19 edizione opuscolo 20 pag - Il cineforum "Il posto delle
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19 edizione opuscolo 20 pag - Il cineforum "Il posto delle
CINEFORUM F.I.C. 1° RASSEGNA 19° EDIZIONE 2012-2013 Proiezioni presso la Multisala Movie Planet BELLINZAGO NOVARESE Viale della libertà 231 Inizio delle proiezioni alle ore 21,00 In ricordo di Luciana Betti Non è stato facile per me trovare le parole per ricordare un’amica. I pensieri e le emozioni traboccano.... rischiano di travolgere l’ordine logico del pensiero, l’incredulità ancora per questa scomparsa...... il pudore poi di esternare di fronte anche a sconosciuti .... Sicuramente è un ricordo parziale, non solo perché non bastano poche righe a ricostruire il senso di una vita, ma anche perché il mio è inevitabilmente un solo punto di vista filtrato attraverso la mia, particolare, limitata esperienza. Anzi mi piacerebbe che altri lo facessero. Credo comunque giusto ricordarla, a rischio di rinnovare il dolore, lasciando fluire i pensieri e infischiandomene della coerenza sintattica. Luciana era una mia amica. Mi piace ricordare brevemente alcune cose che amava. Luciana amava la vita, amava la bellezza. Che poi potremmo definire sinonimi. La vita infatti ha in sé la bellezza anche quando è dramma dolore sofferenza. E per lei, come per tutti d’altronde, (ma lei ne era stata colpita in maniera così prepotente), la vita è stata anche dramma e sofferenza, è stata un progressivo declino di autonomia e di libertà fisica. Eppure Luciana non era né depressa né disperata. Lo sanno i suoi familiari, lo sanno i suoi amici e le sue amiche. Chi la incontrava, credo si meravigliasse di come avesse accettato la sua condizione. “E’ toccato a me perché la vita è così”, era solita dire. Luciana aveva trovato nella lettura dei classici, soprattutto dei greci antichi, nella letteratura e nelle tragedie greche tutto il senso dell’esistenza umana (amore e morte) e dunque anche la bellezza. Per questo li amava. E li legava sempre all’esperienza. Figure come Antigone Medea Cassandra la interrogavano incessantemente. In lei la cultura era vita reale, era carne e sangue. Amava leggerli insieme, insieme alla figlia Giuliana, insieme alle amiche che le facevano visita. Io stessa ho riletto con lei passi di letteratura riscoprendone ogni volta significati nuovi. L’ultima volta che l’ho vista abbiamo ricordato Omero e il saluto di Ettore ad Andromaca sulle porte Scee. Oggi, nel ricordo, quell’episodio (che tra l’altro ero stata io a introdurre nel discorso) assume un drammatico significato metaforico. Luciana amava fortemente la ragione. Le piaceva definirsi discendente del pensiero illuminista che citava spesso. Una volta accompagnai la mia classe a casa sua perché Lei voleva mostrare ai ragazzi un’antica edizione dell’Encyclopedie Francaise (che aveva avuto temporaneamente in prestito). Fu un pomeriggio bellissimo, passato a spulciare tra le voci linguistiche del ‘700 francese insieme con ragazze e ragazzi adolescenti che ridevano e scherzavano con noi. Luciana conosceva e viveva le passioni, conosceva e viveva le contraddizioni umane, riconosceva anche dentro di sé la parte in ombra, la parte negativa (il male?) presente in ogni essere umano . Per questa consapevolezza unita all’esperienza diretta aveva comprensione per le fragilità di ciascuno, aveva forte il senso di pietas. Chi andava a trovarla sa che non era solita lamentarsi del suo stato, anzi si preoccupava della salute degli altri soprattutto se si trattava di giovani. Lei non si lamentava. Lei no. Noi .....? Passate l’adolescenza e la giovinezza, sappiamo quanto la narrazione dei nostri mali fisici occupi i nostri discorsi. Con lei non mi sono mai annoiata. Con lei si parlava di politica e di storia. Era bello il confronto reciproco di idee. Lei che, amando la vita e la bellezza, non poteva non amare al massimo la libertà e la giustizia. In questo senso l’etica in lei raggiungeva il massimo dell’autenticità, lei che non mostrava mai intenti moralistici ed anzi era molto sferzante verso tutte le forme di perbenismo moraleggiante. Libertà e giustizia erano in testa ai suoi pensieri, si partiva sempre da lì. Si parlava della crisi dell’Occidente ma anche delle condizioni di miseria di tanta parte del genere umano. La notizia di un sopruso di un’ingiustizia la facevano infuriare e in questo caso le sue difficoltà fisiche le pesavano particolarmente. “ Se potessi muovermi farei politica attiva perché il nostro mondo sta andando rapidamente verso l’abisso” In lei come in nessun altro ho trovato incarnato il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà di gramsciana memoria. Con lei si parlava di figli, sempre sì come oggetto d’amore ma soprattutto come soggetti di un’identità propria, come altro da noi, con un percorso diverso dal nostro. Con lei si parlava di cinema (aveva voluto con forza l’iniziativa del cineforum), di canzoni, di storie d’amore, di passioni, di arte e di letteratura ............ anche di vestiti di creme di profumi sempre sapendo che si trattava di vestiti di creme di profumi. Con lei si parlava di gatti, ne aveva due ..... due gattoni Milla e Lapo .... Lapo l’aveva chiamato così in omaggio a Dante e ad un sonetto in cui questi si rivolge a due amici, Lapo Gianni e Guido Cavalcanti, ragionando della bellezza dell’ amicizia. Valore quello dell’amicizia per lei particolarmente vitale: ricordava spesso le scuole filosofiche greche e adorava quella libertà di pensiero e di dialogo (citava spesso la morte di Socrate che conversava con gli amici). E a proposito di gatti e del loro mondo misterioso, avevamo scoperto insieme Montaigne e parlavamo della sua gatta alla quale il filosofo riconosceva appunto una dignità misteriosa chiedendosi “Quando gioco con la mia gatta, chissà se essa mi prende come suo passatempo, così come faccio io con essa? Luciana non era religiosa, nel senso che non era credente in Dio. Era molto critica nei confronti della chiesa come istituzione. Ne parlavamo stesso. Credeva però nel respiro della vita dell’universo. Ogni essere vivente