19 edizione opuscolo 20 pag - Il cineforum "Il posto delle

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19 edizione opuscolo 20 pag - Il cineforum "Il posto delle
CINEFORUM F.I.C.
1° RASSEGNA 19° EDIZIONE 2012-2013
Proiezioni presso la Multisala Movie Planet
BELLINZAGO NOVARESE
Viale della libertà 231
Inizio delle proiezioni alle ore 21,00
In ricordo di Luciana Betti
Non è stato facile per me trovare le
parole per ricordare un’amica.
I pensieri e le emozioni traboccano....
rischiano di travolgere l’ordine logico
del pensiero, l’incredulità ancora per
questa scomparsa...... il pudore poi di
esternare di fronte anche a sconosciuti
....
Sicuramente è un ricordo parziale, non
solo perché non bastano poche righe a
ricostruire il senso di una vita, ma
anche perché il mio è inevitabilmente
un solo punto di vista filtrato attraverso la mia, particolare, limitata esperienza. Anzi mi
piacerebbe che altri lo facessero.
Credo comunque giusto ricordarla, a rischio di rinnovare il dolore, lasciando fluire i
pensieri e infischiandomene della coerenza sintattica.
Luciana era una mia amica.
Mi piace ricordare brevemente alcune cose che amava.
Luciana amava la vita, amava la bellezza. Che poi potremmo definire sinonimi.
La vita infatti ha in sé la bellezza anche quando è dramma dolore sofferenza. E per lei,
come per tutti d’altronde, (ma lei ne era stata colpita in maniera così prepotente), la vita è
stata anche dramma e sofferenza, è stata un progressivo declino di autonomia e di libertà
fisica.
Eppure Luciana non era né depressa né disperata. Lo sanno i suoi familiari, lo sanno i
suoi amici e le sue amiche. Chi la incontrava, credo si meravigliasse di come avesse
accettato la sua condizione.
“E’ toccato a me perché la vita è così”, era solita dire.
Luciana aveva trovato nella lettura dei classici, soprattutto dei greci antichi,
nella
letteratura e nelle tragedie greche tutto il senso dell’esistenza umana (amore e morte) e
dunque anche la bellezza.
Per questo li amava. E li legava sempre all’esperienza. Figure come Antigone Medea
Cassandra la interrogavano incessantemente. In lei la cultura era vita reale, era carne e
sangue. Amava leggerli insieme, insieme alla figlia Giuliana, insieme alle amiche che le
facevano visita. Io stessa ho riletto con lei passi di letteratura riscoprendone ogni volta
significati nuovi.
L’ultima volta che l’ho vista abbiamo ricordato Omero e il saluto di Ettore ad Andromaca
sulle porte Scee. Oggi, nel ricordo, quell’episodio (che tra l’altro ero stata io a introdurre
nel discorso) assume un drammatico significato metaforico.
Luciana amava fortemente la ragione. Le piaceva definirsi discendente del pensiero
illuminista che citava spesso. Una volta accompagnai la mia classe a casa sua perché Lei
voleva mostrare ai ragazzi un’antica edizione dell’Encyclopedie Francaise (che aveva
avuto temporaneamente in prestito). Fu un pomeriggio bellissimo, passato a spulciare tra
le voci linguistiche del ‘700 francese insieme con ragazze e ragazzi adolescenti che
ridevano e scherzavano con noi.
Luciana conosceva e viveva le passioni, conosceva e viveva le contraddizioni umane,
riconosceva anche dentro di sé la parte in ombra, la parte negativa (il male?) presente in
ogni essere umano .
Per questa consapevolezza unita all’esperienza diretta aveva
comprensione per le fragilità di ciascuno, aveva forte il senso di pietas.
Chi andava a trovarla sa che non era solita lamentarsi del suo stato, anzi si preoccupava
della salute degli altri soprattutto se si trattava di giovani. Lei non si lamentava. Lei no.
Noi .....? Passate l’adolescenza e la giovinezza, sappiamo quanto la narrazione dei nostri
mali fisici occupi i nostri discorsi.
Con lei non mi sono mai annoiata.
Con lei si parlava di politica e di storia. Era bello il confronto reciproco di idee.
Lei che, amando la vita e la bellezza, non poteva non amare al massimo la libertà e la
giustizia. In questo senso l’etica in lei raggiungeva il massimo dell’autenticità, lei che non
mostrava mai intenti moralistici ed anzi era molto sferzante verso tutte le forme di
perbenismo moraleggiante.
Libertà e giustizia erano in testa ai suoi pensieri, si partiva sempre da lì. Si parlava della
crisi dell’Occidente ma anche delle condizioni di miseria di tanta parte del genere umano.
La notizia di un sopruso di un’ingiustizia la facevano infuriare e in questo caso le sue
difficoltà fisiche le pesavano particolarmente.
“ Se potessi muovermi farei politica attiva perché il nostro mondo sta andando
rapidamente verso l’abisso” In lei come in nessun altro ho trovato incarnato il pessimismo
della ragione e l’ottimismo della volontà di gramsciana memoria.
Con lei si parlava di figli, sempre sì come oggetto d’amore ma soprattutto come soggetti
di un’identità propria, come altro da noi, con un percorso diverso dal nostro.
Con lei si parlava di cinema (aveva voluto con forza l’iniziativa del cineforum), di canzoni,
di storie d’amore, di passioni, di arte e di letteratura ............ anche di vestiti di creme di
profumi sempre sapendo che si trattava di vestiti di creme di profumi.
Con lei si parlava di gatti, ne aveva due ..... due gattoni Milla e Lapo .... Lapo l’aveva
chiamato così in omaggio a Dante e ad un sonetto in cui questi si rivolge a due amici,
Lapo Gianni e Guido Cavalcanti, ragionando della bellezza dell’ amicizia.
Valore quello dell’amicizia per lei particolarmente vitale: ricordava spesso le scuole
filosofiche greche e adorava quella libertà di pensiero e di dialogo (citava spesso la morte
di Socrate che conversava con gli amici).
E a proposito di gatti e del loro mondo misterioso, avevamo scoperto insieme Montaigne
e parlavamo della sua gatta alla quale il filosofo riconosceva appunto una dignità
misteriosa chiedendosi “Quando gioco con la mia gatta, chissà se essa mi prende come
suo passatempo, così come faccio io con essa?
Luciana non era religiosa, nel senso che non era credente in Dio. Era molto critica nei
confronti della chiesa come istituzione. Ne parlavamo stesso. Credeva però nel respiro
della vita dell’universo. Ogni essere vivente aveva per lei una sacralità degna di rispetto e
dunque religiosa.
Con lei si parlava di mistero, del mistero della vita e della morte, anzi si accennava al
mistero. “Di fronte ad esso dobbiamo arrenderci” – diceva - e ci piaceva ricordare
l’etimologia greca del termine (muein=tacere).Per questo mi piace ora pensare che la sua
mente e i suoi pensieri volino misteriosamente liberi nel respiro dell’universo.
