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Verso la Conferenza programmatica PD Perugia Focus tematico “Circoli, Partito e Partecipazione” Dopo la sconfitta alle amministrative, il Pd di Perugia ha aperto una riflessione severa sulle ragioni più profonde di una spaccatura con la città e sul possibile percorso per un rilancio complessivo dell’attività politica. E’ evidente che il Pd, a Perugia come altrove, sconta problemi profondi, che vengono da lontano, da un partito spesso apparso lacerato dalle divisioni e autoreferenziale, da un rapporto compromesso tra l’amministrazione e la città. E’ tempo di ricostruire le condizioni per l’elaborazione di una visione. E una visione si costruisce se si dimostra coraggio nell’assumere responsabilità all’altezza delle sfide, se si pratica il cambiamento senza dimenticare da dove veniamo, mettendo a valore tutte le potenzialità e i contributi. Si tratta di rimettere in moto una profonda capacità di elaborazione, grazie al contributo di idee e passione di quanti saranno disponibili. Si tratta di stare sempre più e sempre meglio nelle piazze, nei luoghi dove si lavora, si studia, si vive. Per fare tutto questo è necessario ristrutturare le fondamenta del Partito Democratico cittadino, qualificare la presenza sui territori, nei quartieri, ma anche nei media, serve marcare la capacità di sintesi e proposta sui contenuti, rivedere e consolidare, rafforzandolo, il sistema dei circoli, consolidare e allargare la partecipazione. E’ evidente che la società cambia rapidamente, che troppo spesso la politica non è percepita come sede privilegiata di decisione e che il quartiere non rappresenta più tout court lo spazio privilegiato della vita di ciascuno. Per questo non basta più affidarsi al radicamento in senso stretto, ma serve rivedere la geografia e l’attività dei circoli per rispondere a sempre nuove esigenze sociali e allargare la partecipazione oltre le maglie del partito strutturato e ben al di là della funzione, pur positiva, delle primarie, che aggregano in maniera estemporanea sul chi, ma troppo poco sul che cosa. Il dato del ballottaggio dell’8 giugno è esemplificativo e significativo: si vince in sole 32 sezioni elettorali tutte dislocate nell’estrema periferia nord e sud del Comune di Perugia, ovvero nelle frazioni in cui il Circolo svolge una funzione sociale (e politica) riconosciuta dalla comunità. Cosa diversa avviene nella città densa, dove l’opinione pubblica si forma in forme e luoghi che facciamo fatica a intercettare. Allargare la partecipazione significa anche trasformare sempre di più i circoli in luoghi di discussione, di aggregazione, spazi aperti e attrattivi. Così da rin!1 !1 novare la pratica politica, legando l’elaborazione alla risoluzione dei problemi della comunità – che significa ridefinire gli obiettivi e la funzionalità dei rapporti tra livelli di partito, da rendere sempre meno verticale - e agganciando fette sempre più giovani di società. Oggi gli iscritti al Pd di Perugia hanno una età media di 56 anni, gli elettori delle scorse primarie dell’8 dicembre 2013 di 58. E’ evidente che c’è bisogno di dare voce anche a una generazione nuova, di studenti, precari, disoccupati, lasciando spazi di discussione in cui partecipazione e decisione abbiano un inizio e una fine, un tema e un oggetto riconoscibili e definiti. In particolare è necessario parlare della città e far parlare la città. Risulta evidente che il tema centrale del rilancio del Pd a Perugia è la partecipazione. *** Nell'ambito del processo di riflessione aperto dal Partito democratico di Perugia per intervenire, tra le altre cose, sull'organizzazione del partito, è stato inaugurato un gruppo di lavoro sul tema specifico “Circoli, Partito e Partecipazione”. Obiettivo dei lavori per la Conferenza Programmatica del 15 novembre è quello di dare concreto avvio ad una fase di riorganizzazione del partito al fine di rinsaldare il legame con la