrada, che arriva fino al confine polacco, è rimasta
chiusa per ore in entrambe le direzioni, provocando evidenti disagi agli
automobilisti. Proprio per fugare i
dubbi su un eventuale mal funzionamento meccanico, la compagnia polacca proprietaria del pullman ha reso
noto che l'ultimo controllo sul mezzo
era stato effettuato lo scorso 8 luglio.
A quanto sembra, si è trattato proprio
di una maledetta fatalità.
Germania, impatto frontale tra pullman
provoca 9 vittime nei pressi di Dresda
Redazione
Almeno nove persone sono morte in
un gravissimo incidente avvenuto
nella notte tra due autobus sull'autostrada A4 vicino Dresda, nel nord della
Germania. Incidente che ha anche
provocato il ferimento di circa quaranta persone. Lo ha reso noto un portavoce della polizia locale. Secondo le
prime ricostruzioni, un autobus turistico si sarebbe scontrato frontal-
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Redazione
L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), afferma oggi che una seconda
donna, accusata di adulterio, e'
stata messa a morte tramite lapidazione nel nord della Siria dai jihadisti dello Stato islamico (Isis).
Se la notizia dovesse trovare
conferme, si tratterebbe del secondo caso in appena 24 ore.
L'Ong umanitaria, con sede in
Gran Bretagna, ma che si basa
su una vasta rete di informatori in
Siria, riferisce che la seconda lapidazione e' avvenuta a Raqqa,
capoluogo dell'omonima provincia, in una piazza nei pressi dello
stadio municipale. Ad eseguire la
condanna contro la donna sarebbero stati proprio alcuni miliziani
dell'Isis dopo che i cittadini presenti si erano tutti rifiutati di farlo.
Il precedente episodio relativo ad
una lapidazione di donne per
adulterio era stato segnalato proprio ieri ad Al Tabqa, nella stessa
provincia di Raqqa, dove, secondo l'Ondus, l'esecuzione di
una donna di 26 anni e' avvenuta
all'interno del mercato cittadino.
Attivisti siriani residenti a Raqqa
e Tabqa, contattati via Skype dall'ANSA, avevano specificato di
non sapere nulla della prima lapidazione. Questo nuovo caso
segnalato getta perciò un'ulteriore sinistra luce sulle attività
dell'Isis e dei suoi miliziani.
Ilmareitalianopromossoapienivoti:ilRapportoeuropeo
sullaqualitàdelleacquedibalneazionesegnadiscoverde
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Redazione
Il mare italiano promosso a pieni
voti: la fotografia dal Rapporto europeo 2014 sulla qualità delle acque
di balneazione, a cura del ministero
della Salute, è a tinte chiare: il nostro mare è blu. Trasparente. In una
parola: balneabile.Secondo il report,
infatti, aumenta la qualità delle
acque di balneazione italiane: risulta
a norma il 96,6% del totale, mentre
l’87,2% è stimato addirittura eccellente, determinando un valore in
crescita di ben due punti rispetto
all’85,1% registrato nell’anno precedente. Di contro, però, aumentano
anche le acque di mari, laghi e fiumi
di qualità scarsa, che rappresentano il 2,5% sul totale nazionale,
mentre il restante circa 10% è considerato sufficiente.
La Commissione europea, ai sensi
della Direttiva 2006/7/CE, verifica
annualmente la qualità delle acque
di balneazione marine ed interne e
pubblica, sulla base dei dati di monitoraggio degli Stati Membri, i valori di conformità rispetto alla
presenza di enterococchi intestinali
ed eschirichia coli, i temuti batteri fecali presenti nelle fogne, che si riversano nell’acque dove poi magari
si va spensieratamente a fare il
Secolo
d’Italia
bagno. Rispetto alla classica domanda, allora, meglio il bagno al
mare oppure in laghi e fiumi, il rapporto sembrerebbe premiare il
primo.
Di più: secondo i dati relativi all’anno
2013, l’incremento di qualità delle
acque balneabili marine è del 2,2%
rispetto al 2012, mentre il miglioramento è del + 1,7% per quelle di
fiumi e laghi. Quanto alle acque di
qualità scarsa, dovute anche al forte
impatto dell’uomo (inteso come tutto
l’insieme di influenze sull’ambiente,
dalle costruzioni agli scarichi) delle
nostre coste, sottolinea il rapporto,
con il nostro 2,5% vantiamo comunque una percentuale più bassa di
altri Stati europei.
