Arte, moda e cibo in un unico prodotto - Il Tirreno
Transcript
Arte, moda e cibo in un unico prodotto - Il Tirreno
2 Primo Piano IL TIRRENO MERCOLEDÌ 3 LUGLIO 2013 TURISMO: DALLA CRISI AL RILANCIO L’INDUSTRIA DELLE VACANZE Gli spot servono a poco, meglio adeguare gli hotel Il mese di giugno è stato tra i peggiori degli ultimi decenni: pochi turisti e spese al lumicino Parte un’inchiesta del Tirreno: ecco le prime proposte di due big del settore SPIAGGE E TECNOLOGIA Viareggio si allea con l’Università di Pisa Firmata una convenzione tra rete Imprese Balneari Viareggio e il Dipartimento di Economia e Management Dell’Università di Pisa. Obiettivo dell’accordo è quello di dare vita ad un interscambio di know-how. L’accordo è la conseguenza dei risultati scientifici ottenuti da un convegno specifico dell’aprile scorso. «Abbiamo molto a cuore questa convenzione - dice il presidente di Rete Imprese Balneari, Carlo Monti - al punto che l’abbiamo resa immediatamente operativa insediando il comitato di gestione. Come Rete siamo, insieme alla Rete Imprese Commercianti Viareggio e della Versilia, all’Associazione Albergatori e a Navigo, interamente proiettati in un’attività di distretto che siamo certi potrà essere un passo fondamentale per la rinascita e il rilancio della nostra città». di Stefano Bartoli La crisi, una delle più profonde degli ultime decenni, vista però anche come possibilità di rilancio. Ma con quali strategie? Mentre Il Tirreno si appresta a raccontare ogni domenica la costa toscana e la sua gente, con i servizio del ciclo Lungomare, parte anche un’inchiesta sul mondo del turismo, sui problemi della promozione - troppe volte limitata a spot senza una programmazione di largo respiro - ed anche su quelli delle strutture, spesso non in grado di rispondere alle esigenze di un turista che, insieme ad un letto comodo, vuole palestra, piscina ed anche l’immancabile wi-fi per poter navigare su Internet. Per capire i problemi di un settore così strategico - visto il crescente contributo in chiave Pil e un dato di presenze ch supera i 43 milioni - ci rivolgeremo agli operatori del settore e a tutti coloro che vorranno darci un contributo, dopo un giugno tra i peggiori degli ultimi decenni, in cui si sono sovrapposti maltempo, crisi economica e allarmismi (vedi le ripercussioni del terremoto sui flussi turistici in Versilia). Andremo a caccia di idee per passare dalla crisi al rilancio. Cosa si può fare per mantenere l’appeal di una regione che vanta un “brand” importantissimo, forse il più forte del mondo, ma che perde terreno? Lo chiederemo agli esperti ma anche a tutti voi: attendiamo segnalazioni, riflessioni e idee alla mail turismotoscana@iltirreno. it. Come spiega Gianfranco Lorenzo del Centro di studi turistici di Firenze, alcune abitudini si stanno radicalizzando: le spiagge che si affollano solo nei weekend e rimangono semivuote durante la settimana, ma an- che l’apertura del portafoglio che sta diventando molto, molto oculata. Situazioni da cui non sarà facile tornare indietro perché il consumatore si sta abituando a un livello di spesa e ad una selezione negli acquisti che rimarranno anche negli anni futuri. Il tutto con gli stranieri che compenseranno i minori arrivi degli italiani e questi ultimi che, a quel che sembra, faranno esplodere nelle prossime settimane il curioso fenomeno del “turismo di prossimità”. Insomma molti toscani trascorreranno le vacanze a due passi da casa. IL MANAGER ALBERGHIERO IL PRESIDENTE DEI BALNEARI Arte, moda e cibo in un unico prodotto A Las Vegas sanno vendere anche il deserto «Il turismo va riconosciuto come la prima industria nazionale e quindi bisogna impegnarsi in un’adeguata promozione del prodotto Italia in tutte le sue declinazioni locali e territoriali, Toscana compresa». È molto realista Angelo La Riccia, direttore commerciale di Una Hotels & Resorts, catena