Un piccolo segno concreto che le abbiamo lasciato, e sicuramente le sarebbe gradito, è
tenerle d’ora in poi un posto al cinema (agli amici lo teneva sempre).
Oltre al posto nella mente e nel cuore.
Eda Dini
Luciana Betti
scritto pubblicato sul libretto del decennale de “IL
POSTO DELLE FRAGOLE” nel 2004
Cineforum è una parola che non mi è mai piaciuta. Il
cinema lo considero, tuttavia, la forma d’arte più
complessa e completa, capace di dare grandi
emozioni, di illuminare angoli bui nella testa, nel cuore,
nella pancia. Forse per il mio entusiasmo sono stata
nominata Presidente e ho svolto questa funzione per
alcuni anni.
Abbiamo cercato di portare ad Oleggio dei film che
potessero offrire un’alternativa a ciò che veniva
programmato. Alcuni film che vi abbiamo proposto vi
hanno sicuramente annoiato ( per la scelta di “La
valle del peccato” sono io la colpevole…) Altri si sono
rivelati di modesta fattura, ma alcuni – fra i quali:
“Crash, Underground, Le onde del destino”… secondo
me sono stati fondamentali.
Scusate i nostri errori, non siamo degli esperti,
abbiamo cercato di fare del nostro meglio, da
innamorati del cinema.
Dedichiamo a Luciana la 19 rassegna
e gli Sguardi al femminile,
sei opere di registe donne .
Immagine tratta dal film: “Il sentiero”
di Jasmila Zbanic
PRESENTAZIONE
Cari soci e socie
Eccoci a presentarvi la 19 rassegna che abbiamo preparato per voi, una scelta che per la
prima volta abbiamo fatto senza il prezioso e appassionato contributo di Luciana Betti a
cui dedichiamo questa edizione.
Pensando a lei abbiamo colto l’opportunità di inserire un nutrito numero di film realizzati da
registe donne, ben 6 titoli di “Sguardi al femminile” , a cui seguirà la rassegna del mese
di marzo, come sempre su tematiche di genere. Nelle pagine dell’opuscolo potete leggere
il ricordo di Luciana pronunciato al cineforum dalla sua amica Eda Dini.
Trovate ancora due pagine con un’altra rassegna di 4 film a cui teniamo molto, e cioè il
ciclo “Al cuore dei Conflitti”, che proietteremo a Novara il lunedì sera, in collaborazione
FIC-LAB 80 e con il Cineforum Nord. Sono film che non possiamo proiettare a Bellinzago
perchè non sono in pellicola ma in dvd. (Rivedrete lo splendido “Tambien la lluvia” che vi
abbiamo già dato in versione originale)
Ma veniamo alla prima parte della stagione che, collegandosi alla chiusura della
precedente con “The Artist”, inizia con una dichiarazione d’amore al cinema di Martin
Scorsese: dal muto in bianco e nero passiamo però con “Hugo Cabret” alle emozionanti
potenzialità della tecnologia in 3 D. Segue il primo di cinque film della rassegna “Regie
italiane” , lo splendido “Cesare deve morire” dei Taviani, realizzato con i carcerati di
Rebibbia che mettono in scena una straordinaria versione dell’opera di Shakespeare.
Seguiranno poi i film “ Il primo Uomo” di Gianni Amelio dedicato a Camus, “Sette opere di
Misericordia” dei De Serio sull’aridità dei rapporti umani e “Diaz” di Vicari sulla
soppressione dello stato di diritto avvenuta a Genova nel 2001.
La serie dei titoli al femminile è aperta da Marianne Satrapi (vi ricordate il suo
Persepolis?): ve la riproponiamo con “Pollo alle prugne” ambientato ancora nella società
iraniana. Gli altri titoli sono: “Baci mai dati” di Roberta Torre, che ritorna nella amata Sicilia
con i suoi sogni, bisogni, speranze; “A simple Life” della cinese Ann Hui, che narra della
straordinaria dedizione di una domestica alla famiglia con cui lavora; “Polisse” di Maiwen
Le Besco (premio a Cannes), che affronta le adrenaliniche dinamiche e modalità di lavoro
degli agenti della polizia francese che si occupano degli abusi sui minori; “Sister” di Ursula
Meier (premio a Berlino) sulle tracce di fratello e sorella che tristemente vivono di
espedienti in una lussuosa stazione scistica delle Alpi; conclude la serie il film “Il sentiero”
di Jasmila Sbanic di Sarajevo, con la storia di una giovane coppia alle prese con il
rinascere di nuovi integralismi nei luoghi del conflitto Serbo/Bosniaco.
Negli altri titoli in rassegna troverete il perfetto Roman Polanski con l’ultimo capolavoro
“Carnage”, tragicommedia che mette a nudo l’ipocrisia e la falsità di due coppie di genitori;
grandissima l’interpretazione degli attori. Vedremo “Silent Soul”, poetico film russo di
Alexsei Fedorchenko, omaggio alla morte e alla natura in una cultura lontana. L’America e
le elezioni presidenziali saranno il soggetto di “Le idi di marzo“ diretto e interpretato da
George Clooney. Nel vicino Canada si svolge invece l’attività delll’insegnante “Monsieur
Lazard”: un film diretto da Philippe Falardeau, un delicato ritratto del lavoro educativo di
un immigrato algerino alle prese con i bambini del Nordamerica.
Inizieremo il 2013 con una commedia dedicata agli anziani, “Marigold Hotel” dell’inglese
John Madden, che nella bellissima ma disordinata città indiana di Jaipur ridà un nuovo
senso alle vite esigenti degli europei. Ricorderemo la giornata mondiale della memoria
dedicata alla shoah con la pellicola “ La chiave di Sara” di Gilles Paquet, che ispirandosi al
romanzo di Tatiana Rosnay denuncia ancora, con un po’ di enfasi, lo sterminio degli ebrei.
Seguirà un lungo film poliziesco ambientato in Turchia: “C’era una volta in Anatolia” di Nuri
Bilge Ceylan, un’indagine che a partire da un delitto indaga nell’animo dei personaggi. Vi
riproporremo il regista Philippe Loirette, autore di Welcome, col suo nuovo “Tutti i nostri
desideri”, un film sociale sulla questione dell’indebitamento di una donna che lotta con la
dignità di tanti poveri per affrontare l'ingiustizia della società senza piegarsi al mendicare.
Infine la caparbietà nello svolgere il proprio lavoro e proteggere la propria identità sarà tra
i temi del film “Albert Nobbs” di Rodrigo Garcia, interpretato magistralmente dall’attrice
Glenn Close e ambientato nella Dublino del secolo scorso.