aveva per lei una sacralità degna di rispetto e dunque religiosa. Con lei si parlava di mistero, del mistero della vita e della morte, anzi si accennava al mistero. “Di fronte ad esso dobbiamo arrenderci” – diceva - e ci piaceva ricordare l’etimologia greca del termine (muein=tacere).Per questo mi piace ora pensare che la sua mente e i suoi pensieri volino misteriosamente liberi nel respiro dell’universo. Un piccolo segno concreto che le abbiamo lasciato, e sicuramente le sarebbe gradito, è tenerle d’ora in poi un posto al cinema (agli amici lo teneva sempre). Oltre al posto nella mente e nel cuore. Eda Dini Luciana Betti scritto pubblicato sul libretto del decennale de “IL POSTO DELLE FRAGOLE” nel 2004 Cineforum è una parola che non mi è mai piaciuta. Il cinema lo considero, tuttavia, la forma d’arte più complessa e completa, capace di dare grandi emozioni, di illuminare angoli bui nella testa, nel cuore, nella pancia. Forse per il mio entusiasmo sono stata nominata Presidente e ho svolto questa funzione per alcuni anni. Abbiamo cercato di portare ad Oleggio dei film che potessero offrire un’alternativa a ciò che veniva programmato. Alcuni film che vi abbiamo proposto vi hanno sicuramente annoiato ( per la scelta di “La valle del peccato” sono io la colpevole…) Altri si sono rivelati di modesta fattura, ma alcuni – fra i quali: “Crash, Underground, Le onde del destino”… secondo me sono stati fondamentali. Scusate i nostri errori, non siamo degli esperti, abbiamo cercato di fare del nostro meglio, da innamorati del cinema. Dedichiamo a Luciana la 19 rassegna e gli Sguardi al femminile, sei opere di registe donne . Immagine tratta dal film: “Il sentiero” di Jasmila Zbanic PRESENTAZIONE Cari soci e socie Eccoci a presentarvi la 19 rassegna che abbiamo preparato per voi, una scelta che per la prima volta abbiamo fatto senza il prezioso e appassionato contributo di Luciana Betti a cui dedichiamo questa edizione. Pensando a lei abbiamo colto l’opportunità di inserire un nutrito numero di film realizzati da registe donne, ben 6 titoli di “Sguardi al femminile” , a cui seguirà la rassegna del mese di marzo, come sempre su tematiche di genere. Nelle pagine dell’opuscolo potete leggere il ricordo di Luciana pronunciato al cineforum dalla sua amica Eda Dini. Trovate ancora due pagine con un’altra rassegna di 4 film a cui teniamo molto, e cioè il ciclo “Al cuore dei Conflitti”, che proietteremo a Novara il lunedì sera, in collaborazione FIC-LAB 80 e con il Cineforum Nord. Sono film che non possiamo proiettare a Bellinzago perchè non sono in pellicola ma in dvd. (Rivedrete lo splendido “Tambien la lluvia” che vi abbiamo già dato in versione originale) Ma veniamo alla prima parte della stagione che, collegandosi alla chiusura della precedente con “The Artist”, inizia con una dichiarazione d’amore al cinema di Martin Scorsese: dal muto in bianco e nero passiamo però con “Hugo Cabret” alle emozionanti potenzialità della tecnologia in 3 D. Segue il primo di cinque film della rassegna “Regie italiane” , lo splendido “Cesare deve morire” dei Taviani, realizzato con i carcerati di Rebibbia che mettono in scena una straordinaria versione dell’opera di Shakespeare. Seguiranno poi i film “ Il primo Uomo” di Gianni Amelio dedicato a Camus, “Sette opere di Misericordia” dei De Serio sull’aridità dei rapporti umani e “Diaz” di Vicari sulla soppressione dello stato di diritto avvenuta a Genova nel 2001. La serie dei titoli al femminile è aperta da Marianne Satrapi (vi ricordate il suo Persepolis?): ve la riproponiamo con “Pollo alle prugne” ambientato ancora nella società iraniana. Gli altri titoli sono: “Baci mai dati” di Roberta Torre, che ritorna nella amata Sicilia con i suoi sogni, bisogni, speranze; “A simple Life” della cinese Ann Hui, che narra della straordinaria dedizione di una domestica alla famiglia con cui lavora; “Polisse” di Maiwen Le Besco (premio a Cannes), che affronta le adrenaliniche dinamiche e modalità di lavoro degli agenti della polizia francese che si occupano degli abusi sui minori; “Sister” di Ursula Meier (premio a Berlino) sulle tracce di fratello e sorella che tristemente vivono di espedienti in una lussuosa stazione scistica delle Alpi; conclude la serie il film “Il sentiero” di Jasmila Sbanic di Sarajevo, con la storia di una giovane coppia alle prese con il rinascere di nuovi integralismi nei luoghi del conflitto Serbo/Bosniaco. Negli altri titoli in rassegna troverete il perfetto Roman Polanski con l’ultimo capolavoro “Carnage”, tragicommedia che mette a nudo l’ipocrisia e la falsità di due coppie di genitori; grandissima l’interpretazione degli attori. Vedremo “Silent Soul”, poetico film russo di Alexsei Fedorchenko, omaggio alla morte e alla natura in una cultura lontana. L’America e le elezioni presidenziali saranno il soggetto di “Le idi di marzo“ diretto e interpretato da George Clooney. Nel vicino Canada si svolge invece l’attività delll’insegnante “Monsieur Lazard”: un film diretto da Philippe Falardeau, un delicato ritratto del lavoro educativo di un immigrato algerino alle prese con i bambini del Nordamerica. Inizieremo il 2013 con una commedia dedicata agli anziani, “Marigold Hotel” dell’inglese John Madden, che nella bellissima ma disordinata città indiana di Jaipur ridà un nuovo senso alle vite esigenti degli europei. Ricorderemo la giornata mondiale della memoria dedicata alla shoah con la pellicola “ La chiave di Sara” di Gilles Paquet, che ispirandosi al romanzo di Tatiana Rosnay denuncia ancora, con un po’ di enfasi, lo sterminio degli ebrei. Seguirà un lungo film poliziesco ambientato in Turchia: “C’era una volta in Anatolia” di Nuri Bilge Ceylan, un’indagine che a partire da un delitto indaga nell’animo dei personaggi. Vi riproporremo il regista Philippe Loirette, autore di Welcome, col suo nuovo “Tutti i nostri desideri”, un film sociale sulla questione dell’indebitamento di una donna che lotta con la dignità di tanti poveri per affrontare l'ingiustizia della società senza piegarsi al mendicare. Infine la caparbietà nello svolgere il proprio lavoro e proteggere