UNA BELLISSIMA RIFLESSIONE DEL DOTT. GIANTEO BORDERO

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UNA BELLISSIMA RIFLESSIONE DEL DOTT. GIANTEO BORDERO
UNA BELLISSIMA RIFLESSIONE DEL
DOTT. GIANTEO BORDERO
Ringraziamo di cuore l'Autore per averci
dato il consenso di pubblicarla.
Se non fossi cattolico, lo diventerei. Soprattutto oggi,
per due motivi. Uno contingente, l'altro sostanziale. Primo:
perché non sopporto il vergognoso attacco lanciato da chi in
questo momento detiene il potere mediatico e culturale nei
confronti di una istituzione, la Chiesa, che non può rispondere
che con la testimonianza e con l'appello alle coscienze. Sto dalla
parte dei deboli, per questo oggi sto con la Chiesa messa sotto
tiro dall'establishment politicamente corretto che dispone di
infiniti mezzi di propaganda, di suggestione, di pressione.
Secondo, e più importante motivo: nel tempo attuale il
cattolicesimo è l'unica realtà che ancora prenda sul serio tutte
quelle questioni che il pensiero dominante sembra aver escluso
dal novero delle cose importanti per la vita di una persona. Ossia:
la questione del significato dell'esistere, la questione della
verità, la questione della vita oltre la morte, la questione del
male, la questione della ragione come potenza indagatrice aperta
a ciò che sta oltre l'uomo, la questione della realtà.
A qualcuno potrebbe sembrare come la scoperta dell'acqua
calda. E in parte è così. Ma oggi diventerei cattolico, abbraccerei
la fede in Cristo e deciderei di appartenere alla Chiesa proprio
perché tutt'attorno nessuno più parla al mio cuore e alla mia
mente di quelli che sono gli elementi costitutivi, originari e più
profondi della mia natura. Nessuno più sembra prendere sul
serio, come invece fa la Chiesa, le mie domande, le mie
aspirazioni più profonde, quei desideri che fanno trepidare
l'anima assetata di bellezza, di bontà, di verità. E diventerei
cattolico perché le risposte che la fede in Cristo fornisce a tali
domande non sono semplici assunti spirituali, semplici formule
teoriche sulla base delle quali organizzare l'esistenza in modo
che nella vita vada tutto per il verso giusto, ma sono carne e
sangue, sono storia, sono una storia che mi ha raggiunto
attraverso i volti di chi mi ha amato e preceduto, una storia che
ha costruito una civiltà, un modo di intendere i rapporti umani e
la vita stessa, una trama di relazioni, di strade e di raccordi tra
le persone.
Li ascolto e li leggo, coloro che oggi si presentano come i nuovi
messia, eppure non trovo nelle loro parole e nei loro gesti niente
che riesca a tenere insieme, come invece fa il cattolicesimo, il
mio bisogno di significato e la mia sete di concreta realizzazione
umana. Il loro messaggio è come se mi chiedesse di rinunciare a
una delle due cose per poter essere veramente me stesso. E
dunque l'alternativa che si porrebbe sarebbe quella tra uno
spiritualismo fine a se stesso e un cinismo arido, tra una generica
religiosità per tenere a bada il battito desiderante del cuore e
un meschino materialismo per fare carriera. Invece il paradosso
cristiano mi dice che, per poter essere uomo, non devo censurare
né quello che porto dentro né la mia aspirazione a una
realizzazione carnale. Lo spirito e la materia, nel mistero di cui la
Chiesa è portatrice, non sono più in contraddizione e in
contrapposizione, ma vanno insieme, unificano la vita umana, la
salvano da quella frammentazione che tanto lo spiritualismo
quanto il materialismo producono.
Così diventerei cattolico non per abbracciare una ideologia,
perché l'ideologia è l'esaltazione di un aspetto della realtà a
discapito di tutto il resto, a discapito, in sostanza, di me stesso.
E se è vero che le ideologie novecentesche sono finite, è
altrettanto vero che oggi si afferma in mille modi, più o meno
apertamente, un'altra ideologia, seppur spesso non codificata,
ma ugualmente distruttiva: l'ideologia del nulla, l'ideologia del
non senso. E' una forma sottile di ideologia che si manifesta
nell'indifferenza rispetto al bene e al male, al giusto e
all'ingiusto, nell'idea che tutto si equivalga e che non esista una
verità capace di dirigere l'esistenza, nel concepire l'uomo come
qualcosa di manipolabile a piacimento a seconda delle voglie del
momento e delle mode culturali, nel negare la possibilità di
qualcosa di stabile e duraturo, nel banalizzare gli affetti e la
sessualità.
Diventerei cattolico non per mettermi al riparo da questo nulla,
ma perché il cattolicesimo è l'unica religione il cui fondatore non
si è limitato a proporre un antidoto al niente, ma lo ha
attraversato carnalmente; non si è limitato a mettere gli uomini
in guardia dal male, ma lo ha assunto e bruciato con la sua
sofferenza crocifissa, la sua morte e la sua resurrezione.
Diventerei cattolico perché tutto questo è impossibile agli
uomini, è impossibile ai grandi saggi che ci impartiscono
quotidianamente le loro lezioni sull'esistenza, è impossibile a chi
ammanta con belle parole il dramma radicale dell'esistere e ne
annacqua la portata. Solo a Dio è possibile, a un Dio talmente
umile da condividere con l'uomo la sua natura, da farsi lui stesso
uomo e da camminare accanto all'uomo nella storia. La storia
concreta di tutti i giorni. La storia di un popolo. La nostra storia.
Per questo sono cattolico e, se non lo fossi, chiederei la grazia di
poterlo diventare.
Gianteo Bordero