a 22 anni dalla strage di via d`amelio “paolo vive”.
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a 22 anni dalla strage di via d`amelio “paolo vive”.
d’Italia A 22 ANNI DALLA STRAGE DI VIA D’AMELIO “PAOLO VIVE”. PALERMO LO RICORDA CON UNA FIACCOLATA ANNO LXII N.169 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Gloria Sabatini «Sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale…», è una delle più belle citazioni di Paolo Borsellino passata, magari un po’ storpiata, come un testimone di bocca in bocca da quel maledetto 19 luglio 1992. A ventidue anni dalla strage di via D’Amelio, in cui persero la vita oltre al magistrato cinque uomini della sua scorta, gli italiani non vogliono smarrire le tracce di quello spirito di libertà. E lo dimostrano in tanti modi diversi per cultura, estrazione, percorsi politici, identici per afflato. Un modo più autentico dello stile british del capo dello Stato che a ogni anniversario rilascia solenni dichiarazioni sulla lotta alla mafia, sempre le stesse, “copia” e “incolla” dall’anno prima. Dall’alba il web è inondato di omaggi al giudice simbolo della guerra senza quartiere a Cosa Nostra: post, commenti, stralci di interviste del magistrato e, soprattutto, la sua immagine che campeggia nella foto di centinaia di profili Facebook. «È indispensabile non dimenticare che un’azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nel- l’opporsi al compromesso, all’acquiescenza e all’indifferenza», sono (appunto) le parole vergate da Giorgio Napolitano in un messaggio inviato al figlio di Borsellino, Manfredi. La sua Palermo lo ricorda con una fitta agenda di appuntamenti (in prima fila come sempre quelle delle cosiddette Agende Rosse): ad aprire la giornata di commemorazioni è stata la deposizione della corona di fiori al reparto scorte della questura, nella caserma Pietro Lungaro e poi gli oltre 150 ragazzini che hanno colorato via D’Amelio con cartelloni, giochi e attività. Sono i giovani dai 6 ai 14 anni dei quartieri Zen, Cep, Borgo Nuovo e centro storico arrivati con i pullman messi a disposizione dalla Guardia di Finanza. A promuovere l’iniziativa, come ogni anno, gli attivisti Sarkozy nei guai per i suoi cani, Hollande ridicolizzato nei fumetti. E Marine Le Pen cresce… Francesco Signoretta Erano due “eroi” nell’immaginario collettivo dei “democratici” nostrani: Sarkozy per i suoi sorrisetti beffardi sull’Italia del Cavaliere e per la moglie paladina dell’antiberlusconismo; Hollande perché considerato il nuovo punto di riferimento europeo della sinistra, l’uomo che aveva conquistato Parigi e il cuore di Renzi. Per motivi diversi, tutt’e due sono nei guai e non solo per lo scandalo che ha travolto l’ex presidente o per il crollo di consensi che rovina le notti all’attuale inquilino dell’Eliseo. Non trovano pace, beffeggiati sul web, senza più credibi- WWW.SECOLODITALIA.IT lità nell’opinione pubblica, costretti ad assistere impotenti all’avanzata di Marine Le Pen, di cui hanno tentato un’inutile criminalizzazione. Ogni giorno scoppia una “bomba”. La prima: pipì sui divani e poltrone graffiate, con un danno economico notevole. I cani di Sarkozy, hanno fatto diversi danni al mobilio storico dell’Eliseo secondo quanto riportato dal quotidiano on line “Mediapart”. Nel maggio 2012, alla fine del mandato presidenziale di Sarkozy, il Mobilier national (che ha la missione di arredare gli edifici ufficiali della Republique, come ministeri e palazzi, a cui presta oggetti delle sue collezioni) del Laboratorio Zen insieme. «Paolo vive» e niente altro: hanno scelto questo striscione e un lungo tricolore di 25 metri, invece, i promotori della consueta fiaccolata notturna, arrivata alla diciottesima edizione, che anche questa sera si snoderà per le vie palermitane a partire da piazza Vittorio Veneto. Nessun simbolo, nessuna presunzione di copyright della memoria, tentazione mai sopita da parte degli attivisti di “Agende rosse”. Niente bandiere ideologiche per Borsellino che, va detto per la cronaca, da giovane militò nell’organizzazione universitaria missina (memorabile la sua partecipazione alla Festa del Fronte della Gioventù di Siracusa nel 1990). «Non è stata una scelta casuale – dichiara Davide Gentile portavoce del Forum XIX Luglio che organizza è stato incaricato del restauro di diversi arredi del Salon d’Argent del palazzo presidenziale danneggiati dalle zampe dei tre cani, Toumi, il chihuahua, Clara, il labrador, e Dumbledor, il terrier. In questo salone Napoleone firmò l’atto di abdicazione dopo la sconfitta di Waterloo e il presidente Felix Faure morì di crisi cardiaca nelle braccia della sua amante. Secondo Mediapart, i braccioli di meridiane e poltrone, caratterizzate dalla particolare forma a becco, sono quelli che hanno più sofferto dell’attacco dei cani di Sarkozy. Il costo delle riparazioni dei mobili storici arriva, secondo il sito, a 6.600 euro, che si aggiungono alle ore di lavoro del Mobilier national. Sarkozy non