Buona visione a tutti e tutte Paolo Rizzi
Giovedì 20 Settembre 2012
HUGO CABRET di Martin Scorsese USA
dur 125’
Ben Kingsley - Sacha Baron Cohen - Asa Butterfield Chloe
Moretz - Ray
Winstone -Emily
Mortimer Christopher Lee - Helen McCrory - Michael Stuhlbarg Johnny Depp - Frances de la Tour - Jude Law - Richard
Griffiths - Kevin Eldon -Gulliver McGrath Anno: 2011
IL FILM:Paris Montparnasse. Rimasto orfano, si occupa
di far funzionare i tanti orologi della stazione e coltiva il
sogno di aggiustare l'uomo meccanico che conserva nel
suo nascondiglio e che rappresenta tutto ciò che gli è
rimasto del: padre.
LA RECENSIONE: Con l'adattamento di "La
straordinaria invenzione di Hugo Cabret", Martin
Scorsese si ritrova e si perde allo stesso tempo,
andando alla ricerca del tempo perduto, lui che il
meccanismo del tempo, al cinema, lo ha messo alla
prova più di altri. Quello che non è difficile riconoscere, invece, è il suo amore per la
settima arte, profondo come un abisso.
Ed è proprio in quell'abisso che ci fa sprofondare l'incipit del film, in un crescendo
d'incanto: la tecnologia tridimensionale smette di essere sfoggio e diviene bullone
imprescindibile della costruzione; d'altronde, il film incrocerà di lì a poco Georges Meliès, il
padre degli effetti speciali e dell'animazione dell'inanimato.
Ma padre non è solo un modo di dire, non in questa circostanza. Il film, infatti, si presenta
letteralmente come un'avventura da cinéfils, nel senso che Daney dava al termine,
essendo la storia di un ragazzo che, cercando il proprio padre, trova il cinema. Eppure è
proprio su questo punto che Hugo Cabret rischia di perderci e di vederci abbandonare il
vagone.
Giovedì 27 settembre 2012
CESARE DEVE MORIRE
regie italiane
di Paolo e Vittorio
Taviani, Italia, 2011, 76 min. Documentario, drammatico.
Con Giovanni Arcuri - Cosimo Rega - Antonio Frasca Maurilio Giaffreda -Salvatore Striano - Fabio Cavalli Juan Dario Bonetti - Francesco Carusone - Vincenzo
Gallo - Rosario Majorana -Francesco De Masi IL FILM: Nel teatro all'interno del carcere romano di
Rebibbia si conclude la rappresentazione del “Giulio
Cesare” di Shakespeare. I detenuti/attori fanno rientro
nelle loro celle. Sei mesi prima: il direttore del carcere
espone il progetto teatrale dell'anno ai detenuti che
intendono partecipare. Seguono i provini nel corso dei
quali si chiede ad ogni aspirante attore di declinare le
proprie generalità con due modalità emotive diverse.
Completata la selezione si procede con l'assegnazione
dei ruoli chiedendo ad ognuno di imparare la parte nel
proprio dialetto di origine. Progressivamente il “Giulio Cesare” shakesperiano prende
corpo... LA RECENSIONE: «Si svolge in un reparto di sicurezza del carcere romano di
Rebibbia e racconta la messa in scena di una tragedia scespiriana recitata da un gruppo
di detenuti, sotto la guida del regista Fabio Cavalli da dieci anni impegnato in questa
attività, ma non è un documentario, e non è neppure teatro adattato per lo schermo: è un
puro distillato del cinema e delle tematiche dei Taviani. (...) Ottimo il sintetico taglio
drammaturgico del meraviglioso testo, felice l'idea (di Cavalli) di far parlare gli attori nei
loro dialetti; indovinata squadra di interpreti (fra cui straordinari Striano e Vega), la cui vita
spericolata alimenta di lacrime e sangue il gioco recitativo; emozione colma di quando si
toccano corde umane profonde.» (Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa)
sguardi al femminile
Giovedì 4 ottobre 2012
POLLO ALLE PRUGNE di Vincent Paronnaud,
Marjane Satrapi – Francia, 2011, 91 min.
Con Mathieu Amalric - Jamel Debbouze - Golshifteh
Farahani -Edouard Baer - Chiara Mastroianni - Isabella
Rossellini - Eric Caravaca - Maria de Medeiros - Mathis
Bour - Enna Balland - Christian Friedel - Frédéric Saurel
IL FILM:Nasser Ali è un virtuoso del violino, che la
moglie ha fatto a pezzi, infrangendogli il cuore. Perduto il
suo strumento, Nasser prova inutilmente a sostituirlo,
spingendosi in botteghe di città lontane. Fallito ogni
tentativo e incapace di essere altro che un musicista,
Nasser si lascia morire nel suo letto. Negli otto giorni che
precedono la sua cercata dipartita, Nasser ripercorrerà
come in una favola la sua vita e il dolce segreto che l'ha
ispirata. Incantandola per sempre.
LA RECENSIONE:. Marjane Satrapi continua la sua
ricerca artistica ed esistenziale, traducendo per lo schermo la sua graphic novel.. Se la
protagonista di Persepolis sceglieva per sé e per la sua libertà un 'giardino' reale (Parigi), il
violinista senza violino di Pollo alle prugne muore di consunzione dentro un Eden mentale
che bandisce ogni regola a favore dell'immaginazione. Un'immaginazione che può tornare
alla propria patria e alla propria memoria, abitata da chi abbiamo amato e mai dimenticato.
Sotto la favola, lo humor e il neorealismo fantastico della Satrapi, batte un'idea politica,
che non dimentica di saldare i conti con l'America (colpevole del colpo di Stato del '53.
Nasser Ali, interpretato da Mathieu Amalric, singolare alchimista del fantastico, funziona
allora come l'allegoria complessa e sofisticata di un movimento dell'anima contro le odiose
persecuzioni di regime consumate nella società iraniana.,
Giovedì 11 ottobre 2012
CARNAGE di Roman Polanski,
Francia, 2011, 79
min. Commedia nera. Con: Christoph Waltz - Jodie
Foster - John C. Reilly - Kate Winsle
IL FILM: In un misurato appartamento di Brooklyn due
coppie provano a risolvere uno smisurato accidente.
Zachary e Ethan, i loro figli adolescenti, si sono
confrontati incivilmente nel parco. Due incisivi rotti dopo,
i rispettivi genitori si incontrano per appianare i conflitti
adolescenziali e riconciliarne gli animi, ma sospendendo
LA RECENSIONE: carneficina dialettica.
Accomodati tre premi Oscar (Kate Winslet, Jodie Foster,
Christoph Waltz) in un appartamento di Brooklyn,
Polanski denuncia ancora una volta il riferimento al (suo)
maestro inglese. In particolare un capolavoro
di Hitchcock . Trattenuto in un'unica location e svolto in
tempo reale, Carnage è ‘scenograficamente' prossimo
al Rope hitchcockiano. Il richiamo non si limita allo spazio esterno, ma ancora e di più a
quella maniera unica di tradurre un'idea in un movimento, in movimenti invisibili quanto
mirabili di macchina. Versione cinematografica della piéce teatrale di Yasmina Reza, cosceneggiatrice con Polanski, Carnage coniuga il piacere della forma al valore della storia,
una storia che ancora una volta suggerisce l'illusione della trasparenza. La maschera linda
dei quattro protagonisti insinua presto un malessere sordo, un orrore che c'è e si vede.