la propria identità sarà tra i temi del film “Albert Nobbs” di Rodrigo Garcia, interpretato magistralmente dall’attrice Glenn Close e ambientato nella Dublino del secolo scorso. Buona visione a tutti e tutte Paolo Rizzi Giovedì 20 Settembre 2012 HUGO CABRET di Martin Scorsese USA dur 125’ Ben Kingsley - Sacha Baron Cohen - Asa Butterfield Chloe Moretz - Ray Winstone -Emily Mortimer Christopher Lee - Helen McCrory - Michael Stuhlbarg Johnny Depp - Frances de la Tour - Jude Law - Richard Griffiths - Kevin Eldon -Gulliver McGrath Anno: 2011 IL FILM:Paris Montparnasse. Rimasto orfano, si occupa di far funzionare i tanti orologi della stazione e coltiva il sogno di aggiustare l'uomo meccanico che conserva nel suo nascondiglio e che rappresenta tutto ciò che gli è rimasto del: padre. LA RECENSIONE: Con l'adattamento di "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret", Martin Scorsese si ritrova e si perde allo stesso tempo, andando alla ricerca del tempo perduto, lui che il meccanismo del tempo, al cinema, lo ha messo alla prova più di altri. Quello che non è difficile riconoscere, invece, è il suo amore per la settima arte, profondo come un abisso. Ed è proprio in quell'abisso che ci fa sprofondare l'incipit del film, in un crescendo d'incanto: la tecnologia tridimensionale smette di essere sfoggio e diviene bullone imprescindibile della costruzione; d'altronde, il film incrocerà di lì a poco Georges Meliès, il padre degli effetti speciali e dell'animazione dell'inanimato. Ma padre non è solo un modo di dire, non in questa circostanza. Il film, infatti, si presenta letteralmente come un'avventura da cinéfils, nel senso che Daney dava al termine, essendo la storia di un ragazzo che, cercando il proprio padre, trova il cinema. Eppure è proprio su questo punto che Hugo Cabret rischia di perderci e di vederci abbandonare il vagone. Giovedì 27 settembre 2012 CESARE DEVE MORIRE regie italiane di Paolo e Vittorio Taviani, Italia, 2011, 76 min. Documentario, drammatico. Con Giovanni Arcuri - Cosimo Rega - Antonio Frasca Maurilio Giaffreda -Salvatore Striano - Fabio Cavalli Juan Dario Bonetti - Francesco Carusone - Vincenzo Gallo - Rosario Majorana -Francesco De Masi IL FILM: Nel teatro all'interno del carcere romano di Rebibbia si conclude la rappresentazione del “Giulio Cesare” di Shakespeare. I detenuti/attori fanno rientro nelle loro celle. Sei mesi prima: il direttore del carcere espone il progetto teatrale dell'anno ai detenuti che intendono partecipare. Seguono i provini nel corso dei quali si chiede ad ogni aspirante attore di declinare le proprie generalità con due modalità emotive diverse. Completata la selezione si procede con l'assegnazione dei ruoli chiedendo ad ognuno di imparare la parte nel proprio dialetto di origine. Progressivamente il “Giulio Cesare” shakesperiano prende corpo... LA RECENSIONE: «Si svolge in un reparto di sicurezza del carcere romano di Rebibbia e racconta la messa in scena di una tragedia scespiriana recitata da un gruppo di detenuti, sotto la guida del regista Fabio Cavalli da dieci anni impegnato in questa attività, ma non è un documentario, e non è neppure teatro adattato per lo schermo: è un puro distillato del cinema e delle tematiche dei Taviani. (...) Ottimo il sintetico taglio drammaturgico del meraviglioso testo, felice l'idea (di Cavalli) di far parlare gli attori nei loro dialetti; indovinata squadra di interpreti (fra cui straordinari Striano e Vega), la cui vita spericolata alimenta di lacrime e sangue il gioco recitativo; emozione colma di quando si toccano corde umane profonde.» (Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa) sguardi al femminile Giovedì 4 ottobre 2012 POLLO ALLE PRUGNE di Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi – Francia, 2011, 91 min. Con Mathieu Amalric - Jamel Debbouze - Golshifteh Farahani -Edouard Baer - Chiara Mastroianni - Isabella Rossellini - Eric Caravaca - Maria de Medeiros - Mathis Bour - Enna Balland - Christian Friedel - Frédéric Saurel IL FILM:Nasser Ali è un virtuoso del violino, che la moglie ha fatto a pezzi, infrangendogli il cuore. Perduto il suo strumento, Nasser prova inutilmente a sostituirlo, spingendosi in botteghe di città lontane. Fallito ogni tentativo e incapace di essere altro che un musicista, Nasser si lascia morire nel suo letto. Negli otto giorni che precedono la sua cercata dipartita, Nasser ripercorrerà come in una favola la sua vita e il dolce segreto che l'ha ispirata. Incantandola per sempre. LA RECENSIONE:. Marjane Satrapi continua la sua ricerca artistica ed esistenziale, traducendo per lo schermo la sua graphic novel.. Se la protagonista di Persepolis sceglieva per sé e per la sua libertà un 'giardino' reale (Parigi), il violinista senza violino di Pollo alle prugne muore di consunzione dentro un Eden mentale che bandisce ogni regola a favore dell'immaginazione. Un'immaginazione che può tornare alla propria patria e alla propria memoria, abitata da chi abbiamo amato e mai dimenticato. Sotto la favola, lo humor e il neorealismo fantastico della Satrapi, batte un'idea politica, che non dimentica di saldare i conti con l'America (colpevole del colpo di Stato del '53. Nasser Ali, interpretato da Mathieu Amalric, singolare alchimista del fantastico, funziona allora come l'allegoria complessa e sofisticata di un movimento dell'anima contro le odiose persecuzioni di regime consumate nella società iraniana., Giovedì 11 ottobre 2012 CARNAGE di Roman Polanski, Francia, 2011, 79 min. Commedia nera. Con: Christoph Waltz - Jodie Foster - John C. Reilly - Kate Winsle IL FILM: In un misurato appartamento di Brooklyn due coppie provano a risolvere uno smisurato accidente. Zachary e Ethan, i loro figli adolescenti, si sono confrontati incivilmente nel parco. Due incisivi rotti dopo, i rispettivi genitori si incontrano per appianare i conflitti adolescenziali e riconciliarne gli animi, ma sospendendo LA RECENSIONE: carneficina dialettica. Accomodati tre premi Oscar (Kate Winslet, Jodie Foster, Christoph Waltz) in un appartamento di Brooklyn, Polanski denuncia ancora una volta il riferimento al (suo) maestro inglese. In particolare un capolavoro di Hitchcock . Trattenuto in un'unica location e svolto in tempo reale, Carnage è ‘scenograficamente' prossimo al Rope hitchcockiano. Il richiamo non si limita allo spazio esterno, ma ancora e di più a quella maniera unica di tradurre un'idea in un movimento, in movimenti invisibili quanto mirabili di macchina. Versione cinematografica della piéce teatrale di Yasmina Reza, cosceneggiatrice con Polanski, Carnage coniuga il piacere della forma al valore della storia, una storia che ancora una volta suggerisce l'illusione della trasparenza. La maschera linda dei quattro protagonisti insinua presto un malessere sordo, un orrore che c'è e si vede. Polanski, nel testo della francese, sguazza felice e dispettoso come un ragazzino, divertendosi un mondo e divertendo il suo pubblico. Giovedì 18 ottobre 2012 regie italiane IL PRIMO UOMO di Gianni Amelio – Italia, 2011, 98 min. con Maya Sansa - Jacques Gamblin - Denis Podalydès - Régis Romele - Catherine Sola -Ulla Baugué - Nino Jouglet - Abdelkarim Benhabouccha Hachemi Abdelmalek - Djamel Saïd - Nicolas Giraud IL FILM: Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria d'origine, l'Algeria, per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni '50 la questione algerina però è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. “Ogni bambino contiene già i germi dell'uomo che diventerà”. LA RECENSIONE: Il film è un lavoro personalissimo e appassionato. Come sempre sono le cose del regista calabrese, "autore" assoluto anche quando, ed è capitato più di una volta, sceglie un testo preesistente o un'ambientazione estranea alla sua esperienza biografica. Nell'autoritratto di Camus (questo è Il primo uomo) Amelio ritrova pienamente se stesso. L'amore conflittuale per le origini, le due decisive figure femminili della madre e della nonna, l'istruzione come veicolo di emancipazione, l'assenza paterna.» (Paolo D’Agostino – la Repubblica) Una menzione alla fotografia di Yves Cape che contribuisce al risultato grazie ad una inquadratura sempre pulita, primi piani sui volti segnati dalle vicende e una luce decisa e calda. Giovedì 25 ottobre 2012 sguardi al femminile italiani I BACI MAI DATI di Roberta Torre Italia 2010 dur 80, con Beppe Fiorello - Carla Marchese - Donatella Finocchiaro - Gabriella Saitta - Lucia Sardo - Martina Galletta - Piera Degli Esposti - Pino Micol - Valentina Giordanella IL FILM: Catania. Librino, quartiere satellite. Manuela ha tredici anni, una sorella maggiore che si sta infilando in giri pericolosi, una madre che non sa bene che fare della propria vita e un padre che c'è e non c'è. È un'esistenza come tante la sua fino a che un giorno la statua della Madonna che è stata eretta nello spiazzo antistante la sua abitazione diventa qualcosa di più di un monumento. Le parla o, almeno, così sembra. Da quel momento la vita di Manuela e di chi la circonda si trasforma radicalmente. LA RECENSIONE:la regista milanese (ma siciliana adottiva) ha ritrovato la freschezza narrativa e visiva del suo cinema migliore. C'è un negozio di parrucchiera in cui Manuela vorrebbe apprendere un lavoro se non le venisse impedito. Ci sono sogni in cui donne con capelli di zucchero filato si lasciano pettinare. Ma c'è, soprattutto, un'umanità alla disperata ricerca di qualcuno che sia disposto ad ascoltare le sue lacerazioni, i suoi bisogni, talvolta le sue pretese che sfiorano l'assurdo involontario (“Vorrei che la Madonna facesse trovare un lavoro al mio fidanzato in un supermercato. Nel turno dalle 3 alle 8 del pomeriggio, che è il migliore). È un'umanità disposta a credere a chiunque sembri credere in lei. Così Manuela è costretta a trasformarsi in una sorta di fabbrica della speranza. Ma di vera speranza si tratta? Roberta Torre non ci vuole dare una risposta. Ci vuole offrire invece il respiro di una possibilità. Un respiro misterioso, come quello iniziale che percepiamo distintamente sotto il telo che ricopre la statua della Madonna. martedì 30 ottobre 2012 SILENT SOUL di Alexsei Fedorchenko con Igor Sergeyev, Yuriy Tsurilo, Yulia Aug, Ivan Tushin Drammatico, durata 80 min. – IL FILM: Alla morte dell'amata moglie Tanya, Miron, proprietario di una cartiera, chiede ad un suo fidato dipendente, Aist, fotografo e scrittore, di accompagnarlo per compiere il rito di addio, secondo le tradizioni della cultura dei Merja, un'antica etnia ugro-finnica di una remota regione del centro-ovest della Russia, scomparsa circa quattrocento anni fa e di cui, come ricorda il regista, le sole tracce rimaste, sono i nomi dei fiumi. Nel corso del viaggio, il marito rivelerà, secondo le usanze merja, particolari della vita intima della donna. LA RECENSIONE: Silent Souls prende spunto da un racconto di Aist Sergeyev.Tenerezza e nostalgia si fondono in questa pellicola, dando vita ad una fiaba di struggente e raffinata poesia, dove l'acqua è l'elemento primordiale a cui fare ritorno, nel quale immergersi per ritrovare la propria amata e la propria identità. Nel rendere omaggio al popolo dei Merja e ai suoi rituali di passaggio, il matrimonio e il funerale, Aleksei Fedorchenko mostra i luoghi in cui è ancora forte e percepibile la presenza di questa cultura, esplorandone ogni angolo remoto.Vite trascorse nell'osservanza di riti arcaici, nella maestosa immensità di un paesaggio silente, dove appena si può udire il dolcissimo canto degli zigoli, che danno il titolo al film. Giovedì 8 novembre 2012 regie italiane SETTE OPERE DI MISERICORDIA di Gianluca e Massimiliano De Serio, Con Roberto Herlitzka, Olimpia Melinte, Ignazio Oliva, Stefano Cassetti, Cosmin Corniciuc Drammatico, durata 103’ Italia, Romania 2011 IL FILM:Torino. Luminita è una giovane clandestina romena che sopravvive grazie al borseggio di cui deve poi dare i frutti ai suoi 'padroni'. Luminita ha però un piano per sfuggire al loro controllo e ottenere dei documenti falsi. Inizia a metterlo in atto scegliendosi una vittima a caso. La vittima è Antonio, un uomo anziano e malato che vive in una situazione di semidegrado ed è costretto periodicamente a farsi ricoverare in ospedale. È lì che la ragazza lo incontra e inizia a seguirne le mosse. LA RECENSIONE: Nel deserto delle vite dei due protagonisti sembra non esserci spazio per un sentimento che vada al di là del sopravvivere a se stessi. Antonio trascorre le sue giornate escludendo la bellezza della vita. Luminita ha invece la ferinità di un animale la cui gabbia è una città che le è estranea e i cui feroci guardiani parlano la sua stessa lingua. Per lei le opere di misericordia sono in azioni il cui fine non è un cuore che condivide la miseria umana ma l'usare l'altro ai propri fini. I De Serio ci mostrano questo scontro/incontro tra due aride solitudini andando alla ricerca non di un lieto fine quanto piuttosto di un ‘fine’, di un senso dell'esistere. Lo fanno con un lucido percorso scandito dalle sette stazioni del titolo nell'ambito del quale lo spettatore è chiamato a interrogarsi come il regista chiedendosi quale sarà l'evolvere della vicenda e quale direzione prenderanno gli eventi. in collaborazione con: cinema Araldo di Novara - FIC - LAB 80 Assopace , Amnesty International, Banca Etica proiezioni al lunedì sera ore 21 presso le sale : Araldo, Teatro del cuscino, Cascina Graziosa via Maestra 12 Araldo, via Magalotti 11 Teatro del cuscino, Cascina Graziosa 1 Casalino ingressi gratuiti già pagati per i soci tesserati e frequentanti il cineforum “Il posto delle fragole” (valido per i non residenti a Novara città.) Visioni e riflessioni sui conflitti geopolitici, ma anche urbani, razziali e di classe, che assillano numerose zone del pianeta. Film inediti per scoprire storie poco conosciute, attraverso gli occhi di chi questi conflitti li ha vissuti o li vive tuttora sulla propria pelle. "Per capire un conflitto o una rivalità geopolitica, non basta precisare e cartografare le poste in gioco, bisogna anche cercare, lo si è visto – soprattutto quando le cause sono complesse – di comprendere le ragioni, le idee dei suoi principali attori: capi di Stato, leader di movimenti regionalisti, autonomisti o indipendentisti, eccetera. Ciascuno di essi esprime e influenza a un tempo lo stato d’animo della parte di opinione pubblica che rappresenta. Il ruolo delle idee - anche se sbagliate – è capitale in geopolitica. Sono esse a spiegare i progetti e a determinare la scelta delle strategie, certo insieme ai dati materiali." Yves Lacost Opuscolo completo scaricabile al sito : http://issuu.com/labottantabergamo/docs/brochure_conflitti Giovedì 15 novembre 2012 sguardi al femminile A SIMPLE LIFE di Ann Hui, Cine, 2011, 117 Andy Lau - Deannie Yip - Anthony Wong - Tsui Hark Sui-man Chim - Raymond Chow - Paul Chun - So-ying Hui - Sammo Hung Kam-Bo - Elena Kong Festival di Venezia – Miglior Attrice Deanie Ip IL FILM: Basato su eventi e persone realmente esistiti, il film parla di Chung Chun-Tao che lavorò come amah (donna di servizio) per la famiglia Leung. Ora, dopo sessant’anni di servizio, si prende cura di Roger, che lavora nell’industria del cinema ed è l’unico membro della famiglia ancora residente ad Hong Kong. Un giorno Roger torna a casa e scopre che Tao è stata colpita da un malore. La porta subito all’ospedale dove lei annuncia di voler lasciare il lavoro per trasferirsi in una casa di cura. Roger vaglia le varie possibilità e le trova una stanza in uno stabilimento gestito da un suo vecchio amico... LA RECENSIONE: A Simple Life è il ritratto straordinario di una donna ormai anziana che ha lavorato tutta la vita come “amah” (domestica) presso un'abbiente famiglia di Honk Kong. (...) La regista honkonghese Ann Hui, la cui sensibilità femminile dona sfumature indimenticabili al ritratto di questa anziana donna, riesce a far vivere e vibrare questa storia grazie all'uso sapiente di linguaggi diversi che vanno dal cinema verità al documentario sempre rimanendo ancorata a un solido dispositivo narrativo e funzionale. Da vedere!» (Dario Zonta – L’Unità) Giovedì 22 novembre 2012 LE IDI DI MARZO di George Clooney, Usa, 2011, 101 min. Drammatico. con Ryan Goslin, George Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei IL FILM: Stephen Meyers è il giovane guru della comunicazione nella campagna per le primarie presidenziali del Partito Democratico negli Stati Uniti di un molto prossimo futuro. Il candidato che sostiene, sotto la supervisione del più anziano Paul Zara, è il governatore Mike Morris. Morris parte svantaggiato ma ha dalla sua l’appeal di un richiamo ai più profondi valori della Costituzione americana visti sotto una luce contemporanea e accattivante. Stephen avrà modo di scoprire progressivamente che Morris, che pensava fosse sufficientemente coerente con gli ideali professati, ha un lato oscuro... LA RECENSIONE: «(...) George Clooney rimette in carreggiata il Festival con un film decisamente buono, di solida struttura narrativa (non a caso all'origine c'è una pièce di Beau Willimon) e con un cast di attori che si vorrebbe non finissero mai di recitare. Le idi di marzo del titolo non sono quelle in cui Cesare fu ucciso, ma poco ci manca. Anche qui si sprecano le pugnalate, e molti personaggi potrebbero dire: «tu quoque...». Nel film, come nella storia romana e nella tragedia shakespeariana, il tema che tiene unito tutto è quello del potere (...) Dopo l'entusiasmo della prima parte, il film diventa una specie di percorso di iniziazione al contrario, dove il cinismo e la sopraffazione portano in luce le vere facce delle persone. (...) Anche noi poveri spettatori avremmo voglia di credere nei sogni, specialmente in quelli della politica, e quando qualcuno ci fa aprire gli occhi allora siamo pronti a trasformarci in tanti Marco Giunio Bruto. Nos quoque...» (Paolo Mereghetti – Corriere della Sera) Giovedì 29 novembre 2012 sguardi al femminile POLISSE di Maiwenn Le Besco, Francia, 2011, 134 min, con Karin Viard - Joey Starr - Marina Foïs - Nicolas Duvauchelle - Maïwenn Le Besco -Karole Rocher Emmanuelle Bercot - Frédéric Pierrot - Arnaud Henriet Naidra Ayadi - Riccardo Scamarcio -Sandrine Kiberlain Louis-Do de Lencquesaing Festival di Cannes – Premio della Giuria