sarebbe stato chiamato a contribuire al pagamento delle spese di restauro. Mediapart ricorda inoltre che anche un prezioso divano del ministero dell’Interno era arrivato alla sezione restauro del Mobilier national intriso di pipì di cane e ricoperto di peli. Seconda “bomba”: il presidente francese Fran- domenica 20/7/2014 la fiaccolata – vogliamo rendere omaggio al Paolo Borsellino vero, non quello costruito a tavolino da quanti vogliono strumentalizzarlo politicamente. Come racconta la stessa signora Agnese, nel suo libro, Paolo Borsellino amava profondamente l’Italia. Il suo è stato un patriottismo moderno ma anche ribelle. Una ribellione sia da giovane che da magistrato. Si ribellò al potere mafioso che permeava ogni ambito della società, persino le istituzioni». «Un’Italia libera dalla mafia: 22 anni dopo la sua morte continuiamo a combattere per il sogno di Borsellino. Oggi a Palermo per ricordarlo», è il tweet di Giorgia Meloni postato prima di volare nel capoluogo siciliano. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, continua a puntare i riflettori sui depistaggi: «Sono convinto che la strage sia stata una strage di mafia dove sono intervenuti pezzi deviati dello Stato, perché a soli 57 giorni di distanza dalla strage di Capaci, di fronte alla reazione dell’opinione pubblica, alla mafia non sarebbe convenuto un nuovo massacro. Non meno dura Rita, la sorella del giudice ammazzato. «Parliamo di quello che è accaduto in questi 20 anni, quando la verità sembrava a portata di mano e invece è stata occultata per costruirne un’altra, a chi interessava e perché?». cois Hollande è diventato il personaggio di un fumetto sugli zombie appena uscito in Francia, dal titolo “Zombies Nechronologies”. Gli autori, Olivier Peru e Nicolas Petrimaux, hanno immaginato un’invasione di morti-viventi a Parigi con il presidente e i suoi ministri tutti impegnati in una lotta per la sopravvivenza. Il protagonista della serie è Charles, la guardia del corpo di Hollande, che ha il compito di proteggere il presidente dall’attacco degli zombie che infestano la capitale. Hollande nel fumetto è descritto come un uomo egoista che non esita a uccidere gli altri per proteggersi. Secondo le parole della sua guardia del corpo, Hollande è “un borghese moralista”, “gentile” e “un po’ vigliacco”. Contattato dal quotidiano Le Figaro, l’Eliseo non ha voluto commentare il fumetto. Così come Sarkozy lo scandalo dei suoi cani. Ci sarebbe da sorridere ironicamente su tutti e due. In una conferenza stampa. Senza la Merkel, naturalmente. Striscia diGaza,crescela contadimortieferititraipalestinesi. AltrevittimeisraelianecolpitedairazzilanciatidaHamas 2 Secolo d’Italia DOMENICA 20 LUGLIO 2014 Redazione I numeri sono numeri, e sono davvero impressionanti. Già 321 i morti e 2270 i feriti palestinesi dall’avvio delle ostilità con Israele nella Striscia. Un bilancio aggiornato delle vittime palestinesi a Gaza reso noto dall’agenzia di stampa al-Ray, vicina al movimento di Hamas. Sul versante opposto, da registrare che un civile israeliano e’ stato ucciso da un razzo di Hamas sparato da Gaza ed esploso in un insediamento di beduini nel Neghev. Notizia diramata dalla tv israeliana Canale 10. E’ la seconda vittima israeliana dall’inizio delle operazioni. Il portavoce militare dell’esercito di Gerusalemme ha spiegato che sono stati oltre 2.300 gli ”obiettivi terroristici” colpiti a Gaza dagli israeliani dall’inizio dell’operazione ‘Margine protettivo’. Il portavoce militare ha poi spiegato che 1.137 di questi sono stati diretti contro le strutture di lancio dei razzi, 92 su basi di addestramento e accampamenti di militanti, 52 su depositi di armi e 270 su tunnel «usati per in- tenti terroristici». I soldati israeliani hanno ucciso ”un terrorista” che ha cercato di infiltrarsi in territorio israeliano dalla Striscia. Secondo la Radio militare, che ha dato la notizia, l’obiettivo era quello di «fare una strage in un villaggio di frontiera israeliano». Nel conflitto a fuoco scaturito anche due soldati sarebbero stati feriti. Una notizia che è stata confermata anche dal ministro della sicurezza interna Yitzhak Aha- ronovich secondo il quale «ci sono state scontri con i terroristi sulla barriera di confine». Del resto, l’ala militare di Hamas aveva poco prima annunciato che suoi militanti erano impegnati in scambio di colpi di fuoco con l’esercito israeliano «dietro le linee nemiche». Non si ferma, nel mentre, la pioggia di razzi sullo stato ebraico. Sino ad ora sono stati ben 1663 i razzi lanciati da Gaza su Israele dall’inizio delle ostilità. Lo stesso portavoce militare ha spiegato che circa 1,247 sono caduti nel sud, nel centro e nel nord del paese, mentre 346 sono stati intercettati dall’Iron Dome. Dei 160 razzi tirati dalla Striscia dall’avvio dell’operazione terrestre, il 33% è partito dal nord, il 24% da Gaza city, il 24% dal distretto di Deir al-Balah nel centro, il 10% da Khan Yunis nel sud e l’8% da