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Vipere
Vipere, se le conosci le eviti!
Tutto sulle vipere e come comportarsi
se.... :(
LE VIPERE E I MORSI DI VIPERA Riconoscimento delle vipere
I serpenti, in particolare le vipere, hanno sempre creato impressione di paura e di pericolo nella gente.
Una migliore conoscenza del rettile e l'adozione di opportuni metodi di difesa possono far prevenire il pericolo e
soprattutto razionalizzare la paura.
In Italia le specie di serpenti sono 23, ma soltanto 4 di queste appartengono alla famiglia dei Viperidi, sono cioè velenose
e pericolose per la specie umana:
I - Vipera comune o Aspide (o vipera aspis) è la più diffusa e provoca il maggior numero di casi di avvelenamenti. È
presente in tutte le regioni esclusa la Sardegna (che non possiede serpenti velenosi) e vive
sia in pianura che in montagna fino ad una altitudine superiore ai 2500m.
2 - Vipera del Corno (o vipera Ammodytes) è presente in Friuli (Carnia) in alcune località alpine e prealpine del Trentino e
del Veneto. Si riconosce per il cornetto sulla punta del muso. È diffusa nelle zone aride e pietrose, con scarsa
vegetazione, in genere a bassa altitudine, ma più raramente si può trovare anche sui monti fino ad un'altitudine di 2000 m.
Potenzialmente è la più pericolosa delle vipere italiane perchè a differenza delle altre che diventano inattive durante la
digestione, essa conserva i riflessi.
3 - Marasso Palustre (o vipera berus) presente in tutte le regioni alpine e prealpine fino ai 3000 m. e anche nelle zone
pianeggianti umide e paludose.
4 -Vipera dell'Orsini (o vipera Ursinii) è la più piccola ed innocua delle vipere italiane ed è diffusa nell'Appennino
Abruzzese e Umbro-Marchigiano dai 1400 ai 2000 m.
serpe comune vipera
testa
La lunghezza è di norma intorno ai 60/80 cm. Le vipere si nutrono di piccoli animali vivi che immobilizzano e uccidono con
il potente veleno di cui sono dotate. Il veleno viene iniettato tramite due acuminati denti scanalati; infatti, quando la vipera
morde, si ha la fuoriuscita del veleno che, percorrendo le scanalature dei denti, penetra nei tessuti della vittima.
I Viperidi si possono inoltre distinguere dagli altri serpenti per:
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la modalità di predazione (le vipere uccidono la preda con il morso velenoso, gli altri serpenti la soffocano.
La modalità di riproduzione (le vipere sono vivipare, gli altri serpenti sono ovipari).
La lunghezza (le vipere raramente raggiungono i 100 cm., lunghezza agevolmente superata dagli altri serpenti).
Il movimento e le tendenze aggressive (le vipere, al contrario dei serpenti innocui, non sono ne veloci ne scattanti e
aggrediscono solo per difesa).
Il veleno della vipera è pericoloso anche per l’uomo ed in casi molto rari anche mortale. Molto dipende dalla
quantità che viene iniettata (ad es. se la vipera ha morso poco prima un topo, la sua ghiandola velenifera sarà quasi vuota,
oppure se è molto piccola, la quantità di veleno contenuta nella ghiandola sarà ridotta), dalla zona del morso (molto
pericolosi i morsi nella zona del collo e della testa), dalle condizioni fisiche dell’interessato e SOPRATTUTTO
DALLA TEMPESTIVITÀ DELL’INTERVENTO SANITARIO.
habitat
Le vipere, come tutti i rettili, amano il calore diretto dei raggi solari e le superfici che lo trattengono e lo rilasciano
gradualmente, nonché i luoghi dove è facile nascondersi. Posti quindi particolarmente adatti alla presenza delle vipere
sono:
- le pietraie esposte a solatio
- i muri a secco
- le fascine di legna
- i tronchi d’albero tagliati e accatastati
- le vecchie case abbandonate
- i pagliai
- le rive dei corsi d’acqua e degli stagni
Frequentano normalmente gli ambienti boscosi non folti, le praterie, i campi, gli orti abbandonati e tutti gli ambienti
tranquilli e ricchi di cibo, dal livello del mare fino a oltre i 1.500 metri, quasi sempre sulla terra e solo occasionalmente su
alberi o cespugli molto folti.
Abitudini
Le vipere sono animali pigri e si spostano solo per mangiare (quindi raramente), preferibilmente nelle ore diurne ma
anche in quelle notturne se la temperatura lo consente, normalmente stanno quasi ferme anche insieme ad altri soggetti;
il loro cibo è composto essenzialmente da piccoli anfibi (rane, rospi ecc.), topi e piccoli uccelli che paralizzano e uccidono
tramite il veleno di cui sono dotate.