Polanski, nel testo della francese, sguazza felice e dispettoso come un ragazzino,
divertendosi un mondo e divertendo il suo pubblico.
Giovedì 18 ottobre 2012
regie italiane
IL PRIMO UOMO di Gianni Amelio – Italia, 2011,
98 min. con Maya Sansa - Jacques Gamblin - Denis
Podalydès - Régis
Romele - Catherine
Sola -Ulla
Baugué - Nino Jouglet - Abdelkarim Benhabouccha Hachemi Abdelmalek - Djamel Saïd - Nicolas Giraud
IL FILM: Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria
d'origine, l'Algeria, per perorare la sua idea di un paese in
cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come
nativi della stessa terra. Ma negli anni '50 la questione
algerina però è ben lontana dal risolversi in maniera
pacifica. “Ogni bambino contiene già i germi dell'uomo che
diventerà”. LA RECENSIONE: Il film è un lavoro
personalissimo e appassionato. Come sempre sono le
cose del regista calabrese, "autore" assoluto anche
quando, ed è capitato più di una volta, sceglie un testo
preesistente o un'ambientazione estranea alla sua esperienza biografica. Nell'autoritratto di
Camus (questo è Il primo uomo) Amelio ritrova pienamente se stesso. L'amore conflittuale per
le origini, le due decisive figure femminili della madre e della nonna, l'istruzione come veicolo
di emancipazione, l'assenza paterna.» (Paolo D’Agostino – la Repubblica) Una menzione
alla fotografia di Yves Cape che contribuisce al risultato grazie ad una inquadratura
sempre pulita, primi piani sui volti segnati dalle vicende e una luce decisa e calda.
Giovedì 25 ottobre 2012 sguardi al femminile italiani
I BACI MAI DATI di Roberta Torre Italia 2010
dur 80, con Beppe Fiorello - Carla Marchese - Donatella
Finocchiaro - Gabriella Saitta - Lucia Sardo - Martina
Galletta - Piera Degli Esposti - Pino Micol - Valentina
Giordanella
IL FILM: Catania. Librino, quartiere satellite. Manuela
ha tredici anni, una sorella maggiore che si sta infilando
in giri pericolosi, una madre che non sa bene che fare
della propria vita e un padre che c'è e non c'è. È
un'esistenza come tante la sua fino a che un giorno la
statua della Madonna che è stata eretta nello spiazzo
antistante la sua abitazione diventa qualcosa di più di
un monumento. Le parla o, almeno, così sembra. Da
quel momento la vita di Manuela e di chi la circonda si
trasforma radicalmente.
LA RECENSIONE:la regista milanese (ma siciliana
adottiva) ha ritrovato la freschezza narrativa e visiva del suo cinema migliore. C'è un
negozio di parrucchiera in cui Manuela vorrebbe apprendere un lavoro se non le venisse
impedito. Ci sono sogni in cui donne con capelli di zucchero filato si lasciano pettinare. Ma
c'è, soprattutto, un'umanità alla disperata ricerca di qualcuno che sia disposto ad ascoltare
le sue lacerazioni, i suoi bisogni, talvolta le sue pretese che sfiorano l'assurdo involontario
(“Vorrei che la Madonna facesse trovare un lavoro al mio fidanzato in un supermercato.
Nel turno dalle 3 alle 8 del pomeriggio, che è il migliore). È un'umanità disposta a credere
a chiunque sembri credere in lei. Così Manuela è costretta a trasformarsi in una sorta di
fabbrica della speranza. Ma di vera speranza si tratta? Roberta Torre non ci vuole dare
una risposta. Ci vuole offrire invece il respiro di una possibilità. Un respiro misterioso,
come quello iniziale che percepiamo distintamente sotto il telo che ricopre la statua della
Madonna.
martedì 30 ottobre 2012
SILENT SOUL di Alexsei
Fedorchenko con Igor
Sergeyev, Yuriy
Tsurilo, Yulia
Aug, Ivan
Tushin Drammatico, durata 80 min. –
IL FILM: Alla morte dell'amata moglie Tanya, Miron,
proprietario di una cartiera, chiede ad un suo fidato
dipendente, Aist, fotografo e scrittore, di accompagnarlo
per compiere il rito di addio, secondo le tradizioni della
cultura dei Merja, un'antica etnia ugro-finnica di una
remota regione del centro-ovest della Russia,
scomparsa circa quattrocento anni fa e di cui, come
ricorda il regista, le sole tracce rimaste, sono i nomi dei
fiumi. Nel corso del viaggio, il marito rivelerà, secondo le
usanze merja, particolari della vita intima della donna.
LA RECENSIONE: Silent Souls prende spunto da un
racconto di Aist Sergeyev.Tenerezza e nostalgia si
fondono in questa pellicola, dando vita ad una fiaba di
struggente e raffinata poesia, dove l'acqua è l'elemento primordiale a cui fare ritorno, nel
quale immergersi per ritrovare la propria amata e la propria identità. Nel rendere omaggio
al popolo dei Merja e ai suoi rituali di passaggio, il matrimonio e il funerale, Aleksei
Fedorchenko mostra i luoghi in cui è ancora forte e percepibile la presenza di questa
cultura, esplorandone ogni angolo remoto.Vite trascorse nell'osservanza di riti arcaici,
nella maestosa immensità di un paesaggio silente, dove appena si può udire il dolcissimo
canto degli zigoli, che danno il titolo al film.
Giovedì 8 novembre 2012
regie italiane
SETTE OPERE DI MISERICORDIA
di
Gianluca e Massimiliano De Serio,
Con Roberto
Herlitzka, Olimpia
Melinte, Ignazio
Oliva, Stefano
Cassetti, Cosmin Corniciuc Drammatico, durata 103’
Italia, Romania 2011
IL FILM:Torino. Luminita è una giovane clandestina
romena che sopravvive grazie al borseggio di cui deve
poi dare i frutti ai suoi 'padroni'. Luminita ha però un
piano per sfuggire al loro controllo e ottenere dei
documenti falsi. Inizia a metterlo in atto scegliendosi una
vittima a caso. La vittima è Antonio, un uomo anziano e
malato che vive in una situazione di semidegrado ed è
costretto periodicamente a farsi ricoverare in ospedale.
È lì che la ragazza lo incontra e inizia a seguirne le
mosse.
LA RECENSIONE: Nel deserto delle vite dei due
protagonisti sembra non esserci spazio per un
sentimento che vada al di là del sopravvivere a se stessi. Antonio trascorre le sue giornate
escludendo la bellezza della vita. Luminita ha invece la ferinità di un animale la cui gabbia
è una città che le è estranea e i cui feroci guardiani parlano la sua stessa lingua. Per lei le
opere di misericordia sono in azioni il cui fine non è un cuore che condivide la miseria
umana ma l'usare l'altro ai propri fini. I De Serio ci mostrano questo scontro/incontro tra
due aride solitudini andando alla ricerca non di un lieto fine quanto piuttosto di un ‘fine’, di
un senso dell'esistere. Lo fanno con un lucido percorso scandito dalle sette stazioni del
titolo nell'ambito del quale lo spettatore è chiamato a interrogarsi come il regista
chiedendosi quale sarà l'evolvere della vicenda e quale direzione prenderanno gli eventi.
in collaborazione con:
cinema Araldo di Novara - FIC - LAB 80
Assopace , Amnesty International, Banca Etica
proiezioni al lunedì sera ore 21
presso le sale : Araldo, Teatro del cuscino, Cascina Graziosa
via Maestra 12 Araldo, via Magalotti 11 Teatro del cuscino, Cascina Graziosa 1 Casalino
ingressi gratuiti già pagati per i soci tesserati e frequentanti il cineforum
“Il posto delle fragole” (valido per i non residenti a Novara città.)
Visioni e riflessioni sui conflitti geopolitici, ma anche urbani, razziali e di classe, che
assillano numerose zone del pianeta. Film inediti per scoprire storie poco conosciute,
attraverso gli occhi di chi questi conflitti li ha vissuti o li vive tuttora sulla propria pelle.
"Per capire un conflitto o una rivalità geopolitica, non basta precisare e cartografare le
poste in gioco, bisogna anche cercare, lo si è visto – soprattutto quando le cause sono
complesse – di comprendere le ragioni, le idee dei suoi principali attori: capi di Stato,
leader di movimenti regionalisti, autonomisti o indipendentisti, eccetera.
Ciascuno di essi esprime e influenza a un tempo lo stato d’animo della parte di opinione
pubblica che rappresenta. Il ruolo delle idee - anche se sbagliate – è capitale in
geopolitica. Sono esse a spiegare i progetti e a determinare la scelta delle strategie,
certo insieme ai dati materiali."
Yves Lacost
Opuscolo completo scaricabile al sito : http://issuu.com/labottantabergamo/docs/brochure_conflitti
Giovedì 15 novembre 2012 sguardi al femminile
A SIMPLE LIFE di Ann Hui, Cine, 2011, 117
Andy Lau - Deannie Yip - Anthony Wong - Tsui Hark Sui-man Chim - Raymond Chow - Paul Chun - So-ying
Hui - Sammo Hung Kam-Bo - Elena Kong
Festival di Venezia – Miglior Attrice Deanie Ip
IL FILM: Basato su eventi e persone realmente esistiti, il
film parla di Chung Chun-Tao che lavorò come amah
(donna di servizio) per la famiglia Leung. Ora, dopo
sessant’anni di servizio, si prende cura di Roger, che
lavora nell’industria del cinema ed è l’unico membro
della famiglia ancora residente ad Hong Kong. Un giorno
Roger torna a casa e scopre che Tao è stata colpita da
un malore. La porta subito all’ospedale dove lei
annuncia di voler lasciare il lavoro per trasferirsi in una
casa di cura. Roger vaglia le varie possibilità e le trova
una stanza in uno stabilimento gestito da un suo vecchio
amico... LA RECENSIONE: A Simple Life è il ritratto straordinario di una donna ormai
anziana che ha lavorato tutta la vita come “amah” (domestica) presso un'abbiente famiglia
di Honk Kong. (...) La regista honkonghese Ann Hui, la cui sensibilità femminile dona
sfumature indimenticabili al ritratto di questa anziana donna, riesce a far vivere e vibrare
questa storia grazie all'uso sapiente di linguaggi diversi che vanno dal cinema verità al
documentario sempre rimanendo ancorata a un solido dispositivo narrativo e funzionale.
Da vedere!» (Dario Zonta – L’Unità)
Giovedì 22 novembre 2012
LE IDI DI MARZO di George Clooney, Usa, 2011,
101 min. Drammatico. con Ryan Goslin, George
Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa
Tomei
IL FILM: Stephen Meyers è il giovane guru della
comunicazione nella campagna per le primarie
presidenziali del Partito Democratico negli Stati Uniti di
un molto prossimo futuro. Il candidato che sostiene,
sotto la supervisione del più anziano Paul Zara, è il
governatore Mike Morris. Morris parte svantaggiato ma
ha dalla sua l’appeal di un richiamo ai più profondi valori
della Costituzione americana visti sotto una luce
contemporanea e accattivante. Stephen avrà modo di
scoprire progressivamente che Morris, che pensava
fosse sufficientemente coerente con gli ideali professati,
ha un lato oscuro... LA RECENSIONE: «(...) George
Clooney rimette in carreggiata il Festival con un film decisamente buono, di solida struttura
narrativa (non a caso all'origine c'è una pièce di Beau Willimon) e con un cast di attori che
si vorrebbe non finissero mai di recitare. Le idi di marzo del titolo non sono quelle in cui
Cesare fu ucciso, ma poco ci manca. Anche qui si sprecano le pugnalate, e molti
personaggi potrebbero dire: «tu quoque...». Nel film, come nella storia romana e nella
tragedia shakespeariana, il tema che tiene unito tutto è quello del potere (...) Dopo
l'entusiasmo della prima parte, il film diventa una specie di percorso di iniziazione al
contrario, dove il cinismo e la sopraffazione portano in luce le vere facce delle persone.
(...) Anche noi poveri spettatori avremmo voglia di credere nei sogni, specialmente in quelli
della politica, e quando qualcuno ci fa aprire gli occhi allora siamo pronti a trasformarci in
tanti Marco Giunio Bruto. Nos quoque...» (Paolo Mereghetti – Corriere della Sera)
Giovedì 29 novembre 2012
sguardi al femminile
POLISSE di Maiwenn Le Besco, Francia, 2011, 134
min, con Karin Viard - Joey Starr - Marina Foïs - Nicolas
Duvauchelle - Maïwenn Le Besco -Karole Rocher Emmanuelle Bercot - Frédéric Pierrot - Arnaud Henriet Naidra Ayadi - Riccardo Scamarcio -Sandrine Kiberlain Louis-Do de Lencquesaing
Festival di Cannes – Premio della Giuria
IL FILM: Le indagini della squadra della brigata dei minori
- del quartiere Belleville di Parigi, e le vite degli agenti
sono al centro di una docu-fiction, ossia di un film di
finzione dal forte timbro documentaristico. Bisogna essere
pronti a visionare quest’opera, perché si indaga su reati di
pedofilia, intra ed extra familiare, sequestri di persona,
violenza
sessuale
di
gruppo,
sfruttamento
dell’accattonaggio, dei furti in appartamento e della
prostituzione, ma tra le pieghe delle indagini ci si interroga
anche sulle vite delle persone che compongono la
squadra e sulle ripercussioni che le storie delle indagini hanno nella vita privata degli
agenti.