Rafah, ancora più a sud. Insomma ancora e sempre guerra, con una tregua che è sulla bocca di tutti ma che in realtà non è all’orizzonte. Anche perché il capo politico di Hamas Khaled Meshal – citato dal quotidiano progressista israeliano Haaretz – ha detto che il suo movimento non accettera’ una tregua fino a che Israele non toglierà il blocco imposto a Gaza e non libererà i detenuti palestinesi riarrestati dopo essere stati liberati nello scambio per i rilascio del soldato Gilad Shalit. Hamas – sempre secondo Haaretz – vuole che l’Egitto mostri «flessibilità» nell’apertura del valico di Rafah con la Striscia. Mario Aldo Stilton L’indagine sia seria. L’indagine sia trasparente. Ma se già è stato individuato il colpevole, se i servizi americani, nell’immediatezza della tragedia, hanno già diramato il loro convincimento ai media con precise accuse ai filorussi e con l’assoluzione di Kiev, c’è da chiedersi il perché questa pantomima. E quanto ancora durerà. Anche e soprattutto per rispetto delle povere, e loro sì innocenti, vittime di una strage tanto assurda quanto inconcepibile. Una strage che, è giusto ribadirlo, avrebbe agevolmente potuto essere evitata, se solo le compagnie aeree, a cominciare dalla Malaysia Airlines, avessero compreso quanto pericoloso fosse solcare quei cieli di guerra. Ma stranamente poco o nulla di queste semplici deduzioni c’è sulla stampa internazionale. Ci sono le lacrime dei parenti, c’è il dolore struggente eppure composto delle famiglie, ci sono gli orsacchiotti di peluche, i fiori e i lumini accesi mentre le telecamere scavano senza sosta e senza pietà nel dramma e i microfoni si insinuano ovunque per carpire voci e gemiti. E c’è pure Putin, il colpevole già individuato. C’è soprattutto Vladimir Putin. Il nome del leader russo campeggia sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo. Con i tabloid inglesi, Guardian in testa, che guidano il gruppo di chi lo chiama in causa quale diretto responsabile della tragedia. E non è necessario ragionarci sopra: è chiaro che un colpevole siffatto possa appagare le aspettative. E possa, per l’appunto, mettere la sordina a tante domande. A domande vere. Tipo il perché di una rotta così rischiosa e taciuta agli ignari passeggeri oppure a chi mai possa giovare un simile fatto di sangue, a colpevolizzare chi o che cosa. O, ancora, a distogliere l’attenzione da chi o da che cosa. Infine, c’è pure l’accusa di Kiev ai filorussi di distruggere le prove sul sito del disastro: come avranno fatto a saperlo visto che in quella zona ci sono solo i separatisti è un mistero. Dalle te- lefonate odierne di Obama con Cameroon, con la signora Merkel e col leader australiano Abbot sappiamo che la richiesta unanime è di una indagine credibile e senza ritardi. Ma come possa essere seria e credibile una indagine che parte già col colpevole designato, ha un che di enigmatico. Anzi, di nostrano. Boeing 777, ma come può essere seria e credibile una indagine che parte già col colpevole designato? Ruby “the day after”, nel Pd primi “mea culpa”. Gli azzurri: ora pacificazione e agibilità per il Cav DOMENICA 20 LUGLIO 2014 Redazione Ruby “The day after”. Mentre Forza Italia gongola e va all’attacco, la sinistra comincia a porsi delle domande. Inizia il Pd nella persona del suo presidente, il dalemiano Matteo Orfini, a far intravedere timidi segnali di “mea culpa”. «Nei vent’anni alle spalle qualcheeccesso di giustizialismo c’è stato, sì. In alcune parti della sinistra si è perso il senso della cultura delle garanzie e abbiamo visto una deriva giustizialista, anche perché dall’altra parte c’era chi aggrediva la magistratura. Dovendola noi difendere, in alcuni casi si è andati oltre nel senso opposto». L’imbarazzo è evidente nelle parole del Secolo d’Italia presidente del Pd, intervistato dal Corriere della Sera. Le sue parole aprono un fronte nel Pd in cui si inserisce Giorgio Tonini, vicesegretario Pd al Senato che intervistato ad Affaritaliani.it, non usa mezzi termini e mette nel mirino Repubblica e il Fatto Quotidiano. A quanto pare anche a sinistra si sono stufati del giustizialismo travaglino e quello di Ezio Mauro. «Liberiamoci degli antiCav» tuona, La rinascita del Pd passa «dal superamento e dall’eliminazione dell’antiberlusconismo». Della serie, non è mai troppo tardi. Stupisce, ma non troppo, l’assordante silenzio delle istituzioni: da Napolitano a Grasso e alla Boldrini neanche una parola. Uno dei legali di Berlusconi, il professor Filippo Dinacci, dalle colonne del Mattino entra nel merito: «Negli ultimi venti anni si è assistito ad un pericoloso scollamento tra il reale ed il virtuale, fino a far precipitare molti eventi della società in un indebito panpenalismo. Cioè, far finire tutto davanti ad un giudice penale, anche una vicenda privata come quella al centro del processo Ruby». Punto essenziale è che le intercettazioni «erano tecnicamente illegittime perché – continua il legale – da un lato non potevano essere disposte per il reato di prostituzione minorile, e poi per il presunto scollamento temporale tra le captazioni delle conversazioni sul server della procura e la registrazione avvenuta altrove». Insomma, è qui che la macchina del fango si è messa in moto tentando di trasformare uno stile di vita – le feste ad Arcore- in reato. Un aspetto su cui si sofferma duramente “Il Mattinale”, la nota politica dello staff del gruppo FI della Camera: «Il ribaltamento assoluto della sentenza Ruby non si basa su nuove carte. Stessi elementi del primo grado. Che cosa suggerisce questo responso chiaro come acqua di fonte? Semplice. Le prove non erano prove, erano fuscelli impastati con lo sputo del pregiudizio, e trasformati in acciaio dalla potenza calunniatrice dei mass media». Ora si volta pagina ma senza dimenticare: «Dopo questa a storica giornata occorre proseguire più convinti che mai sulla strada delle riforme, quelle istituzionali ma anche tutte quelle che servono ad impedire che ciò che accaduto in questi anni non accada più», è l’augurio di Govanni Toti, consigliere politico di FI, ai microfoni del Tg1. Il capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani pensa al futuro e si augura una «pacificazione nazionale e piena agibilità politica per Berlusconi, perché possa essere federatore della nuova aggregazione di centro destra», come scrive su Twitter. Sul fronte del Nuovo Centrodestra il giorno dopo la sentenza parla il coordinatore Gaetano Quagliariello, che dopo un lapidario «sul piano umano sono contento per lui», non perde tempo e pone subito il problema della leadership nel centrodestra: «Dopo l’assoluzione di Berlusconi è più facile una riaggregazione del centrodestra, purché non si punti più sulla sua leadership», afferma in una intervista ad Avvenire, invitando Berlusconi a «passare il testimone». Grillo/Casaleggio. Non esiste una linea Di Maio. Non esistono linee all’interno del movimento, se non quella dei cittadini». Excusatio non petita, accusatio manifesta. Per quanti sforzi faccia l’ex comico genovese nessuno può negare che la rete si sia rivoltata contro le ultime mosse dei capi, costretti poi a fare macchina indietro. «Soste- niamo senza riserva alcuna – prosegue la nota ufficiale – la posizione della delegazione M5s. Per questo faremo ratificare i punti proposti al tavolo sul portale del Movimento di modo che i cittadini iscritti possano esprimersi. Così si potrà andare direttamente in Aula e votare una legge elettorale con le preferenze: dato che proprio Renzi ha dichiarato più volte durante l’incontro di volere le preferenze nella legge elettorale». Da Skytg24 Luigi Di Maio spiega perciò che il movimento fa sul serio e non farà passi indietro. «È saltata la proposta di fare ancora un altro incontro, non vogliamo far spendere ai cittadini altro tempo a seguire parole, vogliamo i fatti». La proposta di mettere insieme i voti sulle cose buone, come preferenze e abolizione immunità, è ancora del tutto aperta. «Visto che tra 5 giorni si vota al Senato sull’immunità, cominciamo da quella». Ma in cinque giorni le idee possono ancora cambiare mentre il premier rottamatore è convinto di poter riportare i grillini a più miti consigli. Contrordine grillini. Niente tavoli con il “nemico” Renzi sulle riforme. Ora Beppe fa la voce grossa Romana Fabiani «Faremo ratificare i punti proposti al tavolo sul portale del Movimento di modo che i cittadini iscritti possano esprimersi». Ma ci fanno o ci sono questi rocamboleschi e grillini sempre a caccia di riflettori? E pensare che nelle ultime settimane sembravano aver imparato un po’ di serietà e di coerenza. Adesso la nota congiunta di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo in merito al fatidico tavolo con il Pd sulle riforme il Pd rovescia nuovamente le carte e fa saltare tutto nel nome della democrazia virtuale. Dialogo sì, poi no, poi vedremo, adesso porta chiusa in faccia a Renzi (il quale a sua volta non ha brillato per chiarezza). I grillini si sfilano perché – sembrerebbe – sentono puzza di bruciato sull’immunità. «Il Pd – spiega la coppia Casa- leggio- Grillo – sta mettendo in dubbio le buone intenzioni del Movimento 5 stelle. È chiaro a chiunque abbia seguito lo streaming che noi avevamo 5 punti chiari mentre il Pd cercava di non dare alcuna risposta concreta e di temporeggiare. Renzi parla di una sconfessione dal blog che non c’è mai stata. Non esiste una linea 3 Ilvaloredegliimmobilidiminuiscedel15%:tuttacolpa dellatassazionecheincinquaannièpiùcheraddoppiata 4 Secolo d’Italia Antonella Ambrosioni Negli ultimi 5 anni la tassazione sulla casa è più che raddoppiata, mentre il valore economico delle abitazioni è mediamente sceso del 15%. La Cgia di Mestre scatta una fotografia da incubo sulla situazione degli immobili in Italia, la quale, prendendo come riferimento i dati medi nazionali, evidenzia che in una casa di tipo civile (categoria catastale A2) tra il 2010 e il 2014 il valore di mercato è sceso