IL FILM: Le indagini della squadra della brigata dei minori - del quartiere Belleville di Parigi, e le vite degli agenti sono al centro di una docu-fiction, ossia di un film di finzione dal forte timbro documentaristico. Bisogna essere pronti a visionare quest’opera, perché si indaga su reati di pedofilia, intra ed extra familiare, sequestri di persona, violenza sessuale di gruppo, sfruttamento dell’accattonaggio, dei furti in appartamento e della prostituzione, ma tra le pieghe delle indagini ci si interroga anche sulle vite delle persone che compongono la squadra e sulle ripercussioni che le storie delle indagini hanno nella vita privata degli agenti. LA RECENSIONE: «L'unità di polizia BPM, Brigate per la Protezione dei Minori, fa uno dei lavori più difficili al mondo: si occupa di abusi e reati di pedofilia, il più sovente commessi dai genitori. L'attrice e regista Maïwenn ha realizzato un film di grande forza emotiva, meritato Premio della Giuria a Cannes. Prendendo per se stessa la parte di una fotografa, Melissa, incaricata dal ministero di documentare l'attività della sezione, Maïwenn allude alla propria posizione di testimone dei fatti, che si riferiscono sempre a situazioni reali e sono rappresentati con uno stile semi-documentario assai efficace, complice un cast di ottimi attori. Giovedì 6 dicembre 2012 MONSIEUR LAZHAR Di Philippe Falardeau Con: Mohamed Fellag - Sophie Nélisse Émilien Néron - Danielle Proulx - Brigitte Poupart Jules Philip - Daniel Gadouas - Louis Champagne Seddik Benslimane Anno:2011 Musiche: Martin Léon Fotografia: Ronald Plante Montaggio: Stéphane Lafleur IL FILM:Bachir Lazhar, immigrato algerino, è chiamato a sostituire un’insegnante elementare morta tragicamente. Mentre la classe avvia un lungo processo di elaborazione del lutto, nessuno a scuola sospetta quale doloroso passato gravi su Bachir che, in qualunque momento, rischia l’espulsione dal Paese. LA RECENSIONE: Sono molti i temi in “Monsieur Lazhar”, trattati con pudore e delicatezza, ma anche con umorismo e ironia: la gestione degli eventi traumatici, l’immigrazione e l’infanzia messe alla prova, la comunicazione e il linguaggio dei bambini e la loro resilienza. Il regista critica implicitamente il sistema educativo canadese, perché cerca di soffocare la crescita dei bambini, trattandoli come se fossero in una cappa di vetro. Quello di Philippe Falardeau è un racconto di formazione, intimista ma senza perdere di vista temi sociali più collettivi, capace di creare una forte empatia, infine la frase che Bachir pronuncia ai suoi allievi in un momento topico: “La scuola è un luogo di lavoro, di amicizia, di vita, di cortesia, in cui si dedica la propria vita e non la propria disperazione IN OCCASIONE ELLA GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI DEDICHIAMO IL FILM “DIAZ” AL PIU’GRAVE EPISODIO DI SOSPENSIONE DEI DIRITTI AVVENUTO IN ITALIA DAL DOPOGUERRA:IL MASSACRO ALLA SCUOLA DI GENOVA DURANTE LE GIORNATE DEL G8 DI 10 ANNI FA. diritti umani Giovedì 13 dicembre 2012 DIAZ – NON PULIRE QUESTO SANGUE di Daniele Vicari, Italia, 2012, 120 min. Drammatico. Con Elio Germano - Claudio Santamaria - Pippo Delbono Rolando Ravello - Alessandro Roja - Ignazio Oliva Jennifer Ulrich - Monica Barladeanu - Aylin Prandi Renato Scarpa - Davide Iacopini - Paolo Calabresi IL FILM: la storia dei molti che si troveranno la notte del 21 luglio all'interno della scuola Diaz dove la polizia scatenerà l'inferno Gli elementi mostrati sono indispensabili per fare memoria su un episodio che è stato teatro della più grave disfatta del diritto democratico della nostra storia recente. LA RECENSIONE: Il film di Vicari si colloca all'interno del cinema di denuncia civile di cui Rosi e Lizzani sono stati maestri e che richiama. Vicari non si nasconde dietro a nessun facile manicheismo e, così facendo, può permettersi di proporre un film che si muove su un piano eticamente elevato. Così come solo chi è in malafede potrà accusare Diaz -di essere 'contro la polizia'. E' sicuramente contro ma con l'opposizione e la denuncia di quel tumore che può pervadere un'istituzione la cui finalità e quella di mantenere l'ordine democratico e non di esercitare violenza fisica e psicologica su chi ritiene di dover sottoporre a controlli o restrizioni di libertà. Dal punto di vista cinematografico poi questo è un film senza star. Ognuno ha il proprio ruolo che si immerge e riemerge come un corso d'acqua carsico nei gironi degli inferi di quella notte. Una notte da dimenticare diranno alcuni. Una notte da ricordare afferma con forza e rigore questo film. Perché fatti simili non accadano più. Lorenzo Guadagnucci: “credo che l’aspetto più difficile da restituire al pubblico, di quanto accaduto dentro la scuola, sia la paura. Per me, il momento più duro di quella notte è stato dopo il pestaggio. In quel momento eravamo nella palestra al pian terreno, da una parte i feriti, dall’altra chi stava meglio, sotto il pieno controllo degli agenti. In quel frangente, che è stato molto lungo, molti di noi hanno avuto paura di essere solo all’inizio della disavventura. Qualcuno ha pensato a un colpo di Stato, altri hanno avuto il timore d’essere uccisi: le minacce e le affermazioni dei poliziotti legittimavano questi pensieri. Ricordo i pianti, il terrore, il sentirsi inermi di fronte a persone che avevano il dominio della situazione. Solo l’arrivo della prima ambulanza ha rotto questo clima”. Lo stesso Fournier quello che ha descritto la Diaz come una ‘macelleria messicana’- ha detto in tribunale che il manganello ‘tonfa’, per come è presentato agli stessi agenti che dovranno utilizzarlo, è un arma potenzialmente letale. Gli agenti picchiatori, alla scuola Diaz, hanno agito prendendosi il rischio di uccidere. Io stesso ricordo una gragnuola di colpi, contro di me, sferrati senza il minimo riguardo: ho protetto la testa con le braccia, ritrovandomi con gli avambracci scarnificati. Se quei colpi mi avessero raggiunto alla testa... Del resto l’episodio di Melanie parla chiaro: quella macchia rossa vicino alla sua testa non era materia cerebrale, ma poteva esserlo...”