La loro attività si svolge nei mesi di aprile-maggio fino a ottobre-novembre, con una punta nei mesi più caldi. Sono animali
rustici e sostano preferibilmente in luoghi tranquilli e caldi; rifuggono la presenza dell’uomo anche se, negli ultimi
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anni, si sono avute segnalazioni di vipere anche in luoghi frequentati dall’uomo come orti coltivati o prati adiacenti
abitazioni; si presume che questo anomalo comportamento sia dovuto alla massiccia presenza di cinghiali
all’interno del bosco.
Le vipere mordono l’uomo solo per difesa (quando si sentono minacciate dalla vicinanza dell’uomo).
Quando possibile preferiscono scappare.
Non è vero che partoriscono sugli alberi per non essere morse dai loro stessi viperotti (anche se occasionalmente le si
trova su bassi cespugli molto folti).
Non è vero che inseguono l’uomo anche per lunghi tratti, anzi la vipera è un serpente lento.
Prevenzione
Evitare il morso di vipera è abbastanza semplice se si seguono delle regole fondamentali, che elencheremo
sinteticamente:
1) preferire i sentieri e i luoghi frequentati in quanto la vipera,timidissima, li evita spaventata dalla presenza dell'uomo.
2) Indossare calzature adatte, possibilmente alte, calzoni di stoffa robusta non aderenti e calzettoni spessi che
attutiscono il morso,ricordando che il veleno può essere iniettato soltanto alla profondità massima di 3-4 mm. (vedi oltre).
3) Farsi sentire dalle vipere che sono quasi sorde ma percepiscono le vibrazioni del terreno. Battere quindi il suolo con
un bastone man mano che si procede o camminare pesantemente battendo i piedi.
4) Fare attenzione ai posti freschi quando fa caldo e ai posti tiepidi quando fa fresco (ad es. una vegetazione fitta con il
solleone; dei massi o una pietraia quando il cielo è coperto). È sbagliato pensare alle vipere acciambellate su un sasso
sotto il sole rovente: data la loro struttura si ustionerebbero immediatamente.
5) Attenzione a dove ci si siede o ci si distende: si corre il rischio di venir morsi in punti delicati. Un morso al collo pu_
provocare la morte per soffocamento a causa del gonfiore che si viene a formare.
6) Nel periodo estivo fare attenzione nei boschi anche ai rami degli alberi;le vipere femmine, a volte, partoriscono appese
ai rami bassi ed anche in questo caso si rischia di subire un morto al capo o al collo.
7) Se si posano indumenti per terra, scuoterli con energia prima di indossarli.
8) Distruggere gli avanzi dei cibi consumati ed in particolare le confezioni di latte usate: le vipere sono ghiotte di questo
alimento.
9) Non lasciare spalancate le porte delle automobili quando ci si ferma a lungo in aperta campagna o in montagna.
10) Attenzione alle rocce, ai muri di pietra, ai casolari abbandonati e ai cespugli molto ramificati (ginepri, rododendri, rovi,
ecc.). Non mettere mai le mani sotto la roccia, in una fessura o nell'erba alta.
11) Evitare di schiacciare le vipere con i piedi o di colpire con pietre e bastoni: se non si colpiscono mortalmente si
rivoltano cercando di mordere.
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12) Se ci si trova di fronte ad una vipera è meglio restare immobili o indietreggiare lentamente: la vipera cercherà di
fuggire.
Abbigliamento
L’abbigliamento dovrebbe essere tale da coprire la maggior parte del corpo allo scopo di ridurre la possibilità di
penetrazione dei denti della vipera; quindi maniche lunghe, pantaloni lunghi e spessi, scarponi, calzettoni lunghi e, nei
luoghi più folti, anche berretto e fazzoletto al collo. Se poi si intendono svolgere attività come la ricerca di funghi o altri
prodotti del sottobosco, il taglio di erba o di cespugli ecc., sono indispensabili guanti da lavoro. Durante le passeggiate o
le escursioni è bene portare un bastone che ci consenta di spostare erba cespugli ecc., per aumentare la possibilità di
vedere per tempo la vipera.
Campeggio
Prima di piantare la tenda occorre bonificare per quanto possibile il terreno; si taglieranno quindi le erbe alte, i cespugli e
si farà la massima pulizia del campo. La tenda andrà poi piantata lontano dai luoghi particolarmente a rischio e tenuta il più
possibile chiusa, per evitare che la vipera (o altri piccoli animali e insetti) possa trovarvi rifugio.