del 15% (da quasi 200.000 a poco meno di 170.000 euro), mentre le imposte ordinarie (cioè le imposte che generalmente sono versate da tutti i proprietari, come i rifiuti e la Tasi) sono salite del 104% (da 300 a 611 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore della casa è passata dall’1,5 per mille al 3,6 per mille. Ciò vuol dire che l’incremento è stato del 140%. Come sopravvivere? Semplice, non si compra, si va in affitto. E chi ha casa, di questi tempi, corre a vendere, anzi a svendere. Certo, si priva di un immobile ma almeno ha un vantaggio: la “liberazione” da una tassazione che potrebbe anche anche aumentare, visti i precedenti. Se fino a poco tempo fa possedere un’abitazione costituiva un investimento, ora chi possiede una casa vive in un incubo. Passando a un’abitazione di tipo economico (categoria catastale A3), la contrazione media del valore di mercato è stata anche in questo caso del 15% (da quasi 174.500 a poco più di 148.300 euro), mentre il peso fiscale è aumentato dell’88% (da 264 a 495 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore di questa abitazione è salita dall’1,5 per mille al 3,3 per mille (+121%). Tra il 2010 e il 2014 il mercato immobiliare è tracollato tra l’incudine e il martello di un incremento spaventoso del prelievo fiscale sulle abitazioni e, parallelamente, di una drastica riduzione del valore di mercato delle stesse. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a ridurre la ricchezza degli italiani, ma anche il “valore” complessivo delle città. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: «Oltre alla crisi e al crollo della domanda abitativa, dovuto in parte alla stretta creditizia praticata in questi ultimi anni dagli istituti di credito, il valore economico delle case ha subito un forte calo anche a seguito del deciso aumento della tassazione», osserva Giuseppe Redazione L’allarme arriva dai sindacati e smentisce le rosee previsioni renziane sulla ripresa e gli impegni solenni sulla disoccupazione. «Le ore di Cassa integrazione autorizzate a giugno si fermano a 74 milioni, con un crollo del 23%. È la richiesta più bassa degli ultimi 12 mesi», viene sottolineato in un rapporto della Cigl. E fin qui la notizia sembra buona, il fatto è che per gennaio-giugno si riscontra un’assenza completa di attività produttiva per più di 540.000 lavoratori, con una perdita per ognuno di oltre 3.900 euro. Dati non diversi vengono forniti anche dalla Uil che sottolinea come tra maggio e giugno le richieste di ore di Cig da parte delle aziende registrano un +50,2% nell’artigianato e +12,5% nel commercio, a fronte di un 32,3% nell’industria e -10,2% nell’edilizia. Per la Cisl, sono 136.616 mila «i lavoratori a rischio di perdita di lavoro nel corso del 2014, nei settori della manifattura e delle costruzioni, più di 10 mila ogni mese». L’Italia è ancora «ben lontana dall’uscita della crisi economica e sociale», ha dichiarato il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, commentando i dati del Rapporto Indu- stria, messo a punto dallo stesso sindacato. «Non possiamo continuare a perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro senza che ci sia un impegno straordinario di tutti. La via di uscita per un’Italia bloccata e in ripiegamento, con divari sociali crescenti, non può essere affidata ai soli margini di flessibilità che l’Unione europea Allarme dei sindacati: nell’industria a rischio oltre mezzo milione di lavoratori. Ma Renzi pensa positivo DOMENICA 20 LUGLIO 2014 Bortolussi, segretario della Cgia. «Tra Imu, Tasi e Tari gli immobili sono sottoposti a un carico fiscale ormai insopportabile». Questa spirale perversa, lungi dall’essere corretta dai nostri recenti governi, ha coinvolto tutta la filiera dell’immobile, con delle ovvie ripercussioni molto negative per le attività economiche che ruotano attorno al comparto casa. Molti artigiani dell’edilizia, del legno, del settore dell’installazione degli impianti (idraulici, elettricisti, manutentori) sono stati costretti a gettare la spugna o nella migliore delle ipotesi a ridurre drasticamente il personale alle proprie dipendenze. Se il settore sarà in grado di riprendersi, puntando soprattutto sulla riqualificazione/ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, non ci sono dubbi che gli effetti occupazionali saranno immediati e la ripresa economica potrà subire una forte accelerazione. Ovviamente, conclude la Cgia, è necessario che il carico fiscale sul “mattone” subisca una netta flessione. Ma on sembra che ci siano premesse promettenti… può concederci». Sulla stessa linea il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, secondo cui «il ciclo negativo dell’industria non è ancora superato e dopo sei anni di crisi che sono costati la perdita di 900.000 posti di lavoro, ora “sono a rischio quasi 140.000 posti di lavoro, mentre i livelli produttivi sono quasi fermi». BoeingdellaMalaysiaAirlines,numerosissimiidati