base e, più in generale, con la cittadinanza. In data 28 settembre è stato somministrato ai segretari di circolo un questionario di 10 domande, volto a raccogliere segnalazioni e suggerimenti sulla partecipazione alla vita dei Circoli. Sono emersi spunti interessanti e informazioni su alcuni elementi quali: • composizione dei Circoli e partecipazione all’attività politica; • Tipologia di attività svolte all'interno dei circoli; Presenza o assenza di forme di interazione virtuale (attraverso e-mail e/o social network); • "Proattività" della base in termini di proposte di contenuti e/o di attività; I quesiti sono stati costruiti principalmente al fine di fare emergere proposte circa possibili strutturazioni future delle attività e delle relazioni interne al partito, con particolare attenzione ai seguenti elementi: • Relazioni partito-ambiente esterno: attività potenzialmente in grado di allargare la partecipazione; • Relazioni interne al partito, verticali (tra circoli e livelli superiori del partito) e orizzontali (rete tra i circoli); !2 !2 In questa direzione, si ritiene - con riferimento ai risultati del questionario e tenendo conto di quanto emerso durante gli incontri del gruppo di lavoro - siano 4 i temi sui quali concentrare la riflessione ed indirizzare la conseguente spinta propositiva e di innovazione: *** 1) Circoli territoriali e tematicità nell'aggregazione della partecipazione È stata ribadita la necessaria strutturazione territoriale del partito, in attesa degli sviluppi che - sul tema della forma partito - verranno impressi dal livello nazionale del Partito Democratico. Il presidio sul territorio, infatti, è ritenuto di vitale importanza per un'azione politica e di rappresentanza che parta dalla conoscenza capillare del contesto sociale, economico e culturale e che sappia interpretare le esigenze specifiche delle singole realtà. Nondimeno si ritiene necessaria una razionalizzazione e revisione geografica dell'assetto territoriale dei circoli. Alcune realtà, infatti, fanno estrema fatica a mobilitare risorse, economiche ed umane, atte ad assicurare vitalità alle attività del circolo. Queste situazioni potrebbero trarre beneficio da una intelligente ed attenta ridefinizione dei confini dei circoli territoriali. La sola strutturazione territoriale del partito, pur se necessaria, non è più sufficiente. Occorre lavorare al fine di creare un'organizzazione tematica in grado di intersecare trasversalmente il tradizionale assetto geografico/ territoriale. La positiva esperienza del tour nei circoli condotto da gruppo consiliare e partito sul tema bilancio insegna che la tematizzazione e lo stimolo ai circoli sono elementi fondamentali. Una organizzazione di questo genere significherebbe rispondere efficacemente ai seguenti fenomeni: a) Diminuzione e frammentazione della partecipazione nei partiti politici; b) Cambiamento della domanda di partecipazione dei cittadini alla politica: i partiti politici competono oramai con altri luoghi di socializzazione e di formazione; ”Single-issue participation”: la mobilitazione è sempre più basata su singoli temi di specifico interesse per gli individui. !3 !3 Effetti attesi: 1. Aumento della partecipazione alle attività dei circoli, mobilitando risorse, competenze ed interessi dei cittadini. 2. Allargamento della partecipazione attiva (membership) o dell'elettorato potenziale: un'organizzazione per temi eleva il livello di inclusività e permeabilità del partito, attirando l'interesse di nuove fasce di cittadinanza e facilitandone l'adesione all'attività di partito (es: apertura verso le associazioni della società civile/stakeholders). Interventi: 1.Individuazione di alcuni "Circoli d'ambiente" Si ritiene utile procedere alla costituzione dei cosiddetti "Circoli d'ambiente" al fine di valorizzare la diffusione ed il radicamento del PD in ambienti, di lavoro e di studio, che presentano simili caratteristiche. Aggregazioni di