Non devono essere lasciati all’aperto cibo, bevande ecc.; i rifiuti, chiusi in sacchetti, dovranno essere appesi agli
alberi (per poi essere portati ai posti di raccolta) o ad altri sostegni, o meglio depositati se possibile e al più presto in
cassonetti, bidoni chiusi ecc.
Gli zaini, le giacche a vento e l’abbigliamento in genere non devono essere lasciati per terra ma all’interno
della tenda o appesi in luoghi alti per evitare che le vipere vi trovino rifugio.
Non lasciare le porte delle auto aperte.
Controllare sempre, con cautela, l’interno di zaini e giacche a vento prima di indossarli, soprattutto dopo una
sosta durante una escursione.
alcune regole di comportamento
Non abbiate paura di sembrare esagerati nel prendere delle precauzioni perché prevenire è meglio che curare (e anche
molto più sicuro).
Essere sempre attenti a dove mettere mani e piedi controllando il terreno davanti a voi.
Non sostare a riposare nei luoghi a rischio (es. non riposare appoggiati con la schiena su muri a secco, cataste di tronchi
d’albero, case diroccate, ecc.)
In caso di arrampicate, se non è possibile vedere dove mettiamo le mani, battere con un bastone la zona (o meglio
indossare dei guanti).
Dovendo entrare, camminare o sostare in zone a rischio fare del rumore battendo il terreno con i piedi o con un bastone:
la vipera fugge sempre quando percepisce rumori e vibrazioni per lei insoliti.
Non infilate mai le mani in fessure o sotto le rocce per spostarle.
Non andate da soli nei luoghi a rischio.
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Se vi imbattete in una vipera, non cercate nella maniera più assoluta di schiacciarla con i piedi: vi morderebbe
sicuramente. Non avvicinatevi mai e, se proprio non avete altra scelta e siete costretti ad intervenire per forza, tentate di
metterla in fuga usando un lungo bastone o lanciando dei sassi.
IL MORSO E LA PERICOLOSITA' DEL VELENO
Come abbiamo già accennato la vipera è molto lenta nei movimenti, per cui è pericolosa solo se non la si vede. Inoltre
bisogna tener presente che morde solo perchè ha paura oppure perchè provocata da un movimento da lei ritenuto
pericoloso.
Nell'apparato boccale la vipera ha due denti della lunghezza di 5-7 mm.che si ripiegano sul palato a bocca chiusa. Tali
denti sono percorsi, fino a 1-2 mm. dall'apice, da un canalicolo che sbocca nella ghiandola del veleno,come da figura.
riconoscimento del morso di vipera
Esiste la possibilità di essere morsi anche da rettili diversi dalle vipere, per questo è importante saper riconoscere il morso
di quest’ultima da quello, innocuo (basta disinfettare bene), di altri serpenti. Il morso della vipera è facilmente
riconoscibile perché lascia sulla cute due buchi distanti fra loro circa 1 centimetro - un centimetro e mezzo, seguiti da
una serie di forellini più piccoli (il disegno è volutamente schematico con l’intento di evidenziare le differenze
macroscopiche dei due tipi di morsi):
Il morso è segnalato da 2 piccoli fori distanti circa 1 cm. l'uno dall'altro.
Molte volte si può notare solo un foro nel caso che la vipera abbia perduto in precedenza una zanna. Si possono altresì
notare le impronte degli altri denti mascellari che saranno assenti in caso di morsicatura attraverso pantaloni o calzettoni.
Il veleno della vipera (che ha la densità della glicerina e un colore che va dal giallo oro al verdastro) è costituito dalla
combinazione di varie tossine,le quali, entrando in circolo, apportano all'organismo diversi danni soprattutto a livello di
sistema circolatorio (cardiotossine).
Le più importanti tossine infatti sono la Coagalina che coagula il sangue nei vasi circolatori, l'Emorragina che causa
emorragie, I'Emolisina che distrugge i globuli rossi e altre che distruggono le cellule renali e del fegato.
La pericolosità del veleno di vipera dipende:
1) Dalla vipera che lo inietta:
- la quantità di veleno che la vipera riesce ad iniettare sotto la cute dipende alla sua età, dal suo stato di salute, dalla
pienezza delle ghiandole velenifere (ricordiamo che per causare la morte di un uomo adulto in buona salute e di
costituzione normale sono necessari 14-16 mg. di veleno; in media la vipera del corno ne innocula 7 mg., la vipera
comune 5 mg. ed il marasso palustre 3-4mg.; la dose media di veleno iniettato non è quindi mortale, ma poichè si tratta
appunto di una dose media, non vi si può fare affidamento);
- la fulmineità dell'azione può far si che non tutto il veleno venga iniettato o, una parte, vada disperso sui vestiti
dell'infortunato;
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- le maggiori dimensioni della vipera fanno presupporre la possibilità di iniettare una maggiore quantità di veleno.