dellescatolenere.Masarannonecessariealtreevidenze DOMENICA 20 LUGLIO 2014 Redazione Sono numerosissimi i dati registrati nelle scatole nere, ma da soli difficilmente potranno permettere di ricostruire che cosa è accaduto al Boeing 777 del volo MH17 della Malaysia Airlines. «Sarà necessario combinarli con altre evidenze», osservano fonti dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv). Ad esempio, con eventuali tracce scoperte nel relitto o la presenza di «componenti diverse da quelle previste dalla casa aeronautica». Per gli esperti dall'Ansv «bisognerà inoltre vedere in che stato saranno i registratori di volo, considerando che le condizioni dei resti dell'aereo indicano un livello di distruzione elevatissimo». Le scatole nere, che in realtà sono di colore arancione, sono due: la Cvr (Cockpit Voice Recorder), che registra le voci nella cabina di pilotaggio (può contenere due ore di registrazione a bassa definizione e 30 minuti in alta definizione), e la Fdr (Flight Data Recorder), che registra i parametri tecnici fondamentali, come quelli relativi a velocità, altitudine e condizioni dei motori al momento dell'incidente (ad esempio temperatura, flusso del carburante). La Fdr registra dati fino a 20 o 30 ore di volo. Tutte e due le scatole sono in grado di resistere anche a tempera- Secolo d’Italia Siria, in appena 24 ore due adultere lapidate da miliziani dell'Isis ture altissime, di oltre mille gradi, e si trovano nella coda del velivolo, dove i danni da impatto sono di solito minori. «Nel caso in cui un missile colpisse il motore di un aereo, tutto andrebbe in tilt da un momento all'altro. Questo - proseguono gli esperti - si vedrebbe nelle scatole nere, che possono dare indicazioni circa qualcosa di improvviso avvenuto a bordo. Tuttavia sarebbe comunque necessario un confronto con altri elementi». Chi debba condurre le indagini lo stabilisce la Convenzione dell'Aviazione civile internazionale, che le affida al Paese in cui è avvenuto l'incidente, ma che prevede la partecipazione di osservatori provenienti tutti i Paesi coinvolti (ad esempio quelli di provenienza delle vittime a bordo dell'aereo). E' ovviamente necessario che il Paese incaricato delle indagini abbia laboratori adeguati per la lettura delle scatole nere; in caso contrario può rivolgersi a un altro Stato, a sua discrezione. Tutto cambia se l'evento si deve ad un atto doloso: in questo caso l'inchiesta passa all'autorità giudiziaria. mente con un altro autobus, il quale, fuori controllo, avrebbe rotto la barriera che separa i due sensi di marcia finendo a scontrarsi frontalmente con un altro piccolo bus. Le nove vittime dell'incidente avvenuto stamani sull'autostrada tedesca A4, nei pressi di Dresda, a quanto si è successivamente appreso sono tutte di nazionalità polacca. E' quanto ha reso noto la polizia locale, specificando che sette tra le persone decedute si trovavano sul piccolo bus turistico investito mentre viaggiava regolarmente sulla propria corsia da un pullman che, a seguito del precedente impatto, ha sfondato le barriere protettive tra i due sensi di marcia. Il tragico schianto è avvenuto intorno alle due del mattino di sabato, proprio vicino all'uscita Dresden-Neustadt. Gli oltre quaranta feriti sono stati prontamente trasportati in tre ospedali di Dresda e in alcuni di altri centri vicini. L'autostrada, che arriva fino al confine polacco, è rimasta chiusa per ore in entrambe le direzioni, provocando evidenti disagi agli automobilisti. Proprio per fugare i dubbi su un eventuale mal funzionamento meccanico, la compagnia polacca proprietaria del pullman ha reso noto che l'ultimo controllo sul mezzo era stato effettuato lo scorso 8 luglio. A quanto sembra, si è trattato proprio di una maledetta fatalità. Germania, impatto frontale tra pullman provoca 9 vittime nei pressi di Dresda Redazione Almeno nove persone sono morte in un gravissimo incidente avvenuto nella notte tra due autobus sull'autostrada A4 vicino Dresda, nel nord della Germania. Incidente che ha anche provocato il ferimento di circa quaranta persone. Lo ha reso noto un portavoce della polizia locale. Secondo le prime ricostruzioni, un autobus turistico si sarebbe scontrato frontal- 5 Redazione L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), afferma oggi che una seconda donna, accusata di adulterio, e' stata messa a morte tramite lapidazione nel nord della Siria dai jihadisti dello Stato islamico (Isis). Se la notizia dovesse trovare conferme, si tratterebbe del secondo caso in appena 24 ore. L'Ong umanitaria, con sede in Gran Bretagna, ma che si basa su una vasta rete di informatori in Siria, riferisce che la seconda lapidazione e' avvenuta a Raqqa, capoluogo dell'omonima provincia, in una piazza nei pressi dello stadio municipale. Ad eseguire la condanna contro la donna sarebbero stati proprio alcuni miliziani dell'Isis dopo che i cittadini presenti si erano tutti rifiutati di farlo. Il precedente episodio relativo ad una lapidazione