questo tipo, infatti, sarebbero in grado di attivare una reale presenza nelle diverse realtà lavorative, avvicinando potenziali nuovi iscritti che, per caratteristiche soggettive o professionali, sono più facilmente coinvolgibili e attivabili in una istanza dedicata al loro specifico impegno di lavoro o di studio. Esempi di tematiche: - Scuola - Università - Commercio (piccola e grande distribuzione) - Sanità - Trasporti \ mobilità Queste unità tematiche debbono essere pensate in maniera particolarmente leggera: non si tratta, infatti, di creare strutture che si sovrappongano ai Dipartimenti del Partito Democratico, ma di interconnettere tra loro i circoli territoriali su istanze comuni, facilitando l'organizzazione di iniziative od il raggiungimento di uno scopo. Nel questionario somministrato in data 28 settembre, infatti, è emersa l'esigenza e la volontà dei circoli di fare rete. 2.Modalità di integrazione tra assetto geografico/territoriale e assetto tematico (circoli tematici itineranti; riassetto organizzativo dei circoli, con possibile trasformazione di alcuni da circoli territoriali a circoli tematici - vd Elce-ipotetico Circolo Università) *** !4 !4 2) Rapporti Circoli - Livelli superiori del Partito È stata riscontrata una ridotta efficacia della comunicazione e della compartecipazione tra la base del partito, rappresentata dai circoli, e i livelli superiori (eletti ed amministratori). Ciò produce un'evidente frustrazione della base, che a sua volta produce una diminuzione del fenomeno partecipativo. Occorre intervenire su: 1. processi di condivisione delle scelte (decision making) interni al partito, di modo da valorizzare la voce e le proposte emerse dalla base; 2. processi di comunicazione, sia verticale (tra membership e leadership) che orizzontale (tra unità, territoriali e funzionali, del partito). Questo significa trovare gli strumenti per facilitare la comunicazione tra i vari livelli del Partito (bottom up e top down). Interventi: 1. Coordinamento dei circoli: rafforzare le potenzialità di networking tra Circoli territoriali, anche attraverso il ruolo dei circoli d'Ambiente che affiancano e collaborano con quelli territoriali. 2. Predisposizione di un calendario di attività sul territorio che preveda la partecipazione di eletti ed amministratori espressione del Partito democratico. 3. Sistematizzazione della comunicazione e del passaggio di dati ed informazioni tra la base ed i livelli superiori del partito (es: trasmissione dei verbali delle riunioni di circolo alla Segreteria; pubblicazione anticipata e ragionata degli ordini del giorno, in connessione con i decisori e gli amministratori; utilizzo dello strumento e-mail tra gli iscritti). 4. Utilizzo degli strumenti interattivi (Blog circoli, E-mail, Social Network). 3) Moduli partecipativi Le problematicità inerenti alla partecipazione degli iscritti di base si intersecano con il tema della partecipazione dei cittadini alle attività del partito. Questione tanto più rilevante se, come sancisce lo Statuto, il Pd si realizza come un partito di iscritti ed elettori. Fra le proposte funzionali ad aggredire il tema in termini costruttivi è possibile distinguere: !5 !5 1) Strumenti e modalità di coagulazione delle istanze socio-culturali di base, volti ad esperire percorsi finalizzati a costruire proposte o a dare voce a soggetti che privi di una leva politica non formano né informano l'opinione pubblica cittadina. Esempi: a) Pratiche deliberative. L'accesso alla partecipazione, obiettivo prioritario del Pd, non può avvenire solo attraverso la tessera, cioè tramite il coinvolgimento dei soli iscritti. Il Pd ha le carte in regole per diventare strumento e luogo delle decisioni collettive, chiamando gli stessi cittadini ad assumere una sovrana e democratica responsabilità. b) Giornalismo partecipato. Non basta parlare alla città; è imprescindibile far parlare la città. Questa pratica mira a dar voce ai