2) Dalla persona colpita:
- una persona adulta sopporta meglio la quantità di veleno iniettata;nell'anziano e nei bambini la stessa quantità determina
un maggior pericolo;
- la sede del morso condiziona l'evoluzione dei sintomi.
SINTOMI
Il veleno assorbito può causare:
a) sintomi locali: dolore vivissimo nella sede del morso, arrossamento, cianosi, gonfiore dopo circa 10 minuti, crampi più
o meno acuti;
b) sintomi generali: dopo circa 30 minuti-1 ora: cefalea, malessere, senso di vertigine, tachicardia, riduzione della
pressione arteriosa fino allo stato di shock, vomito, diarrea (a volte sanguinolenta); nei casi gravi compaiono depressione
respiratoria e shock mortale.
PRIMO SOCCORSO
Con gradualità, in rapporto alle esigenze, si possono mettere in atto le seguenti metodiche:
1) Calma: non lasciarsi prendere dall'ansia e non drammatizzare.
2) Sdraiare e tranquilizzare l'infortunato: in una persona agitata il veleno entra in circolo più rapidamente. Prima che il
gonfiore lo impedisca sfilare anelli, bracciali, ecc.
3) Laccio: rallentare l'assorbimento del veleno applicando una fascia di stoffa (fazzoletto, foulard) di 5-6 cm. di larghezza
tra la parte morsicata e la radice dell'arto, su una zona che disti 1015 cm. a monte del morso in modo da rallentare la
circolazione senza sopprimerla.
Si deve solo rallentare la circolazione venosa e linfatica (laccio emolinfostatico), non si deve bloccare quella arteriosa.
Quindi non fare legature troppo strette e pericolose. Il laccio dovrà essere allentato molto lentamente ogni 30 minuti circa.
Dopo un minuto il laccio vari messo qualche cm. più a monte. È importante annotare l'ora di posa del laccio in maniera
visibile, ad es. sulla fronte dell'infortunato, per aiutare i sanitari che lo prenderanno in cura.
4) Suzione del veleno: se la suzione è tempestiva, è possibile aspirare una notevole quantità di veleno. Se del veleno
viene ingoiato dal soccorritore, non è grave perchè i succhi gastrici lo distruggeranno.Molto pericolosa può diventare
questa manovra se il soccorritore ha denti cariati, piaghe nella mucosa della bocca o labbra screpolate, in quanto il
veleno passerà nel suo sangue e ne verrà intossicato a sua volta.
La famosa incisione a croce sui fori del morto presenta solo rischi e non è di utilità alcuna: contribuisce ad aumentare la
superficie di diffusione del veleno, moltiplica i rischi di necrosi ed espone al pericolo di infezioni.
L'intervento migliore è l'aspirazione del veleno con apposite coppette aspiratrici facilmente reperibili in commercio.
5) Disinfettare; è opportuno lavare la ferita con acqua ossigenata, con pergamato di potassio e con acqua semplice
perchè il veleno di vipera èidrosolubile. Sono da evitare disinfezioni con alcool o sostanze alcoliche, perchè il veleno
della vipera a contatto con alcool forma composti tossici.
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Avendone la possibilità sarà utile applicare sulla ferita ghiaccio o neve:il freddo rallenta la messa in circolo del veleno.
6) Evitare la somministrazione di bevande alcooliche che sono dannosissime. Molto indicate, invece, bevande eccitanti
come tè o caffè molto forti.
7) Trasportare la persona colpita facendola muovere il meno possibile. Se si è lontani dai centri abitati costruire una
barella di fortuna per il trasporto, perchè sotto sforzo fisico il sangue e quindi il veleno circolano con maggiore velocità.
CONSIGLI PRATICI DI COMPORTAMENTO
Morso agli arti inferiori (gambe):
Applicare una benda larga almeno 10 cm. e lunga circa 10 metri, tirando ed esercitando una discreta pressione. Tale
bendaggio va esteso il più alto possibile e comunque anche al di sotto del punto morsicato. Per effettuare, infine, una
buona immobilizzazione dell'arto, va applicata e congruamente fissata, una stecca rigida. Se queste due operazioni sono
state correttamente eseguite, la compressione così esercitata non risulterà fastidiosa per l'infortunato e soprattutto potrà
essere mantenuta in sede per diverse ore. In ogni caso NON DOVRA' ESSERE RIMOSSA fino a che il paziente non sia
giunto al più vicino posto di pronto soccorso ospedaliero.