di donne per adulterio era stato segnalato proprio ieri ad Al Tabqa, nella stessa provincia di Raqqa, dove, secondo l'Ondus, l'esecuzione di una donna di 26 anni e' avvenuta all'interno del mercato cittadino. Attivisti siriani residenti a Raqqa e Tabqa, contattati via Skype dall'ANSA, avevano specificato di non sapere nulla della prima lapidazione. Questo nuovo caso segnalato getta perciò un'ulteriore sinistra luce sulle attività dell'Isis e dei suoi miliziani. Ilmareitalianopromossoapienivoti:ilRapportoeuropeo sullaqualitàdelleacquedibalneazionesegnadiscoverde 6 Redazione Il mare italiano promosso a pieni voti: la fotografia dal Rapporto europeo 2014 sulla qualità delle acque di balneazione, a cura del ministero della Salute, è a tinte chiare: il nostro mare è blu. Trasparente. In una parola: balneabile.Secondo il report, infatti, aumenta la qualità delle acque di balneazione italiane: risulta a norma il 96,6% del totale, mentre l’87,2% è stimato addirittura eccellente, determinando un valore in crescita di ben due punti rispetto all’85,1% registrato nell’anno precedente. Di contro, però, aumentano anche le acque di mari, laghi e fiumi di qualità scarsa, che rappresentano il 2,5% sul totale nazionale, mentre il restante circa 10% è considerato sufficiente. La Commissione europea, ai sensi della Direttiva 2006/7/CE, verifica annualmente la qualità delle acque di balneazione marine ed interne e pubblica, sulla base dei dati di monitoraggio degli Stati Membri, i valori di conformità rispetto alla presenza di enterococchi intestinali ed eschirichia coli, i temuti batteri fecali presenti nelle fogne, che si riversano nell’acque dove poi magari si va spensieratamente a fare il Secolo d’Italia bagno. Rispetto alla classica domanda, allora, meglio il bagno al mare oppure in laghi e fiumi, il rapporto sembrerebbe premiare il primo. Di più: secondo i dati relativi all’anno 2013, l’incremento di qualità delle acque balneabili marine è del 2,2% rispetto al 2012, mentre il miglioramento è del + 1,7% per quelle di fiumi e laghi. Quanto alle acque di qualità scarsa, dovute anche al forte impatto dell’uomo (inteso come tutto l’insieme di influenze sull’ambiente, dalle costruzioni agli scarichi) delle nostre coste, sottolinea il rapporto, con il nostro 2,5% vantiamo comunque una percentuale più bassa di altri Stati europei. Le acque di qualità scarsa, sottolinea infatti il documento del Ministero, sono una percentuale molto bassa e comunque «inferiore rispetto ad altri Stati europei, come la Francia, 3%, e la Spagna, 3,3%». Inoltre, si legge ancora nel dossier, «il dato deve essere analizzato e valutato sia considerando l’elevato numero di acque di balneazione presenti nel nostro Paese (circa un quarto del totale europeo), sia tenendo conto della forte antropizzazione delle nostre coste». notizia della morte del bambino, una tragedia doppia per la comunità. Quando un bambino muore è una tragedia per tutti. Lo è doppiamente quando la sua morte è provocata da un gesto come quello di cui siamo venuti a conoscenza oggi. Un gesto che ha distrutto una e tante vite, suscitando dolore e stupore nella comunità intorno alla famiglia». «Umanamente, e nel rispetto delle famiglie che ricorrono all'istituto dell'adozione, oltre a ulteriori approfondimenti sul caso in questione – ha concluso il primo cittadino – auspico che i controlli che so essere già scrupolosi su pratiche simili, siano ancora più sensibili da qui in avanti, comunque confidando nella professionalità di quanti, ai vari livelli, hanno seguito la storia del provvedimento di adozione e della coppia in questi anni». Un tema di scottante attualità quello della revisione della normativa delle adozioni fatta di iter complessi, spesso farraginosi teoricamente ad esclusiva tutela del minore. Un percorso complicato fatto per coppie davvero motivate, che non si lasciano scoraggiare da intoppi burocratici e servizi sociali spesso troppo fiscali e disattenti. Per questo il caso di Pescara è ancora più agghiacciante. Un esercito di cani-bagnino sulle spiagge italiane. Sono 350 e fanno impazzire adulti e bambini Redazione È una notizia a dir poco scioccante. Un padre adottivo soffoca nel sonno il figlio cercato con tutte le energie. Impensabile, assurdo. Il protagonista dell'orrore si chiama Massimo Maravalle, 47 anni, in cura dallo psichiatra Alessandro Rossi, già ascoltato dalla Squadra Mobile di Pescara. Il professionista è docente all'Università dell'Aquila, ma a a quanto si è saputo ha esercitato anche a Pescara dove è avvenuto il fattaccio. Dalle notizie finora avute «non risultano segnalazioni relativamente alla famiglia in questione, né episodi che avrebbero potuto allarmare circa il comportamento dei genitori e le rispettive capacità genitoriali e di accoglienza. È un epilogo che lascia tutti senza parole», ha detto il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini. Il primo cittadino ha chiesto informazioni ai Servizi sociali