soggetti sociali che operano nel territorio, mettendo a loro disposizione un megafono grazie al quale poter esprime la propria opinione. Il Pd diventa così un canale di comunicazione, uno strumento di diffusione di idee, valutazioni, contenuti. c) Questionari “porta a porta”; questionari web. Servono a tenere contatti costruttivi con la cittadinanza, a conoscerne i problemi, a mapparne i bisogni. Nessuna scelta può essere presa senza adeguata conoscenza. Da questo punto di vista, ai circoli spetta un lavoro importante, se vogliono continuare a svolgere la funzione di “antenne nel territorio”. E' allora decisivo che ogni struttura di base organizzi una squadra dedita all'analisi sociale del territorio con il compito di monitorare periodicamente i mutamenti intervenuti. d)Referendum consultivi. Questi possono rivolgersi a tre tipi di platee: la platea degli iscritti, la platea degli elettori (coloro che hanno partecipato alle primarie), la platea dei cittadini di un determinato quartiere o di una determinata fascia sociale, generazionale, etc... La scelta di quale platea attivare non può che dipendere dal tema in oggetto e dalla relativa opportunità politica. e) sviluppo comunità tematiche (tanto su temi inerenti al territorio, quanto su questioni di interesse professionale o di sensibilità culturale). Sotto tale aspetto due sono le ipotesi fruibili: l'organizzazione di circoli di ambiente (circolo Università, Sanità, etc..); l'organizzazione di circoli tematici volti a includere persone della più varia provenienza territoriale, sociale, culturale, professionale, interessate a bisogni o istanze di carattere materiale o immateriale. Un circolo per i diritti civili è un esempio classico. L'adesione ai circoli tematici può avvenire in forma individuale o associata, cioè possono comporlo anche le associazioni più sensibili al tema. La differenza con i forum o i dipartimenti interni al partito è relativa al fatto che il circolo tematico nasce per esperire un percorso decisionale orientato a elaborare una precisa proposta. Il suo lavoro è !6 !6 perciò limitato nel tempo. Dunque è limitata nel tempo la sua funzione. f) ai circoli territoriali corre l'obbligo di assumere una declinazione più sociale e meno politica, sviluppando attiva responsabilità sociale sul territorio e pratiche di solidale mutualismo. Particolare menzione meritano le modalità di allestimento dell'iniziativa politica tradizionale. Per evitare la riproposizione di modelli ormai palesemente poco attrattivi, è consigliabile seguire due vie alternative: - organizzare iniziative con una sola ed unica personalità riconosciuta dall'opinione pubblica e ai media; - organizzare iniziative a tema specializzato, la cui platea è preparata dal medesimo circolo, il quale chiama a intervenire i soggetti interessati. Questa seconda formula necessita di uno sbocco costruttivo; - è quindi oltremodo opportuno concludere la riunione con un documento \verbale ad uso e consumo dell'elaborazione politica interna o con un documento\verbale a uso e consumo mediatico. Le strutture territoriali di base possono poi ospitare riunioni di associazioni e organizzazioni varie dando in comodato d'uso gratuito il circolo. Questo è un modo per usare stanze spesso sottoutilizzate e rappresenta uno sprone a mantenerle confortevoli ed efficienti, magari coinvolgendo nelle piccole opere di “restauro” iscritti e potenziali fruitori in base alle proprie disponibilità e competenze. L'opera di “restauro” della “casa comune” può infine essere un momento non secondario di coagulo di una comunità politica. L'ospitalità nei confronti delle associazioni può avere poi un'accezione più politica. In altri termini, le associazioni possono essere chiamate dai circoli a istruire un dibattito su temi e questioni di proprio interesse o di propria competenza. Oltre che ospitante, il Pd potrebbe divenire esso stesso ospite in luoghi o strutture che richiamano temi