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M.Gauvain, S.M. Perez . Mother – Child Planning and Child Compliance. Child
Development 2008; 79: 761 – 775
Obiettivo
Definizioni dei termini usati
- Per “planning” o pianificazione cognitiva lo studio intende un aspetto della funzione esecutiva; quella che consente al bambino di svolgere correttamente le
azioni dirette a un definito obiettivo. Quando l’obiettivo delle azioni si colloca ad
un livello leggermente superiore alle abilità del bambino è fondamentale l’aiuto
del care-giver. Questo può intervenire o ponendo domande e suggerendo alternative, oppure dettando le soluzioni e dirigendo le attività.
- Per “compliance” lo studio intende l’abilità cooperativa del bambino a utilizzare
i suggerimenti e le informazioni del care-giver per superare il compito.
La ricerca esamina la relazione,in età molto precoce, tra la compliance del bambino e la pianificazione cognitiva tra madre e bambino. Ci sono studi che sostengono che durante attività di pianificazione cognitiva la madre determina la compliance del bambino. Gli AA si chiedono se anche la compliance del bambino
influenzi la tipologia delle istruzioni materne durante la pianificazione di un gioco. In sostanza se la compliance del bambino sia capace di regolare la strutturazione del comportamento materno.
Setting
Laboratorio di psicologia dell’Università di California in Riverside.
Campione in
studio
E’ costituito da 40 diadi di madri e bambini reclutate attraverso annunci pubblicitari che chiedevano madri con bambini di 4-5 anni: un annuncio chiedeva madri
con difficoltà nella gestione del loro bambino; un altro madri senza questi problemi. Hanno risposto 84 madri; ne sono state scelte 40.
L’età media dei bambini del gruppo con scarsa compliance era di 57.9 mesi,
quella degli altri di 59,8 senza differenze significative tra i due gruppi per classe
sociale, etnie, lavoro materno.
Disegno dello
studio e
criteri di
valutazione
I partecipanti allo studio sono stati visti presso il laboratorio due volte.
- Nel corso del primo incontro le diadi sono state osservate durante una sessione
di gioco libero con giochi giusti per l’età. La difficoltà espressa inizialmente
dalla mamma nella gestione del bambino veniva utilizzata nella valutazione del
grado di compliance. L’incontro veniva videoregistrato per i primi 15 minuti. Le
istruzioni sul gioco venivano date alle mamme. Per i primi 5 minuti i giocattoli
erano scelti dal bambino, nei successivi 5 minuti erano scelti dalla mamma, negli
ultimi 5 minuti la mamma chiedeva di riordinare la stanza. A fine sessione alle
madri veniva somministrata la Child Behaviour Checklist (CBCL-Parent Form
for children 4-16 years) e ai bambini la Wechsler Preschool and Primary scale of
intelligence (WPPSI; Wechsler , 1952). Due ulteriori valutazioni durante il gioco
libero e il CBCL venivano poi utilizzate per valutare le affermazioni delle madri
circa le difficoltà di gestione.
I risultati della valutazione del primo incontro hanno contribuito alla formazione
dei due gruppi
- Il secondo incontro ha coinvolto i bambini in 3 diversi compiti di pianificazione: un pre test per i bambini e due compiti interattivi. I compiti prevedevano la
capacità di mettere in sequenza e consegnare 5 item con un piccolo veicolo. Nel
pretest 5 lettere cartonate (3 arancioni e 2 blu) dovevano essere portate in tragitto
con qualche difficoltà in 5 case (3 arancioni e 2 blu).
Nei due test interattivi gli item da consegnare erano 3 arbusti e 2 alberi e poi 3
pecore e 2 maiali da consegnare rispettivamente in 5giardini e 5 recinti. Precedenti ricerche avevano dimostrato che tali compiti erano difficili per bambini di
4-5 anni da soli, ma possibili in presenza di un adulto. L’incontro veniva videoregistrato.
- Dopo 1-3 settimane bambini e mamme partecipavano a diversi compiti che
prevedevano il problem solving e la pianificazione. Alle mamme venivano dati
come compenso 15 dollari e ai bambini un piccolo giocattolo.
I valutatori della videoregistrazione del secondo incontro erano “ciechi” rispetto
ai valutatori del primo.
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Principali
risultati
Conclusioni
degli autori
- I risultati della valutazione del primo incontro hanno contribuito alla formazione dei due gruppi convalidando la divisione fra bb difficili e facili da gestire. Le
diadi dei due gruppi differivano quindi solo per il pretest somministrato ai bambini. Le differenze riscontrabili nei due gruppi riguardavano gli score ai test
CBCL (Child Behaviour Checklist) .
I bambini con buona compliance avevano un punteggio più elevato nel comportamento sociale, i bambini con scarsa compliance un punteggio più elevato nel
comportamento problematico. Le osservazioni sul gioco libero rinforzavano queste valutazioni. Le madri dei due gruppi mostravano comportamenti simili, ma
quelle del gruppo con scarsa compliance mostravano una maggiore anticipazione
dei problemi comportamentali dei loro bambini; in sostanza si aspettavano dai
loro bimbi un comportamento negativo anche durante le sessioni di gioco libero.
- Nel corso del secondo incontro l’unica differenza dei due gruppi era nel seguire le regole durante i compiti affidati: il 68% dei bambini del gruppo con buona
compliance seguivano le regole; solo il 32% del gruppo con scarsa compliance
lo faceva. Seguire le regole era correlato al tempo di attesa necessario per ascoltare tutte le regole prima di iniziare .Le istruzioni date dalle mamme del gruppo
con bimbi con scarsa compliance erano di basso livello rispetto alle attese cognitive riposte nel bambino rispetto alle mamme dell’altro gruppo. Le istruzioni
erano più di tipo direttivo e negative; vi era una minore condivisione delle responsabilità.
Le mamme dei bambini con scarsa compliance fornivano durante le attività un
livello di assistenza cognitiva molto basso. I risultati sono a sostegno della ipotesi che il bambino con scarsa compliance regola e influenza le istruzioni materne durante una attività cognitiva condivisa. Quando i bambini di questo gruppo
non rispondevano alle richieste delle loro mamme, ricevevano istruzioni più
direttive, e le mamme spesso anticipavano il comportamento problematico del
proprio figlio. Dunque sembra confermato che la compliance del bambino sembra capace di regolare la strutturazione del comportamento materno.
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