del Comune, da cui la coppia era seguita, «come lo sono tutte quante le coppie che entrano a far parte della rete delle adozioni», ha proseguito Alessandrini, «sono rimasto toccato come tutti dalla DOMENICA 20 LUGLIO 2014 Da Richard Gere a Isabella Ferrari a Ozpetek, passerella di star al Giffoni Film Festival Secolo DOMENICA 20 LUGLIO 2014 7 d’Italia Redazione Fino al 27 luglio al Giffoni Film Festival diretto da Claudio Gubitosi torna il palcoscenico mondiale del cinema per ragazzi, l’unica rassegna al monda a basarsi in modo esclusivo sul loro insindacabile giudizio: la cittadina campana, a 40 chilometri da Salerno, che ha ormai legato indissolubilmente il suo nome alla settima arte. Questa edizione avrà come ospite ancora una grande star di Hollywood, Richard Gere. Ma da qui sono passati grandi nomi della politica, della cukura, dello spettacolo. La prima giornata ha visto sfilare l'attore di Ufficiale e gentiluomo sul blu carpet di Giffoni, dopo aver stupito la critica conquistando un Nastro d’argento e un David di Donatello. Ha presentato fuori concorso La mafia uccide solo d’estate, suo esordio alla regia. Ma sono tante le star, non solo nostrane, che hanno accettato di misurarsi con il pubblico più severo ed esigente che ci sia. Quello di bambini e adolescenti. Nel corso degli anni il numero dei ragazzi che partecipano al festi- val come giurati è cresciuto fino a raggiungere quota 3.500. Gli altri ospiti più attesi sono Alan Rickman (il preside Severus Piton nella saga di Harry Potter), Lea Michele (la talentuosa Rachel Berry della seguitissima serie tv Glee), Matt Bomer (protagonista di White Collar), Dylan O'Brien (star di Teen Wolf e della pellicola The Maze Runner - Il labirinto), Ryan Guzman (Step Up All In, presentato a Giffoni in anteprima) e Micaela Riera (l'erede di Violetta, nuova eroina di Disney Channel per Cata e i misteri della sfera). Tra gli italiani, Luca Argentero, Cesare Bocci, Lorella Boccia, il cast della fiction Rai1 Braccialetti Rossi, Marco D'Amore e Salvatore Esposito (i due protagonisti della serie rivelazione di Sky Gomorra), Isabella Ferrari, Claudia Gerini, Max Giusti, Giulia Michelini, Ornella Muti, Ferzan Ozpetek, Paolo Ruffini, Sydney Sibilia, Vittorio Storaro e Giorgia Wurth. La svolta al festival dei ragazzi avvenne con l'arrivo di Francois Truffaut, che in seguito alla sua visita nel 1982 nella cittadina campana lasciò scritto: «Di tutti i festival del cinema, quello di Giffoni è il più necessario». Provenienti da 50 diversi paesi da tutti i continenti del mondo, i ragazzi trasformano il GFF in un'indimenticabile e straordinaria esperienza di vita e di amicizia per i giovani giurati. Da San Sepolcro al Guggenheim di New York, un anno di eventi per i 100 anni di Burri Redazione Il 2015 sarà l'anno di Alberto Burri Burri. Da San Sepolcro al Guggenheim Museum di New York oltre un anno di appuntamenti e mostre per celebrare i 100 anni dalla nascita del grande pittore nato a Città di Castello nel 1915 e morto a Nizza nel 1995), genio tra i più eclettici del Novecento e maestro dell'arte informale italiana. Burri a tu per tu con i maestri del Quattrocento e poi Burri negli Stati Uniti dopo 38 anni di assenza. Burri e quel “sudario” del Grande Cretto di Gibellina terminato, ma anche Burri protagonista nei giorni dell'Expo 2015. Pittore, architetto, scenografo, Burri sarà ricordato già dal 19 settembre, a San Sepol- Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi cro, con la mostra “Rivisitazione: Burri incontra Piero della Francesca”, primo confronto diretto con i maestri, come lui, dell'alta Valle del Tevere, seguito a marzo a Morra dall'incontro-stu- d’Italia dio sulla pittura di Luca Signorelli (alla quale era tanto attento e interessato). Nella Milano dell'Expo risorgerà invece il Teatro Continuo, piattaforma scenica nel Parco Sempione che Burri realizzò nel '73, demolita nell'89 Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (Amministratore delegato) Italo Bocchino Antonio Tisci e ora ricostruita a partire dai disegni originali. Rivivrà il Grande Cretto di Gibellina, realizzato sulle rovine del sisma del '68 e che ora la Regione Sicilia completerà nei 20 mila metri quadri mancanti (sui 90 previsti). Ma momento clou del centenario sarà il ritorno di Burri a New York, ospite del Guggenheim Museum nella antologica curata da Emily Braun, che con oltre cento opere (in arrivo anche da istituzioni e privati americani ed europei) sarà la più ampia ed esauriente mai realizzata negli USA da un museo di arte contemporanea. Dopo New York, l'esposizione sarà in Germania, per arrivare nel 2016 a Città di Castello. E ancora, un convegno internazionale, con oltre 50 artisti, a Città di Castello discuterà dello stato dell'arte contemporanea. Nel giorno esatto dell'anniversario, il 15 marzo 2015, la Fondazione Burri presenterà il nuovo Catalogo generale delle opere del maestro. Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250