di alberghi con sede a Calenzano e cinque location sparse per la regione (Villa Le Maschere a Barberino del Mugello, Poggio dei Medici Golf Club, Palazzo Mannaioni a Montaione, il Vittoria di Firenze e il Versilia di Lido di Camaiore), quindi con un punto di vista privilegiato nel campo delle strutture di lusso. Cosa serve per promuovere il turismo e mantenere alta l'attrattiva della Toscana? «Con la nostra catena siamo presenti su tutto la Penisola e forti di questo osservatorio posso dire che la Regione Toscana è comunque da sempre all' avanguardia nella valorizzazione delle eccellenze del suo territorio, che spaziano dall'arte, alla cultura, all'enogastronomia. Ottimo esempio di questo percorso di valorizzazione costante nel tempo è il recente inserimento delle Ville Medicee nel patrimonio dell'Unesco. Ciò detto, penso anche che il turismo non deve essere pensato in una logica così locale da mettere le nostre regioni in competizione le une con le altre. Quello che le regioni devono pretendere, come noi operatori, è un'attività di promozione efficace dell'Italia intera». Come sappiamo, le Aziende di promozione turistica non ci sono più: basta Toscana Promozione ? «Indubbiamente la gestione post Apt deve puntare a valorizzare le specificità locali. Essendo la Toscana un prodotto molto variegato, il valore è dato da un'offerta completa di prodotti di eccellenza, tenendo conto della promozione non solo dei grandi centri e delle località balneari più note, ma anche dei centri più piccoli, magari meno conosciuti, però altrettanto ric- «Cosa serve per rilanciare il turismo in Toscana, mantenendo quindi l’appeal della regione, ce lo fanno vedere le due destinazioni “top” per le vacanze nel mondo: Orlando, in Florida, dove con tutto il contorno di Walt Disney World e dei parchi a tema; e Las Vegas, nel Nevada, dove riescono a vendere addirittura la sabbia del deserto. Il loro segreto? Infrastrutture adeguate ed una grande promozione a livello planetario». È molto chiara l’analisi di Vincenzo Lardinelli, presidente nazionale della Fiba, la federazione dei balneari aderente a Confesercenti, gestore del bagno Balena 2000 di Viareggio: il turismo è cambiato, non bastano più le attrattive naturali od artistiche per attirare turisti e vacanzieri. Mi sembra un aspetto interessante: può fare un esempio concreto? «Il primo che mi viene in mente è quello dell’Ecuador. È un paese che conosco ed è bellissimo, sia per la natura che per le spiagge ed i siti archeologici. Ma nessuno lo vede come destinazione per una vacanza, semplicemente perché non viene fatta un’adeguata politica promozionale». Torniamo alla Toscana. Veniamo da un giugno difficilissimo: di cosa avrebbe bisogno il turismo? «Voglio tornare all’esempio di Orlando e Las Vegas, dove le bellezze naturali, come dicevo, passano in secondo piano rispetto alle infrastrutture ed alla promozione che contano decisamente di più: è questo il motivo per cui, ad esempio, la nostra costa soffre molto più di quella romagnola. Là sono state fatte scelte precise, qui in Toscana, con un brand che non ha eguali nel mondo, non si riescono invece neanche a fare gli investimenti necessari ed a trovare le relative risorse. Insomma, è davvero un bel problema, soprattutto se ci confrontiamo con ciò che fa la vicina Francia. Un altro esempio? Se la Versilia prima “ruggiva” ed adesso arranca, Saint Tropez continua a “ruggire” facendo pagare una “caprese” Angelo La Riccia, direttore commerciale di Una Hotels & Resorts (Paglianti) Angelo La Riccia, Una Hotels: «Serve un approccio sinergico e integrato, usufruendo di tutti i mezzi a disposizione come giornali, tv, web e “realtà aumentata” chi di attrattive e di potenzialità. Il tutto senza mai dimenticare, come dicevo, la necessità anche di una promozione a livello Paese. L'individuazione di un unico soggetto per la promozione della