. Giovedì 17 gennaio 2013 MARIGOLD HOTEL di John Madden Con: Bill Nighy - Maggie Smith - Judi Dench - Tom Wilkinson - Dev Patel - Penelope Wilton - Ramona Marquez - Celia Imrie Ronald Pickup - Lillete Dubey - Liza Tarbuck - Tena Desae - Russell Balogh - Israr Azam Anno: 2012 IL FILM: Un gruppo di pensionati britannici parte per l'India per trascorrere un periodo in quello che credono sia un albergo di recente restaurato. In realtà l'Hotel si rivela meno lussuoso di quanto appariva nella pubblicità, ma comincia lentamente e in modo inatteso, ad affascinare i pensionati. LA RECENSIONE:.. Ben vengano storie come questa, le commedie ben recitate, ben scritte, ben girate, che pacificano appunto con l’esistenza. E’ un film di attori, una commedia corale di carattere in cui i personaggi scoprono tutti qualcosa, cambiano, si adattano, migliorano la lor vita e la concludono felicemente. Marigold Hotel tratta con ironia minimalista dei problemi della terza età, nel contesto dei rapporti dell’ex- impero con la sua ex-colonia. Come i loro connazionali di un tempo, i maturi turisti troveranno che nel paese asiatico c’è troppo di tutto - caldo, mosche, chiasso, confusione restando al contempo affascinantidalla sua ribollente vitalità Giovedì 24 gennaio 2013 LA CHIAVE DI SARA giornata della memoria di Gilles PaquetBrenner Con: Kristin Scott-Thomas - Mélusine Mayance - Niels Arestrup - Frédéric Pierrot -Arben Bajraktaraj - Gisèle Casadesus - Michel Duchaussoy Dominique Frot - Natasha Mashkevich - Aidan Quinn Sarah Ber - Karina Hin - James Gerard Anno: 2011 IL FILM:A Parigi, nella notte del 16 luglio 1942, i nazisti rastrellano gli ebrei e li ammassano nel Velodromo d’Inverno; successivamente li deportano nei campi di concentramento. Tra gli ebrei deportati c’è la piccola Sara Starzynski, che ha solo dieci anni e che è riuscita a nascondere il suo fratellino Michel in un armadio prima dell’arrivo dei nazisti, promettendogli che un giorno sarebbe tornata. A sessant’anni di distanza, la giornalista americana Julia Jarmond – sposata con il francese Bertrand e che vive in Francia da vent’anni – viene incaricata di realizzare un reportage sul rastrellamento. LA RECENSIONE:La chiave di Sara non fa eccezione, riduce la dismisura dell'orrore a una semplice funzione narrativa, preoccupandosi di comunicare, piuttosto che capire, quanto accaduto. Trasposizione del romanzo di Tatiana de Rosnay, La chiave di Sara, sospeso tra un passato mai esaurito e una contemporaneità in divenire, rimette innegabilmente in discussione un deplorevole momento della vicenda nazionale, ma con altrettanta evidenza si stacca dalla verità dei documenti, contagiandola con le 'contraffazioni' dell'entertainment e il sentimento popolare, troppo incline agli amarcord e poco alla Memoria. Giovedì 31 gennaio 2013 C'ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA di Nuri Bilge Ceylan , con Muhammet Uzuner - Yilmaz Erdogan - Taner Birsel - Ahmet Mumtaz Taylan - Firat Tanis - Ercan Kesal - Erol Erarslan - Ugur Aslanoglu Ufuk Karaali Anno: 2011. dur 150 min IL FILM: Nel cuore delle steppe dell'Anatolia, un assassino cerca di guidare una squadra della polizia verso il luogo dove ha sepolto la sua vittima. Nel corso di questo "viaggio" emergono gli indizi di cosa è davvero accaduto. LA RECENSIONE: È un poliziesco molto anomalo il quarto film (su sei lungometraggi realizzati in carriera) che il regista turco Nuri Bilge Ceylan porta in concorso a Cannes, dove è stato già premiato per Uzak – Lontano e Le tre scimmie. Un’indagine lunga una notte che non serve a dare risposte sul crimine quanto, per i personaggi, a guardarsi intorno e guardarsi dentro. Bilge Ceylan fa un cinema di tempi dilatati (la pellicola supera le due ore e mezza) e di attenzione ai dettagli, riesce a esplorare l’animo dei suoi personaggi facendone uscire passato e sentimenti dai particolari. grande dignità, mentre il figlio, un ragazzino, scarica la rabbia tirando una pietra in fronte al colpevole. C’era una volta in Anatolia è un film di rara potenza. Un “viaggio al termine della notte” che richiede una certa dose di pazienza per essere apprezzato, ma ripaga lo spettatore con emozioni complesse e durature come al cinema se ne incontrano di rado Giovedì 7 Febbraio 2013 sguardi al femminile SISTER di Ursula Meier. Con Léa Seydoux, Kacey Mottet Klein, Martin Compston, Gillian Anderson, JeanFrançois Stévenin. Drammatico, durata 100 min. Francia, Svizzera 2012. – Teodora, Orso d’argento all’ultimo festival di Berlino, IL FILM: Il dodicenne Simon vive nella vallata industriale ai piedi di un altipiano sciistico di lusso. Condivide l'appartamento popolare con la sorella maggiore, Louise, che non ha un lavoro. Nessuna traccia, invece, dei genitori. Simon procura il cibo e i soldi che servono per vivere ad entrambi vendendo ai suoi coetanei sci, guanti e occhiali di valore, che ruba nel corso delle sue trasferte quotidiane in alta montagna. Ruba anche su commissione, l'attrezzatura della marca richiesta. LA RECENSIONE: Scavando sempre più a fondo nella storia e nella vita del protagonista, viene rivelato in modo del tutto inaspettato qualcosa che provoca nello spettatore la rottura di ogni schema e prospettiva iniziale. Quest’opera controllata e minimale di Ursula Meier, ricorda sia per la struttura narrativa che per le tecniche di ripresa il neorealismo europeo di film come “Rosetta” (1999), “Matrimonio di Lorna” (2008) e “Il ragazzo con la bicicletta” (2011) dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne: contesti di miseria umana ed economica, lettura asciutta e diretta delle vite altrui, Una nota anche alla colonna sonora di John Parish e alla fotografia di Agnès Godard, che qualcuno ricorderà per “Nuovomondo” di Emanuele Crialese (2005) e “Anime erranti” (2003) di André Téchiné. Giovedì 14 Febbraio 2013 TUTTI I NOSTRI DESIDERI di Philippe Lioret Con: Vincent Lindon - Marie Gillain - Amandine Dewasmes - Yannick Renier - Pascale Arbillot - Isabelle Renauld - Laure Duthilleul - Emmanuel Courcol - Eric Godon - Anna-Bella Dreyfus - Thomas Boinet - Lena Crespo - Oriane Solomon Anno: 2011 IL FILM: Claire è un giovane magistrato di Lione: un giorno davanti a lei, in tribunale, compare la madre di una compagna di classe di sua figlia, "strozzata" dal sovraindebitamento. Decide allora di coinvolgere Stéphane, giudice esperto e disincantato ma sensibile al problema, nella sua battaglia contro le derive del credito al consumo. Tra lei e Stéphane nasce qualcosa: il desiderio di cambiare le cose e un legame profondo, ma soprattutto l'urgenza di vivere questi sentimenti. Liberamente ispirato al romanzo Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrère, pubblicato in Italia da Einaudi. LA RECENSIONE:Un film di guerra fatto solo d’amore. E’ il paradosso di Tutti i nostri desideri, nuova prova del regista di Welcome. Che reinventa il cinema “sociale” fondendo a meraviglia il generale con il particolare, ovvero la sofferenza del corpo sociale, come si dice, con quella individuale, in cui è molto più facile (e persino giusto) identificarsi Un cast in stato di grazia viene assecondato da una regia fine e mai banale capace di imprimerci il messaggio di fondo: basta un briciolo di pietas per far sopravvivere l’umanità Giovedì 21 Febbraio 2013 ALBERT NOBBS di Rodrigo Garcia, Gran Bretagna, 2011, 113 min. con Glenn Close, Mia Wasikowska, Aaron Johnson IL FILM: Siamo nell'Irlanda del diciottesimo secolo. Albert Nobbs è migliore dei camerieri che lavorano in un albergo di Dublino. La sua vita è totalmente dedicata a svolgere la sua professione il meglio possibile, in modo da poter guadagnare il denaro necessario per aprire in futuro una sua attività commerciale. Albert Nobbs ha però un segreto: è una donna. Quando nell'albergo arriva un pittore che deve imbiancare gli interni la sua copertura vacilla. Proprio nel momento di massima difficoltà però Nobbs scopre una persona in grado di capire il suo segreto e di aiutarla a sopportare la frustrazione e il dolore di una condizione così disperata. Rinfrancata da questa nuova amicizia la donna può dedicarsi più serena a costruire il proprio futuro... LA RECENSIONE: «(...) Glenn Close, che aveva recitato “Albert Nobbs” in teatro, ha voluto fortemente il film, lo ha coprodotto: per un'attrice un personaggio en travesti, così complesso e ambiguo, è una bella occasione per mostrare bravura. Glenn Close, che ha voluto fortemente il film, inventa una pelle e un'anima che sono un prodigio di mimesi fisica e di eccellenza interpretativa (...) La prova di Close ha in dote quel miracolo di forza e di intima fragilità che raramente hanno trovato una dimostrazione così convincente e toccante.» (Il Secolo XIX) Giovedì 28 febbraio 2013 sguardi al femminile IL SENTIERO di Jasmila Zbanic, Bosnia- Herzegovina, 2010, 100 min. con Zrinka Cvisetic, Leon Lucev, Ermin Bravo, Mirjana Karanovic Musiche:Brano Jakubović, Fotografia: Christine A. Maier Montaggio: Niki Mossböck IL FILM: Sarajevo. Luna fa la hostess mentre il suo compagno Amar opera come controllore di volo all'aeroporto. I due stanno cercando di avere un figlio e sono anche disposti a ricorrere all'inseminazione artificiale. Amar viene però sospeso dal lavoro perchè sorpreso con alcolici in servizio. Per caso incontra un ex commilitone divenuto musulmano integralista. Gli viene offerto un lavoro come insegnante di computer in una comunità musulmana che vive isolata dalla città. Da quel momento i percorsi di Amar e Luna iniziano a dividersi... LA RECENSIONE: Bel ritratto di sentimenti in lotta con la tradizione e una cultura ed anche la visione di un Paese dove la guerra ha lasciato ferite morali e materiali non risolte ben rese dagli attori. Per noi il sanguinoso conflitto bosniacoserbo con le sue migliaia di morti e il suo corollario di stragi etniche è storia archiviata. Per coloro che l'hanno vissuto in prima persona, no. Non per l'hostess Luna, non per il controllore di volo Amar, giovane coppia di musulmani nella Sarajevo multiculturale di oggi (...) Autrice del premiato Il segreto di Esma (2006), Jasmila Zbanic continua a indagare sulle contraddizioni religiose e sociali del suo paese all'indomani del conflitto. (Alessandra) La 19 edizione pr proseguiremo con una seconda rassegna fino a giugno. A marzo dedicheremo una selezione speciale alle donne Immagine dal film Djeca Vincitore al festival di Pesaro 2012 Premio Amnesty International Ingresso soci 4,00 euro Con tessera annuale FIC dal costo di 5,00 euro Ingressi non soci 7,00 euro Per informazioni telefonare a 340.5273720 www.cineforumoleggio.it Movie Planet 0321 927419 www.movieplanetbellinzago.it e mail [email protected] CINEFORUM F.I.C. 1° RASSEGNA 19 EDIZIONE 2012-2013 Giovedì 20 settembre 2012 HUGO CABRET Giovedì 27 settembre 2012 CESARE DEVE MORIRE Giov 4 ottobre 20112 POLLO ALLE PRUGNE Giovedì 11 ottobre 2012 CARNAGE Giovedì 18 ottobre 2012 IL PRIMO UOMO Lunedì 22 ott. Novara Giovedì 25 ottobre 2012 Martedì 30 ottobre 2012 Lunedì 5 nov. Novara Tambien la Luvia I BACI MAI DATI SILENT SOUL Giovedì 6 dicembre 2012 Lunedì 10 dic. Novara dei fratelli Taviani di M. Satrapi, Porround di Roman Polanski di Gianni Amelio di Iciar Bollain di Roberta Torre di Alexsei Fedorchenko di Tamer Ezzat MISERICORDIA di De Serio Tahrir Giovedì 8 nov. 2001 SETTE OPERE DI Giovedì 15 novembre 2012 A SIMPLE LIFE Giovedì 22 novembre 2012 LE IDI DI MARZO Giovedì 29 nov 2012 POLISSE Lunedì 3 dic. Novara di Martin Scorsese Armadillo MONSIEUR LAZHAR Neds DIAZ Giovedì 13 dicembre 2012 di Ann Hui di George Clooney di Maiwenn Le Besco di Ianus Pederseen di Philipper Falarde di Peter Mullan di Daniele Vicari Anno 2013 Giovedì 17 gennaio 2013 MARIGOLD HOTEL di John Madden Giovedì 24 gennaio 2013 LA CHIAVE DI SARA di Gilles Brenner Giovedì 31 genn.aio C'ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA di Nuri Ceilan Giovedì 7 febbraio 2013 SISTER di Ursula Meier Giovedì 14 febbraio 2013 TUTTI I NOSTRI DESIDERI di Philippe Lioret Giovedì 21 febbraio 2013 ALBERT NOBBS di Rodrigo Garcia Giovedì 28 febbraio 2013 IL SENTIERO di Jasmila Zbanic Approfondimenti su www.cineforumoleggio.it Contatti telefonare al 3405273720 e mail : [email protected]