LA RECENSIONE: «L'unità di polizia BPM, Brigate per la Protezione dei Minori, fa uno dei
lavori più difficili al mondo: si occupa di abusi e reati di pedofilia, il più sovente commessi
dai genitori. L'attrice e regista Maïwenn ha realizzato un film di grande forza emotiva,
meritato Premio della Giuria a Cannes. Prendendo per se stessa la parte di una fotografa,
Melissa, incaricata dal ministero di documentare l'attività della sezione, Maïwenn allude
alla propria posizione di testimone dei fatti, che si riferiscono sempre a situazioni reali e
sono rappresentati con uno stile semi-documentario assai efficace, complice un cast di
ottimi attori.
Giovedì 6 dicembre 2012
MONSIEUR
LAZHAR
Di
Philippe
Falardeau Con: Mohamed Fellag - Sophie Nélisse Émilien Néron - Danielle Proulx - Brigitte Poupart Jules Philip - Daniel Gadouas - Louis Champagne Seddik Benslimane
Anno:2011 Musiche: Martin Léon Fotografia: Ronald Plante
Montaggio: Stéphane Lafleur
IL FILM:Bachir Lazhar, immigrato algerino, è chiamato
a
sostituire
un’insegnante
elementare
morta
tragicamente. Mentre la classe avvia un lungo processo
di elaborazione del lutto, nessuno a scuola sospetta
quale doloroso passato gravi su Bachir che, in
qualunque momento, rischia l’espulsione dal Paese.
LA RECENSIONE: Sono molti i temi in “Monsieur
Lazhar”, trattati con pudore e delicatezza, ma anche
con umorismo e ironia: la gestione degli eventi
traumatici, l’immigrazione e l’infanzia messe alla prova, la comunicazione e il linguaggio
dei bambini e la loro resilienza. Il regista critica implicitamente il sistema educativo
canadese, perché cerca di soffocare la crescita dei bambini, trattandoli come se fossero in
una cappa di vetro. Quello di Philippe Falardeau è un racconto di formazione, intimista ma
senza perdere di vista temi sociali più collettivi, capace di creare una forte empatia, infine
la frase che Bachir pronuncia ai suoi allievi in un momento topico: “La scuola è un luogo di
lavoro, di amicizia, di vita, di cortesia, in cui si dedica la propria vita e non la propria
disperazione
IN OCCASIONE ELLA GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI
UMANI DEDICHIAMO IL FILM “DIAZ” AL PIU’GRAVE
EPISODIO DI SOSPENSIONE DEI DIRITTI AVVENUTO IN
ITALIA DAL DOPOGUERRA:IL MASSACRO ALLA SCUOLA DI
GENOVA DURANTE LE GIORNATE DEL G8 DI 10 ANNI FA.
diritti umani
Giovedì 13 dicembre 2012
DIAZ – NON PULIRE QUESTO SANGUE
di Daniele Vicari, Italia, 2012, 120 min. Drammatico. Con
Elio Germano - Claudio Santamaria - Pippo Delbono Rolando Ravello - Alessandro Roja - Ignazio Oliva Jennifer Ulrich - Monica Barladeanu - Aylin Prandi Renato Scarpa - Davide Iacopini - Paolo Calabresi
IL FILM: la storia dei molti che si troveranno la notte del
21 luglio all'interno della scuola Diaz dove la polizia
scatenerà l'inferno Gli elementi mostrati sono
indispensabili per fare memoria su un episodio che è
stato teatro della più grave disfatta del diritto
democratico della nostra storia recente.
LA RECENSIONE: Il film di Vicari si colloca all'interno
del cinema di denuncia civile di cui Rosi e Lizzani sono
stati maestri e che richiama. Vicari non si nasconde
dietro a nessun facile manicheismo e, così facendo, può permettersi di proporre un film
che si muove su un piano eticamente elevato. Così come solo chi è in malafede potrà
accusare Diaz -di essere 'contro la polizia'. E' sicuramente contro ma con l'opposizione e
la denuncia di quel tumore che può pervadere un'istituzione la cui finalità e quella di
mantenere l'ordine democratico e non di esercitare violenza fisica e psicologica su chi
ritiene di dover sottoporre a controlli o restrizioni di libertà. Dal punto di vista
cinematografico poi questo è un film senza star. Ognuno ha il proprio ruolo che si immerge
e riemerge come un corso d'acqua carsico nei gironi degli inferi di quella notte. Una notte
da dimenticare diranno alcuni. Una notte da ricordare afferma con forza e rigore questo
film. Perché fatti simili non accadano più.
Lorenzo Guadagnucci: “credo che l’aspetto più difficile da restituire al pubblico, di quanto
accaduto dentro la scuola, sia la paura. Per me, il momento più duro di quella notte è stato
dopo il pestaggio. In quel momento eravamo nella palestra al pian terreno, da una parte i
feriti, dall’altra chi stava meglio, sotto il pieno controllo degli agenti. In quel frangente, che
è stato molto lungo, molti di noi hanno avuto paura di essere solo all’inizio della
disavventura. Qualcuno ha pensato a un colpo di Stato, altri hanno avuto il timore d’essere
uccisi: le minacce e le affermazioni dei poliziotti legittimavano questi pensieri. Ricordo i
pianti, il terrore, il sentirsi inermi di fronte a persone che avevano il dominio della
situazione. Solo l’arrivo della prima ambulanza ha rotto questo clima”. Lo stesso Fournier quello che ha descritto la Diaz come una ‘macelleria messicana’- ha detto in tribunale che
il manganello ‘tonfa’, per come è presentato agli stessi agenti che dovranno utilizzarlo, è
un arma potenzialmente letale. Gli agenti picchiatori, alla scuola Diaz, hanno agito
prendendosi il rischio di uccidere. Io stesso ricordo una gragnuola di colpi, contro di me,
sferrati senza il minimo riguardo: ho protetto la testa con le braccia, ritrovandomi con gli
avambracci scarnificati. Se quei colpi mi avessero raggiunto alla testa... Del resto
l’episodio di Melanie parla chiaro: quella macchia rossa vicino alla sua testa non era
materia cerebrale, ma poteva esserlo...”.
Giovedì 17 gennaio 2013
MARIGOLD HOTEL di John Madden Con: Bill
Nighy - Maggie Smith - Judi Dench - Tom Wilkinson - Dev
Patel - Penelope Wilton - Ramona Marquez - Celia Imrie Ronald Pickup - Lillete Dubey - Liza Tarbuck - Tena
Desae - Russell Balogh - Israr Azam Anno: 2012
IL FILM: Un gruppo di pensionati britannici parte per
l'India per trascorrere un periodo in quello che credono
sia un albergo di recente restaurato. In realtà l'Hotel si
rivela meno lussuoso di quanto appariva nella pubblicità,
ma comincia lentamente e in modo inatteso, ad
affascinare i pensionati.