regione risponde, a mio avviso, a un concetto di promozione intersettoriale (promozione del territorio nella sua interezza, valorizzando le eccellenze della manifattura, della moda, della cultura, dell' arte o dell'enogastronomia)». Le presenze da dove devono arrivare? «È importante da un lato consolidare i mercati storici, come quelli di Gran Bretagna, Germania e Usa, che costituiscono ancora i flussi fondamentali, e dall'altro di far accrescere sempre più il turismo da parte di Paesi come quelli dell'Est Europa, la Turchia e i Bric (cioè gli “emergenti” Brasile, Russia, India e Cina, ndr). Servono azioni programmate o bastano interventi spot come propone la Regione Toscana? «Senza dubbio la strategia vincente è costituita da un approccio sinergico e integrato per la promozione del territorio, usufruendo di tutti i mezzi a disposizione, da quelli tradizionali, come fiere e workshop, passando attraverso carta stampata, radio e televisione, per giungere al Web e alle innovazioni come la “realtà aumentata”. Penso comunque che la Regione Toscana sia all'avanguardia nella valorizzazione delle eccellenze del territorio». C'è chi parla di strutture inadeguate: cosa bisogna fare? «Ovviamente, si può sempre fare di più. Ma con poche risorse a disposizione non si riesce ad accontentare tutti. Ecco perché mi trovo a ribadire che bisognerebbe ragionare in una logica più ampia, di promozione della Regione Italia, riconoscendo il turismo come la prima industria nazionale e quindi destinando le risorse necessarie ad un’adeguata promozione del prodotto Italia in tutte le sue declinazioni territoriali». (s.b.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA Vincenzo Lardinelli, presidente nazionale dei balneari di Confesercenti Vincenzo Lardinelli, Fiba-Confesercenti: «I limiti che ci vengono imposti dalla politic a sono un disastro per il nostro settore, le pensioni con 10 camere non bastano più» servita su un tavolo senza tovaglia anche 25 euro. Ed i vip continuano ad andarci. Insomma, quello che serve veramente è un cambio di mentalità». Quanto dipende invece dai limiti, se esistono, delle strutture turistiche toscane? «Moltissimo, soprattutto se i limiti vengono imposti anche a chi vuole adeguare o costruire strutture più moderne e funzionali. Qui ogni volta che vuoi fare qualcosa c’è da fare i conti con la Regione, la Provincia, il Comune, prima anche con l’Apt. Basta vedere che cosa è accaduto con il Parco di Migliarino, Massaciuccoli e San Rossore, almeno per il lato versiliese: i locali specializzati nell’intrattenimento devono limitarsi nell’orario e nell’attività, mentre non si può aggiungere niente all’esistente. La conseguenza è che, di notte, quelle pinete sono diventate luoghi di prostituzione e spaccio, oltre che pieni di baracche. Un vero disastro per il turismo». Quindi servirebbero nuovi alberghi e nuovi locali per attirare visitatori? «Della promozione e del mantenimento del brand “Toscana” dovrebbe occuparsi di più la Regione, senza una frammentazione tra le diverse aree che tendono ancora a presentarsi sul mercato ognuna per conto proprio. Le strutture dovrebbero invece essere agevolate nel loro sviluppo e non voglio dire che servono alberghi da 2.500 stanze come a Las Vegas: il problema è che, andando a prenotare su Internet, si evitano gli alberghi piccoli perché se hanno dieci stanze non offrono magari neanche la palestra od una piscina, cose molto richieste. Sembra però che i politici non capiscano queste situazioni perché per loro è meglio stare fermi piuttosto che fare qualcosa di nuovo. Il risultato è la mancanza, almeno qui in Versilia, di un albergo di una grande catena internazionale. La stessa Marriott, che sta manifestando interesse per una struttura da almeno 120-150 camere, continua a trovare un ostacolo dopo l’altro». (s.b.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA