LA LEADERSHIP DISTRIBUITA E LE FUNZIONI DI LEADERSHIP
Transcript
LA LEADERSHIP DISTRIBUITA E LE FUNZIONI DI LEADERSHIP
Corso di aggiornamento: cooperative learning (Da Mario Comoglio, insegnare e apprendere in gruppo, Edizioni Las,1996 Roma ) 2- LA LEADERSHIP DISTRIBUITA E LE FUNZIONI DI LEADERSHIP Idea principale: Sebbene sia frequente trovare fra i membri di un gruppo leader naturali, molti ricercatori ritengono che le abilità di leadership si possano acquisire. Il Cooperative Learning, partendo dalla constatazione che ogni situazione può richiedere volta per volta abilità di leadership diverse, considera efficace il gruppo che assicura la distribuzione e la rotazione degli incarichi di leadership tra i vari componenti. Il Cooperative Learning colloca il tema del leader nella prospettiva delle teorie situazionali, secondo le quali tutti i membri di un gruppo possono essere leader se stimolano il gruppo alla realizzazione del compito che si propone di realizzare c mantengono un buon clima relazionale. D. W. Johnson e Johnson, seguendo le ricerche di Bales e altri, suddividono le azioni di Leadership in due categorie: quelle orientate al compito e quelle orientate alla soddisfazione e al piacete di stare con gli altri componenti del gruppo. Nella prima categoria sono incluse le seguenti azioni: esporre nuove idee o dare suggerimenti, cercare informazioni e opinioni, orientare il lavoro di gruppo e attribuire ruoli, riassumere, stimolare l’approfondimento dell’argomento o aprire nuove prospettive, controllare il livello di comprensione dei membri. Nella seconda: incoraggiare la partecipazione, facilitare la comunicazione, sollevare da tensioni, osservare il processo, risolvere problemi interpersonali, mostrare accettazione dei membri ed elargire riconoscimenti. Di solito gli insegnanti, quando decidono di svolgere attività di gruppo in classe, fanno ricorso a studenti che in modo formale o informale siano in grado di assumere la leadership dei gruppi, abbiano cioè le qualità relazionali per “guidare” i compagni nei compiti che devono essere svolti. Talvolta essi si aiutano con questionari sociometrici per evidenziare le persone più gradite e simpatiche della classe. Sul problema della leadership di gruppo, gli studiosi di Cooperative Learning operano una riflessione più ampia e assumono una posizione precisa La teoria sulla leadership distribuita sostiene anche altre due tesi fondamentali: a) tutti i membri di un gruppo possono assumere comportamenti da leader, ponendo azioni che aiutino il gruppo a completare il compito e a mantenere delle relazioni collaborative efficaci; b) tutte le funzioni di leadership possono essere eseguite dai membri di un gruppo. Ecco come le illustrano D. W. Johnson e F.P.Johnson: «La leadership è un insieme di abilità apprese che tutti con un minimo di capacità possono acquisire. La partecipazione responsabile al gruppo e la leadership dipendono entrambe da un comportamento flessibile, dall’abilità a diagnosticare quali comportamenti sono necessari in un particolare momento affinché il gruppo funzioni in modo efficace e dall’abilità di adempiere questi comportamenti o ottenere che altri li adempiano. Un membro abile o leader deve perciò essere capace di rendersi conto se una data funzione è necessaria in un gruppo e deve sapersi adattare sufficientemente in modo da fornire i diversi tipi di comportamento necessari per le diverse situazioni. In più un membro efficace di un gruppo o un leader dovrebbe essere capace di utilizzare le abilità di altri membri del gruppo per fornire azioni necessarie al gruppo» (D. W. Johnson & E E Johnson, l99l,p. 65). In altro modo si può dire che la leadership di gruppo non consiste nell’affidamento a un Leadership distribuita.rtf Loredana Caruso 1 Corso di aggiornamento: cooperative learning (Da Mario Comoglio, insegnare e apprendere in gruppo, Edizioni Las,1996 Roma ) membro della responsabilità della conduzione del gruppo (cioè di tutte le funzioni o della maggioranza delle funzioni di una leadership), ma di un set di comportamenti o di ruoli che tutti i membri del gruppo possono svolgere in modo libero e automatico e che possono “apprendere” nel caso in cui non siano capaci di metterli in atto. L’importanza e la significatività di questa caratteristica del gruppo va vista in relazione ad aspetti spesso osservati nei gruppi tradizionali che gli insegnanti non sanno come evitare, pur constatandone l’influenza negativa: 1) la difficoltà di reperire buoni leader per tutti i gruppi della classe; 2) la constatazione che i soggetti preferiti dai compagni possiedono alcune competenze di leadership (ad esempio mantenere un buon clima di gruppo), ma non ne possiedono altre; 3) il timore di vedere compromesso un lavoro di gruppo a motivo del fatto che il soggetto scelto come leader poi dì fatto con alcuni compagni non riesce ad essere veramente tale; 4) l’osservazione che spesso nei gruppi solo pochi (tra cui quello a cui viene assegnata la leadership) lavorano intensamente, mentre la maggior parte approfitta del lavoro svolto dagli altri; 5) il rischio che qualcuno che ha assunto la funzione di leadership in un’occasione non voglia più assumerla in altre; 6) la possibilità di un giudizio negativo nei confronti dell’insegnante che scegliesse sempre gli stessi elementi come leader o che dovesse rifiutare la proposta di qualche altro al molo di leader perché non dispone delle necessarie qualità. D’altra parte la scelta di non assegnare a un solo membro del gruppo le funzioni di leadership svolge diversi altri effetti positivi nel gruppo: a) toglie all’insegnante la preoccupazione della ricerca della persona che assuma nel gruppo una funzione dì livello superiore; b) dà l’opportunità a tutti di apprendere una grande varietà di competenze sociali e comunicative c) mette tutti i membri del gruppo, in un modo o in un altro, nelle condizioni di partecipare all’attività di gruppo e quindi di dare il proprio contributo; d) attribuendo a tutti i membri un ruolo o una funzione, elimina dal gruppo la possibilità che il silenzio di qualcuno possa avere un effetto negativo sulla partecipazione di qualcun altro (costui, infatti, dapprima potrebbe irritarsi per il comportamento del compagno, poi potrebbe imitarlo annoiandosi e disinteressandosi); e) produce un maggior impegno e coinvolgimento dei membri, cioè la partecipazione responsabile. Si devono aggiungere infine altri effetti positivi sui membri del gruppo che possono aiutare a risolvere problemi di identità personale (Chi sono io? Come sono diverso dagli altri? Quali sono i miei limiti? In che cosa devo esercitarmi per migliorare le mie competenze?), di scoperta degli scopi e dei bisogni di amicizia e di solidarietà (Quali sono le motivazioni che mi fanno partecipare a questo gruppo? Gli obiettivi del gruppo sono coerenti con i miei bisogni personali?), di partecipazione condivisa (Come imparare a sviluppare il senso di partecipazione di tutti alla realizzazione di qualcosa, senza prevalere sugli altri? Quanto potere e influenza devo avere?) e di intimità (Quanta apertura ci deve essere con gli altri? Quanta fiducia devo saper dare all’altro?). Leadership distribuita.rtf Loredana Caruso 2