LA RECENSIONE:.. Ben vengano storie come questa, le
commedie ben recitate, ben scritte, ben girate, che
pacificano appunto con l’esistenza. E’ un film di attori,
una commedia corale di carattere in cui i personaggi
scoprono tutti qualcosa, cambiano, si adattano, migliorano la lor vita e la concludono
felicemente. Marigold Hotel tratta con ironia minimalista dei problemi della terza età, nel
contesto dei rapporti dell’ex- impero con la sua ex-colonia. Come i loro connazionali di un
tempo, i maturi turisti troveranno che nel paese asiatico c’è troppo di tutto - caldo, mosche,
chiasso, confusione restando al contempo affascinantidalla sua ribollente vitalità
Giovedì 24 gennaio 2013
LA CHIAVE DI SARA
giornata della memoria
di Gilles PaquetBrenner Con: Kristin
Scott-Thomas - Mélusine
Mayance - Niels
Arestrup - Frédéric
Pierrot -Arben
Bajraktaraj - Gisèle Casadesus - Michel Duchaussoy Dominique Frot - Natasha Mashkevich - Aidan Quinn Sarah Ber - Karina Hin - James Gerard Anno: 2011
IL FILM:A Parigi, nella notte del 16 luglio 1942, i nazisti
rastrellano gli ebrei e li ammassano nel Velodromo
d’Inverno; successivamente li deportano nei campi di
concentramento. Tra gli ebrei deportati c’è la piccola
Sara Starzynski, che ha solo dieci anni e che è riuscita
a nascondere il suo fratellino Michel in un armadio
prima dell’arrivo dei nazisti, promettendogli che un
giorno sarebbe tornata. A sessant’anni di distanza, la
giornalista americana Julia Jarmond – sposata con il
francese Bertrand e che vive in Francia da vent’anni –
viene incaricata di realizzare un reportage sul rastrellamento. LA RECENSIONE:La chiave
di Sara non fa eccezione, riduce la dismisura dell'orrore a una semplice funzione narrativa,
preoccupandosi di comunicare, piuttosto che capire, quanto accaduto. Trasposizione del
romanzo di Tatiana de Rosnay, La chiave di Sara, sospeso tra un passato mai esaurito e
una contemporaneità in divenire, rimette innegabilmente in discussione un deplorevole
momento della vicenda nazionale, ma con altrettanta evidenza si stacca dalla verità dei
documenti, contagiandola con le 'contraffazioni' dell'entertainment e il sentimento
popolare, troppo incline agli amarcord e poco alla Memoria.
Giovedì 31 gennaio 2013
C'ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA di
Nuri
Bilge Ceylan , con Muhammet Uzuner - Yilmaz
Erdogan - Taner Birsel - Ahmet Mumtaz Taylan - Firat
Tanis - Ercan Kesal - Erol Erarslan - Ugur Aslanoglu Ufuk Karaali Anno: 2011. dur 150 min
IL FILM: Nel cuore delle steppe dell'Anatolia, un
assassino cerca di guidare una squadra della polizia
verso il luogo dove ha sepolto la sua vittima. Nel corso di
questo "viaggio" emergono gli indizi di cosa è davvero
accaduto.
LA RECENSIONE: È un poliziesco molto anomalo il
quarto film (su sei lungometraggi realizzati in carriera)
che il regista turco Nuri Bilge Ceylan porta in concorso a
Cannes, dove è stato già premiato per Uzak –
Lontano e Le tre scimmie. Un’indagine lunga una notte
che non serve a dare risposte sul crimine quanto, per i
personaggi, a guardarsi intorno e guardarsi dentro. Bilge Ceylan fa un cinema di tempi
dilatati (la pellicola supera le due ore e mezza) e di attenzione ai dettagli, riesce a
esplorare l’animo dei suoi personaggi facendone uscire passato e sentimenti dai
particolari. grande dignità, mentre il figlio, un ragazzino, scarica la rabbia tirando una pietra
in fronte al colpevole. C’era una volta in Anatolia è un film di rara potenza. Un “viaggio al
termine della notte” che richiede una certa dose di pazienza per essere apprezzato, ma
ripaga lo spettatore con emozioni complesse e durature come al cinema se ne incontrano
di rado
Giovedì 7 Febbraio 2013 sguardi al femminile
SISTER di Ursula Meier. Con Léa Seydoux, Kacey
Mottet Klein, Martin Compston, Gillian Anderson, JeanFrançois Stévenin. Drammatico, durata 100 min. Francia, Svizzera 2012. – Teodora,
Orso d’argento all’ultimo festival di Berlino,
IL FILM: Il dodicenne Simon vive nella vallata industriale
ai piedi di un altipiano sciistico di lusso. Condivide
l'appartamento popolare con la sorella maggiore, Louise,
che non ha un lavoro. Nessuna traccia, invece, dei
genitori. Simon procura il cibo e i soldi che servono per
vivere ad entrambi vendendo ai suoi coetanei sci, guanti
e occhiali di valore, che ruba nel corso delle sue
trasferte quotidiane in alta montagna. Ruba anche su
commissione, l'attrezzatura della marca richiesta.
LA RECENSIONE: Scavando sempre più a fondo nella
storia e nella vita del protagonista, viene rivelato in modo
del tutto inaspettato qualcosa che provoca nello spettatore la rottura di ogni schema e
prospettiva iniziale. Quest’opera controllata e minimale di Ursula Meier, ricorda sia per la
struttura narrativa che per le tecniche di ripresa il neorealismo europeo di film come
“Rosetta” (1999), “Matrimonio di Lorna” (2008) e “Il ragazzo con la bicicletta” (2011) dei
fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne: contesti di miseria umana ed economica, lettura
asciutta e diretta delle vite altrui, Una nota anche alla colonna sonora di John Parish e alla
fotografia di Agnès Godard, che qualcuno ricorderà per “Nuovomondo” di Emanuele
Crialese (2005) e “Anime erranti” (2003) di André Téchiné.
Giovedì 14 Febbraio 2013
TUTTI I NOSTRI DESIDERI di Philippe Lioret
Con: Vincent
Lindon - Marie
Gillain - Amandine
Dewasmes - Yannick Renier - Pascale Arbillot - Isabelle
Renauld - Laure Duthilleul - Emmanuel Courcol - Eric
Godon - Anna-Bella Dreyfus - Thomas Boinet - Lena
Crespo - Oriane Solomon Anno: 2011
IL FILM: Claire è un giovane magistrato di Lione: un
giorno davanti a lei, in tribunale, compare la madre di
una compagna di classe di sua figlia, "strozzata" dal
sovraindebitamento. Decide allora di coinvolgere
Stéphane, giudice esperto e disincantato ma sensibile al
problema, nella sua battaglia contro le derive del credito
al consumo. Tra lei e Stéphane nasce qualcosa: il
desiderio di cambiare le cose e un legame profondo, ma
soprattutto l'urgenza di vivere questi sentimenti.