Morso arti superiori (braccia) :
Premessa banale, ma importante: togliere eventuali orologi ed anelli. Effettuare un bendaggio compressivo ( benda alta
7 cm e lunga 6 metri), partendo dalla punta della dita della mano, arrivando fino al gomito (purché non impedisca la
circolazione arteriosa: il polso deve essere percettibile); se si desidera comunque un margine di sicurezza superiore o se
il morso è in prossimità o addirittura al di sopra del gomito, allora è necessario e consigliabile fasciare l'intero braccio fino
alla spalla. Si procederà, quindi, come per l'arto inferiore, alla completa immobilizzazione con una stecca, bloccando il
braccio al tronco.
Morso al tronco, al collo, alla testa :
Anche in questo caso (peraltro fortunatamente molto meno frequente) si cerca di ottenere un ritardo della
diffusione del veleno. E' consigliabile applicare un tampone rigido sopra la zona morsicata, tenendolo compresso con un
cerotto elastico adesivo.
Le operazioni sopra descritte sono sufficienti a limitare la diffusione del veleno. Comunque, è possibile, se sono presenti
persone esperte, anche:
utilizzare la siringa per far fuoriuscire il veleno dai due buchi causati dai denti veleniferi (con molta cautela per non
rischiare di ledere arterie, tendini ecc., incidere con due tagli a X , con centro il buco del morso, la parte colpita per
facilitare la fuoriuscita del veleno)
NEL FRATTEMPO LA PERSONA COLPITA VA IMMOBILIZZATA, TRANQUILLIZZATA E TRASPORTATA,
POSSIBILMENTE SENZA FARLA CAMMINARE E NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE AL PIÙ VICINO POSTO DI
PRONTO SOCCORSO.
L’IMPORTANTE E’ NON PERDERE TEMPO (ad esempio per costruire una barella di fortuna o
attardandosi nella applicazione del bendaggio)
E’ utile raccogliere i dati per un’adeguata anamnesi: identificazione del serpente, o quantomeno
lunghezza, grandezza, colorazione, disegno e comportamento;
1) Veloce possibilità (15-30 minuti) di raggiungere 1'ospedale: non conviene fare niente oltre ad applicare la fasciatura
linfostatica dopo aver sfilato anelli, bracciali, ecc. Portare la persona in ospedale distesa,infondendo tranquillità e
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somministrando bevande calde.
Lontano dall'ospedale, ma in compagnia di altre persone: a stendere la persona e tranquilizzarla, rallentare
l'assorbimento del veleno con la fasciatura (o con il laccio), ed immobilizzare l'arto se si prevede che i tempi di arrivo
all'ospedale saranno molto lunghi.
2) Lontani dalla struttura ospedaliera, da soli e lontani da possibili soccorritori: è consigliabile eseguire tutte le misure di
primo soccorso descritte (spremitura e aspirazione, lavaggio, fasciatura compessiva).
Se la persona è certa di non essere allergica al siero (vedi oltre) può iniettarselo per via intramuscolare.
Può scegliere se rimanere immobile ed aspettare soccorsi possibili o tentare di raggiungere probabili soccorritori. Questa
evenienza conferma quanto sia imprudente affrontare da soli gite a rischio.
IL SIERO ANTIOFIDICO
Sconsigliato vivamente, sono più gli svantaggi dei vantaggi
cose da non fare
- NON SUCCHIARE IL VELENO DALLA FERITA CON LA BOCCA (è infatti molto probabile avere nel cavo orale piccole
ferite causate spesso dallo spazzolino da denti)
- NON SOMMINISTRARE ALCOLICI (hanno effetto depressivo sul sistema nervoso centrale e vasodilatatore periferico,
facilitando quindi l’assorbimento del veleno)
- NON AGITARSI O IMPAURIRSI, ma mantenere calma e freddezza nelle operazioni di soccorso.
- Anche se lo avete, NON SOMMINISTRARE IL SIERO ANTIVIPERA (si corre il rischio di salvare il malcapitato dal
pericolo del veleno della vipera per esporlo al rischio mortale di una sindrome allergica). Il siero DEVE essere
somministrato SOLTANTO in ospedale o sotto il diretto controllo medico.
- NON DISINFETTARE CON ALCOOL NÉ PRATICARE IMPACCHI DI GHIACCIO
- NON UTILIZZARE IL LACCIO EMOSTATICO (se è troppo stretto ed è tenuto a lungo, può provocare lesioni da cattiva
perfusione sanguigna)
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