Le acque di qualità scarsa, sottolinea infatti il documento del Ministero, sono una percentuale molto
bassa e comunque «inferiore rispetto ad altri Stati europei, come la
Francia, 3%, e la Spagna, 3,3%».
Inoltre, si legge ancora nel dossier,
«il dato deve essere analizzato e valutato sia considerando l’elevato numero di acque di balneazione
presenti nel nostro Paese (circa un
quarto del totale europeo), sia tenendo conto della forte antropizzazione delle nostre coste».
notizia della morte del bambino, una tragedia doppia per
la comunità. Quando un bambino muore è una tragedia per
tutti. Lo è doppiamente quando
la sua morte è provocata da un
gesto come quello di cui siamo
venuti a conoscenza oggi. Un
gesto che ha distrutto una e
tante vite, suscitando dolore e
stupore nella comunità intorno
alla famiglia». «Umanamente,
e nel rispetto delle famiglie che
ricorrono all'istituto dell'adozione, oltre a ulteriori approfondimenti
sul
caso
in
questione – ha concluso il
primo cittadino – auspico che i
controlli che so essere già
scrupolosi su pratiche simili,
siano ancora più sensibili da
qui in avanti, comunque confidando nella professionalità di
quanti, ai vari livelli, hanno seguito la storia del provvedimento di adozione e della
coppia in questi anni». Un
tema di scottante attualità
quello della revisione della normativa delle adozioni fatta di
iter complessi, spesso farraginosi teoricamente ad esclusiva
tutela del minore. Un percorso
complicato fatto per coppie
davvero motivate, che non si
lasciano scoraggiare da intoppi
burocratici e servizi sociali
spesso troppo fiscali e disattenti. Per questo il caso di Pescara
è
ancora
più
agghiacciante.
Un esercito di cani-bagnino sulle spiagge italiane.
Sono 350 e fanno impazzire adulti e bambini
Redazione
È una notizia a dir poco scioccante. Un padre adottivo soffoca nel sonno il figlio cercato
con tutte le energie. Impensabile, assurdo. Il protagonista
dell'orrore si chiama Massimo
Maravalle, 47 anni, in cura
dallo psichiatra Alessandro
Rossi, già ascoltato dalla
Squadra Mobile di Pescara. Il
professionista è docente all'Università dell'Aquila, ma a a
quanto si è saputo ha esercitato anche a Pescara dove è
avvenuto il fattaccio. Dalle notizie finora avute «non risultano
segnalazioni relativamente alla
famiglia in questione, né episodi che avrebbero potuto allarmare circa il comportamento
dei genitori e le rispettive capacità genitoriali e di accoglienza. È un epilogo che
lascia tutti senza parole», ha
detto il sindaco di Pescara,
Marco Alessandrini. Il primo cittadino ha chiesto informazioni
ai Servizi sociali del Comune,
da cui la coppia era seguita,
«come lo sono tutte quante le
coppie che entrano a far parte
della rete delle adozioni», ha
proseguito Alessandrini, «sono
rimasto toccato come tutti dalla
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
Da Richard Gere a Isabella Ferrari a Ozpetek,
passerella di star al Giffoni Film Festival
Secolo
DOMENICA 20 LUGLIO 2014
7
d’Italia
Redazione
Fino al 27 luglio al Giffoni Film Festival diretto da Claudio Gubitosi torna il palcoscenico mondiale del cinema per ragazzi,
l’unica rassegna al monda a basarsi in modo
esclusivo sul loro insindacabile giudizio: la
cittadina campana, a 40 chilometri da Salerno, che ha ormai legato indissolubilmente
il suo nome alla settima arte. Questa edizione avrà come ospite ancora una grande
star di Hollywood, Richard Gere. Ma da qui
sono passati grandi nomi della politica, della
cukura, dello spettacolo. La prima giornata
ha visto sfilare l'attore di Ufficiale e gentiluomo sul blu carpet di Giffoni, dopo aver
stupito la critica conquistando un Nastro
d’argento e un David di Donatello. Ha presentato fuori concorso La mafia uccide solo
d’estate, suo esordio alla regia. Ma sono
tante le star, non solo nostrane, che hanno