Liberamente ispirato al romanzo Vite che non sono la
mia di Emmanuel Carrère, pubblicato in Italia da Einaudi.
LA RECENSIONE:Un film di guerra fatto solo d’amore. E’ il paradosso di Tutti i nostri
desideri, nuova prova del regista di Welcome. Che reinventa il cinema “sociale” fondendo
a meraviglia il generale con il particolare, ovvero la sofferenza del corpo sociale, come si
dice, con quella individuale, in cui è molto più facile (e persino giusto) identificarsi
Un cast in stato di grazia viene assecondato da una regia fine e mai banale capace di
imprimerci il messaggio di fondo: basta un briciolo di pietas per far sopravvivere l’umanità
Giovedì 21 Febbraio 2013
ALBERT NOBBS di Rodrigo
Garcia, Gran
Bretagna, 2011, 113 min. con Glenn Close, Mia
Wasikowska, Aaron Johnson
IL FILM: Siamo nell'Irlanda del diciottesimo secolo.
Albert Nobbs è migliore dei camerieri che lavorano in un
albergo di Dublino. La sua vita è totalmente dedicata a
svolgere la sua professione il meglio possibile, in modo
da poter guadagnare il denaro necessario per aprire in
futuro una sua attività commerciale. Albert Nobbs ha
però un segreto: è una donna. Quando nell'albergo
arriva un pittore che deve imbiancare gli interni la sua
copertura vacilla. Proprio nel momento di massima
difficoltà però Nobbs scopre una persona in grado di
capire il suo segreto e di aiutarla a sopportare la
frustrazione e il dolore di una condizione così disperata.
Rinfrancata da questa nuova amicizia la donna può
dedicarsi più serena a costruire il proprio futuro... LA
RECENSIONE: «(...) Glenn Close, che aveva recitato “Albert Nobbs” in teatro, ha voluto
fortemente il film, lo ha coprodotto: per un'attrice un personaggio en travesti, così
complesso e ambiguo, è una bella occasione per mostrare bravura. Glenn Close, che ha
voluto fortemente il film, inventa una pelle e un'anima che sono un prodigio di mimesi fisica
e di eccellenza interpretativa (...) La prova di Close ha in dote quel miracolo di forza e di
intima fragilità che raramente hanno trovato una dimostrazione così convincente e
toccante.» (Il Secolo XIX)
Giovedì 28 febbraio 2013 sguardi al femminile
IL SENTIERO di Jasmila Zbanic, Bosnia-
Herzegovina, 2010, 100 min. con Zrinka Cvisetic, Leon
Lucev, Ermin Bravo, Mirjana Karanovic Musiche:Brano
Jakubović, Fotografia: Christine A. Maier Montaggio: Niki
Mossböck
IL FILM: Sarajevo. Luna fa la hostess mentre il suo
compagno Amar opera come controllore di volo
all'aeroporto. I due stanno cercando di avere un figlio e
sono anche disposti a ricorrere all'inseminazione
artificiale. Amar viene però sospeso dal lavoro perchè
sorpreso con alcolici in servizio. Per caso incontra un ex
commilitone divenuto musulmano integralista. Gli viene
offerto un lavoro come insegnante di computer in una
comunità musulmana che vive isolata dalla città. Da quel
momento i percorsi di Amar e Luna iniziano a dividersi...
LA RECENSIONE: Bel ritratto di sentimenti in lotta con
la tradizione e una cultura ed anche la visione di un Paese dove la guerra ha lasciato ferite
morali e materiali non risolte ben rese dagli attori. Per noi il sanguinoso conflitto bosniacoserbo con le sue migliaia di morti e il suo corollario di stragi etniche è storia archiviata. Per
coloro che l'hanno vissuto in prima persona, no. Non per l'hostess Luna, non per il
controllore di volo Amar, giovane coppia di musulmani nella Sarajevo multiculturale di oggi
(...) Autrice del premiato Il segreto di Esma (2006), Jasmila Zbanic continua a indagare
sulle contraddizioni religiose e sociali del suo paese all'indomani del conflitto. (Alessandra)
La 19 edizione pr
proseguiremo con una seconda rassegna fino a giugno.
A marzo dedicheremo una selezione speciale alle donne
Immagine dal film Djeca
Vincitore al festival di Pesaro 2012
Premio Amnesty International
Ingresso soci 4,00 euro
Con tessera annuale FIC dal costo di 5,00 euro
Ingressi non soci 7,00 euro
Per informazioni telefonare a 340.5273720
www.cineforumoleggio.it
Movie Planet 0321 927419
www.movieplanetbellinzago.it
e mail [email protected]
CINEFORUM F.I.C.
1° RASSEGNA 19 EDIZIONE 2012-2013
Giovedì 20 settembre 2012
HUGO CABRET
Giovedì 27 settembre 2012 CESARE DEVE MORIRE
Giov 4 ottobre 20112
POLLO ALLE PRUGNE
Giovedì 11 ottobre 2012
CARNAGE
Giovedì 18 ottobre 2012
IL PRIMO UOMO
Lunedì 22 ott. Novara
Giovedì 25 ottobre 2012
Martedì 30 ottobre 2012
Lunedì 5 nov. Novara
Tambien la Luvia
I BACI MAI DATI
SILENT SOUL
Giovedì 6 dicembre 2012
Lunedì 10 dic. Novara
dei fratelli Taviani
di M. Satrapi, Porround
di Roman Polanski
di Gianni Amelio
di Iciar Bollain
di Roberta Torre
di Alexsei Fedorchenko
di Tamer Ezzat
MISERICORDIA di De Serio
Tahrir
Giovedì 8 nov. 2001 SETTE OPERE DI
Giovedì 15 novembre 2012
A SIMPLE LIFE
Giovedì 22 novembre 2012
LE IDI DI MARZO
Giovedì 29 nov 2012
POLISSE
Lunedì 3 dic. Novara
di Martin Scorsese
Armadillo
MONSIEUR LAZHAR
Neds
DIAZ
Giovedì 13 dicembre 2012
di Ann Hui
di George Clooney
di Maiwenn Le Besco
di Ianus Pederseen
di Philipper Falarde
di Peter Mullan
di Daniele Vicari
Anno 2013
Giovedì 17 gennaio 2013
MARIGOLD HOTEL
di John Madden
Giovedì 24 gennaio 2013
LA CHIAVE DI SARA
di Gilles Brenner
Giovedì 31 genn.aio C'ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA di Nuri Ceilan
Giovedì 7 febbraio 2013
SISTER
di Ursula Meier
Giovedì 14 febbraio 2013 TUTTI I NOSTRI DESIDERI di Philippe Lioret
Giovedì 21 febbraio 2013
ALBERT NOBBS
di Rodrigo Garcia
Giovedì 28 febbraio 2013
IL SENTIERO
di Jasmila Zbanic
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