o questioni su cui è importante porre una particolare attenzione politica. I gruppi dirigenti dei circoli potrebbero allora convocare segreterie e dibattiti in parchi, biblioteche, etc... se ad, esempio, si ritiene che il parco vada migliorato, la biblioteca valorizzata, etc... 2) Strumenti e modalità di coinvolgimento del sottovalutato “tesoro delle primarie”. !7 !7 Esempi: a) inviare agli elettori, in modo regolare e continuativo, inviti a iniziative e attività di partito; b) coinvolgere coloro che hanno partecipato alle primarie nei settori di lavoro dediti all'elaborazione politica; c) rivolgere ad essi referendum o questionari su temi generali o specifici; d) approfondire la conoscenza di tale elettorato attraverso il compimento di un'anagrafe delle passioni; e) organizzare e allestire in virtù delle disponibilità e in relazione alle competenze di questa platea di militanza secondaria servizi di solidarietà, pratiche mutualistiche (tipo banche del tempo), eventi di socializzazione che esondano dal tradizionale perimetro politico. Effetti attesi: a) maggiore insediamento e penetrazione sociale del Pd; b) recupero del grado di inclusione e rappresentatività sociale del partito. 4) Il finanziamento integrativo: l'opzione crowdfunding La cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti politici suggerisce di sperimentare vie nuove per sostenere l'attività politica. Oltre al 2x1000 e alle donazioni degli amministratori, il crowdfunding è un finanziamento integrativo, e perciò rappresenta una soluzione solo parziale, sebbene potenzialmente importante. Occorre inoltre chiarire che le risorse reperite tramite questa modalità sono legate allo sviluppo di singoli progetti e non a imprecisate iniziative. Del resto, nel contesto e nella temperie contemporanea, è sempre più difficile chiedere e ottenere un finanziamento al partito in quanto tale, a causa dell'indebolimento delle appartenenze e delle motivazioni ideali e simboliche che hanno tuttavia resistito fino a tempi abbastanza recenti. Il crowdfunding si agisce principalmente in tre formule: a) attraverso una campagna di finanziamento promossa via web (modello Obama); b) attraverso una sorta di “elemosina”, cioè per mezzo di una raccolta di risorse “porta a porta” o persona per persona in modo casuale (modello banchetti davanti a centri commerciali); c) attraverso una richiesta di finanziamento rivolta a soggetti specifici direttamente interessati allo sviluppo di un determinato progetto su cui il partito intende investire; d) nulla vieta di mescolare le modalità sopraelencate a seconda dei contesti e delle diverse situazioni. !8 !8 Effetti attesi: a) maggiore pubblicità e coinvolgimento della cittadinanza su progetti e attività ideate dal partito; b) aumento della dotazione finanziaria generale. Il documento, frutto dell’impegno e dell’attività di analisi e condivisione del gruppo di lavoro, costituisce una valida traccia di lavoro per il Pd di Perugia, che dovrà trovare approfondimento e concreta applicazione nel confronto e nel coinvolgimento dei circoli sul territorio. Questo potrà avvenire, in particolare, attraverso il proseguimento di incontri mirati e costanti aventi ad oggetto il tema partito di gruppi di lavoro, forum, segretari di circolo, con il compito di valutare i percorsi di realizzazione dei propositi contenuti nel documento. Obiettivo il rilancio del Pd a Perugia, della sua attività, guardando all’innovazione degli strumenti e senza dimenticare da dove veniamo e la centralità del radicamento per un’azione politica efficace e credibile. Hanno collaborato al Gruppo di lavoro e contribuito alla stesura del documento: Diletta Paoletti, Valerio Marinelli, Francesco M. Giacopetti, Francesco Alessandri, Vincenzo Scorza, Maria Gabriella Suella, Antonello Chianella, Andrea Mazzoni, Vittorio Boccini, Silvia Rosi, Francesco Lubello, Fabrizio Billeri, Stefania Fiorucci, Mauro Pispola, Alessio Nardoni !9 !9