accettato di misurarsi con il pubblico più severo ed esigente che ci sia. Quello di bambini e adolescenti. Nel corso degli anni il
numero dei ragazzi che partecipano al festi-
val come giurati è cresciuto fino a raggiungere quota 3.500. Gli altri ospiti più attesi
sono Alan Rickman (il preside Severus Piton
nella saga di Harry Potter), Lea Michele (la
talentuosa Rachel Berry della seguitissima
serie tv Glee), Matt Bomer (protagonista di
White Collar), Dylan O'Brien (star di Teen
Wolf e della pellicola The Maze Runner - Il
labirinto), Ryan Guzman (Step Up All In, presentato a Giffoni in anteprima) e Micaela
Riera (l'erede di Violetta, nuova eroina di Disney Channel per Cata e i misteri della
sfera). Tra gli italiani, Luca Argentero, Cesare Bocci, Lorella Boccia, il cast della fiction Rai1 Braccialetti Rossi, Marco D'Amore
e Salvatore Esposito (i due protagonisti della
serie rivelazione di Sky Gomorra), Isabella
Ferrari, Claudia Gerini, Max Giusti, Giulia
Michelini, Ornella Muti, Ferzan Ozpetek,
Paolo Ruffini, Sydney Sibilia, Vittorio Storaro
e Giorgia Wurth. La svolta al festival dei ragazzi avvenne con l'arrivo di Francois Truffaut, che in seguito alla sua visita nel 1982
nella cittadina campana lasciò scritto: «Di
tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il
più necessario». Provenienti da 50 diversi
paesi da tutti i continenti del mondo, i ragazzi
trasformano il GFF in un'indimenticabile e
straordinaria esperienza di vita e di amicizia
per i giovani giurati.
Da San Sepolcro al Guggenheim di New
York, un anno di eventi per i 100 anni di Burri
Redazione
Il 2015 sarà l'anno di Alberto
Burri Burri. Da San Sepolcro al
Guggenheim Museum di New
York oltre un anno di appuntamenti e mostre per celebrare i
100 anni dalla nascita del
grande pittore nato a Città di Castello nel 1915 e morto a Nizza
nel 1995), genio tra i più eclettici
del Novecento e maestro dell'arte informale italiana. Burri a
tu per tu con i maestri del Quattrocento e poi Burri negli Stati
Uniti dopo 38 anni di assenza.
Burri e quel “sudario” del
Grande Cretto di Gibellina terminato, ma anche Burri protagonista nei giorni dell'Expo
2015. Pittore, architetto, scenografo, Burri sarà ricordato già
dal 19 settembre, a San Sepol-
Editore
SECOLO D’ITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
cro, con la mostra “Rivisitazione:
Burri incontra Piero della Francesca”, primo confronto diretto
con i maestri, come lui, dell'alta
Valle del Tevere, seguito a
marzo a Morra dall'incontro-stu-
d’Italia
dio sulla pittura di Luca Signorelli (alla quale era tanto attento
e interessato). Nella Milano dell'Expo risorgerà invece il Teatro
Continuo, piattaforma scenica
nel Parco Sempione che Burri
realizzò nel '73, demolita nell'89
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Ugo Lisi (Vicepresidente)
Antonio Giordano (Amministratore delegato)
Italo Bocchino
Antonio Tisci
e ora ricostruita a partire dai disegni originali. Rivivrà il Grande
Cretto di Gibellina, realizzato
sulle rovine del sisma del '68 e
che ora la Regione Sicilia completerà nei 20 mila metri quadri
mancanti (sui 90 previsti). Ma
momento clou del centenario
sarà il ritorno di Burri a New
York, ospite del Guggenheim
Museum nella antologica curata
da Emily Braun, che con oltre
cento opere (in arrivo anche da
istituzioni e privati americani ed
europei) sarà la più ampia ed
esauriente mai realizzata negli
USA da un museo di arte contemporanea. Dopo New York,
l'esposizione sarà in Germania,
per arrivare nel 2016 a Città di
Castello. E ancora, un convegno internazionale, con oltre 50
artisti, a Città di Castello discuterà dello stato dell'arte contemporanea. Nel giorno esatto
dell'anniversario, il 15 marzo
2015, la Fondazione Burri presenterà il nuovo Catalogo generale delle opere del maestro.
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7 agosto 1990 n. 250